Places to see in ( Rieti - Italy )
Places to see in ( Rieti - Italy )
Rieti is a city and comune in Lazio, central Italy, with a population of 47,700. It is the capital of province of Rieti and see of the diocese of Rieti, as well as the modern capital of the Sabina region. The town centre stands on a small hilltop, commanding from the southern edge the wide Rieti valley, at the bottom of Sabine mountains and of monti Reatini, including mount Terminillo. The plain was once a large lake, drained by the ancient Romans, and is now the fertile basin of the Velino River. Only the small Ripasottile and Lungo lakes remain of the larger original.
Reate was originally a major site of the Sabine nation well before the foundation of Rome. According to the legend, when Romulus founded Rome, Romans kidnapped Sabine women in order to populate the town (The Rape of the Sabine Women) and this led to a war between Romans and Sabines. The battle of the Lacus Curtius came to an end only when the women threw themselves between the armies, begging the men who were by then their relatives to stop fighting. Romulus and Titus Tatius relented and a collaboration between the two people started. According to an account more based on history, Sabines settled on the Quirinale because of their continuous need for grazing-lands.
The ancient Sabine and Roman city was crowded with buildings, including baths (thermae). Only scarce remains were found during excavations in 19th and 20th century: the foundations of a large temple, the stone floor of the main square (forum), walls from private houses, concrete vaults, statues and pottery items. The most striking remains are the stone bridge across the Velino river and the viaduct. Piazza San Rufo is traditionally considered to be the exact centre of Italy (Latin Umbilicus Italiae).
Other sights include:
Rieti Cathedral: Construction started in 1109 over a pre-existing basilica, was consecrated in 1225 and almost entirely rebuilt in 1639. It has a stunning Romanesque bell tower from 1252. The entrance portico leads to a 13th-century portal. The interior, on Latin cross plan with one nave and two aisles, has mainly Baroque decorations, including a St. Barbara sculpted by Giannantonio Mari (1657), probably designed by Bernini. Antoniazzo Romano contributed a fresco. It also houses canvases from 16th and 17th centuries. The crypt corresponds to the most ancient part of the church, consecrated in 1157. The Baptistery has an elegant 15th-century baptismal font.
Palazzo Vescovile (Bishops Palace or Papal Palace): Construction begun in 1283. Noteworthy are the loggia and eight Renaissance-style windows from 1532. The lower floor is occupied by the so-called Volte del Vescovado, a great portico with two naves of Gothic arcades. The Grand Hall houses the Diocese Gallery.
Vaults of Palazzo Vescovile, also known as the Papal Palace.
Palazzo Comunale (Town Hall, 13th century, rebuilt in the 18th century), facing Piazza Vittorio Emanuele II, a square corresponding to the ancient Roman forum. The Palace houses the Town Museum which hosts works by Antoniazzo Romano, Antonio Canova, Bertel Thorwaldsen.
Palazzo Comunale.
Palazzo del Governo, with a noble loggia from 1596.
Bishop's Arch, a bridge built by Boniface VIII.
San Pietro Martire - church of St. Peter Martyr (13th century), with luxurious golden Baroque decorations. It has a Presentation of Christ to the Temple by Giovanni Battista Gaulli.
Palazzo Vicentini, attributed to Giuliano da Sangallo the Younger.
Sant'Agostino: 13th century Gothic-style church restored in the 18th century). The portal has a fresco of Madonna with Child and Saints Augustine and Nicholas (1354) of Sienese school.
San Francesco: church begun in 1245, radically restored in 1636). The interior has a single nave. The original frescoes from the 14th-15th centuries depicting scenes from the life of St. Francis and the Virgin and Child[2] are now in the Diocese Museum and in the Palazzo Vescovile.
Teatro Flavio Vespasiano is the city's theater and opera house, built in the late 19th century.
Palazzo Vecchiarelli: late Renaissance palace designed by Carlo Maderno.
( Rieti - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Rieti . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Rieti - Italy
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Il presepe del maestro Artese al Palazzo Papale di Rieti
#Presepe #PalazzoPapale #Rieti
Roma, 10 dic. (askanews) - Il presepe monumentale del maestro Francesco Artese, lucano, che - negli anni - ha esposto in molte parti del mondo, compresa piazza San Pietro a Roma e al Quirinale, quest'anno ha allestito un monumentale presepe nella splendida cornice degli Archi del Palazzo Papale, a Rieti.
