Jesi : Palazzo Pianetti e Galleria Rococò
Il palazzo Pianetti, attuale sede della Pinacoteca comunale, è un significativo esempio di architettura settecentesca. Iniziato nel 1748 su commissione della nobile famiglia dei marchesi Pianetti dal pittore architetto Domenico Luigi Valeri (1701-1770) e terminato intorno al 1781, ha un corpo centrale a due piani e alle estremità due ali che si protendono verso il giardino all'italiana, chiuso architettonicamente da una terrazza che gira intorno al cortile. Uno scalone marmoreo a doppia rampa costruito dall'architetto Angelo Angelucci da Todi, nel 1858, consente l'accesso ai piani superiori: sulle pareti sono bassorilievi in stucco raffiguranti poeti, musicisti e scienziati. Al primo piano si trovano la Galleria con stucchi e pitture rococò e le stanze decorate con le Storie di Enea. Al secondo piano sono le stanze di vita della famiglia Pianetti: sale, studioli, salotti, camere da letto, bagni decorati alla fine del '700 dal pittore Luigi Lanci e in un periodo successivo dall'artista fiorentino Olimpio Bandinelli con temi galanti e scene arcadiche. Nell'attico piccoli appartamenti destinati alla servitù. La facciata interna sul giardino è scandita da marcapiani orizzontali e lesene verticali e presenta un ritmico alternarsi di porte e finestre, alcune delle quali munite di balconcino, opera del veneziano Antonio Croatto. Il prospetto che dà sulla strada non è opera del Valeri ma, probabilmente, di un allievo dell'architetto Alfonso Torreggiani e riprende lo schema e la tipologia di Palazzo Aldovrandi, costruito a Bologna nel 1744. Nel 1859, in occasione del matrimonio fra Vincenzo Pianetti e la fiorentina contessa Virginia Azzolino, il palazzo subì ampi rifacimenti ad opera dell'architetto Angelucci. L'intervento non si limitò alle opere in muratura, ma si estese all'arredamento, al disegno di nuove porte e finestre, caminetti, parati, decorazioni interne. In questa occasione venne costruito lo scalone ancora esistente. L'aggravarsi della situazione economica della famiglia portò, nel 1891, ai lavori di razionalizzazione degli ambienti interni ed al loro adeguamento in vista dell'affitto di parte dell' immobile. Nel 1901 vi è la definitiva vendita del palazzo a favore della famiglia Tesei. È storia di questi ultimi quarant'anni la graduale acquisizione da parte del Comune di Jesi di Palazzo Pianetti che, a conclusione dei necessari restauri, è divenuto sede della Pinacoteca Civica.
PALAZZO PIANETTI (Jesi)
Palazzo Pianetti Jesi: Pinacoteca Civica e Galleria d'Arte Contemporanea
Palazzo Pianetti è un antico palazzo nobiliare della città di Jesi, nelle Marche. Era l'antica residenza di città dei Marchesi Pianetti, nobile e prestigiosa famiglia aggregata all'aristocrazia jesina dal 1659. Rappresenta il più significativo degli edifici appartenuti alle ricche famiglie nobili locali, e l'unico esempio in Italia di stile Rococò di influsso mitteleuropeo.
Il Palazzo venne costruito nella zona detta Terravecchia, a ovest, appena fuori le mura della città, dove soprattutto fra '600 e '700 si insediarono le nobili famiglie cittadine. Il Marchese Cardolo Maria Pianetti, appassionato d'alchimia, e già architetto di Carlo VI d'Asburgo, disegnò un progetto per la costruzione della nuova residenza di famiglia in un gusto riecheggiante lo stile austriaco. Il progetto definitivo fu affidato al pittore e architetto jesino Domenico Valeri, che ne avviò la costruzione a partire dal 1748. L'edificio si compone di un corpo centrale che si affaccia su un giardino all'italiana cinto da mura terrazzate. La facciata principale si apre, con le sue cento finestre, sulla stretta via XV Settembre, venne realizzata su progetto dal bolognese Viaggi, allievo dell'architetto Alfonso Torreggiani ispirandosi alla facciata di palazzo Aldovrandi di Bologna già opera del suo maestro. La facciata che dà sul giardino, è invece dovuta all'architetto veneziano Antonio Croatto.
