Tradizioni del Friuli: Carnevale in Val Resia | Museo Etnografico del Friuli
In Val Resia, valle alpina situata nella parte nord-orientale del Friuli Venezia Giulia, il Carnevale è una festa corale che coinvolge le diverse generazioni, giovani e adulti e che un tempo coinvolgeva le diverse frazioni.
Anche oggi elemento importante è la danza eseguita con i tipici strumenti musicali resiani, la cïtira [zitira] (violino) e la bünkula (violoncello). Le danze del carnevale in Val Resia si protraggono per ore e ore, nelle osterie e negli spazi allestiti per la festa. Si balla, nelle occasioni e negli spazi che lo permettono. Spiccano le belle maschere bianche con nastri colorati, cappelli policromi addobbati, ma anche quelle brutte, cui si aggiunge l’arte di travestirsi secondo fantasia.
Questo video di Paolo Comuzzi sul Carnevale in Val Resia fa parte dell’allestimento del Museo Etnografico del Friuli, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
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Il racconto al Museo Etnografico del Friuli parte dal fogolâr (focolare) e dalla simbologia del fuoco. Il fogolâr, spazio della casa e cuore pulsante della vita quotidiana dove si cucinava, ci si scaldava e si raccontavano storie, aveva una funzione talmente importante che è diventato il simbolo della dimensione comunitaria friulana, anche per le comunità emigrate all’estero: le associazioni, diffuse in tutto il mondo, di emigrati originari del Friuli Storico e dei loro discendenti prendono proprio il nome di fogolârs furlans. Ma il fuoco è presente anche in altre tradizioni popolari, come i falò propiziatori (pignarul e Kries) e il lancio di rotelle di legno infuocate per augurare fortuna alle coppie del paese (Tir des Cidulis).
Il Museo Etnografico del Friuli affronta anche il tema del sacro, della medicina nella cultura popolare, della musica come momento rituale che scandisce i ritmi feriali e festivi, del gioco, della tradizione del mobile, di una portante risorsa prodotta dai boscaioli, l’approvvigionamento del legno. L’ultima parte del percorso è completamente dedicata all’abito.
Tradizioni del Friuli: religiosità, abbigliamento, riti del fuoco | Museo Etnografico del Friuli
Un video che introduce nel mondo delle tradizioni friulane, non sempre scomparse e abbandonate ma anche rivissute nel contemporaneo.
Questo video di Paolo Comuzzi, con filmati d’epoca, attuali e foto di Ulderica da Pozzo, fa parte dell’allestimento del Museo Etnografico del Friuli, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
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Il racconto al Museo Etnografico del Friuli parte dal fogolâr (focolare) e dalla simbologia del fuoco. Il fogolâr, spazio della casa e cuore pulsante della vita quotidiana dove si cucinava, ci si scaldava e si raccontavano storie, aveva una funzione talmente importante che è diventato il simbolo della dimensione comunitaria friulana, anche per le comunità emigrate all’estero: le associazioni, diffuse in tutto il mondo, di emigrati originari del Friuli Storico e dei loro discendenti prendono proprio il nome di fogolârs furlans. Ma il fuoco è presente anche in altre tradizioni popolari, come i falò propiziatori (pignarul e Kries) e il lancio di rotelle di legno infuocate per augurare fortuna alle coppie del paese (Tir des Cidulis).
Il Museo Etnografico del Friuli affronta anche il tema del sacro, della medicina nella cultura popolare, della musica come momento rituale che scandisce i ritmi feriali e festivi, del gioco, della tradizione del mobile, di una portante risorsa prodotta dai boscaioli, l’approvvigionamento del legno. L’ultima parte del percorso è completamente dedicata all’abito.
speciale Museo etnografico Udine
Tradizioni del Friuli: il Kries (falò di San Giovanni) | Museo Etnografico del Friuli
Il Kries, il falò di San Giovanni, é l’antica festa propiziatoria del Solstizio d’Estate nella quale il Kries, il falò, prolunga nella notte la luce del giorno più lungo dell’anno, il 24 giugno.
