Offida (Marche), il Palazzo Comunale in HD 1080 (manortiz)
Offida - Terremoto, Lucciarini: Scuola e palazzo comunale sono cruciali
Incremento delle visite per Rocca Santa Maria
Offida, uno dei borghi più belli d'Italia
Offida vanta uno dei centri storici più interessanti e meglio conservati del territorio piceno tanto da essere inserito nella lista dei borghi più belli d'Italia. E' uno dei pochi paesi in cui si tramanda ancora l'antica arte del tombolo, celebrata nel Monumento alle Merlettaie, edificato nel 1983 da Aldo Sergiacomi. Numerosi e pregiatissimi pizzi impalpabili sono in esposizione presso la Mostra permanente del Merletto a Tombolo. Per gli amanti del vino, questa cittadina costituisce una tappa importante, dal momento che, oltre ad essere un importante centro vinicolo, qui ha sede la seconda Enoteca Regionale delle Marche. Da visitare: la Rocca, il Palazzo Comunale, uno dei più belli delle Marche, il Teatro Serpente Aureo, uno dei teatri storici delle Marche, il Palazzo Castellotti Pagnanelli che riunisce in un'unica sede il Museo Archeologico G. Allevi, la Pinacoteca Comunale e il Museo delle Tradizioni Popolari. Altro monumento insigne della cittadina è la maestosa Abbazia di S.Maria della Rocca, una delle più significative costruzioni romanico-gotiche delle Marche.
info: - turismo.marche.it
Video edit:dm
Offida, Palazzo Comunale The Town Hall (manortiz)
???????? Ascoli Piceno, Italy - tourist attractions and holiday
Ascoli Piceno is an Italian town with 49,203 inhabitants (2016) in the Marche region.
Sights: the Cathedral of Sant'Emidio in Piazza dell'Arringo, the Cathedral of the Diocese of Ascoli Piceno, the Palazzo Comunale, the Romanesque church of San Gregorio Magno, the Piazza del Popolo and the Palazzo dei Capitani del Popolo .
MARCHE - OFFIDA Uno dei Borghi più Belli d'Italia [full HD]
© CLAUDIO MORTINI °°
Centro del subappennino marchigiano (AP), il cui territorio è posto interamente tra le valli del fiume Tesino (a nord) e del fiume Tronto (a sud). Il centro abitato deve la sua pianta irregolare allo sperone roccioso sul quale sorge, ritagliato dai due rami sorgentizi del torrente Lama, affluente di sinistra del Tronto.
Le origini di Offida sono certamente antichissime, ma è tuttora controverso se siano da far risalire al periodo della dominazione Longobarda nel Piceno (VI sec. d.C.) o se, come vuole la tradizione, siano da ricollegare ai Pelasgi, un popolo originario dell'Asia Minore, venuto dal mare.
Questi raffiguravano il loro Dio con le sembianze di un serpente ed è probabile che il nome della città derivi proprio da questo (serpente = ophis).
Ai Pelasgi seguirono quasi sicuramente gli Etruschi e, tra il IX e il XI sec. a.C., i Piceni. Offida, che oggi rappresenta un vero e proprio gioiello
nel panorama dei piccoli centri storici dell'Italia centrale può considerarsi a ragione, uno dei luoghi più significativi dell'intera civiltà Picena.
Il centro storico è racchiuso all'interno delle Mura Castellane risalenti al secolo XII. Altro importante monumento della cittadina è rappresentato dal Palazzo Comunale, costruzione risalente al XI-XII, all'interno del quale si trova il Teatro Serpente Aureo.
Il principale monumento è rappresentato dalla chiesa di Santa Maria della Rocca, ricostruita nel 1330 su una chiesina del XI.
Nell'itinerario turistico non possono essere dimenticate: la Chiesa della Collegiata, la Chiesa dell'Addolorata dove è custodita la Bara del Cristo Morto, la Chiesa di S. Agostino, con l'annessa Cappella del Miracolo Eucaristico.
