Locorotondo Puglia
Locorotondo è una città conosciuta per i suoi vini e per il suo centro storico a forma tonda, da cui deriva il suo nome, che significa luogo rotondo. È stato infatti costruito su una pianta circolare con strade concentriche strette e con bianche case a schiera. La bellezza del centro storico di Locorotondo è rappresentato dal suo labirinto di bianchi vicoli, con case che terminano con degli insoliti tetti spioventi chiamati localmente Cummerse, una caratteristica tipica del centro storico di Locorotondo. La fondazione della città risale intorno al 1000 d.C., dove sorgeva un antico casale non fortificato sotto la giurisdizione del monastero benedettino di S. Stefano in Monopoli. La presenza e tenuta dei vari signori feudali per 500 anni, portò ad un aumento della popolazione, alla lottizzazione, e alla costruzione delle mura ed il castello. Il centro storico di Locorotondo fa parte di un club esclusivo, 'I borghi più belli d'Italia' fondato nel 2001, che riunisce le città più belle d'Italia, ed è, stato insignito, inoltre, della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. L'attuale Chiesa Madre di San Giorgio, eretta tra il 1790 ed il 1825, sorge su di un luogo precedentemente occupato da altre due chiese: una costruita nel 1195 e, un'altra, nel XVI secolo. La chiesa ha una struttura imponente che si eleva al di sopra di tutte le altre costruzioni del centro storico di Locorotondo. Ha una pianta a croce con una facciata di stile cinquecentesco con, nel timpano, una raffigurazione in rilievo di San Giorgio, il drago ed i Santi San Pietro a Paolo, situati più in basso. Ai quattro angoli del primo ordine si trovano quattro statue di figure femminili. La cupola, una volta rivestita da tegole di terracotta, è alta 35 metri. L'interno è caratterizzato, principalmente, da uno stile Barocco e Rinascimentale, come l'interessante altare marmoreo del 1764. Chiesa Madre di San Giorgio - Locorotondo Chiesa Madre di San Giorgio - Locorotondo Chiesa Madre di San Giorgio, inside - Locorotondo Campanile Chiesa Madre di San Giorgio – Locorotondo La chiesetta di San Nicola, costruita nel 1660, ha una facciata molto semplice ed una volta a botte. All'interno si trovano dei ricchi ed interessanti affreschi che rappresentano scene della vita e dei miracoli di San Nicola di Mira, della sua vita eremitica e, nel cupola, una serie festosa di cherubini che ruotano intorno all'Eterno Padre. Al di sotto della seconda arcata di sinistra si possono vedere dei bassi rilievi in pietra della Crocefissione, più antichi della chiesa e che sembra furono ritrovati in una grotta vicino a Locorotondo. Chiesa di San Nicola - Locorotondo Interno Chiesa di San Nicola - Locorotondo Cupola Chiesa di San Nicola – Locorotondo La Chiesa Madonna della Greca, di origini incerte, ha un impianto a tre navate con una tipica copertura a cummerse, e con un'articolata disposizione di lastre calcaree, localmente chiamate chiancarelle. Sulla navata centrale si trova un portale con lunetta rialzata ed uno splendido rosone di tipo traforato al di sopra di esso. Agli angoli delle navate laterali due statue di San Pietro a Paolo. L'interno della chiesa si trovano alcuni elementi di stile rinascimentale tra i quali l'altare centrale dedicato alla Madonna delle Rose. Nella navata sinistra si trova il gruppo scultoreo di San Giorgio, del 1559, trasferito qui dalla Chiesa Madre. Chiesa Madonna Della Greca - Locorotondo Interno Chiesa Madonna Della Greca Locorotondo Palazzo Morelli è un bel esempio di architettura civile con un prospetto che ricorda le soluzioni trovate ed adottate nell'edilizia della vicina Martina Franca. Fu costruito nel 1819, ha un portale riccamente decorato e balconcini con caratteristiche ringhiere in ferro battuto tipiche delle costruzioni barocche del sud della Puglia. All'interno un piccolo cortile con scala. La Torre dell'Orologio di Locorotondo è in realtà anche un palazzo, anticamente sede dell'Università ed originario del XVIII secolo. Al di sopra della torre di questo palazzo venne sistemato l'orologio un tempo situato sul campanile della Chiesa Madre di San Giorgio. La Torre venne successivamente abbellita costruendo sulla parte superiore un colonnato di tipo circolare. Il palazzo, che anticamente veniva usato come carcere, ospita, oggi, archivio storico di Locorotondo ed il Centro di Documentazione Archeologica sull'Insediamento Neolitico Grofoleo.