Si tratta di un'opera unica, frutto delle sapienti mani di numerosi artisti. Il capolavoro regala al visitatore una suggestiva immagine: a un occhio attento non sfuggiranno i particolari del borgo di Greccio e alcuni dettagli architettonici della città di Rieti, metafora di un unione che lega i due luoghi simbolo de La Valle del Primo Presepe.
RIETI CUORE PICCANTE LO SPOT
Rieti Cuore Piccante, arriva la kermesse + hot dell’estate – 23/27 agosto
Il cuore del centro d’Italia è pronto a battere forte per la kermesse più hot dell’estate.
Dal 23 al 27 agosto torna l’appuntamento con “Rieti cuore piccante”, la Fiera internazionale del peperoncino che anche quest’anno richiamerà migliaia di appassionati della prelibata spezia.
Giunta alla settima edizione, la manifestazione rappresenta un’occasione unica per scoprire il mondo del peperoncino e tutto ciò che lo circonda; stand, degustazioni, convegni, esposizioni e persino flash-mob saranno all’insegna del “Re” venuto dalle Americhe e del concetto di “piccante” visto da molteplici prospettive. Il tutto all’interno di una cornice dal fascino unico, il centro storico di Rieti con i suoi caratteristici vicoli, le sue splendide piazze e i suoi affacci mozzafiato sulle campagne della Sabina, dove saranno ospitati centinaia di stand commerciali della Fiera.
Ogni sera sono in programma show cooking con gli chef dell’Etoile Academy fondata da Rossano Boscolo, che ha formato più di 30.000 chef e pasticceri, creando e coltivando gran parte dei talenti italiani che lavorano nei diversi campi dell’alta cucina, dalla ristorazione alla didattica. Sarà possibile visitare il Campo-catalogo al Centro sperimentale Carlo Jucci e ammirare al Chiostro di S. Agostino oltre 800 varietà diverse di peperoncino provenienti da ogni parte del Mondo. Messico e Ungheria saranno i Paesi ospiti dell’edizione 2017, nell’ambito della quale verrà messo per la prima volta in commercio “Sabino”, una specialità ad hoc studiata per soddisfare la richiesta italiana di peperoncino. Nel programma spiccano anche quattro convegni sulla spezia e due cene-degustazione di beneficienza, mentre grande spazio sarà dato a mostre fotografiche e di pittura, kermesse artistico-letterarie, intrattenimenti per bambini e spettacoli musicali.
E saranno rigorosamente a tema anche la suggestiva “hot video mapping” serale sulla facciata di Palazzo Dosi in programma ogni sera, la gara fra barman nella preparazione di cocktail piccanti e la “Notte Rossa” di venerdì 25 agosto, un grande flash-mob nel centro storico che durerà fino all’alba nel quale tutti i partecipanti dovranno indossare almeno un indumento rosso-peperoncino, mentre la notte del 27 un grande spettacolo pirotecnico darà a tutti l’appuntamento al prossimo anno.
Organizzato dall’Associazione Peperoncino a Rieti partecipata dall’Accademia Nazionale del Peperoncino, dagli enti locali, Camera di Commercio e Confcommercio Rieti e con il patrocinio del Comune di Rieti, l’evento proporrà ogni pomeriggio visite guidate alla scoperta della città e di Rieti Sotterranea, con i resti del viadotto romano costruito nel III secolo a.C. che, superando il fiume Velino, permetteva alla via Salaria di raggiungere la città evitando allagamenti. E così i visitatori potranno scoprire che il capoluogo laziale – che sorge alle pendici del Terminillo nel cuore della “Valle Santa” – è anche un centro ricchissimo di storia, dalle origini ancora più antiche di quelle di Roma; al suo interno meritano una visita la Cattedrale, la Basilica di Sant’Agostino, la Chiesa di San Francesco, il palazzo Vescovile e quello comunale, il rinascimentale Palazzo Vicentini e i resti del ponte romano. Nei dintorni di Rieti si possono visitare, seguendo il Cammino di Francesco, anche i quattro Santuari fondati dal frate di Assisi, quello di Fonte Colombo, della Foresta, di Greccio e di Poggio Bustone.
