Italia - Roma - Museo nazionale romano - Palazzo Massimo
Il Palazzo Massimo alle Terme è la principale delle quattro sedi del Museo nazionale romano.
L'area espositiva occupa quattro dei piani da cui è costituito il palazzo.
Il Museo ospita la sezione di arte antica con opere figurative di epoca tardo-repubblicana, imperiale e tardo-antica al pianterreno, primo e secondo piano.
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Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Il Galata suicida (manortiz)
Il Galata suicida, noto anche come Galata Ludovisi, è una copia romana in marmo (h. 211 cm) del I secolo a.C. di una statua in bronzo di Epìgono, realizzata intorno al 230-220 a.C., e oggi conservata al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps di Roma. L'opera originale , assieme al Galata morente, faceva parte del Donario di Attalo, un perduto monumento trionfale sull'acropoli di Pergamo commissionato da parte di Attalo I, dove si esaltava la vittoria che il re aveva ottenuto contro i Galati. Il Galata Ludovisi venne ritrovato negli scavi di Villa Ludovisi. Mostra un guerriero colto nell'atto di suicidarsi conficcandosi una spada corta tra le clavicole. È ben sorretto dalle gambe poste divaricatamente che, insieme al busto, sono protese verso destra, mentre la testa è fieramente rivolta all'indietro. Il corpo nudo, coperto solo sulla schiena da un mantello che vola dinamicamente, mostra la dettagliata muscolatura del guerriero. L'immagine è incentrata sulla parte dove, con la mano destra, si trova ad impugnare la spada già penetrata tra le clavicole. La compagna e abbandonata sulle ginocchia, ormai a un passo dal suo sonno eterno.
La scultura evoca profonde sensazioni di eroismo e pateticità, a evidenziare il valore dei vinti e quindi, di riflesso, anche quello dei vincitori.
La statua raffigura, con grande realismo, i tratti somatici del guerriero celtico, con gli zigomi alti, l'acconciatura dei capelli, dalle folte e lunghe ciocche, e i baffi. In tale gusto si nota un accento sulla particolare erudizione che circolava alla corte di Pergamo. Probailmente la figura stante si trovava al centro del donario, per questo è fatta per essere apprezzata da molteplici punti di vista, sviluppandosi nello spazio che la circonda.
The Ludovisi Gaul Killing Himself and His Wife (sometimes called The Galatian Suicide) is a Roman marble group depicting a man in the act of plunging a sword into his breast, looking backwards defiantly while he supports the dying figure of a woman with his left arm. It is a Roman copy of the early 2nd century AD, of a Hellenistic original, ca 230-20 BC, one of the bronze groups commissioned from Greek sculptors by Attalus I after his recent victories over the Gauls of Galatia. Other Roman marble copies from the same project are the equally famous Dying Gaul, and the less well-known Kneeling Gaul.
The sculpture group made its first appearance in a Ludovisi inventory taken 2 February 1623, and was probably found in the grounds of the Villa Ludovisi, Rome, shortly before that. The area had been part of the Gardens of Sallust in Classical times, and proved a rich source of Roman (and some Greek) sculpture through the 19th century (Haskell and Penny, 282). Among the last of the finds at Villa Ludovisi, before the area was built over, was the Ludovisi Throne.
The sculpture, now in the Museo Nazionale di Roma, Palazzo Altemps, Rome, was greatly admired from the 17th century. It appeared in engravings in the repertory of sculpture in Rome by Perrie and was codified by Audran as one of the sculptures of Antiquity that defined the canon of fine proportions of the human body. Nicolas Poussin adapted the figure for the group in the right foreground of his Rape of the Sabine Women, now at the Metropolitan Museum t - Visitors and writers of guidebooks found many subjects drawn from Roman history to account for the action: the 1633 Ludovisi inventory lists it as a certain Marius who kills his daughter and himself,drawing upon the story of a certain patrician Sextus Marius, who in seeking to protect his daughter from the lust of Tiberius, was accused of incest with her.
Giovanni Francesco Susini rendered the group in a small bronze. The marble was copied by François Lespingola for Louis XIV and may still be seen paired with the Laocoön at the entrance to the Tapis Vert at Versailles; the cast prepared in preparation for the copy was retained at the French Academy in Rome (where it remains). The Ludovisi heirs prohibited further casts, but in 1816--19 Prince Luigi Boncompagni Ludovisi sent plaster casts to the Prince Regent; the Grand Duke of Tuscany, Prince Metternich; and the diplomat at the Congress of Vienna, Wilhelm von Humboldt
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Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps
Palazzo Altemps Museo Nazionale Romano
Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps Trono Ludovisi Aphrodite rising from the sea (manortiz)
Trono Ludovisi è un trittico marmoreo databile con cautela al 460-450 a.C. e conservato nel Museo nazionale romano di palazzo Altemps a Roma.
