La nuova vita del Palazzo delle Paure
Sabato 6 ottobre 2012 si è inaugurato a Lecco in piazza XX settembre il Palazzo delle Paure che costituisce il nuovo polo espositivo della città.
[Wikipedia] Civic Planetarium of Lecco
The Civic Planetarium of Lecco (Planetario civico di Lecco or Planetario Città di Lecco) also known as the City Planetarium is located within Palazzo Belgioioso in Lecco, Italy. Planetarium is part of Natural History Museum of Lecco.
The purpose of the planetarium is to be a place for specialists and people interested in astronomy in the region. It organizes meetings and lessons in which experiences and expertise are shared.
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Sincronie 2016 - Villa Belgiojoso Brivio Sforza, Merate 2016
La seconda edizione di “Sincronie” si innesta nuovamente negli spazi interni ed esterni della Villa, una delle più sontuose dimore nobiliari della Brianza. Luca Vitone e Marco Palmieri presentano, rispettivamente, un intervento site specific e un progetto di intervento paesaggistico. Anche grazie alla fortuita caduta di un Liquidambar secolare.
Video di Giovanni Oberti
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Ricciarda Belgiojoso — SINCRONIE, Fondazione Brivio Sforza, Merate
Con il progetto SINCRONIE la Fondazione Brivio Sforza - presieduta da Alessandro Brivio Sforza e nata nel 2012 con l'intento di preservare, catalogare e studiare il prezioso archivio di famiglia - porta avanti la vocazione allo scambio e al confronto tra le diverse arti che ha fatto di Villa Belgiojoso un luogo che risuona di storie, dove antico e moderno si fondono in quella serena continuità che solo la tradizione sa creare.
Il dialogo e il confronto tra le varie forme artistiche è il fil rouge che legherà ogni puntata di questo progetto, in un'ottica multidisciplinare volutamente di ampio respiro. SINCRONIE, sotto la direzione di Carlotta Testori, riprende una conversazione iniziata secoli fa, ai tempi in cui la Principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Gioachino Rossini passeggiavano nei giardini della villa, e che ora prosegue come ininterrotta, in continuità con la solida tradizione di ospitalità e sensibilità artistica della famiglia.
La Fondazione ha deciso di invitare per la prima tappa di questo percorso l'artista tedesca Jorinde Voigt, la quale insieme alla musicista Ricciarda Belgiojoso e allo scrittore Gianluigi Ricuperati darà vita a un lavoro a tre voci presentato nel corso di una serata performativa il prossimo martedì 8 settembre. La serata inaugurale sarà solo su invito.
Villa Belgiojoso Brivio Sforza
Il fatto: Planetario di Lecco
Antiche Dimore Villa Sommi Picenardi
Oggi andiamo alla scoperta di una delle maestose dimore storiche della nostra Italia: Villa Sommi Picenardi, oggi proprietà dei marchesi Sommi Picenardi.
A pochi minuti di auto da Milano e a soli 17 km da Lecco si trova Olgiate-Molgora, un piccolo Borgo di origine rurale. Poco distante, introdotta da un viale di pioppi, si trova la villa Sommi Picenardi, immersa nel verde, circondata da fitte siepi e da alberi centenari, nel grande giardino all'inglese che si estende di fronte alla villa. Il giardino custodisce tre alberi monumentali, protetti dal Ministero dell'Agricoltura. Un platano di 190 anni, un chamaecyparis o falso cipresso, il più grande che ci sia in Italia, e un faggio di oltre 110 anni.
Villa Sommi Picenardi, edificata agli inizi del 700 dalla famiglia Sala è composta da un corpo centrale e da due brevi ale laterali che danno alla villa una forma a u, tipica delle ville di delizia del 700 lombardo, cioè le ville che venivano utilizzate per trascorrere le vacanze estive.
La storia per questa dimora è quella di uno scrupoloso amore per la conservazione delle sue bellezze, da parte inizialmente della famiglia Sala, poi dei marchesi Sommi Piecenardi.
Non si hanno nomi e date su chi pensò, disegnò e decorò la villa. L'unica informazione certa risulta essere la data che appare sul frontespizio della cappella, 1702. Il complesso è stato costruito in stile Barocchetto-Lombardo e, a differenza di molte altre dimore storiche, non ha subito nel corso dell'800 alcuna modifica, mantenendo quindi ad oggi lo stile originale.
Situata tra due giardini visitabili dal pubblico, quello all'inglese costruito in un secondo momento e l'altro all'italiana, la Villa è come se separasse due mondi. Uno rigoglioso e verde, che sembra voler separare e proteggere la dimora dal mondo esterno. E l'altro, il giardino secreto, cesellato nella pietra e nei cespugli di bosso.
