Andria, Mostra di Oggetti D'epoca - Fiera D'Aprile 2009
In occasione della Fiera D'Aprile 2009, presso il Palazzo Ducale di Andria è stata allestita una mostra di oggetti epoca dal collezionista Giuseppe Palumbo.
Museo in Onda - Prima dell'automobile: la carrozza - Trailer 10 di 12
Con Museo in onda abbiamo recuperato la storia di Piacenza, raccontando alcuni oggetti d'arte custoditi nei nostri musei. Promosso e ideato da Comune di Piacenza e Musei di Palazzo Farnese.
Inaugurazione Museo della Rocca
- InaugurazioneMuseodellaRocca.mp4 Youtube: “ Inaugurazione del Museo della Rocca“
Discorso di inaugurazione del Museo Civico della Rocca di S.Severa (Comune di S.Marinella – RM) di Flavio Enei, Direttore dei Musei Civici di Santa Marinella (RM), tenutosi il 27 aprile 2018 alla presenza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dell’Assessore al Bilancio Alessandra Sartore.
Televisione: visita alla stazione di Torino.
La settimana Incom 00341 del 22/09/1949
Inaugurata dalla RAI la stazione televisiva sperimentale dell'Eremo.
Descrizione sequenze:i presenti parlano al microfono ; operatori dietro la macchina da presa ; una donna affiancata da due uomini parla al microfono nello studio ; autorità escono dal palazzo che ospita la stazione sperimentale ; pilone dell'antenna televisiva ; antenna a forma di padella sul tetto dell'edificio ; macchine all'interno della stazione ; tecnici con cuffie davanti agli apparecchi di trasmissione ;
Archivio Storico Luce .
Istituto Luce Cinecittà: tutte le immagini e i fotogrammi più belli di come eravamo, rivissuti attraverso i film, i documentari e i video che hanno fatto la storia del nostro Paese.
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La Real Colonia di San Leucio a Positano.
Domenica 3 Gennaio 2010 il gruppo Real Colonia di San Leucio della provincia di caserta ha sfilato x le stradine di Positano con costumi in stile 700 tra cui alcuni originali.Il gruppo di Don Battista è stato diretto dal regista Paolo Todisco, i costumi dalla sartoria Sorrià diretta da Pina Raucci
50canale, servizio sulla conferenza sui ritrovamenti di epoca medievale in via S.Antonio a Pisa
Servizio di 50 Canale del 22 Gennaio 2010 sulla conferenza tenuta presso la sede degli Amici di Pisa sul cantiere edile di via S.Antonio, in cui gli archeologi della Giano s.n.c. hanno scoperto i resti di una zona industriale di epoca medievale, probabilmente dismessa con la presa della città da parte di Firenze.
Relatori della conferenza: la Dott.ssa Silvia Ducci, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, e gli archeologi Daria Pasini, Marco Bonaiuto e Francesco Carrera.
L'archivio Bonelli: un tesoro di storia e cultura napoletana
La prima forchetta fu ideata per volere di Ferdinando di Borbone, per rendere più agevole il consumo di pietanze popolari come la pasta, o la pizza. Lo stesso regnante che, magari, per chiamare la servitù adoperava un citofono ante-litteram, collegato a tutte le stanze del Palazzo. Andiamo oltre: troviamo cartoline d'epoca garibaldina; manifesti del Teatro San Carlo, il più antico in Europa; una scultura di Vincenzo Gemito; una ciabatta multipresa in porcellana; i contratti di locazione del Teatro Mercadante; calendari di fine '800. Elencare tutti i tesori contenuti nell'archivio Bonelli sarebbe praticamente impossibile. Una collezione che racchiude decenni di storia patria, raccolta nell'arco di trent'anni, che ci riporta alle radici di una città oggi sottoposta all'incuria più degradante, ma che gli antichi definivano nobilissima.
Ed è proprio la Napoli nobilissima che Gaetano Bonelli, nella sua casa di Marano, ci presenta. Una collezione che non può, come asserisce lo stesso proprietario, rimanere privata: Vorrei creare una mostra permanente -- dice Bonelli ai nostri microfoni -- Far sì che questo tesoro sia visibile a tutti. Servono, ovviamente, dei piccoli investimenti e la volontà di valorizzare la nostra storia e la nostra cultura. Un modo per sottolineare che Napoli, nonostante tutto, non muore e non morirà mai: Il riscatto è contenuto nella nostra storia, afferma Bonelli. E a vedere il suo archivio si capisce bene il senso di queste parole.