Info:
Data – 23/27 agosto
Località: Rieti
info@fuoriporta.org
3408505381
fuoriporta.org
Contatto Sport - L'Avellino batte il Rieti e Di Somma annuncia l'addio - 25 Novembre
L'Avellino torna alla vittoria dopo quattro ko consecutivi battendo il rieti 3-1.Se ne parla nel corso di Contatto Sport sul canale 90 del digitale terrestre .In studio i giornalisti Carmine Losco, Antonio Vistocco e l'ex attaccante De Vena oggi punta del Giugliano.
Grotti Rupestre - Grotti di Cittaducale (RI)
Con il nome Castello delle Grotte o Terra delle Grotte si indicano i ruderi del vecchio insediamento che si trova al di sopra dell'abitato attuale di Grotti, la frazione di Cittaducale, a 10 chilometri da Rieti. Gli abitanti di Grotti non hanno più memoria dell'esistenza del castello e si riferiscono a quest'area con il termine di Grotti sfasciate; ma ancora negli anni 30 dell'800, nei certificati di nascita, matrimonio e morte dei grottigiani è presente il riferimento al castello nei nomi delle vie di residenza, come via piedi il castello, capo il castello, fuori il castello, dentro il castello: quest'ultima è di particolare importanza perché indica che il castello nella prima metà '800 era ancora abitato; gradualmente questi nomi sono stati abbandonati e sostituiti e con essi anche il ricordo del castello è venuto meno. Notizie storiche Dalle fonti a disposizione, non è dato sapere il momento esatto della sua fondazione: probabilmente il luogo è stato frequentato da sempre, come si può dedurre dalla presenza di testimonianze risalenti al periodo preistorico: nel 1953 l'archeologo Antonio Maria Radmilli rinviene frammenti fittili (forse ceramica a impasto) di tipo preistorico (n.d.r. forse neolitico?), lungo il sentiero che porta alla Madonna dei Balzi e nel detrito di falda ai margini della strada carrozzabile che conduce da Rieti a Grotti; nel 1972 anche Firmiani rinviene presso il santuario della Madonna dei Balzi, reperti fittili risalenti all'età del Bronzo; nell’autunno del 2004 l'archeologo Tommaso Mattioli individua in un riparo sotto roccia, subito fuori l'abitato rupestre, verso est, una serie di pitture rupestri di colore nero attribuibili ad età pre-protostorica (neolitico medio e recente/eneolitico). La prima testimonianza dell'esistenza dell'abitato in epoca storica è in un documento del 1252, in cui, in un elenco delle chiese del reatino, è menzionata anche la chiesa di Sancto Victorino de Griptis. La maggior parte delle notizie sulla storia di Grotti si trovano nell'opera di Sebastiano Marchesi, 'Compendio storico di Cittaducale (dall'origine al 1592)'. Si ricorda che gli abitanti del Castello delle Grotte contribuirono alla costruzione e popolamento di Cittaducale, fondata nel 1308 da re Carlo d'Angiò. Nel febbraio del 1338, durante la notte, il Castello delle Grotte venne saccheggiato da un manipolo di malviventi, guidati dall'abate fra' Gentile di San Salvatore: gli autori del misfatto furono condannati, per volere dello stesso re, Roberto d'Angiò, a risarcire gli abitanti delle Grotte per i danni subiti. Nel corso della guerra fra Rieti e Cittaducale alla fine del '400, la zona di Grotti per due volte (nel 1486 e nel 1487) fu teatro di scontro tra i due eserciti. Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, scese in Italia per reclamare il trono di Napoli e attraversò, con il suo esercito, la valle del Salto; il 24 gennaio del 1495, 200 soldati francesi, di stanza a San Salvatore, tentarono di saccheggiare il castello, ma gli abitanti se ne accorsero e gridando 'Civita, Civita, carne, carne' li terrorizzarono e li misero in fuga: complice la nebbia, e l'inesperienza del territorio, alcuni persero la strada e caddero dalle 'vene', altri affogarono nell'attraversare il fiume Salto. Probabilmente anche per questo episodio nasce la fama attribuita agli abitanti del Castello, di gente rude e dura, capace di sopravvivere in un ambiente tanto inospitale, come ricorda anche il motto sotto l'affresco di Grotti, dipinto in una delle sale del Palazzo Vescovile di Cittaducale, in cui essi vengono chiamati leoni, alludendo probabilmente al carattere feroce e selvaggio! HIS TIBI DE CRIPTIS IUBERUNT (SIC) EXIRE LEONES NAM LICET HAS CRIPTAS FRIVOLA TECTA PUTES (trad. I leoni ti ordinarono (così) di andare via da queste grotte, benché, in verità, tu le reputi miseri ripari). Da un censimento della popolazione di Cittaducale e contado, risultò che nel 1560 nel Castello erano presenti 55 fuochi, cioè 55 nuclei familiari.
