Emilio Notte, Corporazioni di Tivoli affreschi nella Villa D'Este manortiz
Emilio Notte (Ceglie Messapica, 1891 – Napoli, 1982)
Emilio Notte è nato il 30 gennaio 1891 da genitori veneti, il padre era di Marostica, la madre era vicentina, giunti a Ceglie Messapica perché Giovanni Notte, Ricevitore del Registro, era stato inviato a reggere il locale Ufficio. Da Ceglie, i Notte si trasferirono a Lagonegro, Serino e Bovino, dove Emilio frequentò le ginnasiali, a Sant’Angelo dei Lombardi dove, invece, frequente il locale liceo. Risale di questo periodo il suo interessamento alla pittura e dipinge tutto quello che vede, da portoni a stemmi gentilizi, da ritratti a paesaggi, dimostrando una abilità innata. Il padre, colpito dalla maestria del proprio figliolo, lo accompagna a Napoli presso lo studio di Vincenzo Volpe, Direttore dell’Accademia di Belle Arti, succeduto al Morelli alla direzione della prestigiosa Accademia. I lavori presentati a Volpe ebbero un’accoglienza straordinaria, tanto che, Notte lasciò gli studi liceali e si trasferì a Napoli, accompagnato da una sorella della madre e prese in affitto un paio di stanzette ai Guantai, alle spalle di Toledo. E’ il 1906, e Notte ha appena 15 anni. Restò a Napoli poco più di un anno, perché un nuovo trasferimento portò il genitore a Prato nel 1908. E’ in questa città che si sviluppa veramente l’arte pittorica del promettente artista. Prato vuole dire il contatto con l’ambiente fiorentino, ma, soprattutto, l’incontro con la pittura di Filippo Lippi e il ciclo degli affreschi absidali nel duomo. Si iscrisse, quindi, all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1906. Durante il primo anno frequentò il corso normale, mentre negli anni successivi passò ai corsi speciali di Disegno Ornato. Nel 1907 suo padre fece domanda per ottenere al figlio Emilio un sussidio, gli viene negato. Nel 1908 fu il miglior allievo nella prova di Ornato con voto di ventisette e menzione di 2° grado. Nel 1911, sempre nella prova di ornato ottenne il voto di ventiquattro e la menzione di 2° grado. Si diplomò il 20.06.1912. Durante la stagione fiorentina, fra i maestri ebbe Aristide Sartorio, frequentò lo studio di Fattori che, per primo, lo iniziò alla conoscenza dei nuovi movimenti pittorici europei. Dal 1912, partecipò al gruppo futurista. A Firenze, con Lucio Venna, firmò il manifesto sul “Fondamento Lineare Geometrico”, documento non di enunciazione generiche o velleitarie, ma di contenuti chiari e concreti che, in avvenire, saranno alla base dell’impianto di tutte le sue pitture. A cause del Primo Conflitto Mondiale ebbe nel percorso artistico dolorose interruzione. Dipinse opere di capitale per lo sviluppo e l’affermazione della sua personalità già vicina alla piena maturazione. Il soggiorno a Venezia, nel dopoguerra, fu un intermezzo di nuove esperienze a contatto dei capolavori presenti nella Serenissima. Subito dopo, riprese il cammino assieme ai compagni futuristi. Il periodo romano, durante il quale, vinse, nel 1922 il Pensionato Nazionale, che segnò, comunque una sosta nel suo lavoro. Al suo arrivo a Napoli nel 1929, questa non gli apparve più come il centro che aveva visto al suo primo incontro. L’impatto di Notte con l’ambiente culturale napoletano fu molto violento. Era stato designato alla cattedra di pittura ma, incontrò tante difficoltà che fu costretto a ripiegare su quella di decorazione.
