Val Gandino fra cielo e terra
Val Gandino, Cinque Terre da scoprire
Un luogo sospeso fra storia e natura tutto da scoprire. Ai piedi delle Orobie, nel cuore della Val Seriana in provincia di Bergamo, cinque borghi ricchi di storia e tradizioni offrono arte, cultura, natura e grande animazione. Il distretto de Le Cinque Terre della Val Gandino unisce i comuni di Gandino, Leffe, Casnigo, Cazzano S.Andrea e Peia. La promozione ruota attorno a uno specifico brand, nel quale l'elemento centrale richiama il sole, ma anche la chiocciola informatica che segnala le prospettive di crescita, così come l'idea di una mano è sinonimo di cordialità, vicinanza, approccio umano e facile raggiungibilità visto che la Val Gandino è a pochi passi dall'autostrada più trafficata d'Europa e dall'aeroporto di Orio che porta in Italia annualmente milioni di passeggeri. I borghi della Val Gandino offrono davvero sorprese a non finire. Gandino propone la monumentale Basilica, il Museo di Arte Sacra con ori, argenti e merletti che ne fanno uno dei primi al mondo nel suo genere, l'antico convento delle Orsoline e un centro storico punteggiato da palazzi nobiliari e chiese antiche. Casnigo è invece la patria del baghèt (l'antica cornamusa bergamasca) con il Santuario della Trinità (una Sistina affrescata di rara suggestione) e quello della Madonna d'Erbia. Quest'ultimo ricorda due distinte apparizioni e conserva l'ultima veste talare di Giovanni Paolo II Papa. L'epopea del tessile rivive nei macchinari antichi e innovativi del Museo del Tessile a Leffe, mentre Cazzano S.Andrea e Peia offrono la vitalità di un borgo dinamico e bellezze naturali che uniscono una miriade di contrade.
Il bouquet degli eventi annovera ogni giorno nuove soprese, ma è impossibile non ricordare a Gandino la grande raggiera del Triduo e la Fiera di San Giuseppe alla seconda e quarta di Quaresima, la processione del Corpus Domini, oppure la Corsa delle Uova all'antivigilia della prima domenica di luglio, quando si festeggiano i Ss.Martiri Patroni. Qui si tinsero le camicie rosse dei Mille di Garibaldi e sempre a Gandino è conservato il saio reliquia di san Padre Pio da Pietrelcina. Gandino è la patria del Mais Spinato, che qui arrivò (primo luogo in Lombardia) agli inizi del '600 e oggi è alla base di un'icredibile filiera di prodotti tipici a chilometri zero rinomati nel mondo. Peia è la patria del Cinghiale, raffigurato in grande evidenza anche sullo stemma comunale. I formaggi, a cominciare dalla Formagella Val Seriana, si uniscono ai salumi in un crescendo carico di aromi. Concerti, sagre e mercatini completano un quadro incredibile ed accattivante, completato dalle amene zone montane, percorribili a piedi, in mountain bike o con gli sci da fondo, grazie ad un anello omologato in località Montagnina. Percorsi mozzafiato sono disponibili per gli escursionisti (su tutti la Traversata tra i Pizzi) e per gli appassionati di mountain bike. A Casnigo il Centro Sportivo offre piscine e fitness, ma in valle numerosi sono i campi outdoor e indoor per la pratica sportiva. Ricchissima la falesia di arrampicata per i climbers in località Fontanei, mentre i più audaci possono decollare dal Monte Farno, grazie alla scuola di parapendio.
La Val Gandino che un tempo fu di pastori, tessitori, mercanti e copertini torna a ruggire è la vostra prossima meta.
Vittorio Sgarbi in visita a Gandino, Chi non viene a Gandino è un cretino
Vittorio Sgarbi ha visitato a sorpresa la Basilica e il Museo della Basilica di Gandino.
Gandino dall'America in visita al museo dei presepi Antenna 2 TV 16112012
Esperti e collezionisti anche da Stati Uniti e Canada, nei giorni scorsi, per visitare l'esposizione dedicata ai presepi del Museo della Basilica di Gandino. Museo che domani (sabato 17 novembre 2012) parteciperà ad un'iniziativa per lo studio delle sete antiche. Il servizio è di Gessica Costanzo.
