Museo E Rifugi SMI Campo Tizzoro (PT)
Le Gallerie del Museo E Rifugi SMI di Campo Tizzoro
CAMPO TIZZORO - MUSEI E RIFUGI S.M.I. - 14/10/2017
MUSEI E RIFUGI S.M.I.
Campo Tizzoro è un paese che sorge sull’Appennino Tosco-Emiliano, sulla strada che collegava Pistoia a Modena (Ximeniana). Ricordato per essere stato teatro della battaglia di Catilina (62 a.c.) , ritrova la sua importanza attraverso le ferriere che qui trovano i natali, grazie alla presenza di due fattori fondamentali: l’acqua e la legna, ovvero fonti di energia indispensabili per queste attività. E da questo sembra derivare il nome del paese (campo per il carbone).
Ma il vero e proprio sviluppo lo ottiene a partire dal 1910 quando Luigi Orlando, membro di una delle più importanti famiglie industriali italiane, avendo ricevuto dal Ministro della Guerra Gen. Paolo Spingardi l’incarico di rifornire le forze armate del minuzionamento, sceglie questa zona per costruire una nuova industria metallurgica per la produzione di proiettili. L’azienda viene insediata in meno di un anno e, dal 1911, inizia la sua produzione la Società Metallurgica Italiana o S.M.I..
In contemporanea alla nascita dello stabilimento, visto il notevole numero di operai che l’azienda viene ad impiegare, parte anche l’espansione del paese. Espansione che gli Orlando si preoccupano di organizzare provvedendo alla costruzione di tutte le strutture ed infrastrutture necessarie. Ecco quindi la costruzione delle case per le famiglie degli operai, degli impiegati e dei dirigenti; delle scuole, dall’asilo alle scuole professionali; della chiesa, della farmacia e dei luoghi per l’aggregazione del dopo lavoro. E non finisce qui: oltre a questo, si viene a creare tutto un indotto attorno alla produzione per garantire sostentamento e beni sia per chi vive qui che per l’attività stessa. Si può decisamente dire che il destino del paese è strettamente legato a quello dello stabilimento.
Questo successo è favorito anche dai collegamenti che qui si trovano e si incrementano: la Strada Statale 64 Porrettana e la stazione ferroviaria di Pracchia. Inoltre l’azienda adotta sistemi di lavorazione di nuova generazione come la catena di montaggio, dove è il pezzo che si lavora a spostarsi e non il lavoratore, lo stesso sistema ideato negli Stati Uniti da Henry Ford per la sua casa automobilistica. Così come nuovo impulso viene dato alle innovazioni del settore chimico. A pieno regime nello stabilimento arrivano a lavorarci circa 7000 persone.
Negli anni ’30 una legge dello Stato stabilisce che le industrie di notevole importanza dovevano dotarsi di rifugi antiaerei e così fa anche la S.M.I. creando un vero capolavoro di ingegneria, funzionale e moderno per l’epoca, senza lesinare sui costi.
In otto mesi, utilizzando calcestruzzo armato inglese e manodopera specializzata, vengono realizzati 3 km di gallerie a circa 20 mt. sottoterra. Gli 8 ingressi si trovavano sotto ogive blindate sparse sul territorio con chiusura auto sigillante. Si scendeva tramite scale elicoidali che permettevano l’evacuazione dell’intera forza lavoro dello stabilimento in 3 minuti.
All’interno si trovavano tutti i servizi per garantire il proseguimento della vita della gente: pronto soccorso, infermeria, vigili del fuoco, asilo, mensa, bagni, locali di decontaminazione ed anche una piccola cappella. Lungo i corridoi erano sistemate delle lunghe panche per sedersi. Per non fermare le lavorazioni, vengono trasportati pure alcuni macchinari ed organizzato un poligono per le prove di fuoco. Interessante vedere che, lungo i muri, vengono scritte alcune regole di comportamento che assicurano la migliore permanenza in questi locali.
Il passaggio della Seconda Guerra Mondiale per fortuna non ha portato bombardamenti sulla S.M.I. ma i locali sono comunque stati utilizzati durante gli allarmi antiaereo. E non solo dagli operai dell’azienda: infatti in alcuni momenti qui sono stati ospitati anche gli abitanti di frazioni vicine a Campo Tizzoro che, di giorno uscivano per lavorare e, di notte, si rifugiavano qui.
Nel secondo dopoguerra lo stabilimento continua la sua produzione, anche se le commesse andavano via via calando, fino al 2006, anno in cui viene definitivamente chiuso.
Nel 2012, in alcuni dei locali dello stabilimento, l’Istituto di Ricerche Storiche e Archeologiche di Pistoia apre il Museo dei Rifugi della S.M.I..
(Fonte web)
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