Places to see in ( Mantova - Italy ) Palazzo d'Arco
Places to see in ( Mantova - Italy ) Palazzo d'Arco
The Palazzo D'Arco is a Neoclassical-style palace located on Piazza Carlo D'Arco #4 in Mantua, region of Lombardy, Italy. The palace houses the Museo di Palazzo d'Arco, which displays the furnishings and artwork collected by the Duke D'Arco. The site had once likely housed a royal palace in the 12th-century. The palace we see today is a reconstruction around a series of earlier buildings, with a long and complex history.
The line ownership to the D'Arco family, can vaguely be linked to about 1625 when Count Annibale Chieppio. minister of the Duke of Mantua, bought and expanded the palace. By 1652, the palace had 63 rooms. When the Chieppio line died without male heirs, the palace passed in 1740 to a sister, Teresa married to Francesco Alberto d’Arco. Their son, Giovanni Battista Gherardo d’Arco, commissioned Antonio Colonna in 1783 to restore it in neoclassical style. The facade has elements that include the coat of arm of the D'Arco and Chieppio families, and also displays in the tympanum the Hapsburg double-headed eagle of the then Austrian rulers of Lombardy.
In 1872 the building was enlarged further by Francesco Antonio d'Arco, buying by the neighboring Marquis Dalla Valle's palace. The palace was bombed during World War Two. Finally by the 1978, the will of the last member of the family, Signora Giovanna dei conti d’Arco Chieppio Ardizzoni, marchesa Guidi di Bagno endowed it to foundation to create a museum and retain the interior decor.
( Mantova - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Mantova . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Mantova - Italy
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MUSEO DI PALAZZO D'ARCO | short film
Short film presentazione Museo Palazzo d'Arco.
Mantova 2018
Palazzo D'Arco
uno sguardo al Palazzo D'arco di Mantova
***** MANTOVA Palazzo D'Arco Museo D'Arco (1/2) interni
Il Palazzo fu eretto a partire dal 1784 su impulso di un ramo della nobile famiglia trentina dei D'Arco che si era stabilmente insediato a Mantova dal 1740. Dopo l'acquisizione della dimora dei conti Chieppo, il conte Giovanni Battista Gherardo d'Arco pensò di trasformare il palazzo seguendo i dettami del neoclassicismo ispirato all'opera di Andrea Palladio. L'opera d'edificazione fu affidata all'architetto Antonio Colonna. Come risultato finale è stato prodotto un notevole esempio di residenza aristocratica ricca di arredi e di dipinti, forte di una libreria e una collezione naturalistica, di un giardino racchiuso da una esedra sul quale si affaccia un'ala quattrocentesca costituita da due palazzine, una delle quali contiene lo straordinario ciclo pittorico della Sala dello Zodiaco, opera del Falconetto, eseguita attorno all'anno 1515. Questi edifici rinascimentali e il contiguo giardino furono acquistati nel 1872 da Francesco Antonio d'Arco dai marchesi Dalla Valle. Il complesso architettonico che si affaccia sulla omonima piazza, proseguiva a sinistra con l'edificio delle scuderie oggi trasformato nel Teatrino d'Arco, sede dal 1946 della Accademia Teatrale Francesco Campogalliani fondata da Ettore Campogalliani.
Nel palazzo dimorò anche il conte Carlo d'Arco (1799-1849), storico e collezionista di documenti. Ricoprì la carica di podestà di Mantova dal 1847 al 1848.
L'ultima esponente della famiglia, deceduta nel 1973, la signora Giovanna dei conti d'Arco Chieppio Ardizzoni, marchesa Guidi di Bagno costituì la Fondazione d'Arco. Con testamento del 1956 dispose, che alla sua morte, tutti i suoi beni, compreso il Palazzo e le raccolte in esso contenute (erbario, pinacoteca, archivio, biblioteca, strumenti musicali, arredi, armi), divenissero un pubblico Museo. Particolarmente ricca è la pinacoteca con dipinti di Niccolò da Verona, Luini, Magnasco, Frans Pourbus il Giovane, Van Dyck e un ciclo pittorico di Giuseppe Bazzani.
