Tomba di VESPASIANO GONZAGA nella chiesa INCORONATA di SABBIONETA (Mantova)
Il duca di Sabbioneta, VESPASIANO GONZAGA, chiese espressamente nel suo testamento di essere sepolto nella chiesa dell’Incoronata. Il monumento funebre venne realizzato nel 1592 da Giovan Battista della Porta in rarissimi marmi policromi, al centro del quale fu collocata la statua bronzea di Vespasiano. La scultura, ritrae Vespasiano abbigliato con un’armatura classicheggiante e seduto su di una sella curulis dai piedi terminanti ad artiglio con i braccioli a voluta, opera dello scultore aretino Leone Leoni.
Nell’estate del 1988 durante i lavori di risanamento della pavimentazione della chiesa fu scoperta la tomba di Vespasiano Gonzaga. Al disotto del monumento marmoreo era presente una cripta chiusa da un muro di sbarramento, come attesta il Libro dei Morti conservato nell’Archivio Storico Parrocchiale di Sabbioneta.
Nella tomba, invasa da finissimi sedimenti che costituivano uno spesso strato, furono rinvenuti i resti ossei della famiglia ducale di Sabbioneta.
Sull’unico scheletro ancora in composizione anatomica, quello di Vespasiano Gonzaga, fu ritrovato un piccolo ciondolo d’oro, il “toson d’oro” l’ordine cavalleresco più ambito e prestigioso del Rinascimento.
Vespasiano fu insignito del prezioso collare del Toson d’oro nel 1585 per conto del re cattolico Filippo II; l’ottenne dalle mani dell’amico Ottavio Farnese durante una solenne cerimonia nel duomo di Parma. Il gioiello oggi si conserva nella sala del Tesoro del Museo d’Arte Sacra.
Chiesa della Beata Vergine Incoronata - SABBIONETA
Venne costruita tra il 1586 e il 1588 a pianta ottagonale sulle rovine della chiesa di San Niccolò, fatta demolire dal duca Vespasiano Gonzaga. Le decorazioni interne (1770 circa) sono opera di allievi della scuola di Antonio Galli da Bibbiena.
Al suo interno, nella cappella a sinistra dell'altare maggiore, è collocato il monumento funebre in marmi policromi di Vespasiano Gonzaga realizzato intorno al 1592 dallo scultore Giovan Battista Della Porta, sul quale campeggia la statua in bronzo del duca.
Museo Diocesano di Mantova - Claudio Gobbetti
La video presentazione completa e originale del Museo dura due ore. Su richiesta è possibile vederla nel Museo Diocesano in Piazza Virgiliana, 55 (Mantova) presso la saletta video. La presentazione che ora vediamo è un estratto di solo alcune opere esposte.
Sala Gonzaga al Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova
Estratto dal DVD
C. Compagni Stile sacro al Museo diocesano Francesco Gonzaga
Ca' Gioiosa Edizioni, Mantova 2008
L'opera è disponibile in versione integrale presso il bookshop del museo
museodiocesanomantova.it
Musica: estratto da J. S. Bach Toccata e Fuga in Re Minore
eseguita da Frederik Magle presso la Cattedrale di Riga nel 1993
Lodi Basilica cattedrale della Vergine Assunta (Duomo) Museo del Duomo e piazza Broletto
La basilica cattedrale della Vergine Assunta, comunemente nota come duomo, è il principale luogo di culto cattolico della città di Lodi, in Lombardia, sede vescovile della diocesi omonima.
È una delle chiese più grandi della Lombardia e il monumento più antico di Lodi: la prima pietra dell'edificio, infatti, venne simbolicamente posta il 3 agosto 1158, giorno stesso della fondazione della città.
Nel marzo del 1970 papa Paolo VI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.
Esterno.