Siamo a Tribil Superiore (UD): nel falò vengono bruciati i vecchi Kries ormai secchi, le ghirlande di fiori di campo che si mettono sull’uscio di casa e della stalla a protezione della famiglia e degli animali.
Questo video di Erica Barbiani sul Kries fa parte dell’allestimento del Museo Etnografico del Friuli, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
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Il racconto al Museo Etnografico del Friuli parte dal fogolâr (focolare) e dalla simbologia del fuoco. Il fogolâr, spazio della casa e cuore pulsante della vita quotidiana dove si cucinava, ci si scaldava e si raccontavano storie, aveva una funzione talmente importante che è diventato il simbolo della dimensione comunitaria friulana, anche per le comunità emigrate all’estero: le associazioni, diffuse in tutto il mondo, di emigrati originari del Friuli Storico e dei loro discendenti prendono proprio il nome di fogolârs furlans. Ma il fuoco è presente anche in altre tradizioni popolari, come i falò propiziatori (pignarul e Kries) e il lancio di rotelle di legno infuocate per augurare fortuna alle coppie del paese (Tir des Cidulis).
Il Museo Etnografico del Friuli affronta anche il tema del sacro, della medicina nella cultura popolare, della musica come momento rituale che scandisce i ritmi feriali e festivi, del gioco, della tradizione del mobile, di una portante risorsa prodotta dai boscaioli, l’approvvigionamento del legno. L’ultima parte del percorso è completamente dedicata all’abito.
Tradizioni del Friuli: il Tîr des Cidulis | Museo Etnografico del Friuli
Il Tîr des Cidulis è un'antica tradizione che si tiene in molti paesi della montagna del Friuli. Da una zona sopraelevata i ragazzi del luogo, dopo aver acceso un fuoco visibile dal paese, lanciano rotelle di legno alle quali viene dato fuoco. Secondo la tradizione del Tîr des Cidulis, a ogni lancio si accompagna una filastrocca (raganizza). Il lancio avviene per la maggior parte dei casi nel periodo del solstizio d'inverno, con diverse varianti; è comunque per tutti un modo per augurare fortuna per l’anno successivo a tutte le coppie del paese.
Questo video di Erica Barbiani sul Tîr des Cidulis fa parte dell’allestimento del Museo Etnografico del Friuli, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
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Il racconto al Museo Etnografico del Friuli parte dal fogolâr (focolare) e dalla simbologia del fuoco. Il fogolâr, spazio della casa e cuore pulsante della vita quotidiana dove si cucinava, ci si scaldava e si raccontavano storie, aveva una funzione talmente importante che è diventato il simbolo della dimensione comunitaria friulana, anche per le comunità emigrate all’estero: le associazioni, diffuse in tutto il mondo, di emigrati originari del Friuli Storico e dei loro discendenti prendono proprio il nome di fogolârs furlans. Ma il fuoco è presente anche in altre tradizioni popolari, come i falò propiziatori (pignarul e Kries) e il lancio di rotelle di legno infuocate per augurare fortuna alle coppie del paese (Tir des Cidulis).
Il Museo Etnografico del Friuli affronta anche il tema del sacro, della medicina nella cultura popolare, della musica come momento rituale che scandisce i ritmi feriali e festivi, del gioco, della tradizione del mobile, di una portante risorsa prodotta dai boscaioli, l’approvvigionamento del legno. L’ultima parte del percorso è completamente dedicata all’abito.
I Civici Musei Udine in 5 minuti
I Civici Musei di Udine sono una fitta rete di musei che con le loro raccolte offrono un ricco ed eterogeneo percorso storico, culturale, artistico e scientifico all’interno della città di Udine. Si va dai Musei del Castello con Museo Archeologico, Museo del Risorgimento, Galleria d’Arte Antica e Museo della Fotografia, alle Gallerie del Progetto di Palazzo Morpurgo, sede di esposizioni temporanee a tema e degli archivi di architettura e design; dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea che trova spazio a Casa Cavazzini, con le pregevoli collezioni Astaldi e FRIAM, al Museo Etnografico del Friuli, esauriente contenitore di cultura e tradizioni friulane. Di prossima apertura sarà la nuova sede del Museo Friulano di Scienze Naturali.