#Grotti #Cittaducale #Rieti #Falesia #Grotte #Climbing #TerraDelleGrotte #CastelloDelleGrotte #MadonnaDeiBalzi #PittureRupestri
Avellino, ecco la svolta: Sidigas passa la mano
TG Sport 696 TV OttoChannel 19 novembre 2019 (ore 20:15). Servizio, riprese e montaggio: Marco Festa
Mostra pittorica di Cesare Uva - Palazzo Vescovile di Avellino - Amici del MdAO
Ultima parte
San Liberato. Il casaletto di San Felice e il miracolo delle fave. (Odierna Cantalice). CSF Rieti
Se a miracoli si deve credere questo qui ricordato è senz'altro più importante di quello maggiormente conosciuto col nome di San Felice all'Acqua. Luogo in cui si tramanda che fece zampillare acqua da terreni arsi dal sole. Gli uomini potrebbero aver compiuto anche degli imbrogli inventandosi miracoli mai avvenuti (o più facilmente realizzabili) e celando alla storia quelli maggiori. La ragione potrebbe essere anche intuibile se si sta alla seguente storia. ,,,,,, Dio predilesse talmente Fra Felice che gli concesse pure il dono di predire il futuro, penetrare nel segreto dei cuori e conoscere le cose lontane. Egli parlò del trionfo dei cristiani contro i Turchi a Lepanto (1571) prima ancora che ne fosse giunta la notizia a Roma; a Sisto V predisse il papato; ad altri la vocazione religiosa; ad altri una morte imminente. Perfetto imitatore del Poverello d'Assisi, fin dalla culla Fra Felice ebbe in sé e comunicò agli altri il dono della pace. Quando udiva parole di sdegno esclamava: Pace! Pace! Solo con il demonio e con il peccato non dobbiamo mai aver pace. In casa degli Orsini Colonna alcuni cavalieri stavano per battersi in duello. Appena lo seppe, il nostro santo accorse, spalancò la porta e gridò: Deo gratias! Via di qua lo spirito della discordia! E perché mai, cari signori, volete versare gentile sangue romano con queste spade? Orsù, regni nei vostri cuori pace, concordia, amore, perdono.
Gregorio XIII aveva scomunicato e interdetto gli abitanti di Cantalice perché avevano assalito il palazzo vescovile di Cittaducale e percosso il vescovo. Quando lo seppe, Felice digiunò e macerò il suo corpo, poi si recò dal papa per implorare il perdono ai suoi maneschi compaesani. Munito di lettere che concedevano il perdono e la riconciliazione, egli fu accolto nel suo paese natale con vivi segni di riconoscenza. In quell'occasione i parenti gli prepararono una buona cena, ma egli preferì mangiare delle fave fresche che una sua cognata, dietro sua insistenza, andò a raccogliere nell'orto nonostante fosse fuori stagione...... Cosa vorrei intendere? Che i sanguinari Cantaliciani vollero nascondere questo posto per perdere il ricordo di un'antica vergogna.
Terra delle Grotte - Grotti di Cittaducale (RI)
Con il nome Terra delle Grotte o Castello delle Grotte si indicano i ruderi del vecchio insediamento che si trova al di sopra dell'abitato attuale di Grotti, la frazione di Cittaducale, a 10 chilometri da Rieti. Gli abitanti di Grotti non hanno più memoria dell'esistenza del castello e si riferiscono a quest'area con il termine di Grotti sfasciate; ma ancora negli anni 30 dell'800, nei certificati di nascita, matrimonio e morte dei grottigiani è presente il riferimento al castello nei nomi delle vie di residenza, come via piedi il castello, capo il castello, fuori il castello, dentro il castello: quest'ultima è di particolare importanza perché indica che il castello nella prima metà '800 era ancora abitato; gradualmente questi nomi sono stati abbandonati e sostituiti e con essi anche il ricordo del castello è venuto meno.