All'ingresso della villa, appare una sala azzurra, decorata con stucchi che illustrano le attività e gli svaghi della vita di campagna. L'arredamento di questa sala, come quello delle altre, è connotato dalla dimensione agreste della villa: tessuti decorati con fiori e ghirlande intagliate nel legno dei divani e tavolini.
Dopo aver percorso il corridoio, a sinistra vi è la sala dei ricevimenti, e a destra la sala da pranzo. Quest'ultima rifatta nel 1887 in stile vittoriano e celebrata in presenza della Regina Margherita. Le pareti sono ricoperte di un tessuto in seta ricamato e dipinto a mano in cui sono raffigurati pappagalli, tulipani, foglie, rami intrecciati e altri decori floreali.
Nella sala dei ricevimenti colpisce il soffitto a cassettoni, decorato con motivi floreali. Così come sono floreali i decori delle porte, i tessuti di arredo e le ante interne delle finestre.
Per accedere alle stanze del piano superiore, si sale uno scalone realizzato in pietra e ferro battuto. Anche nelle stanze da letto è stato tutto perfettamente conservato nel tempo. Così come la cucina, in cui non solo sono stati conservati gli utensili ottocenteschi e i tegami in rame. Ma anche la vecchia cucina a carbone che è stata rifatta tale e quale a quella originale, trasformandola in una cucina a gas.
Infine vi è la cappella, eretta insieme alla villa nel 1702. Fino a circa 30 anni fa, ospitava ancora gli abitanti di Olgiate che venivano a seguire la messa ogni domenica mattina.
I giardini sono visitabili e ciò che colpisce l'occhio del visitatore è la sensazione che il tempo sia stato clemente, mantenendo perfettamente intatto un gioiello appartenente ad epoche precedenti, senza distruggere e disperdere le bellezze che la villa racchiude. Anzi, facendole invecchiare lentamente, mantenendole vive e restituendo al visitatore la sensazione di vivere in un luogo che ancora appartiene al passato, a cavallo fra il 700 e l'800.
Tra i ricordi della famiglia Sommi Picenardi, è fortemente presente la memoria di un'antenata dalla personalità molto forte, vissuta fra 800 e il 900, donna Mina Sala, colei che destinò ai Sommi Picenardi l'eredità della villa.
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CARTOLINE.⊰✿*༇⊰❍.⊰✿*
Affettuoso omaggio alla città nella quale sono nata e tornata.
Bari come unica scenografia possibile. E' un gioco, una piccola magia, frutto di grande pazienza e impegno, amore per la fotografia e per il buon cinema.
Le mie foto ritraggono il quartiere Madonnella, il Lungomare in tutte le salse, pane&pomodoro, palazzo Fizzarotti, corso Vittorio Emanuele, piazza Diaz, corso Cavour, qualche vicolo del borgo antico, il porticciolo dietro il Margherita, naturalmente, n'derr'a la lanze...e poi il sottopasso di via Quintino Sella, la Stazione Centrale, corso Italia, il porto commerciale, il mercato coperto di Santa Scolastica, il parcheggio sotto piazza Cesare Battisti, il vecchio palazzo delle Poste, largo Adua, il molo S.Antonio, la campagna subito fuori Bari.
Il resto, con un pizzico di ironia, è Cinema.
In mostra al MAD fino al 4 giugno.
T.F.
CARTOLINE DA LOCATE - PALAZZO TRIVULZIO E, IL PARCHEGGIO PERSONALE ?
La riscoperta del Palazzo di Piazza della Vittoria a Locate, con l'intervento di riqualificazione dell'immobiliare e la retorica celebrazione consumistica della Principessa Cristina Belgioioso, la malinconica abitudine al parcheggio privilegiato, selvaggio o, riservato ?
La casa di Alessandro Manzoni a Milano
Nella sua lunga esistenza Alessandro Manzoni ha vissuto in molte case, ma l’unica che possa essere considerata veramente sua è quella di via Morone 1.
Dopo il matrimonio con Enrichetta Blondel (1808) e la nascita di Giulietta, lasciando quasi definitivamente Parigi, nel 1810 la famiglia Manzoni trova una provvisoria sistemazione in via San Vito al Carobbio n. 3883, e poi una più gradita ospitalità nel palazzo Beccaria, al 6 (allora n. 1571) di via Brera: qui, dove era nata Giulia, il 21 luglio 1813 nacque il secondogenito Pietro.
La famiglia, nei pronostici sempre più numerosa, e il desiderio di una dimora stabile in Milano spinsero Alessandro ad acquistare un palazzetto in contrada del Morone all’angolo con piazza Belgioioso, chiamata di San Martino in Nosiggia, nome della chiesa da poco lì demolita. Il palazzo, di proprietà di don Alberico de Felber, fu acquistato il 2 ottobre 1813 al prezzo di L. 107.000.