Secondo l'uso tipico del XVIII secolo, il Palazzo si sviluppa in due piani più mezzanino. Il pian terreno, a cui si accede da un atrio porticato su colonne binate, e che affaccia sul giardino, era occupato dai locali di servizio alla residenza stessa, il Primo piano, detto Piano Nobile, era quello di rappresentanza, il Secondo era occupato dagli appartamenti di vita quotidiana della famiglia e infine, il mezzanino era destinato alla servitù. Nel corso del tempo vennero apportate varie modifiche all'edificio, e si pensava anche alla realizzazione di una biblioteca, ad uso anche pubblico, che raccogliesse il cospicuo patrimonio librario accumulato via via dai membri della famiglia, ma che in seguito all'occupazione napoleonica della città non venne mai realizzata; tuttavia oggi costituisce il nucleo centrale della Biblioteca Civica. Nella metà del XIX secolo, in occasione del matrimonio fra il Marchese Vincenzo Pianetti e la Contessa fiorentina Virginia Azzolino, si diede inizio a una serie di lavori di ristrutturazione del Secondo piano, volti anche alla creazione di uno scalone d'onore che dia miglior acceso ai piani del palazzo.
Nel 1901 il palazzo fu definitivamente ceduto alla Famiglia Tesei.
Il Palazzo Pianetti a Jesi attualmente è sede del Museo Archeologico (Scuderie di Palazzo Pianetti, piano terra), della Pinacoteca Civica (Piano Nobile di Palazzo Pianetti, primo piano) e della Galleria d'Arte Contemporanea (Appartamento ottocentesco di Palazzo Pianetti, secondo piano).
La Pinacoteca Civica conserva i dipinti eseguiti da Lorenzo Lotto per chiese e confraternite di Jesi. Il nucleo lottesco è composto da opere di primaria importanza per l'arte rinascimentale italiana: dalla Deposizione (1512) alle opere della maturità, come la la Pala di San Francesco al Monte e la monumentale Pala di Santa Lucia (1532). Importanti per ricostruire il percorso artistico delle città sono inoltre la tavola di Nicola di Maestro Antonio d'Ancona, le opere di Giuliano Presutti, di Pietro Paolo Agabiti, del Pomarancio.
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Jesi, Palazzo Pianetti, Galleria degli stucchi decorations with stucco manortiz
The Palazzo Pianetti or Pianetti Tesei is a Rococo palace in the town of Jesi, Italy. Presently, it is owned by the town, and the palace and its adjacent building are used as a museum and exhibition site.
The Palace as now seen, was built in 1730, based on designs of Cardolo Maria Pianetti. The elaborate interior decorations with stucco and paint depict a variety of subjects and cycles. They include frescoes on stories of the Aeneid by Placido Lazzarini (from Wiki)
Jesi (AN )Tesori d'arte da vedere Visita alla Pinacoteca Palazzo Pianetti.wmv
Jesi (AN )10 settembre 2005 Tesori d'arte da vedere: Visita alla Pinacoteca Palazzo Pianetti (dal Periodico Telematico (vtservice.it)
Best Attractions and Places to See in Jesi, Italy
Jesi Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Jesi. We have sorted Tourist Attractions in Jesi for You. Discover Jesi as per the Traveler Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Jesi.
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List of Best Things to do in Jesi, Italy
Palazzo Pianetti
Mura di Jesi
Piazza Federico II
Museo Federico II Stupor Mundi
Palazzo della Signoria
Jesi
Passione Malto
Libero Arbitrio Beershop
Cantina Montecappone
Cattedrale San Settimio
Jesi, Galleria degli Stucchi a Palazzo Pianetti (manortiz)
La Galleria degli Stucchi, con i suoi 70 metri circa di lunghezza e la sala ottagonale che ne completa ed esalta l’illusionismo prospettico, rappresenta una delle maggiori attrattive di Palazzo Pianetti ed uno degli esempi più limpidi di rococò nell’Italia centrale tanto da prestarsi a confronti con le imprese del barocchetto mitteleuropeo. I lavori di stucco – attribuibili a Giuseppe Tamanti, Giuseppe Simbeni e Andrea Mercoli – furono effettuati tra il 1766 e il 1770. Nel 1771 si cominciò la decorazione anche delle porte, delle finestre, dei parapetti, degli scuri, nonché dell’arredo. Quest’ultimo era costituito da mezzi tavolini, sofà, specchiere, sgabelli intagliati, cornici e tappezzerie; il tutto per lo più bianco con qualche concessione alle dorature ed alle tinte pastello. Dal 1771 al 1779 l’aquilano Giuseppe Ciferri fu responsabile del settore pittorico.