Il bassorilievo rappresenta sul davanti una figura femminile vestita di chitone sorretta da due Horai, le quali sorreggono anche un leggero velo che in parte nasconde la scena. Sui lati destro e sinistro sono rappresentate due figure sedute su un cuscino: a sinistra una ragazza nuda (etèra-ierodula) che suona il doppio flauto; a destra una donna (sacerdotessa-sposa) con chitone e mantello rialzato sulla testa che pone in un bruciaprofumi grani di incenso presi da una pisside. L'opera è datata al V secolo a.C., tra il 460 e il 450 a.C.
L'interpretazione più accreditata ritiene che il soggetto rappresenti la nascita di Venere (Afrodite) dalla spuma del mare a Cipro. Altri studiosi vi vedono piuttosto Persefone che risale sulla terra dal mondo degli inferi. L'interpretazione quale nascita di Afrodite resta indubbiamente la più convincente, sia per la presenza delle Horai, sia per il rapporto con le figure dei rilievi laterali che rappresentano gli aspetti sacro e profano dell'essenza del culto di Afrodite.
The Ludovisi Throne is an ancient sculpted block of white marble hollowed at the back and carved with bas-reliefs on the three outer faces. Its authenticity is debated; the majority, who accept it, place it as Western Greek, from Magna Graecia, and date it--; from the Severe style it manifests, transitional between Archaic and Early Classical--; to the period about 460 BCE. The Ludovisi Throne has been conserved at the Museo Nazionale Romano of Palazzo Altemps, Rome, since its purchase for the Italian State in 1894.
The central relief is most customarily read as Aphrodite rising from the sea, a motif known as Venus Anadyomene (height 0.9 m, length 1.42 m). The goddess, in clinging diaphanous draperies, is helped by two attendant Horae standing on the shore, who prepared to veil her with a cloth they jointly hold, which hides her from the waist down. The two reliefs on the flanking sides discreetly turn their backs to the mystery of the central subject. The right relief shows a crouching veiled woman who offers incense from a thymiaterion held in her left hand, in an incense burner on a stand. The right slab's dimensions are height 0.87 m, length 0.69 m. The other shows a young nude girl, seated with one knee thrown over the othe who plays the double flute called the aulos; her hair is bound in a kerchief. The dimensions of the left slab are height 0.84 m, length 0.68 m.
The iconography of the subject is without a parallel in Antiquity, thus the very subject of the relief is in doubt. Alternative views, since the flanking attendants stand on pebbled ground, have been offered: that the emerging figure is that of the ritual robing of a chthonic goddess, probably Persephone, rising from a cleft in the earth. Pandora is similarly shown in Attic vase-paintings— or of Hera emerging reborn from the waters of Kanathos near Tiryns as Hera Parthenos.
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Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Cortile (manortiz)
Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Galata suicida con Moglie (manortiz)
Italia - Roma - Altemps
Palazzo Altemps è un edificio storico di Roma, a poca distanza da piazza Navona, in piazza sant'Apollinare. Ospita attualmente una delle quattro sedi del Museo nazionale romano, quella appunto di palazzo Altemps.
L'attuale edificio è il punto d'arrivo cinquecentesco di una serie di costruzioni che occupavano la zona ininterrottamente fin dall'antichità.
Con la feudalizzazione di Roma e l'occupazione dei resti antichi da parte delle famiglie baronali la città si divise in un settore Ghibellino ad est controllato dai Colonna e in un settore Guelfo controllato dagli Orsini.
Finita l'esigenza di fortificare e la depressione conseguente alla cattività avignonese, il Campo Marzio fu di nuovo intensamente urbanizzato: è nel XV secolo che comincia a nascere il palazzo Altemps quale oggi lo conosciamo.
Il palazzo fu acquistato nel 1568 dal cardinale austriaco Marco Sittico Altemps, figlio della sorella di Pio IV, che ne fece la residenza del casato ormai italianizzato. Si deve a lui l'istituzione della Biblioteca Altempsiana, poi confluita nella Vaticana, e la prima collezione di sculture antiche.
Clemente VIII Aldobrandini, nel 1604, donò alla famiglia le spoglie di papa Aniceto per arricchirne la cappella privata, ma a memoria imperitura del sopruso, il figlio Giovanni Angelo Altemps, secondo duca di Gallese, fece dipingere nella stessa cappella del palazzo, nel 1617, un grande affresco che riproduceva la decapitazione del padre. È a Giovanni Angelo Altemps che si deve il primo teatro (poi denominato Teatro Goldoni), costruito nel palazzo. Ed è qui che nel 1690 venne fondata l'Accademia dell'Arcadia.
Passato nel XIX secolo alla Santa Sede, ha ospitato dal 1871 al 1903 l'istituto scolastico de Merode, trasferito successivamente nei pressi di piazza di Spagna. Fu acquisito al patrimonio dello Stato nel 1982 tramite l'acquisto da parte del Ministero dei Beni Culturali. Il palazzo attualmente costituisce una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano. Tale utilizzo è stato preceduto da un restauro assai curato della struttura architettonica e recuperi molto interessanti dell'apparato decorativo. In particolare, sono emersi, nella Sala della piattaia, affreschi attribuiti alla scuola di Melozzo da Forlì.
