Voce Media Tv. San Bartolomeo rinnova l'oratorio
Grande entusiasmo per la prima pietra del nuovo oratorio di San Bartolomeo in città. A benedire l'inizio del nuovo cammino il vescovo ausiliare emerito Mario Vigilio Olmi.
Sisma, riaperta Chiesa di San Bartolomeo a Ferrara
Si è svolta ieri sera, in occasione della festa liturgica di San Bartolomeo Apostolo, la cerimonia di riapertura della “Chiesa di San Bartolomeo” in San Bartolomeo in Bosco.
La chiesa era stata gravemente danneggiata dal terremoto, tanto da dover demolire e ricostruire ex-novo la scuola d’infanzia, inaugurata a fine 2014, per poi mettere mano alla Chiesa.
Un evento molto importante per la comunità, anche perché si tratta di uno tra i primi edifici di culto resi inagibili dal terremoto ad essere riaperto. Presenti, tra le autorità locali, il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, che ha officiato la messa
I Moldavi ortodossi accolgono il loro vescovo
12PORTE - 15 febbraio 2018: Sono trascorsi 5 anni da quando il Cardinale Carlo Caffarra ha concesso al patriarcato ortodosso di Mosca l’utilizzo della Chiesa ex-parrocchiale delle Muratelle, perché vi potesse svolgere le sue funzioni la parrocchia moldava intitolata Protezione della Madre di Dio.
Domenica la comunità, guidata dal protopresbitero p. Trifan ha accolto per la prima volta la visita di un vescovo del patriarcato di Mosca che ha celebrato la Divina Liturgia pontificale, dando così anche il crisma della ufficialità alla vita liturgica e pastorale di una comunità cristiana molto vivace.
Al suo arrivo in Chiesa, il Vescovo Nikodim, della eparchia moldava di Edinet e Briceni, ha ricevuto il saluto cordiale dell’Arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, che ha rinnovato le espressioni di gioia e di soddisfazione per l’amicizia profonda che lega la comunità ortodossa con la diocesi bolognese. Vladika Nikodim ha rappresentato a mons. Zuppi il saluto del Patriarca di Mosca Kirill, del Metropolita di Moldavia Vladimir e dell’Arcivescovo Antonio che ha la cura pastorale delle parrocchie italiane del patriarcato di Mosca e gli ha fatto dono di un engolpion, la sacra icona che i Vescovi orientali portano sul petto come segno distintivo della loro missione pastorale, e anche di una delle prime copie del Vangelo che la chiesa ortodossa moldava ha approvato per l’uso liturgico.
In segno di gratitudine, p. Trifan con i fedeli della parrocchia donato a mons. Zuppi una artistica icona dell’evangelista Matteo, di cui porta il nome.
Per avere un’idea della vitalità di questa comunità, si può rilevare come nei 5 anni della sua esistenza, si sono celebrati alle Muratelle più di 300 matrimoni e più di 700 battesimi, anche a testimonianza di un forte attaccamento alla vita e alla fede da parte di una delle nazionalità più numerose della immigrazione presente sotto le due torri.
L’Arcivescovo Zuppi, in risposta al saluto di Vladika Nikodim, ha affermato l’importanza della esistenza di questa comunità per la città di Bologna, ma anche per la Chiesa Cattolica bolognese. La vostra fede è un sostegno anche per la nostra. Mons. Zuppi ha espresso la sua soddisfazione perché la Chiesa delle Muratelle, da tempo chiusa, ha potuto tornare ad essere Casa di Dio e Casa di Preghiera e si augurato che l’amicizia tra i nostri popoli e le nostre chiese possa crescere fino al punto di diventare piena comunione.
Durante la sua permanenza a Bologna, Vladika Nikodim, ha salutato e incoraggiato anche la parrocchia russa ortodossa di San Basilio, dove lunedì mattina ha celebrato la Liturgia della festa dei Santi Gerarchi Basilio, Gregorio e Crisostomo.
Avete un buon vescovo, aveva esclamato mons. Zuppi, al termine dell’incontro avvenuto alle Muratelle, constatando di persona la bontà e l’energia con la quale Vladika Nikodim esortava e incoraggiava i fedeli a leggere le Sante Scritture e a perseverare nella preghiera e nella vita cristiana.
