Antonio Ligabue Gualtieri 2015
Una grande mostra antologica su Antonio Ligabue, per il cinquantenario della morte, si è svolta nella sua Gualtieri (Re). In mostra dipinti, disegni, incisioni e sculture tra cui alcuni inediti provenienti da collezioni private, dal 31 maggio all’8 novembre 2015.
E’ la prima iniziativa della neonata Fondazione Museo Antonio Ligabue. La sede dell’esposizione e del Museo permanente sarà il Palazzo Bentivoglio, di cui sono ormai completati i lavori di ristrutturazione anche in relazione agli esiti del terremoto del maggio 2012.
Antonio Ligabue (1899 - 1965) | ArtMaker.tv
Nella città in cui ha vissuto per più di 40 anni e a cinquant’anni dalla sua scomparsa, si è costituita a Gualtieri (RE) la Fondazione Museo Antonio Ligabue.
La prima iniziativa sarà la grande antologica con oltre 100 opere di Ligabue, tra dipinti, disegni, incisioni e sculture, in programma a Palazzo Bentivoglio a Gualtieri, dal 31 maggio all’8 dicembre 2015
La comunità della città della bassa reggiana ha sentito come una necessità morale preservare e diffondere la memoria di Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 – Gualtieri, 1965), uno dei più geniali e originali artisti del Novecento italiano, che qui vi ha soggiornato per oltre quarant’anni, dal 1919 al 1965.
La figura di Ligabue sarà inoltre il fulcro attorno cui ruoterà lo sviluppo culturale di Gualtieri che ha saputo nel tempo riconoscere nel Toni uno dei motivi di identità della propria storia.
La Fondazione Museo Antonio Ligabue nasce per volere del Comune di Gualtieri, del Banco Emiliano e di Girefin SpA, con lo scopo di istituire, gestire e promuovere il Museo Antonio Ligabue e di valorizzare l’opera dell’artista.
La Fondazione Museo Antonio Ligabue, presieduta da Livia Bianchi, coadiuvata da un consiglio di amministrazione composto da Achille Brunazzi e Stefano Landi, è diretta da Sandro Parmiggiani, storico e critico dell’arte, già direttore di Palazzo Magnani a Reggio Emilia.
La sede è in Palazzo Bentivoglio, edificio cinquecentesco progettato dall’ingegnere ferrarese Giovan Battista Aleotti, recentemente ristrutturato dal Comune di Gualtieri, ponendo in sicurezza anche quelle strutture lesionate dal terremoto del maggio 2012. I lavori hanno interessato anche lo spettacolare Salone dei Fasti, altresì detto dei Giganti, che ospiterà la collezione permanente e tutte le iniziative espositive temporanee di cui il Museo si farà promotore.
La prima sarà un’antologica di Antonio Ligabue, curata da Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, col patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio Emilia, del Comune di Gualtieri, in programma a Palazzo Bentivoglio a Gualtieri, dal 31 maggio all’8 novembre 2015.
La rassegna, che si apre proprio nei giorni in cui cade il cinquantesimo anniversario della morte di Ligabue, proporrà oltre 100 opere, alcune mai presentate prima, tra cui 80 dipinti, 15 disegni, 10 incisioni e altrettante sculture in bronzo e terracotta,.
I dipinti esposti, molti ritenuti massimi capolavori dell’artista, saranno suddivisi nei tre periodi nei quali si è soliti ripartire l’opera di Ligabue (1928-1939; 1939-1952; 1952-1962) e copriranno tutti i motivi della sua pittura: animali domestici e feroci, paesaggi svizzeri e padani, interni, ritratti, autoritratti.
Quest’importante appuntamento costituirà un punto fermo da cui partire per una corretta valutazione critica e storica del lavoro di Ligabue, in grado di sottolineare il grande valore di Ligabue nell’àmbito dell’arte italiana ed europea, al di là della fuorviante definizione di “naïf” che l’ha troppo a lungo accompagnato e ne ha mortificato la comprensione.
