G. Quirici, Suonata per l'Elevazione
Cantabile e operistico brano da suonarsi all'elevazione, caratterizzato dal bellissimo registro di Corno Inglese 16' S., che si avvicenda alla dolcezza della Flutta.
Organo Gregorio Mottironi 1842 - Porro & Maccarinelli 1891 della Chiesa Parrocchiale della SS. Trinità di Ponte di Legno
Campanine in concerto al Santuario della Santissima Trinità di Casnigo
Campanine in concerto al Santuario della Santissima Trinità di Casnigo. Scuola Campanaria di Scanzo. 27 maggio 2018.
Augusto Lozzia Pittore - Le Opere Religiose
sito internet:
Presso la Chiesa di San Nicolò di Gardone Riviera e la Chiesa di Gardone Basso. Presentazione opere del pittore bresciano Augusto Lozzia del primo Novecento (1896 - 1962) Gardone Riviera Lago di Garda.
Biografia - Biography
Augusto Lozzia (Sangiano, 17 settembre 1896 – Gardone Riviera, 31 dicembre 1962).
Pittore italiano della prima metà del Novecento, autodidatta, espone giovanissimo alla Permanente di Milano (1915), partecipa alle mostre sindacali e interprovinciali milanesi e bresciane.
Partecipa alla Prima Grande Guerra come soldato. Nel 1916 con una sua opera è presente nella mostra organizzata a Brescia nel Ridotto del Teatro Grande.
Si trasferisce a Brescia e dal 1921 al 1925 intensifica i contatti con gli artisti bresciani Eliodoro Coccoli, Vittorio Trainini, Landi, Fiessi, Mozzoni, Mutti, Botta, Righetti, partecipando al gruppo “Arte in famiglia” e alla Bottega d’ Arte di Dante Bravo.
Collabora con la scuola superiore di Arte cristiana “Beato Angelico” di Milano.
Spazia dall’affresco al ritratto al paesaggio. Di questo periodo la Pala d’altare raffigurante la Madonna del S. Rosario nella Chiesa di S. Eufemia a Milano, gli affreschi in S. Calimero e quelli raffiguranti angeli nella cappella dei Caduti nella Chiesa dell S.S. Trinità a Milano.
Nel 1924 Vittorio Trainini lo vuole con sé, insieme ad altri artisti del gruppo, nel ciclo di affreschi nella Chiesa del Buon Pastore a Villa S. Filippo a Brescia.
Di indole sentimentale si ritira nel 1927 a Gardone Riviera sul Lago di Garda, dopo il matrimonio con Margherita Milanesio, appassionata di musica e sua ispiratrice in numerosi studi e dipinti. Da Gardone non si allontanerà più, se non per brevi periodi di vacanza nella zona di Ponte di Legno.
Nel 1946 è Presidente del comitato promotore della “Fraglia Artistica del Benaco” di cui faranno parte il pittore Gregorio Sciltian, gli architetti Giancarlo Maroni e Paolo Besana e il musicista Nando Benvenuti.
Ha fissato nelle tele aspetti della campagna piemontese (raccolta Bravi), dei monti della zona di Ponte di Legno, ma soprattutto si è dedicato instancabilmente a ritrarre l’amato lago di Garda. Ha illustrato il Vittoriale degli Italiani in una serie di quadretti (1938), donati per volontà del figlio Antonio alla Comunità di Gardone Riviera nel giugno 2014. Tali opere sono esposte presso la sala di ingresso principale del palazzo Comunale di Gardone. Come ritrattista ha raffigurato non solo persone eminenti italiane e straniere, ma anche modestissime figure di Gardone e della Riviera Gardesana
La scuola elementare di Gardone Riviera porta il suo nome.
Oltre gli affreschi citati, sono testimonianza del suo impegno nell'arte sacra una Via Crucis, una Crocifissione ed una Pietà, nella Cattedrale di San Nicolò di Gardone Riviera e nella Chiesa di Gardone basso. Le sue opere sono custodite dalla famiglia, in parte presso privati in Italia e all'estero.
Si spegne il 31 dicembre 1962.
A cura del figlio Prof. Antonio Lozzia
Augusto Lozzia Pittore Vita e Opere Lago di Garda
sito internet:
Presentazione della biografia e bibliografia del pittore bresciano Augusto Lozzia (1896 - 1962) con opere maggiori riguardanti ritratti e paesaggi del Lago di Garda.
Biografia - Biography
Augusto Lozzia (Sangiano, 17 settembre 1896 – Gardone Riviera, 31 dicembre 1962).
Pittore italiano della prima metà del Novecento, autodidatta, espone giovanissimo alla Permanente di Milano (1915), partecipa alle mostre sindacali e interprovinciali milanesi e bresciane.
Partecipa alla Prima Grande Guerra come soldato. Nel 1916 con una sua opera è presente nella mostra organizzata a Brescia nel Ridotto del Teatro Grande.
Si trasferisce a Brescia e dal 1921 al 1925 intensifica i contatti con gli artisti bresciani Eliodoro Coccoli, Vittorio Trainini, Landi, Fiessi, Mozzoni, Mutti, Botta, Righetti, partecipando al gruppo “Arte in famiglia” e alla Bottega d’ Arte di Dante Bravo.
Collabora con la scuola superiore di Arte cristiana “Beato Angelico” di Milano.