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Il CASTELLO DI UDINE, simbolo del Friuli, già sede del patriarca di Aquileia e del Luogotenente veneto della Patria del Friuli, divenne sede museale il 26 luglio 1906 in occasione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario dell’unione del Friuli all’Italia.
Oggi il Castello ospita al piano terra due recenti allestimenti museali: il MUSEO DEL RISORGIMENTO e il MUSEO ARCHEOLOGICO, entrambi frutto di un’accurata scelta museografica corredata da innovativi supporti multimediali.
Lungo tutto il piano nobile del Castello di Udine si snoda il percorso della GALLERIA D’ARTE ANTICA con pregevoli opere d’arte dal ‘300 all’800 tra cui si annoverano dipinti di Vittore Carpaccio, Caravaggio e Giambattista Tiepolo. Presenti sono anche alcune collezioni normalmente consultabili su prenotazione: le Raccolte Numismatiche, la Gallerie di Disegni e Stampe, le Raccolte di Scultura e Gipsoteca. Inoltre presso il Castello vi sono due importanti servizi culturali aperti al pubblico: la Biblioteca d’Arte con oltre 45.000 volumi e circa 350 periodici e la Fototeca che conserva più di 180.000 immagini di fotografie, negativi e lastre originali.
CASA CAVAZZINI dal 2012 è la sede del nuovo Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, che raccoglie un patrimonio di circa quattromila opere in cui spiccano nomi di primo piano nel panorama internazionale, come quelli di Roy Lichtenstein, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Willem de Kooning, Filippo de Pisis. Nell’edificio, che fu del commerciante udinese Dante Cavazzini, sono ancora visibili affreschi del Trecento, alcune tempere murali che Afro Basaldella realizzò per decorare pareti e soffitti e una vasca-cisterna “alla veneziana” del XVI secolo.
In pieno centro storico a Udine, a pochi passi da Casa Cavazzini e dalla veneziana piazza Libertà, si trova Palazzo Morpurgo, sede Comunale e del polo museale delle GALLERIE DEL PROGETTO, che custodiscono gli archivi di architettura e di design.
Dedicata al mondo della progettazione in Friuli e ai progettisti che nella storia hanno reso celebre la regione a livello internazionale (tra cui Raimondo D’Aronco, Pietro Zanini e Marcello D’Olivo), questa sede dei Civici Musei di Udine raccoglie oltre quindicimila disegni, plastici, fotografie e diapositive storiche, consultabili su appuntamento.
Esplorare la cultura e le tradizioni popolari del Friuli, terra con una forte identità dentro e fuori dai suoi confini: è questa la possibilità offerta al visitatore del MUSEO ETNOGRAFICO DEL FRIULI, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
Tradizioni del Friuli: il Pust (Carnevale) | Museo Etnografico del Friuli
Il video spiega una tradizione del Friuli legata al Carnevale. Nelle Valli del Natisone, il Pust, il Carnevale, segna un passaggio fra un ciclo stagionale e l'altro. I caratteri propiziatori sono legati alla tradizione locale e si ritrovano nelle varianti dei mascheramenti. Il Pust con il suo comportamento bizzarro rappresenta fondamentalmente proprio il diavolo e la gente con questa sua rappresentazione riusciva ad esorcizzare le proprie paure del male.
Questo video di Erica Barbiani sul Pust (Carnevale) fa parte dell’allestimento del Museo Etnografico del Friuli, che nella sua prestigiosa sede di Palazzo Giacomelli a Udine approfondisce in particolare gli aspetti legati alle testimonianze della cultura tradizionale quali la religiosità popolare, la vita quotidiana domestica e del lavoro, il vivere in comunità, ma anche la storia della tradizione tessile e dell’abbigliamento.