La difficile e tormentata vita di Ligabue, segnata da ostilità e incomprensioni, e da ricoveri all’Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e al Ricovero di mendicità di Gualtieri, è tutta dedicata, fino alla morte, alla pittura e alla scultura, nonostante le diffuse derisioni e i mancati riconoscimenti.
Dopo la personale d’esordio di Ligabue – che ebbe luogo nel 1955 a Gonzaga (Mantova), organizzata da Cesare Parmiggiani – varie esposizioni, a partire da quella di Gualtieri nel decennale della morte, hanno presentato, con crescente interesse del pubblico, l’opera dell’artista. Tra le antologiche più recenti, si ricorda quella tenuta nel 2005 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia e a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri, in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa.
Ars Artis - Antonio Ligabue e Bruno Rovesti il pittore contadino
Nel Palazzo Bentivoglio a Gualtieri, provincia di Reggio Emilia, , è ospitata fino al 13 novembre la mostra antologica dedicata al pittore contadino celebre europeo Bruno Rovesti, vissuto tra il 1907 e il 1987. La rassegna, ospitata nella splendida sala dei giganti, è curata da Sandro Parmigiani ed organizzata dal Comune di Gualtieri e dalla Fondazione Museo Antonio Ligabue. Al visitatore sono proposti 60 dipinti che ripercorrono il cammino creativo di Rovesti e che si tiene in contemporanea con l’esposizione di un nucleo di 63 opere di Antonio Ligabue. Una scelta che vuole consolidare l’immagine di Gualtieri come luogo privilegiato per la conoscenza dell’artista.
Street art: ritratto di Antonio Ligabue.
A marzo ho realizzato il ritratto di Antonio Ligabue per il museo Ligabue a Gualtieri, in questo video potete vedere l'esecuzione dell'opera.
In sottofondo potete sentire alcuni pezzi di Grandmaster Flash, sperando che il copyright non mi dia noie.
Reggio Emilia, le cartelle cliniche di Antonio Ligabue: ecco perchè il pittore finiva in manicomio
Passati settantanni dalla sua ultima dimissione, le cartelle cliniche del paziente Antonio Ligabue diventano pubbliche. E così è possibile scoprire quale fosse la situazione psichiatrica del pittore, ricoverato per tre volte al manicomio San Lazzaro, nel 37, nel 40 e nel 45. Stando agli psichiatri dellepoca, Toni Ligabue, trovava sollievo nella pittura, arte che lo aiutava a tranquillizzarsi e lo rendeva più trattabile. Leggendo le cartelle si scopre che Ligabue soffriva di quella che oggi si chiama depressione, malattia che si manifestava in varie forme e intensità . Il terzo ricovero avvenne dopo laggressione a colpi di bottiglia a un soldato tedesco. Sabato di Ligabue e dellarte al San Lazzaro si parlerà a Palazzo Magnani, le cartelle cliniche di Ligabue saranno lette il 9 dicembre a Gualtieri.
Antonio Ligabue in mostra al Lu.C.C.A. Museum - Dì News - 1 marzo 2013
Antonio Ligabue in mostra al Lu.C.C.A. Museum - Dì News - 1 marzo 2013
Napoli - L'arte di Antonio Ligabue al Maschio Angioino (11.10.17)
- Napoli - Presentata, nella Sala della Loggia del Maschio Angioino di Napoli, la mostra “Antonio Ligabue”, che sarà ospitata da mercoledì 11 ottobre a domenica 28 gennaio nella Cappella Palatina di Castel Nuovo. Attraverso oltre ottanta opere, di cui cinquantadue oli, sette sculture in bronzo, una sezione dedicata alla produzione grafica con otto disegni e quattro incisioni e, una sezione introduttiva sulla sua incredibile vicenda umana, la grande esposizione monografica traccia un excursus storico e critico sull’attualità dell’opera di Ligabue, che rappresenta ancora oggi una delle punte più interessanti dell’arte del Novecento.