Spazia dall’affresco al ritratto al paesaggio. Di questo periodo la Pala d’altare raffigurante la Madonna del S. Rosario nella Chiesa di S. Eufemia a Milano, gli affreschi in S. Calimero e quelli raffiguranti angeli nella cappella dei Caduti nella Chiesa dell S.S. Trinità a Milano.
Nel 1924 Vittorio Trainini lo vuole con sé, insieme ad altri artisti del gruppo, nel ciclo di affreschi nella Chiesa del Buon Pastore a Villa S. Filippo a Brescia.
Di indole sentimentale si ritira nel 1927 a Gardone Riviera sul Lago di Garda, dopo il matrimonio con Margherita Milanesio, appassionata di musica e sua ispiratrice in numerosi studi e dipinti. Da Gardone non si allontanerà più, se non per brevi periodi di vacanza nella zona di Ponte di Legno.
Nel 1946 è Presidente del comitato promotore della “Fraglia Artistica del Benaco” di cui faranno parte il pittore Gregorio Sciltian, gli architetti Giancarlo Maroni e Paolo Besana e il musicista Nando Benvenuti.
Ha fissato nelle tele aspetti della campagna piemontese (raccolta Bravi), dei monti della zona di Ponte di Legno, ma soprattutto si è dedicato instancabilmente a ritrarre l’amato lago di Garda. Ha illustrato il Vittoriale degli Italiani in una serie di quadretti (1938), donati per volontà del figlio Antonio alla Comunità di Gardone Riviera nel giugno 2014. Tali opere sono esposte presso la sala di ingresso principale del palazzo Comunale di Gardone. Come ritrattista ha raffigurato non solo persone eminenti italiane e straniere, ma anche modestissime figure di Gardone e della Riviera Gardesana
La scuola elementare di Gardone Riviera porta il suo nome.
Oltre gli affreschi citati, sono testimonianza del suo impegno nell'arte sacra una Via Crucis, una Crocifissione ed una Pietà, nella Cattedrale di San Nicolò di Gardone Riviera e nella Chiesa di Gardone basso. Le sue opere sono custodite dalla famiglia, in parte presso privati in Italia e all'estero.
Si spegne il 31 dicembre 1962.
A cura del figlio Prof. Antonio Lozzia
Trieste: Canal Grande, Ponterosso
Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d'Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio. Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando l’imperatrice Maria Teresa decise di interrarle per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci. Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio Nuovo con al centro una grande fontana. Nell'interramento è stata sepolta anche una piccola nave torpediniera che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra.
La chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (chiamata comunemente chiesa di Sant'Antonio Nuovo), in stile neoclassico completata nel 1849 su progetto di Pietro Nobile, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste. Sulla piazza si affaccia il caffè Stella Polare, uno dei caffè storici di Trieste.
ll tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, opera dell'architetto Carlo Maciachini (1869), è la chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Il complesso architettonico riflette un gusto bizantino e si caratterizza per un cupola più alta dei quattro campanili, per le calotte emisferiche azzurre e per le ampie decorazioni a mosaico che abbelliscono le pareti esterne. Ornano la facciata nove grandi statue opera dello scultore milanese Emilio Bisi (1850-1920). L'interno è riccamente decorato secondo i canoni bizantini, interamente ornato da pitture ad olio imitanti il mosaico. Nel presbiterio sono situati tre altari. La grande lampada d'argento che pende all'ingresso è dono dello zar Paolo I.
Il canale è attraversato oggi da due ponti e da una passerella pedonale dedicata a James Joyce e detta ponte curto. Il nome dei ponti deriva dal colore con cui erano dipinte in origine le loro strutture. All'epoca della loro costruzione i ponti erano girevoli o apribili, per permettere l’accesso al canale dei velieri per lo scarico delle merci. I ponti mobili furono successivamente sostituiti dagli attuali ponti fissi in muratura, che però consentono soltanto il passaggio di piccole imbarcazioni durante la bassa marea. Il Ponte Rosso, a metà canale, fu costruito in legno nel 1756, appena ultimata la costruzione del canale. Era allora l'unico ponte esistente, in quanto gli altri ponti vennero costruiti in epoca successiva. Fu rifatto ampliandolo una decina d'anni dopo e rifatto ancora, questa volta in ferro, nel 1832. Sul Ponte Rosso si trova la statua dello scrittore irlandese James Joyce, in ricordo della sua permanenza in città. Il Ponte Verde, all'inizio del canale, all'imbocco dal mare, fu costruito in ferro nel 1858. Gli fu affiancato nel 1904 un altro ponte, detto Ponte Bianco o Ponte Nuovo, sul quale passava la ferrovia che una volta collegava il porto vecchio al porto nuovo passando per le Rive. A fianco del Ponte Rosso si trova l’omonima piazza Ponterosso, sede di mercatino all’aperto di frutta, verdura e fiori. Su un lato della piazza si trova una fontana del 1753 –di Giovanni Battista Mazzoleni), con al centro la statua di un puttino, familiarmente chiamato Giovannin de Ponterosso, per il fatto che l’acqua che lo alimentava proveniva dal rione di San Giovanni. All'inizio del canale, a ridosso del ponte, si trova uno squero per la messa a secco e la manutenzione delle piccole imbarcazioni.
