Festa di San Giovanni Battista ad Imperia 2007
La processione per S. Giovanni Battista il 24 giugno 2007 ad Imperia Oneglia
Canale d'Alba | uno scrigno d'arte tra le colline del Roero
Comune in provincia di Cuneo, il cui territorio, situato tra le colline del Roero ai confini con l'Astigiano, si trova in posizione sottoposta rispetto alle frazioni e, come molti altri centri edificati durante il corso del Medioevo, si presenta a struttura concentrica. L'economia si basa principalmente sulle coltivazioni, in particolar modo della vite, da cui si ricavano ottimi vini, quali Roero ed Arneis e delle pesche, che hanno reso il paese famoso. Alle pesche da tempo è dedicata una fiera; notevole è anche la produzione di tartufi. Il centro è meta di turisti amanti della tranquillità e dei buoni prodotti enogastronomici.
Canale fu fondato nella seconda metà del XIII secolo dal Comune di Asti sui territori controllati dal Vescovo della città. Vi confluirono gli abitanti di vari centri limitrofi, danneggiati gravemente durante gli scontri contro i Conti di Biandrate. Fu feudo dei Biandrate; divenne territorio del comune di Asti e passò successivamente ai Visconti di Milano, ai Conti Roero dal 1379 ed infine, nel XVI secolo, ai Conti Malabaila di Castellinaldo.
Da vedere:
La parrocchiale di San Vittore, già esistente nel XIII secolo, originariamente era dedicata a S.Stefano. Fu oggetto di frequenti ricostruzioni, di un ampliamento alla fine del XVII secolo e nel XVIII. A tale ultimo intervento si deve l'attuale facciata in stile barocco.
La chiesa di San Giovanni Decollato fu edificata in forme barocche nel Settecento. Presenta facciata con suddivisione in due piani distinti, arricchiti da coppie di colonne. La struttura è affiancata da un campanile caratterizzato da più piani e sormontato da una copertura quasi sferica.
La chiesa di San Bernardino, già citata nel Cinquecento, fu ricostruita in forme barocche nel Settecento.
La chiesa della Madonna di Loreto.
Il santuario di Mombirone.
Il castello Malabaila, risalente alla seconda metà del XIII secolo, fu edificato a scopo difensivo, originariamente era circondato da un fossato, poi fu destinato a divenire dimora nobiliare. È circondato da un vasto parco.
La Torre Civica è l'unico elemento sopravvissuto dell'antica cinta muraria. Fu soprelevata per ospitare la cella campanaria.
Racconigi ( Cn )
Immagini di Roberto Fadda
Evento In Savigliano
Evento In Savigliano Vigili Del Fuoco danno spettacolo
SAVIGLIANO (Cuneo) Santuario della Madonna della Sanità - slideshow
L’ORIGINE DEL SANTUARIO
A poco più di due chilometri a sud-ovest della Città di Savigliano, in regione già “Pasco Rondello” sorge il maggior centro di attrazione religiosa della popolazione saviglianese. In origine era l’anno 1613 era un semplice pilone, fatto costruire da un contadino del luogo, in riconoscenza alla Madonna che aveva difeso prodigiosamente l’onesta della sua figliola. La Madonna vi fu dipinta in atteggiamento squisitamente materno: mentre allatta Gesù Bambino; riproduceva tale e quale l’immagine della Pieve, della Neve e dell’Assunta in Savigliano. L’atteggiamento così materno era preferito a quello maestoso di regina ; e proprio per la sollecitudine veramente materna a soccorrere i bisognosi, specialmente malati, venne dai fedeli spontaneamente invocata “Madonna della Sanità”. Ai lati della Madonna furono dipinti un angelo in piedi, in atto di venerazione, ed alla sinistra la contadina con le mani giunte in atto di ringraziamento, sotto l’iscrizione: “Per gratia ricevuta nell’anno 1613”. Dipinsero il pilone pare i cugini Costanzo e Francesco Arbaudi, saviglianesi , operanti nella plaga e affrescanti il vicino Castello del Maresco. In seguito il pilone cedette il posto alla chiesa venuta su poco alla volta, e terminata, nella struttura principale, intorno al 1750. L’immagine che veneriamo attualmente sopra il nuovo altare è l’originale dipinta sul pilone nel 1613, mancano le figure laterali e l’iscrizione, tagliate via nel 1719 per poter più facilmente trasportare il pilone. In seguito furono aggiunte altre figure: S.Giovanni Battista e S.Franceso d’Assisi. Personaggi di Casa Savoia furono devoti al Santuario, specialmente la Principessa Isabella durante i quarant'anni (1716-1767) che abitò a Savigliano. La Regina Maria Clotilde, sposa di Carlo Emanuele IV e sorella del Re di Francia Luigi XVI, fece dipingere sulla facciata gli stemmi di Savoia e Francia come segno di devozione e pegno di protezione. La chiesa si presenta a tre navate con ambulacro attorno al presbiterio, nel quale venne ricollocato il pilone con l’affresco secentesco e decorato da una cornice marmorea intagliata su disegno dell’arch.Oreste Garzino. Sulla facciata in cotto, a tre corpi, corrispondente alle navate, limitati da lesene leggermente aggettanti, sulle quali poggia il timpano triangolare, si apre il portale tra due colonne, cui sovrasta un ovale con l’affresco della Vergine dipinto dal Milocco. L’architettura risente della diversità del gusto e degli stili di cui fu influenzata nel corso dei vari ampliamenti e difetta di organicità e di proporzione, anche se il decorativismo interno e l’imponenza dell’altare maggiore riescono a modificare in parte l’impressione della deficienza dell’unità compositiva. Nel 1946 si iniziò un coraggioso progetto: la costruzione della cupola, del transetto, ambulacro e nuovo campanile terminato nel 1951. Nel 1999 è stato realizzato un nuovo impianto di riscaldamento a pavimento con il conseguente rifacimento del pavimento stesso in quarzite. Annessa al Santuario sorge la “Casa per gli Esercizi Spirituali” terminata nel 1768 e restaurata nel 1980 con nuovi tetti, pavimenti e infissi. Nel fabbricato che ospitava scuole e alloggio del sacrestano a sede dal 1999 la Casa Famiglia dell’Associazione Papa Giovanni XXXIII. La festa patronale del Santuario è in agosto, la domenica dopo l’Assunta, preceduta dalla Novena e seguita da solenne Ottavario.