VISIT VAL GANDINO in una APP la Val Gandino (BG) a portata di mano
“Visit Val Gandino” è disponibile gratuitamente da aprile 2015 sugli stores digitali ed è uno strumento interattivo che a residenti e turisti propone centinaia di pagine con informazioni utili, mappe, fotografie e tracciati GPS.
Realizzata dallo staff di Moma Comunicazione, Visit Val Gandino esalta le bellezze artistiche, i percorsi naturalistici e le attività commerciali di Gandino, Leffe, Casnigo, Peia e Cazzano S.Andrea, ai piedi delle Orobie in provincia di Bergamo. Grazie ad una struttura semplice ed intuitiva consente di disporre di tutti i dati anche in modalità offline, senza cioè la necessità di essere sotto copertura internet. L'idea alla base della APP (presto disponibile anche in inglese) è quella di una pratica guida turistica, ma anche un prezioso strumento a disposizione dei residenti che conducendo qualche ospite in visita (ed Expo Milano 2015 è dietro l’angolo) possono fornire una descrizione adeguate delle tante bellezze presenti in Valle.
Per ciascun punto di attrazione c’è una scheda dettagliata con foto, riferimenti storici e artistici, la possibilità di attivare il navigatore per essere guidati in auto oppure a piedi da un luogo all’altro, una serie di contatti utili e links di approfondimento con video e brochures scaricabili. Visit Val Gandino è strumento di immediata consultazione per chi cerca un negozio oppure un esercizio pubblico: sono circa 200 le attività che dispongono di una propria scheda geolocalizzata, pronte a rispondere ad ogni necessità. La App consiglia una serie di itinerari a tema nel centro storico di Gandino, fra i luoghi dell’epopea tessile della Valle oppure alla scoperta di arte e fede in chiese e santuari. Un occhio di riguardo è riservato all’enogastronomia, ai poli museali (Museo della Basilica, Museo dei Presepi e Museo delle Orsoline a Gandino, Museo del Tessile a Leffe) e alla Traversata tra i Pizzi, un anello in quota di oltre 30 chilometri suddiviso in sette tappe. All’interno della APP è disponibile il tracciato GPX dell’intero percorso della Traversata. Aggiornata in tempo reale è infine la sezione dedicata agli eventi, che gruppi e associazione della Valle propongono a getto continuo per la gioia di moltissimi turisti. Perché la Val Gandino è tutta da scoprire
Gandino tour per scoprire i presepi Antenna 2 TV 21122013
A Gandino queste festività natalizie diventano l'occasione per compiere un vero e proprio tour dei presepi nelle chiese e nei palazzi del paese. Un itinerario che ha come ideale punto di partenza il Museo della basilica.
museo del presepe gandino
museo del presepe gandino
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Oggi pomeriggio (sabato 16 ottobre 2010) il Museo della Basilica di Gandino ha ospitato una visita importantissima; si tratta di alcuni membri del Cieta, il Centro internazionale di studi sui tessuti antichi. E' la più importante associazione di studiosi dei tessuti antichi del mondo e raduna i direttori dei più importanti musei del mondo del tessuto.
Gandino in mostra la tradizione del presepe Antenna 2 TV 24122014
Due mostre arricchiscono quest'anno il Museo dei presepi di Gandino: una dedicata alle creazioni di Pierluigi Martinelli, l'altra all'origine e all'evoluzione dell'immagine di Babbo Natale.
Cinque terre della Val Gandino una lunga estate eventi
L'estate è per eccellenza stagione di eventi e manifestazioni. Nel servizio scopriamo cosa c'è in programma nelle Cinque terre della Val Gandino.
LA VISITA DI ANDREOTTI A GANDINO
La vita pubblica di Giulio Andreotti e stata costellata di centinaia di ricordi e riferimenti che resteranno vivi anche dopo la sua scomparsa. Diversamente rispetto a quella privata vissuta nell' ombra per tanti anni. Lo dimostra il fatto che molti siano all' oscuro di un suo fuori programma fatto a Gandino, in un mattino del passato dicembre1981.
Approfittando del programmato convegno internazionale sulla Pacem in Terris svoltosi in Seminario a Bergamo, Andreotti allora presidente nazionale della DC, su invito di mons. Lorenzo Frana, osservatore permanente della Santa Sede presso l'UNESCO a Parigi, fu accolto dall' allora Parroco Monsignor Alessandro Recanati, che divenne poi Prevosto di Clusone.