Sull’area del canale si affacciano il fianco del palazzo Aedes, detto grattacielo rosso (1928 – architetto Arduino Berlam) (facciata principale sulle Rive), la sede espositiva del palazzo Gopcevich (1850 – architetto Giovanni Andrea Berlam), dal particolare intonaco bianco e rosso, sede anche del Museo Teatrale Carlo Schmidl, il fianco del Palazzo Genel (1873 – Domenico Monti) (facciata principale su Piazza Ponterosso), il fianco del Palazzo Carciotti (1805 – architetto Matteo Pertsch) (facciata principale sulle Rive)m a fianco della chiesa serboortodossa il palazzo Curtovich del 1777 ecc.
Dedicato alla mia amica triestina Fulvia e a tute le bele mule de Trieste!! :)
Musica: Tchaikovsky: walzer dei fiori, tratto da youtube.
Riprese Aeree con Drone Val Camonica - Itinerario Cristo Re, Bienno, Berzo Inf., Esine
udrone.it
MiniClip per App promozione territorio Val Camonica finanziato dalla Comunità Europea.
Itinerario con partenza dalla chiesa di Santa Maria a Esine, passando per la chiesa della SS. Trinità, le chiese di San Lorenzo e San Michele a Berzo Inferiore per arrivare allo spettacolare Cristo Re a Bienno.
Per informazioni potete trovarci qui :
SITO :
MAIL : info@udrone.it
FACEBOOK :
Malonno Miravalle Sonico Mu Edolo SS 42 Italien Italy 8.4.2015
Der Weg ist das Ziel... komm fahr mit in meinem Goggomobil =G=
Sightseeing in Krisenregionen, Armenviertel, Bürgerkriegsgebieten.
Along radioactive Death-Zones, MOAs, No-Go and Civil-War Areas.
Brescia riscopre il pittore Lozzia
Serie di eventi e mostre per riscoprire il pittore, gardesano d'adozione. I ricavati delle manifestazioni devoluti all'ASD ActiveSport disabili.
Brescia riscopre il pittore Augusto Lozzia grazie ad una serie di iniziative messe in campo dall'associazione culturale Liberta@Progresso, Old4you e dall'Hotel Vittoria di Brescia. Le opere del pittore, gardesano d'adozione, saranno in esposizione dal 20 febbraio presso l'Hotel Vittoria e tra le vetrine dei negozi del centro. Non solo, a legare città e lago di Garda sarà il percorso amatoriale con moto d'epeoca con partenza il prossimo 5 aprile da Gardone Riviera fino a Brescia. Domenica 6 aprile invece asta di beneficienza dei quadri del Lozzia con una parte dei ricavi devoluta all'ASD ActiveSport disabili che si esibirà a partire dalle 17.30 in una dimostrazione di HandBike.
Augusto Lozzia:
Autodidatta, incomincia giovanissimo ad esporre alla Permanente di Milano (1915), partecipa alle mostre sindacali e interprovinciali milanesi e bresciane. È soldato nella prima guerra mondiale. Nel 1916 una sua opera è presente nella mostra organizzata a Brescia nel Ridotto del Teatro Grande. Trasferitosi con la famiglia a Brescia, dal 1921 al 1925 intensifica i contatti con gli artisti bresciani Eliodoro Coccoli, Vittorio Trainini, Landi, Fiessi, Mozzoni, Mutti, Botta, Righetti, partecipando al gruppo Arte in famiglia e alla Bottega d' Arte di Dante Bravo, collabora con la scuola superiore di Arte cristiana Beato Angelico di Milano. La sua attività spazia dall'affresco al ritratto al paesaggio. A questo periodo risalgono la Pala d'altare raffigurante la Madonna del S. Rosario nella Basilica di Sant'Eufemia a Milano, gli affreschi nella Basilica di San Calimero e quelli raffiguranti angeli nella cappella dei Caduti nella Chiesa della S.S. Trinità, sempre a Milano. Nel 1924 Vittorio Trainini lo vuole con sé, insieme ad altri artisti del gruppo, nel ciclo di affreschi nella Chiesa del Buon Pastore a Villa S. Filippo a Brescia.
Di indole sentimentale si ritira nel 1927, dopo il matrimonio con Margherita Milanesio, appassionata di musica e sua ispiratrice in numerosi studi e dipinti, a Gardone Riviera sul Lago di Garda, da dove non si allontana più, se non per brevi periodi di soggiorno estivo nella zona di Ponte di Legno. Nel 1946 figura Presidente del comitato promotore della Fraglia Artistica del Benaco di cui faranno parte il pittore Gregorio Sciltian, gli architetti Giancarlo Maroni e Paolo Besana e il musicista Nando Benvenuti.
Ha fissato nelle tele aspetti della campagna piemontese (raccolta Bravi), della montagna della zona di Ponte di Legno, ma soprattutto si è dedicato instancabilmente a ritrarre l'amato lago di Garda. Ha illustrato il Vittoriale degli Italiani in una serie di quadretti (1938). Come ritrattista ha raffigurato con il suo pennello non solo persone eminenti italiane e straniere, ma anche modestissime figure di Gardone e della Riviera. La scuola elementare di Gardone Riviera è a lui intitolata.
Del suo impegno anche nell'arte sacra sono testimonianza, oltre gli affreschi citati, una Via Crucis, una Crocifissione ed una Pietà, nella Chiesa parrocchiale di San Nicolò di Gardone sopra e nella Chiesa di Gardone basso. Le sue opere sono custodite dalla famiglia. Muore il 31 dicembre 1962.