Nei riquadri della volta sono raffigurati dei puttini che richiamano i segni dello zodiaco, mentre tutto il percorso della galleria è decorato con immagini di allegorie e scene lagunari. Nell’ambiente ottagonale vi sono quattro paesaggi, mentre sulla volta compaiono le allegorie della Giustizia, Fortezza, Sapienza e Temperanza, arricchite da monocromi azzurri. È chiara l’intenzione di creare un equilibrio tra gli elementi scultorei e quelli pittorici: stucchi e colori, bassorilievi e decorazioni varie risultano fusi armonicamente.
La galleria appare strutturata secondo moduli regolari. Attraverso una duplice simmetria – trasversale l’una, longitudinale l’altra – gli elementi sono disposti secondo rapporti di ordine ideologico e simbolico legato al nuovo pensiero illuministico. Le eccedenze e la teatralità del barocco vengono così controllate e mitigate dai nuovi dettami settecenteschi creando attraverso gli stucchi e le pitture a tempera un elegante percorso allegorico, perfettamente inserito nella filosofia che sottostà al progetto artistico, che nasconde tra i simboli il viaggio dell’uomo nel tempo e nello spazio verso la conoscenza. Sulle pareti e nella volta è raffigurato il tempo che scorre , le ore, i giorni, i mesi, le quattro stagioni; si allude invece allo spazio nel ciclo degli elementi primari della natura e dei continenti. Il viaggio dell’uomo ribadito anche dalle scene lagunari e marine si compie naturalmente sotto l’egida delle arti liberali, la pittura, la scultura, l’architettura e la musica realizzate in stucco (...)
Places to see in ( Jesi - Italy )
Places to see in ( Jesi - Italy )
Jesi is a town and comune of the province of Ancona in Marche, Italy. It is an important industrial and artistic center in the floodplain on the left bank of the Esino river 17 kilometres before its mouth on the Adriatic Sea. Jesi was one of the last towns of the Umbri when, in the 4th century BC, the Senones Gauls invaded the area and ousted them. They turned it into a stronghold against the Piceni. In 283 BC the Senones were defeated by the Romans. Jesi in 247 BC became a colonia civium romanorum with the name of Aesis.
During the fall of the Western Roman Empire, Iesi was ravaged by the troops of Odoacer (476 AD) and again in 493 by the Ostrogoths of Theodoric the Great. After the Gothic War, Italy became part of the Byzantine Empire, and Jesi became one of the main centers of the new rulers, and also became a diocese seat. In 751 it was sacked by the Lombard troops of Aistulf, and later was a Carolingian imperial city.
Starting from 1130, it was an independent commune, gradually expanding in the neighboring countryside. In December 1194 it was the site of the birth of Holy Roman Emperor Frederick II, who later gave it the title of Royal City. In the 14th century it was captured by the Papal vicar Filippo Simonetti, by Galeotto I Malatesta (1347–1351), by Braccio da Montone in 1408, and by Francesco I Sforza, who turned it into his family's main stronghold in the Marche. In 1447 it was bought by the Papal States.
Alot to see in Jesi such as :
Jesi cathedral: duomo built in the 13th-15th centuries. The façade and the Latin cross interior are modern.
San Floriano: 18th century convent.
San Marco: Gothic, 13th-century church just outside historical centre. The interior has a nave and two aisles, with a 14th-century fresco by an anonymous Rimini painter.
Santa Maria delle Grazie: 15th-century church with 17th-century belltower.
San Nicolò: 13th-century church with Romanesque apse and a Gothic portal.