Notte diede subito battaglia, assunse per assistente un architetto e indirizzò gli alunni alle esperienze anche le più audaci e temerarie. Era abituato a combattere vecchie concezioni artistiche ma anche sociali, perché aveva alle spalle un bagaglio di conoscenze che gli permettevano di gareggiare, con i maggiori esponenti della cultura dell’epoca. Lo aveva già dimostrato nei salotti della Sarfatti, ma anche con Malaparte, Settimelli, Binazzi ed altri, nella Milano di inizio secolo (dove si era trasferito e sposato), prendendo in affitto uno studio in via Arena fuori Porta Ticinese. Nel suo studio passarono Ada Negri e la Sarfatti, ma anche Carrà e Severini, Marinetti e Mazza. In contrasto con questo mondo, Notte inizia anche la sua militanza politica nel PCI. Le disavventure napoletane, l’amarezza di tanti anni di lotta non lo fanno recedere, ed infatti, rimane a Napoli sino alla morte, insegnando all’Accademia, di cui è stato anche Direttore, sino al 1963, anno di collocamento in pensione. Emilio Notte, Professore all’Accademia, maestro di varie generazioni di pittori, da quella di Mario Colucci ai giovani del gruppo ’58, annovera anche fra i suoi allievi persico, Del Pezzo, Fergola, Biasi Alfano, De Ruggiero ed altri. Sempre legato alla sua città natale, le volle testimoniare il suo affetto, donando al Comune di Ceglie, per costruire una Galleria d’Arte Moderna che porta il suo nome, alcuni dei suoi dipinti più famosi. Suoi quadri si trovano in Musei e Gallerie nazionali ed internazionali.
Emilio Notte è morto a Napoli il 7 luglio 1982.
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A Villa d'Este é um palácio da Itália situado em Tivoli, próximo de Roma. Classificada pela UNESCO, desde 2001, como Património Mundial da Humanidade, é uma obra prima da arquitectura e, especialmente, do desenho de jardim.
A HISTÓRIA
A Villa d'Este foi encomendada pelo Cardeal Ippolito II d'Este (1509-1572), filho de Afonso I d'Este e de Lucrécia Bórgia, e neto do Papa Alexandre VI. Ippolito havia sido nomeado Governador de Tivoli pelo Papa Júlio III, com oferta da villa[1], a qual ele reconstruiu inteiramente segundo planos de Pirro Ligorio, sob a direcção do arquitecto-engenheiro de Ferrara, Alberto Galvani, arquitecto da Corte dos Este. O pintor chefe da ambiciosa decoração interior foi Livio Agresti, de Forlì. A partir de 1550 até à sua morte, em 1572, quando a villa estava quase completa, Ippolito criou um cenário palaciano rodeado por um fabuloso jardim em terraços ao Estilo Renascença tardio Maneirista, o qual tirou total vantagem da dramática encosta mas requereu inovações para trazer um caudal suficiente de água, a qual foi empregue em cascatas, tanques de água, canais e lagos, jactos de água e fontes, giochi d'acqua (jogos de água). Outras villas notáveis com estruturas de jogos de água são a Villa Aldobrandini e a Villa Torlonia em Frascati.
Usando a inspiração no desenho (além de muitas estátuas[2] e muito do mármore usado para a construção) da vizinha Villa Adriana (o retiro palaciano do Imperador Adriano) e a revitalização de técnicas de engenharia hidráulica romanas para fornecer água a uma sequência de fontes, o Cardeal criou um elaborado jardim de fantasia, o qual mistura elementos arquitectónicos com elementos aquáticos e teve uma enorme influência no desenho paisagístico na Europa.
Pirro Ligorio, o qual foi responsável pelos programas iconográficos usados nos programas dos afrescos da villa, também foi contratado para esboçar os jardins, com a assistência de Thomaso Chiruchi, de Bologna, um dos mais experimentados engenherios hidráulicos do século XVI; Chiruchi havia trabalhado nas fontes da Villa Lante em Bagnaia. Na Villa d'Este foi assistido no desenho técnico para as fontes por um francês, Claude Venard, um experiente manufactor de Órgãos hidráulicos.
O Cardeal Alessandro d'Este reparou e ampliou os jardins a partir de 1605.
No século XVIII, a villa e os seus jardins passaram para a posse da Casa de Habsburgo[3] e foram negligenciados. As hidráulicas caíram em desuso e muitas das esculturas encomendadas por Ippolito d'Este foram espalhadas por outros sítios. O pitoresco sentido de decadência registado por Carl Blechten (ilustração) e outros pintores foi revertido durante a posse do Cardeal Gustav von Hohenlohe; o Cardeal hospedou Franz Liszt, o qual evocou os jardins na sua Les Jeux d'Eaux à la Villa d'Este (Os Jogos de Água na Villa d'Este) e deu um dos seus últimos concertos aqui. O volume de poemas de Jean Garrigue, Um passeio de água por Villa d'Este (1959) continua uma longa tradição de poesia inspirada pelos jardins. Kenneth Anger filmou Eaux d'artifice (Água de Artifício) entre os elementos aquáticos do jardim. deste modo, a Villa d'Este tem sido celebrada na poesia, pintura e música.
Os campos da Villa d'Este também acolhem o Museo Didattico del Libro Antico (Museu Didático do Livro Antigo), um museu de ensino para o estudo e conservação de livros antigos.