La maestosa facciata asimmetrica in cotto, tipicamente romanica con il suo coronamento ad archetti, presenta un protiro gotico che poggia su sottili colonne sorrette da leoni di pietra. Sono degni di nota anche il grande rosone centrale e due bifore rinascimentali, che ricordano quelle della Certosa di Pavia e sono state probabilmente realizzate dalla scuola di Giovanni Antonio Amadeo. È presente inoltre un'edicola che ospita una statua in bronzo di San Bassiano, copia di quella originale in rame dorato, risalente al 1284 e collocata all'interno. Il massiccio campanile, realizzato tra il 1538 ed il 1554 su progetto del lodigiano Callisto Piazza, rimase incompiuto per motivi di sicurezza militare.
Nello spazio compreso tra l'edificio ed il Palazzo Vescovile, si può visitare il cortile dei canonaci: è ciò che resta dell'antico chiostro del 1484, realizzato da Giovanni Battagio ed ornato da colonne e decorazioni in cotto. Dalla Cattedrale si può inoltre accedere al ricco Museo diocesano d'arte sacra.
Interno.
L'interno della cattedrale di Santa Maria Assunta è a pianta basilicale, con tre navate separate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri cilindrici in cotto e coperte con volte a crociera; le navate laterali sono sormontate da matronei che si aprono sulla navata centrale con bifore. L'ultima campata di quest'ultima e l'abside sono sopraelevati e costituiscono l'antico presbiterio: qui si trova l'altare maggiore barocco in marmi policromi. Davanti al presbiterio antico si trova quello nuovo, realizzato dopo il Concilio Vaticano II, avente per altare un sarcofago in marmo di Verona.
L'interno della cattedrale custodisce notevoli opere d'arte, quali un polittico di Callisto Piazza raffigurante La Strage degli Innocenti, un secondo polittico ad opera di Alberto Piazza con la Vergine Assunta ed un Giudizio Universale del XV secolo. Inoltre, il grande catino dell'abside è adornato da un mosaico realizzato da Aligi Sassu.
Cripta.
L'ampia cripta, al cui ingresso è conservato un bassorilievo del XII secolo che ritrae l'Ultima Cena, è la parte più antica della Cattedrale. In origine il pavimento era più alto di 65 cm e le volte erano sorrette da pilastri in cotto. Al centro si trova l'altare del 1856, che custodisce le spoglie di San Bassiano in una teca d'argento, opera di Antonio Cassani; le scalfiture sono di Giosuè Argenti, mentre la lamina in rame sbalzato con episodi della vita del Santo, è opera di Tilio Nani. Alla sinistra dell'altare maggiore vi è l'altare di Sant'Alberto Quadrelli, vescovo di Lodi dal 1168 al 1173. I corpi di entrambi i santi sono stati ricomposti e rivestiti nel 1994.
Nell'absidiola di sinistra si trova anche un gruppo scultoreo del Quattrocento raffigurante un Compianto sul Cristo Morto con personaggi in lacrime, popolarmente detti i caragnòn del Dòmm.
Alla Triennale Ennesima - Una mostra di sette mostre sull'arte italiana
Dal 26 novembre 2015 al 6 marzo 2016, La Triennale di Milano presenta Ennesima. Una mostra di sette mostre sull'arte italiana. Non “una” mostra sull’arte italiana ma, letteralmente, “una mostra di mostre” che, attraverso sette percorsi, cerca di esplorare gli ultimi cinquant’anni di arte contemporanea in Italia raccogliendo più di centosettanta opere di oltre settanta artisti dall’inizio degli anni Sessanta ai giorni nostri, in un allestimento che si estende sull’intero primo piano della Triennale di Milano. Ai nostri microfoni il curatore Vincenzo de Bellis.
SACRO MONTE DI CREA (Monferrato, Piemonte) Il Santuario e le Cappelle INTEGRALE (UNESCO)
Il Sacro Monte di Crea è situato su una delle più alte colline del Monferrato, nei pressi di Serralunga di Crea, in Provincia di Alessandria.