Storia del merletto a tombolo offidano
Fattori diversi contribuiscono a creare la storia, la civiltà, l'orientamento artistico di una città, tra essi sono da annoverare, in Offida, la lavorazione e il commercio del merletto a tombolo. I merletti offidani più antichi che si conoscono sono quelli risalenti al '400 che erano i camici di S. Giovanni da Capistrano e di S. Giacomo della Marca, conservati dai monaci di Monteprandone (A.P.) Il tombolo si inserì, facilmente, su una produzione locale di passamaneria, nel 1400 circa, ad opera di dame o nobildonne.
Agli inizi del 1600 la lavorazione e produzione locale del merletto erano rinomate per qualità e raffinatezza, tanto che il manufatto era ricercato ed esportato dai mercanti col nome di provenienza, come appare in un contratto di compravendita del 24/06/1612, ove sono indicati
25 merletti di Ofida, valutati 30 bolognini e 80 zagari di Ofida .
Nel 1728, con una petizione al papa Benedetto XIII, la comunità locale chiedeva protezione e provvedimenti contro i mercanti che commerciavano i merletti di Chioggia. Con l'incremento turistico della riviera adriatica, verificatosi dopo la fine degli eventi bellici '39 - '45, si determinò una notevole richiesta che portò a miglioramenti
tecnici e ad aumenti di introiti. Ancora oggi l'arte del merletto a tombolo si trasmette da madre in figlia e la tradizione continua perché essa è viva nell'animo delle offidane che sono fiere di sentirsi artiste.
A Ufid s' spènn puóch e s' magn' bè Con questo detto si cercava di ironizzare, da parte dei cittadini dei paesi limitrofi, sul fatto che, anticamente, gli offidani usavano consumare con una certa frequenza carne di pecora. Tale detto, però, possiamo dire che calza bene, per quanto riguarda la gastronomia offidana perchè realmente in Offida si spende poco e si mangia bene. Le specialità sono quelle della genuina cucina marchigiana che vanno dai maccheroncini con fegatini alle lasagne, dai fagioli con le cotiche agli arrosti misti, al baccalà con patate, allo stoccafisso con salsa piccante. Specialità locale è il CHICHIRIPIENO . Fra i dolci troviamo il FUNGHETTO .
Oltre alle specialità gastronomiche Offida è anche la culla di buoni vini con diversi D.O.C
Offida
Offida (ofˈfiːda, Offìda, Ufídë in dialetto offidano) è un comune italiano di 5.058 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.
Offida, borgo antico racchiuso dalle mure castellane del XV sec, è inserito tra I borghi più belli d'Italia. Posto su uno sperone roccioso, tra le valli del Tesino e del Tronto, è noto per la laboriosa e paziente arte del delicato merletto al tombolo, tradizione antica, a cui è dedicato un museo. Il vasto piazzale panoramico all’ingresso del nucleo antico accoglie i resti della quattrocentesca Rocca, a cui piedi si trova il Monumento alle Merlettaie. La lavorazione del merletto a tombolo è tuttora molto diffusa: non è raro infatti, passeggiando nel centro storico, scorgere nella penombra degli atri delle case signore intente al lavoro con i piccoli fuselli di legno. Il museo del merletto a tombolo (che dispone di un apposito percorso per le persone non vedenti), si trova all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti – Pagnanelli che, dal 1998, ospita anche il museo archeologico “G. Allevi”, il Tradizioni Popolari e la Pinacoteca comunale e costituisce così un vero e proprio polo culturale. Il cuore del borgo è Piazza del Popolo, dall’insolita forma triangolare, sulla quale si affacciano edifici diversi per stile e materiale. Sul lato principale si ammira il Palazzo Comunale, con una elegante loggetta di tredici colonne in travertino e portico del XV sec. formato da colonne in laterizio con capitelli in travertino. Dal porticato del municipio si accede allo splendido Teatro del Serpente Aureo, costruito nell’800, ricco di stucchi e intagli dorati. Sulla stessa piazza si affaccia anche la settecentesca Chiesa della Collegiata, che presenta una facciata dallo stile composito e la Chiesa dell’Addolorata, dove è custodita la Bara del Cristo Morto. Posco distante sorge la Chiesa di S. Agostino, con l’annessa Cappella del Miracolo Eucaristico. L’edificio di culto più importante è posto al margine dell’abitato, su una rupe dalle pareti scoscese: si tratta della Chiesa di Santa Maria della Rocca, imponente architettura romanico-gotica in cotto, costruita nel 1330 su una preesistente chiesetta longobarda; al suo interno si ammirano i bellissimi affreschi del Maestro di Offida del XIV sec.L’ex-monastero di San Francesco, nel centro storico di Offida, ospita l’enoteca regionale che offre una panoramica completa della produzione enologica del piceno e delle Marche. Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Offida nel corso dell'anno ricordiamo: il Carnevale storico di Offida (gennaio, febbraio), Offida Opera Festival (settembre) e Di Vino in Vino (settembre). Le eccellenze enogastronomiche locali sono: il chichì ripieno (una focaccia con tonno, alici, capperi e peperoni), a cui è dedicata una sagra, i “funghetti” (dolcetti a base di anice) e i vini Terre di Offida DOC .
