27 Luglio 2012. Forte Col Badin Chiusaforte
27 Luglio 2012. Forte Col Baldin Chiusaforte.
Fortificazione dei primi anni del 900.
Inaugurazione del secondo lotto dei lavori di ripristino atti a recuperare la funzionalità storica della fortezza al fine di tramandare alle generazioni future la storia ed i sacrifici di intere generazioni di giovani che hanno sacrificato le loro vite per assurde liti dei potenti.
Il Forte Col Badin - Museo della Grande Guerra in Montagna, progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è uno dei pochi siti in regione in cui la storia della Prima Guerra Mondiale sul territorio viene raccontata all'interno di una architettura bellica coeva.
Nel Museo, il pubblico potrà toccare con mano gran parte dei reperti esposti, che provengono dal territorio, per rendersi conto di quanto poco rimane oggi delle migliaia di uomini passati in queste zone. Le foto esposte sui pannelli e nei visori sono specificatamente incentrate sui soldati dei reparti coinvolti sul territorio e sulle valli Raccolana, di Dogna e di Riofreddo: da sole costituiscono un corpus molto interessante per la storia della zona e eccezionalmente coerente per la provenienza geografica.
Accanto alla parte espositiva, già restaurata e funzionante, il Forte ha una parte di foresteria in fase di completamento: i 60 posti letto permetteranno a gruppi e singoli di organizzare gite più lunghe, per approfondire quanto visto nel museo sui sentieri delle montagne vicine e visitare il territorio.
I luoghi della Grande Guerra
Il video, commissionato dall'Amministrazione Provinciale di Treviso, racconta uno tra i 7 itinerari che si possono percorrere per visitare la zona nord della provincia. Sette percorsi che svelano le bellezze di una territorio ricchissimo di arte, storia e natura.
In questo video si ripercorrono i luoghi teatro del primo conflitto mondiale: dal Sacrario del Monte Grappa alle trincee; il Piave e il Bosco delle Penne Mozze. Un itinerario della memoria.
Diga del Vaiont
La diga del Vajont è una diga oggi in disuso, progettata dal 1926 al 1958 dall'ingegner Carlo Semenza; fu costruita tra il 1957 e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso (provincia di Pordenone), nella regione Friuli-Venezia Giulia, lungo il corso del torrente Vajont, nota particolarmente per il disastro che vi è avvenuto nel 1963.
Di tipo a doppio arco, lo sbarramento è alto 261,60 m (nel 2016, a più di 50 anni dalla costruzione, è la settima diga più alta del mondo, la quinta ad arco) con un volume di 360.000 m³ e con un bacino di 168,715 milioni di metri cubi. All'epoca della sua costruzione era la diga più alta al mondo.
Lo scopo della diga era di fungere da serbatoio idrico di regolazione stagionale per le acque del fiume Piave, del torrente Maè e del torrente Boite, che precedentemente andavano direttamente al bacino della Val Gallina, che alimentava la grande centrale di Soverzene.
Le acque, sottratte al loro corso naturale, venivano così incanalate dalla diga di Pieve di Cadore (Piave), da quella di Pontesei (Maè) e da quella di Valle di Cadore (Boite) al bacino del Vajont tramite chilometri di tubazioni in cemento armato vibrato e spettacolari ponti-tubo.
In questo sistema di vasi comunicanti, le differenze di quota tra bacino e bacino venivano usate per produrre energia tramite piccole centrali idroelettriche, come quella del Colombèr, ricavata in caverna ai piedi della diga del Vajont e quella di Castellavazzo. Le acque scaricate dalla centrale di Soverzene venivano poi condotte, tramite un Canale artificiale, al Lago di S.Croce e ai successivi, con relative centrali.
Il sistema, noto come Grande Vajont, era concepito per sfruttare al massimo tutte le acque ed i salti disponibili del fiume Piave e dei suoi affluenti, di cui il bacino del Vajont era il cuore; esso venne presto compromesso prima dalla frana del Lago di Pontesei (ora quasi vuoto per motivi di sicurezza) e poi dalla frana che causò il disastro del Vajont.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License. ( CC BY - SA )