Il Sacro Monte si snoda lungo la salita che porta al Santuario mariano, e di lì procede lungo un sentiero che, in un bosco di querce e frassini, si inerpica tra le asperità di un friabile terreno roccioso sino ad arrivare alla cappella del Paradiso, posta alla sommità della collina.
Come gli altri Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, anche quello di Crea è situato in un vasto parco naturale: in esso si realizza quella suggestiva sintesi tra paesaggio, arte e memoria storica, che ne costituisce la cifra interpretativa.
I Sacri Monti del Piemonte, assieme a quelli della Lombardia, sono stati inseriti nel 2003 dall'UNESCO nell'elenco dei patrimoni dell'umanità.
Molteplici sono le opere di grande interesse artistico conservate nella chiesa-basilica di Santa Maria, a cominciare dagli affreschi (1474–1479) della Cappella di Santa Margherita, con la Madonna in trono e i donatori e le Scene del martirio della Santa. Si tratta di opera importante per la storia dell'arte rinascimentale in Piemonte, che lascia intendere lo sforzo di aggiornamento sui modelli lombardi.
L'ignoto autore, convenzionalmente chiamato “Maestro di Crea” è stato, di recente, dubitativamente identificato con Francesco Spanzotti, fratello del più celebre Martino.
Tra le opere custodite dalla chiesa va anche ricordata una bella tavola di Macrino d'Alba e, dello stesso autore - collocati nel Museo del Santuario – due deliziosi piccoli ritratti raffiguranti Guglielmo IX del Monferrato e Anna d'Alençon.
Una menzione meritano anche la tela di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1565-1625) raffigurante il Padre Eterno e la tela di Santa Margherita dipinta da sua figlia, Orsola Caccia (1619-1676)
Il valore artistico delle 23 cappelle presenti a Crea è oggi riconosciuto da una critica che ha cessato – come ancora succedeva alcuni decenni or sono – di riferirsi ad esse come a manifestazione ingenua di arte popolare.
Riguardo agli autori delle statue di terracotta e degli affreschi che prolungano le scene sacre sulle pareti delle cappelle, permangono, anche a causa delle tormentate vicissitudini del Monte, molte difficoltà attributive.
Tra i principali scultori che operarono al Monte sin dall'avvio del lavori nel 1589, vanno ricordati i fratelli Jean e Nicolas de Wespin (detti i Tabacchetti), artisti di provenienza fiamminga, il maggiore dei quali, Jean, aveva già lavorato a Varallo.
Tra gli autori delle opere a fresco va ricordato ancora Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, esponente di primo piano della pittura manierista piemontese tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo.
Verosimili gli interventi sia dei Tabacchetti sia del Caccia nella imponente Cappella del Paradiso dedicata alla Incoronazione della Vergine, anche se difficili da riconoscere a causa dei tanti rimaneggiamenti subiti ad opera dei restauri. La Cappella del Paradiso rappresenta il culmine, fisico e simbolico, del percorso devozionale. Di grande effetto scenico, anche se di incerta resa artistica, quasi a prefigurare le esagerazioni del barocco, è il complesso delle sculture in terracotta e gesso che ne popolano la scena, con il gruppo formato da ben 175 angeli che portano in cielo la Vergine, cui fanno corona 300 figure plastiche raffiguranti santi e profeti e una aerea moltitudine di angeli musicanti dipinti sulla volta.
Tra gli interventi più recenti va segnalata la edificazione ex novo della cappella della Salita di Gesù al Calvario, con il gruppo di statue in gesso eseguite (1892- 95) dallo scultore casalese Leonardo Bistolfi.
Riapre Corte Nuova (Mantova, 03/03/2017)
Con un nuovo allestimento della prima sezione del Museo delle Statue è stato riaperto in Palazzo Ducale l'Appartamento di Troia in Corte Nuova.