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Offida, Teatro Serpente Aureo (manortiz)
Le notizie riguardanti l'esistenza di un vecchio teatro all'interno del Palazzo Comunale, ci sono fornite da un documento dell'Archivio Storico Comunale del 16 Ottobre 1819.
In tale documento sono riportate anche le notizie riguardanti l'attuale Teatro Serpente Aureo.
Si sa che prima del 1768 esisteva, in una sala del Palazzo Comunale (sala consiliare), un palcoscenico a guisa di teatro, costruito senza distinzione di ceto.
Proprio per riparare, così recita il documento, a questo inconveniente, il giorno 8 Luglio 1768, fu accolta la proposta di Paolo Cipolletti e Gaetano Castellotti consistente nella realizzazione di un teatro in legno con un palcoscenico e 29 palchetti in giro di tre ordini, da dislocarsi al posto di quello esistente.
Tale progetto prevedeva solo il primo ordine in muratura.
La spesa doveva essere a carico dei particolari (privati) e nulla doveva essere pagato dalla Comunità. In cambio dell'uso della sala si concedeva al Pubblico Consiglio (al Comune) il godimento del palco di mezzo. I particolari dovevano entrare in possesso dei palchi pagando una somma pari a scudi otto ciascuno.
Ben presto, così continua il documento, tale teatro, completato nel 1771, risultò troppo piccolo e molte famiglie nobili rimasero senza palco; inoltre, la platea era insufficiente a contenere il pubblico delle classi inferiori ed essendo poi il primo ordine troppo basso, gli spettatori della platea stavano troppo a contatto con quelli dei palchetti.
Comunque, malgrado questi difetti, il teatro rimase tale fino al 1820. La necessità di cambiarlo fu però sempre sentita ed infatti, nel Consiglio del 21 Ottobre 1801, Paolo Cipolletti venne incaricato di provvedere per la realizzazione di un nuovo teatro, modificando pertanto quello già esistente. Il sig. Cipolletti fece allora progettare il disegno del teatro all'architetto Pietro Maggi. Tale progetto, consistente in una nuova costruzione da dislocarsi presso il cortile di tramontana per la somma di 900 scudi, venne approvato nella seduta consiliare del 15gennaio 1802. Non trovandosi però alcuno disposto ad eseguire il lavoro per tale somma, si pensò di rimandare a migliore tempo la costruzione. Capitò, nel contempo, in Offida proprio il suddetto architetto (Pietro Maggi) il quale fece presente ai signori del luogo che si poteva in ogni caso modificare in meglio il teatro già esistente per una spesa di scudi 10 a palco.
Nel frattempo alcuni particolari (privati) riuscirono a trovare un intraprendente imprenditore disposto a costruire il nuovo teatro secondo il progetto del Maggi.
Così nel 1820, su progetto dell'architetto, iniziò la costruzione del teatro nei pressi, appunto, del cortile a tramontana del Palazzo Comunale. L'attuale Teatro Serpente Aureo, rimodernato nel 1862, è un vero gioiello di concezione barocca di tipo a boccascena o, come comunemente si suole dire, (all'italiana), con schema a ferro di cavallo.