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Il racconto al Museo Etnografico del Friuli parte dal fogolâr (focolare) e dalla simbologia del fuoco. Il fogolâr, spazio della casa e cuore pulsante della vita quotidiana dove si cucinava, ci si scaldava e si raccontavano storie, aveva una funzione talmente importante che è diventato il simbolo della dimensione comunitaria friulana, anche per le comunità emigrate all’estero: le associazioni, diffuse in tutto il mondo, di emigrati originari del Friuli Storico e dei loro discendenti prendono proprio il nome di fogolârs furlans. Ma il fuoco è presente anche in altre tradizioni popolari, come i falò propiziatori (pignarul e Kries) e il lancio di rotelle di legno infuocate per augurare fortuna alle coppie del paese (Tir des Cidulis).
Il Museo Etnografico del Friuli affronta anche il tema del sacro, della medicina nella cultura popolare, della musica come momento rituale che scandisce i ritmi feriali e festivi, del gioco, della tradizione del mobile, di una portante risorsa prodotta dai boscaioli, l’approvvigionamento del legno. L’ultima parte del percorso è completamente dedicata all’abito.
Museo etnografico udine
E'stato riaperto il 22 ottobre 2010 dopo una lunga opera di ristrutturazione ed è uno dei musei etnografici più ricchi e interessanti d'Italia. Rappresenta in modo puntuale e suggestivo i costumi e le tradizioni friulane. I nuclei principali sono costituiti dalle collezioni Ciceri e Perusini.
Kries di Tribil Superiore 2011 - Video del Museo etnografico di Udine
Questo è il video girato dagli amici del Museo Etnografico di Udine e presente nella Stanza dei fuochi.
Il Kries di Tribil Superiore è forse quello più tradizionale e autentico dell'alta valle del Natisone.
Best Attractions & Things to do in Udine, Italy
In this video our travel specialists have listed some of the best things to do in Udine . We have tried to do some extensive research before giving the listing of Things To Do in Udine.
If you want Things to do List in some other area, feel free to ask us in comment box, we will try to make the video of that region also.
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List of Best Things to do in Udine
Piazza San Giacomo
Piazza della Liberta
Loggia del Lionello
Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo
The Cathedral of Udine
Il Castello di Udine
Chiesa di San Giacomo
Stadio Friuli (Dacia Arena)
Casa Cavazzini
Museo Etnografico del Friuli
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Un tour nel Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine | Casa Cavazzini
Vania Gransinigh, direttrice di Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, ci accompagna alla scoperta del museo, in un video di Giulia Fedrigo.
Un viaggio in cui scoprire le sale di Casa Cavazzini, edificio ristrutturato da Gae Aulenti in cui trovano posto anche alcune tempere murali realizzate da Afro Basaldella e affreschi del Trecento.
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All’ingresso il visitatore è accolto da ritrovamenti archeologici del ‘500 lasciati a vista: qui il benvenuto all’arte è affidato all’installazione “In teoria”, realizzata da Marotta & Russo, composta dai vocaboli che ricorrono più frequentemente nei testi di critica dell’arte del Novecento.
Da qui si dipanano i percorsi di fruizione delle mostre, da quelle temporanee alle collezioni permanenti: il Museo eredita il nucleo di opere della Galleria d’Arte Moderna cittadina, costituito a partire dal lascito del ricco commerciante Antonio Marangoni a fine Ottocento e via via arricchito di opere di rilievo come quelle dei fratelli Dino, Mirko e Afro Basaldella.
Un’area di Casa Cavazzini è riservata alla collezione F.R.I.A.M. (Friul Arts and Monuments), composta da opere donate da centodieci artisti americani in segno di solidarietà per il terremoto del 1976 che scosse il Friuli: tra i pittori e scultori aderenti all’iniziativa figurano i nomi illustri di Roy Lichtenstein, Willem de Kooning, Sol le Witt, Frank Stella, Donald Judd, Carl Andre. Da un punto di vista stilistico la collezione F.R.I.A.M. è estremamente varia: si va dall’Espressionismo astratto alla Pop Art, alle tendenze del New Dada, al Minimalismo, sotto forma di pittura, scultura e fotografia.
Nel 1983 a Udine giunse un nuovo nucleo di opere, la collezione Astaldi, dove a prevalere sono i nomi di Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Arturo Martini, Ottone Rosai, Felice Carena, Fausto Pirandello, Arturo Tosi, Renato Gottuso. Nella collezione anche Filippo de Pisis, amico della famiglia Astaldi, e i fratelli Giorgio de Chirico e Andrea Savinio.