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Frozen - Il Regno di Ghiaccio -- Let It Go - Versione internazionale in 25 lingue | HD
Sulle iconiche immagini del capolavoro d'animazione, riunite le voci delle 25 principali interpreti dell'emozionante sequenza del film.
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Per celebrare il successo mondiale del nuovo capolavoro d'animazione Frozen -- Il regno di ghiaccio, Disney ha realizzato per tutti i fan uno speciale video contenente una versione multilingue di 'Let it Go', la canzone principale del film.
Premiato ai Golden Globe® 2014 come Miglior lungometraggio d'animazione e candidato a due Academy Awards®, come Miglior lungometraggio d'animazione e Miglior canzone originale, il nuovo classico Disney diretto da Chris Buck (Tarzan, Surf's Up) e Jennifer Lee (sceneggiatrice di Ralph Spaccatutto) ha incassato oltre 760 milioni di dollari al box office globale. In Italia Frozen -- Il regno di ghiaccio, attualmente nelle sale, ha conquistato il cuore del pubblico, divenendo il film d'animazione del 2013 più visto, con un incasso di oltre 18 milioni di euro.
Un successo raggiunto anche grazie all'emozionante colonna sonora composta da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, all'interno della quale spicca il brano 'Let it Go', che accompagna l'epica scena in cui Elsa, fuggita da Arendelle, costruisce il suo palazzo di ghiaccio.
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Dragnet: Homicide / The Werewolf / Homicide
Dragnet is a radio and television crime drama about the cases of a dedicated Los Angeles police detective, Sergeant Joe Friday, and his partners. The show takes its name from an actual police term, a dragnet, meaning a system of coordinated measures for apprehending criminals or suspects.
Dragnet debuted inauspiciously. The first several months were bumpy, as Webb and company worked out the program's format and eventually became comfortable with their characters (Friday was originally portrayed as more brash and forceful than his later usually relaxed demeanor). Gradually, Friday's deadpan, fast-talking persona emerged, described by John Dunning as a cop's cop, tough but not hard, conservative but caring. (Dunning, 210) Friday's first partner was Sergeant Ben Romero, portrayed by Barton Yarborough, a longtime radio actor. After Yarborough's death in 1951 (and therefore Romero's, who also died of a heart attack, as acknowledged on the December 27, 1951 episode The Big Sorrow), Friday was partnered with Sergeant Ed Jacobs (December 27, 1951 - April 10, 1952, subsequently transferred to the Police Academy as an instructor), played by Barney Phillips; Officer Bill Lockwood (Ben Romero's nephew, April 17, 1952 - May 8, 1952), played by Martin Milner (with Ken Peters taking the role for the June 12, 1952 episode The Big Donation); and finally Frank Smith, played first by Herb Ellis (1952), then Ben Alexander (September 21, 1952-1959). Raymond Burr was on board to play the Chief of Detectives. When Dragnet hit its stride, it became one of radio's top-rated shows.
Webb insisted on realism in every aspect of the show. The dialogue was clipped, understated and sparse, influenced by the hardboiled school of crime fiction. Scripts were fast moving but didn't seem rushed. Every aspect of police work was chronicled, step by step: From patrols and paperwork, to crime scene investigation, lab work and questioning witnesses or suspects. The detectives' personal lives were mentioned but rarely took center stage. (Friday was a bachelor who lived with his mother; Romero, a Mexican-American from Texas, was an ever fretful husband and father.) Underplaying is still acting, Webb told Time. We try to make it as real as a guy pouring a cup of coffee. (Dunning, 209) Los Angeles police chiefs C.B. Horrall, William A. Worton, and (later) William H. Parker were credited as consultants, and many police officers were fans.