Non ha una facciata propria e l'ingresso è posto sotto il portico del Palazzo Comunale. Attraverso un atrio adornato con statue rappresentanti quattro Muse, si entra nella sala formata da 50 palchi in giro di tre ordini con loggione e platea. Essa è decorata con stucchi ed intagli dorati su fondo verde, opera di G. Battista Bernardi, offidano (sec. XVIII-XIX).
La volta, raffigurante Apollo e le Muse, venne dipinta da Alcide Allevi (1831-1893).
Attorno, otto medaglioni raffigurano i più illustri autori della lirica e della prosa. Il tutto è dominato da un artistico lampadario con globi di cristallo.
Sul palcoscenico si conserva ancora il vecchio sipario con dipinta la leggenda del mitico Serpente d'Oro. Varie le modifiche strutturali succedutesi nel 1900. Nel Novembre del 1907 veniva sostituito l'impianto dell'illuminazione a gas con quello elettrico; nel 1922, su progetto dell'ing. G. Condio, si procedeva all'abbassamento della platea; tra il 1928 e il 1930 venivano effettuati, dall'ing. Rossini, lavori di consolidamento; nel 1950 un palco veniva utilizzato a cabina per le proiezioni cinematografiche; nel 1954 veniva ristrutturata la pavimentazione e il teatro veniva dotato di un impianto di riscaldamento.
Nel 1991 hanno avuto inizio alcuni lavori di adeguamento dei servizi e degli impianti, terminati nel 2002 con la riapertura del teatro.
Attualmente la struttura viene utilizzata per le manifestazioni culturali e per i Veglionissimi di Carnevale.
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San Severino Marche - tutto in una piazza
San Severino Marche e la sua piazza ellittica, piazza del Popolo.
La particolarissima ed elegante Piazza del Popolo, di forma ellittica, dove si affacciano il palazzo comunale, la chiesa di San Giuseppe dalla facciata in stile rococò, il teatro Feronia, il palazzo Gentili di Rovellone e il palazzo della Gendarmeria Pontificia.
E' piacevole passeggiare sotto i portici tra locali e negozi col naso all'insù per ammirare la torre dell'Orologio.
Una curiosità: la città anticamente si chiamava Septempeda (municipio romano nel I secolo a. C.)
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OFFIDA - PALAZZO COMUNALE (ITA)
Ripatransone (Marche), I Calanchi -The Gullies (manortiz)
Marche- Paesi Medievali- Offida la città dei merletti al tombolo HD
Piuttosto incerte sono le origini di Offida. Lo stesso toponimo è oggetto di diverse interpretazioni e non aiuta a formarsi un'idea certa su come sia sorto il centro abitato. Nel territorio offidano sono presenti tombe picene (VII-V secolo a.C.) e vestigia romane, ma non c'è traccia storica certa fino al 578 d.C. quando gli Ascolani in fuga per l'invasione longobarda fondarono diversi castelli nei colli piceni, compresa Offida.
Secondo alcuni storici Offida già nel VII secolo sarebbe stato un centro di una certa importanza, divenendo sede di unGastaldato. Dello stesso ci sarebbero tracce in epoca carolingia e sotto il Sacro Romano Impero quando la città assunse grande importanza.
La chiesa di Santa Maria della Rocca, è una chiesa trecentesca della cittadina di OffidaSi tratta di una costruzione in laterizio in stile romanico-gotico, eretta da Maestro Albertino nel 1330su una preesistente piccola chiesa benedettina.Nell’anno 1039 Longino d’Azone, un signore di Offida di origine franca o tedesca, donava all’Abbazia di Farfa (che nelle Marche aveva il centro di riferimento a S. Vittoria in Matenano, nel Fermano) gran parte dei suoi possedimenti che si estendevano dal Tronto all’Aso, dal Polesio (Ascensione) all’Adriatico e con questi anche il castello di 0ffida e la chiesa di S. Maria della Rocca.Offida diventò possedimento dei monaci benedettini intorno al 1047, dopo che l’abate di Farfa, Berardo I, ebbe sistemato con il vescovo di Ascoli, conte Urbano, le donazioni di Farfa.La chiesuola di S. Maria venne parzialmente demolita quando i monaci pensarono di edificare la chiesa attuale e ciò accadde, come da epigrafe presente in un angolo del muro esterno della chiesa, nell’anno 1330.
