Monte San Biagio ???? Alla scoperta del borgo medievale
Monte San Biagio è un comune della provincia di Latina situato lungo la costa tirrenica del Lazio Meridionale. Sorge su una collina da cui si può ammirare la Piana di Fondi, con il lago di Fondi, e il Monte delle Fate. Il centro storico, di origine medievale, è circondato da una cinta muraria e l’accesso è permesso dalle tre porte storiche di San Rocco, San Vito e del Castello. Gli edifici sono attraversati da stradine che portano fino al Castello caratterizzato da una Torre Triangolare. Tra gli edifici storici troviamo anche la Chiesa di San Giovanni Battista che conserva un trittico del pittore monticellano Cristoforo Scacco.
Riprese realizzate con l’action cam Xiaomi Yi e gimbal Zhiyun Z1 Pround.
Iscriviti al canale!
Instagram:
Moments by Sappheiros
Creative Commons — Attribution 3.0 Unported— CC BY 3.0
Music provided by Music for Creators
Perito InVita - Ostigliano, la Chiesa di San Giovanni Battista
Ostigliano, la Chiesa di San Giovanni Battista e la processione delle 24 lanterne
con Giuseppe Conte
Perito, Parco Nazionale del Cilento
Italia
peritoinvita.it
cilentoinvita.it
Acquaformosa ( CS ) Parrocchia di San Giovanni Battista . liturgia di Rito Greco
Acquaformosa ( CS ) ALCUNE SCENE DI LITURGIA DI RITO GRECO NELLA PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Chiesa di San Giovanni Battista - Celano
Visita la Chiesa di San Giovanni Battista di Celano, il luogo di culto più importante della Città di Fra Tommaso da Celano, primo agiografo di San Francesco. Scopri il bellissimo rosone con la testa del Battista ed i meravigliosi affreschi interni ripresi dal drone. All'interno della chiesa sono conservate anche le reliquie dei S. Martiri, Patroni di Celano.
Chiesa Di San Giovanni Battista
Per saperne di più visita il sito dei Sassi di Matera sassidimatera.net
Festeggiamenti patronali di San Giovanni Battista Vittoria - 1 luglio festa esterna
La prima domenica di luglio è il giorno scelto per tradizione dai vittoriesi per festeggiare San Giovanni. Ogni anno quest'evento attira i vittoriesi a festeggiare per le vie cittadine il Santo Patrono. La festa conserva tradizioni e simboli ancora oggi ricordati.
file n.ro 00001 Omelia di S.E. Rev ma OLIVERIO Donato.
Omelia tenuta nella Chiesa Madre di San Giovanni Battista in Acquaformosa (CS) ITALIA in occasione della visita Pastorale Acquaformosa aprile 2016.
Santuario San Giovanni Battista d'Andorno - Valle Cervo -Biella - Piemonte
Il Santuario di San Giovanni Battista d'Andorno è un gioiello del Barocco Piemontese quasi sconosciuto. Si trova nelle montagne della Valle Cervo, in provincia di Biella, a 1.020 metri di altezza.
ACQUAFORMOSA (COSENZA) paese di origine albanese -Mosaici del MAESTRO Biagio Capparelli
Mosaici ! Arte antica realizzata in epoca moderna dal maestro Biagio Capparelli nella Chiesa di San Giovanni Battista ad Acquaformosa (Cosenza) Opera pregevole da far conoscere!!
Sostenuta e voluta fortemente da Monsignor Vincenzo Matrangolo ora defunto,gia' Parroco di Acquaformosa . Il maestro Biagio Capparelli ha contribuito grandemente ed in prima persona a dare valore alla Parrocchia riportando l'attenzione sull'arte musiva che richiama alla tradizione orientale. Il paese ha avuto origini albanesi (fondato nel 1501) conservando tuttora tradizioni , cultura e la lingua parlata.
Bellissimi i costumi tradizionali !! Complimenti !!!!
