Il museo d’arte sacra di Naso aderisce alla giornata nazionale delle famiglie al museo
museo di Naso
Vi portiamo a visitare il museo sotterraneo di Naso
museo degli antichi mestieri di Cagnanò, borgata di Naso
Oggi vi portiamo alla scoperta del museo degli antichi mestieri che si trova nella borgata Cagnanò a Naso, uno dei comuni del parco dei Nebrodi nel messinese
Naso il tempio di San Cono e la sua cripta immagini inedite
Museo di Arte Sacra Tavarnelle Val di Pesa.flv
museo Tavarnelle Val di Pesa nel Chianti Fiorentino
ASCIANO (Siena) PALAZZO CORBOLI Museo Civico Archeologico e d’Arte Sacra
Pisa - il Museo dell'Opera del Duomo
Il Museo dell'Opera del Duomo di Pisa si trova in Piazza del Duomo, nel palazzo che fu sala del Capitolo della Primaziale, risalente al XIII secolo, seminario, accademia di belle arti e convento.
Fu inaugurato nel 1986 per ospitare il tesoro della cattedrale, i reperti rimossi dai monumenti sacri per ragioni di restauro e salvaguardia, e tutte quelle opere non più presenti dei vari edifici del complesso monumentale, ma che richiedevano uno spazio espositivo pubblico.
Il museo prende nome dall'ente che gestisce il complesso monumentale, ovvero l'Opera del Duomo di Pisa.
Tra le sculture si segnalano le opere di Tino di Camaino e Giovanni Pisano, compresa la Vergine con bambino in avorio, scolpita da Giovanni nel 1300 per l'altare maggiore del Duomo.
Nelle sale del Tesoro sono presenti molti reliquiari dei secoli XVII e XVIII, e anche alcuni medievali salvati dall'incendio, tra i quali quello contenente (secondo la tradizione) alcuni sassi del Golgota e il vestito da eremita di San Ranieri, patrono della città.
Vi sono inoltre conservati dipinti dal XV al XVII secolo.
Segue una serie di tarsie lignee provenienti dall'antico coro dell'abside, una collezione di paramenti sacri e diversi reperti etruschi, romani ed egizi.
Questi ultimi furono raccolti nell'Ottocento da Carlo Lasinio, curatore del Camposanto monumentale, che ne fece una sorta di museo.
Infine, sempre ad opera del Lasinio, sono presenti delle stampe colorate ad acquarello rappresentanti gli affreschi del Camposanto, che oggi, per molti di essi, restano come testimonianza di quello che erano.
Dal chiostro del museo si può ammirare una splendida vista della Torre pendente.
20190209 Buldogs Asciano gomitata spacca naso
Durante la partita di basket serie D, gomitata che spacca il naso e ... nessun fallo
Museo interattivo di Pinocchio
Dall'antico Egitto a oggi, la storia del profumo in una mostra
Torino (askanews) - Raccontare la storia del profumo, dalla civiltà egizia ai giorni nostri: è l'ambizioso obiettivo della mostra Perfumum aperta a Palazzo Madama a Torino da giovedì 15 febbraio fino al 21 maggio.
Duecento gli oggetti esposti, tra oreficerie, vetri, porcellane e trattati scientifici. Non mancano poi le antiche etichette dei profumi e una vasta collezione dei 'must have' novecenteschi del profumo.
Curata da Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama, la mostra si compone di oggetti provenienti dalle collezioni del Palazzo, da altri musei cittadini, ma anche dalle Gallerie degli Uffizi e dal Musée International della Parfumerie di Grasse in Francia. Guido Curto, direttore di Palazzo Madama:
Anche il profumo è una forma d'arte e soprattutto i boccettini e i flaconi che li contengono sono straordinarie opere d'arte. Ve ne sottolineo una per tutte: un piccolo riccio che arriva dall'antico Egitto, dove peraltro i ricci non esistevano e quindi erano considerati animaletti straordinari che dormivano durante l'inverno per rinascere a primavera. E' uno degli oggetti più straordinari tra i 200 esposti.
Da Torino in occasione della mostra passeranno nasi e star della profumeria mondiale, come Jean Claude Ellena, storico naso di Hermès, e Lucien Ferrero, maestro profumiere e amministratore della Scuola di Alta Profumeria di Forcalquier, come ha spiegato Roberta Conzato, presidente dell'associazione Per Fumum, che ha organizzato un fitto calendario di incontri a Palazzo Madama e in altri luoghi di Torino.
