Borghi d'Italia racconta Osimo (Ancona)
La settima puntata stagionale di Borghi d’Italia ci porta ad Osimo in provincia di Ancona. La città, di origini antichissime, è un vero museo a cielo aperto. Osimo conserva ancora intatte le possenti mura romane. Nel corso del programma incontreremo il primo cittadino, il parroco del centro storico e gli altri protagonisti del territorio. Visiteremo la pregevole concattedrale, il museo diocesano, la basilica santuario di San Giuseppe da Copertino, il santuario della Beata Vergine Addolorata, il museo del Covo di Campocavallo, il teatro, il palazzo comunale e il prezioso lapidarium con le cosiddette statue “Senza Testa”. Inoltre scopriremo le grotte della città sotterranea e l’importante realtà della Lega del Filo d’Oro. La puntata sarà accompagnata dal canto dei ragazzi dell’importante Accademia d’Arte Lirica di Osimo vera eccellenza italiana. Come sempre, non mancheranno i piatti della tradizione locale e il dialetto.
Osimo, arriva il Giro d'Italia 2018: istruzioni per l'uso
Osimo, arriva il Giro d'Italia: istruzioni per l'uso. I dettagli del piano sicurezza e viabilità illustrati dal vice questore Giuseppe Todaro, dal comandante della Pm Graziano Galassi e dal sindaco SImone Pugnaloni stamattina nel corso di una conferenza stampa a palazzo comunale di Osimo
VideoSimon - Demo Osimo
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DESCRIZIONE: Video della città di Osimo (AN). Sono presenti la fontana di Piazza Boccolino, il Palazzo Comunale, la Gironda, i Giardini di Piazza Nuova, il Duomo.
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OSIMO - PALAZZO COMUNALE (ITA)
Fusione Inrca-ospedale di Osimo, il bilancio a 3 mesi dall'incorporazione
Stamattina a palazzo comunale di Osimo il sindaco Simone Pugnaloni e il dg dell'Inrca di Ancona, Gianni Genga, hanno tirato un bilancio dei primi tre mesi dopo la fusione per incorporazione dell'ospedale di Osimo nell'istituto di ricerca di Ancona. Si è parlato di personale, moblità volontaria, nuovi servizi e nuovi lavori
Osimo 2018, i progetti per la scuola
Osimo 2018, i progetti per la scuola illustrati dall'assessore Annalisa Pagliarecci nel corso della conferenza stampa di fine 2017 a palazzo comunale
Osimo, i mini ciceroni alle Giornate Fai di autunno
Gli studenti delle Medie 'Leopardi' dell'IC Trillini di Osimo per tutta la settimana corrente saranni impegnati a fare da ciceroni a compagni ed alunni di altre scuole. Li accompagneranno nella visita al settecentesco palazzo Simonetti di via Saffi. Un'esperienza culturale e didattica che raccontano Manuela Manzotti (volontaria Fai), Caterina di Benedetto (docente dell'Ic Trillini) le proprietarie del palazzo storico, Alessandra ed Emanuela Hercolani Fava Simonetti e la dirigente scolastica del Trillini, Rosanna Catozzo. Music: (Get Happy)
Coppa Mondiale Fisarmonica, le selezioni a Osimo
Il M° Mirco Patarini, fisarmonicista di fama internazionale nonchè presidente della CIA, stamattina a palazzo comunale di Osimo, nell'ambito della conferenza stampa di presentazione del cartellone di Osimo Estate 2018 ha annunciato che le selezioni per la Coppa Mondiale della Fisarmonica 2018 si terra nella città dei senza testa - AUDIO
Matrimonio Civile Palazzo Duchi di Santo Stefano – Elena e Antonio
Elena e Antonio hanno scelto Taormina per il giorno più bello! Si sono sposati all’interno dell’antico Palazzo dei Duchi di Santo Stefano, il cuore antico di Taormina. Elena si è preparata nella sua casa in riva al mare, in compagnia della sua affettuosa famiglia e Antonio ha brindato al suo matrimonio con i genitori e gli amici più cari, prima di raggiungere per Taormina. Bellissima nel suo meraviglioso abito da sposa e al braccio di suo padre, Elena ha varcato la soglia del nobile palazzo, mentre Antonio emozionatissimo attendeva al centro della grande sala delle cerimonie. Gli ospiti hanno partecipato con affetto a una splendida cerimonia, che ha coronato il sogno d’amore di Elena e Antonio. Subito dopo la cerimonia, gli sposi in compagnia dei loro ospiti, hanno festeggiato al Villa Sant’Andrea, un autentico angolo di paradiso in riva al mare e su una terrazza incantata hanno brindato, ballato e ammirato il golfo di Taormina.