Penna san Giovanni (Marche, Italy) (manortiz)
Panorama da Smerillo e da Monte san Martino
Penna San Giovanni, situato a m 672 s.m., è un centro di notevole interesse per le acque salso - bromo - iodiche - solforose e per le caratteristiche paesistiche e climatiche. Fu patria del Beato Giovanni da Penna, seguace di S. Francesco, ricordato nei Fioretti; dello storiografo Giovanni Colucci (sec. XVIII), autore della monumentale opera Antichità picene; del pittore Mario Nuzzi meglio conosciuto come Mario dè Fiori (sec. XVII). Il nome gli deriva da un termine prelatino nel significato di vetta rocciosa di forma aspra ed acuta e dal nome attuale con quello di Castello della Penna o Castel San Giovanni. Sulla base di alcuni reperti archeologici, si fa risalire la sua origine all'epoca romana quando qui, secondo la tradizione, sorgeva un villaggio legato alla non lontana Faleria. Il luogo fu fortificato in epoca medievale e fu residenza di signori locali. Nel 1259, al tempo dell'occupazione di Manfredi, gli abitanti insorsero e distrussero la Rocca sulla sommità del monte. La fortezza fu poi ricostruita alla metà del '300 dai Varano che avevano preso possesso del paese per conto del Cardinale Albornoz che cercava di mettere ordine nella Marca in nome del Pontefice; alla metà del sec. XV fu conquistata e tenuta per due decenni da Francesco Sforza insieme con molti altri castelli vicini per passare poi definitivamente sotto il dominio della Chiesa. Del periodo medievale, Penna conservava il tratto della primitiva cinta muraria del sec. XIII, i rifacimenti del sec. XV con torre quadrangolare aggettante e le porte dei sec. XIII e XIV: Porta della Pesa (sec. XIV), la Portarella (sec. XIII), Porta del Forno (sec. XIV) e Porta S. Maria del Piano o Porta Marina (sec. XIV). Sulla cima del colle, i resti di una torre della originaria Rocca in cui si apre uno stretto cunicolo nel quale la leggenda dice si nasconda una chioccia d'oro con i suoi pulcini. Tra i monumenti più importanti, la Chiesa di S. Francesco costruita nel 1457 da Salino Lombardo ma rimaneggiata nel XVII e XVIII secolo, conserva il portale della primitiva costruzione ed il pavimento in cotto. All'interno tele dei secoli XV e XVIII. L'antico convento adiacente con chiostro e loggiato ha subito varie trasformazioni nei secoli scorsi ed è stato adibito a scuola. Nel palazzo Municipale, edificato alla fine del sec. XVIII dall'arch. Pietro Maggi, sono conservati reperti di epoca romana ed una interessante tavola, quasi certamente un trittico privato delle cornici, raffigurante la Madonna tra S. Rocco, S. Sebastiano, S. Apollonia e S. Giovanni da alcuni attribuita all'ambito dei Crivelli. Sulla parte aggettante della facciata si innesta la torre dell'orologio. La Pieve di San Giovanni Battista fu costruita tra il 1251 e il 1256 da Giorgio da Como, noto per la fabbrica delle cattedrali di Fermo e di Iesi; a croce latina e ad un'unica navata, riformata nel 1736, conserva la statua in legno del Battista, opera di notevole importanza artistica (sec. XVI), forse opera di Desiderio Confini, ed un interessante Crocifisso dello stesso periodo. Della originaria chiesa di San Antonio Abate resta il robusto campanile costruito, forse, sul basamento di una antica casa-torre medievale. Nel palazzo Priorale, risalente al sec. XIII ma molto rimaneggiato, si trova l'elegante Teatro comunale costruito in legno e dipinto da Antonio Liozzi (sec. XVIII). D'interesse anche ciò che resta del monastero di S. Filomena: la chiesa, ad unica navata, conserva il matroneo ormai murato e l'originale pavimento in cotto recentemente restaurato. All'interno una Sacra Famiglia attribuita al Sassoferrato (sec. XVII). Fuori dal centro abitato, immerse nel verde, due piccole chiese, tra le più antiche di Penna: la chiesa di San Bartolomeo e quella romanica di San Biagio. A qualche chilometro di distanza dal paese, sulle rive del torrente Salino, scaturiscono le sorgenti di acque minerali salso-cloro-iodiche-solfuree di Villa Saline salutari nella cura delle malattie del ricambio e delle affezioni della pelle. L'uso delle acque è attestato almeno fin dalla fine del sec. XIII quando la sorgente fu acquistata da Penna per l'estrazione del sale.