La mostra, promossa dal Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo, con la collaborazione della Fondazione Museo Antonio Ligabue di Gualtieri e con l’organizzazione generale di C.O.R Creare Organizzare Realizzare, è curata da Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, massimi esperti dell’opera dell’artista.
“Abbiamo deciso – ha affermato Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli - di portare all’interno del Museo Civico grandi esperienze artistiche per offrire a queste una sede degna del loro rilievo e, contemporaneamente, di proporre il Castel Nuovo, con le sue esposizioni permanenti, con le sue straordinarie architetture, con la suggestione dei suoi percorsi e anche con la bellezza delle esposizioni temporanee, come uno dei luoghi centrali della vita culturale napoletana. Vorrei aggiungere, oltrepassando timidamente i limiti di una presentazione istituzionale, che mi sento emozionato nel presentare a Napoli le opere di un artista capace di manifestare in ognuna una così grande forza espressiva”.
“L’esposizione offre l’irripetibile occasione per conoscere l’opera di un grande Maestro ed è destinata a lasciare un preciso segno nel ricco panorama delle manifestazioni a Napoli dell’autunno 2017 – ha dichiarato Alessandro Nicosia, presidente di C.O.R Creare Organizzare Realizzare - è straordinario osservare, come le scelte e l’orientamento culturale di Ligabue, rivelino un’attenzione speciale per la vita e per la verità dei sentimenti. Dipingere qualcosa significa possederla, appropriarsene o almeno cercarne il possesso. Ligabue sembra dipingere per possedere, lui che era privo di tutto”. “Sono molto orgoglioso di questa mostra, Napoli è una delle capitali dell’avanguardia artistica. Ligabue è un personaggio emblema di chi sa resistere e si riscatta attraverso la pittura – ha spiegato il curatore Sandro Parmiggiani - per la sua storia potremmo definirlo un esiliato: la sua unica patria è stata l’arte, che gli ha permesso di oltrepassare i suoi limiti. Ligabue sentiva un’oscura vicinanza agli animali, come se tra lui e loro potesse esserci una lingua comune, attraverso la quale riuscire a intendersi”.
La rassegna monografica “Antonio Ligabue” intende far conoscere i diversi esiti dell’opera dell’artista, nel corso della sua attività (dagli anni Venti al 1962), declinati nelle diverse tecniche attraverso le quali Ligabue si è espresso. La mostra, anche attraverso le scelte di allestimento, rivisita lo sviluppo cronologico (suddiviso in tre periodi, sulla base dello schema interpretativo messo a punto da Sergio Negri) e lo scavo nei motivi cui si dedicò: gli animali esotici e feroci, impegnati in una perenne contesa per la loro sopravvivenza, ma anche quelli vicini all’uomo nella vita domestica e nel lavoro dei campi. Ligabue studiava accuratamente l’anatomia degli animali che rappresentava e le posture tipiche assunte nelle fasi della caccia o del lavoro, desunte dall’osservazione diretta e da varie fonti iconografiche (le figurine Liebig, “La vita degli animali” di Brehm, la frequentazione dei Musei Civici di Reggio Emilia); reinventa il semplice dato di partenza attraverso una pittura in cui si fondono visionarietà espressiva (sia nelle forme che nel colore) e il ricorso a elementi puramente decorativi (i mantelli degli animali, la vegetazione, le carte da parati negli interni, i tessuti delle giacche).