Le campane di S.Pietro in Casale (BO)
S.Pietro in Casale (BO) - Parrocchia dei Ss.Pietro e Paolo
4 campane intonate in quarto maggiore:
Sol3 = Cesare Brighenti, 1947
La3 = Cesare Brighenti, 1947
Si3 = Cesare Brighenti, 1947
Re4 = Cesare Brighenti, 1947
L'immagine più antica della chiesa di San Pietro In Casale risale al 1578. è uno schizzo a penna di Egnazio Danti che ci presenta la facciata con una tripartizione a canna, con semicolonne corrispondenti alla struttura interna a tre navate; la porta è di foggia romanica, architravata e con lunetta. Vi è una grande finestra circolare per dare maggiore luce all'interno. La casa a sinistra è verosimilmente la canonica. Il campanile non appare ancora completato con la cella campanaria ma ha un semplice tetto a quattro acque che copre le campane e l'intera costruzione. L'immagine ci mostra la Chiesa di San Pietro In Casale dopo i diversi lavori di restauro che furono eseguiti verso la fine del 500. Nel 1849 la Chiesa si presentava con una facciata di linea barocca, probabilmente settecentesca, della cui costruzione non si è però rinvenuta alcuna traccia documentaria. Dietro questa facciata si trova ancora il corpo dell'antica Chiesa, molto più basso. Il Campanile è stato completato con una cella campanaria ma è ben visibile il distacco tra l'antica costruzione romanica e le aggiunte successive. A destra troviamo inoltre l'oratorio della Visitazione, costruito nel 1687. Vediamo inoltre un muro con pilastri che delimitava l'area dell'antico cimitero che verrà poi tolto nel 1853. Nel 1845 ci fu il bisogno di un restauro, ma si decise di costruire una chiesa nuova vista l'elevato costo per il restauro. Il cimitero fu successivamente spostato dove si trova angora oggi, in via Asia, e benedetto nel 1853. La nuova chiesa (o la chiesa che noi conosciamo adesso) venne costruita tra il 1855 e il 1863 e inaugurata l'8 settembre 1863. Presentava e presenta tuttora tre navate, poiché si volle conservare la forma basilicale della chiesa antica, di stile neoclassico, con sei grosse colonne per parte per separare le navate minori, larghe ciascuna sei metri, e la maggiore, larga otto metri. Il corpo della chiesa risultò lungo ventiquattro metri che, sommati agli ulteriori 15,50 metri del presbiterio e del coro, diedero una lunghezza totale di 39,50 metri. La navata maggiore è a volto a tutto sesto, le due minori invece sono a soffitto piano dipinto a grandi quadri. La navata centrale porta al presbiterio dove c'è l'altare con il tabernacolo chiuso da una piccola porta. La navata centrale si conclude l'abside che contiene l'antico coro e organo, essa in alto fu interamente affrescata da pittore Don Gherardo Rossi. Nella navata di sinistra vicino all'entrata si trova l'antico fonte battesimale, un quadretto di Santa Clelia, l'altare del sacro cuore e i confessionali. Bambino Gesù, (da alcuni anni vi è anche il nuovo organo). Nella navata di destra si trova l'altare di Sant'Antonio da Padova, l'altare della Madonna, i confessionali e in fondo in una nicchia la Madonna e il quadro dietro all'altare maggiore è invece opera del Faimmingo, Matteo Lopez, scolaro del famoso Barbieri, detto Guercino. Essa rappresenta la Madonna col Bambin Gesù e nella parte inferiore San Pietro e San Paolo, sullo sfondo il paese. Il campanile fu invece restaurato nel 1930. Le 4 campane furono fuse dal Cav.Cesare Brighenti di Bologna nel 1947. La grossa di nota Sol3 pesa 6,20 q.li ca. ed ha un diametro di 100 cm. La mezzana di nota La3 pesa 4, 79 q.li ed ha un diametro di 79,5 cm. La mezzanella di nota Si3 pesa 3,10 q.li ca. ed ha un diametro di 79,5 cm. La piccola di nota Re4 leggermente crescente pesa 1,85 q.li ed ha un diametro di 68 cm.
Suonate:
-Doppio: 3 Scappate in S.Pietro con 6 buttate prima di ogni scappata, nella prima 12 Vecchie in Scala, nella seconda 18 Vecchie in S.Pietro, 3 Fatte a Campanini e Mezze
-Doppio e Tirabasse: 6 Buttate, 24 di S.Bartolomeo, calata in Den Dan, 10 di Monzuno e 12 Lisce
-Doppio: 3 Fatte a Mezze
-Tirabasse: 12 Martellate
27 Marzo 2018, suonate prima della Messa delle ore 20:30 nella giornata conclusiva delle 40 Ore di Orazione
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Roma Isola Tiberina e Basilica S. Bartolomeo All'Isola al tramonto at sunset
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
PRESEPI 2016 : FRAZIONE CHIAPPA SAN BARTOLOMEO AL MARE
Campanile di Laghi di Cittadella con drone
vista aerea campanile di laghi di Cittadella
Chiesa Di San Firenze Italy
The Complesso di San Firenze is one of the rare examples of the Baroque style in the center of Florence, the most important of the late period of this style.
