Vallarsa Museo della civiltà contadina
Alice Rachele Arlanch, Museo della civiltà contadina Vallarsa
Alice Rachele Arlanch, Miss Italia 2017, vi introduce nel Museo della Civiltà Contadina della Vallarsa, museovallarsa.it, finanziato da Progetto Leader Pasubio Vigolana
Vallarsa 2014 - Piccola Grande Italia
La Vallarsa e una piccola valle fluviale scavata dal torrente Leno che si trova nel Trentino sudorientali. Le sue 42 frazioni sono abbracciate dalle Piccole Dolomiti a sud-ovest e dal massiccio del Pasubio a est. Zona di confine tra lmpero Austro-Ungarico e Regno d'ltalia, fu teatro di lunghi e tragici combattimenti tra il 1915 e il 1918. Della Grande Guerra rimangono oggi i forti, le trincee e i camminamenti e, a memoria delle vittime, il sacrario militare e il Parco della Pace.
Vallarsa - Piccola Grande Italia
Vallarsa è un comune di 1.370 abitanti della provincia di Trento. La Vallarsa è una valle selvaggia scavata dal torrente Leno, che si insinua con un profondo solco fra il Gruppo della Carega e quello del Pasubio
Camposilvano - Ganzega del Bosco - Vallarsa - feste
20 anni della ganzega del Bosco a Camposilvano a cura di Camposilvano è...
la Ganzega del bosco 2016 - Camposilvano - Vallarsa
[alla scoperta di #BolognaMetropolitana] Villa Smeraldi Museo della Civiltà Contadina
A San Marino di Bentivoglio, a soli 15 km da Bologna, ha sede dal 1973 il Museo della Civiltà Contadina. Oltre 2000 mq di esposizione, nel cuore di un parco storico all'inglese che circonda l’ottocentesca Villa Smeraldi, offrono al visitatore una testimonianza unica sul lavoro e sulla vita nelle campagne tra Otto e Novecento. Il Museo ospita una sezione dedicata alla canapa tra le più importanti in Italia e il Pomario, una sezione a cielo aperto con 500 alberi di 150 varietà antiche di frutti. Da domenica 5 marzo il Museo riaprirà al pubblico e sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e la domenica dalle 15 alle 19. Un'ottima occasione per trascorrere una giornata all'aria aperta e scoprire tante curiosità sulla nostra storia!
NOA31 - La testimonianza del sindaco Plazzer (Comune di Vallarsa)
La testimonianza del sindaco Plazzer (Comune di Vallarsa)
A Vallarsa vale il principio 'chi inquina paga'
A colloquio con il sindaco Massimo Plazzer, durante il convegno “Liberi dai pesticidi: l'Italia comincia dai Comuni” organizzato da Cambia la Terra, campagna voluta da FederBio con Legambiente, Lipu, Isde - Medici per l’ambiente e Wwf
Il suono della memoria di Ivan Cobbe (Coro Pasubio di Vallarsa - Trento - Italia)
Esecuzione de Il suono della memoria di Ivan Cobbe alla Campana dei Caduti di Rovereto (Trento, Italia) nell'ambito del Festival Tra le Rocce e il Cielo.
Canta il Coro Pasubio di Vallarsa (Trento, Italia) diretto dal maestro Ivan Cobbe.
Registrazione del 23 agosto 2015.
coropasubio.it
info@coropasubio.it
Sat Vallarsa - Oscar Piazza
Descrizione
Vallarsa - Lago di Speccheri
Lago di Speccheri in Vallarsa (TN).
DJI Phantom 4
Miss Italia 2017 ritorna ad Arlanch
Alice Rachele Arlanch ritorna nell'omonima frazione di Vallarsa, il paesino di 14 anime in Trentino Alto Adige in cui vive.
MUSEO CIVILTA' CONTADINA.wmv
Una grande raccolta di oggetti ed attrezzature usati in agricoltura e nelle abitazioni della campagna padovana, nel secolo scorso.
Vallarsa & dintorni short footage 4k DJI Mavic Pro
Bellissima valle del Trentino alle porte di Rovereto situata lungo il percorso della Grande Guerra, all'interno di essa si trova un magico borgo antico chiamato Arlanch,dove soggiornare in una pace quasi surreale , per poi riprendere con escursioni verso le varie mete limitrofe.
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I Videoracconti di Roma&Più: Il museo della civiltà contadina di Roviano
Quest'anno, a ottobre, saranno dieci anni che noi abbiamo il museo della civiltà contadina, qui in questa sede più appropriata sia per numero di stanze sia anche per la bellezza dell'allestimento.
Il primo allestimento del museo della civiltà contadina risale al 1980 circa. Poi intorno alla fine degli anni Novanta ci fu un secondo allestimento a cura di un maestro elementare di Roviano che andava, insieme ai bambini delle sue classi, a cercare gli oggetti dismessi dei nonni.
Facevamo uva, facevamo vino, facevamo olio, fagioli, patate, granturco, grano: tutto. Io ero orfano. Mia madre si dava da fare con la campagna, noi per quello che potevamo l'aiutavamo, però eravamo sempre piccoli.
Il prosciutto si doveva vendere per pagare le tasse. Il maiale, le spallette... Noi mangiavamo solo un po' di salsicce e il lardo per condire, per fare da mangiare. Il resto (non era per noi).
E con le ossa del maiale, si mettevano sotto alla saliera, si insaporivano e poi ci si faceva il sugo. Perché la carne ripeto: la carne (non potevamo). Noi quando mangiavamo la carne, mangiavamo baccalà, perché allora il baccalà era la carne dei poveri.