Elena and Antonio both chose Taormina to celebrate their most beautiful day! They got married at the antique Palazzo Duchi di Santo Stefano, the old heart of Taormina. Elena got ready at her home by the sea, together with her lovely family and Antonio made a toast to his Big Day with family and close friends, before leaving home to reach Taormina. Beautiful in her stunning wedding gown, Elena walked with her proud father to the noble Palace, while Antonio was impatiently waiting for her in the middle of the ceremony hall. The guests attended a lovely, beautiful ceremony, a dream come true for Elena and Antonio. Right after the ceremony, the wedding couple celebrated their wedding party with friends and family at the Villa Sant’Andrea, a truly corner of paradise by the sea, where they danced and enjoyed their big day, overlooking the gulf of Taormina.
BORGHI MARCHE San Severino Cingoli Jesi
Gita con Petroniana di Bologna il 9 ed il 10 marzo 2019
Due giorni straordinari e indimenticabili grazie alla nostra Guida Stefano D'Amico
9 Marzo San Severino Marche è un piccolo gioiello da scoprire.Vanta testimonianze archeologiche, artistiche e monumentali di notevole importanza che vanno dal periodo piceno all’Ottocento. Incontriamo la guida e saliamo al Monte Nero, da dove si gode di una splendida panoramica della città con la sua formidabile cinta muraria poi discesa verso il centro medievale con soste per visitare il Museo Archeologico Moretti, per la bellissima collezione del periodo piceno e il Duomo Vecchio caratterizzato dalla bella facciata gotica e dalla torre campanaria. Si prosegue poi con la visita della parte rinascimentale facendo una puntata alla Pinacoteca Tacchi Venturini, dove sono esposti importanti opere di pittura marchigiana con opere di Crivelli, Paolo Veneziano e Pinturicchio, la Piazza del Popolo, circondata da eleganti edifici, il Palazzo Comunale e il Palazzo dei Governatori con il suo Orologio, oltre alle principali chiese: la chiesa di Santa Maria della Misericordia, con i dipinti del Pomarancio, il Duomo Nuovo dal bel portale gotico e altro ancora. Nel pomeriggio ripresa del viaggio verso Cingoli, cittadina definita il Balcone delle Marche, per la sua suggestiva e incredibile posizione panoramica. Sosta al punto panoramico e passeggiata lungo il corso principale sul quale si affacciano tanti palazzi nobiliari e puntata al Palazzo Comunale, per ammirare fra i tanti capolavori la Pala della Madonna del Rosario, opera del Lotto. Uscendo dalla cittadina si può visitare la chiesa romanica di San Esuperanzio, una delle più belle chiese romaniche della regione.
Prima di raggiungere Jesi, visita all’Abbazia di Sant’Urbano, che risale al X secolo ed è una delle più suggestive del romanico marchigiano. Bellissimi e particolari sono la suddivisione degli spazi interni e alcuni capitelli con scene zoomorfe. Un luogo che ha affascinato molti di noi.
10 Marzo, domenica: JESI
Jesi, città marchigiana, scrigno di storia, arte e cultura, che sorge tra dolci colline. Le sue origini sono antiche: dal 247 a.C. divenne colonia romana, nel 1194 vide nascere Federico II di Svevia e nel 1710 vi nacque il compositore Giovanni Pergolesi.