Il borgo antico racchiuso dalle mure castellane del XV sec, è inserito tra I borghi più belli d'Italia. Posto su uno sperone roccioso, tra le valli del Tesino e del Tronto, è noto per la laboriosa e paziente arte del delicato merletto al tombolo, tradizione antica, a cui è dedicato un museo.
Posta tra Corso Serpente Aureo e Via Roma, è la piazza principale di Offida ed è molto particolare poiché presenta un’insolita forma triangolare. Tale aspetto risale alla seconda metà del 1700, quando furono demolite alcune strutture ospedaliere esistenti e venne costruita, sul lato sinistro, la nuova chiesa della Collegiata. Dopo l’unità d’Italia fu intitolata a Vittorio Emanuele II, mentre dal 1994 ha preso il nome di Piazza del Popolo. Ricca di monumenti che vanno dal Palazzo Comunale, databile tra il XIII e il XIV secolo (torre centrale merlata) alle chiese, ai palazzi gentilizi, ancora oggi, come in passato, costituisce il cuore della vita cittadina
Per realizzare manualmente il pregiato merletto occorrono pochi strumenti: un tombolo, cioè un rullo lungo circa 30 centimetri e dal diametro di 20 centimetri; una prebenda, dal latino prae habere, tenere davanti, così chiamata ancora in dialetto, cioè il reggitombolo a tre piedi, filo, spillini di ottone argentato e parecchie coppie di fuselli.
Le prime testimonianze storiche dell'uso del tombolo a fuselli, per la realizzazione di pregiati merletti, risalgono al Cinquecento, ma alcune opere pittoriche, insieme ad altre tracce, lasciano pensare che la tradizione fosse già salda almeno due secoli prima.L'arte del merletto a tombolo, dal latino tumulus cioè tumolo, è una tradizione che si tramanda da almeno cinque secoli da madre in figlia.
Terremoto nel Piceno. Offida, parla il sindaco Lucciarini
Offida - I bambini dell'Isc Falcone-Borsellino raccolgono le olive e producono il loro olio
Terminato il progetto Orto a Scuola
Castignano, Polo Museale di Arte Sacra e delle Icone, Palazzo De Scrilli manortiz
Palazzo De Scrilli - via Roma,64 (AP) CASTIGNANO
Tel. : 0736.822083; 335.5754558; 338.4279097; 073581752
Email : donvincenzocatani@gmail.com
Sito web :
Orario : Apertura a richiesta (gli orari per la visita del museo possono essere concordati telefonicamente) Ingresso : ingresso gratuito Tipologia : Arte Archeologia
Polo Museale di Arte Sacra e delle Icone, Palazzo De Scrilli Castignano
Rimane sorpreso il turista di passaggio a Castignano nel visitare il Polo Museale di Arte Sacra e delle Icone. Non si aspetta la bellezza e il fascino di una tale esposizione, lodata dalla Soprintendenza di Urbino e ricercata da studiosi di tutta Italia. Il Museo, inaugurato nel 2009, è frutto dell’appassionato collezionismo quarantennale del castignanese Mons. Vincenzo Catani, attualmente parroco a San Benedetto del Tronto. La collezione è situata nel settecentesco palazzo appartenuto, fino agli anni ‘70, alla famiglia De Scrilli, dietro la chiesa di S. Pietro, oggi di proprietà comunale.
Il Polo Museale si compone di una biblioteca con circa seimila volumi, tra cui 53 lettere autografe dal 1806 al 1816 del vescovo di Montalto Francesco Saverio Castiglioni, divenuto poi Papa Pio VIII; una sezione di Arte Sacra, divisa in sala degli Argenti, due sale di Quadreria e una sala dei Legni e una sezione dedicata alle Icone, una vera rarità per i preziosi 80 manufatti bizantini distribuiti in cinque sale al secondo piano del palazzo.