In molti dei suoi paesaggi padani irrompono, sullo sfondo, raffigurazioni assolutamente reali dei castelli e delle case della natia Svizzera, immagini di quelle radici che tenacemente conservava nella sua memoria. Gli straordinari autoritratti, infine, rappresentano un’orgogliosa dichiarazione del suo valore di artista e della sua identità di persona spesso dileggiata e irrisa – si può affermare che Ligabue visse come “straniero in terra straniera” – e l’impietosa descrizione dei tratti del suo volto, segnati da sentimenti di solitudine e disagio esistenziale, e dal costante presagio dell’esito finale. (11.10.17)
Pittura. Antonio Ligabue in manicomio: svelate le sue cartelle cliniche
È uno dei principali artisti del Novecento. Ma prima di essere un pittore, Antonio Ligabue è stato un uomo solo e fragile. Lo dimostrano le cartelle cliniche dell'ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, dove l'artista svizzero-italiano fu ricoverato per ben tre volte: nel 1937, nel 1940 e nel 1945. Lo scadere dei 70 anni dall'ultima dimissione nel 1948, ha permesso ai medici di rendere pubblici questi documenti da cui emerge che Ligabue era una persona speciale che aveva una sua necessità di dipingere e ovviamente anche un incredibile talento, spiega Gaddomaria Grassi, presidente del Centro di storia della psichiatria e direttore del dipartimento di salute mentale dell'Ausl. Cartelle cliniche che documentano anche l'evoluzione professionale di Ligabue: entrato nel 1937 al San Lazzaro come depresso e nullatenente e diventato a metà anni Cinquanta pittore sì, ma povero. (A cura di Marisa Labanca)
Museo della follia Mantova mostra prorogata Antonio Ligabue
Questo video riguarda Museo della follia mostra antonio ligabue
mostra fino al 10 gennaio 2016 , curata dal Proff Vittorio Sgarbi
video realizzato da L.arte tv ( incontriarte@libero.it ) .
Ligabue Antonio 力賈貝爾·安東尼奧 (1899 - 1965)- Italian - Naive artist
Antonio Ligabue (18 December 1899 – 27 May 1965) (Real name: Antonio Laccabue) was an Italian painter, one of the most important Naive artists artists of the 20th century.
He was born in Zurich, Switzerland on 18 December 1899, and died in Gualtieri, Reggio Emilia, Italy on 27 May 1965.
Ligabue was born to Elisabetta Costa, native from Belluno, and supposedly to Bonfiglio Laccabue (the true identity of the father is still unknown), native from Reggio Emilia. In 1942 the painter changes his surname from Laccabue to Ligabue, presumably because of the hate towards his father, who considered the uxoricida Elizabetta Costa. In September 1900 he was entrusted to the Swiss Johannes Valentin Göbel and Elise Hanselmann. His mother, Elizabeth, and three brothers died in 1913 as a result of food poisoning. He began to work occasionally as a farm hand and conducted a wandering life. After an altercation with her foster mother was hospitalized in a psychiatric clinic. In 1919, following the complaint by Hanselmann, was expelled from Switzerland. From Chiasso was conducted to Gualtieri, country of origin of the adoptive father but, not knowing a word of Italian, he tried to return to Switzerland. Brought the town, lived in the rescue of the City Hospice of begging wagons. In 1920 he was offered a job at the banks of the Po, and at that time he began to paint. In 1928 he met Renato Marino Mazzacurati who understood what the genuine art and taught him the use of oil paints guiding it to the full development of his talent. In those years he devoted himself to painting and continued to wander aimlessly along the River Po. In 1937 he was hospitalized in a mental hospital in Reggio Emilia for self-mutilation. In 1941 the sculptor Andrea Mozzali him to resign from the psychiatric hospital and welcomed him to his home in Guastalla, near Reggio Emilia. During the war served as an interpreter for the German troops. In 1945, for having beaten with a bottle a German soldier, he was interned in a mental hospital and remained there for three years. In 1948 he began painting more intensely, and journalists, critics and art dealers began to be interested in him. In 1957 Severo Woods, "signature" Il Resto del Carlino, and renowned photographer Aldo Ferrari went to Gualtieri to meet him: there came a picture in the newspaper and still very well known. In 1961 it was staged her first solo exhibition at The Gallery Four Rivers in Rome. He had a motorcycle accident and the following year he was stricken with paralysis. Guastalla dedicated a major retrospective. He asked to be baptized and confirmed, died 27 May 1965. Resting place in Gualtieri, on his tombstone the funeral mask of bronze by Mozzali.