The 14th century walls, built following the line of the Roman ones and mostly rebuilt in the 15th century by Baccio Pontelli and Francesco di Giorgio Martini. Six towers remain today.
Palazzo della Signoria, built in 1486-1498 by Francesco di Giorgio Martini. The angular tower was elevated in 1661 and received a dome, but crumbled down a few years later. Notable is the interior courtyard, with two orders of loggias, partially designed by Andrea Sansovino from 1519.
Palazzo Balleani, an example of local Baroque architecture, built from 1720 and designed by Francesco Ferruzzi. The façade has a characteristic balcony supported by four atlases (1723). The interior has precious gilded stucco decoration.
Palazzo Pianetti: Rococo palace. The wide façade has exactly one hundred windows, while the interior has a noteworthy giardino all'italiana. The palace houses the city's civic art gallery, with a series of paintings by the Venetian artist Lorenzo Lotto.
Palazzo Ricci, finished in 1547. The diamond-like bricks of the façade are inspired to famous Palazzo dei Diamanti in Ferrara.
Teatro Pergolesi built in 1790.
( Jesi - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Jesi . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Jesi - Italy
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I Romani
Ciceroni per un giorno al Museo Archeologico di Palazzo Pianetti: gli studenti della 1Cbt presentano ai genitori e alla cittadinanza i reperti della Jesi romana.
Jesi, Rococo stucco-works, Pianetti Palace (manortiz)
Galleria degli stucchi
With an octagonal room that completes and enhances its perspective illusionism, the 70 meter-long Galleria degli Stucchi (gallery of stuccoes) represents one of the main attractions of Palazzo Pianetti as well as one of the clearest examples of the Rococo style in central Italy, worthy to be compared to the late Baroque in central Europe.
The stucco works, attributable to Giuseppe Tamanti, Giuseppe Simbeni and Andrea Mercoli, were made between 1766 and 1770.
The decoration of the doors, the windows, the parapets and the window shutters as well as the furniture began in 1771.
The furniture was made up of half tables, sofas, pier glasses, carved stools, frames and tapestries. It was all mostly white with gilts and tints.
From 1771 to 1779 Giuseppe Ciferrri from L'Aquila was responsible of the painting.
Putti recalling the signs of the zodiac are portrayed in the panels of the vault, whereas images of allegories and lagoon scenes can be found all the way along the gallery.
Five landscapes are painted in the octagonal room, whereas the vault shows allegories of Justice, Force, Wisdom and Moderation, embellished with blue monochromes.
The intention to create a balance between elements of sculpture and elements of painting is clear: stuccoes and colours, bas-reliefs and decorations merge harmoniously.
The Galleria seems structured according to two regular modules. Through a double symmetry - transversal and longitudinal - the elements are placed according to an idealogical and symbolical order related to new Enlightenment thinking. Thus, the excesses and theatricality of the Baroque style are controlled and lessened by the new 18th-century dictates. Stuccoes and tempera paintings create an elegant allegorical path, perfectly fitted in the philosophy lying beneath the artistic project, which hides among the symbols the man's journey through time and space towards knowledge. Time passing is represented on the walls and the vault: hours, days, months and seasons, whereas space is referred to in the cycle of the primary elements of nature and the continents. The man's journey, confirmed also in the sea and lagoon scenes, is carried out naturally under the aegis of the liberal arts: painting, sculpture, architecture and music made in stucco.
Restoration works were carried out on the gallery in 2004-2005; they revealed the original chromatic layout able to create the exact elegant and intellectual 18th-century atmosphere noble and important Jesi families used to live in. These works enabled to unveil all the false marbles in the door frames and windows and to remove the inconsistent mousey-grey from the baseboard.
Other interesting discoveries were the ovals marked by elegant letters found in the walls of the galleria and of the exhedra, hidden under several layers of green colour put during the restoration works carried out in the seventies. These new restoration works aimed at offering visitors the most intimate and accurate comprehension of the Galleria degli Succhi; the precise study of the materials enabled to bring back its original shapes and colours, revealing the powdered visage of the distant Rococo season.