C'era una volta il Lago di Garda: visioni del pittore Augusto Lozzia
Visita il sito:
Visioni del Garda: Gardone Riviera, Salò, Portese, Vittoriale degli Italiani, funerale di D'Annunzio, San Vigilio, Gargnano, Maderno, Manerba, Torri del Benaco, isola del Garda, isola Borghese, Sirmione
Sito ufficiale:
Opere, eventi, mostre, galleria del pittore bresciano del primo Novecento Augusto Lozzia di Gardone Riviera Lago di Garda
Biografia - Biography
Augusto Lozzia (Sangiano, 17 settembre 1896 – Gardone Riviera, 31 dicembre 1962).
Pittore italiano della prima metà del Novecento, autodidatta, espone giovanissimo alla Permanente di Milano (1915), partecipa alle mostre sindacali e interprovinciali milanesi e bresciane.
Partecipa alla Prima Grande Guerra come soldato. Nel 1916 con una sua opera è presente nella mostra organizzata a Brescia nel Ridotto del Teatro Grande.
Si trasferisce a Brescia e dal 1921 al 1925 intensifica i contatti con gli artisti bresciani Eliodoro Coccoli, Vittorio Trainini, Landi, Fiessi, Mozzoni, Mutti, Botta, Righetti, partecipando al gruppo “Arte in famiglia” e alla Bottega d’ Arte di Dante Bravo.
Collabora con la scuola superiore di Arte cristiana “Beato Angelico” di Milano.
Spazia dall’affresco al ritratto al paesaggio. Di questo periodo la Pala d’altare raffigurante la Madonna del S. Rosario nella Chiesa di S. Eufemia a Milano, gli affreschi in S. Calimero e quelli raffiguranti angeli nella cappella dei Caduti nella Chiesa dell S.S. Trinità a Milano.
Nel 1924 Vittorio Trainini lo vuole con sé, insieme ad altri artisti del gruppo, nel ciclo di affreschi nella Chiesa del Buon Pastore a Villa S. Filippo a Brescia.
Di indole sentimentale si ritira nel 1927 a Gardone Riviera sul Lago di Garda, dopo il matrimonio con Margherita Milanesio, appassionata di musica e sua ispiratrice in numerosi studi e dipinti. Da Gardone non si allontanerà più, se non per brevi periodi di vacanza nella zona di Ponte di Legno.
Nel 1946 è Presidente del comitato promotore della “Fraglia Artistica del Benaco” di cui faranno parte il pittore Gregorio Sciltian, gli architetti Giancarlo Maroni e Paolo Besana e il musicista Nando Benvenuti.
Ha fissato nelle tele aspetti della campagna piemontese (raccolta Bravi), dei monti della zona di Ponte di Legno, ma soprattutto si è dedicato instancabilmente a ritrarre l’amato lago di Garda. Ha illustrato il Vittoriale degli Italiani in una serie di quadretti (1938), donati per volontà del figlio Antonio alla Comunità di Gardone Riviera nel giugno 2014. Tali opere sono esposte presso la sala di ingresso principale del palazzo Comunale di Gardone. Come ritrattista ha raffigurato non solo persone eminenti italiane e straniere, ma anche modestissime figure di Gardone e della Riviera Gardesana
La scuola elementare di Gardone Riviera porta il suo nome.
Oltre gli affreschi citati, sono testimonianza del suo impegno nell'arte sacra una Via Crucis, una Crocifissione ed una Pietà, nella Cattedrale di San Nicolò di Gardone Riviera e nella Chiesa di Gardone basso. Le sue opere sono custodite dalla famiglia, in parte presso privati in Italia e all'estero.
Si spegne il 31 dicembre 1962.
A cura del figlio Prof. Antonio Lozzia
San Michele a Ome in Franciacorta
Chiesa di San Michele a Ome nel territorio della Franciacorta, La chiesa nel suo interno possiede due affreschi raffiguranti San Michele nell'atto della pesatura delle anime o psicostasia. Questo antico rito ha origini nell'antico Egitto essendo già presente nel celebre Libro dei Morti. Oltre a questo particolare il territorio su cui è costruita la chiesa è caratterizzato da un insolito incremento del campo geomagnetico. Esiste un legame tra i numerosi siti sacri dedicati a San Michele Arcangelo come Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele in Val Susa, il Santuario di San Michele Arcangelo in Gargano, il rito della pesatura delle anime e l'elevato campo magnetico terrestre?
Chiesa di San Lussorio 4K Fordongianus OR Sardegna
Edificata intorno al 1110-1120 dai monaci Vittorini di San Vittore di Marsiglia, la chiesa di San Lussorio sorse sulle rovine di un preesistente luogo di culto paleocristiano dedicato al Santo, che secondo la tradizione fu martirizzato a Fordongianus durante le persecuzioni di Diocleziano.
Il giovane Lussorio, ufficiale romano intorno al 304 d.C., si convertì al cristianesimo e si fece battezzare, contravvenendo in tal modo alle leggi che vietavano di professare la religione cristiana; fù perciò processato a Karales e condannato a morte per decapitazione.
La sentenza fu eseguita a Forum Traiani ed il suo corpo venne sepolto in un ipogeo, utilizzato originariamente per il culto pagano delle acque: nacque così la cripta di San Lussorio, meta di pellegrini da tutta l’isola, che ancora oggi conserva l’originaria struttura paleocristiana affrescata e decorata con mosaici di eccezionale importanza.
La cripta subì diversi ampliamenti e fu anche utilizzata come luogo di sepoltura collettivo, finchè non venne edificato un santuario in onore di Lussorio, del quale attualmente sono visibili solo l´abside affrescata e alcuni tratti del pavimento.