He was named "Al Matt" (the madman) or "Al tedesch" (the German). In 1965, after his death, he was a retrospective in the context of the Ninth Quadrennial of Rome.
In 2002, Sergio Negri, leading expert of Ligabue, publishes the General Catalogue of the paintings (the publishing house Mondadori Electa) At the Palazzo Reale in Milan was held a solo exhibition on the painter. Started 20 June 2008, ended 4 November 2008. And 'being at the Magnani Rocca Foundation in Mamiano Traversetolo (Parma), the exhibition "Antonio Ligabue.La madness of genius," which began on 11 March 2011 which will end' of 26 June 2011.
IN EMILIA E A PAVIA PER SCOPRIRE LIGABUE
Un viaggio per scoprire i luoghi dove Antonio Ligabue ha vissuto, combattendo con le avversità della vita, che per lui è stata molto improba. Un matto, un diverso, un selvaggio, un incompreso che da solo ha dovuto combattere la sua solitudine, il rifiuto del cosiddetto mondo civile, ma che ha saputo inconsapevolmente dare un grande contributo alla storia dell’arte e che per questo vivrà in eterno.
OMAGGIO AD ANTONIO LIGABUE INTERVISTA AL MUSEO a Salvatore Attanasio Avitabile
Nota Biografica Sintetica
Pittore, scultore, disegnatore. Nasce a Piano di Sorrento il 4 Aprile 1972, artista da tre generazioni, inizia il suo percorso giovanissimo. La prima produzione di rilievo risale al 1980 con una serie di paesaggi fantastici di forte matrice espressionista, inizialmente guarda alla scuola di Posillipo senza però subirne l’influenza, vede i delicati paesaggi Sorrentini di Achille Vianelli, resta affascinato dalle calde strade di campagna di Gabriele Smargiassi, ma non diventerà mai un seguace di Giacinto Gigante, anzi il suo animo “Colorista” lo porta verso una sua rivisitazione dell’impressionismo Francese, una passione nata certamente sui banchi di scuola quando, come esercitazione artistica, Salvatore copia il famoso quadro di Claude Monet “ Impressione il levar del sole”. Intensifica quindi lo studio del colore, passando dalle tempere su carta, alla tecnica ad olio su tela. Dai primi anni novanta terminati gli studi tecnici, per oltre un decennio affronta numerosi viaggi in giro per il mondo navigando come Ufficiale Capitano di Macchina, e continuando parallelamente la sua ricerca pittorica. Studia da autodidatta, nei musei di Parigi, Anversa, Madrid, Sidney, Malta, New York, Barcellona città dove soggiorna per brevi periodi. Esordisce a Sorrento nel 1997 con la sua prima mostra personale, dal titolo “ Il Cammino di Alan” in seguito da’ luogo ad una sperimentazione intensa e creativamente vivace che lo pone all’ attenzione di critici e collezionisti napoletani, vengono pubblicate le prime recensioni critiche e lusinghieri articoli sui giornali locali. Due anni dopo invitato dal Comune di Pietrastornina realizza un dipinto per la Pinacoteca comunale, è il primo di una serie di committenze pubbliche e private. Frequenta l’ambiente artistico Partenopeo dove, conosce Salvatore Emblema e più tardi Nicola Gambedotti che lo inizierà alla tecnica dell’incisione, con loro nel 1999 espone a Lugano alla sua prima collettiva importante, che darà il via a varie partecipazioni nelle più conosciute fiere internazionali.Pasquale Mancini lo definisce;” Uno degli esponenti più interessanti e creativi della nuova generazione di pittori campani germinata dalla seconda metà degli anni novanta del secolo appena trascorso”. Determinato nella sua vocazione artistica, nel 2004 si trasferisce a Civitavecchia dove allestisce una casa studio nel cuore del centro storico. Seguono numerose mostre con Gallerie e Musei nelle più importanti città Italiane. Recenti mostre di rilievo a Torino “GAM”, Padova “Fiera”, Roma “Palazzo Margutta”, Civitavecchia “Museo del Mare”, New York “Fiera”, “Museo Civico” Fossato di Vico, Museo “Mitt” di Torino, Roma Consorti Art Gallery Roma Galleria Camelù, Polo