Jesi : Palazzo della Signoria
Nell'area più elevata del centro storico, sorge l'antico Palazzo del Comune, più noto come Palazzo della Signoria sede originale della Magistratura cittadina.
L'edificio, progettato dall'illustre architetto senese Francesco di Giorgio Martini, venne realizzato tra il 1486 e il 1498. La costruzione poggia nel lato nord-est sulle fondamenta dell'antico teatro romano e, per larga parte, su quelle del medioevale Palazzo dei Priori.
L'elegante facciata in laterizio, che prospetta sulla Piazza Colocci, ha un doppio ordine di finestre a croce guelfa munite di cornici in pietra finemente incise.
Al di sopra del grande portale d'ingresso è posta un'edicola rettangolare decorata con putti e festoni d'alloro con all'interno un grande leone rampante, stemma della città, scolpito in pietra nel 1498 da Michele di Giovanni da Milano e dal figlio Alvise, su un disegno del Martini; alla base dell'edicola c'è una scritta latina così tradotta: Re Esio lo concesse, Federico II Imperatore lo coronò, la Repubblica, pontificando Alessandro IV, lo pose . L'attuale Torre civica è stata riedificata dopo il crollo della precedente, nel 1666, ma per scarsità di fondi non venne mai ultimata. Parte interessante del palazzo è il cortile porticato interno, con tre ordini di logge, sebbene l'ultimo non sia mai stato completato.
Quattordici archetti sorretti da pilastri con mattoni a vista e capitelli scanalati si alzano per l'intero tracciato del cortile. All'interno, in posizione arretrata rispetto al centro, c'è un pozzo costruito in pietra da Giovanni di Gabriele da Como.
Nel secondo ordine, colonne in pietra d'Istria con capitelli corinzi, sorreggono le volte a crociera del loggiato e sono state disegnate dal Sansovino, chiamato a Jesi nel luglio del 1519.
Il palazzo è attualmente sede della biblioteca comunale, dell'archivio storico e della splendida Biblioteca Planettiana, donata dalla famiglia Pianetti al Comune agli inizi del '900.
Lorenzo Lotto, Pala di santa Lucia, Pinacoteca Civica di Jesi (manortiz)
Pala di Santa Lucia, 1532 - Pinacoteca civica di Jesi
La pala, insieme alle 3 predelle, costituisce una narrazione per immagini che ha inizio nella prima tavoletta di sinistra dove è raccontato l’antefatto della conversione e successiva scelta di santità operata da Lucia. La storia entra nel vivo con la comparsa di altri personaggi, tutti maschili e minacciosi. Una tenda verde serve a separare la trama narrativa delle predelle con l’invenzione, fulminante, del segno del tempo applicato con funzione di asterisco e ripetuto nella pala centrale. La progressione narrativa prosegue su un registro diverso, dilatato nelle dimensioni della tavola centrale in cui si manifesta per intero il miracolo e si realizza un’impercettibile sostituzione dei ruoli svelati dagli atteggiamenti dei personaggi. L’austera immobilità del giudice Pascasio si scompone in un moto crescente di rabbia, la gestualità contenuta di Lucia si trasforma in una inamovibilità marmorea. Straordinaria è l’invenzione di quel dito sollevato verso la colomba dello Spirito Santo con intento dimostrativo e nello stesso tempo usato come chiodo che la blocca a rende impossibile spostarla. La ripresa in campo lungo della seconda e terza predella apre ad un paesaggio urbano e concorre a sostenere una chiusura a sfumato, aperta a varie conclusioni.
The altarpiece, along with 3 platforms, forms a story of images which starts with the first painting on the left. The first painting tells the events prior to the conversion and subsequent choice of holiness made by Lucia. The story comes to life with the appearance of other characters, all male and threatening. A green curtain was used to separate the story with the withering invention of the sign of the time used as an asterisk and repeated in the central altarpiece. The narrative progression continues on a different register, expanded on the central panel in which the whole miracle happens and where a subtle change of roles is revealed by the attitude of the characters. The severe stillness of judge Paschasius breaks down into a fit of growing anger and the movements which were controlled by Lucia turn into still marble. Extraordinary is the idea of that finger raised towards the dove of the Holy Spirit with the demonstrative intent which is, at the same time, used as a nail, blocking the dove therefore making it impossible to move. The long shot of the second and third platforms(altar steps) opens up on to an urban landscape and helps sustain a faded ending, open to various conclusions.
