Penna san Giovanni (Marche, Italy) (manortiz)
Panorama da Smerillo e da Monte san Martino
Penna San Giovanni, situato a m 672 s.m., è un centro di notevole interesse per le acque salso - bromo - iodiche - solforose e per le caratteristiche paesistiche e climatiche. Fu patria del Beato Giovanni da Penna, seguace di S. Francesco, ricordato nei Fioretti; dello storiografo Giovanni Colucci (sec. XVIII), autore della monumentale opera Antichità picene; del pittore Mario Nuzzi meglio conosciuto come Mario dè Fiori (sec. XVII). Il nome gli deriva da un termine prelatino nel significato di vetta rocciosa di forma aspra ed acuta e dal nome attuale con quello di Castello della Penna o Castel San Giovanni. Sulla base di alcuni reperti archeologici, si fa risalire la sua origine all'epoca romana quando qui, secondo la tradizione, sorgeva un villaggio legato alla non lontana Faleria. Il luogo fu fortificato in epoca medievale e fu residenza di signori locali. Nel 1259, al tempo dell'occupazione di Manfredi, gli abitanti insorsero e distrussero la Rocca sulla sommità del monte. La fortezza fu poi ricostruita alla metà del '300 dai Varano che avevano preso possesso del paese per conto del Cardinale Albornoz che cercava di mettere ordine nella Marca in nome del Pontefice; alla metà del sec. XV fu conquistata e tenuta per due decenni da Francesco Sforza insieme con molti altri castelli vicini per passare poi definitivamente sotto il dominio della Chiesa. Del periodo medievale, Penna conservava il tratto della primitiva cinta muraria del sec. XIII, i rifacimenti del sec. XV con torre quadrangolare aggettante e le porte dei sec. XIII e XIV: Porta della Pesa (sec. XIV), la Portarella (sec. XIII), Porta del Forno (sec. XIV) e Porta S. Maria del Piano o Porta Marina (sec. XIV). Sulla cima del colle, i resti di una torre della originaria Rocca in cui si apre uno stretto cunicolo nel quale la leggenda dice si nasconda una chioccia d'oro con i suoi pulcini. Tra i monumenti più importanti, la Chiesa di S. Francesco costruita nel 1457 da Salino Lombardo ma rimaneggiata nel XVII e XVIII secolo, conserva il portale della primitiva costruzione ed il pavimento in cotto. All'interno tele dei secoli XV e XVIII. L'antico convento adiacente con chiostro e loggiato ha subito varie trasformazioni nei secoli scorsi ed è stato adibito a scuola. Nel palazzo Municipale, edificato alla fine del sec. XVIII dall'arch. Pietro Maggi, sono conservati reperti di epoca romana ed una interessante tavola, quasi certamente un trittico privato delle cornici, raffigurante la Madonna tra S. Rocco, S. Sebastiano, S. Apollonia e S. Giovanni da alcuni attribuita all'ambito dei Crivelli. Sulla parte aggettante della facciata si innesta la torre dell'orologio. La Pieve di San Giovanni Battista fu costruita tra il 1251 e il 1256 da Giorgio da Como, noto per la fabbrica delle cattedrali di Fermo e di Iesi; a croce latina e ad un'unica navata, riformata nel 1736, conserva la statua in legno del Battista, opera di notevole importanza artistica (sec. XVI), forse opera di Desiderio Confini, ed un interessante Crocifisso dello stesso periodo. Della originaria chiesa di San Antonio Abate resta il robusto campanile costruito, forse, sul basamento di una antica casa-torre medievale. Nel palazzo Priorale, risalente al sec. XIII ma molto rimaneggiato, si trova l'elegante Teatro comunale costruito in legno e dipinto da Antonio Liozzi (sec. XVIII). D'interesse anche ciò che resta del monastero di S. Filomena: la chiesa, ad unica navata, conserva il matroneo ormai murato e l'originale pavimento in cotto recentemente restaurato. All'interno una Sacra Famiglia attribuita al Sassoferrato (sec. XVII). Fuori dal centro abitato, immerse nel verde, due piccole chiese, tra le più antiche di Penna: la chiesa di San Bartolomeo e quella romanica di San Biagio. A qualche chilometro di distanza dal paese, sulle rive del torrente Salino, scaturiscono le sorgenti di acque minerali salso-cloro-iodiche-solfuree di Villa Saline salutari nella cura delle malattie del ricambio e delle affezioni della pelle. L'uso delle acque è attestato almeno fin dalla fine del sec. XIII quando la sorgente fu acquistata da Penna per l'estrazione del sale.