Questi sono i bigonci che si riempivano di letame, dalla stalla coi somari. Questo era il basto, noi lo chiamavamo il masto: il basto si metteva sui somari, poi si caricavano questi bigonci, si riempivano di letame, poi avanti e indietro, avanti e indietro, sempre questo lavoro a portare il letame in campagna per coltivare la terra, per seminare.
Questo si metteva come collare ai cani per proteggerli dai lupi: perché i lupi di solito prendevano i cani per la gola, così il lupo si pungeva contro questi chiodi e lasciava perdere.
Quest'altro attrezzo invece è per tosare le pecore. Anche questo è per tosare le pecore e quella è una campanella che portava al colo la pecora capo branco.
Questi sono i caravegli nei quali, oltre che il vino, ci si portava l'acqua quando andavamo in montagna. Si caricavano di acqua e quelle che avanzavano la sera si mettavno dentro i frantoi per mantenerle fresche.
Questo è la stessa cosa, ma più piccolo, ci si metteva anche qui il vino e poi si beveva così a garganella.
E veramente questo è un museo di memoria, oltreché oggetto della cultura materiale della civiltà contadina fino agli anni Cinquanta della Valle dell'Aniene.
Diciamo che le scuole sono un po' lo zoccolo dureo dei nostri visitatori. E' particolarmente dedicato a loro questo museo perché mostra loro com'era la vita dei loro nonni fino a qualche tempo fa.
Urbe: Museo della Civiltà Contadina
Nell'ambito del progetto Tuffati nel verde, ad Urbe presso la frazione di Vara Inferiore, è possibile visitare il Museo della Civiltà Contadina.
Provincia di Savona: provincia.savona.it
Comune di Urbe: comune.urbe.sv.it/
Progetto Tuffati nel verde:
Museo di Gaville - Esplorando
Esplorando 1997
programma di Alex Revelli, progetto di Augusto Tocci, regia di Antonio Cherici
Inaugurato il Museo della civiltà contadina Francoprovenzale a Celle di San Vito studio9tv
Inaugurato il Museo della civiltà contadina Francoprovenzale a Celle di San Vito
“ Il museo francoprovenzale. Un contributo vivo , concreto per la conoscenza delle nostre origini, uno spaccato dell’ economia , delle abitudini e delle difficoltà di vita dei nostri avi”
Il borgo più piccolo della Puglia ha inaugurato il Museo della civiltà contadina Francoprovenzale, intitolato al compianto promotore Vincenzo Rubino.
Celle di San Vito è il più piccolo paese della Puglia, in provincia di Foggia, situato a circa 700 m.s.l., la cui origine si intreccia alla storia e alle gesta dei soldati francesi in guerra contro i Saraceni.
Il Borgo, con Faeto, è l’unico centro dell’ Italia meridionale in cui si parla la lingua minoritaria francoprovenzale.
L’idea parte da lontano e ci sono voluti diversi anni prima di concretizzarla: dopo la dipartita improvvisa di Vincenzo Rubino, fondatore del Museo etnografico di Faeto e Celle, situato nella vicina Faeto, e varie vicissitudini familiari, la stessa famiglia ha messo a disposizione del Comune di Celle, antichi mezzi rudimentali, antichi attrezzi della vita contadina, oggetti delle abitazioni del passato, collezionati in numerosi anni di passione dal Sig. Vincenzo. Il Sindaco Maria Giannini, con l’amministrazione, ha così deciso di dedicare uno dei luoghi più importanti della Storia di Celle, al Museo della civiltà contadina. Non cellese ma francoprovenzale, in quanto i due Borghi hanno una vena in comune: sia per la stessa nascita del Museo sia per l’origine storica: figli entrambi dei soldati di Carlo d’Angiò.
Tanti anche i contributi di abitanti di Celle che si sono subito affascinati all’idea.
Dell’allestimento del museo se n’è occupato lo Sportello Linguistico di Celle di San Vito, con l’aiuto logistico del prof. Pasquale Bloise, coadiuvato dalla dott.ssa Ulderica di Biccari, architetto della Cooperativa di Comunità di Biccari.
Il museo è suddiviso in più sezioni:
“ Casa contadina com’era” , dove è ricostruito fedelmente l’ ambiente domestico .
“ Le botteghe e la memoria delle mani” , sezione dedicata ai mestieri del passato .
“Vita contadina”, dove sono esposti gli antichi strumenti, di cui i più particolari sono presentati con targhette bilingue .
Il museo è stato arricchito con foto d’epoca gentilmente donate dalla signora Ausilia Pirozzoli, dal signor Aldo Genovese e dal popolo cellese.
Museo della Civiltà Contadina dell'Appennino Bolognese, Monghidoro.
Museo della Civiltà contadina dell'Appennino bolognese, testimonianza storica del nostro passato, documenti, attrezzi e utensili usati dai nostri nonni, ricostruzione di ambienti agricoli, e attività agricole. In un locale di questo museo c'è anche la sezione del Piccolo Museo dell'Emigrante. Via Provinciale, 13 Piamaggio di Monghidoro (Bologna Italia). I brani popolari e tradizionali del repertorio montanaro: Oh Vilan, La Ciònfa, Ei Baraben, sono cantati dal Coro Scaricalasino (diretto all'epoca dal maestro Pier Stefano Guernelli), armoniz. del Maestro Giorgio Vacchi. Riprese di Gilberto Tedeschi, luglio 2016.