from
Le campane di Monte San Pietro (BO)
Monte San Pietro (BO) - Parrocchia di S.Giovanni Battista
4 campane in Sol3 intonate in quarto maggiore:
Sol3 = Clemente Brighenti, 1881
La3 = Clemente Brighenti, 1881
Si3 = Clemente Brighenti, 1881
Re4 = Clemente Brighenti, 1881
Il comprensorio di questo comune collinare, solcato dai Torrenti Lavino e Samoggia, è stato abitato dall'uomo sin dal 2500 a.C. Infatti a S.Martino in Casola furono rinvenuti manufatti del periodo Eneolitico (2500 a.C.); a sud del Monte Avezzano furono scoperte 4 tombe del periodo Villanoviano (950-550 a.C.) e sullo stesso monte tombe del V sec. a.C.; a Pradalbino fu rinvenuta una tomba a inumazione della civiltà Etrusca (600 a.C.). Nel Medioevo in questo territorio aveva il suo castello la famiglia Aigoni (1282), che fu occupato nel 1420 da Braccio da Montone. Il vecchio palazzo di Monte S.Pietro fu sede comunale fino al 1812, poi essa passò a Calderino. La chiesa Parrocchiale attuale è stata ricostruita negli anni 1957/1960, essendo stata distrutta durante la seconda Guerra Mondiale. Non ha campanile ma possiede un casotto attaccato alla chiesa che custodisce un buon quarto di Clemente Brighenti del 1881. La grossa, la mezzanella e la piccola furono saldate dopo la seconda guerra mondiale. La grossa di nota Sol3 crescente, pesa 5,15 q.li ed ha un diametro di 95 cm. La mezzana di nota La3 crescente, pesa 3,60 q.li ed ha un diametro di 84 cm. La mezzanella di nota Si3 crescente, pesa 2,62 q.li ed ha un diametro di 75 cm. La piccola di nota Re4 crescente, pesa 1,67 q.li ed ha un diametro di 63 cm.
Suonate:
-Doppio e Tirabasse: 6 buttate, 36 Dell'Annunziata, 12 Becche e 12 Martellate tutto in scala
-Doppio: 18 Vecchie in scala (videofotografie)
13 Gennaio 2019, suonate in occasione di un giro nella Valle del Lavino
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
Campane della Pieve di San Giovanni Battista in Vigo di Fassa di Sèn Jan di Fassa (TN) v.318
Battiore sulla III e distesa della mezzana (dura 3 minuti) delle 17:30 per la Messa festiva delle 18:00
Concerto di 6 campane in accordo di Salve Regina con rinforzo di II in doppia ottava di Re3 ed elettrificate a slancio.
Penultimo video del primo week end di questa vacanza in montagna che ha portato ben 12 video (di cui addirittura 6 solo nel fine settimana).
Purtroppo qui la suonata è stata un po'misera ma so che è molto seguita la differenziazione tra Messa grande e Messa piccola, anche se mi pare fin troppo netta.
Secondo me una suonata così misera su un concerto di 6 campane è accettabile solo per gli Angelus.
Comunque questa è la programmazione.
La chiesa è davvero bella, sia all'interno che all'esterno.
Anche il campanile che contiene il concerto più grande della Val di Fassa (guardando la nota).
Ogni campana ha un bellissimo nome preso dal dialetto locale che ha un significato particolare (un po'come quelli delle campane di San Marco a Venezia per intenderci).
Per questo video è tutto, ci vediamo al prossimo che sarà l'ultimo dei primi 6 di questa settimana di vacanza e che concluderà quelli del fine settimana.