Abbiamo invitato a Torino personalità del mondo della profumeria assolutamente internazionali. Ellena, naso di Hermés fino a due anni fa, presenterà il suo ultimo libro 'L'ecrivain d'odeurs' e ci racconterà la sua esperienza di vita e il suo sapere. Con l'Osmothèque di Versailles, unico museo al mondo ad avere la collezione completa dei profumi originali prodotti dal 1800 ad oggi, potremmo avere a disposizione la storia della profumeria, da Chanel n. 5 ai profumi di Guerlain, la storia della profumeria
L'associazione Per Fumum sta lavorando alla fondazione di una scuola di alta profumeria a Torino, un unicum in Italia, visto che chi intende diventare naso oggi deve recarsi all'estero.
Il nostro sogno come torinesi è portare qualcosa di importante in città che possa rappresentare anche una opportunità di lavoro per le nuove generazioni.
La mostra si chiude con una carrellata sul Novecento con flaconi provenienti da collezioni private e una collezione di etichette e manifesti.
Conferenza La riscoperta di un' Arte: le immaginette sacre- Torino, 17 Aprile 2015
E' la prima Conferenza in Italia sulle antiche Immagini devozionali e Santini esaminati sotto ogni profilo: storico, culturale, artistico, scientifico, ma soprattutto tecnologico-informatico.
Il campo informatico non era mai stato applicato sino ad ora a quest''Arte
David - Confronto sculture
Confronto tra tre sculture:
- Donatello, David-Mercurio
- Michelangelo, David
- Bernini, David
Montaggio e post produzione NEXTMedia Studio per Icosaedron S.n.c.
(C) 2013 Istituto Italiano Edizioni Atlas S.p.A. - Bergamo
La storia del Caravaggio trafugato in Sicilia. Una delle opere più ricercate al mondo
ondatv.it
Bernini a Roma
Un volo su Roma per vedere 30 opere del Bernini
21st May 1972, László Tóth attacks Michelangelo's Pietà with a hammer manortiz
21st May 1972, László Tóth attacks Michelangelo's Pietà with a hammer
On 21 May 1972, at 33 years of age (Jesus's traditional age at death), during the Feast of Pentecost, Toth, wielding a geologist's hammer and shouting, I am Jesus Christ — risen from the dead,] attacked Michelangelo's Pietà statue in St. Peter's Basilica, Vatican City. With fifteen blows[4] he removed Mary's arm at the elbow, knocked off a chunk of her nose, and chipped one of her eyelids.(Wiki)
E' domenica 21 maggio 1972. Sono le 11.30 del mattino, László Tóth, un geologo australiano di origine ungherese, con problemi di disordine mentale e che odia le donne, salta una balaustra e colpisce ripetutamente la Pietà di Michelangelo con un martello. Convinto che Dio gli abbia ordinato di uccidere la Madonna, grida: “Sono Gesù Cristo, risorto dalla morte”. Vibra 15 colpi. Contro la storia, l'immagine di una Chiesa, la cultura secolare di un patrimonio dell'umanità e dell'arte mondiale. La figura della vergine è la più danneggiata. Gli esperti che giungono sul posto contano almeno cinquanta frammenti a terra e un centinaio di piccole schegge, il braccio sinistro mutilato, il naso spaccato, la frattura di tre lembi del velo, l'abrasione dell'occhio sinistro. Il viso della giovane madonna è sfigurato e deturpato. Il restauro viene avviato immediatamente nei laboratori dei Musei Vaticani, Toth internato in un manicomio italiano per un anno e poi rimpatriato in Australia.
Papa Paolo VI attribuisce un valore al gesto del folle che va oltre ogni aspettativa. Interpreta la pietà sfregiata come l'icona di una Chiesa piangente, aggredita dal male. Il fumo di Satana è entrato nelle sale dei sacri palazzi, dirà qualche giorno dopo, chiamando in causa gli inferi, gli oscuri presagi per il futuro di Chiesa in difficoltà. La Pietà colpita è, per il Santo Padre, l'icona piangente di una sacralità profonda, aggredita da una forza oscura, dal mondo che cambia, dal male interno ed esterno. ''Il fumo di Satana è entrato nei sacri palazzi''. Una frase forte. Un Pontefice non ha mai parlato così. Papa Montini è colto e sobrio, non facile agli slanci. Secolarizzazione, marxismo, sociologismo, denaro: tutto sembra essersi messo contro il sacro e l'umano. ''Il Male è principio che attraverso la storia, il nemico di sempre che contrasta il progetto provvidenziale di Dio'', afferma ancora Paolo VI. Una condanna piena ed assoluta, che sorprende a fa riflettere.