Restauro Perugino net
Un gruppo d'imprenditori della provincia di Ancona ha ciso di contribuire al restauro della madonna col bambino del Perugino posta nella chiesa delle Grazie di Senigallia,stessa sede dove era esposta,prima che venisse portata al museo nazionale di Urbino,la famosissima Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.Il tutto grazie ad una convenzione tra diocesi,comune,soprintendenza ed ovviamente gli industriali benefattori.Il restauro verrà completato entro il 2014,anno in cui verrà realizzata una grande mostra.Riprese video Paolo Maccari
Varese, la salita al Sacro Monte (Guido Guerrasio, 1987) | Archivio storico
Il cortometraggio, parte della serie co-prodotta dalla Cariplo “Archivio dell'arte”, presenta una dettagliata descrizione delle quattordici cappelle costruite nel Seicento lungo la Via Sacra sul “Sacro Monte” di Varese, su progetto di Giuseppe Bernasconi; il film illustra ciascuno dei quindici misteri del Rosario, ricostruiti in modo naturalistico, con figure in terracotta dipinta e affreschi, nelle cappelle e nella chiesa.
Produzione: Cosmovideo/Rai/Regione Lombardia/Cariplo, Servizio Propaganda e Sviluppo
Sezione multimediale Intesa Sanpaolo: materiale audio e audiovisivo eterogeneo per tipologia, storia e qualità, prodotto dagli istituti confluiti nel Gruppo dagli anni Cinquanta in avanti, con qualche rarità risalente alla prima metà del Novecento. Consultabile su appuntamento presso l’Archivio storico.
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Misteri Alchemici nel portone d'ingresso della Cattedrale di Ferrara
Sorto nella prima metà del XII secolo il Duomo di San Giorgio, è uno dei monumenti più importanti di Ferrara. In bilico tra lo stile Romanico e quello Gotico la Cattedrale porta scritta sulla facciata non solo la storia cittadina ma i segreti di quelle scienze esoteriche che rifiorirono in Europa a partire dal XII secolo quali l'Astrologia, la Cabala e l'Alchimia.
L'antica facciata di questo tempio è costruita, nelle sue proporzioni, sfruttando il valore delle cifre e delle corrispondenti figure geometriche.
Come molte cattedrali medievali anche il duomo di Ferrara aveva il compito di fungere da asse cosmico e da libro muto attraverso il quale l'essere umano può assimilare i concetti religiosi a lui tramandati ed elaborali.
E' sicuramente in quest'ottica che bisogna interpretare la rappresentazione della pesatura delle Anime che, sebbene ispirata all'Apocalisse di Giovanni presenta non pochi elementi iniziatici a partire dal triangolo in cui è iscritta e del quale il Cristo racchiuso nella Mandorla Mistica è il vertice.
Appena sotto di lui l'umanità è raffigurata in due cortei contrapposti: a Destra del Cristo vi sono i beati che si recano da Abramo, a Sinistra del Cristo, invece, i dannati sono sospinti vero l'inferno.
Alla nostra sinistra Abramo, riconoscibile dai beati nel suo grembo, costituisce l'angolo inferiore sinistro del Triangolo, l'angolo opposto è occupato dal Demonio che, aiutato dalla sua schiera di demoni ingoia i dannati condannati alla Morte Eterna.
Il Centro di questa scena è occupato da una raffigurazione della Vergine, Madre compassionevole e vera mediatrice tra la Terra e il Cielo
Tuttavia, ciò che ha maggiormente attratto l'attenzione mia e del Marchese è il protiro la cui simbologia appare spiccatamente alchemica.
Infopoint Rigoletto (Mantova, 28/03/2015)
Inaugurato alla Casa del Rigoletto un nuovo punto informativo per i turisti che sarà anche spazio espositivo. Video realizzato dalla WebTV Mantova.TV, solo su Internet al sito mantova.tv
08 La Sagra di San Giovanni
Reggio Cal., Mostra Arte Figurativa Contemporanea Figurae
Conferenza stampa a Villa Zerbi, Sindaco Giuseppe Scopelliti (24.04.08)
***** LODI - Tempio Civico della Beata Vergine INCORONATA o Santuario dell'INCORONATA
Il Tempio Civico della Beata Vergine Incoronata, noto anche con il nome di santuario dell'Incoronata, è un luogo di culto cattolico situato a Lodi.