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Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps Galata suicida con moglie (manortiz)
Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Giove&Plutone (manortiz)
Il Museo Altemps - Roma
Costruito dopo il 1471 per Girolamo Riario, nipote di Sisto IV, che ne commissionò il progetto a Melozzo da Forlì, il palazzo passò nel 1511 alla famiglia Soderini e nel 1568 fu acquistato da Marco Sittico Altemps. Nelle sale ancora in parte affrescate è possibile ammirare sculture greche e romane appartenute nei secoli XVI e XVII a varie famiglie della nobiltà romana.Il palazzo ospita nuclei di collezioni di reperti classici, tra cui spicca la nota collezione Boncompagni Ludovisi, la collezione di sculture del cardinale Altemps, le opere raccolte dalla famiglia Mattei e la Collezione Del Drago, risalente al XVII secolo.
Busto di Antinoo, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps(manortiz)
Palazzo Massimo Roma
Il Palazzo Massimo alle Terme è la principale delle quattro sedi del Museo nazionale romano, assieme alla sede originaria delle Terme di Diocleziano, che ospita attualmente la sezione epigrafica e protostorica, a Palazzo Altemps, sede delle collezioni rinascimentali di scultura antica, e alla Crypta Balbi, sede della collezione altomedievale.
È sita nel rione Castro Pretorio in piazza dei Cinquecento, nei pressi della stazione Termini.
È stato riorganizzato sotto l'egida della Soprintendenza dei Beni Archeologici della città di Roma
Mozart - Minuetto
museo nazionale romano in Palazzo Massimo prima parte
cogitoergoadsum.it
Menade, marmo I II sec a C al Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps (manortiz)
Il Galata suicida, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps (manortiz)
Rome, Palazzo Altemps en Piazza Navona (Italy)
Rome, Palazzo Altemps en Piazza Navona (Italy)
Evan Gorga, il Collezionista - Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps (manortiz)
La mostra “Evan Gorga. Il collezionista” dal19 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014.
Per la prima volta viene presentata una ricca selezione dell’articolata ed eclettica raccolta di archeologia del tenore Evangelista Gorga (1865-1957), acquisita dallo Stato nel 1950, e da allora conservata presso il Museo Nazionale Romano. Gorga raccolse una miriade di oggetti moderni e antichi che avrebbero dovuto formare, secondo le sue intenzioni, “il museo di tutti i tempi”, o come scrisse ancora lui stesso:
“il Museo Enciclopedico, che comprende tutto lo scibile, dall’Arcaico ai giorni nostri”. Alla ricerca di documenti originali si è affiancata l’investigazione della singolare figura di Gorga – attivo nel mercato antiquario romano tra
la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento - testimoniando così un tipo di collezionismo molto diverso da quello delle grandi famiglie rinascimentali del Cinque-Seicento, raccontato dalle prestigiose collezioni di Palazzo Altemps.
La mostra presenta una selezione di circa 1800 oggetti, solo una minima parte tra le centinaia di migliaia di pezzi conservati, ed è allestita nei due grandi saloni della nuova ala (...)
La mostra, curata da Alessandra Capodiferro direttrice del museo, nasce nel solco degli studi condotti da Mariarosaria Barbera che nel 1987 assunse la cura scientifica della collezione Gorga su incarico dell’allora
soprintendente Adriano La Regina, e sfociarono nel primo volume interamente dedicato alla raccolta (1999, ed. Electa).
Adesso soprintendente per i beni archeologici di Roma, così si esprime Mariarosaria Barbera nell’introduzione al nuovo volume pubblicato in occasione della mostra: “Nel 1999 (…) ricorrevo alla parola “sgomento”, riferita alla disparata congerie di materiali costituenti la raccolta, così come alla constatazione del sistematico e disastroso smembramento della stessa.(…) La parola cui ricorro, in questo caso, è “soddisfazione”: alla ricognizione e alla selezione dei materiali, per la maggior parte inediti (e certo ancora resta da scoprire) si è affiancata la ricerca di documenti originali, rinnovando
l’intento di porre nella giusta luce la singolare figura del collezionista (…) e di valorizzare la ricca ed eclettica “collezione di archeologia” pervenuta ormai molti decenni fa nel Museo Nazionale Romano”.
Il nuovo studio scientifico sulla collezione Gorga, che ha richiesto due anni di ricerche, è compendiato nel volume edito da Electa “Museo Nazionale Romano. Evan Gorga la collezione di archeologia”.
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palazzo altemps
electa e i beni culturali presentano dei video istituzionali sui beni archeologici di roma - regia Diego Magini
Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Villa di Livia, afreschi (manortiz)