Le martellate, la parole del Papa, lo sgomento del mondo. Ma questa è anche la storia di un restauro di grande qualità, ripreso e documentato, voluto e riuscito. Il dottor Cesare Brandi vigilò sui lavori del capolavoro con una dedizione totale. Laureatosi in Lettere all'Università di Firenze, storico d'arte, si era contraddistinto per una poliedrica attività che lo vedeva interessarsi sia nell'ambito della estetica contemporanea e sia di restauro. Il piccolo saggio ''Teoria del restauro'' rappresenta, nel mondo della conservazione, uno dei punti di riferimento assoluti nell'ambito della disciplina. A lui si deve una parte della riuscita dell'impresa, ma ci furono altri protagonisti.
La ''ricostruzione'' della Pietà fu effettuata riutilizzando i frammenti originali, oltre che un impasto a base di colla e polvere di marmo, sotto la responsabilità di Deoclecio Redig de Campos e, grazie all'esistenza di numerosi calchi, fu possibile reintegrare l'opera fedelmente. I primi giorni furono impiegati per classificare i frammenti ritrovati. Il lavoro fu affidato a Ulderico Grispigni, un eccellente tagliatore di marmo e specialista in calchi di gesso, ed a Francesco Dati, esperto restauratore di ceramiche e bronzi antichi. I dottori Federici e Gabrielli, per sostituire i pezzi mancanti, si misero cercare un materiale che riproducesse fedelmente il colore, la trasparenza e la durezza originali del marmo, mentre il compito di ricreare i frammenti mancanti fu affidato a Giuseppe Morresi, un professionista con un hobby particolare: costruire modellini di navi. I restauratori impiegarono sette mesi. L'opera terminò all'inizio del 1973 e, finalmente, il Giorno dell'Annunciazione, 25 marzo 1973, la statua fu di nuovo posta all'ammirazione di fedeli e turisti.
AGLI UFFIZI TORNA LABORATORIO 900, L'ARTE INSEGNATA AI BAMBINI
Lezioni d'arte contemporanea alla presenza di mostri sacri come Andy Warhol, Jeff Koons e Fernand Legèr. Laboratorio 900 mischia gioco e didattica per fornire ai più piccoli gli occhiali adatti a leggere l'arte contemporanea. Un appuntamento utile, secondo il Direttore della Galleria degli Uffizi, per far cambiare mentalità soprattutto ai fiorentini, che davanti all'arte contemporanea spesso storcono il naso.
Corpi - personale di Greetje Louise Roeters - opere 1994 - 2006 - reportage
Louise ha studiato arte tessile in Olanda dove è nata e grazie anche a viaggi di studio si è appassionata alla pittura e all'architettura. Nel 2002 le viene diagnosticata la sclerosi multipla ma questo non ha minato la sua predisposizione a cercare il bello e l'estetica delle forme, poi nel 2008 l'incontro con la Capodarco ed una nuova opportunità.
Con questa prima mostra, la cooperativa intende aprirsi alla città e presentarsi come luogo accogliente e foriero di iniziative sociali, artistiche e culturali consapevoli che l'integrazione sia una pratica, prima di essere un concetto astratto, e che si può fare integrazione in molteplici forme.
Corpi - personale di Greetje Louise Roeters - opere 1994 - 2006
Greetje Louise Roeters nasce Zevenhuizen, un piccolo villaggio nel nord dell'Olanda nel 1957, e, da diversi anni, è socia della cooperativa Capodarco dove lavora in Superabile, il Contact-Center integrato sulla disabilità dell'Inail.
La personale ospitata dal Parco delle innovazioni sociale e promossa da sociale.it raccoglie le sue opere più significative del periodo 1994 - 2006.
... contemporaneamente frequentavo l'accademia di Groningen dove, in un periodo di massima realizzazione personale, dipingevo un quadro dopo l'altro. Così dopo un anno ho cominciato ad organizzare piccole mostre insieme ad amici, entusiasta della mia passione.
Dopo qualche anno, purtroppo senza finire l'accademia, sono arrivata in Italia il paese più bello del mondo, dove mi sono innamorata e ho cresciuto i miei due bambini. Dopo anni ho ricominciato con piccoli quadri e disegni. L'espressione artistica è legata molto al mio stato d'animo. Tante volte quando ho problemi, mancanza di autostima, solitudine, malattia (diagnosticata sclerosi multipla nel 2002), la pittura e altre espressioni d'arte come il canto (lirica), mi aiutano a superare questi brutti periodi.
Questa mostra è il risultato del mio essere...