Servizio di Enrico Nocera
Dopo il villaggio di Palese a rischio anche l’insediamento neolitico di Lama Picone
Sono bastati alcuni saggi archeologici preliminari per avere conferma di quello che già si sapeva da tempo: a Bari, l’area tra lo stadio di San Nicola e il vicino raccordo Giuseppe Rossi, in procinto di essere lottizzata, custodisce i resti di un antichissimo villaggio neolitico. Del tutto simile a quello di Palese, dove ormai le ruspe hanno distrutto lo strato superficiale, cancellando le tracce di una storia ormai perduta. Quelle stesse ruspe che negli scorsi mesi - non è ancora chiaro mandate da chi e con quali autorizzazioni - hanno scorticato lo strato superficiale di una parte del sito archeologico di Lama Picone. A salvare i resti del villaggio, fortunatamente, la natura stessa del sito: si tratta infatti di un insediamento “in negativo”. L’origine calcarenitica del substrato ha infatti spinto gli antichi abitatori dell’epoca a scavare gli ambienti nel sottosuolo, laddove le ruspe non potevano arrivare, invece che erigerli sul livello del terreno. La conferma della singolarità del sito è arrivata dai primi saggi archeologici, di cui vi mostriamo in anteprima le immagini, che hanno portato alla luce già le prime strutture. Si tratta con ogni probabilità di sepolture a grotticella, databili nel Neolitico, tra il V e VI millennio. Al momento non è possibile sapere se gli archeologi abbiano trovato reperti, scheletri o corredi funerari. Lo scorticamento della roccia, dovuto ad attività di cava intraprese nell’800, è un indizio che le sepolture siano già state depredate. Il villaggio, in ogni caso, conferma l’importanza di tutta l’area attorno allo stadio, letteralmente disseminata di insediamenti rupestri, abitati sin dal Neolitico e fino al medioevo. Di grande rilievo, oltre agli ipogei della via Minucia, in cui poche settimane fa le telecamere di PuntoTV erano entrate in esclusiva, sono anche quelli di Torrebella, della masseria Alberotanza e della basilica rupestre bizantina di Santa Candida. Senza parlare dei cosiddetti e semisconosciuti “pagliari dei templari”, che custodiscono al loro interno delle meravigliose croci simboliche, bagaglio semiotico dell’universo cavalleresco medievale.
Progetto “100” - Alta Moda al Museo della Fanteria - Intervista a Graziano Maggio - www.HTO.tv
“Verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”, questa la definizione, data nell’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana, della nostra bandiera, colloquialmente chiamata ‘tricolore’ ed i suoi colori simboleggiano, in maniera inequivocabile, i valori più alti sui quali è stata edificata l'Unità d'Italia.
Al Tricolore hanno attinto, in svariate occasioni, come fonte di ispirazione, anche gli artisti. A mo’ di promemoria, vale la pena ricordarne alcuni, a partire dal Sommo Poeta, che in tempi non sospetti, lo “evoca” nella Divina Commedia. Infatti, nei canti XXIX e XXX del Purgatorio, Beatrice appare a Dante con al capo un candido velo bianco fermato da una corona di Ulivo, il mantello verde e la veste di color rosso; nella Musica, con la celeberrima “La bandiera dei tre colori”, fino a pochi decenni fa cantata in tutte le scuole elementari; con il cantautore reggiano Graziano Romani che nel Marzo 2007 ha pubblicato il suo album “Tre colori”, ispirato appunto al tricolore italiano; nella pittura con il quadro “Il bacio” dove, nella versione del 1861, il pittore Francesco Hayez veste i due protagonisti con i colori della Bandiera Italiana. Da qui, il passo successivo è breve. A compiere questo passo ci ha pensato il geniale, ed ecclettico, Fashion producer Antonio Falanga: gemellare, e coniugare, l’alta moda al Tricolore. Creare una sorta di “camminamento”, di percorso, una commistione, un moderno filo di Arianna che cuce, tesse, unisce, mescola e tiene insieme la Storia con la Moda.
Proprio queste le basi sulle quali si erge maestoso, e prende corpo, il Progetto “100”. Una celebrazione ed un tributo; infatti il 2014 è anche il centenario dello scoppio della Grande Guerra.