Notizie storiche
Dalle fonti a disposizione, non è dato sapere il momento esatto della sua fondazione: probabilmente il luogo è stato frequentato da sempre, come si può dedurre dalla presenza di testimonianze risalenti al periodo preistorico: nel 1953 l'archeologo Antonio Maria Radmilli rinviene frammenti fittili (forse ceramica a impasto) di tipo preistorico (n.d.r. forse neolitico?), lungo il sentiero che porta alla Madonna dei Balzi e nel detrito di falda ai margini della strada carrozzabile che conduce da Rieti a Grotti; nel 1972 anche Firmiani rinviene presso il santuario della Madonna dei Balzi, reperti fittili risalenti all'età del Bronzo; nell’autunno del 2004 l'archeologo Tommaso Mattioli individua in un riparo sotto roccia, subito fuori l'abitato rupestre, verso est, una serie di pitture rupestri di colore nero attribuibili ad età pre-protostorica (neolitico medio e recente/eneolitico).
La prima testimonianza dell'esistenza dell'abitato in epoca storica è in un documento del 1252, in cui, in un elenco delle chiese del reatino, è menzionata anche la chiesa di Sancto Victorino de Griptis.
La maggior parte delle notizie sulla storia di Grotti si trovano nell'opera di Sebastiano Marchesi, 'Compendio storico di Cittaducale (dall'origine al 1592)'.
Si ricorda che gli abitanti del Castello delle Grotte contribuirono alla costruzione e popolamento di Cittaducale, fondata nel 1308 da re Carlo d'Angiò.
Nel febbraio del 1338, durante la notte, il Castello delle Grotte venne saccheggiato da un manipolo di malviventi, guidati dall'abate fra' Gentile di San Salvatore: gli autori del misfatto furono condannati, per volere dello stesso re, Roberto d'Angiò, a risarcire gli abitanti delle Grotte per i danni subiti.
Nel corso della guerra fra Rieti e Cittaducale alla fine del '400, la zona di Grotti per due volte (nel 1486 e nel 1487) fu teatro di scontro tra i due eserciti.
Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, scese in Italia per reclamare il trono di Napoli e attraversò, con il suo esercito, la valle del Salto; il 24 gennaio del 1495, 200 soldati francesi, di stanza a San Salvatore, tentarono di saccheggiare il castello, ma gli abitanti se ne accorsero e gridando 'Civita, Civita, carne, carne' li terrorizzarono e li misero in fuga: complice la nebbia, e l'inesperienza del territorio, alcuni persero la strada e caddero dalle 'vene', altri affogarono nell'attraversare il fiume Salto. Probabilmente anche per questo episodio nasce la fama attribuita agli abitanti del Castello, di gente rude e dura, capace di sopravvivere in un ambiente tanto inospitale, come ricorda anche il motto sotto l'affresco di Grotti, dipinto in una delle sale del Palazzo Vescovile di Cittaducale, in cui essi vengono chiamati leoni, alludendo probabilmente al carattere feroce e selvaggio!
HIS TIBI DE CRIPTIS IUBERUNT
(SIC) EXIRE LEONES
NAM LICET HAS CRIPTAS
FRIVOLA TECTA PUTES
(trad. I leoni ti ordinarono (così) di andare via da queste grotte, benché, in verità, tu le reputi miseri ripari).
Da un censimento della popolazione di Cittaducale e contado, risultò che nel 1560 nel Castello erano presenti 55 fuochi, cioè 55 nuclei familiari.
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È città situata sull'estremo declivio del monte Subasio, sopra un'affluente di destra del Topino, a 219 m. sul livello del mare.
Dista 4 Km. da Foligno, e 35 da Perugia.
Sul monte Subasio esistono le famose carceri di S. Francesco e una cava di pietra litografica nelle, quale sono occupate larghe maestranze operare. Il terreno, fertilissimo, si estende in monte, in colle e in piano, ed è coltivato a cereali, viti, olivi, e pingui pascoli dove si alleva numerose bestiame. È attraversato dalla strada provinciale che unisce la città a Perugia e Foligno.
Vi si tengono fiorenti mercati settimanali e si fa esportazione di olio, grano e vino. Antichissima è la origine storica di SPELLO che secondo gli storici più accreditati si vuole sia stata fondata dagli Umbri. Fu denominata Hispellum dal romani che la fecero Municipio e la scrissero alla tribú Lemonia.