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Il santuario sorse a seguito di un miracoloso intervento della Vergine a protezione di una ragazza insidiata da un uomo che voleva abusare di lei.
In ricordo del miracolo, alla Madonna venne dedicato un pilone votivo nel 1613.
Eventi e dati cronologici rilevanti
Il santuario si sviluppò attorno a un pilone votivo ritenuto miracoloso. Dapprima a protezione dell'immagine venne eretta una piccola cappella che in seguito venne ampliata e abbellita. Fra XVIII e XIX secolo si ebbe un grande afflusso di pellegrini e il santuario raggiunse una notevole fama (anche presso la famiglia reale).
Tipologia Architettonica
Chiesa a tre navate con ambulacro attorno al presbiterio. Bella facciata in cotto, in triplice partitura verticale, con due lesene per lato, sulle quali insiste il timpano triangolare. Cupola voltata e alto campanile. Accanto al santuario venne edificata una casa per esercizi spirituali e un alloggio per i pellegrini.
Altre notizie sulla struttura
Arch. Oreste Garzino: facciata in cotto e altare maggiore in marmo
Altri elementi notevoli nell'edificio del Santuario:
Affreschi di Costanzo e Francesco Arbaudi. / Ovale della volta affrescato dal Milocco.
Oggetto del culto
Immagine della Vergine che allatta il Bambino (prima metà del XVII secolo) sovrastata dal titolo Salus Infirmorum.
Festività principale: 15 agosto
Coincidenza liturgica: Assunzione di Maria Vergine
Muses, 2015
In visita a Muses, Accademia europea delle essenze, a Savigliano. Il primo polo sensoriale dedicato alle erbe officinali del territorio. Presso Palazzo Taffini d'Acceglio.
Music: “Muse massage” by The sounds implicit.
Processione di Pasqua 2013 - Savigliano
Tradizionale Processione di Pasqua organizzata dall'Arciconfraternita della Pietà.
Savigliano - Domenica 31 marzo 2013
I MOSAICI DI MARKO RUPNIK Cripta di S. Giovanni Rotondo
Marko Ivan Rupnik (Salloga d'Idria, Slovenia, 28.11.1954) è un gesuita, teologo e artista famoso per i suoi mosaici. L'arte di Rupnik unisce la tradizione Orientale con la sensibilità artistica della modernità Occidentale mediante la particolare tecnica del mosaico perché come afferma l’artista “il martello non è come la spatola o il pennello. Quella della pietra è un'arte più esigente, più dura, la pietra ha una sua volontà. Se la prendi per il suo verso ti asseconda, se no ti fai male”.
Inoltre “il mosaico non lo si può fare da soli, è sempre un'opera corale”. Nell'antichità i mosaici erano fatti da artisti che lavoravano sotto la guida di un maestro tutti insieme nel cantiere. Perciò fare mosaici è per Rupnik “un'esperienza ecclesiale”.
I mosaici di Rupnik e del Centro Aletti, da lui diretto, sono composti con tessere irregolari (da pochi millimetri a decine di centimetri) di materiali diversi: granito, marmi, travertino, smalto, argento, madreperla, foglie d'oro.
Ho impiegato anni di ricerca per arrivare a una semplice essenzialità che si rifà al primo romanico, alla prima epoca bizantina e gotica. Quelle epoche sono di una maturità artistico-spirituale formidabile. Non si tratta di imitare, ma di ispirarsi e ricreare quell'intenzionalità spirituale.
Gli episodi descritti nei mosaici per la chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo (FO) sono stati scelti dall’autore in modo da “rivelare i punti salienti dell’uomo nuovo che, vivendo appieno la sua vocazione, realizza autenticamente quell’immagine di Cristo come sua vera identità. Mi piacerebbe molto che il pellegrino, o chiunque entrasse in questo luogo, percepisca che qualcuno lo sta guardando con una grande misericordia.
