Vallarsa Museo della civiltà contadina
[alla scoperta di #BolognaMetropolitana] Villa Smeraldi Museo della Civiltà Contadina
A San Marino di Bentivoglio, a soli 15 km da Bologna, ha sede dal 1973 il Museo della Civiltà Contadina. Oltre 2000 mq di esposizione, nel cuore di un parco storico all'inglese che circonda l’ottocentesca Villa Smeraldi, offrono al visitatore una testimonianza unica sul lavoro e sulla vita nelle campagne tra Otto e Novecento. Il Museo ospita una sezione dedicata alla canapa tra le più importanti in Italia e il Pomario, una sezione a cielo aperto con 500 alberi di 150 varietà antiche di frutti. Da domenica 5 marzo il Museo riaprirà al pubblico e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e la domenica dalle 15 alle 19. Un'ottima occasione per trascorrere una giornata all'aria aperta e scoprire tante curiosità sulla nostra storia!
I Videoracconti di Roma&Più: Il museo della civiltà contadina di Roviano
Quest'anno, a ottobre, saranno dieci anni che noi abbiamo il museo della civiltà contadina, qui in questa sede più appropriata sia per numero di stanze sia anche per la bellezza dell'allestimento.
Il primo allestimento del museo della civiltà contadina risale al 1980 circa. Poi intorno alla fine degli anni Novanta ci fu un secondo allestimento a cura di un maestro elementare di Roviano che andava, insieme ai bambini delle sue classi, a cercare gli oggetti dismessi dei nonni.
Facevamo uva, facevamo vino, facevamo olio, fagioli, patate, granturco, grano: tutto. Io ero orfano. Mia madre si dava da fare con la campagna, noi per quello che potevamo l'aiutavamo, però eravamo sempre piccoli.
Il prosciutto si doveva vendere per pagare le tasse. Il maiale, le spallette... Noi mangiavamo solo un po' di salsicce e il lardo per condire, per fare da mangiare. Il resto (non era per noi).
E con le ossa del maiale, si mettevano sotto alla saliera, si insaporivano e poi ci si faceva il sugo. Perché la carne ripeto: la carne (non potevamo). Noi quando mangiavamo la carne, mangiavamo baccalà, perché allora il baccalà era la carne dei poveri.
Questi sono i bigonci che si riempivano di letame, dalla stalla coi somari. Questo era il basto, noi lo chiamavamo il masto: il basto si metteva sui somari, poi si caricavano questi bigonci, si riempivano di letame, poi avanti e indietro, avanti e indietro, sempre questo lavoro a portare il letame in campagna per coltivare la terra, per seminare.
Questo si metteva come collare ai cani per proteggerli dai lupi: perché i lupi di solito prendevano i cani per la gola, così il lupo si pungeva contro questi chiodi e lasciava perdere.
Quest'altro attrezzo invece è per tosare le pecore. Anche questo è per tosare le pecore e quella è una campanella che portava al colo la pecora capo branco.
Questi sono i caravegli nei quali, oltre che il vino, ci si portava l'acqua quando andavamo in montagna. Si caricavano di acqua e quelle che avanzavano la sera si mettavno dentro i frantoi per mantenerle fresche.
Questo è la stessa cosa, ma più piccolo, ci si metteva anche qui il vino e poi si beveva così a garganella.
E veramente questo è un museo di memoria, oltreché oggetto della cultura materiale della civiltà contadina fino agli anni Cinquanta della Valle dell'Aniene.
Diciamo che le scuole sono un po' lo zoccolo dureo dei nostri visitatori. E' particolarmente dedicato a loro questo museo perché mostra loro com'era la vita dei loro nonni fino a qualche tempo fa.
Museo della civiltà contadina di Soragna
Alla scoperta di un mondo antico con Mauro Parizzi, collezionista che espone la sua collezione legata all'agricoltura nel museo della civiltà contadina di Soragna. Da visitare. Anzi, da scoprire..... lemappedighiga.it
Urbe: Museo della Civiltà Contadina
Nell'ambito del progetto Tuffati nel verde, ad Urbe presso la frazione di Vara Inferiore, è possibile visitare il Museo della Civiltà Contadina.
