La mostra permanente della fauna selvatica di Arezzo rischia di chiudere
Servizio di @EnricaCherici
Danni da fauna selvatica: le proposte di Coldiretti Basilicata
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ANIMALI ABBATTUTI PER VENDERE CARNE E TROFEI
E' una sorta di museo degli orrori quello scoperto in un'operazione antibracconaggio del corpo forestale dello stato insieme alla Polizia provinciale condotta nelle province di Firenze, Arezzo, Grosseto e Siena. Sequestrati oltre 100 trofei di animali imbalsamati. Trofei che gli appassionati possono pagare anche migliaia di euro. Sequestrato anche un vero e proprio arsenale composto da 45 fucili e altre armi, 600 munizioni e 2 quintali di carne congelata.
Un anno al Furlo - Seconda parte
Con l'istituzione della Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, la Provincia gestisce 3.600 ettari di boschi, prati e cime incontaminate.
È la terza area protetta della provincia e, con i suoi 3.600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate, fa salire a 10.200 ettari la superficie del territorio di Pesaro e Urbino messo sotto tutela.
Accanto ai parchi regionali del San Bartolo (1.600 ettari) e del Sasso Simone e Simoncello (5.000 ettari), è stata di recente istituita la Riserva naturale statale del Furlo. Un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari di flora e fauna davvero singolari. Basti pensare all'aquila reale, al falco pellegrino, al gufo reale, al picchio muraiolo, alla rondine montana, al rondone maggiore e al gracchio corallino. E poi al Furlo vivono lupi, caprioli, daini, cinghiali. La vegetazione che ricopre le cime del massiccio è costituita in prevalenza da querceti con roverella, carpino nero, orniello, acero, sorbo. Assai variegato anche l'habitat fluviale e ripariale, così come ricchissima è la vita che pullula nelle foreste, nei pascoli e nei cespuglieti.
Un serbatoio naturale da proteggere e valorizzare la cui gestione è stata affidata alla Provincia di Pesaro e Urbino. Una decisione assunta dal Ministero dell'Ambiente (sentiti gli enti interessati: Regione, le tre Comunità montane di Cagli, Fossombrone e Urbania, e i Comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone e Urbino).
Per la gestione della riserva la Provincia può avvalersi anche dell'ufficio unico Sadaf (Servizio aree demaniali e aree forestali) creato dalle tre Comunità montane e con sede a Cagli.
L'istituzione della riserva rappresenta un riconoscimento delle peculiarità ambientali e naturalistiche della zona, già soggetta a numerosi vincoli, che comporta il vantaggio di offrire al territorio maggiori opportunità di tutela e salvaguardia, per esempio interventi di risanamento e restauro, in una programmazione unitaria, con finanziamenti certi che permetteranno di rendere meglio fruibile questo paradiso della nostra provincia. Dalla riserva derivano insomma non solo vantaggi economici per valorizzare tutta l'area (dalla flora, alla fauna, agli edifici rurali), ma anche una progettazione unitaria e maggiori controlli per la tutela dell'area.
Il Decreto Ministeriale prevede anche l'istituzione della Commissione di riserva. La Commissione è stata istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente (febbraio 2002) ed è formata da un esponente del Ministero dell'Ambiente, uno della Regione, uno della Provincia, uno per ogni Comunità montana e Comune interessato, un esponente delle associazioni ambientaliste e uno delle associazioni scientifiche.
E' in atto la predisposizione del Piano di Riserva che, dovrà prevedere gli interventi da realizzare per la tutela e la valorizzazione naturalistica, ambientale e urbanistica della zona e le modalità di gestione della Riserva medesima.
Fino all'entrata in vigore del Piano di gestione della Riserva, la disciplina di tutela dell'area protetta è regolamentata dall'art.6 del Decreto istitutivo
Sito web:
Pienza la Città dei Fiori Val d'Orcia - Tuscany Italy
Situata al centro della Val d'Orcia, a 491 m s.l.m., Pienza, in origine Castello di Corsignano , prende il nome attuale in onore di Enea Silvio Piccolomini, l'umanista che divenne Papa nel 1458 con il nome di Pio II. Pienza era conosciuta nell' 828 per la presenza nel suo territorio di un latifondo dell' Abbazia di S. Salvatore del Monte Amiata. Nel XIII sec. è di dominio senese vi rimase anche nei secoli successivi. Con Pio II divenne sede Pontificia e nel 1462 sede Vescovile .Solo nel 1559 entrerà a far parte del Granducato di Toscana. Ancora oggi il borgo di Pienza è un piccolo gioiello di architettura in cui possiamo osservare tutte quelle opere che fanno una delle città d'arte più importanti della provincia di Siena. Infatti dal 1458 Pio II avviò la sua ristrutturazione affidando i lavori al celebre architetto Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti, il quale a partire dal 1459 attuò una profonda trasformazione cercando di caratterizzare l'immagine utopica di città ideale, che si andava ricercando in età rinascimentale.