La mostra Valcellina Collection al MEF di Udine
La presidente de Le Arti Tessili, Annamaria Poggioli, e la storica dell'arte Eva Comuzzi presentano:
Valcellina Collection
dal 25 maggio al 1 settembre 2019
Museo Etnografico del Friuli MEF
via Grazzano (Palazzo Giacomelli) Udine
Per promuovere l'11° edizione del Concorso Internazionale di Arte Tessile Contemporanea Premio Valcellina il cui bando è aperto fino 31 dicembre 2019, presso il MEF di Udine è stata organizzata una mostra temporanea con 14 opere dalla Valcellina Collection di proprietà dell’associazione Le Arti Tessili, che trovano speciale collocazione all’interno del percorso espositivo del Museo, grazie all’allestimento di Lucia Vedovi e la preziosa collaborazione del Comune di Udine servizio Udine Musei.
premiovalcellina.it
leartitessili.it
La nascita dell’agricoltura: intervista Mauro Rottoli | Museo Friulano Storia Naturale
L’archeobotanico Mauro Rottoli ricostruisce la nascita dell’agricoltura, in un'intervista realizzata in occasione della mostra Biodiversitas organizzata a Udine dal Museo Friulano di Storia Naturale.
Per trasformare le piante selvatiche in piante coltivate, l’uomo in origine ha scelto le piante che naturalmente, per un errore del loro sviluppo, producevano frutti che non si aprivano – nel caso delle leguminose – e spighe che non si rompevano – nel caso dei cereali. Un errore che produceva un vantaggio per l’uomo, cioè la possibilità di estrarre i semi necessari alla coltivazione anche dopo settimane dalla raccolta.
Mauro Rottoli, intervistato dal Museo Friulano di Storia Naturale, si sofferma anche su Sammardenchia, uno dei siti (localizzato in comune di Pozzuolo del Friuli) più importanti per ricostruire la storia della nascita dell’agricoltura: a Sammardenchia è presente infatti un frumento oggi coltivato solo in Georgia, elemento da cui si deduce che è stato importato da agricoltori provenienti da Oriente.
Per maggiori informazioni sul Museo Friulano di Storia Naturale
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Museo Etnografico di Teodone Parte 2a - L'interno
Il museo degli usi e costumi si trova a Brunico, nella frazione di Teodone; istituito nel 1976, è costituito da un parco museale di circa 4 ettari e dalla Residenza Mair am Hof. Nel parco museale sorgono antiche case contadine (masi) e fattorie (una ventina di edifici rurali dal XV al XVIII secolo, riedificati e sistemati come unità abitative) che rappresentano la varietà di tipologie costruttive delle diverse vallate sudtirolesi, e la stratificazione sociale della società contadina. Nelle case gli arredi originali ed attrezzi da lavoro tipici esposti descrivono la vita quotidiana della società rurale di un tempo; nel periodo estivo, in un forno antico viene cotto del pane e offerto ai visitatori. Nei tipici orti contadini crescono verdure, erbe medicinali e fiori, e nei campi intorno pascolano animali domestici e bestiame agricolo.
La residenza Mair am Hof, edificata nel periodo fra il 1690 ed il 1700 da Anton Wenzl von Sternbach (1651-1716), che qui risiedeva con la famiglia, nel corso dei secoli cambiò più volte proprietario, fino a diventare sede del Museo Etnografico nella seconda metà del XX secolo. Nelle sue sale espositive sono ospitate testimonianze della devozione religiosa e dell'arte popolare e diverse collezioni fra cui una di pipe, una di cinturoni ed una di cetre.
Speciale | Pignarûl di Tarcento 2019
Si ripete la magia del Pignarûl, rito epifanico che illumina come da tradizione il colle di Coia di Tarcento.
A cura di: Luciana Idelfonso.
Riprese e montaggio: Emanuele Sergi.
