Escursione Vignola Monte Calvo ( Monti Simbruini)
Un percorso molto bello , ma impegnativo perché tutto in salita. Se si aguzza la vista sul video si intravede un branco di cinghiali che abbiamo avvistato durante il percorso.
Si parte dal Parco degli Aceri della contrada Iegli Vignola, il cui sentiero 671b sulla destra segnalato informa la direzione verso Santa Chelidonia e Morra Ferogna. Passato L' Eremo che si trova sulla sinistra , si prosegue verso il Monte Calvo attraverso il il 671a , che risalendo mostra la sua vegetazione montana, con boschi di abeti. Si giunge sulla carrereccia di Campa Egli dove la vista sulla valle fa la sua parte. Si prosegue a destra fino alla segnaletica sulla sinistra dove si abbandona la carrereccia per risalire il sentiero che giunge al crocione del Monte Calvo da cui è visibile la catena montuosa abbruzzese. Portare acqua in abbondanza e viveri.
Descrizione by Monyva
Riprese e video editing Claudio Capitani
Abbiamo rischiato la vita....
Oggi vi porto con me per un trekking al tramonto sulla cresta sud del Monte Pizzocolo. Partiti da Sant'Urbano, sopra Toscolano, abbiamo camminato su un anello di circa 10km per 1000 metri di dislivello positivo. La cresta sud è relativamente facile, a parte un paio di passaggi su roccia davvero spettacolari.
Qui trovate la traccia Strava del nostro giro:
#trekking #lagodigarda #pizzocolo
Sandro Romani, figlio delle montagne di Vallepietra (Roma)
Vallepietra è un comune di 323 abitanti della provincia di Roma. Sorge al centro dell'appennino ad un'altitudine di 824 metri sul livello del mare, arroccato su uno sperone del monte Faito. A meno di 100 metri dal fondo della valle del Simbrivio, è incorniciata dai Monti Simbruini con montagne alte fino a 2000 metri, come i monti Tarino, Tarinello, Autore e Tagliata.Dall'arco montuoso della Valle sorgono numerosissimi torrenti che forniscono acqua a moltissimi comuni, tanto da essere il bacino di sorgenti d'acqua più esteso d'Europa. Il torrente più grande è quello del Simbrivio, che riceve affluenti da tutta la valle e affluisce all'Aniene, che a sua volta solca l'omonima valle, attraversando i comuni di Subiaco, Tivoli e Roma. Una volta la diga Acea navigabile a fondo valle raccoglieva le acque del torrente.Dal fondo valle a 750 metri, interamente coltivato negli 11 secoli dell'esistenza del paese si sale agli 800 metri, arricchiti dal verde dei fitti boschi di latifoglie e conifere, oltre i 1300 metri i fitti boschi lasciano il posto ai radi pascoli erbosi e alle rocce nude rivestite di muschi e licheni.Negli ultimi anni le specie animali stanno nuovamente aumentando grazie allo spopolamento del paese, e all'abbandono delle attività agricole e pastorizie a causa dello sviluppo tecnologico e all'inurbamento nelle città più ambite dagli ex montanari, come Roma e le città dell'agro pontino. Sono presenti mammiferi erbivori come la Marmotta montana ad alte quote, onnivori come il cinghiale e l'orso Marsicano e carnivori come il tasso a fondo valle e il lupo appenninico, sono presenti rapaci come il falco pellegrino, l'aquila reale e la Quagliana dalla coda rossa.Il monumento più rilevante di Vallepietra è senza dubbio il santuario della Santissima Trinità, probabile insediamento rupestre neolitico, luogo di antico culto popolare collegato agli insediamenti benedettini di Subiaco, ancor oggi mèta di pellegrinaggi di intere comunità - spesso condotti a piedi.La sua collocazione ne fa il punto di convergenza di antichi percorsi di transumanza che collegavano i territori e le comunità montane di una parte rilevante delle odierne province di Roma e Frosinone, il che spiega la sua perdurante popolarità nonostante l'apparente isolamento del sito.Ancora oggi il santuario, che