Circondata da una cinta muraria fra le meglio conservate della regione ha titolo di “Città esemplare” Unesco per la capacità di preservare un patrimonio secolare architettonico, artistico e culturale altamente suggestivo. Incontro con la guida e inizio delle visite con Piazza Federico II, già piazza del mercato, dove nel 1194 nacque da Costanza d’Altavilla l’imperatore Federico II di Svevia, “Stupor Mundi”, il Palazzo della Signoria, tra le più belle architetture del Rinascimento delle Marche, che conserva al suo interno una straordinaria biblioteca storica, il settecentesco Teatro Pergolesi, dedicato al celebre compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi e splendido esempio di architettura mondana del XVIII, Palazzo Pianetti, uno dei principali esempi di rococò marchigiano e italiano, con la sua galleria degli stucchi lunga 76 metri. All’interno del palazzo sono stati allestiti due musei, quello archeologico che mostra le vestigia dell’epoca romana di Jesi e la Pinacoteca con alcuni massimi capolavori di Lorenzo Lotto nelle Marche, come la Pala di Santa Lucia e altre ancora. Nel pomeriggio una sosta per visitare la Rocca Roveresca di Senigallia. Costruita intorno a una prima fortificazione romana, la rocca divenne il perno del sistema difensivo nel XIV quando la città torno alla chiesa per opera del cardinale Albornoz. L’attuale edificio si deve a Giovanni della Rovere che trasformò la struttura in una delle più eleganti fortificazioni marchigiane.
La presenza di persone con abiti d'epoca ha reso questa visita ancor più straordinaria.
Adattamento testo dal programma di viaggio Petroniana Bologna.
TREIA (MACERATA, MARCHE, ITALY)
Treia, comune di 9740 abitanti, provincia di Macerata, Marche, Italia. L'antica Treia sorgeva nella zona del santuario del S.Crocifisso, dove in un campo è ancora possibile riconoscere la forma di un anfiteatro e trovare frammenti di epoca romana, oltre a quelli inseriti nei muri del convento. Fondata o dai Piceni in epoca preromana, o dai Sabini intorno al IV secolo a.C., prese nome dalla dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata. Prima colonia romana, poi municipio (109 a.C.) raggiunse una buona estensione urbana e notevole importanza militare. Treia fu distrutta una prima volta dai Visigoti nel V secolo e poi tra il IX e X secolo dai Saraceni, per cui gli abitanti la ricostruirono su tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa dandole anche il nuovo nome di Montecchio (Monticulum, o Monteclum: piccolo monte). Nel 1790 Pio VI con la bolla Emixum animi nostri stadium del 2 luglio la eresse al rango di città con l'antico nome di Treia. Gli fu dedicato nel 1795 il monumento nella piazza di fronte al palazzo comunale e dominante l'antica arena del gioco del pallone con il bracciale, oggi adibita a parcheggio. Fece parte del ducato dei Varano di Camerino, fu sotto il dominio di Francesco Sforza e passò poi allo Stato della Chiesa, riuscendo comunque intorno all'XI-XII secolo a darsi un proprio ordinamento comunale (nel 1157 si fa menzione dei due consoli) e ad avere una precisa fisionomia, tanto che fu costruito un imponente sistema difensivo comprendente i tre castelli dell'Onglavina, dell'Elce e del Cassero, la poderosa cerchia muraria e le diverse porte d'accesso. Nell'ambito dei contrasti tra papato e impero la città fu cinta d'assedio nel 1239 dall'esercito di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263 da quello di Corrado di Antiochia, nipote di Federico II, sempre senza successo. Gli assediati riuscirono invece a far prigioniero lo stesso Corrado (si narra fingendo di arrendersi e calando la saracinesca della porta appena entrato Corrado con tutto lo stato maggiore), che però tornò in libertà dopo due mesi di prigionia nel castello del Cassero, forse per il tradimento del podestà Baglioni lasciatosi corrompere dal nemico. Treia fece parte dello Stato Pontificio fino al 1860, quando, dopo la battaglia di Castelfidardo fu annessa al Regno d'Italia. Galleria di immagini con fotografie scattate venerdì 11 aprile 2014.