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TEATRO COMUNALE PENNA SAN GIOVANNI (1780) - Video Tribute
TEATRO COMUNALE PENNA SAN GIOVANNI (1780) - Note storiche.
Il Teatro Comunale di Penna San Giovanni (MC) fu edificato intorno al 1780 all'interno del Palazzo dei Priori grazie all'istituzione di un condominio teatrale, sistema grazie al quale furono creati nelle Marche, tra la fine del Seicento e l'inizio dell'Ottocento, un gran numero di piccoli e grandi teatri, primo fra tutti il Teatro della Fortuna di Fano (1677).
Il Teatro, di modeste dimensioni, fu progettato e realizzato, in stile barocco, quasi interamente in legno dal pittore locale Antonio Liozzi (1730-1807). All'artista pennese, formatosi presso la scuola romana del pittore Marco Benefial, si deve sia la struttura, sia la decorazione pittorica caratterizzata da motivi floreali e dipinti trompe-l’oeil.
Questo teatro rappresenta l’unico esemplare di costruzione teatrale interamente in legno esistente della provincia di Macerata ed una delle poche sopravvissute in Italia. Questo piccolo “gioiello” barocco costituisce quindi una eccezionale testimonianza di architettura teatrale del Settecento, essendo perfettamente conservato nella struttura lignea e nella decorazione.
La struttura è costituita dalla platea e da due ordini di palchi sorretti da colonnine intagliate e decorate in finto marmo, rinforzate da un'anima in acciaio. Il parapetto di ogni palco è abbellito da un cartiglio barocco ed ognuno è sormontato da un festone con motivi floreali. Infine il soffitto è arricchito da un bel disegno scenografico policromo, che conferisce grande eleganza a tutto il complesso.
Lasciato per anni in disuso ed in stato di abbandono, è stato recuperato in un arco di tempo che va dal 1974 al 1993.
Fino al momento del restauro, il teatro veniva ovunque citato come Comunale o Teatro Pubblico (Giuseppe Colucci ). La dicitura Teatro Comunale appare anche In un disegno/progetto a chine colorate, datato 1871 e presente in una cornice apposta a sinistra dell'accesso alla platea (ved. foto sotto). La denominazione Flora non è stata riscontrata in alcun documento storico né in atti ufficiali del Comune. Compare solo dopo il 1993, coniata, pare, da qualche sindaco, quale omaggio per le grazie ricevute dalla componente di una compagnia di saltimbanchi che, alla fine della seconda guerra mondiale, ebbe modo di esibirsi nel Teatro.
Attualmente, in tutti gli atti ufficiali e le citazioni, il monumento viene definito come Teatro Comunale di Penna San Giovanni.
Attualmente il Teatro Comunale Penna San Giovanni, a seguito degli eventi sismici del 2016, che hanno colpito e danneggiato in maniera grave molte località della provincia di Fermo e Maercata, rendendo inagbili i vari teatri storici di S. Angelo in Pontano, Monte S. Martino, Amandola, Sarnano, Caldarola e San Ginesio, resta l'unico teatro della Comunità dei Monti Azzuri ancora attivo, di conseguenza, importante punto di riferimento per la cultura di tutto il territorio dell'alto maceratese. Per quasi tutto il periodo dell'anno la struttra si rende protagonista grazie a un vario ed interessante cartellone di eventi, che spaziano dalle rassegne teatrali a quelle musicali.
Ragusa ibla-Modica-Scicli. Sicilia. italy. / 4K
Riprese con Sony FDR AX33 4K-Editing con Pinnacle 19, di Ragusa ibla / Modica / Scicli in Sicilia. Italy.