Ad accompagnarlo Giovanni Giavazzi allora deputato al Parlamento Europeo, e due figure di rilievo della cultura bergamasca l'architetto Sandro Angelini e l'artista Trento Longaretti. A quegli anni Andreotti che rivestiva anche la carica di presidente della Commissione Esteri della Camera, rimase molto incuriosito e meravigliato del patrimonio che Gandino costituiva e custodisce tutt' oggi non solo all' interno del Museo della Basilica. Dopo aver fatto visita ai tanti tesori custoditi, compresa una tappa al Centro Pastorale di via Bettera, su sua espressa richiesta Andreotti raggiungeva una piccola cappella, dove si raccoglieva in preghiera per alcuni minuti.
LA RICCHEZZA DI GANDINO DEI SUOI MERLETTI
Nelle chiese, nella moda, nella sfera sociale. I merletti rivestivano un ruolo importante in una valle a vocazione tessile come la Valle Seriana, e Gandino, borgo un tempo di famiglie nobili, custodisce una delle collezioni più importanti d'Italia a cui è stata dedicata una pubblicazione che è stata presentata sabato scorso alla presenza di un folto pubblico e del rappresentante dei Musei di Regione Lombardia. La collezione, di merletti in lino e in metallo, oro e argento, è stata realizzata dall'inizio del 500 fino a tutto il secolo scorso per onare la biancheria liturgica della basilica.
A Gandino si suona la tola per i triduo Pasquale valseriananews videoproduzionebergamo
GIACOMO CERUTI IL PITOCCHETTO - BRESCIA - Pinacoteca Tosio Martinengo - MUSEO DI SANTA GIULIA
Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto (Milano, 13 ottobre 1698 – Milano, 28 agosto 1767), è stato un pittore italiano, annoverato tra i più importanti esponenti del tardo barocco italiano.
Nacque a Milano, probabilmente da quel Fabiano Ceruti che fu allievo di Cristoforo Agricola; fin dai primi anni venti del Settecento fu attivo a Brescia, città in cui si guadagnò il soprannome di «Pitocchetto» per il genere pittorico che aveva come soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini (i pitocchi, appunto), raffigurati in quadri a grande formato e ripresi con stile documentaristico e con uno spirito di umana empatia.
Il suo percorso artistico è parte di quel filone della pittura di realtà, che ha in Lombardia una tradizione secolare: prima di lui grandissimi artisti come Vincenzo Foppa, la scuola bresciana intorno a Moretto e Savoldo, Caravaggio, tutti avevano toccato l'argomento, ma nessuno prima del Ceruti seppe indagare con tanta spietata lucidità la verità quotidiana.
Il Ritratto del conte Giovanni Maria Fenaroli (1724, collezione Fenaroli, Corneto) è la sua prima opera di certa attribuzione.
Donna con cane di Giacomo Ceruti
Nel 1736 l'artista lombardo si trasferì prima a Venezia e poi a Padova, dove la sua attività per la Basilica del Santo e per altre chiese è documentata nel triennio successivo.
A Padova in particolare operò per la Basilica del Santo e per altre chiese, tra cui quella di Santa Lucia presso la quale, oltre ad una pala dedicata alla santa e un Battesimo di San Giustino, sono presenti anche i Quattro Padri della Chiesa, i Quattro Evangelisti e i Quattro Santi protettori della città.
Da ricordare anche la pala d'altare di Gandino (1734), gli affreschi di Palazzo Grassi a Venezia (1736) e le tele del Ciclo di Padernello.
Sulle sue produzioni artistiche per i luoghi sacri, gli influssi che ebbero le opere di Carlo Ceresa e Antonio Cifrondi sono innegabili.
Dopo il soggiorno veneziano, ricevette varie commissioni pubbliche e tornò a Milano, dove è documentata la sua presenza nel triennio dal 1742 al 1745, trasferendosi in seguito a Piacenza.
Le commissioni ottenute in quegli anni gli diedero l'occasione di acquisire e padroneggiare strumenti stilistici e compositivi tali da consentirgli un'attività di pittore di storia, più proficua e di più ampia risonanza, condotta parallelamente alla pratica del ritratto e della scena di genere.