Fu dichiarata da Cesare COLONIA GIULIA e più tardi fu chiamata città Flavia Costante da Costantino. Altri sostengono invece che così fosse appellata da Flavio Vespasiano, ritenendo la voce Constanz come lieto d'onore. Sulla piazza maggiore venne eretto il Palazzo Comunale che bella mostra fa si antiche memorie spellane, come urne, busti, e iscrizioni. Le chiese di SPELLO sono notevoli per eleganza dì architettura la Collegiata, che è il Tempio più antico, s'intitola S. Maria Maggiore ed è ricca di preziosi dipinti del Perugino e del Pinturicchio.
Le vestigia del primitivo recinto di SPELLO, assai più vasto che non il presente attestano l'antica grandezza di questa città, e così i molti antichi e preziosi avanzi come le mura urbiche romane, la porta della Consolare quella detta Venere costruita a foggia di arco trionfale, con ai lati le due torri d'opera romana chiamate di Properzio; I ruderi dell'anfíteatro romano; del teatro riccamente ornato di sculture marmoree, rinvenute negli scavi; i ruderi di un Tempio di Diana; l'arco romano detto della Fortezza; il famoso Tempietto sacro a Clitunno, eretto presso le sorgenti di quel fiume cantato dal nostro grande poeta Giosuè Carducci; gli avanzi di vari acquedotti e terme dicono la grandezza che ebbe questa città al tempo di Roma e la sua importanza nella regione Umbra.
La calata dei barbari in Italia e il loro dilagare nel l'Umbria ridussero questa bella e popolosa città in una povera borgata. Alla costituzione dei Ducati In Italia, la Terra di SPELLO fece parte del Ducato di Spoleto e insieme con questo cadde in potere dei Pontefìci.
Tale Signoria era poco sentita in quei popolani, abituati alla libertà, e scossone il giogo papale si resse a Comune, con proprie leggi. Ma poco dopo fu soggetta alla Signoria dei Perugini che fecero reggere la città da Podestà da loro inviati.
Nel 1400 fa nuovamente ridotta all'obbedienza da Martino V; nel 1484 SPELLO con terre e ville annesse fu da papa Nicolò V data in Vicariato ai Baglioni di Perugia.
Nell'anno 1527 SPELLO venne in potere del Malatesta Baglioni cui fu tolta dal Principe d'Orange, capitano di Carlo V il cui appoggio era stato chiesto al Papa Clemente VII (dei Medici). In questa continenza la città venne saccheggiata e i cittadini manomessi e uccisi.
Per ordine di Paolo III, ne vennero diroccate le mura e le torri. Pontificando Gregorio VIII sì estinse la famiglia dei Baglioni e SPELLO ritornò sotto il diretto dominio dei Papi.
Nel secolo III fu istituita in SPELLO una sede vescovile. In seguito la diocesi venne riunita a quella di Spoleto, e nel 1772, Clemente XIV la distaccò riunendola a quella di Foligno.
SPELLO si onora di avere, dato i natali a molti uomini illustri tra i quali citeremo il celebre poeta elegiaco latino Sesto Aurelio Properzio; a Caterina Passerini poetessa del secolo XVIII a Vitale Rosi autore di opere pedagogiche, e ai due pittori Lamparelli e Dondoli.
Terremoto, la testimonianza di Mons. Giovanni D'Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno
In diretta al TG2000 la testimonianza di Mons. Giovanni D'Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, sul terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia.
Rivodutri. Arco Alchemico. By Sandro Matocci.
L'Arco Alchemico di Rivodutri presenta una storia sconosciuta e tanti lo danno quale realizzazione di Alchimisti. La storia locale di questo paese è basata esclusivamente sulle memorie di colui che dovette essere un mio antenato: Ignazio Matocci, segretario comunale locale nel 1720 passato poi ad essere assunto in Roma quale Ministro dalla famiglia FALCONIERI. Ignazio ricorda nei minimi particolari storie relative a Rivodutri, alla famiglia Matocci, al castello di La Puleggia oggi chiamato Apoleggia. I suoi racconti descrivono particolari familiari scendendo sino all'anno 1500. In altri testi della curia vescovile si parla di tal MATUCIO DE POLEGGIA collocandolo agli inizi del 1300. Non saprei dire se vi sia stata relazione fra il Matucio e i Matocci. Certo è che Federico II fu allevato dagli Urslingen nel ducato di Spoleto (Annali Germanici), che sua madre Costanza d'Altavilla regina dei Normanni sposò Enrico VI nella cattedrale di Rieti - per legatos- e che una parte degli Urslingen confluirono nella famiglia dei DE SANGRO.