Nel 2014 la Fondazione d'Arco ha ricevuto in donazione opere dal marchese Federico Cavriani, esponente della nobile famiglia mantovana dei Cavriani, che sono in parte raccolte ed esposte in una apposita Sala Cavriani.
Palazzo D'Arco, recentemente restaurato, e il suo sorprendente giardino è un mirabile esempio di residenza aristocratica.
Collezioni.
Le collezioni del museo comprendono mobili, ceramiche, dipinti e una grande biblioteca.
La collezione comprende dipinti di: Niccolò da Verona, allievi di Pieter Aertsen e Gioachim Buenckelaer; Giacomo Albé (attribuito); Lorenzo Costa il Vecchio e Lorenzo Costa il Giovane; il Sodoma (attribuito); Sebastien Bourdon; Ludovico Toeput; Annibale Carracci; Frans Pourbus il Giovane; Bernardino Luini; Giuseppe Bazzani; Santo Peranda; Guglielmo Caccia; Alessandro Magnasco; Lorenzo Lotto; Tintoretto; Antonio della Corna; Pasquale Ottino; Giovanni Maria Perego (attribuito); Fra Semplice da Verona; Giulio Carpioni; Margherita Caffi (attribuito); Frans Geffels (attribuito); Matteo Ghidoni; Francesco Fieravino; Jacob Denys; Orazio Samacchini; Giovanni Francesco Maineri (copia); Boccaccio Boccaccino; studio di Piazzetta; studio di Bernardino e Francesco Zaganelli; Pietro Muttoni; Alessandro Turchi; Giovanni Francesco Castiglione (attribuito); Sebastiano Mazzoni; Daniele Crespi (attribuito); Pandolfo Reschi (attribuito); Bartolomeo Manfredi; Joann Kupetzki; Michele Desubleo (attribuito); Antonio Carneo (attribuito); Agostino Bonisoli (attribuito); Giovanni Battista Venanzi; Felice Boselli; Gilardo da Lodi; Giambettino Cignaroli; Bartolomeo Pedon; Pier Francesco Guala (attribuito); Scuola di Giovanni Battista Crespi; Giovanni Peruzzini; Tomasso Porta; Luigi Miradori; Van Dyck; Jan Wildens; Rubens (attribuito); Nicola Casissa; Giovanni Andrea Urbani; Gerolamo Induno; e Bartolomeo Nazzari.
La collezione di dipinti del Bazzani è composta da nove tele.
Uno dei capolavori del complesso architettonico del palazzo è posto all'interno della palazzina d'epoca rinascimentale raggiungibile attraversando il cortile: è la stanza affrescata della Sala dello Zodiaco, dipinto dei primi anni del XVI secolo del pittore Giovanni Maria Falconetto.
La libreria comprende una collezione di libri di storia naturale, una cucina d'epoca, una grande biblioteca e una collezione di strumenti musicali d'epoca.