Progetto “100” - Alta Moda al Museo Storico della Fanteria, il titolo dato all’evento inserito nel calendario di “AltaRoma AltaModa – Luglio 2014”. Uno spazio Museale d’eccellenza, il Museo Storico della Fanteria a Piazza S. Croce in Gerusalemme, magistralmente diretto Col. Rino Postiglioni, ha ospitato, dal 13 al 16 Luglio, l’esposizione di Abiti di Alta Moda e dei relativi accessori di ricercata raffinatezza. Una location unica e prestigiosa che propone, come quinte naturali, la spettacolare abside, di epoca romana, dell’aula basilicale del Tempio di Venere e Cupido la quale impreziosisce ancor di più, qualora possibile, l’ampio spazio museale. I generosi saloni, al piano terra del Museo, sono stati trasformati in Atelier dove gli stilisti hanno avuto modo di presentare, con il loro estro creativo, un tributo alla Bandiera. I visitatori, numerosissimi, hanno così potuto ammirare gli accessori moda e gli outfits sartoriali ergersi come “simboli nazionali” fra gli innumerevoli cimeli, le bandiere e le divise storiche, vestite su dei manichini, a grandezza naturale, che sembravano proteggere e vigilare, con il loro aspetto marziale, sulle preziose creazioni esposte al loro fianco, quasi dei commilitoni, dei coscritti, forse per ricreare quello spirito di fratellanza che unisce i cittadini di una nazione sotto i colori di una stessa bandiera.
La Bandiera Italiana, il Tricolore, come protagonista assoluta ed indiscussa, reinterpretata da alcune maison d’alta moda e brand di prêt-à-porter provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia.
Le Gemelle Donato, che con le loro tre creazioni, si sono ispirate alle opere del grande maestro Roberto Capucci; abiti che trasmettono l’intensità di un’opera d’arte,
la Maison La Via della Seta di Francesca Paternò, che ha ideato e realizzato i tre capi d’alta moda interamente a mano, in ossequio alla più illustre tradizione sartoriale italiana, realizzandoli con materiali di pregio e ricami artigianali; dalla stilista Eleonora Giamberduca che, con la sua lineaElins Moda, ha voluto comunicare nei colori intensi dei suoi abiti tricolore passione, stile, eleganza, moderna creatività ed antica arte sartoriale; gli outfits di Mauro Gala che prendono spunto dalle donne d’inizio secolo, dove il senso del dettaglio estetico e il gusto del colore ne esaltano la resa dei materiali raffinati uniti da trame di jacquard, chiffon, organza e satin; il talentuoso Sergio Tamburrino nei suoi tre abiti in cadì ed organza alla ricerca di un’eleganza sobria e ricercata; il rigore, la sobrietà e l’eleganza di Elena Guerrieri con le sue creazioni fatte di trasparenze leggere che riproducono idealmente i movimenti di una bandiera al vento; il rinascimento della sartoria made in Italy per Mariano La Barbera che nelle sue tre “Grazie” mostra degli abiti che si aggrappano al corpo per ottenere il concetto dinamico del torchon a rulè delle bandiere militari; l’amore profondo per i colori e per i fiori di Hilda Falati con le sue creazioni prettamente sartoriali.
L'articolo completo è sul sito: HTO.tv
Presentazione libro ROMAGNA LIBERTY di Andrea Speziali, (Parte 2)
romagnaliberty.it
Interventi: Andrea Speziali (autore), Cecilia Casadei (Vicepresidente Accademia Belle Arti Urbino), Riccardo Gresta, Giorgio Grasso, Vittorio Sgarbi, Simone Gobbi (ass. turismo Riccione), Fabio Galli (ass. Turismo Provincia Rimini), Stefano Vitali (Presidente Provincia Rimini) e Massimo Mezzetti (ass. Cultura Regione Emilia-Romagna)
Incontro con l'autore Andrea Speziali: presentazione libro ''ROMAGNA LIBERTY''
30 luglio Riccione, Palazzo del Turismo ore: 21:00
Una monografia dedicata all'architettura Liberty in Romagna pubblicata da Maggioli
Andrea Speziali, Romagna Liberty, Maggioli editore, Santarcangelo 2012
La monografia di 216 pagine è ricca di iconografie, inedite cartoline e documenti d'epoca che testimoniano le tracce di Liberty nella Romagna primo '900. Il volume curato e impaginato da Andrea Speziali si apre con la presentazione di Vittorio Sgarbi, Presidente Vasco Errani della Regione, Massimo Mezzetti assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e la poesia ''I Madeun'' di Tonino Guerra che dedicò al curatore dell'iniziativa.