I Matocci vengono dati presenti nel 1106 in Alife, catalogati fra i conti locali. I normanni di Re Ruggero II occuparono intorno all'anno 1140 i territori che oggi si trovano qui al nord di Rieti.
Segni (Roma).wmv
Sountrack by Mark Fontaine from Taormina -
Segni (Signia in latino) è un comune italiano di 9.409 abitanti della provincia di Roma nel Lazio.I primi insediamenti nel territorio di Segni risalgono all'età del bronzo, ma l'abitato si sviluppò solo in epoca romana, tempo in cui Segni rivestì una posizione strategica sulla valle del fiume Sacco.Nel VI secolo a.C. Tarquinio il Superbo re di Roma, inviò a Segni dei coloni e una guarnigione armata per proteggere, per via terra, le vie di accesso alla città di Roma; ciò è dimostrato da numerosi resti archeologici rinvenuti sul territorio. Ma Segni, sin dall'inizio, fu una città-stato autonoma fino al 340 a.C. quando venne stipulato un patto con i Romani che ben presto la elevarono a municipio (89 a.C.) e la fregiarono della sigla SPQS (Senatus Populusque Signinus) godendo così di relativa indipendenza ma con obblighi di alleanza con la stessa Roma. Infatti nel 493 a.C. i Segnini sottoscrissero assieme ad altre popolazioni il Foedus Cassianum, patto di alleanza stipulato tra le città latine e Roma.In questi tempi Segni era dunque una città tanto fiorente che, unica nel Lazio, coniava monete d'argento con la scritta SEIC che significa cinghiale, da cui si crede derivi il nome della città, anche se altri lo fanno derivare dalle insegne di Tarquinio il Superbo -SIGNIA, in latino- o dalla statua del dio Mercurio -Signinum-, presente nel retro delle monete di Segni. Per la sua fedeltà nei confronti di Roma, Segni venne scelta come luogo di prigionia nella guerra contro Annibale.Tra l'era repubblicana ed il successivo periodo imperiale, a Signia viene costruito il foro, i templi: uno al dio Ercole ed uno a Giunone Moneta, vengono innalzati monumenti a varie divinità ed all'imperatore Caracalla viene dedicato il foro e vengono costruite numerose ville nel circondario.Tra la fine del VI secolo e l'inizio del successivo nacque a Segni papa Vitaliano, che pontificò dal 657 al 672.Nei secoli XII-XIII, inserita nel Ducato Romano e nel Patrimonio di S.Pietro, Segni si sviluppò sotto il dominio della Santa Sede raggiungendo l'apice della fama e l'autonomia locale. Nel XIII secolo viene costruita l'odierna piazza Santa Maria, la vecchia cattedrale duecentesca, il palazzo della Comunità e l'Episcopio. In tale periodo Segni divenne residenza estiva dei papi e venne costruita da papa Eugenio III una residenza estiva, che oggi ospita il seminario vescovile.Nel 1585 papa Sisto V elevò Segni a ducato (il primo duca fu Alessandro Conti Sforza).Il 20 settembre 1870 Segni entrò a far parte del Regno d'Italia dopo la presa di Roma da parte delle truppe del Regno d'Italia.
Segni (in Latin Signia) is an Italian town and comune located in Lazio. The city is situated on a hilltop in the Lepini Mountains, and overlooks the valley of the Sacco River.According to ancient Latin sources, Lucius Tarquinius Superbus, the seventh king of Rome, established a Roman colony at the town, then known as Signia.The ancient architectural remains at the site date mostly from the Republican period. These include a circuit of fortification walls built using polygonal masonry. The walls incorporated a system of gates, including the Porta Saracena which is covered by a large monolithic architrave. Atop the ancient acropolis of Segni sits the podium of the temple of Juno Moneta, which now supports a Medieval church of Saint Peter (tenth century).On several occasions Segni served as a place of refuge for popes, and Eugene III erected a palace there. In the twelfth century it came into possession of the Counts of Marsi, hereditary enemies of the Orsini. The family called de' Conti produced several popes (Innocent III, Gregory IX and Alexander IV) and many cardinals. In 1558 Segni was sacked by the forces of the Duke of Alba in the war against Pope Paul IV; immense booty was captured, as the inhabitants of the other towns of the Campagna had fled thither.