Lorenzo Lotto, Madonna delle Rose, Pinacoteca Civica di Jesi (manortiz)
Lorenzo Lotto, Madonna delle Rose, 1526 – Pinacoteca civica di Jesi
The painting is wrapped up in a circuit of affection and a vibrating motion, which is passed on by contact, connects the characters. The main transition is expressed by the Virgin, who with her right hand, holds with difficulty, the Child’s liveliness and with her left separates herself from the Scripture where the fate of Jesus’ death is already determined. Within a traditional composition, the strength of iconographic innovations is extraordinarily important. The painting’s conceptual core lies in its dialectical opposition between two different ways of relating to the aspects of religion: Joseph receives the loving embrace of his son and Jerome has to interpret time, which ended. A duality is also underlined by the theme of the lunette where St. Francis and St. Clare appear in symmetrical positions and in a dialectical contrast. The Saint has his back turned to a night landscape illuminated by a light which is metaphysically consistent, from which the miracle of the stigmata enacts. Clare, on the other hand, is facing the observer in the act of offering the monstrance as a tool for meditation and devotion.
Un circuito di affetti avvolge l’opera e un moto vibrante, trasmesso per contatto, collega i personaggi. Il passaggio psicologico centrale è espresso dalla Vergine che con la mano destra contiene a stento la vivacità del Bambino e con la sinistra allontana da sé le Sacre scritture ove il destino di morte di Gesù è già definito. All’interno di uno schema compositivo tradizionale, la forza delle innovazioni iconografiche è straordinariamente significativa. Il nucleo concettuale del quadro sta nella contrapposizione dialettica tra due diversi modi di rapportarsi al dato religioso: a Giuseppe spetta l’abbraccio affettuoso del figlio a Gerolamo l’interpretazione del tempo che si è compiuto. Una dualità ribadita anche dal tema della lunetta in cui San Francesco e Santa Chiara appaiono in posizione speculare e di confronto dialettico tra loro. Il Santo è girato di spalle verso un paesaggio notturno rischiarato da una luce di metafisica consistenza dalla quale promana il miracolo delle stigmate. Chiara al contrario è rivolta verso il riguardante nell’atto di offrire l’ostensorio come strumento di meditazione e pietà
Lorenzo Lotto, Pala di santa Lucia, Pinacoteca Civica di Jesi (manortiz)
Lorenzo Lotto
Pala di santa Lucia, 1532
tecnica mista su tavola
Dimensioni della Pala: 243×237 cm
predelle: 32x69 ciascuna
Pinacoteca Civica di Jesi
La pala, insieme alle 3 predelle, costituisce una narrazione per immagini che ha inizio nella prima tavoletta di sinistra dove è raccontato l’antefatto della conversione e successiva scelta di santità operata da Lucia. La storia entra nel vivo con la comparsa di altri personaggi, tutti maschili e minacciosi. Una tenda verde serve a separare la trama narrativa delle predelle con l’invenzione, fulminante, del segno del tempo applicato con funzione di asterisco e ripetuto nella pala centrale. La progressione narrativa prosegue su un registro diverso, dilatato nelle dimensioni della tavola centrale in cui si manifesta per intero il miracolo e si realizza un’impercettibile sostituzione dei ruoli svelati dagli atteggiamenti dei personaggi. L’austera immobilità del giudice Pascasio si scompone in un moto crescente di rabbia, la gestualità contenuta di Lucia si trasforma in una inamovibilità marmorea. Straordinaria è l’invenzione di quel dito sollevato verso la colomba dello Spirito Santo con intento dimostrativo e nello stesso tempo usato come chiodo che la blocca a rende impossibile spostarla. La ripresa in campo lungo della seconda e terza predella apre ad un paesaggio urbano e concorre a sostenere una chiusura a sfumato, aperta a varie conclusioni.