I (Grana): Re3 crescente, fusa da Ludovico Simonato di Trento nel 1549;
II (Neva, dedicata a San Michele Arcangelo): Mi3, fusa da Francesco d'Adda di Crema nel 1922;
III (Mesdìa, dedicata a Santa Giuliana): Solb3, fusa da Francesco d'Adda di Crema nel 1922;
IV (dedicata a Santa Margherita): La3, fusa da Francesco d'Adda di Crema nel 1922;
V (dedicata a Santa Barbara). Si3,fusa da Francesco d'Adda di Crema nel 1922;
VI (dedicata a San Carlo Borromeo): Re4, fusa da Francesco d'Adda di Crema nel 1922 e rifusa dalla Pontificia fonderia Daciano Colbachini e figli di Padova nel 1967.
Video 318
Coroncina alla Divina Misericordia - Natività di San Giovanni Battista- 24/06/2019
Diretta dalla Basilica Santuario di San Michele Arcangelo in Monte Sant'Angelo (FG) - Italy
Treno Storico a S. G. D'Asso 19 Nov 2017! Sapori, assaggi e profumati souvenir da S. G. D'Asso.
Cronaca semiseria di una domenica passata con il treno a vapore attraverso lo splendido paesaggio delle Crete Senesi, della Val D'Orcia e le dolci colline del Brunello di Montalcino.
A San Giovanni D'Asso abbiamo girato per le vie del borgo alla ricerca di degustazioni di tartufi, di prodotti a filiera corta , di dimostrazioni e di spettacoli itineranti in occasione della mostra mercato del tartufo bianco.
San Giovanni d'Asso è una frazione del comune di Montalcino che sorge al centro delle Crete Senesi, lungo il torrente Asso, da cui prende una parte del nome.
Il torrente è un affluente dell'Orcia che scorre alle pendici del colle sul quale si trova il paese.
San Giovanni d'Asso deve l'origine del suo nome anche al santo a cui è dedicata la chiesa parrocchiale, ovvero San Giovanni Battista.
All'interno dei confini del territorio di San Giovanni d'Asso sono state rinvenute lestimonianze di insediamenti etruschi nella zona di Lucignano d'Asso e Monterongriffoli, e nella stessa area anche reperti di epoca romana, riconducibili alla presenza di templi.
(fonte Wikipedia)
Festa di San Giovanni Battista a Civitella Roveto 24/06/2012
Processione del Santo Patrono di Civitella Roveto (AQ) San Giovanni Battista del 24 giugno 2012. Via Roma - Municipio.
Campane di Villa S.Giovanni in Tuscia
Villa San Giovanni in Tuscia è un paese del lazio che si trova nella tuscia viterbese, in provincia di Viterbo.
Le campane di Cento (FE) - Basilica Collegiata di S.Biagio
Cento (FE) - Basilica Collegiata e Arcipretale di S.Biagio Vescovo e Martire
5 campane intonate in tritono (con la quarta aumentata o eccedente):
Fa3 = Giovanni Domenico Dinarelli, 1673
Sol3 = Angelo Rasori, 1794
La3 = Angelo Rasori, 1794
Si3 = Angelo Rasori, 1794
Do4 = Angelo Rasori, 1794
La Basilica Collegiata di San Biagio riveste il ruolo di chiesa principale, ma anche di luogo di culto più antico della città di Cento. Eretta con tutta probabilità anteriormente all’anno 1000, originariamente si trattava di un sobrio oratorio poi ingrandito e ristrutturato in più riprese. La conformazione attuale è pero il risultato di un’integrale ricostruzione della Collegiata per mano dell’architetto bolognese A.Torreggiani a cui fu commissionato l’intero progetto di ristrutturazione. Infatti, fra il 1730 e il 1745 la struttura venne rivista in linee semplici e funzionali, a parte il prospetto che rimase sfortunatamente incompleto. Internamente la Basilica Collegiata di San Biagio presenta una pianta suddivisa in tre navate, un transetto e una spaziosa abside a cui venne conferito un misurato stile barocco lasciando comunque trasparire un’influenza rinascimentale ancora presente. La planimetria a croce latina è peculiare per la presenza di una cupola