MANTOVA Palazzo D'Arco Museo D'Arco (2/2) SALA DELLO ZODIACO o Sala del Falconetto *****
La SALA DELLO ZODIACO o del Falconetto (Giovanni Maria Falconetto, 1468 - 1535), è il vertice artistico del Museo. Non si conosce né il nome dell'artista né del committente, né il tempo dei lavori né l'uso della sala. Il primo ad occuparsi di questi affreschi fu Corrado Ricci, che datò le pitture tra il 1525/30, eseguite da artisti influenzati da Lorenzo Costa il Vecchio e da Giulio Romano. Il primo studio organico sull'intero ciclo zodiacale è di Paola Moretta e risale al 1918 ed apparve sulla Rivista d'Arte. La Moretta attribuiva anch’ella l'opera alla scuola di Lorenzo Costa il Vecchio. L’impresa di individuare il committente degli affreschi fu già affrontata anche da Ercolano Marani. Lo studioso mantovano, partendo dalle parole del Vasari, secondo il quale il Falconetto lavorava a Mantova per il signor Luigi Gonzaga concentrando la propria attenzione sul misterioso personaggio in abito nero e copricapo nero, con tre chiavi strette nella mano sinistra, appoggiato al pluteo del segno del Cancro, ipoteticamente propose dapprima il nome di Benedetto Tosabezzi, proprietario della casa. Quindi lo stesso Marani, scartato ragionevolmente il nome di Luigi Gonzaga della linea di Corrado, si dichiarò incline a ravvisare il Luigi Gonzaga citato dal Vasari in Luigi (o Luigi Alessandro) di Rodolfo Gonzaga, la cui dimora sorgeva tuttavia nella contrada del Grifone ed era costituita dal fabbricato che oggi ospita l'Archivio di Stato e dalla torre dei Gambulini. Luigi aveva ricevuto l'edificio in eredità dal padre Rodolfo e nel primo periodo della sua esistenza lo aveva eletto a sua residenza abituale, chiamando ad abbellirlo il pittore e architetto veronese Giovan Maria Falconetto. Oggi è invece universalmente condivisa almeno l'attribuzione dei dipinti al Falconetto proposta nel 1931 dal Fiocco, che datò l'opera attorno al 1520. Circa la datazione dei dipinti riteniamo di aver stabilito il “terminus post quem”, avendo osservato nel 1984 che due personaggi (uno nel Gemelli e l'altro nell'Acquario) sono stati tratti dall'incisione di Luca di Leida, “La conversione di san Paolo” del 1509. La sala misura misura m 9.70 x 15.40 x 6.30 e presenta le quattro pareti adorne dei segni zodiacali, uno su ciascuno dei lati brevi, cinque su entrambi quelli lunghi, così che i segni opposti si affrontano fra loro: ad Ariete si oppone Libra, a Toro Scorpione, a Gemelli Sagittario, a Cancro Capricorno, a Leone Acquario, a Vergine Pesci. Purtroppo la Libra è stata nascosta da un camino addossato alla parete forse nel XVII sec., ma la raffigurazione che decora la fronte della cappa, ripete probabilmente quella originaria perduta. Al soffitto a cassettoni lignei è ancora infisso il robusto anello di ferro che reggeva il perduto lampadario. Intorno, lungo le pareti, sono cassapanche di epoche diverse, e a destra del tavolo posto di fronte al camino assieme ad alcune sedie è un esempio seicentesco di cassaforte dal complicato meccanismo di chiusura. Aggiungiamo che al centro delle arcate la chiave di volta è costituita da una protome (gorgòneion, ossia una testa di Gorgone, con due serpentelli sporgenti sotto il collo, complicato di due ali, nell'Ariete, o affiancata da due uccelli; testa taurina; maschera teatrale virile comica; testa di Giove Ammone; aquila) che si ripete specularmente nel segno opposto. Inoltre alcuni motivi decorativi dei finti pilastri si ritrovano simili, ad esempio, a Verona, nel portale di via Carlo Cattaneo, 6. Affiancate da fantastiche figure teratomorfiche di grande interesse iconografico adornano la fascia superiore sedici rappresentazioni desunte (tranne il primo, il dodicesimo e il quindicesimo) da miti ovidiani, seminate, come i sottostanti medaglioni dei Cesari corredati di epigrafi, di globuli di cera dorata. Le diverse immagini zodiacali, che trovano il modello diretto nell'affresco attribuito al Pinturicchio del palazzo di Domenico della Rovere a Roma (di cui rimangono pochi lacerti), sono state formulate secondo un criterio che si ripete in modo simile nei vari segni. Perlopiù in primo piano la rappresentazione delle diverse attività dei mesi e sullo sfondo un mito classico o una pagina di storia antica, e un'architettura di epoca romana o bizantina. A sinistra o a destra del segno, che campeggia sulle nubi del cielo sotto la chiave di volta delle arcate, un personaggio [Giove in Ariete, Toro, Gemelli, Leone, Vergine, Sagittario, Capricorno; Giunone in Cancro e Scorpione; Giove (?) in Pesci] sporge da sopra l'uno o l'altro dei capitelli per collocare l'animale o altra figura in cielo e farne segno astrale: particolare scomparso nella Libra e assente nell'Acquario, sostituito dal volo di Ganimede verso il cielo sull'aquila di Giove.