In soli tre anni realizzò nella piazza principale il Palazzo Piccolomini, il Duomo, che racchiude opere del Vecchietto, di Matteo di Giovanni e di Sano di Pietro. Accanto al Duomo vi è la casa dei Canonici sede del museo Diocesano, dove è possibile ammirare opere della scuola del Sodoma, arazzi fiamminghi del 1400 e del 1500, sculture in legno del XIV sec. e il piviale di Pio II. Altrettanto importante sono il Palazzo Comunale e quello Vescovile.Al di fuori delle mura importante da visitare è la Pive di Corsignano d'arte romanica, e a pochi Km il castello di Spedaletto, il monastero di S. Anna in Camprena, e il castello di Monticchiello. Dal punto di vista economico Pienza è un centro prevalentemente agricolo ed è famoso per la lavorazione del formaggio, il rinomato cacio di Pienza.Il territorio del comune di Pienza è compreso nel Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d' Orcia di cui fanno parte anche Castiglion D'Orcia, Montalcino,Radicofani e S. Quirico D'Orcia, che tende alla conservazione del patrimonio artistico della Val D'Orcia. Infatti oltre alle Biancane la caratteristica formazione a cupola di colore biancastro, abbiamo anche molti esemplari di fauna selvatica.
Oasi WWF di Valpredina
Al Cras- Centro di recupero animali selvatici di Valpredina a Cenate Sopra arrivano ogni anno circa 1000/ 1100 animali selvatici, feriti o in difficoltà. L'attività di recupero avviene grazie alla professionalità della Polizia provinciale di Bergamo, in collaborazione con quella di Brescia e di Lecco.
II° parte - Il lupo nell'Appennino romagnolo
II° parte della conferenza Il lupo nell'Appennino romagnolo: notizie storiche, evoluzione, aspetti ecologici, problematiche di convivenza a cura di Luciano Cicognani e Franca Monti
IV° di un ciclo di quattro conferenze a carattere divulgativo per raccontare lo status storico e attuale di alcune specie di particolare interesse della fauna e ornitofauna locale.
A.Ri.F. Associazione Rilevatori Faunisti con il Patrocinio del Comune di Forlì - Assessorato Quartieri e Partecipazione e in collaborazione con: Gruppo Trekking Forlì, Museo Ornitologico F. Foschi, Canislupus Italia.
DI GATTI, DI LUPI ... E DI ALTRO ANCORA
Fauna di Romagna, fra passato, presente ... e futuro.
La dieta del lupo in relazione alla disponibilità di prede
Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Santa Sofia Il lupo e i parchi 2002
Siti di approfondimento:
Canislupus Italia
Storia della fauna
Osservatorio ibridi lupoxcane
Life Ibriwolf
Corso sulla conservazione e gestione della fauna
Ricerche a lungo termine sul lupo in provincia di Arezzo
Il lupo nell’Appennino bolognese
Il lupo in Emilia-Romagna. Strategie di convivenza e gestione dei conflitti
Il monitoraggio del Lupo nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi
Faunisti si nasce
Zonattiva - Speciale sul Randagismo
Il lupo è intorno a noi - Livorno
Per la parte cartografica:
Geoportale Nazionale
Google Earth
ArcGis on line
090415 Masegni a pezzi: il salotto del mondo sempre più in degrado
Venezia - Degrado dell area marciana. Davanti all Ala Napoleonica segni di cedimento della pavimentazione dovuti anche ai carichi delle strutture allestite in occasione di feste e concerti. (Cristina Pagnin)
Emilia Romagna Geografia
L'Emilia-Romagna è una regione italiana situata nel settentrione della penisola. Questa regione è divisa in due parti distinte: la parte nord-est interamente in Pianura Padana (quindi con un territorio completamente piatto) e la parte sud-ovest montuosa e collinare, compresa nel versante nord dell'Appennino Settentrionale. Con i suoi 22.446 km², l'Emilia-Romagna è la sesta regione italiana per superficie. Confina con altre 6 regioni d'Italia (primato italiano detenuto insieme al Lazio), con le Marche a sud-est, la Toscana a sud, la Liguria a sud-ovest, il Piemonte a ovest, la Lombardia