ellittica all'incrocio fra transetto e navata maggiore. L’apparato decorativo formato da stucchi e ornamenti in marmo riescono a creare un incantevole effetto scenico. Di grande valore le opere d’arte custodite nelle cappelle laterali, alcune delle quali si trovavano in precedenza nella vecchia Collegiata. Vale la pena menzionare i dipinti di artisti quali Bartolomeo Cesi, Domenico Mona, Marcello Provenzali, Lorenzo Zucchetta e Antonio Rossi ma un cenno speciale va offerto a Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino soprattutto per la sua tela di San Carlo Borromeo in preghiera datato 1614 circa. Di recente è stata scolpita dall’artista Mauro Mazzali un’imponente fontana con San Michele Arcangelo che uccide il drago nella piazza di fronte alla Basilica. L'alto campanile barocco rinascimentale, staccato dalla chiesa, ospitata un interessantissimo e ottimo quinto di campane (il più antico suonabile alla bolognese) intonato secondo la rarissima modulazione di quarta aumentata o tritono. Si tratta di un quarto maggiore con l'aggiunta di una campana più acuta della mezzanella di un tono che crea una dissonanza nell'accordo, che in questo caso è tutta via aggiustato dalla presenza della quinta giusta che lo fa risultare molto piacevole all'ascolto. La grossa, opera del Dinarelli del 1673(sagoma ultra pesante) è certamente una delle campane migliori nel raggio di 20 Km. Le altre 4 campane furono fuse dal Rasori di Bologna nel 1794 (sagoma pesante). Secondo una tradizione orale centese si dice che la quarta fu fornita dal Rasori come piccola originaria e nello stesso fu fusa la piccola propriamente detta. La grossa di nota Fa3 crescente, pesa 11,50 q.li ca. ed ha un diametro di 115,7 cm. La mezzana di nota Sol3 crescente, pesa 6,70 q.li ca. ed ha un diametro di 97,8 cm. La mezzanella di nota La3 crescente, pesa 5 q.li ca. ed ha un diametro di 77,8 cm. La quarta di nota Si3 crescente, pesa 3,30 q.li ca. La piccola di nota Do4 crescente, pesa 2,50 q.li ca. ed ha un diametro di 73,7 cm.
Suonate:
-Doppio da trave con 5 campane: 5 volte le 2 in S.Pietro con Ribattute eseguito durante la processione
-Calata in Quarto e 12 Martellate in Scala
28 Marzo 2018, suonate dopo l'ultima messa delle ore 18:00 nella giornata conclusiva delle 40 Ore di Adorazione Eucaristica
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
06 Die Kirche von San Biagio
Zwischen 1372 und 1375, zirka zwei Jahrhunderte nach der Gründung der Stadt, beschloss die Gemeinschaft des Dorfes, eine neue Kirche an der Ostwand innerhalb der Mauern zu errichten, .
Die neue Pfarrkirche ersetzte die ursprüngliche Kirche San Biagio extra muros, auf dem gegenüberliegenden Ufer des Flusses Aquila erbaut, die schon dem Bischof und Mediziner aus Sebaste, in Anatolien, gewidmet worden war, der für seine heilenden Fähigkeiten verehrt wurde.
Die mittelalterliche Kirche bestand aus drei Schiffen, die mit einem Holzdach bedeckt waren. Die Apsis der Kapellen und diejenigen, die auf der rechten Seite zwischen dem 15.und 16. Jahrhundert eröffnet wurden, hatten dagegen gewölbte Decken.
1634 beschloss der Stadtrat des Dorfes einen radikalen Umbau der Kirche, die die mittelalterliche ersetzte, die den ersten drei Schiffen des heutigen Gebäudes entsprach.
Der vom Architekten Andrea Storace aus Finale entworfene prächtige Barockbau wurde nach dessen Tod im Jahre 1650 von seinem Assistenten Antonio Sanguineto weiterentwickelt; im Dezember 1659 wurde der „Rohbau fertiggestellt und erst im Jahre 1690 geweiht, unter großen wirtschaftlichen Schwierigkeiten durch Besteuerung von den Gläubigen.