MANTOVA - Palazzo d'Arco
Music life: Anselmo Pelliccioni - violoncello
(La Follia - link:
Il Palazzo d'Arco: fu eretto a partire dal 1784 su impulso di un ramo della nobile famiglia trentina dei D'Arco che si era stabilmente insediato a Mantova dal 1740. Dopo l'acquisizione della dimora dei conti Chieppo, il conte Giovanni Battista Gherardo d'Arco pensò di trasformare il palazzo seguendo i dettami del neoclassicismo ispirato all'opera di Andrea Palladio. L'opera d'edificazione fu affidata all'architetto Antonio Colonna. Come risultato finale è stato prodotto un notevole esempio di residenza aristocratica ricca di arredi e di dipinti, forte di una libreria e una collezione naturalistica, di un giardino racchiuso da una esedra sul quale si affaccia un'ala quattrocentesca costituita da due palazzine, una delle quali contiene lo straordinario ciclo pittorico della Sala dello Zodiaco, opera del Falconetto, eseguita attorno all'anno 1515. Questi edifici rinascimentali e il contiguo giardino furono acquistati nel 1872 da Francesco Antonio d'Arco dai marchesi Dalla Valle. Il complesso architettonico che si affaccia sulla omonima piazza, proseguiva a sinistra con l'edificio delle scuderie oggi trasformato nel Teatrino d'Arco, sede dal 1946 della Accademia Teatrale Francesco Campogalliani[1] fondata da Ettore Campogalliani.
Nel palazzo dimorò anche il conte Carlo d'Arco (1799-1849), storico e collezionista di documenti. Ricoprì la carica di podestà di Mantova dal 1847 al 1848.
L'ultima esponente della famiglia, deceduta nel 1973, la signora Giovanna dei conti d'Arco Chieppio Ardizzoni, marchesa Guidi di Bagno costituì la Fondazione d'Arco. Con testamento del 1956 dispose, che alla sua morte, tutti i suoi beni, compreso il Palazzo e le raccolte in esso contenute (erbario, pinacoteca, archivio, biblioteca, strumenti musicali, arredi, armi), divenissero un pubblico Museo[2]. Particolarmente ricca è la pinacoteca con dipinti di Niccolò da Verona, Luini, Magnasco, Frans Pourbus il Giovane, Van Dyck e un ciclo pittorico di Giuseppe Bazzani (font: wikipedia).
Sito della Fondazione d'Arco:
The Palace was built starting in 1784 at the instigation of a branch of the noble family thirty of D'arco which had permanently settled in Mantua since 1740. After the takeover of the residence of the counts Chieppo, count Giovanni Battista Gherardo d'Arco decided to transform the Palace following the dictates of neoclassicism inspired by the work of Andrea Palladio. The work of construction was entrusted to the Architect Antonio Colonna. The end result was produced a remarkable example of aristocratic residence full of furniture and paintings, a library and a naturalist collection, a garden enclosed by a semicircular on which overlooks a fifteenth-century wing consists of two buildings, one of which contains the extraordinary frescoes of the Sala dello Zodiaco, opera del Falconetto, performed around the year 1515. These Renaissance buildings and the adjacent grounds were purchased in 1872 by Francis Anthony of arc by the Marquis of the Valley. The architectural complex that overlooks the square, went left with the building of the stables has been transformed in the theater of arc, seat since 1946 of the Accademia Teatrale Francesco Campogalliani [1] founded by Ettore Campogalliani.
In the Palace lived also count Carlo d'Arco (1799-1849), historian and collector of documents. He served as podestà of Mantua from 1847 to 1848.