Orvieto Campane
Le campane del Duomo di Orvieto che suonano.
Monastero Clarisse Cappuccine S. Veronica Giuliani, Mercatello sul Metauro
Il Monastero delle Clarisse Cappuccine di Mercatello sul Metauro sorge sull'originaria casa natale di Santa Veronica Giuliani, mistica cappuccina stimmatizzata del '700. Più informazioni:
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
S.DIONIGI NEI SANTI CLEMENTE E GUIDO (PRATOCENTENARO, MILANO, ITALY)
S.Dionigi di Pratocentenaro è una chiesa parrocchiale di Milano che sorge in largo S.Dionigi nel quartiere di Pratocentenaro (Zona 9, via Pianell, viale Suzzani). La parrocchia di S.Dionigi fu eretta nel 1618. Tra XVII e XVIII secolo è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Bruzzano. Nel 1756, durante la visita pastorale dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di S.Dionigi in Pratocentenaro era costituito dal parroco. Per il popolo, che assommava a 234 anime complessive di cui 146 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana. Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia non risultava possedere fondi; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 257. Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano la rendita netta della parrocchia di Pratocentenaro assommava a lire 366,50; la nomina del titolare del beneficio spettava all'ordinario. All'epoca della prima visita pastorale dell'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Bruzzano, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 781,53; il clero era costituito dal parroco ed i parrocchiani erano 623. Nella chiesa parrocchiale erano comprese la confraternita del Santissimo Sacramento, la congregazione del Terz'Ordine di S.Francesco, la pia unione delle Figlie di Maria, la compagnia di S.Luigi Gonzaga e l'associazione della Sacra Famiglia. Nell'ambito della parrocchia era attiva anche una società di beneficenza sotto la protezione dell'Immacolata Vergine Maria e del serafico S.Francesco. La parrocchia era di nomina arcivescovile. La parrocchia di S.Dionigi appartenne fino al 1930 alla pieve e vicariato foraneo di Bruzzano. In seguito venne inserita tra le parrocchie dei comuni aggregati della Porta VI, o Porta Nuova con Porta Principe Umberto. Con la revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972, fu attribuita al vicariato urbano e poi decanato di Niguarda nella zona pastorale I di Milano città.
Cardinale, Sua Eminenza Mons.Bassetti - Presidente Conferenza Episcopale Italiana
- Il Cardinale, S.E. Mons. Gualtiero Bassetti presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Perugia - Città Della Pieve, nell'estate del 2019 è venuto in visita a San Martino in Campo, frazione del comune di Perugia, per inaugurare un oratorio dedicato a Giampiero Morettini, giovane seminarista scomparso prematuramente nel 2014. Roberto Mattioli è inviato sul posto per trattare con Sua Eminenza temi importanti, quali i flussi migratori di massa e le possibilità di accoglienza in Italia e nei vari Stati dell'Unione Europea, oltre a preconizzare la Conferenza degli Stati del Mediterraneo, voluta da Papa Francesco a Bari nel Febbraio del 2020, con tutti i prelati di varie provenienze e religioni. Riprese di Alessandro Mastrini. ( Agosto 2019 )
Coro dei bambini Philadelphia - Padre nostro
Chiesa Cristiana Evangelica Philadelphiadi Mansuè (TV), Italia.
Due nuovi sacerdoti per la diocesi di Perugia
È stato il cardinale Bassetti a ordinarli
Omelia Don Jo 110501 P2A SArc
OMELIA di Don Jo (Joseph) Dwight, 01 maggio 2011, Pasqua Domenica 2A, nella chiesa di San Michele Arcangelo (Sant'Arcangelo del Lago - PG).
FOTOGRAFIE:
Messa Crismale, 8 aprile 2009.
Basilica Cattedrale di San Lorenzo.
Arcidiocesi di Perugia -- Città della Pieve.
Ponzano di Fermo, La Pieve farfense di santa Maria Mater Dei (san Marco) (manortiz)
CHIESA DI SAN MARCO (sec.XII).
La presenza della chiesa di San Marco, distante 500 m. dall'abitato di Ponzano di Fermo, ci porta all'epoca tardo-imperiale (300 d.C. circa).