The altarpiece, along with 3 platforms, forms a story of images which starts with the first painting on the left. The first painting tells the events prior to the conversion and subsequent choice of holiness made by Lucia. The story comes to life with the appearance of other characters, all male and threatening. A green curtain was used to separate the story with the withering invention of the sign of the time used as an asterisk and repeated in the central altarpiece. The narrative progression continues on a different register, expanded on the central panel in which the whole miracle happens and where a subtle change of roles is revealed by the attitude of the characters. The severe stillness of judge Paschasius breaks down into a fit of growing anger and the movements which were controlled by Lucia turn into still marble. Extraordinary is the idea of that finger raised towards the dove of the Holy Spirit with the demonstrative intent which is, at the same time, used as a nail, blocking the dove therefore making it impossible to move. The long shot of the second and third platforms(altar steps) opens up on to an urban landscape and helps sustain a faded ending, open to various conclusions.
Turisti di Senigallia in visita al centro storico di Jesi
A Jesi in visita i primi turisti provenienti da Senigallia. I 16 turisti sono stati accolti dall'Assessore Ugo Coltorti del comune di Jesi, ed hanno visitato Palazzo Pianetti, il Teatro Pergolesi per finire il loro giro turistico all'Enoteca Regionale assaggiando un buon bicchiere di Verdicchio. L'iniziativa, nell'ottica della rivalutazione del centro storico è sostenuta dalla collaborazione del Comune di Jesi, dal Comune di Senigallia e dall'azienda Esitur. Ai nostri microfoni Daniele Crognaletti responsabile Esitur.
Jesi turistica, un nuovo sito ed un magazine per una città da amare
Presentati a Palazzo Pianetti turismojesi.it e JesiScopre, numero unico della nuova rivista dedicata al turismo. La Nautes Spa per lo sviluppo del sito e lo studio grafico Toni di Grigio per il magazine hanno affiancato il lavoro redazionale di composizione di testi ed immagini svolto dal personale dell'Ufficio Turismo del Comune di Jesi, una città che valorizza la sua vocazione di città d'arte, capitale del Verdicchio, patria di Federico II e Pergolesi, fra tesori storico-artistici e patrimonio enogastronomico.
BORGHI MARCHE San Severino Cingoli Jesi
Gita con Petroniana di Bologna il 9 ed il 10 marzo 2019
Due giorni straordinari e indimenticabili grazie alla nostra Guida Stefano D'Amico
9 Marzo San Severino Marche è un piccolo gioiello da scoprire.Vanta testimonianze archeologiche, artistiche e monumentali di notevole importanza che vanno dal periodo piceno all’Ottocento. Incontriamo la guida e saliamo al Monte Nero, da dove si gode di una splendida panoramica della città con la sua formidabile cinta muraria poi discesa verso il centro medievale con soste per visitare il Museo Archeologico Moretti, per la bellissima collezione del periodo piceno e il Duomo Vecchio caratterizzato dalla bella facciata gotica e dalla torre campanaria. Si prosegue poi con la visita della parte rinascimentale facendo una puntata alla Pinacoteca Tacchi Venturini, dove sono esposti importanti opere di pittura marchigiana con opere di Crivelli, Paolo Veneziano e Pinturicchio, la Piazza del Popolo, circondata da eleganti edifici, il Palazzo Comunale e il Palazzo dei Governatori con il suo Orologio, oltre alle principali chiese: la chiesa di Santa Maria della Misericordia, con i dipinti del Pomarancio, il Duomo Nuovo dal bel portale gotico e altro ancora. Nel pomeriggio ripresa del viaggio verso Cingoli, cittadina definita il Balcone delle Marche, per la sua suggestiva e incredibile posizione panoramica. Sosta al punto panoramico e passeggiata lungo il corso principale sul quale si affacciano tanti palazzi nobiliari e puntata al Palazzo Comunale, per ammirare fra i tanti capolavori la Pala della Madonna del Rosario, opera del Lotto. Uscendo dalla cittadina si può visitare la chiesa romanica di San Esuperanzio, una delle più belle chiese romaniche della regione.
Prima di raggiungere Jesi, visita all’Abbazia di Sant’Urbano, che risale al X secolo ed è una delle più suggestive del romanico marchigiano. Bellissimi e particolari sono la suddivisione degli spazi interni e alcuni capitelli con scene zoomorfe. Un luogo che ha affascinato molti di noi.