The last member of the family, died in 1973, Mrs. Joan of the counts of Arco Chieppio Abel, Marchioness Guidi di Bagno formed the Foundation of arc. With testament of 1956 dispose, that when he died, all his properties, including the Palazzo and the collections contained therein (Herbarium, Gallery, archives, library, musical instruments, furniture, weapons), to become a public Museum [2]. Especially rich is the art gallery with paintings by Niccolò da Verona, Luini, Magnasco, Frans Pourbus the younger, Van Dyck and a cycle of paintings by Giuseppe Bazzani.
Riapre Palazzo d'Arco (Mantova. 15/04/2016)
Con un percorso rinnovato e con nuove offerte di fruizione il Museo di Palazzo d'Arco ha riaperto al pubblico.
Best Attractions and Places to See in Mantua, Italy
Mantua Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Mantua. We have sorted Tourist Attractions in Mantua for You. Discover Mantua as per the Traveler Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Mantua.
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List of Best Things to do in Mantua, Italy
Teatro Bibiena
Skyline di Mantova
Il Museo Storico dei Vigili del Fuoco
Basilica di Sant'Andrea di Mantova
Palazzo Te
Camera degli Sposi
Rotonda di San Lorenzo
Palazzo Ducale Mantova
Palazzo d'Arco
Castello San Giorgio
20170220 Mantova - palazzo d'Arco
2017_02_20 Mantova: in ricordo di Andreas Hofer a 207 anni dalla sua fucilazione da parte dei francesi.
Places to see in ( Mantua Mantova - Italy )
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Mantua is a city and commune in Lombardy, Italy, and capital of the province of the same name. In 2016, Mantua is Italian Capital of Culture, as chosen by the Italian Government on Tuesday 27 October 2015.
In 2017, Mantua will also be European Capital of Gastronomy, included in the Eastern Lombardy District (together with the cities of Bergamo, Brescia and Cremona).
In 2007, Mantua's centro storico (old town) and Sabbioneta were declared by UNESCO to be a World Heritage Site. Mantua's historic power and influence under the Gonzaga family has made it one of the main artistic, cultural, and especially musical hubs of Northern Italy and the country as a whole. Mantua is noted for its significant role in the history of opera; the city is also known for its architectural treasures and artifacts, elegant palaces, and the medieval and Renaissance cityscape. It is the place where the composer Monteverdi premiered his opera L'Orfeo and where Romeo was banished in Shakespeare's play Romeo and Juliet. It is the nearest town to the birthplace of the Roman poet Virgil, who was commemorated by a statue at the lakeside park Piazza Virgiliana.
The Gonzagas protected the arts and culture, and were hosts to several important artists such as Leone Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano, Donatello, Peter Paul Rubens, Pisanello, Domenico Fetti, Luca Fancelli and Nicolò Sebregondi. Though many of the masterworks have been dispersed, the cultural value of Mantua is nonetheless outstanding, with many of Mantua's patrician and ecclesiastical buildings being uniquely important examples of Italian architecture.
Main landmarks include:
The Palazzo Te (1525–1535), a creation of Giulio Romano (who lived in Mantua in his final years) in the mature Renaissance style, with some hints of a post-Raphaelian mannerism. It was the summer residential villa of Frederick II of Gonzaga. It hosts the Museo Civico (with the donations of Arnoldo Mondadori, one of the most important Italian publishers, and Ugo Sissa, a Mantuan architect who worked in Iraq from where he brought back important Mesopotamian artworks)
The Palazzo Ducale, famous residence of the Gonzaga family, made up of a number of buildings, courtyards and gardens gathered around the Palazzo del Capitano, the Magna Domus and the Castle of St. George with the Camera degli Sposi, a room frescoed by Andrea Mantegna.
The Basilica of Sant'Andrea was begun in 1462 according to designs by Leon Battista Alberti but was finished only in the 18th century when was built the massive dome designed by Filippo Juvarra.
The Duomo (Cathedral of Saint Peter the Apostle)
The Rotonda di San Lorenzo
The Bibiena Theater, also known as the Teatro Scientifico, was made by Antonio Bibiena in 1767-1769. It was opened officially on 3 December 1769 and on 16 January 1770, thirteen-year-old Wolfgang Amadeus Mozart played a concert.