(Corpi - personale di Greetje Louise Roeters - opere 1994 - 2006, note biografiche dell'artista)
Quello che colpisce al primo sguardo nei Corpi di Louise sono le forme.
Corpi, infatti, e non volti: dei particolari del viso si riconoscono a malapena la prominenza del naso e le cavità oculari, ma i corpi..., i corpi sono articolati in posizioni significative e, soprattutto, sono ben definiti, materici, presenti.
A volte assumono pose contorte, altre volte si adagiano, quasi stanchi, in atteggiamenti rilasciati, ma sempre in posture che mettano in evidenza le peculiarità dell'immagine femminile.
E poi il colore. È attraverso il colore che le sagome di Louise acquisiscono tridimensionalità. Colori a forte contrasto o a sfumature progressive di toni, che torniscono il busto e gli arti sino a farli divenire corposi, possenti, volumetrici.
Forma e colore, i principi basilari dell'espressione pittorica, infondono vita interiore a queste figure, ne manifestano la forza vitale che promana dall'interno anche quando l'aspetto esteriore sembrerebbe dimostrare il contrario. I Corpi di Louise, nelle loro forme tondeggianti, quasi scultoree, hanno qualcosa di primigenio, qualcosa che richiama istintivamente alla mente l'immagine della Grande Madre, la divinità archetipica della cultura primitiva, con la quale si rappresentava il mistero della vita, della fecondità e della fertilità e, quindi, del ciclico rinnovamento della Natura. E, a ben guardare, nelle donne raffigurate da Louise possiamo scovare i vari momenti del ciclo vitale, del ventaglio variopinto degli stati d'animo e, soprattutto, della spiritualità femminile.
Barbara Mazzei, Responsabile del Settore Restauro, Musei e Archivi della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (dal comunicato stampa dell'evento).
Nella storia della Capodarco la sede di Torricola è un posto speciale
Una vecchia scuola rurale, concessa in uso dal Comune di Roma per scopi sociali a partire dagli anni Ottanta, riadattata e resa accessibile a persone con disabilità motorie. Ha accolto nel tempo vari servizi svolti dalla Cooperativa Sociale Capodarco a partire dalle produzioni in ceramica, accompagnandola negli anni e vedendola crescere e cambiare per buona parte della sua storia.
Il presente vede Torricola al centro di una nuova sfida, oltre ad ospitare alcuni servizi, diviene sede di Sociale.it e del progetto di un parco dell'innovazione sociale, un luogo nel quale la ricerca e l'applicazione delle competenze acquisite nella cooperazione, possano produrre nuovi sbocchi di sviluppo per progetti e servizi innovativi, uno spazio condiviso, dove far convergere necessità e opportunità, dove trovare soluzioni a nuove esigenze e bisogni ma anche uno spazio aperto all'espressività di eccellenze in vari campi, compresi quelli artistici e culturali.
Con questi obiettivi sabato 31 maggio alle ore 18 nasce un primo evento: la mostra Corpi della socia Louise Roeters che prevede l'esposizione di 12 opere pittoriche.
Realizzato da Dvi99 per sociale.it
Illustri Conosciuti - Federico da Montefeltro
Puntata di Illustri Conosciuti del 25 settembre 2016 dedicata a Federico da Montefeltro. Piero Badaloni illustra la storia e le vicende del Conte di Montefeltro avvalendosi delle spiegazioni di Maria Rosaria Valazzi, storica dell'arte, e Marcello Simonetta, storico e autore de L'enigma Montefeltro.
Buono e cattivo governo secondo Ambrogio Lorenzetti (1338)
Giorgio Bertone illustra il celebre affresco del pittore senese Ambrogio Lorenzetti prima di una presentazione della good governance da parte di Serge Latouche al Palazzo Ducale di Genova il 4 ottobre 2011. Sono inevitabili i paragoni tra le immagini del trecento della buona e cattiva politica e la realtà dei nostri giorni .
Corpi - personale di Greetje Louise Roeters - opere 1994 - 2006 - promo
Louise ha studiato arte tessile in Olanda dove è nata e grazie anche a viaggi di studio si è appassionata alla pittura e all'architettura. Nel 2002 le viene diagnosticata la sclerosi multipla ma questo non ha minato la sua predisposizione a cercare il bello e l'estetica delle forme, poi nel 2008 l'incontro con la Capodarco ed una nuova opportunità.
Con questa prima mostra, la cooperativa intende aprirsi alla città e presentarsi come luogo accogliente e foriero di iniziative sociali, artistiche e culturali consapevoli che l'integrazione sia una pratica, prima di essere un concetto astratto, e che si può fare integrazione in molteplici forme.