Die Fassade besteht aus drei unfertigen Teilen, aus einer stilistischen Sicht gehört sie immer noch der architektonischen Tradition des 16. Jahrhunderts, weit entfernt von der künstlerischen Entwicklung, die die zeitgenössischen barocken Werke belebte .
Das Innere der Kirche zeigt das traditionelle System mit drei Gängen, die durch massive Pfeiler unterteilt sind, mit einem tiefen Presbyterium, d.h. dem Teil der Kirche, der für den amtierenden Klerus vorbehalten ist und den Altar enthält.
Das Dach des Kirchenschiffs ist auf ein einziges großes Tonnengewölbe basiert, während die Räume in den Seitengängen durch Kreuzrippengewölbe, von Bögen getrennt, gekennzeichnet sind. Zahlreiche nicht sehr tiefe Kapellen, öffnen sich an den Außenseiten der Seitenschiffe.
Im Herzen des Gebäudes ist das Querschiff, d. h. der architektonische Körper, der nach ligurischer Tradition senkrecht das Mittelschiff am Presbyterium teilt und eine große Kuppel zeigt, die auf einem hohen achteckig förmigen Sockel basiert, Tambour genannt.
Venosa XII XVI Santa Maria della Scala
1 - La chiesa della Madonna della Scala di Venosa (Pz).
2 - Il convento benedettino ed il perché del nome della Madonna della Scala.
3 - La badessa Beata Agnese.
Breve cenno storico
Il periodo medievale per la città di Venosa è stato molto travagliato; poiché con la caduta dell'impero romano e il conseguente avvento dell'era medievale, Venosa fu soggetta a ripetute occupazioni da parte di popolazioni barbariche già dal V secolo, quali Eruli ed Ostrogoti;
nell' 842 la città fu saccheggiata dai Saraceni; seguirono Bizantini, Normanni e Svevi.
Dopo un continuo avvicendarsi di signori feudali, la città fu concessa in feudo agli Orsini nel 1453, poi giunse Pirro Del Balzo, gli Angioini e gli Aragonesi con la famiglia Gesualdo nel 1561.
Dal settecento a oggi il feudo di Venosa fu affidato ai Ludovisi e i Caracciolo e sul finire del '700, i Rapolla.
C’è da dire che all’inizio del nuovo millennio, anche la Chiesa stava attraversando una progressiva decadenza morale.
In questo periodo di forti tensioni e di incertezza politica, nacquero in Italia ed in tutta Europa una miriade di ordini monastici.
Anche a Venosa sorsero numerosi conventi e di chiese: Ordini cavallereschi come i Templari, i cavalieri di Malta e i cavalieri di Rodi; monasteri retti da francescani, benedettini, domenicani, agostiniani, cistercensi, geronimiti, trappisti, certosini, basiliani, ecc. ecc.
Secondo Giacomo Cenna ed Achille Cappellano in tutti questi secoli sia dentro che fuori le mura della città oraziana proliferavano dozzine di conventi e monasteri.
Alla chiesa è annesso il monastero benedettino, di cui oggi resta solo il loggiato.
Costruita alla fine del XVI secolo e consacrata nel 1662, si trova in pieno centro storico.
È sito nella attuale piazza Ninni e fiancheggia Via Garibaldi; è a due passi dal Castello di Pirro del Balzo, poco lontano dalla chiesa di San Giovanni, a pochi passi da quella di San Biagio, dalla piazzetta di San Pietro ed a circa 500 metri circa dalla Cattedrale e dall’Episcopio stesso
Gli Spettri dell'abbandono (chiesa di S.Biagio a Cavagliano)
in questo video collage ci sono ancora mie foto, fatte presso la suggestiva chiesa di S.Biagio a Cavagliano, un luogo abbandonato suggestivo e che se da una parte è meravigliosamente affascinante, lascia l'amaro in bocca, una volta che ci si lascia alle spalle quella chiesetta diroccata... un'altra doverosa testimonianza fotografica del passato di Prato. (Daniele Nuti)