The church of San Sebastiano
The Palazzo Vescovile (Bishops Palace)
The Palazzo degli Uberti
Palazzo d'Arco, a Neoclassical palace erected by the eponoymous noble family from Trento starting from 1746. It is home to a museum and painting gallery with works by Bernardino Luini, Alessandro Magnasco, Frans Pourbus the Younger, Anthony Van Dyck and a painting cycle by Giuseppe Bazzani.
The Torre della Gabbia (Cage Tower)
The Palazzo del Podestà, Mantua
The Palazzo della Ragione with the Torre dell'Orologio (Clock Tower)
The Palazzo Bonacolsi
The Palazzo Valenti Gonzaga, an example of Baroque architecture and decoration, with frescoes attributed to Flemish painter Frans Geffels. The façade of the palace was designed by Nicolò Sebregondi.
Casa del Mercato, a frescoed Renaissance building designed by Luca Fancelli in 1462 and later used by Andrea Mantegna.
House of Mantegna, facing the church of San Sebastiano. It was built by the eponymous artist starting from 1476, and has plan with a circular internal court included within an external square building. It is now used for temporary exhibitions.
The church of Santa Paola, built in the early 15th century by the will of Marchioness Paola Malatesta, wife of Francesco I. Architects such as Luca Fancelli and Giulio Romano collaborated to its construction. It houses the tombs of five members of the Gonzaga family, including those of Paola and of Francesco II.
The church of Santa Maria del Gradaro, built starting from 1256 on the site where, according to the tradition, Saint Longinus was buried. In 1772 it became a store, and was reconsecrated only in the 1950s.
( Mantua Mantova - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting the city of Mantua Mantova.
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Parole e Suoni Museo di Palazzo d'Arco. Sala dello Zodiaco
Parole e Suoni Mantova Museo di Palazzo d'Arco. Percorso per famiglie Sala dello Zodiaco
Amazing MANTUA
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È vietato ogni utilizzo, riproduzione od uso, parziale o totale senza previa autorizzazione del proprietario dei diritti.
Il video nasce dall’idea di sperimentare nuove tecniche di ripresa e montaggio in totale autonomia.
Ho voluto catturare luoghi caratteristici della mia città natale, Mantova, per inserirli in un emozionante labirinto di immagini e suoni.
Tutte le riprese foto e video sono state realizzate nell’arco di tre mesi, adottando sempre la stessa strumentazione e senza utilizzare droni.
Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nel mio progetto.
E’ stata acquistata regolare licenza di utilizzo della base musicale.
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#mantova2016 #mantova2017 #mantova
Mantova - Castello di San Giorgio -- Mantua - Castle of San Giorgio
Mantova - Il castello di San Giorgio è uno dei monumenti più rappresentativi della città di Mantova e fa parte della Reggia dei Gonzaga.
Costruito sulle macerie della chiesa di Santa Maria di Capo di Bove a partire dal 1395 e concluso nel 1406 su committenza di Francesco I Gonzaga e su progetto di Bartolino da Novara, il castello di San Giorgio è un edificio a pianta quadrata costituito da quattro torri angolari e cinto da un fossato con tre porte e relativi ponti levatoi, volto a difesa della città.