La chiesa di San Marco, corrispondente all'antica Pieve di Santa Maria Matris Domini è stata costruita all'incrocio del terzo decumano sinistro (a sud di Fermo) col dodicesimo cardine anteriore (ad ovest di Fermo) sulla attuale strada Provinciale Ponzanese.
L'attuale tracciato della strada Provinciale Ponzanese che si sviluppa in direzione est-ovest dal fiume Ete Vivo a Monte Giberto, seguirebbe la linea del terzo decumano sinistro e meridionale della centuriazione augustea. L'incrocio del suddetto decumano col dodicesimo cardine occidentale avveniva nella zona valliva, tra il colle di Ponzano e il poggiolo di San Marco. Lungo il cosiddetto cardine si snodavano altre strade: il braccio destro scendeva verso l'Ete Vivo ed il braccio sinistro verso il Rio ed il colle di Torchiaro.
Il lotto circoscritto entro questi termini costituì nell'VIII° sec. un'assegnazione all'Abazia di Farfa menzionata Curtis Santa Mariae Matris Domini. La curtis nell'economia agraria dell'alto medioevo era un insediamento rurale, cioè il complesso dei fondi del Feudatario o dei monaci e dei fondi annessi coltivati da servi o da liberi che nel loro insieme costituivano una unità giuridica ed economica.
Prendeva nome dal toponimo della contrada del fondo principale o della chiesa ivi eretta, come appunto si riscontra nella Curtis Santa Mariae Matris Domini di cui restano salde testimonianze nella monumentale chiesa di San Marco.
(...)
L'antica e monumentale chiesa di S. Maria Mater Domini, oggi detta di San Marco, è sita, come detto, a 500 m. da Ponzano, su di un poggiolo, tra il colle dominato dal paese e l'altro colle sul quale in epoca medioevale erano arroccate le case del castrum Santa Mariae Mater Domini. Ben isolata, domina la visuale per lungo raggio all'intorno con l'imponenza della torre che la fa rassomigliare ad una fantastica locomotiva. L'asse longitudinale della chiesa è rivolta ad oriente secondo l'antico canone delle chiese romaniche. Il corpo centrale della facciata è dominato dal Portale ornato con mattoni tortili (sec. XII°) e dalla porta destra meno ornata.
per leggere tutto l'articolo del del Dott. Ferruccio Scoccia vedi
Chiesa eremo di San Donato - Ronchena di Lentiai - Belluno
Chiesa eremo di San Donato - Una perla di spiritualità
Paola Brunello
L’oratorio di San Donato si trova a 380 metri di altitudine sopra l’abitato di Ronchena, in comune e parrocchia di Lentiai, in diocesi di Vittorio Veneto e in provincia di Belluno.
Lo stato attuale del complesso di San Donato si deve ad una serie di importanti interventi di recupero e di restauro ultimati nel 2011.
Anche se molto antico, forse di età longobarda, la prima attestazione documentale dell’oratorio di San Donato è riferita al 1529.
Il Santo cui è dedicato l’oratorio-eremo è San Donato, vescovo e martire di Arezzo, festeggiato il 7 agosto. Il suo culto si radicò tra i Longobardi.
Un edificio semplice di aspetto quattrocentesco, con tetto a capanna e campaniletto a vela e ad unica navata. L’intonaco più antico risale al XV secolo ed è presente nella parete del presbiterio con la raffigurazione di una teoria di santi e nell’aula dove sono state riportate alla luce le croci della consacrazione.
Del XVII secolo i due affreschi a destra dell’altare e sulla parete sud-est con la raffigurazione di due santi.
Percorriamo la teoria dei santi.
La prima figura a sinistra rappresenta San Vittore. La spada e la palma sono due simboli chiari del martirio di questo miles Christi.
Alla sua sinistra Sant’Antonio Abate, eremita, patriarca del monachesimo, uomo di preghiera, lottatore contro i demoni, guaritore degli infermi, direttore di anime.
Madonna in trono con il bambino. La Madonna è seduta in una sede forse marmorea e dalle linee essenziali. Porta manto e veste eleganti con linee morbide. Tiene in braccio Gesù. L’aureola del bambino è crucifera, indossa ai fianchi un perizoma e porta al collo una collana simboli di passione.
San Donato è raffigurato come vescovo in abiti pontificali.
San Pietro è un uomo di mezza età o anziano, dai lineamenti marcati e popolani. Tiene con la mano sinistra il libro e con la destra due chiavi.
Nel presbiterio due affreschi del XVII secolo.