Corpi - personale di Greetje Louise Roeters - opere 1994 - 2006
Greetje Louise Roeters nasce Zevenhuizen, un piccolo villaggio nel nord dell'Olanda nel 1957, e, da diversi anni, è socia della cooperativa Capodarco dove lavora in Superabile, il Contact-Center integrato sulla disabilità dell'Inail.
La personale ospitata dal Parco delle innovazioni sociale e promossa da sociale.it raccoglie le sue opere più significative del periodo 1994 - 2006.
... contemporaneamente frequentavo l'accademia di Groningen dove, in un periodo di massima realizzazione personale, dipingevo un quadro dopo l'altro. Così dopo un anno ho cominciato ad organizzare piccole mostre insieme ad amici, entusiasta della mia passione.
Dopo qualche anno, purtroppo senza finire l'accademia, sono arrivata in Italia il paese più bello del mondo, dove mi sono innamorata e ho cresciuto i miei due bambini. Dopo anni ho ricominciato con piccoli quadri e disegni. L'espressione artistica è legata molto al mio stato d'animo. Tante volte quando ho problemi, mancanza di autostima, solitudine, malattia (diagnosticata sclerosi multipla nel 2002), la pittura e altre espressioni d'arte come il canto (lirica), mi aiutano a superare questi brutti periodi.
Questa mostra è il risultato del mio essere...
(Corpi - personale di Greetje Louise Roeters - opere 1994 - 2006, note biografiche dell'artista)
Quello che colpisce al primo sguardo nei Corpi di Louise sono le forme.
Corpi, infatti, e non volti: dei particolari del viso si riconoscono a malapena la prominenza del naso e le cavità oculari, ma i corpi..., i corpi sono articolati in posizioni significative e, soprattutto, sono ben definiti, materici, presenti.
A volte assumono pose contorte, altre volte si adagiano, quasi stanchi, in atteggiamenti rilasciati, ma sempre in posture che mettano in evidenza le peculiarità dell'immagine femminile.
E poi il colore. È attraverso il colore che le sagome di Louise acquisiscono tridimensionalità. Colori a forte contrasto o a sfumature progressive di toni, che torniscono il busto e gli arti sino a farli divenire corposi, possenti, volumetrici.
Forma e colore, i principi basilari dell'espressione pittorica, infondono vita interiore a queste figure, ne manifestano la forza vitale che promana dall'interno anche quando l'aspetto esteriore sembrerebbe dimostrare il contrario. I Corpi di Louise, nelle loro forme tondeggianti, quasi scultoree, hanno qualcosa di primigenio, qualcosa che richiama istintivamente alla mente l'immagine della Grande Madre, la divinità archetipica della cultura primitiva, con la quale si rappresentava il mistero della vita, della fecondità e della fertilità e, quindi, del ciclico rinnovamento della Natura. E, a ben guardare, nelle donne raffigurate da Louise possiamo scovare i vari momenti del ciclo vitale, del ventaglio variopinto degli stati d'animo e, soprattutto, della spiritualità femminile.
Barbara Mazzei, Responsabile del Settore Restauro, Musei e Archivi della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (dal comunicato stampa dell'evento).
Nella storia della Capodarco la sede di Torricola è un posto speciale
Una vecchia scuola rurale, concessa in uso dal Comune di Roma per scopi sociali a partire dagli anni Ottanta, riadattata e resa accessibile a persone con disabilità motorie. Ha accolto nel tempo vari servizi svolti dalla Cooperativa Sociale Capodarco a partire dalle produzioni in ceramica, accompagnandola negli anni e vedendola crescere e cambiare per buona parte della sua storia.
Il presente vede Torricola al centro di una nuova sfida, oltre ad ospitare alcuni servizi, diviene sede di Sociale.it e del progetto di un parco dell'innovazione sociale, un luogo nel quale la ricerca e l'applicazione delle competenze acquisite nella cooperazione, possano produrre nuovi sbocchi di sviluppo per progetti e servizi innovativi, uno spazio condiviso, dove far convergere necessità e opportunità, dove trovare soluzioni a nuove esigenze e bisogni ma anche uno spazio aperto all'espressività di eccellenze in vari campi, compresi quelli artistici e culturali.
Con questi obiettivi sabato 31 maggio alle ore 18 nasce un primo evento: la mostra Corpi della socia Louise Roeters che prevede l'esposizione di 12 opere pittoriche.
Realizzato da Sergio Braga per nethic.it