10 Marzo, domenica: JESI
Jesi, città marchigiana, scrigno di storia, arte e cultura, che sorge tra dolci colline. Le sue origini sono antiche: dal 247 a.C. divenne colonia romana, nel 1194 vide nascere Federico II di Svevia e nel 1710 vi nacque il compositore Giovanni Pergolesi.
Circondata da una cinta muraria fra le meglio conservate della regione ha titolo di “Città esemplare” Unesco per la capacità di preservare un patrimonio secolare architettonico, artistico e culturale altamente suggestivo. Incontro con la guida e inizio delle visite con Piazza Federico II, già piazza del mercato, dove nel 1194 nacque da Costanza d’Altavilla l’imperatore Federico II di Svevia, “Stupor Mundi”, il Palazzo della Signoria, tra le più belle architetture del Rinascimento delle Marche, che conserva al suo interno una straordinaria biblioteca storica, il settecentesco Teatro Pergolesi, dedicato al celebre compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi e splendido esempio di architettura mondana del XVIII, Palazzo Pianetti, uno dei principali esempi di rococò marchigiano e italiano, con la sua galleria degli stucchi lunga 76 metri. All’interno del palazzo sono stati allestiti due musei, quello archeologico che mostra le vestigia dell’epoca romana di Jesi e la Pinacoteca con alcuni massimi capolavori di Lorenzo Lotto nelle Marche, come la Pala di Santa Lucia e altre ancora. Nel pomeriggio una sosta per visitare la Rocca Roveresca di Senigallia. Costruita intorno a una prima fortificazione romana, la rocca divenne il perno del sistema difensivo nel XIV quando la città torno alla chiesa per opera del cardinale Albornoz. L’attuale edificio si deve a Giovanni della Rovere che trasformò la struttura in una delle più eleganti fortificazioni marchigiane.
La presenza di persone con abiti d'epoca ha reso questa visita ancor più straordinaria.
Adattamento testo dal programma di viaggio Petroniana Bologna.
I Castelli di Jesi
Panoramica dei castelli di Jesi sedi produttive
del Verdicchio
Documentario Lorenzo Lotto - Pala di Santa Lucia, Jesi.mov
Un frammento del documentario dedicato a Lorenzo Lotto nelle Marche, curato dal prof. Giovanni C.F. Villa. Promosso dal Comune di Recanati - Assessorato alla Cultura.
Jesi: Pala di Santa Lucia, 1532.
Lorenzo Lotto, Vergine Annunziata e Angelo Annunziante, Pinacoteca Civica di Jesi (manortiz)
Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1526 - Pinacoteca civica di Jesi
Le due tavolette facevano parte di un trittico la cui parte centrale, che rappresentava un S. Giovanni a Patmos, è andata dispersa in epoca napoleonica. L’arcangelo Gabriele, dalla poderosa struttura fisica, è colto nel momento di planare al suolo dopo il volo di avvicinamento e la sua fisicità è ribadita dall’ombra che proietta sul pavimento e dalle vesti scomposte da quel suo intenso movimento. Lotto ha fissato come in un fotogramma l’istante che precede il contatto a terra dell’angelo illuminato da una folata di luce che imprime alla composizione un movimento rotatorio da sinistra verso destra e spinge la figura alata in avanti, mentre la vergine, come investita da uno spostamento d’aria, ritrae il corpo all’indietro.
The two paintings were part of a triptych the central part of which representing St. John on Patmos went missing during the Napoleonic era. The powerfully built archangel Gabriel is represented gliding to the ground after his flight and his physicality is reiterated by a shadow cast on the floor and by his clothes which came apart during his flight. Just as if it were a photograph, Lotto caught the instance just before the angel touched the ground. The angel is illuminated by a curve of light which gives the picture a circular motion, from left to right, and pushes the winged figure forward, while the virgin, who is hit by a gust of wind, pulls herself backwards
Az. Ceci verdicchio dei castelli di jesi
Az. Ceci verdicchio dei castelli di jesi a: il ducato in un bicchiere Camerino MC