Most of the later episodes were entitled The Big _____, where the key word denoted a person or thing in the plot. In numerous episodes, this would the principal suspect, victim, or physical target of the crime, but in others was often a seemingly inconsequential detail eventually revealed to be key evidence in solving the crime. For example, in The Big Streetcar the background noise of a passing streetcar helps to establish the location of a phone booth used by the suspect.
Throughout the series' radio years, one can find interesting glimpses of pre-renewal Downtown L.A., still full of working class residents and the cheap bars, cafes, hotels and boarding houses which served them. At the climax of the early episode James Vickers, the chase leads to the Subway Terminal Building, where the robber flees into one of the tunnels only to be killed by an oncoming train. Meanwhile, by contrast, in other episodes set in outlying areas, it is clear that the locations in question are far less built up than they are today. Today, the Imperial Highway, extending 40 miles east from El Segundo to Anaheim, is a heavily used boulevard lined almost entirely with low-rise commercial development. In an early Dragnet episode scenes along the Highway, at the road to San Pedro, clearly indicate that it still retained much the character of a country highway at that time.
The Great Gildersleeve: Labor Trouble / New Secretary / An Evening with a Good Book
The Great Gildersleeve (1941--1957), initially written by Leonard Lewis Levinson, was one of broadcast history's earliest spin-off programs. Built around Throckmorton Philharmonic Gildersleeve, a character who had been a staple on the classic radio situation comedy Fibber McGee and Molly, first introduced on Oct. 3, 1939, ep. #216. The Great Gildersleeve enjoyed its greatest success in the 1940s. Actor Harold Peary played the character during its transition from the parent show into the spin-off and later in a quartet of feature films released at the height of the show's popularity.
On Fibber McGee and Molly, Peary's Gildersleeve was a pompous windbag who became a consistent McGee nemesis. You're a haa-aa-aa-aard man, McGee! became a Gildersleeve catchphrase. The character was given several conflicting first names on Fibber McGee and Molly, and on one episode his middle name was revealed as Philharmonic. Gildy admits as much at the end of Gildersleeve's Diary on the Fibber McGee and Molly series (Oct. 22, 1940).
He soon became so popular that Kraft Foods—looking primarily to promote its Parkay margarine spread — sponsored a new series with Peary's Gildersleeve as the central, slightly softened and slightly befuddled focus of a lively new family.
Premiering on August 31, 1941, The Great Gildersleeve moved the title character from the McGees' Wistful Vista to Summerfield, where Gildersleeve now oversaw his late brother-in-law's estate and took on the rearing of his orphaned niece and nephew, Marjorie (originally played by Lurene Tuttle and followed by Louise Erickson and Mary Lee Robb) and Leroy Forester (Walter Tetley). The household also included a cook named Birdie. Curiously, while Gildersleeve had occasionally spoken of his (never-present) wife in some Fibber episodes, in his own series the character was a confirmed bachelor.
In a striking forerunner to such later television hits as Bachelor Father and Family Affair, both of which are centered on well-to-do uncles taking in their deceased siblings' children, Gildersleeve was a bachelor raising two children while, at first, administering a girdle manufacturing company (If you want a better corset, of course, it's a Gildersleeve) and then for the bulk of the show's run, serving as Summerfield's water commissioner, between time with the ladies and nights with the boys. The Great Gildersleeve may have been the first broadcast show to be centered on a single parent balancing child-rearing, work, and a social life, done with taste and genuine wit, often at the expense of Gildersleeve's now slightly understated pomposity.
Many of the original episodes were co-written by John Whedon, father of Tom Whedon (who wrote The Golden Girls), and grandfather of Deadwood scripter Zack Whedon and Joss Whedon (creator of Buffy the Vampire Slayer, Firefly and Dr. Horrible's Sing-Along Blog).
The key to the show was Peary, whose booming voice and facility with moans, groans, laughs, shudders and inflection was as close to body language and facial suggestion as a voice could get. Peary was so effective, and Gildersleeve became so familiar a character, that he was referenced and satirized periodically in other comedies and in a few cartoons.