romagnaliberty.it | Ingresso libero | info: 0541 693302 -- 320 0445798 info@romagnaliberty.it
La monografia legata alle mostre itineranti che si svolgono nella Regione Emilia-Romagna fino al 2013: (La Notte Rosa) Rimini, Archivio di Stato dal 23 maggio al 10 luglio; Cervia, Magazzini del Sale sala Rubicone, dal 23 luglio al 12 agosto, Massa Lombarda, Centro culurale Carlo Venturini dal 13 ottobre al 12 novembre, Cesenatico, Museo della Marineria, dal 16 febbraio al 23 marzo e a Cesena, Archivio di Stato, dall'11 maggio al 30 giugno, hanno l'intento di analizzare e documentare la storia dell'architettura Liberty e dei suoi protagonisti per sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti della conservazione, protezione e valorizzazione delle testimonianze rimaste di questo stile architettonico sia in Romagna che nel territorio nazionale. Il volume si inserisce nel contesto delle celebrazioni 100 Milano Marittima e Riccione '90, nasce dall'indagine sull'architettura Liberty in Romagna studiata dal giovane Andrea Speziali. Una passione che ha spinto Andrea Speziali ad ampliare le sue ricerche dopo la pubblicazione del volume ''Una Stagione del Liberty a Riccione'' (Maggioli Editore) e la realizzazione della rubrica settimanale dedicata al Liberty in Romagna sul quotidiano ''La Voce''.
Nel ''Salotto di piazzale Ceccarini'' la sera del 30 luglio sarà allestita nel gazebo una piccola esposizione fotografica dove sarà possibile ammirare tramite gigantografie splendide residenze in stile Liberty di tutta la regione Emilia-Romagna assieme a una scenografia di auto d'epoca in tono con la serata. Relatori: Andrea Speziali, Alessandro Catrani, Letizia Magnani, Cecilia Casadei, Giorgio Grasso, Simone Bruscia. Per questa manifestazione culturale che rientra negli eventi di ''Italia Liberty'' (italialiberty.it a cura di Andrea Speziali, Ass. ABCOnlus) sarà proiettato un video edito da BelleEpoque film, regia di Tiziano Biasioli.
La presentazione è organizzata dalla ABCOnlus, Associazione nata nel 2001 che opera per la promozione e valorizzazione del Patrimonio Culturale sia attraverso l'organizzazione di mostre ed eventi.
rotary-arbia2011.mov
Lunedì 06 Giugno 2011 il Club Rotary Catania 4 Canti Centenario, in Interclub con i Rotary Club Catania, Catania Nord, Catania Est, Catania Sud e Catania Ovest, ha avuto il piacere e l'onore di invitare il Capo (Greffier) della Corte Penale Internazionale dell'Aja, la dott.ssa Silvana Arbia, a parlare sul tema: Il ruolo della Corte Penale Internazionale nella promozione della pace e della giustizia internazionale. La conferenza ha visto la partecipazione del Governatore del Distretto 2110, Salvatore Lo Curto, e di altre alte personalità Rotariane.
SAN TOMMASO D'AQUINO LAVORI DI VALORIZZAZIONE DEL CASTELLO.
SAN TOMMASO D'AQUINO, LAVORI DI VALORIZZAZIONE DEL CASTELLO. ROCCASECCA FR
BORBONICO = NAPOLI = SUD = CULTURA... stop alla denigrazione! (Prof. Nicola Spinosa)
La parola borbonico è denigrata dall'epoca della compilazione post-risorgimentale dei vocabolari. E oggi, i cultori del Settecento e Ottocento napoletano vengono considerati nostalgici e reazionari. Sarebbe ora di finirla. Essere borbonici (o neoborbonici) non signfica essere impegnati politicamente ma culturalmente, come dice Nicola Spinosa, ex Sovrintendente Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Napoli, uomo di profonda conoscenza dell'arte Napoletana e non solo, premiato nel 2008 col FIAC Excellency Award 2008″ come colui che ha più contribuito alla diffusione della cultura italiana negli Stati Uniti.
Inaugurazione Nuove Aule Istituto Strozzi di Palidano
Servizio di Nicola Antonietti
un po' di luce a grottaglie (anteprima web)
Il film documentario Un po' di luce di Pietro Annicchiarico, della durata di un'ora, prodotto dall'I.I.S Don Milani- Pertini, dall'Associazione La Banna e finanziato dall'Assessorato alla P.I. della Provincia di Taranto, ci porta a compiere un salto in un passato recente ma inimmaginabile oggi nel 2009. Gli anni tra il 1950 e il 1960 a Grottaglie in provincia di Taranto, sono stati tempi in cui non c'erano le fognature e niente era scontato, nemmeno che il pane fosse presente in ogni casa.
Intanto il patriarcato conservava la sua tradizione millenaria e solo a partire dal1968 gli studenti, gli operai e le femministe, con una durissima lotta, riuscirono a spazzarlo via, mettendo in discussione finalmente l'autoritarismo che lo animava.