La Camera Picta (Camera degli Sposi), meravigliosa stanza del piano nobile del torrione nord est del castello di San Giorgio, è opera di Andrea Mantegna. Il Mantegna l'ha realizzata nell'arco di nove anni, dal 1465 (data incisa sulla parete) al 1475 (data incisa sulla lapide celebrativa all'ingresso della sala), e riadatta lo spazio angusto della stanza cubica con volte su lunette in un susseguirsi di realtà e finzione conferendo all'ambiente un'atmosfera en plein air (dando quindi un'idea di trovarsi in un finto loggiato). Lo spazio di ogni parete della camera è stato diviso dall'artista in tre aperture che trasmettono allo spettatore, attraverso ampi archi, paesaggi bucolici e tende mosse dal vento una forte antitesi con il ridotto ambiente architettonico. Gli affreschi sono stati realizzati sia a secco (parete nord; questa tecnica permette una cura minuziosa dei particolari) sia a fresco(parete sud; l'affresco obbliga il pittore ad optare per un gusto più sintetico). Due sono le scene dipinte raffiguranti componenti della famiglia Gonzaga, la Scena dell'Incontro e la Scena della Corte. Con esse Mantegna rende omaggio ai mecenati che tante committenze gli hanno procurato. Nella stanza, non si può stare più di 5-10 minuti perché (usando la tecnica della pittura a secco) l'umidità e l'aria espirata, rischiano di staccare gli affreschi dai muri.
Palazzo Canossa
Nella residenza Arco dei Gavi vi sono alcuni appartamenti di lusso, che fanno parte del cinquecentesco Palazzo Canossa.
Tour of Lubiam factory in Mantova, Italy
Le stanze della Contessa (Mantova, 01/12/2013)
Prima dell'inizio dei restauri, Palazzo d'Arco si è aperto alla città svelando ai visitatori le stanze della contessa Giovanna d'Arco Ardizzoni ed il museo naturalistico. Video realizzato dalla WebTV Mantova.TV, solo su Internet al sito mantova.tv
Presentazione libro d'ore della Fondazione d'Arco a Telemantova
Il 19 gennaio 2011 presso la biblioteca del Museo Diocesano di Mantova alla presenza del Vescovo della città Roberto Busti è stata presentata la ristampa del libro d'ore appartenuto alla Contessa Giovanna d'Arco Chieppio Ardizzoni, marchesa Guidi di Bagno. Il lavoro realizzato dal fotografo Gianni Bellesia è stato relizzato grazie al contributo economico delle signore dell'associazione Inner Wheel di Mantova, della Curia e del Comm. Franco Freddi , nel video la presentazione a TG Mantova di Telemantova del 19 gennaio 2011
KEEP CALM AND SAVE THE ROTONDA
Ci sono luoghi dimenticati che osservano silenziosamente lo scorrere del tempo, quasi in disparte. Tasselli di migliaia di vite prendono forma attorno alle loro mura: bambini che giocano spensierati, giovani innamorati, il frettoloso passo del mondo che non aspetta. Gli anni passano lasciando indelebili tracce, ma l'anima di questi ambienti persiste, come se intrappolata fra i mattoni dei palazzi. Un giovane ragazzo di città, distratto dalla routine dei tempi moderni, viene risvegliato dal tg che suona l'allarme: la rotonda di S.Lorenzo è in pericolo e ha bisogno di essere salvata, così come i ricordi che racchiude...
Il video è stato realizzato dagli studenti della classe 3AG dell'Istituto Carlo d'Arco - indirizzo Grafica e Comunicazione - di Mantova sotto la supervisione del prof. Enrico Manfredini e la collaborazione della prof. Francesca Morselli nel corso dell'anno scolastico 2012/2013.
Il video partecipa al concorso nazionale La scuola adotta un monumento indetto dalla Fondazione Napoli Novantanove.
Coro Livia d'Arco - W.A.Mozart - Duomo di Mantova - Natale 2016
Messa in do maggiore kV 317 “ krönungsmesse” per soli, coro e orchestra.
Kyrie: andante maestoso
Gloria : allegro con spirito,
Credo : allegro molto – adagio - allegro molto
Sanctus : andante maestoso – allegro assai
Benedictus : allegretto – allegro assai – allegretto – allegro assai
Agnus Dei : andante sostenuto – andanta con moto – allegro con spirito
Federica Bersellini soprano, Flavia del Giudice contralto,
Angelo Goffredi Tenore, Flavio Fagan Basso.
Coro “Livia d’Arco”
Orchestra “I Musici di Parma”
direttore Roberto Fabiano
Produzione audio/video a cura di Medialivemusic/Digitubestudio