Questa rara collezione mostra svariate opere dell’Ottocento russo, come icone con cornici di legno intagliate e dorate o con raffigurazioni mariane, tra cui la bellissima icona multipla con ovali di porcellana; si possono inoltre ammirare le icone rivestite dalle “rize”, rivestimenti metallici che generalmente lasciano scoperte le parti essenziali dell’icona, e completate con tecniche orafe assai raffinate da smalti policromi, filigrane, incastonatura di perle o pietre dure e icone “menologiche”, cioè veri e propri calendari divisi per mese, raffiguranti i Santi di ogni giorno dell’anno.
OFFIDA - Palazzo Comunale (RUS)
Offida (Marche), Chiesa di sant'Agostino, Annunciazione con Santi sec. XVII (manortiz)
Annunciazione, inizi del XVII secolo: da notare l'Angelo annunziante con um bel vestito di merletto a tombolo, tipico lavoro artigianale di Offida.
San Giuseppe, santa Caterina da Siena, san Nicola da Tolentino ed un santo Vescovo
Nei pressi del Palazzo Comunale sorge l'ex convento di S. Agostino con l'annessa cappella del Miracolo Eucaristico, imponente edificio in laterizio la cui costruzione, iniziata nel 1338, fu completata nel 1441.
La prima costruzione fu realizzata modificando l'antica struttura esistente rappresentata da una chiesina dedicata a S. Maria Maddalena (1254), così chiamata ai tempi di Alessandro IV (?-1261), come riferito dagli storici offidani Rosini ed Allevi, e da un piccolo romitorio.
Tali lavori di modifica (dalle fondamenta) terminarono durante il priorato di un certo frate Jacopo, come è dato leggere sulla facciata centrale della chiesa: Tempore prioratus fra tris Jacobi hoc peractum fuit sub kD. MCCCCXXXXI (1441).
La conferma di tali lavori è sostenuta dallo storico Rosini che ci parla di modifiche sostanziali già a partire dal 1350 ed è testimoniata da una epigrafe posta sulla parete settentrionale della chiesa.
Tale epigrafe, di difficile lettura, riporta con chiarezza la seguente datazione: Anno Domini MCCCL VIII (1358).
Nel XVI sec., come attestato da atti del notaio G. B. Radicotica, risalenti ai periodo 1493-1514, fu rinnovato il pavimento dell'intera chiesa
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TOSCANA - LUCIGNANO la perla della Valdichiana [Full HD]
© CLAUDIO MORTINI**
La felice collocazione geografica di Lucignano, in posizione dominante, a mt. 414 s.l.m., sulla Valdichiana e sulla strada fra Siena ed Arezzo, l' ha reso strategicamente importante fin dall'antichità e ne ha segnato la storia come castello medievale fortemente conteso tra i territori confinanti.
Con la sua caratteristica forma ellittica a strade anulari concentriche, il borgo fortificato di Lucignano costituisce uno dei più interessanti esempi di urbanistica medievale arrivato fino ai nostri giorni. Posto in una zona di notevole importanza strategica fu a lungo conteso tra le città di Arezzo, Siena, Firenze e Perugia per il dominio della Val di Chiana. Munito dai senesi di una cinta muraria già dal 1371, il borgo fu ulteriormente fortificato dai fiorentini con la costruzione, attorno al 1558, di una Fortezza voluta da Cosimo I de' Medici, attribuita all'architetto Bernardo Puccini. Oltre alla Fortezza e alla Rocca nel paese sono ancora visibili ampi tratti delle mura, caratterizzate da un'ampia scarpa, tre delle porte originarie e due torri con apparato difensivo a sporgere (ballatoio in muratura).
Percorrere le sue strade ha il senso di un piacevole gioco attraverso un intricato labirinto che si risolve finalmente una volta arrivati nella zona alta del paese, comprendente il Palazzo Comunale, la Chiesa di S. Francesco, la Collegiata.
L'impianto urbanistico si sviluppa attraverso un'interessante articolazione spaziale e funzionale fra una via ricca, coincidente con l'attuale Via Matteotti esposta a Sud luminosa ed ampia dove sorgono i palazzi residenziali costruiti dalla nobiltà, e una via povera, coincidente con l'attuale via Roma (detta anche Corsica) esposta a nord, nord-ovest dove sorgono abitazioni più piccole, caratterizzate da un'edilizia povera e costruite dai ceti meno abbienti del paese.