è parte di un eremo, è aperto solo dal 1º maggio al 31 ottobre.Il centro del culto popolare è un affresco della Trinità (detta popolarmente la Santissima) databile attorno al XII secolo, che, come gli altri del santuario e delle sue catacombe, denota forti connotazioni bizantine.La festa della Santissima è mobile, cadendo la domenica dopo la Pentecoste, cioè circa 2 mesi (8 settimane) dopo Pasqua.Vallepietra (825 m s.l.m.) è circondata da alte montagne ricoperte da boschi dove dominano nelle zone più alte il faggio e l'acero e nella parte bassa il carpino, la quercia e l'elce. Il suo territorio è limitato dal monte Tarino (m 1986) che lo separa dal territorio di Filettino, dal monte Autore (m 1853) che lo separa da Camerata e da Subiaco, dal Capitello che segna il confine con Jenne, dall'altipiano di Faito che limita i confini con Trevi e dall'altipiano Campo la Pietra che lo separa da Cappadocia (Abruzzo).Piccolo paese nella valle del Fiume Simbrivio, affluente dell'Aniene, può essereraggiunto sia passando per Jenne partendo da Subiaco e sia per Trevi parten do dagli Altipiani d'Arcinazzo o da Filettino. Il paesino è reso famoso dal Santuario della Santissima Trinità, che richiama nel periodo estivo un gran numero di pellegrini. Il nome Vallepietra nei documenti più antichi è chiamato Vallis Pretarum e anche Val de Preta: ancora oggi i vecchi pastori e montanari in dialetto la chiamano Valle preta. La sua parte più antica è intorno al castello ed alla chiesa parrocchiale, mentre la parte moderna tende ad estendersi verso la strada che porta nei pressi del Santuario. Sulla piazza principale, oggi Piazza Italia, sorgono la chiesa parrocchiale ed i resti di un palazzo baronale, rappresentati attualmente dalla torre e da alcuni locali incorporati nel municipio. Il palazzo era ampio e si estendeva agli attuali edifici delle scuole e del comune, fino a Piazza S. Francesco. La torre, restaurata in questi ultimi anni, può considerarsi il simbolo del paese; presenta una forma quadrata, è alta circa venti metri e termina con i merli; essa in origine era nel centro del palazzo e serviva come estremo rifugio e difesa.
VFR 800 VTEC GABRIELE 2011-11-12 DA VALLEPIETRA A SUBIACO VIA ARCINAZZO FILE15
Sublacense 1
in moto sulla via sublancense verso Campo Staffi e Capistrello
Riserva naturale regionale nazzano , tevere-farfa ( roma - rieti )
La Riserva naturale regionale Nazzano Tevere-Farfa è un'area naturale protetta della Regione Lazio. Tra il 1953 e il 1955 l'ENEL costruì, per la produzione di energia elettrica, uno sbarramento sul fiume Tevere poco più a valle della confluenza con il torrente Farfa.
In seguito alla realizzazione di questa diga, subito a monte di quest'ultima, si innalzò il livello dell'acqua, con la conseguente inondazione dei terreni circostanti. Si formò così una specie di lago, esteso per circa 300 ettari, in grado di ospitare un gran numero di specie di uccelli durante le loro migrazioni.
L'importanza naturalistica del Lago di Nazzano portò quindi nel 1968 alla creazione di una Oasi di protezione della fauna, istituita grazie all'intesa fra ENEL, Comune di Nazzano e WWF Italia. In seguito a questa protezione, gli uccelli aumentarono ancora al punto da rendere l'area meritevole di essere inserita nel 1977, con Decreto del Ministero dell'Agricoltura e Foreste, nell'elenco delle Zone umide di importanza internazionale tutelate dalla Convenzione di Ramsar.
Nel 1979, nell'area della vecchia Oasi e in alcune zone limitrofe (occupate da boschi e campi coltivati o a pascolo) , la Regione Lazio - con la legge 4 aprile 1979, n. 21 - istituì la Riserva Naturale Tevere-Farfa, prima area protetta regionale comprendente parte dei territori dei Comuni di Nazzano e Torrita Tiberina.