Luoghi Visitati
Ragusa Ibla: Panoramica. Chiesa Anime Sante del Purgatorio. via Duomo. Palazzo la Rocca. Palazzo Arezzi. Duomo di San Giorgio. salita al Duomo. Piazza Duomo. Palazzo Floridia. circolo di Converzazione. Corso XXV aprile. Municipio (servizi demografici). Chiesa San Vincenzo Ferreri. Valle delle Colonne ( interno giardino Ibleo). Chiesa di San Giacomo Apostolo. Giardino Ibleo. Monumento ai Caduti. Portale di San Giorgio.
Modica: Panoramica. Basilica Santuario Madonna delle Grazie. Corso Umberto I. Chiesa del Carmine. Piazza Movimento. Torre dell'Orologio. Municipio. Palazzo di città. Convento San Domenico. Palazzo Saleni. via Marchesa Tedeschi. Santa Maria di Betlem. Corso Umberto I. Palazzo Cultura. Chiesa di San Pietro. Teatro Garibaldi. Palazzo Moncada. Panoramica. Cattedrale di San Giorgio. Chiesa Santa Teresa D'Avila. Chiesa San Giovanni Evangelista. Belvedere.
Scicli: Panoramica. Via San Francesco Mormino Penna. Palazzo Spadaro. Chiesa San Michele Arcangelo. Chiesa San Giovanni Evangelista. Municipio. Palazzo Beneventano. Piazza Italia. Chiesa Madre S. Ignazio de Loyola. Chiesa San Bartolomeo. Parrocchia Madonna del Carmine con Piazza Busacca. Chiesa di San Matteo. Belvedere.
Ringrazio della Visualizzazione.
Scicli Punti di Vista (video 2)
Scicli (Vigata), Palazzo Beneventano, Chiesa Madre, Palazzo Fava, Via F. Mormino Penna, Municipio (Commissariato nella fiction di Montalbano), Chiesa San Giovanni, Chiafura. Riprese aeree di Gianni La China.
Palazzo del Podestà: il Comune alla ricerca di fondi dall’Unione Europea
Monte san Martino (Marche, Italy), The Urbani Renaissance Palace (manortiz)
Palazzo Urbani
La costruzione dell'edificio può essere avvenuta alla fine del XV o nei primi anni del XVI secolo ad opera della famiglia Urbani alla quale è appartenuto fino alla fine del secolo XVIII. Come puntualizzato dal Colucci nelle sue Antichità Picene nel 1796 questo grandioso palazzo sarebbe stato più consono ad una grande città che ad un piccolo Comune. In effetti l'edificio si presenta con caratteristiche del palazzo nobiliare di stile fiorentino dell'architettura Rinascimentale, con bugnato d'angolo a vista e i tre ordini di piano terra piano primo e mezzanino con relative finestre modanate in pietra arenaria, variante locale della fiorentina pietra serena, con diversa decorazione a seconda del piano.
La facciata principale quella che affaccia su via A.Ricci è marcata oltre che dal bugnato d'angolo da due comici marcapiano sulle quali poggiano le finestre; il portale di ingresso è costituito dalla tipica bugna rinascimentale in pietra arenaria con chiave di volta decorata con foglia di acanto sormontata da una base che era di supporto allo stemma della famiglia ora non più in loco.
Tutto il complesso è organizzato su di una pianta ad elle con il lato lungo parallelo alla via A. Ricci e il braccio corto che delimita la piazza XX Settembre. Il palazzo è costituito da tre livelli partendo dall'ingresso principale su via A. Ricci, e scende fino al livello della piazza con altri due piani seminterrati destinati a cantine, magazzini e probabilmente stalle. Alcune parti poste sul lato sud-ovest probabilmente sono state ricostruite o costruite ex novo nella seconda metà del XVIII secolo come si può apprendere al punto 38 del testamento dei Giovan Battista Manilio Urbani del 1746.
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Napoli - Palazzo Penne tra incuria e degrado
Terzo appuntamento della rubrica di Agenzia Radicale I video di Arte&Dintorni dedicata al degrado e all'incuria in cui versa il quattrocentesco palazzo Penne ubicato nel centro storico di napoli.