68.18 Palazzo Campana: l'inizio
Il video, realizzato con immagini, manifesti, documenti e testimonianze tratti dagli archivi e dalle biblioteche del Polo del ‘900, è stato presentato durante la serata organizzata a cinquant’anni dalla storica occupazione di Palazzo Campana, che ha anticipato le iniziative che verranno organizzate al Polo del 900 nel corso del 2018 attorno al tema del ’68.
Campanone della Torre Civica di Osimo (AN) v.474
Distesa del campanone alle ore 17:45 (dura poco più di 1 minuto) per il consiglio comunale riunito alle ore 18:00.
Concerto di 3 campane elettrificate dalla De Santis di Fermo nel 1980-81, di cui il campanone a slancio e le 2 piccole fisse:
I: Do3 calante (batte le ore), rifusa nel 1797 da Francesco Pasqualini di Montedinove (AP) col bronzo della precedente campana datata 4 marzo 1544, originariamente dedicata a Santa Corona. Su di essa sono raffigurati un Crocifisso, San Vittore, lo Stemma Comunale di Osimo e lo stemma della fonderia sotto l’Agnello Mistico. Ha un diametro di 144 cm e uno spessore di 10 cm. Pesa 18 quintali circa.
Iscrizioni: “IN HONOREM DEI B • MARIÆ VIRG • ET SS • MM VICTORIS ET CORONÆ PATRON • REMPVB • GERENTIBVS HIERONIMO BLASIO
SILVESTRO IANNICOLI ANTONIO BONFILIO ET HIERONIMO VVLPONIO PRAEFECTIS OPERI PACIVNDO MARCO ANTONIO TALLEONIO
HIERONIMO BLASIO • CHRISTVS VINCIT CHRISTVS REGNAT CHRISTVS IMPERAT • CHRISTVS NOBISCVM STATE ANNO DOMINE MDCCXCVII”
II: La#3 (batte i quarti assieme al campanone), fusa da Gianbattista e Domenico Donati de L’Aquila nel 1771 (2 anni dopo il Campanone di Gubbio). Su di essa sono raffigurati un Crocifisso con 7 scalini, una Madonna col Bambino e lo stemma comunale. Ha un diametro di 80 cm e uno spessore di 5,8 cm. Pesa 3,1 quintali circa.
Iscrizioni: “FVDIT • PULSANDIS • HORIS • IO • BAPTA • DONATVS • AQUILENSIS • ET • DOMENICVS • DONATVS
• DE • FERENTILLO • MAGISTRATUM • GERENTIBVS • DOMINICO • BLASIO • VINCETIO BUTTARIO
• FRANCO • LEOPARDIO • BARTHOLOMEO • VIVANIO • ANNO • DOMINI • MDCCLXXI
III: Si3, rifusa nel 1803 da Luigi Pasqualini di Montedinove (AP) col bronzo della precedente campana datata 4 marzo 1544, originariamente dedicata a Santa Tecla. Su di essa sono raffigurati la Madonna in trono sorretta da angeli e un Crocifisso con Angeli che raccolgono il Suo sangue dentro delle coppe. Ha un diametro di 69 cm e uno spessore di 4,6 cm. Pesa 2 quintali circa.