Oggi la Riserva, divenuta area di interesse regionale secondo quanto disciplinato dalla legge della Regione Lazio n. 27 del 1999, comprende anche una parte del territorio del Comune di Montopoli di Sabina. Il paesaggio della Riserva è caratterizzato dalla morfologia del Tevere che in questo tratto scorre lentamente formando ampie anse e meandri. La valle fluviale, tipicamente alluvionale con depositi d'argille, sabbie e ghiaie, è delimitata da colline di modeste dimensioni costituite da sedimenti d'origine marina. La ricca presenza d'uccelli nell'ambiente lacustre costituisce uno dei motivi di maggior interesse per i visitatori. Oltre agli anatidi come il germano reale, l'alzavola, il fischione e la moretta, è possibile osservare lo svasso maggiore, la folaga, il martin pescatore e rapaci come il falco di palude e il falco pescatore. Il canneto, costituito prevalentemente dalla cannuccia e dalla tifa, è talvolta impreziosito dalla gialla fioritura dell'iris di palude mentre, sui terreni argillosi, troviamo la bardana e l'equiseto tra le radici di salici bianchi e rossi. È questo il regno di moltissimi uccelli come il cannareccione, la cannaiola, il porciglione, la gallinella d'acqua e la nutria, mammifero alloctono d'origine americana naturalizzatosi da alcuni decenni in molte zone umide italiane. Laddove il canneto si dirada, nelle zone con acqua stagnante, si può osservare il potamogeto, l'azolla americana e la curiosa lenticchia d'acqua dalle minuscole foglie tondeggianti. Questo habitat è molto importante per la riproduzione di pesci, insetti e anfgibi come il tritone punteggiato e la rana verde. Le zone coltivate e i pascoli dell'ampia piana di Nazzano sono prevalentemente frequentati da corvidi, ma sono anche i luoghi dove è più facile osservare l'allodola, il tasso e rettili come il biacco. Sugli argini del fiume, in particolare sulla riva destra, è presente uno dei pochi esemplari superstiti di bosco ripariale dell'intero basso corso del Tevere formato da pioppi bianchi e neri, allori, ontani e da qualche farnia. Le cime di questi alberi rappresentano un ottimo rifugio per la garzetta, l'airone bianco maggiore e l'airone cenerino di cui è stata documentata la nidificazione. Sui versanti collinari che s'affacciano sulla valle Tiberina è possibile osservare le chiome scure di leccio, soprattutto dove il versante è più acclive, ma anche di querce a foglia caduca come la roverella e il cerro. Contribuiscono a formare questo bosco d'elevato interesse naturalistico l'albero di Giuda, riconoscibile per vivaci fioriture violacee primaverili, l'orniello, il carpino nero, l'acero campestre oltre a specie arbustive come il lentisco, il viburno e la fillirea dai piccoli fiori bianchi e profumati. In questo residuo ambiente boschivo è stata documentata la presenza dell'istrice, della martora, del gatto selvatico e di numerosi piccoli roditori, prede preferite del barbagianni e d'altri rapaci notturni.
Pescasseroli 2013
Prime curve estive per la Hornet e la ducati 749 di Emanuele dalle parti di Pescasseroli
Diventa Volontario del CENTRO RADIO SOCCORSO SUBLACENSE - Protezione Civile
CENTRO RADIO SOCCORSO SUBLACENSE Protezione Civile: DIVENTA VOLONTARIO!!
[In Moto] Vallecorsa - Lenola [HD]
Stavolta siamo nel parco naturale dei Monti Aurunci sulla SS 637, una strada stupenda che lega Vallecorsa di Lenola e che ofre un panorama spettacolare!
trekking nel P.N.A.L.M. 10-01-2015
trekking nel Parco Nazionale d'Abruzzo-Lazio-Molise, tra le montagne di San Donato Val Comino. Passaggi tra le valli Inguagnera, valle Lattara, salita su Colle Nero e monte San Marcello. Escursionisti: Massimo, Mario, Alfredo e Maurizio - 10 gennaio 2015. Sito Internet:
Tour Monti Aurunci/Campodimele/Sperlonga/Gaeta
Rappeling Cascata della Prata-Monti della Laga 28 4 2012
Avventura nell'Appennino Centrale
Rappeling sulla Cascata della Prata-Monti della Laga
Discese in corda doppia su scivoli rocce e cascate
Video del 28 Aprile 2012
moto giro abruzzo Selex AQ