Vasto da scoprire: lo storico Orfanotrofio Genova-Rulli nel Palazzo della Penna
a costruzione del palazzo ebbe termine nel 1615. Probabilmente questa data deve riferirsi al solo fabbricato principale, in quanto altri lavori vennero effettuati nel 1621, quando l’Università di Vasto diede al Marchese tre migliaia di sassi provenienti dal porto della Meta, da utilizzare per il Palazzo della Penna. Mentre altri lavori vennero commissionati nel 1699 all’ingegnere veneto Daniele Galante ed al fabbricatore Giovanni Di Benedetto di Vasto.
Posto su uno spianato a circa 6 chilometri da Vasto, in bella posizione che un tempo dominava la sottostante valle del torrente Lebba, oggi invase dalle industrie, il Palazzo ha pianta quadrata, fortificata agli spigoli da quattro baluardi, un cortile spazioso, ampie sale, semicircondata da un recinto anch’esso protetto agli spigoli da bastioni e comprensivo di una serie di fabbriche adibite a locali di servizio. Arredato con eleganza, il palazzo fu frequentemente abitato sia dal suo fondatore, che dai suoi figli, Ferrante e Diego, nonché dal nipote Don Cesare Michelangelo. Così lo descrisse Tommaso Palma nel 1703, nel suo “Compendio istorico dell’antichissima terra del Vasto”: “…Le campagne sono tutte carrozzabili, ed amene, e precise le spaziose della Penna, dove poco distante dal mare vi è un famosissimo Casino fatto in forma di Fortezza con quattro Baloardi. Vi si ponno in esso collocare trè Principi colle loro famiglie per cagion di diporto. Le camere sono allegrissime, e l’architettura delle finestre, e delle porte è così bella per la loro regolarità corrispondenza, che reca gran meraviglia, à chi l’osserva. Gli Eccellentissimi Padroni vi sogliono andar spesso, non solo per occasione di villeggiatura, ma più per loro divozione, stante vi è poco lungi una Chiesa detta di Nostra Signora della Penna…”. Altra descrizione, molto più completa e dettagliata, è presente nell’Apprezzo del 1742, conservata manoscritta nell’Archivio storico G. Rossetti.
Il 20 giugno del 1711, il palazzo venne saccheggiato dai turchi. “Ad hora nove della notte giunsero due galere turchesche nella Lebbe”, si legge nella “Cronaca vastese” di Diego Maciano, “et ivi se ne andarono nel Palazzo di S.A. con rovinare tutto, cioè pigliarono da sei portieri, da diciassette forme di cascio, una bellissima reliquiaria, molti specchi ed altre robbe. Oltre di questi ruppero molti specchi grosssi, tutte le vitriate con intentione di mettere fuoco a detto Palazzo, perché avevano riuniti tutti li banchi, arcibanchi, boffette, sedie nel mezzo di ciascheduna camera, e sala e perché no hebbero tempo per l’aggiunto del popolo della Città lasciarono imperfetto il loro disegno”.
Il canonico Diego Maciano in data 25 febbraio 1713, annotava il rientro del Marchese Don Cesare Michelangelo d’Avalos, dopo dodici anni di esilio per motivi politici. Appena si sparse la notizia dell’arrivo del Marchese, molti cittadini accorsero a piedi per rendergli omaggio. Dopo l’arrivo della Marchesa D. Ippolita, insieme agli altri membri della casa marchesale, si diressero tutti alla chiesa della Madonna della Penna dove “si fece un gran sparo da 40 huomini Missonesi, e poi si disse la messa, e poi si cantò il Te Deum”.
Il dominio di Don Cesare Michelangelo segnò il periodo di maggior splendore nella storia del palazzo. Restaurato ed abbellito, l’edificio ospitò molti personaggi del Regno, che si fermavano nella nostra città, come il Connestabile Fabrizio Colonna, che venne a Vasto per ricevere il collare dell’Ordine del Toson d’Oro.
SICILIA - SCICLI Monumentale città barocca - Full HD
© CLAUDIO MORTINI™◊
Scicli (Ragusa) suggestiva località del barocco siciliano che fa da cornice alla vita del commissario Montalbano, dal 2002 patrimonio mondiale nella lista Unesco.