L’affresco sulla parete di fondo potrebbe far pensare a San Bernardo di Chiaravalle. Questa ipotesi di lettura trova una diversa interpretazione collegata alla presenza in loco degli eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino, in particolare dell’eremita Pietro da Valdobbiadene, in cui si trova l’eremo di Sant’Alberto Carmelitano o degli Abati. Nell’iconografia Sant’Alberto degli Abati appare spesso con un rametto di giglio in mano e con un libro nell’altra, con abito scuro e manto bianco. Confrontando quindi queste rappresentazioni con il Santo raffigurato nella parete di fondo della chiesa di San Donato, appaiono evidenti gli aspetti comuni. Non si tratterebbe quindi di San Bernardo, ma probabilmente di Sant’Alberto degli Abati.
Nella parete destra, un altro santo raffigurato in piedi; indossa una veste nera e nella mano sinistra sorregge un libro chiuso. E’ stato identificato come Sant’Antonio da Padova, però appare strana l’assenza dei maggiori attributi di riferimento a questo Santo. La presenza degli eremiti dell’Ordine degli Agostiniani porta a supporre che l’affresco potrebbe riferirsi a Sant’Agostino rappresentato talvolta come semplice monaco agostiniano con saio nero e cintura.
In controfacciata è evidente lo stemma con ogni probabilità del Vescovo di Ceneda Marcantonio Agazzi (1692-1710).
Una scritta in tonalità del rosso con caratteri facilmente leggibili: “MVNDA”, imperativo del verbo latino mundare, che significa purificarsi.
L’altare maggiore, XVII-XVIII secolo, in legno scolpito, dipinto, dorato, di autore anonimo. La cornice racchiude una tela di modesta levatura e risalente alla fine del XVII secolo che raffigura la Madonna con il Bambino in trono e i Santi Donato e Bartolomeo.
Nella parete destra la copia della tela di Luigi Cima, realizzata dal pittore locale Toni Piccolotto nel 1961, raffigurante la Madonna di Caravaggio.
L' eremo vero e proprio è formato da due piani collegati da una scala interna.
Dalla fine del XVII secolo alla metà del XVIII secolo è attestata la presenza degli eremiti. Per un lungo periodo furono eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino e in seguito del Terz’Ordine Francescano. Gli eremiti presso l’eremo furono al massimo in tre contemporaneamente e un eremita visse qui per ben 37 anni di cui 22 in solitudine. E’ anche evidente dai documenti la loro partecipazione alla vita della parrocchia di Lentiai in diversi servizi e celebrazioni. Di fondata certezza il loro legame con l’ordine degli agostiniani di Feltre del monastero di Ognissanti a sua volta molto legato con la famiglia dei Conti di Cesana e il territorio di loro pertinenza.
Paola Brunello
Mel, 18 marzo 2018
Queste notizie sono tratte da “Chiesa ed Eremo di San Donato. Una perla di spiritualità” di Brunello Paola – tesi per il conseguimento del diploma superiore di Operatore del Turismo Religioso – Bienno Sperimentale Diocesi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto - 8 maggio 2017
Alcune immagini sono di Dario Tonet
GIOIELLI SOTTO CASA del 20 settembre 2018
Borghetto Lodigiano: Chiesa di San Bartolomeo e Ca' di Sopra
Le campane di Como - Basilica della SS.Annunciata
Como, Basilica della SS.Annunciata,
Detta Santuario del SS.Crocifisso
Diocesi di Como
Concerto di 5 campane in Re3
Fuse da Giorgio Pruneri nel 1909
Sistema: Ambrosiano
Concerto Solenne a 5 campane per la Santa Messa Festiva delle ore 11.30 con la Celebrazione delle Prime Comunioni nella 4^ Domenica di Pasqua, detta del Buon Pastore (Ore 11)
Nota: ad inizio video è possibile ascoltare la campana che viene utilizzata per l'elevazione, una Monzini nel 1823
Ed ecco l'altro video domenicale, dopo la ripresa a San Bartolomeo, mi sono recato al Crocifisso dato che avevo saputo che ci sarebbero state le Comunioni... Alle 11 era ancora in corso la messa, così mi sono piazzato nel cortile del campo da calcio dell'oratorio e ho aspettato... Per fortuna alle 11 partono le 5 campane e vanno in piedi! Spero che anche questo video vi piaccia e vi do appuntamento al prossimo werk end per i prossimi video... A presto!
IT - Michelangelo e Leonardo in Valtiberina Toscana, una valle di storia italiana
Un viaggio ideale nella Valtiberina: il luogo natale di Michelangelo Buonarroti e il paese della Battaglia di Anghiari dipinta da Leonardo Da Vinci, per un percorso di storia italiana nell'unica Toscana bagnata dal Tevere.