Video del 1948 sul lavoro dei boscaioli friulani
Un documento particolarmente interessante e raro, un video registrato nel 1948 nel Canal del Ferro (UD) che mostra la dimensione e l'entità del lavoro dei boscaioli nell'immediato secondo dopo guerra. Questo video fa parte dei documenti presenti nel Museo Etnografico del Friuli di Udine e in particolare nella sala espositiva recentemente dedicata al lavoro in bosco. Un particolare ringraziamento al Museo che ha concesso la divulgazione on line di questo documento e ai proprietari del documento che lo hanno reso disponibile.
Azienda Agricola Perusini Udine.wmv
Civici Musei Udine
Il video dei Civici Musei del Comune di Udine
Mense e banchetti nella Udine rinascimentale | Mostra al Museo Archeologico Udine
Nell'anno dell'esposizione universale milanese Expo 2015, dedicata al tema “Nutrire il pianeta-energia per la vita”, il museo Archeologico dei Civici Musei di Udine, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia, propone la mostra “Mense e banchetti nella Udine rinascimentale”: un percorso che, partendo dalle scoperte archeologiche e dal ricco patrimonio culturale della città, illustra cibi, libri, suppellettili e rituali dei nobili friulani tra Quattrocento e Cinquecento.
L’esposizione al Museo Archeologico di Udine, realizzata grazie al sostegno della fondazione Crup e di Unicredit, sarà aperta al pubblico in castello fino al 15 gennaio 2017.
Informazioni:
Civici Musei di Udine tel. 0432 1272591
Puntoinforma tel. 0432 1273717
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Tra le fonti utilizzate nell'ambito dell'esposizione “Mense e banchetti nella Udine rinascimentale” al Museo Archeologico di Udine: il ricettario del Platina, pubblicato a Cividale nel 1480 e curiosamente il primo libro a stampa noto in Friuli, e una tra le opere più importanti di Pomponio Amalteo, un olio su tela di grandi dimensioni esposto nella Galleria d’Arte Antica dei Civici Musei di Udine in cui viene rappresentata un’ultima Cena all'interno di una sala dall'architettura rinascimentale con aspetti formali che rimandano ai rituali dell’epoca. I personaggi, ossia lo scalco, il credenziere, i paggi e gli scudieri, il cantiniere e il coppiere, e ancora gli oggetti per l’apparecchio della tavola, sono elementi secondari rispetto alla scena del sacrificio dell’Eucarestia, ma fondamentali per immaginare una cena dell’epoca, ecco perché, grazie alla multimedialità, questi stessi elementi si animano e consentono di rivivere il rituale del banchetto.
Il tema della mostra “Mense e banchetti nella Udine rinascimentale”, l'alimentazione, viene raccontato anche dai reperti archeologici che restituiscono suggestivi spaccati di vita quotidiana. Vasellame da mensa, stoviglie da cucina, resti di pasto forniscono significative informazioni sulle consuetudini della tavola e su come l'alimentazione veniva concepita e vissuta nella Udine rinascimentale.
Sulla scorta delle ricerche archeologiche effettuate in città negli ultimi vent'anni dai Civici Musei di Udine e dalla competente Soprintendenza, spesso in collaborazione con la Società Friulana di Archeologia, è stato possibile ricomporre l’immagine della città medievale e delle sue successive trasformazioni. Le indagini, generate da lavori infrastrutturali e da interventi di restauro di edifici storici cittadini, offrono una lettura articolata di quello che doveva essere il tessuto urbano tra XV e XVI secolo. Un periodo in cui Udine conosce un significativo sviluppo economico e, di conseguenza, una notevole crescita edilizia e produttiva stimolata dalle sopravvenute esigenze dei ceti elevati, desiderosi di mostrare la propria agiatezza nella sontuosità delle dimore e nella ricercatezza dei corredi da tavola. Non a caso sono questi i secoli che vedono realizzarsi la grande stagione del “graffito friulano”, una produzione ceramica che raggiunge episodi artistici di altissimo livello, come attestano le mattonelle parietali rinvenute in palazzo Ottelio, ma anche il vasellame restituito per esempio dagli scavi in piazza Venerio, presso Casa Cavazzini e residenza Palladio.