Donna Giulia Beccaria esprimeva, in una lettera allo zio Michele de Blasco del 26 luglio 1814, la piena soddisfazione per la scelta fatta: «Ci troviamo contentissimi della nostra nuova casa per l’aspetto veramente felice, sì nello inverno che nella state».
Tra le ragioni vincenti per la scelta della casa De Felber vi era anche la sua collocazione al centro della città. Il cerchio familiare era garantito dalla vicinanza dei pochi veri amici: Federico Confalonieri e Silvio Pellico in via Monte di Pietà, il Porta e i Verri in via Monte Napoleone, Vincenzo Monti in via Brera. A pochi passi sorgevano la Biblioteca Ambrosiana, la Braidense, il Gabinetto Numismatico diretto dall’amico Gaetano Cattaneo, le librerie di Santa Margherita e della Contrada dei Servi. Una centralità topografica che permetteva di unire le esigenze dello studioso alle istanze affettive.
Giulia, ben consapevole di questo privilegio, alcuni anni dopo, quando la tentazione di ritornare a vivere a Parigi si fece pressante, e le ristrettezze economiche suggerivano la vendita della villa di Brusuglio e della stessa casa di via Morone, si raccomandava al fratello (da Parigi, 4 gennaio 1820): «fa tu fa tu fa tu, ma ti avverto che devi assumerti di cercarci poi a suo tempo un appartamento ne’ tuoi e nostri contorni, non voglio dipartirmi da quel cerchio magico, ricordatene bene».
Subito dopo (13 marzo 1820) si trasforma però in progettista-restauratrice, sottoponendo al fratello il piano degli impegnativi lavori: «Io tengo la casa di Milano e ti prego di rivedere la mia lettera antecedente dove accennai tanti accomodamenti per vedere di fare la scelta degli indispensabili e da farsi sul momento».
Molti lavori vennero eseguiti, altri dilazionati, ma via via negli anni la casa prendeva forma secondo i bisogni di una famiglia di dodici membri: Giulia, Enrichetta e Alessandro con le loro esigenze diverse, nove figli di varie età: mentre Giulietta era già una ragazza “da marito” ammessa alle conversazioni “dei grandi”, Filippo e Matilde, gli ultimi nati, avevano ancora bisogno della bonne. Le numerose stanze, dislocate su tre piani, offrivano un comodo alloggio anche alla servitù e un’ospitalità accogliente agli amici. A Manzoni è riservata una stanza che guarda al giardino, appartata, dove potersi ritirare a leggere, meditare, scrivere.
Proprio questa stanza sarà un luogo perfetto dove ricevere gli amici intimi e gli ospiti illustri che negli anni a venire, con l’aumentare della fama dei Promessi sposi, diventeranno sempre più numerosi e frequenti. Mentre Renzo, Lucia, la monaca di Monza, l’Innominato, la Milano della peste prendono volto e parola al piano terreno, al primo si svolge la vita quotidiana dei familiari: Giulia sovrintende, Enrichetta si occupa dell’educazione dei figli, entrambe collaborano a mantenere la casa accogliente e festosa.
Bellissimo e abbandonato, viaggio nel Castello di Sammezzano
Crolli, infiltrazioni e vandali. Non c'è pace per il Castello di Sammezzano, costruzione unica in Italia celebre per la sua commistione di architetture occidentali, arabe, aragonesi, recentemente eletto al primo posto dei Luoghi del cuore del Fai. Dopo il fallimento negli anni Ottanta dell'albergo di lusso che trovava posto fra le sue stanze, l'immobile nel comune di Reggello (Firenze) ha vissuto trent'anni di sostanziale abbandono. I soffitti del secondo piano dell'edificio hanno registrato numerosi cedimenti, ma anche le sue stanze monumentali evidenziano segni di logoramento. Le infiltrazioni dai piani superiori stanno progressivamente danneggiando pareti e ornamenti che, come noto, sono fatte di gesso. Lo stallo nella situazione societaria e giudiziaria del castello non aiuta. La società anglo-italiana Kairos, vantando crediti presso la proprietà Sammezzano Castle, ha chiesto di subentrarvi. Ma il fallimento di quest'ultima, e i tempi della procedura fallimentare, stanno procrastinando i lavori di messa in sicurezza. Il valore del castello è stimato in oltre 20 milioni di euro. . .di Andrea Lattanzi
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L'ESERCITAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE A LOCATE T.
Il 14, 15 e 16 Ottobre a Locate T., la manifestazione intercomunale denominata October Test per le esercitazioni intercomunali dei nuclei comunali della Protezione Civile. nel video una sintesi dalla presentazione pubblica del 12 Ottobre, della manifestazione.
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How to pronounce Rovellasca (Italian/Italy) - PronounceNames.com
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How to pronounce Bellagio (Italian/Italy) - PronounceNames.com
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Vincenzo Musolino tenta di darsi fuoco, fermato dalla Polizia di Stato