Museale di Gualdo Tadino Rocca Flea, ed altre. Parallelamente alla sua vocazione pittorica si dedica periodicamente ad alcune produzioni teatrali e cinematografiche italiane come scenografo, attore e figurante, nel 2008 è nel cast della commedia “La Cassaria” di Ludovico Ariosto, per la regia di Pino Quartullo. Dopo le sperimentazioni degli anni novanta, iniziano i cicli pittorici come “le colazioni” le “sezioni di memoria” ” deframmentazioni cromo strutturali”, fino a giungere alla fortunata serie delle “A Hearty Laugh”, “Forme Condizionate” e il recentissimo ciclo delle indagini cromatiche, caratterizzato da una particolare criterio nella modulazione cromatica e nel rapporto forme colore e che costituisce la sintesi di 30 anni di ricerca pittorica. Da alcuni anni, molti passaggi nelle aste romane confermano un crescente interesse per i suoi lavori. La sua opera è da anni documentata sul Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori dove ha ottenuto più volte la segnalazione critica del Comitato Scientifico. Instancabile disegnatore, con la sua opera grafica è presente in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Attualmente si dedica integralmente alla sua ricerca artistica.
Antonio Ligabue: rarissimo documento sul grande pittore naif
Rare immagini d'epoca (1962) del pittore Antonio Ligabue (Zurigo, 18 Dicembre 1899 - Gualtieri 27 Maggio 1965). Uno splendido documento su uno dei maggiori rappresentanti di quella poetica virile e naturalistica che si dipana lungo il fiume Po.
Antonio Ligabue: vita e opere in 10 punti
Breve biografia della vita e delle opere dell'artista italo-svizzero Antonio Ligabue. Nuovo video della serie #artistiin10punti.
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Figlio di contadini italiani emigrati in Svizzera, giovanissimo cominciò a disegnare e proseguì in questa attività negli anni successivi, dal 1919 e poi dal 1925 anche a Gualtieri sulla riva del Po. Visse un’esistenza solitaria, spesso perseguitata e selvaggia, a volte costellata da ricoveri in ospedali psichiatrici. Intorno al ’30 Marino Mazzacurati lo incoraggiò nella sua attitudine pittorica e scultorea, ma molto tardi Ligabue otterrà riconoscimenti critici. In effetti solo dopo la morte, venne considerato il più celebre pittore naif in Italia.
Il video è sottotitolato in italiano, inglese, francese e spagnolo. Per i sottotitoli in lingua straniera puoi contribuire anche tu! Segui quindi la playlist “Artisti in 10 punti” per non perderti mai nulla e lascia un commento sotto ai video in cui puoi tu stesso suggerirci opere oppure nuovi temi da trattare in futuro. Il tuo contributo è prezioso. ????
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ANTONIO LIGABUE - UNA MOSTRA A PALAZZO DUCALE DI GENOVA
Una mostra antologica per ripercorrere la vicenda umana e creativa di Antonio Ligabue, uno degli autori più geniali e originali del Novecento italiano. La mostra, curata da Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, prodotta e organizzata da ViDi con la Fondazione Antonio Ligabue di Gualtieri (RE) in collaborazione con Comune di Genova e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, propone 80 opere, tra dipinti, sculture, disegni e incisioni di Ligabue.
Il percorso espositivo si snoda tra i due poli principali entro i quali si sviluppa l’universo creativo di Ligabue: gli animali, selvaggi e domestici, e i ritratti di sé. Tra gli animali abitatori delle foreste e delle savane si trovano alcuni dei maggiori capolavori dell’artista, come Tigre reale, realizzato nel 1941 quando Ligabue era ricoverato nell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia; tra quelli delle campagne, le due versioni di Cani da caccia con paesaggio; c’è poi l’impressionante galleria di autoritratti, come i dolenti Autoritratto con berretto da motociclista del 1954-55 e Autoritratto del 1957.