Monumentale città barocca dalle forme di un presepe vivente, Scicli è stata cantata dal celebre scrittore Elio Vittorini, come “la più bella” del pianeta nel suo romanzo incompiuto “Le città del mondo”. Incastonata all’incrocio di tre valloni, il borgo appare subito ai suoi visitatori mentre si snoda nell’impianto medievale dei suoi quartieri densi di case rosee baciate dal caldo sole di Sicilia. Il suo centro storico è espressione del genio creativo dell’età tardo-barocca, frutto della ricostruzione settecentesca seguita al disastroso terremoto del 1693 che rase al suolo l’intera città.
Il salotto buono è la via Francesco Mormino Penna, unicum scenografico di palazzi nobiliari settecenteschi e di architetture ecclesiastiche (Chiesa di San Giovanni Evangelista, Chiesa di San Michele, Chiesa di Santa Teresa) in pietra dorata locale. La via è sede del municipio, uno dei set principali delle puntate Rai: l’edificio, costruito nei primissimi anni del Novecento sul sito del demolito monastero delle Benedettine, è stato trasformato nel commissariato di Vigata e la stessa stanza del sindaco, all’occorrenza, diventa l’ufficio del questore televisivo. Altro monumento Patrimonio dell’Umanità è Palazzo Beneventano, definito da Sir Anthony Blunt “il più bel palazzo barocco di Sicilia”, e famoso per i suoi caratteristici mascheroni che rappresentano alcune teste di moro. Da Palazzo Beneventano si arriva facilmente in Piazza Italia, circondata da palazzi come il Massari, il Mormina-Penna, il Fava, la Chiesa Madre di Sant’Ignazio e da Palazzo Iacono, con sullo sfondo la stupenda chiesa di San Bartolomeo risalente al XV secolo.
Salvo Montalbano è un personaggio di fantasia creato da Andrea Camilleri (sopra), che l’ha reso protagonista dei suoi romanzi polizieschi: oggi noto in tutto il mondo grazie alla fiction televisiva, Montalbano è un commissario di polizia che presta servizio a Vigata. Il cognome Montalbano fu scelto da Camilleri in omaggio allo scrittore Manuel Vázquez Montalbán, ideatore dell’investigatore Pepe Carvalho, con il quale Montalbano condivide sane passioni, tra cui le buone letture e la cucina.
Museo del Design 1880-1980 a Milano
In via Borsi 9 a Milano è aperto dal 2015 il Museo del Design 1880-1980: in mostra, un secolo di oggetti d'arredo disegnati da grandi maestri italiani e internazionali.
I danni post-terremoto riscontrati nel Comune di Sarnano
A Sarnano è salito a 155 il numero dei residenti che hanno dovuto abbandonare le 105 abitazioni risultate inagibili in seguito al terremoto che ha interessato il Centro Italia. Inagibili anche il Palazzo del Popolo, sede del teatro comunale, e numerose chiese cittadine, interessate anche da danni al patrimonio artistico. La sede dei musei resta chiusa, almeno fino a quando non saranno terminate le verifiche e sarà escluso ogni tipo di rischio. Continuano intanto i controlli dei tecnici nelle scuole, che riapriranno solo quando ci sarà la certezza che non abbiano subito danni tali da compromettere la sicurezza degli edifici. Ad illustrarci meglio la situazione è stato il primo cittadino Franco Ceregioli, che abbiamo contattato telefonicamente.
Monte s. Martino (Marche,Italy), The Vincenzo Pagani's fresco rediscovered (manortiz)
The Crucifixion: a fresco by Vincenzo Pagani which emerged on the left wall of the church after recent restoration.
Born in Monterubbiano around 1490, Vincenzo Pagani he received his initial formation in his father's workshop (Giovanni Pagani), following. His works are mainly of religious subjects and follow the suggestions of Crivelli and the novelty of the umbra school.