La chiesa, impreziosita da notevoli opere d'arte, è riconosciuta come uno dei massimi capolavori del Rinascimento lombardo e rappresenta il monumento più prestigioso della città.
La denominazione di tempio civico è dovuta al fatto che la proprietà dell'edificio è sempre stata appannaggio del comune[6] – e non della diocesi – fin dal momento della sua costruzione, promossa dalla cittadinanza e dalle autorità laiche di Lodi.
L'ESTERNO.
Il progetto dell'edificio fu realizzato da Giovanni Battagio; i lavori di costruzione furono diretti in gran parte da Gian Giacomo Dolcebuono, che verosimilmente si attenne alle indicazioni del suo predecessore.
Il tempio – collocato in una caratteristica via molto stretta nei pressi di piazza della Vittoria – è a pianta ottagonale, coperto da una cupola ad otto spicchi sormontata da una lanterna; esternamente, attorno al tamburo, sempre ottagonale, corre una balaustra a colonnine e pinnacoli; tra il 1511 e il 1513 è documentato l'intervento al tiburio dell'architetto Giovanni Antonio Amadeo. Il campanile – disegnato da Lorenzo Maggi – venne realizzato nel 1503, mentre la facciata fu completata solo nel 1879 da Afrodisio Truzzi.
L'INTERNO.
L'interno è impreziosito da sontuose decorazioni in oro e presenta, nell'ordine superiore, un matroneo ad archetti sorretto da colonnine blu e oro.
Con il trascorrere degli anni, l'edificio divenne una vera e propria galleria d'arte: ospita infatti numerosi affreschi, tavole e tele realizzati tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell'Ottocento dai maggiori artisti che operarono a Lodi. Il Bergognone è l'autore di quattro tavole, tra le quali sono particolarmente importanti L'Annunciazione (che offre uno spaccato di paesaggio tipicamente lodigiano) e La presentazione al Tempio (che riproduce l'interno dell'Incoronata). Martino e Albertino Piazza hanno invece realizzato il Polittico Berinzaghi e L'Incoronazione della Vergine, dipinto su seta posto dietro l'altare maggiore. Callisto Piazza e Stefano Maria Legnani, infine, lasciarono qui alcuni dei loro maggiori capolavori.
LA CUPOLA.
Gli otto spicchi della parte interna della cupola – affrescati nel 1840 da Enrico Scuri – raffigurano i Trionfi dei santi lodigiani.
IL NICCHIONE DELL'INGRESSO.
Il nicchione dell'ingresso principale è impreziosito dalle Storie di Abramo (1562) di Fulvio Piazza; sopra il portone si trova l'Epifania, opera attribuita a Callisto Piazza.
IL NICCHIONE DELL'ORGANO.
All'interno del nicchione alla destra dell'ingresso, sopra una cantoria riccamente decorata con dipinti e intagli dorati, vi è l'organo a canne, rifacimento di Giovanni Battista Chiesa effettuato nel 1775 di un precedente organo di Domenico De Luca risalente al 1507. Lo strumento, a trasmissione meccanica originaria, è racchiuso all'interno di una ricca cassa con portelle dipinte raffiguranti San Bassiano (portella di destra) e la Madonna col Bambino (portella di sinistra). L'organo ha un'unica tastiera di 50 note con prima ottava scavezza ed una pedaliera a leggio anch'essa con prima ottava scavezza.
LA CAPPELLA DI SAN PAOLO.
Questa cappella possiede alle pareti numerose opere realizzate dal Bergognone. Tra esse spiccano l'Annunciazione e la Visitazione.