Non mancano altri straordinari dipinti, dai paesaggi bucolici, alla Carrozzella con cavalli e paesaggio svizzero ad alcune versioni delle Lotta di galli, ad Aquila con volpe della fine degli anni quaranta, alla Vedova nera con volatile e alla Testa di tigre della metà degli anni cinquanta, fino alla Crocifissione.
Ligabue rappresenta sia animali domestici, colti in un’atmosfera agreste, inseriti in paesaggi in cui giustappone le terre piatte della Bassa reggiana, dove visse dal 1919 alla morte nel 1965, e i castelli, le chiese, le guglie e le case con le bandiere al vento sui tetti ripidi della natia Svizzera, sia gli animali della foresta e del bosco – tigri, leoni, leopardi, gorilla, volpi, aquile – di cui conosceva molto bene l’anatomia, spesso colti nel momento in cui stanno per piombare sulla preda, con un’esasperazione di stampo espressionista, sia nella forma sia nel colore, e con un’attenzione quasi spasmodica per la reiterazione di elementi decorativi.
Gli autoritratti costituiscono un filone di altissima e amarissima poesia nell’arte di Ligabue. In essi, il pittore si colloca in primo piano, quasi a occupare tutto lo spazio della scena, sullo sfondo di un paesaggio che pare quasi sempre, salvo rare eccezioni, un dettaglio del tutto ininfluente. I suoi ritratti di sé compendiano una perenne e costante condizione umana di angoscia, di desolazione e di smarrimento, un lento cammino verso l’esito finale; il suo volto esprime dolore, fatica, sgomento, male di vivere; ogni relazione con il mondo pare essere stata per sempre recisa, quasi che l’artista potesse ormai solo raccontare, per un’ultima volta, la tragedia di un volto e di uno sguardo, che non si cura di vedere le cose intorno a sé, ma che chiede, almeno per una volta, di essere guardato.
Questi autoritratti – afferma Sandro Parmiggiani, curatore della mostra – dicono tutta la sofferenza dell’artista; ne sentiamo quasi il muto grido nel silenzio della natura e nella sordità delle persone che lo circondano. Quando perduta è ogni speranza, ormai fattasi cenere, il volto non può che avere questo colore scuro, fangoso, questa sorta di pietrificazione dei tratti che il dolore ha recato con sé e vi ha impresso.
L’esposizione costituisce un ulteriore capitolo, dopo le rassegne di Gualtieri (2015), di Palermo e di Roma (2016), di Pavia (2017), per riportare il lavoro di Ligabue a una corretta valutazione critica e storica: un’occasione per riaffermare, al di là delle fuorvianti definizioni di naïf o di artista segnato dalla follia, il fascino di questo “espressionista tragico” di valore europeo, che fonde esasperazione visionaria e gusto decorativo.
Accompagna la mostra un catalogo Skira con testi di Sandro Parmiggiani, Alberto Manguel, Luciano Manicardi ( priore della Comunità di Bose) e un’ampia sezione, ricca di immagini, dedicata alla vicenda biografica di Antonio Ligabue.
Dedican muestra en Roma al genio atormentado Antonio Ligabue
Autodidacta, alcanzó la dimensión pictórica del expresionista trágico, profundamente humana y empapada de una sensibilidad visceral que le valió la conquista de una identidad propia y después, el reconocimiento del público
A Mosca la mostra su Antonio Ligabue curata da Vittorio Sgarbi.
Mostra antologica Ligabue 1999
Mostra antologica Ligabue Palazzo Bentivoglio Gualtieri 1999
Tormenti e incanti, a Palermo la mostra di Antonio Ligabue
E’ stata presentata questa mattina presso le Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale di Palermo la mostra “Antonio Ligabue. Tormenti ed incanti”, dedicata all’artista di Gualtieri, che resterà aperta fino al 31 agosto 2016.