Vincenzo Pagani nacque a Monterubbiano probabilmente nel 1490 e qui morì nel 1568. Figlio di Giovanni Pagani, a sua volta artista, Vincenzo crebbe artisticamente nella bottega del padre e fu fervente ammiratore dell'Alamanno, del Crivelli e più tardi di Raffaello
Presentazione del progetto di restauro di San Giovanni a Bibbona (LI) 22 maggio 2014
Presentazione del progetto di restauro dell'antico spedale templare di San Giovanni di Bibbona (LI). Presentato da Umberto Mannoni (proprietà), Ass. Stefania Brunetti (Comune di Bibbona) e dall' Arch. Mauro Lombardi responsabile della progettazione.
Palazzi in Vendita a Borgo a Mozzano (LU)
Palazzo in Vendita in Toscana, nel Comune di Borgo a Mozzano, denominato Palazzo del Ponticello. Nel centro storico del capoluogo di Borgo a Mozzano, vendesi Palazzo di vecchia costruzione ed internamente da ristrutturare di circa mq. 420,00 lordi disposto su quattro piani e composto da tre appartamenti, un negozio ed un magazzino oltre ingresso comune, vano scale e cantine, anche con accesso dallesterno. Riporta le classiche caratteristiche dello stile toscano con soffitti in travi e travetti in castagno e le mezzane in cotto fatte a mano. Si accede direttamente dalla via comunale principale del paese alla resede antistante dove è possibile parcheggiare due auto. Limmobile si compone al piano terra da un ingresso e scale comuni, vano uso negozio con accesso sia dallesterno che dallingresso comune, un magazzino/garage con accesso anchesso dalla via comunale e dalle cantine interne ideale per bici/moto od altro, e da un vano cantina per lo stoccaggio di altro materiale. Ai piani superiori troviamo i tre appartamenti tutti disposti nello stesso modo e della medesima grandezza composti da ingresso, saletta, cucinotto, latrina e due camere. Stato e finiture: l'immobile è stato ristrutturato nella facciata, nel tetto e sono stati posizionati infissi in legno con doppivetri. Linterno è completamente da ristrutturare, non nella struttura dei solai che sono a posto, ma nelle rifiniture principali come impiantistica, intonaci, pavimenti, rivestimenti ed i bagni perché sono presenti solo delle vecchissime latrine. Utenze non allacciate. La posizione centrale nel paese rappresenta infine un ultimo fattore importante dellimmobile, in quanto a pochi passi dai servizi principali quali negozi, farmacia, banca ed altro. L'immobile è ubicato in provincia di Lucca, nel Comune di Borgo a Mozzano, ad un ora di macchina da tutti i maggiori centri turistici della Toscana. Negozi ed altro: in centro - Lucca: 22 km - Pisa: 38 km - Versilia: 50 km - Firenze: 90 km - Garfagnana: 30 km - Abetone: 50 km. Unità n.1 Classe Energetica G - EP glnr 481,7330 kwh/m²; Unità n.2 Classe Energetica G - EP glnr 459,3280 kwh/m²; Unità n.3 Classe Energetica G - EP glnr 457,3140 kwh/m²; Unità n.4 Classe Energetica G - EP glnr 456,9090 kwh/m². Superficie totale lorda 420,00 mq. Per informazioni contattaci al 347/3225117.
Marche- Paesi medioevali- Montedinove HD
Montedinove, piccolo comune della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.
Il borgo medievale sorge sul colle più elevato della catena dei colli marchigiani a 561 m s.l.m. tra le valli dell'Aso e del Tesino, alle pendici del Monte Ascensione. Gode di una vista che spazia dalla costa adriatica ai Monti Sibillini, dal Monte Conero al Gran Sasso d'Italia. Fa parte della Comunità montana dei Sibillini.Il territorio cittadino, abitato in epoca picena, accolse nel 578 i profughi ascolani che cercavano riparo dai longobardi ed edificarono il primo insediamento. In seguito, il territorio fu donato nel1039 da Longino all'abbazia di Farfa, e furono proprio i farfensi sotto la guida dell'Abate Berardo III a costruire le fortificazioni a difesa del paese nell'anno 1099. Nel 1239 il paese subi l'assedio di Re Enzo e riuscì ad uscirne vittorioso dopo due anni. Nel 1279 il paese si elevò a libero comune, mentre nel 1586, sotto papa Sisto V, entrò nel Presidiato di Montalto. Nei secoli successivi Montedinove segue le sorti dello Stato della Chiesa e dell'Italia.