I padri, allora, imperavano con le maniere forti sulla testa dei figli. Nascere poveri contadini, non aiutava a sognare un futuro diverso da quello per cui si era stati programmati. I pochi sognatori che osavano cambiare le proprie sorti, anche se autorizzati dai genitori, dovevano combattere i pregiudizi e le ostilità di chi proprio non voleva che anche il contadino avesse il figlio dottore.
Le differenze sociali ed economiche erano evidenti e accettate come fatto naturale proprio nel luogo dove, in teoria, si dovevano far sviluppare le coscienze civiche: la scuola. Quest'ultima era usata dalla classe politica e intellettuale, per replicare le discriminazioni già presenti nella società, che vedeva nettamente distinti i percorsi di emancipazione pensati per figli dei professionisti o comunque di chi aveva uno stipendio statale, con quelli di pura sussistenza riservati ai poveri, figli di contadini e operai a cui non era consigliato proseguire gli studi. Erano le classi differenziali, proprio come quelle che la Lega ripropone oggi per i figli dei migranti.
La nascita del sindacato e la forte spinta del movimento contadino e proletario permise ai braccianti grottagliesi e di tutto il meridione, di raggiungere una chiara consapevolezza dei propri diritti fondamentali: il diritto alla pensione, a un orario di lavoro umano e, non ultimo, a un salario dignitoso.
Nel film non mancano momenti di riflessione sulla pervasività del bigottismo sessuale, che imponeva distanze prossemiche per niente intime ai fidanzati e un iper-controllo genitoriale che sfiorava l'ossessione paranoica.
Né mancano gli accenni a fatti storici che hanno rivelato una eccezionale religiosità popolare, sfociata in una rivolta nel 1961, allorquando le alte cariche ecclesiastiche decisero di cambiare il luogo di deposito della statua di San Ciro, il santo patrono di Grottaglie. Per riparare al danno si dovette cedere a una processione penitenziale, che vide protagonista di una brutta avventura, il senatore Gaspare Pignatelli.
Il film si conclude con il doppio sogno, quello abortito dei pochi goliardi universitari grottagliesi, che dovettero indebitarsi per aver organizzato una festa danzante andata male e quello semplice e immediato delle giovani contadine, che al riparo dalle cattive condizioni atmosferiche, che non permettevano di proseguire il lavoro, danzavano al suono del vecchio grammofono a manovella. A pioggia cessata, ci dirà nel documentario una testimone del tempo, alle contadine toccava fare ritorno dalla campagna alle proprie case, rigorosamente a piedi.
Un po' di luce vuole essere un omaggio alle voci, quelle dei nostri genitori e dei nostri nonni, che hanno cercato di trasmetterci le loro drammatiche esperienze del dopoguerra nel Mezzogiorno, ma che hanno trovato solo interlocutori sordi e distratti.
Pietro Annicchiarico
Gli studenti del progetto Era Ieri
CARMEN ANNICCHIARICO
CRISTINA ANNICCHIARICO
MARGHERITA APRUZZESE
NICOLA BLASI
CIRO BUONFRATE
VANESSA CAMPO
WALTER CAPONE
ANTONIO CAVALLO
FABIO CAVALLO
GIOVANNI CERVELLERA
FRANCESCA DI GREGORIO
CLAUDIA GARGARO
FRANCESCO LIGORIO
ALESSIA MANISI
STEFANIA MARANO
GABRIELLA MEO
MICHELA MICELLI
ELISABETTA QUARANTA
ROSARIO QUARANTA
ANNA ROSSINI
ALESSANDRA SCHIENA
ANDREA SPARTANO
Il brano musicale Un po' di luce
è stato realizzato da:
Francesco Lenti - pianoforte e sintetizzatori
Michele Gregucci - organetto e chitarra acustica
Aurora Tudisco - voce
Ciro Lupo - registrazione e missaggio
Le foto originali dei braccianti agricoli
sono dello Studio Belviso di Cerignola, anni '50.
Sono tratte dal libro:
GIOVANNI RINALDI - PAOLA SOBRERO, La memoria che resta.
Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti
del Tavoliere di Puglia, Edizioni Aramirè, Lecce 2004 (prima ed. 1981)
Sono inserite nella mostra
La festa del Primo Maggio
a cura di Giovanni Rinaldi,
proposta dal progetto Casa Di Vittorio, Cerignola.
Fotografie d'epoca e frammento del documentario sulla ceramica
COLLEZIONE COSIMO MIRTO
È vietata ogni riproduzione, anche parziale.
Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge
Santa Croce Effetto Notte - Intervista - www.HTO.tv
La manifestazione, che si svolge nei 5 ettari del parco archeologico e museale, attiguo alla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, è resa possibile grazie alla collaborazione fra la Direzione Generale per il Cinema del Ministero Beni e Attività culturali e l'Esercito Italiano. L'orario di apertura al pubblico va dalle 19.00 all'una di notte, e durante l'intero orario di apertura si possono ammirare gli straordinari spazi dell'area archeologica adiacente la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. È un archeologo professionista ad aprire ogni sera alle 19.00, con la visita guidata al Circo Variano, all'acquedotto Claudio, al palazzo Sessorio, alle domus dei dignitari di Elena, le passeggiate a ritroso nel tempo.
Inoltre, il Museo Storico della Fanteria ed il Museo dei Granatieri, aperti anch'essi straordinariamente con gli stessi orari della kermesse notturna, accolgono i visitatori esibendo curiosità e cimeli che fanno fatto la storia delle nostre Forze Armate. All'esterno, e nei giardini circostanti, fanno bella mostra di se due autentiche rarità, due Autovetture d'epoca, una stupenda Lancia Aprilia Coloniale del 1939 ed un altrettanto famosa FIAT 508, Balilla Spider del 1932, che il pubblico potrà ammirare nella loro sfavillante ricercatezza. Ma non finisce qui, con inizio alle ore 20.30, nella suggestiva location offerta dall'abside del Tempio romano di Venere e Cupidine, situato, anch'esso, all'interno dei giardini del Museo Storico della Fanteria, in questa terza giornata della grande manifestazione si è esibita una sezione della Banda Nazionale dell'Esercito Italiano: l'Army Jazz Band con un programma dal titolo quanto mai appropriato: Le grandi orchestre del jazz. Attraverso un percorso storico--musicale che trae origine dalla grande crisi economica americana del 1929 ed arriva alle intramontabili melodie di Fred Buscaglione, sono state proposte, in modo egregio e straordinario, le trascrizioni e gli arrangiamenti delle più grandi orchestre che hanno segnato la storia del Jazz.
L'orchestra ha attinto a piene mani dal repertorio del Jazz di New Orleans e dalla tradizione afro-americana di inizio secolo (Spirituals, Ragtime, Marce, Blues): da G. Miller a Gerswhin, da Duke Ellington a Arlen, passando per i medleies di Steve Wonder e The Best of Earth, Wind and Fire. Tutte le esecuzioni sono state intervallate da brevi presentazioni che hanno correlato l'evolversi di questa musica alla storia del popolo afro-americano e sono state narrate dal fantastico e bravissimo presentatore, ribattezzato per l'occasione Pippo Baudo per la sua spiccata verve, simpatia e bravura, il 1° Maresciallo Fabio Angelo Colajanni. Con grande maestria, da consumato uomo di spettacolo, guarnita dal suo affascinante carisma, che ne hanno fatto un navigato anchorman, ci ha narrato le biografie dei protagonisti del jazz arricchendole, sapientemente, di curiosità ed aneddoti con i quali è riuscito a catturare l'attenzione incondizionata di tutti gli spettatori che hanno assistito alle performances di questa divertente, quanto originale formazione. Gli ultimi brani in programma, oltre che ad essere stati eseguiti strumentalmente, si sono avvalsi dell'accompagnamento vocale di uno dei componenti della Army Jazz Band il 1° Maresciallo Luogotenente Francesco Marsigliese, che con la sua carica di simpatia, e di scanzonata ed allegra leggerezza, ha vestito gli improbabili, panni di un cantante Italo-Americano sbucato, fra gli applausi divertiti degli astanti, come per magia dal folto della rigogliosa vegetazione dei giardini antistanti l'emiciclo. Va detto, ad onor del vero, che fra i 2 Marescialli ci è parso di cogliere una complicità artistica veramente a tutto tondo, la gag che hanno inscenato, per preparare l'ingresso del succitato Cantante è stata davvero la classica ciliegina sulla torta. La voce, calda e vellutata, ma profonda e vibrante all'occorrenza, del 1° Maresciallo Luogotenente Francesco Marsigliese, in perfetta sintonia con l'ambientazione sonora, ci ha deliziato con le mitiche, quanto inossidabili, canzoni Carina e Buonasera signorina di Fred Buscaglione, Just a gigolo di Casucci e Mack the knife di Weill. Un lungo scrosciare di applausi, con la richiesta di bis, ha accompagnato l'Army Jazz Band dal primo fino all'ultimo motivo eseguito.
La Banda Nazionale dell'Esercito Italiano anche in questa occasione non è venuta meno alle aspettative del pubblico, stupendolo e deliziandolo come solo lei sa fare.