Provincia di Savona: provincia.savona.it
Comune di Urbe: comune.urbe.sv.it/
Progetto Tuffati nel verde:
Esclusiva: il Museo della Civiltà Contadina a Ruvo di Puglia (video)
E se ci fosse un museo della civiltà contadina a Ruvo? Ebbene sì, è in corso il progetto, di imminente realizzazione. Abbiamo potuto intervistare, in esclusiva, il promotore Michele D’Ingeo, cultore di civiltà contadina con la passione tramandatagli dal padre, nata dal desiderio di riportare alla luce i ricordi del passato e delle tradizioni locali. Partendo da alcuni documenti ereditati, il signor Michele ha svolto numerose ricerche su oggetti e attrezzi della vita contadina rubastina, ormai fuori uso. La sua idea non è solo quella di raccogliere ed esporre, ma anche spiegarne le varie funzioni e modalità d’uso. È un’impresa a volte non certo facile poiché bisogna coinvolgere la popolazione più anziana. D’Ingeo ci ha ospitati nel locale di famiglia che ospiterà i pezzi museali, nelle vicinanze del Museo Jatta.
La presentazione a cura di Michele D'Ingeo
Il parere di Rocco Lauciello, presidente Pro Loco Ruvo di Puglia
Servizio a cura di Anna Guastamacchia e Irene Minafra
redazione L'Eco della scuola
Bel tempo si spera - Santuario Beato Sante a Mombaroccio (PU)
Visitiamo il Santuario Beato Sante a Mombaroccio (PU) in compagnia di padre Alvaro
Il Museo della Civiltà Contadina a Expo 2015
114 strumenti del Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio prestati dall'Istituzione Villa Smeraldi della Città metropolitana di Bologna a Expo 2015 per allestire la Sala del Padiglione Zero dedicata all'ingegno dell'uomo.
musica: Summer Corporate - Music For Your Media (cc)
La rocca Ubaldinesca Sassocorvaro PU
Il Borgo di Mombaroccio
Descrizione
Taverna del Pescatore - Casteldimezzo (PU)
Immagini aeree suggestive del ristorante Taverna del Pescatore incastonato sulla collina affacciata sul mare nel borgo di Casteldimezzo, frazione di Fiorenzuola di Focara, in provincia di Pesaro Urbino.
Portobuffolè - Treviso. il museo della civiltà contadina e dell'artigianato
Il museo della torre civica nasce dall’esigenza di raccontare il recente passato, illustrando come è nata e come si è sviluppata la cultura di arti e mestieri nell’area dell’Alto Livenza. Vi trovano posto oltre 2000 pezzi donati da cittadini di Portobuffolè, ma anche di altri comuni dell’area, che hanno voluto contribuire a creare questa interessante raccolta.
Gli oggetti esposti rappresentano le attività che nell’ultimo secolo hanno fatto parte della vita quotidiana degli abitanti di queste zone. Vi troviamo molti attrezzi utilizzati in agricoltura. È esposto tutto ciò che serviva un tempo per ricavare il vino, dal torchio dei primi del 900 alle botti e ai tini. Di particolare rilievo i gioghi in legno, che venivano utilizzati per il bestiame impegnato nei lavori dei campi. Scale di tutte le dimensioni, falci, badili, sgranatrici utilizzate non molto tempo fa da adulti e bimbi per sgranare la biada. È possibile anche ammirare la tagliafoglie, attrezzo impiegato per recidere le foglie dei gelsi da utilizzare nella lavorazione del baco da seta, attività tipica fino a qualche decennio addietro. Interessante la ricostruzione di un carretto interamente realizzato in legno, restaurato in tempi recenti, ma risalente alla prima metà del 900. Si tratta di uno dei pochi mezzi di trasporto che i contadini locali utilizzavano facendolo trainare dal bestiame nel lavoro dei campi oppure dai cavalli per trasportare le persone.
Una seconda serie di attrezzi è dedicata alla storia della lavorazione del legno. Grandi banchi da marangon (falegname) testimoniano le attività del falegname che un tempo lavorava nella sua officina artigianale utilizzando un banco completo di morse e attrezzi vari come seghe di tutte le misure, frese, scalpelli, pialle, e soraman (pialle di grandi dimensioni utilizzate per le superfici più estese). È possibile anche ammirare un banco portatile che veniva utilizzato nelle trasferte, quando l’artigiano si spostava nelle varie famiglie che necessitavano del suo intervento. Di particolare pregio la combinata del 1938, una delle più antiche macchine per la lavorazione del legno utilizzata nelle prime fabbriche della zona e impiegata a scopo dimostrativo fino a qualche decennio fa.