Il tempio sacro attuale, in stile romanico-pisano, è ad una navata con copertura a capriate in legno; all’abside sono addossate due colonnine con basi scolpite: quella di sinistra presenta una figura arcaica con il braccio sinistro sollevato. Accanto all’altare si trova la scalinata che conduce alla cripta dove, secondo la leggenda, fu martirizzato San Lussorio.
La semplice ma suggestiva facciata in stile gotico-aragonese risale al '500 ed è caratterizzata dai colori bianco e rosa delle pietre dal taglio regolare.
fonte
youtube.com/c/ParadisoSardegna ⬅ ISCRIVITI ????❣❣❣
????????????????????????????????????????????????????????
ricordate di attivare la ???? delle notifiche così da rimanere aggiornati sui nuovi video????
Facebook @ilparadisosardegna
Instagram @Sardegna4K
Twitter @Sardegna4K
#ilparadisosardegna
#sardegna4k
#fordongianus
#chiesasanlussorio
ROMA - Basilica di Sant' Agnese Fuori le Mura
La basilica di Sant'Agnese fuori le mura si trova nel quartiere Trieste, in via Nomentana e può essere visitata assieme al Mausoleo di Santa Costanza che si trova vicinissimo. La basilica è raggiungibile scendendo alla fermata Sant'Agnese/Annibaliano della metro linea B.
Da vedere all'interno della basilica:
- Il soffitto è a cassettoni, di legno intagliato e dorato, realizzato nel 1606.
- Nella cappella centrale si può ammirare un rilievo marmoreo della scuola di Andrea Bregno del XV secolo, raffigurante i due santi Stefano e Lorenzo; ed inoltre una testa marmorea di Cristo.
- L'altare maggiore, risalente 1620 circa, realizzato con intarsi di pietre e marmi preziosi: esso custodisce la teca argentea con le reliquie delle sante Agnese ed Emerenziana.
- Il mosaico dell'abside raffigurante Sant'Agnese e i papi Simmaco ed Onorio risalente al 625-638, che è l'opera più preziosa e più antica dell'intera basilica.
- L'affresco dell'arco trionfale di Pietro Gagliardi raffigurante il Martirio di sant'Agnese.
- La cripta che custodisce la tomba delle sante Agnese ed Emerenziana.
Filmato con Sony RX10M3 in 4K.
Musica:
Icarus by Scott Buckley |
Music promoted by
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
#roma #rome
Drone view of the vegetable Cathedral | Cattedrale Vegetale | Lodi - Italy
La Cattedrale Vegetale, opera simbolo dell’artista lodigiano Giuliano Mauri con l’intento di recuperare un profondo dialogo con i luoghi scomparso nel 2009. La prima Cattedrale riuscì a costruirla nel 2001 a (Borgo Valsugana, Trento) la seconda Cattedrale Vegetale iniziata dall’artista e portata a termine dalla famiglia di Mauri nel 2009 venne costruita nel Parco delle Orobie (Bergamo). Ultima a Lodi in uno splendido esempio di architettura naturale mostrando un alto colonnato di alberi che richiama la sacralità di una basilica Gotica sulla riva sinistra del fiume Adda 108 colonne di legno alte 18 metri all'interno delle quali cresceranno altrettante querce a comporre 5 navate di un' imponente ma poetica e viva cattedrale vegetale. Tra 20anni le ingabbiature ormai marce cadranno liberando la piante ormai cresciute. Quindi un'opera che si evolverà nel tempo regalando di certo sempre nuove emozioni e suggestioni.
Augusto Lozzia Pittore vedute da dipinti del Vittoriale degli Italiani
sito internet:
Augusto Lozzia Pittore vedute da dipinti del Vittoriale degli Italiani.
Presentazione opere del pittore bresciano Augusto Lozzia del primo Novecento (1896 - 1962) Gardone Riviera Lago di Garda.
Biografia - Biography
Augusto Lozzia (Sangiano, 17 settembre 1896 – Gardone Riviera, 31 dicembre 1962).
Pittore italiano della prima metà del Novecento, autodidatta, espone giovanissimo alla Permanente di Milano (1915), partecipa alle mostre sindacali e interprovinciali milanesi e bresciane.
Partecipa alla Prima Grande Guerra come soldato. Nel 1916 con una sua opera è presente nella mostra organizzata a Brescia nel Ridotto del Teatro Grande.
Si trasferisce a Brescia e dal 1921 al 1925 intensifica i contatti con gli artisti bresciani Eliodoro Coccoli, Vittorio Trainini, Landi, Fiessi, Mozzoni, Mutti, Botta, Righetti, partecipando al gruppo “Arte in famiglia” e alla Bottega d’ Arte di Dante Bravo.
Collabora con la scuola superiore di Arte cristiana “Beato Angelico” di Milano.
Spazia dall’affresco al ritratto al paesaggio. Di questo periodo la Pala d’altare raffigurante la Madonna del S. Rosario nella Chiesa di S. Eufemia a Milano, gli affreschi in S. Calimero e quelli raffiguranti angeli nella cappella dei Caduti nella Chiesa dell S.S. Trinità a Milano.
Nel 1924 Vittorio Trainini lo vuole con sé, insieme ad altri artisti del gruppo, nel ciclo di affreschi nella Chiesa del Buon Pastore a Villa S. Filippo a Brescia.