Tra le opere che lo resero celebre la Lavandaia (1736 circa), attualmente alla pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, e le molte nature morte. Intorno al 1785 dipinse il Ritratto di viandante ora conservato al Museo civico Amedeo Lia di La Spezia, il suo ciclo pittorico presso la Basilica di Santa Maria Assunta a Gandino.
La rivalutazione della sua figura si deve a Roberto Longhi.
Gandino nuovi spazi scuola elementare Antenna 2 TV 071009
La Raggiera Triduo dei morti Gandino
servizio sulla ragiera in occasione del triduo dei morti a Gandino.
Castignano, Le Icone bizantine nel Museo di Palazzo De Scrilli (manortiz)
Polo Museale di Arte Sacra e Icone.
Rimane sorpreso il turista di passaggio a Castignano nel visitare il Polo Museale di Arte Sacra e delle Icone. Non si aspetta la bellezza e il fascino di una tale esposizione, lodata dalla Soprintendenza di Urbino e ricercata da studiosi di tutta Italia. Il Museo, inaugurato nel 2009, è frutto dell’appassionato collezionismo quarantennale del castignanese Mons. Vincenzo Catani, attualmente parroco a San Benedetto del Tronto. La collezione è situata nel settecentesco palazzo appartenuto, fino agli anni ‘70, alla famiglia De Scrilli, dietro la chiesa di S. Pietro, oggi di proprietà comunale. Il Polo Museale si compone di una biblioteca con circa seimila volumi, tra cui 53 lettere autografe dal 1806 al 1816 del vescovo di Montalto Francesco Saverio Castiglioni, divenuto poi Papa Pio VIII; una sezione di Arte Sacra, divisa in sala degli Argenti, due sale di Quadreria e una sala dei Legni e una sezione dedicata alle Icone, una vera rarità per i preziosi 80 manufatti bizantini distribuiti in cinque sale al secondo piano del palazzo. Questa rara collezione mostra svariate opere dell’Ottocento russo, come icone con cornici di legno intagliate e dorate o con raffigurazioni mariane, tra cui la bellissima icona multipla con ovali di porcellana; si possono inoltre ammirare le icone rivestite dalle “rize”, rivestimenti metallici che generalmente lasciano scoperte le parti essenziali dell’icona, e completate con tecniche orafe assai raffinate da smalti policromi, filigrane, incastonatura di perle o pietre dure e icone “menologiche”, cioè veri e propri calendari divisi per mese, raffiguranti i Santi di ogni giorno dell’anno.
In seguito al sisma che ha danneggiato la sede del Museo Sistino di Castignano, il Polo Museale delle Icone e d'Arte Sacra, adiacente alla Chiesa di San Pietro Apostolo, ospita le collezioni del Museo di Arte Sacra
Indirizzo :Palazzo De Scrilli - via Roma,64 (AP) CASTIGNANO
Tel. : 0736.822083; 335.5754558; 338.4279097;073581752
Email : donvincenzocatani@gmail.com
Sito web :
Orario : Apertura a richiesta (gli orari per la visita del museo possono essere concordati telefonicamente)
Ingresso : ingresso gratuito
Tipologia : Arte Archeologia
Stabat Mater - Gandino BG - Festa della Madonna Addolorata
Le utlime due strofe dello Stabat Mater cantate con una melodia popolare gandinese.
Il video originale è sparito da Youtube.
Ne ricarico una copia che avevo salvato.
E' un significativo esempio di canto liturgico popolare.
Bello l'accompagnamento dell'organo.
Le teste di Parmiggiani, simbolo di una fragile umanità
Volti che ricalcano opere d’arte dell’antichità. Teste, sguardi, bocche che rappresentano l’intera umanità, racchiuse tra due pesanti lastre in onice. Persone di ogni tempo, di ogni luogo, chiamate ad essere una cosa sola con Gesù, il cui corpo viene offerto proprio sull’altare.
La basilica di Santa Maria Assunta a Gallarate viene restituita ai fedeli in tutto il suo splendore, dopo un lungo lavoro di restauro. Domenica la messa celebrata dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, con la benedizione del nuovo Altare realizzato dall’artista Claudio Parmiggiani, insieme all’Ambone, che volutamente scavalca gli scalini che conducono all’Altare, per avvicinarsi alla folla dei fedeli, per rendere ancora più immediati il contatto, la comunicazione.
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