Altre attività praticate soprattutto in ambito domestico erano filatura e tessitura, cui si dedicavano in prevalenza le donne. Nel museo troviamo delle macchine da tessitura ancora funzionanti. Pur essendo proprietà di famiglie della zona, in origine queste macchine furono realizzate nelle filande di Biella e, una volta dimesse dall’attività industriale, vennero distribuite nelle famiglie per realizzare lavori di tipo più artigianale. In quest’ambito ritroviamo alcune macchine da cucire di pregio che venivano usate dalle donne per confezionare i capi d’abbigliamento per tutta la famiglia in tempi in cui la povertà faceva da padrona assoluta.
Vi sono all’interno del percorso anche oggetti di uso quotidiano come solferine, usate per accendere il fuoco con lo zolfo, suppellettili varie, vasi da latte e arnesi da cucina tipici della civiltà rurale. L’intero patrimonio di oggetti è disposto sui diversi livelli della torre, che, oltre al piano terra, conta quattro altri piani. Centoquattordici gradini costituiscono la via d’accesso all’edificio. La prima rampa di scale è realizzata in pietra e porta fino all’ingresso del palazzo del Fontego. Da qui poi ci si imbatte in una serie di scalini in legno che conducono al portone d’ingresso del torrione. Anche i piani interni della torre sono collegati da scalini di legno.
Da sottolineare che arrivati all’ultimo piano si può ammirare un panorama davvero unico. Da un lato si estende la grande spianata verde dei Pra’ de Gai, dall’altro si delinea il corso del fiume Livenza, che fino al 1911 scorreva sotto il ponte di Porta Friuli. Un paesaggio incantevole che si può godere solo in cima ai ventotto metri della torre.
Museo aperto solo su prenotazione gite, gruppi. Rivolgersi all' Ufficio Turistico tel. 0422-850020
5-Torre di Cerignano, Macerata Feltria (PU, Italy) - Architettura militare di XV secolo …
La torre di Cerignano, oggi isolata, un tempo parte di un complesso
fortificato più ampio, venne realizzata nel XV secolo a protezione dei territori malatestiani che qui avevano una serie di strade che dalla valle del Foglia andavano verso il castello di Monte Cerignone.
Particolare e tipica del Quattrocento è la scarpa, ovvero la base della torre inclinata per meglio proteggersi dai colpi di arma da fuoco e la piccola fuciliera visibile a mezza altezza.
La torre non è facile da raggiungere, e vi si arriva prendendo da Mercatale per Bronzo, e poi per alcuni chilometri su terreno sterrato, ottimo per le escursioni in mountain bike.
La torre sorge in fondo ad una profonda e ripida vallata, ma, arrivando, si può godore appieno di una pace che ha il sapore dei secoli passati.
Come arrivare alla Torre di Cerignano:
Alla prossima!!!
#noverocche
MUSEI DELLA CIVILTA' CONTADINA di MORIGERATI - PISCIOTTA- MONTANO ANTILIA (CILENTO)
I MUSEI INCONTRANO LE SCUOLE.....documentario sui musei della civiltà contadina di Morigerati- Pisciotta- Montano Antilia
Sassocorvaro - DJI Mavic Pro
Sassocorvaro, rocca ubaldinesca (droneye)
Francesco di Giorgio Martini (1439 - 1502)
#MarcheExpress2 - Tappa 1: la provincia di Macerata
Marche Express è un progetto digitale di racconto e promozione del territorio marchigiano della Regione in collaborazione con Confcommercio Marche Centrali.
Un viaggio attraverso i luoghi colpiti dal sisma: 5 tappe con 5 blogger e instagramer nazionali accompagnati da altrettanti influencer locali. #adv
La prima tappa ha toccato questi luoghi: Macerata, Lago di Fiastra, Pievefavera, Lago di Caccamo, Belforte del Chienti con @foodtripandmore e @fabiopersico
LAGO DI MERCATALE
Lago artificiale di Mercatale con veduta di Sassocorvaro