Di indole sentimentale si ritira nel 1927 a Gardone Riviera sul Lago di Garda, dopo il matrimonio con Margherita Milanesio, appassionata di musica e sua ispiratrice in numerosi studi e dipinti. Da Gardone non si allontanerà più, se non per brevi periodi di vacanza nella zona di Ponte di Legno.
Nel 1946 è Presidente del comitato promotore della “Fraglia Artistica del Benaco” di cui faranno parte il pittore Gregorio Sciltian, gli architetti Giancarlo Maroni e Paolo Besana e il musicista Nando Benvenuti.
Ha fissato nelle tele aspetti della campagna piemontese (raccolta Bravi), dei monti della zona di Ponte di Legno, ma soprattutto si è dedicato instancabilmente a ritrarre l’amato lago di Garda. Ha illustrato il Vittoriale degli Italiani in una serie di quadretti (1938), donati per volontà del figlio Antonio alla Comunità di Gardone Riviera nel giugno 2014. Tali opere sono esposte presso la sala di ingresso principale del palazzo Comunale di Gardone. Come ritrattista ha raffigurato non solo persone eminenti italiane e straniere, ma anche modestissime figure di Gardone e della Riviera Gardesana
La scuola elementare di Gardone Riviera porta il suo nome.
Oltre gli affreschi citati, sono testimonianza del suo impegno nell'arte sacra una Via Crucis, una Crocifissione ed una Pietà, nella Cattedrale di San Nicolò di Gardone Riviera e nella Chiesa di Gardone basso. Le sue opere sono custodite dalla famiglia, in parte presso privati in Italia e all'estero.
Si spegne il 31 dicembre 1962.
A cura del figlio Prof. Antonio Lozzia
Pieve di Codiponte - Auctor Beate Saeculi
Pieve di Codiponte - Parrocchia SS. Cornelio e Cipriano
Casola in Lunigiana (provincia di Massa Carrara - Italia)
Canto gregoriano Auctor Beate Saeculi disponibile sul sito:
Auctor beate saeculi, Christe Redemptor omnium, Lumen Patris de lumine, Deusque verus de Deo.
Amor coegit te tuus Mortale corpus sumere, Ut novus Adam redderes Quod vetus ill(e) abstulerat.
Ill(e) amor almus artifex Terrae, marisqu(e) et siderum, Errata patrum miserans, Et nostra rumpens vincula.
Non corde discedat tuo Vis ill(a) amoris inclyti: Hoc fonte gentes hauriant Remissionis gratiam.
Percuss(um) ad hoc est lancea, Passumqu(e) ad hoc est vulnera, Ut nos lavaret sordibus Unda fluent(e) et sanguine.
Iesu tibi sit gloria, Qui Corde fundis gratiam, Cum Patr(e) et almo Spiritu In sempiterna saecula. Amen.
Il complesso è uno dei più rappresentativi monumenti della Lunigiana, nei pressi del ponte sul fiume Aulella, in una zona dove tre valichi collegano la valle con quella più estesa del Serchio, percorsi già utilizzati in epoca preistorica, poi dai Liguri Apuani e dai Romani.
La zona fu inizialmente sede di un Pago romano e poi di un villaggio. Dall'VIII secolo sorse una pieve, poi andata in rovina e ricostruita nel XII secolo in stile romanico. Il primo documento relativo ad una chiesa transmontem ad Sanctum Ciprianum è del 793. Del 1148 è il privilegio di papa Eugenio III per il vescovo lunense Gottifredo, in cui compare la denominazione Plebs Sancti Cipriani de capite ponte. In seguito, nelle decime bonifaciane, fu chiamata Plebs de Codeponte e dal 1303 Ecclesia Sanctorum Corneli et Cipriani. Nel XIV secolo la pieve fu ristrutturata dopo una frana. La canonica fortificata deriva dall'ampliamento di un'antica casa torre. La pieve probabilmente fungeva da ricovero per i pellegrini che si recavano a Lucca a visitare il Volto Santo, percorrendo la variante della Via Francigena che attraversava la Garfagnana.
Il campanile è del XVII secolo. L'abisde minore è stato invece ricostruito durante gli ultimi restauri del Novecento.
Foto di gabriella280659 - tranne le due contrassegnate con (*) reperite in rete.
