BANDIERA VENETA, MIRANO DICE SI'
MIRANO -
Continua il nostro censimento tra i comuni della città metropolitana per verificare chi espone e chi no la bandiera della Regione Veneto.
- Intervistati: ALBERTO SEMENZATO (Consigliere regionale Lega Nord) - Servizio Tommaso Stoppa, immagini Paolo Sanavio, montaggio Paolo Sanavio - Segui Antennatre anche sul digitale terrestre! Visita il sito antennatre.it per ulteriori informazioni.
Il ritorno a Treviso degli eroi olimpici (Messico 1968, canottaggio 2 con)
In una città che inizia a conoscere i fermenti della contestazione globale e si prepara (con la regia di Giuseppe Mazzotti) alle paludate celebrazioni del Cinquantesimo anniversario della Vittoria nella Prima guerra Mondiale, irrompe la notizia della vittoria olimpica - vittoria di pace per definizione - dei canottieri Primo Baran, Renzo Sambo e Bruno Cipolla che tutti hanno visto allenarsi per anni nel fiume di Treviso, il Sile, con l'armo del Dopolavoro Ferroviario.
A Treviso non si parla d'altro, l'euforia è alle stelle e nel pomeriggio di mercoledì 23 ottobre 1968 la città è bloccata da migliaia di persone accorse spontaneamente ad attendere con pazienza i campioni, che arrivano con forte ritardo a causa della nebbia all'aeroporto di Milano. Tutti vogliono rendere omaggio a quegli atleti umili e forti, operai figli di operai, e accompagnarli in trionfo nel Palazzo dei Signori, nel cuore della città che conta. Una partecipazione popolare SPONTANEA mai vista in precedenza, se si esclude la visita di Mussolini 30 anni prima; ma in quel caso anche la spontaneità era controllata dalla ferrea organizzazione del tour propagandistico del Duce.
Una partecipazione spontanea di massa che non si vedrà più neppure nei decenni successivi, neanche negli arrivi di tappa del Giro e men che meno 40 anni più tardi con un altro vincitore olimpico trevigiano, Matteo Tagliariol, oro a Pechino con la spada.
TRASCRIZIONE
«- Ve l'aspettavate questo trionfo vero e proprio che c'è stato?
E no, eh! Cioè, noi sapevamo che qualcuno poteva anche aspettarci, però, chi sapeva cosa e come? Non lo sapevamo. L'anno prima, che avevamo vinto gli europei, c'era stata una manifestazione del genere, era venuta tanta gente, però nessuno immaginava una cosa di questo genere.
Anche perché dovevamo arrivare alle quatto e mezza-cinque e siamo arrivati alle otto e mezza di sera, perciò cambiava tutto...
- Malgrado questo però c'era la gente che vi aspettava.
Eh sì! Non lo sapevamo. Probabilmente abbiamo fatto un po' di scalpore perché ... eravamo tre persone abituate ad allenarci, tre trevigiani che si allenavano in questa città, su questo fiume. Non è un qualcosa, non so, che io sono andato o il mio compagno veniva da, o io andavo da... Eravamo tre trevigiani cresciuti con questa città. Eravamo cresciuti tutti e tre nel Dopolavoro Ferroviario.
- Ho visto che vi siete fermati una prima volta a Mogliano...
01:10 Sì, ci hanno fermato, a Mogliano: si son messi in mezzo alla strada e ci hanno fermato.
- Ah, proprio in mezzo alla strada, fisicamente! Poi avete trovato un ingorgo, per così dire, sul cavalcavia.
Tutta la gente ci aspettava sul cavalcavia. In ogni modo ci siamo fermati in stazione.
- Questa foto con voi portati in trionfo...
... dentro in stazione ferroviaria, dove era tutto preparato... e poi ci hanno portato in Piazza dei Signori.
01:42 Il difficile è stato arrivare in Piazza dei Signori.
- Il difficile perché?
Perché era qua tutto il via vai della folla che andava, e noi passavamo in mezzo: è difficile tener la gente. Chi voleva i bottoni, chi voleva una cosa chi voleva un'altra. Io credo di aver ceffonato anche qualcuno, perché voleva levare i bottoni dalla giacca: non erano cose tanto semplici, all'epoca.
C'erano gli amici che ti difendevano, quelli che ci conoscevano.
- Ma c'era anche la polizia, immagino.
C'era la polizia, c'era tutto quello che vuoi, però è difficile tenere la gente; avevamo gli amici nostri, compagni di canottaggio, di tutto: ti difendevano loro, non c'erano problemi; quelli in cui tu fai più affidamento quando ti trovi in queste situazioni.
- E poi siete andati nel Palazzo dei Trecento.
Sì, in Piazza dei Signori siamo andati nel Palazzo dei Trecento.
- Lì ci son stati discorsi, premiazioni...
Eh, là... segue la routine normale!
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Registrazione effettuata nella sede della CANOTTIERI SILE, mercoledì 18 giugno 2014.
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Juegos Olímpicos de México 1968
Olympic Games Mexico 1968
2015 - Forte Tecci - Altare_SV
Il forte Tecci è stato un edificio difensivo posto a salvaguardia del cosiddetto sbarramento di Altare presso il Colle di Cadibona nella val Bormida, in provincia di Savona.
L'intero complesso dello sbarramento altarese, ubicato lungo la strada statale 29 del Colle di Cadibona, fu voluto dal Regio Esercito per la difesa del Basso Piemonte e della catena appenninica ligure da eventuali attacchi terrestri; complessivamente il sito fu edificato in un periodo compreso tra il 1885 e il 1890.
La fortezza Tecci faceva parte di quella area denominata Piazzaforte di Altare, costituita anche dagli altri forti Tagliata di Altare e Cascinotto.
La postazione difensiva si trova al di sopra del forte Tagliata di Altare, nella zona a sud, avente rispetto al forte Cascinotto una pianta più complessa e grande, costituita sostanzialmente da due corpi di fabbrica: il primo è a forma pentagonale (stessa forma del forte Cascinotto), mentre l'altro fabbricato è a forma triangolare. I due corpi sono uniti da un tratto rettilineo consto da grossi blocchi di pietra nel quale trovano spazio finestre e cannoniere.
La struttura nella sua complessità si presenta su due livelli dove l'inferiore è nascosto da un profondo fossato che circonda interamente il forte.
Come armamenti di artiglieria la fortificazione disponeva di sei cannoni da 12 GRC Ret in casamatta e con quattro mitragliatrici; i cannoni, in un'epoca non precisata, verranno rimossi. Il forte Tecci aveva una capienza di oltre 400 uomini.
Dopo essere stato sede, nel 1889, dell'Osservatorio meteorologico-sismico della fortezza di Altare, il forte è in stato di abbandono anche se in alcune sale ospita ripetitori televisivi.
Fonte Wikipedia