Iscrizioni: “A. D. MDCCCIII MENSE IVNIO RESTAURATA • AC • B M. V. SSMI • ROSARII NEC NON SS • MARTYRIBUS VICTORI ET
• CORONAE CIVITATIS PATRONIS DICATA • NOB • VIRIS COM • PETRO DOMCO • LEOPARDI • RAYMVNDO FLORENTIO MAR
TORELLI • ANTONIO AVDITORE CALISTI • IACOPO STELLA REPVBLICAM GERENTIBVS • ALOYSIVS PASQVALINI FVDIT”
Si ringrazia la Dott.ssa Simona che con tutte le difficoltà presentate all’ultimo minuto, è riuscita a contattare una persona che azionasse il campanone: per errore vengono fatte rintoccare contemporaneamente le 2 grosse, dopodiché la distesa sembra partire, ma subito dopo si ferma. Alla fine, per grazia ricevuta… Ha preso finalmente slancio, anche se solo per 1 minuto di impulso. Quantomeno ho rimediato alla tremenda sola avuta alla festa patronale di S.Giuseppe da Copertino! Da sottolineare anche la meccanica spartana ma allo stesso tempo molto dolce, tipica delle elettrificazioni indistruttibili degli anni ’80. Per il censimento completo vi rimando su quest’articolo stilato da Cinquinosuper , mentre se volete sentire la breve meridiana eseguita per l'Angelus feriale vi rimando qui . Nelle inquadrature iniziali è possibile ammirare l'orologio principale della torre civica, l'orologio secondario collocato nel lato adiacente, la meridiana Tempus Fugit e il campanile della concattedrale di S.Leopardo.
COMUNE DI OSIMO - PROROGA MOSTRA AL 12 GENNAIO 2014
La mostra viene prorogata fino al 12 gennaio 2014. I giorni di Natale e Capodanno la mostra aprirà nel pomeriggio.
L'organizzazione coglie occasione per inviare i migliori Auguri
Fermo (Marche, Italy), Piazza del Popolo (manortiz)
Piazza del Popolo, già piazza Vittorio Emanuele e piazza San Martino, è la piazza principale della Città
Questo spazio ebbe una sua prima configurazione sotto Alessandro Sforza, in occasione della venuta di Bianca Maria Visconti, nel 1442, sposa del fratello Francesco, la quale nell'anno 1444 diede alla luce a Fermo, Galeazzo Maria, futuro duca di Milano.Fu ridimensionata con deliberazione comunale dell'8 novembre 1463 ed assunse la sua forma attuale con l'intervento di sistemazione avvenuto nell'anno 1659. Si apre con la sua configurazione architettonica quattrocentesca, accurata e lineare nelle strutture, lunga 135 metri e larga 34, è considerata come la piazza salotto della città. Si mostra chiusa sui lati lunghi da due file di logge dai portici in cotto e sui lati corti da palazzi storici fra i più significativi della storia cittadina, quali: il palazzo dei Priori o Palazzo comunale, sede dellapinacoteca civica, risalente al 1296; il Palazzo apostolico, iniziato nell'anno1502 da Oliverotto Euffreducci e terminato nel 1532 per ordine del papa Clemente VII; il loggiato di san Rocco, costruito nel 1528 ospitante la chiesina di san Martino, eretta nel 1505, quale voto della città contro la peste.
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Il Comune di vetro - Mostra di Fernando Farulli
Edizione 2012 della rassegna Il Comune di vetro dedicata al pittore Fernando Farulli. Dal 22 aprile al 13 maggio presso il Rifugio Gualdo, il Palazzo Comunale ed il Liceo Artistico di Sesto Fiorentino. Video di Alessio Bernardi.
Orari:
PALAZZO COMUNALE (piazza Vittorio Veneto 1): dal lunedi al sabato dalle 8 alle 20.
Domenica e festivi dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19
RIFUGIO GUALDO (Strada Panoramica Colli Alti): dal martedi al sabato dalle 16,30 alle 19. Domenica e festivi dalle 9 alle12 e dalle 15 alle 19
LICEO ARTISTICO (via Giusti 31): dal lunedi al sabato dalle 9 alle 13. Martedi e giovedi anche dalle 15 alle 17
MONTEFANO (MACERATA, MARCHE, ITALY)
Montefano, comune di 3592 abitanti, provincia di Macerata, Marche, Italia.