Il piccolo e grazioso centro storico di Montedinove conserva, ancora oggi, i resti delle alte mura medievali e si dipana attraverso strette viuzze acciottolate. Passeggiando per i vicoli non si può che rimanere affascinati dalla bellezza delle architetture, dalle abitazioni in laterizi e dalla ricchezza di particolari di arredo urbano di indubbio interesse, come i lavatoi comunali, le fontanelle dell’acquedotto del Polesio, gli eleganti edifici.Di notevole interesse sono gli edifici del centro storico. Nonostante i numerosi rimaneggiamenti, il Palazzo comunale presenta, ancora oggi, l’antica eleganza del suo primitivo impianto.
Da vedere la chiesa di S. Lorenzo, definita da molti la più bella del paese. Costruita sul sito di un precedente edificio religioso, la direzione dei lavori venne affidata all’architetto ticinese Pietro Maggi che seppe realizzare un vero capolavoro, dato dall’eleganza delle decorazioni per le quali egli si avvalse di maestranze svizzere.
Venne, invece, costruita sull’antica chiesa del crocifisso, la chiesa Santa Maria De’ Cellis, importante testimonianza della presenza dei Templari nelle zone del piceno, come si evince dal particolarissimo portale. In quasi tutte le pietre che compongono il portale sono scolpiti simboli legati all’antico ordine cavalleresco: la croce, il cerchio e la margherita a cinque petali. Ciò che subito colpisce osservandolo è la composizione in tre materiali diversi che fanno pensare ad una ricostruzione con elementi estrapolati da altre strutture preesistenti. Nel suo interno sono conservati un affresco del Paganini, che riproduce la Madonna della Misericordia e, dietro l’altare, uno splendido crocefisso del 1300.
Tappa obbligata è quella al convento di San Tommaso di Canterbury. La facciata della chiesa presenta un porticato a cinque archi. Essa risale a metà del XVIII secolo e l’interno è a una navata con un interessante soffitto a cassettoni. Nel convento è annesso anche un chiosco interamente recintato da ampie vetrate.
Notizie reperite qua e là....
Il passaggio di consegne tra il sindaco Patrizio Cinque ed il nuovo sindaco Filippo Maria Tripoli.
Il passaggio di consegne tra il sindaco Patrizio Cinque ed il nuovo sindaco Filippo Maria Tripoli.
La piazza del Comune - Puntata 4 | PRO CREMONA
Uno dei punti più alti della città rispetto all' andamento del fiume
Realizzazione a cura di:
- Filippo Mondini, responsabile progetto
- Mattia Bonetti, videomaker
- Daniele Merlini, speaker
- Natalia Bonvicini, traduttrice
- Filippo Billuts Antonioli, grafico
- Dueper, Web developmen & Supervision,
- Crart, realizzazione contenuti storici,
- Liceo musicale Antonio Stradivari, realizzazione brani musicali,
un ringraziamento speciale a:
- Associazione Le botteghe del centro di Cremona,
- Cremona Hotels,
- Autovillage Cremona,
- Ugo grill,
- Multitrax,
IL DONATELLO RITROVATO
PADOVA: Vittorio Sgarbi a e il Donatello ritrovato
Castello di Santo Stefano Aveto
Filmato realizzato nell'ambito del progetto integrato di promozione e valorizzazione “Terre di castelli e dimore difensive delle famiglie Fieschi e Spinola nelle valli del Genovesato
POR - FESR 2007 - 2013 Asse 4.1 Promozione del patrimonio culturale e naturale Terre di Castelli
Cofinanziato dal Comune di Cogorno, Regione Liguria ed Unione Europea
terredicastellifieschiespinola.it
Progetto realizzato da Simona Caleca e Carla Monica Risso
per I.I.A.S. (Istituto Italiano per l'Archeologia Sperimentale).
Realizzazione Video StarVideo Multimedia s.a.s.
Testi Bruno Repetto, Simona Caleca e Carla Monica Risso
Elezioni amministrative a Pomarico, intervista al candidato sindaco Giuseppe Casolaro