- campanile ricostruito nel 1778, preesistente alla chiesa (come denunciato dal livello del primitivo basamento) e un tempo posta probabilmente a sostituzione dell'abside minore di destra
- facciata in conci squadrati in pietra serena e arenaria grigia, con due insoliti contrafforti a sezione triangolare posti a bilanciamento della spinta degli archi interni
- bifora
- canonica
- tratto delle antiche mura
- finestre delle mura attraverso cui si vedono alcune vette delle Alpi Apuane
- interno a pianta basilicale di tipo latino, divisa in tre navate da due file di sei colonne e quattro semicolonne, sostenenti archi a tutto sesto; il soffitto è in legno a capriate visibili
- capitelli paleoromanici, di tipo cubico scantonato (ad angoli smussati), variazioni del corinzio, con motivi fitomorfici (foglie angolari, palme, alberelli, intrecci viminei, gigli, margherite a sei petali), figure umane (faccini, atleta o uomo itifallico, orante, Marzo che suona i due corni), figure animali (fiera rampante, cammello, uccello, serpente con i piedi, sirena a due code divaricate, simbolo della seduzione o della fertilità)
- vasca battesimale(*) con croce contornata da serpente che si morde la coda, simbolo dell'eterno circolo della vita
- traccia di vasca battesimale(*) preromanica a pianta esagonale
- trittico raffigurante la Madonna col Bambino, il Volto Santo e i santi Cornelio e Cipriano, attribuito da U. Formentini ad Angelo Puccinelli da Siena attivo nella seconda metà del XIV secolo, da altri a diversa mano del 1500
- bifora della facciata dall'interno
- viste laterali del complesso
- entrata dell'antico camposanto sul retro presso il campanile
- portale sul fianco destro, probabile entrata originaria, con decorazione a faccini e simboli di epoca altomedievale, in particolare i faccini centrali dell'architrave rappresenterebbero la Trinità
- particolare di alcuni faccini del portale(*)
- abside maggiore
- parte della canonica con feritoie
- ruderi del monastero delle Clarisse
- nucleo storico del borgo antico con ruderi del castello edificato nel sec. XI dai Bianchi d'Erberia
- Codiponte presso il fiume
- Pizzo d'Uccello (Alpi Apuane)
Campane di Negrisia di Ponte di Piave (TV) (v.008)
*PILLOLE DI STORIA SULLE CAMPANE*
Sul dopo guerra (1914/1918):
Nell’attesa della nuova torre, si è provveduto, a spese del Commissariato, ad un campanile provvisorio; più che campanile, è un ammasso cubico di mattoni, sassi e cemento armato, su cui furono sistemate le nuove campane su castello in ferro, fornito dalla Ditta Giuseppe Morellato di Falzè di Trevignano. La sistemazione delle campane si effettuò nel 1921.
Delle vecchie campane scomparse per opera del nemico, nessuna traccia si potè avere dopo l’armistizio: erano campane antiche, fornite, se non ci inganniamo, dalla Ditta Ing. De Poli di Vittorio Veneto; erano campane rinominate per il loro timbro perfetto, per la eleganza dei fregi, per la perfezione del concerto.
Le nuove campane furono fornite dal Commissariato delle Terre Liberate, in seguito a denunzia per interessamento dell’Opera di Soccorso di Venezia. Sono quattro, compreso il sonello, e pesano complessivamente Kg. 3.830.300; costituiscono un concerto superbo, che fa dimenticare il concerto perduto: la Ditta De Poli, fornitrice anche delle nuove campane, non ha, neppure nel dopo guerra, smentire quelle tradizioni gloriose che la costituiscono una tra le prime fonderie d’Italia. - È doveroso ricordare che le campane di Negrisia furono concesse con qualche vantaggio di tempo, prima di quello fissato dall’Opera di Soccorso di Venezia, per merito a dei personaggi importanti e una in particolare amico di Don Antonio Lanzarini (il primo sacerdote a consacrare la chiesa attuale e voluta da lui; come descritta di un magnifico tempio a tre navate con molti altari: è una delle più belle della zona), che tanto s’interessò perché Negrisia fosse esaudita nei suoi voti. Furono fuse il 6 luglio 1921 alle ore 6 del pomeriggio, e consacrate da S. Ecc. Mons. Vescovo di Treviso il 9 agosto 1921: alle tre campane furono imposti i nomi di Romana Luigia, Assunta Giuseppina, Antonia Valentina.
Le tre campane, dalle note musicali re bemolle, mi bemolle e fa del corista normale, sono adorne di fregi, di iscrizioni e di immagini sacre.
La maggiore, dal peso di chilogrammi 1381.300, porta le immagini sacre di San Luigi. di S. Romano, dell’Immacolata e del Sacro Cuore; ed è munita delle seguenti iscrizioni: A FULGORE ET TEMPESTATE, LIBERA NOS DOMINE— S. ROMANO M. DI NEGRISIA 1921– POST BELLI FLAGELLUM NOVA SINT OMNIA: CORDA, VOCES ET OPERA — PER SINGULOS DIES CANTICUM NOVUM CANTABO TIBI, DEUS— ME FREGIT FUROR HOSTIS; AT HOSTIS AB AERE REVIXI; ITALIAM CLARA VOCE DEUMQUE CANES.
La media, dal peso di Kg. 1195.900, porta le immagini sacre di S. M. Assunta, di S. Giuseppe, di S. Marco, di S. Francesco; ed è munita delle iscrizioni: SI VOCEM DOMINI AUDIERITIS, NOLITE OBDURARE CORDA VESTRA— S. ROMANO MARTIRE DI NEGRISIA 1921– UT MENTES NOSTRAS AD COELESTIA DESIDERIA ERIGAS, TE ROGAMUS AUDI NOS— ME FREGIT FUROR HOSTIS, ect.
La inferiore, dal peso di Kg. 789.600, è decorata dalle immagini sacre rappresentanti S. Valentino, il Crocifisso, S. Antonio di Padova e S. Giovanni Battista; ed è arricchita dalle seguenti iscrizioni: GENERATIONES ET GENERATIONES IN PACE PER ME DOMINUM LAUDABUNT— A PESTE, FAME ET BELLO LIBERA NOS DOMINE— ME FREGIT FUROR HOSTIS ect.
Infine il sonello, del peso di Kg. 149.500, dal nome di Rosaria Teresa, in re bemolle, ottava superiore, del corista normale, è fregiato delle immagini sacre rappresentanti la B. V. del Rosario, S. Pietro Ap. e S. Teresa; le sue iscrizioni sono le più simpatiche perché associano i due sentimenti di fede e di patria, di cui pulsano i cuori di tutti gli Italiani ma specialmente il cuore del popolo veneto: AUDITE VOCEM MEAM, ET BENE SIT VOBIS— OSTENDISTI, DOMINE, POPULO TUO DURA; NUMC AUTEM EXALTABO MANE ET VESPERE MISERICORDIAM TUAM— ME FREGIT FUROR HOSTIS ect. Tutte poi sono insigne dello stemma dell’Opera di Soccorso di Venezia e della Ditta De Poli di Vittorio Veneto.