Il borgo nacque dalle rovine di Veragra, città picena e stazione militare romana posta lungo la via consolare che portava da Nocera Umbra ad Ancona. La città fu distrutta dai Goti all'inizio del VI secolo d.C. Nel Basso Medioevo fu sottoposta al dominio di Osimo, in quanto Recanati per difendere i propri territori costruì il castello di Montefiore appena al limite del territorio comunale. Nel 1416 vi furono stipulati i Capitoli tra i commissari dello Stato Pontificio e Macerata. Presa e saccheggiata due volte dai soldati di Francesco Sforza e successivamente riconquistata da Osimo, nel 1489 passò con papa Giulio II sotto il diretto dominio dello Stato Pontificio tramite una bolla papale, che concedeva a Montefano l'indipendenza comunale. Il 6 maggio 1501 vi nacque Marcello Cervini, divenuto poi papa Marcello II, mentre i suoi genitori erano in transito da Montepulciano, luogo natale della famiglia, a Macerata. Galleria di immagini con fotografie scattate lunedì 2 giugno 2014.
Natale a Porto Recanati
Un bel colpo d'occhio il corso illuminato, il palazzo comunale e la magia del castello Svevo, auguri da Porto Recanati
Palazzo Gotico, la Resistenza raccontata dagli studenti. Suona il campanone
Val di Sole: la Collezione Cavallini Sgarbi a Caldes
Milano, 3 giu. (askanews) - Dopo sport e natura, la Val di Sole punta anche sulla cultura per rafforzare la sua offerta turistica. Dal 6 giugno al 3 novembre 2019 a Caldes sarà ospitata la Collezione Cavallini Sgarbi: 80 opere che abbracciano un percorso lungo quattro secoli, dalla metà del Quattrocento, con Niccolò dell'Arca, a fine ottocento con Francesco Hayez. L'appuntamento è stato presentato a Trento, in occasione del Festival dell'Economia, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia Autonoma Maurizio Fugatti, e Vittorio Sgarbi.
Luciano Rizzi, presidente dell'Apt Val di Sole spiega così il senso di questa nuova proposta: Fa parte della strategia per lanciare l'estate - dice - E lo si può fare solo con prodotti di eccellenza. E così come per lo sport abbio l'eccellenza, con il calcio, il rafting e il bike; così facciamo con la cultura. E Sgarbi e uno dei pochi che ci può garantire eccellenza.
La mostra allestita nelle sale di Castel Caldes restituisce l'atmosfera intima di un contesto privato arricchito dal gusto del bello, esaltando quindi la caratteristica propria di una collezione privata frutto della appassionata caccia di Vittorio Sgarbi, svolta in tandem con la madre Rina Cavallini, la quale ha acquistato le opere in numerose aste in ogni angolo del mondo.
In generale le collezioni private sono belle al di la del fatto che siano costituite di belle opere - dice Vittorio Sgarbi - perché assomigliano a chi le ha raccolte. Il museo Guggenheim assomiglia a Peggy. La mia collezione è una collezione di un uomo molto curioso che acquisterebbe qualunque cosa, naturalmente con dei limiti. Per cui ho delle opere molto importanti, che hanno rappresentato diversi momenti. E forse la più importante è prima che ho acquistato ed è il busto di Niccolò dell'Arca, il più grande sculture del Quattrocento emiliano, cha ha quest'aria da guerriero, un vero cristiano, che tiene il giglio come se fosse un bastone, e il libro della sapienza, la stella della luce di dio... Ed è un'opera più che autobiografica: l'ho acquistata l'anno in cui è morto mio zio nel 1984. Nel 2015 è morta mia madre, e ho ritrovato un altro Niccolò dell'Arca, un'aquila, e mia madre era un'aquila. Ed è talmente singolare non perché corrispondono a due momenti tragici della vita di una persona, ma perché Niccolò dell'Arca è introvabile: non ha fatto 200 opere, ma 15.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, la Fondazione Elisabetta Sgarbi, e la direzione artistica di Contemplazioni, è organizzata dall'Azienda per il Turismo Val di Sole e promossa dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune di Caldes, da Trentino Marketing e dalla Comunità della Val di Sole.