Per circa tre secoli, dal 1200 al 1500, Lucignano ha subito continui passaggi di giurisdizione tra Siena, Arezzo Firenze e Perugia, città dalla quale ebbe in dono la possibilità di fregiarsi nel proprio stemma (tutt'ora adottato) del Grifone Alato, al quale fu aggiunta una stella per indicare che il luogo si trova in collina.
Il nome Lucignano deriva probabilmente da un castrum romano fondato dal console Licinio, della famiglia omonima diventato Lucinianum dopo la conquista da parte di Lucio Silla nel I sec. a.C.; inoltre importanti reperti archeologici di epoca etrusca rinvenuti in varie località ci segnalano la presenza di insediamenti già in quell'epoca.
Con il passaggio di Lucignano sotto i Medici, nel 1554, si hanno importanti interventi urbanistici come l'inizio della costruzione della fortezza, attribuita ad Bernardo Puccini, il santuario della Madonna della Querce, attribuito al Vasari e posto fuori dal centro storico (1568) il convento dei padri Cappuccini (1580 ca.) le chiese della Misericordia (1582) e della Collegiata (1594).
Attualmente il paese mantiene intatto il suo fascino di antico borgo che ha saputo conservare un'immagine tranquilla e serena
TREIA (MACERATA, MARCHE, ITALY)
Treia, comune di 9740 abitanti, provincia di Macerata, Marche, Italia. L'antica Treia sorgeva nella zona del santuario del S.Crocifisso, dove in un campo è ancora possibile riconoscere la forma di un anfiteatro e trovare frammenti di epoca romana, oltre a quelli inseriti nei muri del convento. Fondata o dai Piceni in epoca preromana, o dai Sabini intorno al IV secolo a.C., prese nome dalla dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata. Prima colonia romana, poi municipio (109 a.C.) raggiunse una buona estensione urbana e notevole importanza militare. Treia fu distrutta una prima volta dai Visigoti nel V secolo e poi tra il IX e X secolo dai Saraceni, per cui gli abitanti la ricostruirono su tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa dandole anche il nuovo nome di Montecchio (Monticulum, o Monteclum: piccolo monte). Nel 1790 Pio VI con la bolla Emixum animi nostri stadium del 2 luglio la eresse al rango di città con l'antico nome di Treia. Gli fu dedicato nel 1795 il monumento nella piazza di fronte al palazzo comunale e dominante l'antica arena del gioco del pallone con il bracciale, oggi adibita a parcheggio. Fece parte del ducato dei Varano di Camerino, fu sotto il dominio di Francesco Sforza e passò poi allo Stato della Chiesa, riuscendo comunque intorno all'XI-XII secolo a darsi un proprio ordinamento comunale (nel 1157 si fa menzione dei due consoli) e ad avere una precisa fisionomia, tanto che fu costruito un imponente sistema difensivo comprendente i tre castelli dell'Onglavina, dell'Elce e del Cassero, la poderosa cerchia muraria e le diverse porte d'accesso. Nell'ambito dei contrasti tra papato e impero la città fu cinta d'assedio nel 1239 dall'esercito di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263 da quello di Corrado di Antiochia, nipote di Federico II, sempre senza successo. Gli assediati riuscirono invece a far prigioniero lo stesso Corrado (si narra fingendo di arrendersi e calando la saracinesca della porta appena entrato Corrado con tutto lo stato maggiore), che però tornò in libertà dopo due mesi di prigionia nel castello del Cassero, forse per il tradimento del podestà Baglioni lasciatosi corrompere dal nemico. Treia fece parte dello Stato Pontificio fino al 1860, quando, dopo la battaglia di Castelfidardo fu annessa al Regno d'Italia. Galleria di immagini con fotografie scattate venerdì 11 aprile 2014.
Zagarolo (Roma) - Borghi d'Italia (Tv2000)
Con questa XX puntata di Borghi d’Italia vi porteremo alla scoperta del Comune di Zagarolo in Provincia di Roma ... tv2000.it/borghiditalia