a nord-ovest e a nord e il Veneto a nord-est. Per tutto il lato orientale della regione, l'Emilia-Romagna viene bagnata dal Mar Adriatico. La zona montuosa occupa circa un quarto del territorio emiliano-romagnolo, mentre un altro quarto è occupato da una zona collinare ubicata tra l'Appennino e la pianura. Tutte le province della regione, esclusa quella di Ferrara, possiedono nel proprio territorio delle zone montane e/o collinari. La catena che attraversa diagonalmente l'Emilia-Romagna fa parte dell'Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo, ossia due delle tre parti dell'Appennino Settentrionale, che è a sua volta facente parte degli Appennini italiani. La vetta più alta è il Monte Cimone, che con i suoi 2.165 m è il più alto non solo dell'Emilia-Romagna ma dell'intero Appennino Settentrionale. È situato nell'estremo sud della Provincia di Modena (nel Frignano), più precisamente collocato tra i comuni di Fiumalbo, Sestola, Riolunato e Fanano. Altre grandi montagne emiliane-romagnole sono il Monte Cusna (2.121 m, situato nell'Appennino Reggiano in Provincia di Reggio Emilia), il Monte Prado (2054 m), l'Alpe di Succiso (2017 m, entrambi in territorio reggiano) e il Corno alle Scale (1.945 m), situato nel bolognese. Importanti anche il Monte Maggiorasca (1.804 m, la vetta più alta dell'Appennino Ligure a metà tra la Provincia di Parma e quella di Genova) e il Monte Fumaiolo (1.268 m), conteso tra le province di Forlì-Cesena e Arezzo e famoso soprattutto per la sorgente che dà vita al Tevere. L'Emilia-Romagna ha un territorio ricco di laghi che, però, sono spesso piccoli e di scarso interesse. I laghi più grandi si trovano sull'Appennino Tosco-Emiliano nel sud-ovest della regione. Questi laghi sono prevalentemente di origine glaciale, come ad esempio il Lago Verde in Provincia di Parma. Alcuni piccoli laghi sono presenti anche nella pianura ma molto più spesso si incontrano bacini palustri di ogni dimensione. Il Po segna per un lungo tratto il confine settentrionale della regione e una piccola parte del suo delta è anche in territorio emiliano. Dall'Appennino scendono verso la pianura numerosi altri corsi d'acqua, spesso a carattere torrentizio, molti dei quali sono affluenti di destra del Po. Tutta la parte orientale dell'Emilia-Romagna è bagnata dal Mare Adriatico e presenta coste basse e sabbiose. Questa zona interessa la Provincia di Ravenna, quelle di Forlì-Cesena, Rimini e Ferrara. Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna hanno un fiorente turismo balneare (Riviera romagnola), mentre Ferrara per lo più turismo verde e ambientale. Difatti in provincia di Ferrara sfocia, con un delta fluviale, il Po, rendendo difficile la balneazione a causa dei detriti trasportati dal fiume. Questo contemporaneamente crea però una grande biodiversità di ambienti umidi e microstazioni, racchiuse in varie aree protette. Pur avendo solamente il mare Adriatico, con la frazione di Santa Maria del Taro (frazione di Tornolo in provincia di Parma) l'Emilia-Romagna arriva a solo 34 km da Chiavari sulla Riviera di Levante e quindi dal mar Ligure. L'Emilia-Romagna possiede una vegetazione ed una fauna molto varie, questo a causa della grande diversità di ambienti presenti nel territorio regionale come gli Appennini, la zona collinare, la Pianura Padana, la costa orientale e il delta del Po. Quest'ultimo per la grande biodiversità che possiede è stato nominato recentemente Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
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SEQUESTRO UCCELLI LINATE
Sequestro presso l'aeroporto di Linate di circa 200 uccelli provenienti dall'Argentina. Le valige ove erano stipati, ormai morti e sventrati, erano nelle disponibilità di tre maltesi. Il sospetto del Corpo Forestale è ora indirizzato verso il mercato internazionale di trofei di caccia