Font : Wikipedia
Troia (Foggia) - Borghi d'Italia (Tv2000)
Con questa nuova puntata torniamo in Puglia e vi portiamo nella bellissima Città d’Arte di Troia (Foggia). In evidenza la sua magnifica cattedrale, le altre chiese, i musei, i piatti, il dialetto, le manifestazioni e la spiccata vocazione al volontariato dei suoi abitanti. Buona visione!
Mons. Sergio Melillo è il nuovo Vescovo di Ariano
Mons. Sergio Melillo, Vicario Generale della Diocesi di Avellino dal 06/10/2005, è il nuovo Vescovo della Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia. La nomina da parte di Papa Francesco è stata annunciata oggi, 23 maggio 2015, a mezzogiorno dalla Sala stampa vaticana.
In contemporanea, l’annuncio è stato dato ad Ariano Irpino, presso il Centro Pastorale San Francesco, da monsignor Antonio Blundo, amministratore diocesano, alla presenza del clero ed è stato salutato da un caloroso applauso da parte di tutti i presenti. Mentre nel palazzo vescovile di Avellino, è stato il vescovo Francesco Marino a dare l’annuncio. Mons. Sergio Melillo è nato ad Avellino nel 1956. È stato ordinato presbitero il 01/09/1989 e Cappellano di Sua Santità il 17/08/2009. La diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, dopo il trasferimento di S. E. Mons. Giovanni D’Alise alla sede vescovile di Caserta, è stata retta ad interim dal 20/05/2014 da Mons. Antonio Blundo, già Vicario Generale della diocesi.
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riprese di Amleto Bevere
Il silenzio della Cattedrale normanna di Tropea.
Nel fondo dell'anima sia continuo il silenzio e così arderà senza oscillazione la fiamma.
Palazzo Vescovile in Largo Duomo -- Tropea ...
L'avvento dei normanni, riportò Tropea al rito latino ponendo problemi liturgici nuovi che portarono alla costruzione di una nuova cattedrale. La vecchia cattedrale bizantina fu demolita dai gesuiti nel 1600 per edificare la loro chiesa barocca, l'attuale Chiesa del Gesù.
Le notizie di cui si dispone inerenti alla storia della Concattedrale di Tropea, appartengono più alla tradizione orale che a documenti verificabili. La cosa certa è che fu il primo luogo di culto della città di Tropea, probabilmente un piccolo sacello, successivamente demolito per rinforzare la difesa della città. Su un lato di Palazzo Toraldo si decise di costruire in sostituzione un edificio religioso più grande dedicato a Santa Maria del Bosco.
Il nuovo Duomo in tufo e pietra lavica, a sviluppo longitudinale, a tre navate in forme arabo-normanne, fu trasformato in periodo barocco e l'edificio fu allungato di circa 12 metri. Subì molti danni dai vari terremoti finché negli anni trenta, durante il fascismo, si volle un restauro di ripristino durante il quale la facciata della Concattedrale e lo pseudoprotiro vennero ricostruiti. La facciata presenta un portale ad archeggio sopraelevato, mentre la fiancata sinistra è decorata da pseudo finestre murate ed un portale più piccolo decorato con l'effige della Madonna di Romania.
Intervento di Domenico Quirico al Grappolo d'oro Clivus 2015
Stralcio dell'intervento di Domenico Quirico, giornalista a cui è stato assegnato il premio Grappolo d'oro Clivus 2015, venerdì 12 giugno 2015 nel Palazzo Vescovile di Monteforte d'Alpone VR.
Evento musicale oratorio cicognolo
Intervista Monsignor Appignanesi.mpg
Intervista da me raccolta nella Cattedrale di Castellaneta il 7 dicembre 1987, in occasione della visita di Monsignor Ennio Appignanesi, già Vescovo della nostra Diocesi.
Camerino (MC) - Terremoto, lavori alla Curia Vescovile (06.03.17)
- Camerino (Macerata) - Terremoto, lavori alla Curia Vescovile (06.03.17)