Giunsero in paese accolte a festa dal popolo il 25 Luglio e suonarono a festa per la prima volta sul castello provvisorio il 9 agosto 1921. Suoneranno con maggior allegrezza, ce lo auguriamo dall’alto della nuova torre. —fonte: pp.175,176,177 del libro: Negrisia di Piave e la nuova chiesa di S. Romano.
L’antica precedente chiesa, sempre dedicata a San Romano Martire, come purtroppo capitò a tutti i paesi sul fronte del Fiume Piave durante la Grande Guerra venne bombardata dalle artiglierie italiane che da destra del Piave puntavano alla sinistra perché c’erano gli invasori austriaci. Inoltre nella località Grave, verso il Piave, venne fatta una chiesa provvisoria in legno nel dicembre 1919.
La chiesa attuale venne ultimata e consacrata successivamente dopo la prima Guerra Mondiale; i lavori avanzavano il 15 ottobre 1922 e fu ultimato alle condizioni attuali nel luglio 1926.
Il Ave Maria di Lourdes iniziale è stata una vera sorpresa; quando partì cinque minuti prima di mezzogiorno per non lasciare il primo ritornello incompleto con dei colpi ho acceso subito al secondo. Seguente il plenum;
A presto!
Curriculum n5 - Ristrutturazione Tabià e costruzione autorimessa a Mareson.
Curriculum n5 - Ristrutturazione Tabià, realizzazione piscina interna e costruzione autorimessa interrata a Mareson di Val di Zoldo.
Castello Medievale dei conti D'Aquino, Roccasecca (FR) drone Fly to Discover
Documentario giarato dai droni validati di Fly To Discover in provincia di Roccasecca, Frosinone. Prima di salire, appena passato il cancello d'ingresso del parco archeologico, si innalza la Chiesa di San Tommaso, aperta al pubblico per chi volesse visitarla.Per arrivare al castello si percorre una scalinata in legno ben fatta dal quale si possono osservare i ruderi minori che risultano essere maggiormente visibili con i droni. Il castello è situato in posizione strategica,in cima al monte, costruito sulla roccia e gode di un panorama che risulta difficile descrivere a parole... le immagini che hanno catturato i droni di Fly To Discover sapranno rendere l'idea.
Sito azienda ripese aeree con drone Roma:
flytodiscover.com
VEDI ANCHE:
Time-lapse del montaggio del Catafalco di Morbegno
Morbegno è pronta per la celebrazione della Pasqua. Nella chiesa di San Giovanni Battista è stato montato il catafalco in legno, documentato per la prima volta nel 1737.
Ideazione: Comune di Morbegno
Coordinamento organizzativo: Associazione Ad Fontes
Time-lapse: Maurizio Gusmeroli
Grazie alla Parrocchia di San Giovanni Battista e alle confraternite di Morbegno
GRECO MILANESE (MILANO, ITALY)
Quartiere di Greco, Milano, Lombardia, Italia. Benché una suggestiva ipotesi riconduca il nome al fatto che, secondo fonti antiche, ai tempi di Giulio Cesare si trovasse qui uno stanziamento di greci ed un'altra tenda a ricavare l'origine del nome dalla sua collocazione rispetto a Milano (ossia a nord-est), l'ipotesi forse più probabile deriverebbe dai Greco, una famiglia vassalla del monastero di san Simpliciano esistita sino al 1147. Anticamente comune autonomo di origine medievale, divenne frazione di Segnano nel 1753 seguendone le sorti. Nel 1863 il comune di Segnano mutò nome in Greco Milanese e Greco ne divenne il capoluogo. Fu aggregato definitivamente alla città di Milano nel 1923, insieme ad altri 12 comuni, sotto l'egida della Giunta Mangiagalli (su proposta del 1917). La chiesa di San Martino a Greco fu costruita alla fine '500 sull'area di una precedente chiesina i cui affreschi del XII-XIV secolo ne danno testimonianza ed è rientrata nel grande rinnovamento architettonico della diocesi Ambrosiana promosso da San Carlo Borromeo. La facciata dalle linee classiche, divisa in due ordini e coronata da un timpano triangolare, mostra un incipiente barocco. Il campanile formato da otto colonne di ghisa (e perciò databile al secolo XIX) sostenenti la cupola ogivale regge cinque campane, il cui asse di rotazione fissato alle colonne permette quella sporgenza, che costituisce una caratteristica difficilmente riscontrabile in altri campanili. Una delle tre cappelle raffigura S.Antonio con il Bambino dipinto da Isidoro Pugnato nel 1654. Nella seconda cappella a destra si trova un crocefisso dell'ottocento in legno dorato con sfondo a specchio, che reca all'estremità dei bracci della croce teste di cherubini, mentre nella terza cappella a sinistra si trova una Madonna con i santi di un ignoto artista toscano del '500. Tra gli altri dipinti vi è la pala raffigurante La Trinità adorata dal popolo (scuola del Barocci). Delle domenicane di Santa Maria alla Vettabia di Milano è la pala della Visione Mistica di S.Caterina da Siena di Luigi Scaramuccia dipinta prima del 1673.