Michela Cossidente
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san marzano ARBERESHE, STORIA, FOLK E TRADIZIONI DI SAN MARZANO IN PUGLIA
QUESTO E' UNO DEI VIDEO PIU' BELLI DI SAN MARZANO (TA), CULTURA, STORIA, FOLKLORE E TRADIZIONI ARBERESHE. SAN MARZANO E' IL CENTRO ARBERESHE PIU' IMPORTANTE IN PUGLIA, E' UNO DEI POCHI COMUNI ITALIANI CON UNA STORIA MILLENARIA, DOVE LE TRADIZIONI SECOLARI JONICHE SI INTRECCIANO CON LA CULTURA BALCANA ARBERESHE, CREANDO UN FASCINO UNICO ED ESCLUSIVO IN TUTTO IL MERIDIONE D'ITALIA. IN PAESE SI PARLANO TRE LINGUE, L' ITALIANO IL DIALETTO JONICO E L'ARBERESHE (ANTICA LINGUA DEL 1400). MOLTI SONO I TURISTI E CURIOSI CHE GIUNGONO OGNI ANNO A SAN MARZANO, PER AMMIRARE IL PAESE E LE TRADIZIONI. DA NOTARE OLTRE 60 IMMAGINI STORICHE RARISSIME. BREVE STORIA DI SAN MARZANO: GIORGIO CASTRIOTA SKANDERBEG è stato mai a San Marzano? Non ci sono fonti certe...alcune leggende dicono di si. SKANDERBEG insieme ai suoi soldati passò da San Marzano (Ta) intorno al 1461-1463, percorrendo le zone di Casa Rossa e Santuario Rupestre. Era il periodo in cui SKANDERBEG ebbe forti diatribe con il Principe Orsini di Taranto. Lo stesso condottiero dei Balcani venne in provincia di Taranto per aiutare l'amico Ferrante I° D'ARAGONA. Evidentemente proprio per le diatribe tra Orsini e Skanderbeg, lo stesso condottiero invase i feudi e casali fedeli agli stessi Orsini. Pare che Il condottiero SKANDERBEG (Principe di Kruja e dell'Epiro) arrivò in terra jonica con 5.000 soldati nel giorno di Pasqua del 1463, alcuni casali furono distrutti del tutto, si pensa che solo San Marzano resistette e insieme alle persone già esistenti sul territorio si creò la prima Comunità (colonia Arbereshe più grande e importante in terra jonica ma anche dell'intera Puglia). Successivamente nel 1530 il Re Carlo V proclamò il Capitano Demetrio Capuzzimati (Nobile del Castriota) come il primo Barone Feudatario del Casale di San Marzano (il Capitano Capuzzimati popolò il feudo con gente Arbereshe e dell'Epiro, inserendo costumi tipici e Religione Greca Ortodossa). Sul fatto che SKANDERBEG sia passato da San Marzano non esiste certezza assoluta, molti affermano di si. Questo racconto rimane una versione fatta da alcuni studiosi e antenati del paese, quindi una leggenda. Da sfatare un vecchio detto, dove si asserisce la nascita del paese risalente solo al 1530, ebbene affermare che la storia di San Marzano è più che millenaria, infatti il primo documento del paese risale al XII secolo, quando il paese veniva denominato CASTRUM CARRELUM (la conca d'oro), uno dei primi feudatari era Giovanni Nicola DE TREMBLAYO, successivamente il feudo passò al Principe Reggero DI TAURISANO, LOPEZ ROYO, ORSINI, CASTRIOTA e Marchese Bonelli (il Marchese Bonelli era Senatore dell'antico Regno di Napoli). Andando indietro con la storia possiamo risalire ai primi insediamenti fatti durante l'età della preistoria (vedi grotte e gravine del Santuario rupestre), oltre ad insediamenti e scorribande di Saraceni, Impero Romano (vedi antica Via Appia che andava da Roma, Taranto e Brindisi, tracce della strada in zona Santuario Rupestre), Bizantini, Monaci Basiliani e per ultimi gli arrivi degli Arbereshe in epoca di SKANDERBEG (epoca comprendente 1461-1530 e oltre). Attualmente il paese è il Comune Arbereshe più grande in Italia. Possiamo affermare senza alcun dubbio che San Marzano (comprendenti terre, ipogei, feudi e zona rurali) ha una storia antichissima e millenaria. Video messo in rete dai ragazzi Sammarzanesi..
L'universo (in)visibile: Roberto Battiston at TEDxBergamo
tedxbergamo.com
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(ITA/ENG)
Roberto Battiston è nato nel 1956 a Trento. Dal 1993 è ordinario di Fisica Generale presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Perugia e dal 2012 ordinario di Fisica Sperimentale presso il Dipartimento di Fisica di Trento.
È attivo da più di 30 anni in collaborazioni scientifiche internazionali nel campo della fisica sperimentale delle interazioni fondamentali agli acceleratori e nello spazio (Fisica delle Interazioni Forti, Fisica delle Interazioni Deboli ed Elettromagnetiche, Studio dei raggi cosmici dallo spazio).
È stato deputy spokesperson di AMS, il grande esperimento per la ricerca dell'antimateria nello spazio installato sulla stazione spaziale ISS nel maggio del 2011 durante la missione STS134.
Oltre ad essere autore di oltre 400 lavori pubblicati su riviste internazionali e di tre brevetti, è organizzatore di numerosi congressi dedicati alla scienza spaziale (Trento 1999, Elba 2002, Washington 2003, Pechino 2006, CERN 2012).
Svolge inoltre attività di divulgazione scientifica collaborando con i quotidiani La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e i periodici L'Indice e Le Scienze dove da anni tiene una rubrica mensile e un blog Astri e Particelle.
Married, four children, Roberto Battiston was born in 1956, in Trento.
Graduated in Physics at Scuola Normale Superiore of Pisa in 1979.
In 1982, he earned a Third Cycle Doctorate, at Paris IX University, Orsay.
Professor of General Physics since 1993 at the Engineering Faculty
of the University of Perugia.
Professor of Experimental Physics at Physics Department in Trento, since 2012.
Graduated Honoris Causa at the University of Bucharest (2000).
He's been active for 30 years now in scientific collaborations in the field of fundamental interactions, both in accelerators and in space: physics of strong interactions, physics of weak and electromagnetic interactions, study of cosmic rays in space.
Deputy spokesperson of the AMS experiment, the big experiment for the quest of antimatter in space, installed on ISS (International Space Station) in May 2011, during STS134 mission.
He authored over 400 papers, published on international journals. He owns three patents.
Organizer of many congresses dedicated to space science (Trento 1999, Elba
2002, Washington 2003, Pechino 2006, CERN 2012).
Moreover, he's a science divulgator that works with Italian newspapers such as La
Stampa, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore and magazines like L'Indice and Le Scienze where he's been holding per years a monthly section and a blog called Astri e Particelle (Stars and Particles).
Scientific Director of the exhibitions: Astri e Particelle (Stars and Particles),
Le Parole dell'Universo (Words of Universe),
held at Palazzo delle Esposizioni, Rome, from october 27th 2009 to february 14th 2010.
In the spirit of ideas worth spreading, TEDx is a program of local, self-organized events that bring people together to share a TED-like experience. At a TEDx event, TEDTalks video and live speakers combine to spark deep discussion and connection in a small group. These local, self-organized events are branded TEDx, where x = independently organized TED event. The TED Conference provides general guidance for the TEDx program, but individual TEDx events are self-organized.* (*Subject to certain rules and regulations)
Margherita di Savoia | Nuova sede UDC
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Arché, II parte. Intervista alla direttrice Rossella Rea
Arché, prima parte
Dal Teatro di Pompeo all'Appia Antica, dalla Chiesa degli Artisti all'iscrizione latina più antica della storia: il Lapis Niger. Arché porta gli spettatori di Roma Uno alla scoperta di alcuni tesori storici ed archeologici della nostra città.
Intervista alla direttrice del Colosseo Rossella Rea.
Prima puntata, II parte Arché
Il Parco archeologico nell'area centrale di Roma e' un progetto che risale almeno a 40 anni fa, se non vogliamo andare addirittura all'epoca napoleonica. Quindi i tempi sono maturi perche' questo avvenga, soprattutto a partire dall'area del Colosseo le cui superfici stanno soffrendo per l'inquinamento, gia' da tempo. A dirlo e' il direttore dell'Anfiteatro Flavio, Rossella Rea, intervistata da Romauno Tv per la trasmissione Arche' (in onda stasera alle 21, a cura di Filippo Bellantoni).
Rea aggiunge poi che il monumento dal punto di vista strutturale gode di ottima salute e non desta alcun tipo di preoccupazione, cio' che soffre- specifica Rea- sono le parti superficiali, soprattutto quelle esposte a nord piu' vicine all'inquinamento per contatto con la strada, ma anche quelle esposte a sud. Verso il Celio la strada e' lontana, ma e' il
vento che produce particolare erosione all'interno dei blocchi di tufo che ne costituiscono attualmente il perimetro. Tra gli agenti che danneggiano il Colosseo c'e' sicuramente
lo smog- precisa- basta guardare il nero che ricopre completamente la superficie nella parte verso Colle Oppio per rendersi conto di quale sia lo stato di inquinamento.