Nel vedere dal vivo questi capolavori colpisce l’impatto degli sguardi profondi e pieni. Occhi colmi e densi. Anche questo è un aspetto che Rupnik propone l’arte come “raffinato mestiere” e che con l’arte risponde alla “necessità della bellezza che salva il mondo”
Musica: “Ritornare” di Ludovico Einaudi -
Alba (Cuneo, Piemonte) Duomo - Cattedrale di San Lorenzo - esterni e interni - videomix
Una leggenda tramandata dagli albesi sull’origine del nome ALBA fa riferimento alle decorazioni presenti sulla facciata della cattedrale di San Lorenzo: quattro statue rappresentanti i simboli degli Evangelisti campeggiano infatti sulla piazza e l’acronimo delle iniziali dei simboli dà come risultato A-L-B-A (angelo, leone, bue e aquila).
Il Duomo è costruito su preesistenti edifici romani. All'interno, sulle pareti dello scalone principale ci sono alcuni affreschi provenienti dalla Chiesa di San Domenico, tra i quali spicca una Pietà risalente a fine Trecento e una Adorazione dei Magi. Nel salone del consiglio ci sono dipinti importanti: una tavola raffigurante la Vergine con il Bambino di Macrino d'Alba risalente al 1501; una pala con Madonna e Bambino tra San Giuseppe e Sant'Anna e il Concerto attribuito a Mattia Preti.La cattedrale di Alba è situata in Piazza Risorgimento, dove domina con la sua mole imponente lo spazio pubblico. Si tratta di un rimaneggiamento ottocentesco di una preesistente architettura tardo-gotica. A partire dal XII e XIII secolo la cattedrale viene spesso citata grazie alle sempre più numerose manifestazioni pubbliche. L'alta torre campanaria contiene al suo interno l'antico campanile originario, curiosa costruzione che ha conservato internamente testimonianza dell'architettura protoromanica del XII secolo. La torre campanaria impreziosita con decorazioni ad archetti ciechi è dotata di finestre monofore e bifore. Un'altra torre, la torre Negri, si trovava di fronte alla facciata. Fu demolita nel 1867 e la sua antica posizione è segnata sulla piazza da alcuni cippi in pietra. La cattedrale albese ha subito continue ristrutturazioni nel corso dei decenni allo scopo di evitare il deterioramento e adeguarla al contesto storico dell'epoca. Al suo interno si possono osservare tre portali romanici con capitelli fogliacei e figurati risalenti, così come l'intera cattedrale al XII secolo. Sulla facciata si nota la figura di San Lorenzo, dipinta dal milanese Luigi Cocchio nel 1878 e i quattro simboli degli Evangelisti creati dal Vercellese Carlo Dusio. Nel duomo, addossata a una colonna, quasi al centro si può osservare una pregevole acquasantiera, risalente al 1503 regalata da Urbano Serralunga. Sulla destra compare il primo degli otto altari laterali della cattedrale, quello del S.S.Crocefisso dono del Vescovo Eugenio Galletti. A partire dall'acquasantiera compaiono l'altare della Madonna, del Sacro Cuore, della Sacra Famiglia per terminare con la cappella del Santissimo Sacramento.
L'icona centrale della cappella rappresenta Sant' Elia e Sant'Eliseo in adorazione della Vergine, probabilmente dipinta o dal Cuniberti o dal Molineri di Savigliano. Il dipinto posto di fronte al piccolo coro dei vescovi rappresenta il Martirio di San Donato, risalente alla metà del XVIII, e, sulla volta il profeta Elia che, rapito su di un carro di fuoco, fa cadere il mantello in dono al profeta Eliseo. Interessanti sono i sotterranei della cappella, fatta edificare da monsignor Paolo Brizio nella metà del secolo XVII, che accolgono i resti dei vescovi albesi. Nella sagrestia si può contemplare il bassorilievo della Madonna con il Bambino, San Giovanni Battista e San Giovanni Apostolo, eseguito nel 1507 dello scultore Giovanni Lorenzo Sormani, ammirare il pregevole lavabo risalente al Cinquecento dei canonici nel retrosacrestia, osservare la mensa in legno di noce del XVI secolo e le cassapanche del 1650 fatte costruire dal vescovo Brizio. Nell'aula capitolare costruita nel Settecento campeggia il bel dipinto del cremonese Giulio Campi rappresentante l'immagine di San Lorenzo diacono dinnanzi all'imperatore romano. Nella navata centrale si trovano l'altare maggiore in stile barocco e il ''coro'' ligneo, formato da ben 35 scranni intarsiati con vari elementi: ambienti urbani e città con torri. L'icona che lo sovrasta è una pala del Beaumont raffigurante San Lorenzo tra gli angeli. Sulle pareti laterali, opera del pittore Luigi Hartmann di Chiavenna, si possono ammirare quattro ampi chiaroscuri che riproducono quattro scene del Martirio di San Lorenzo e risalenti al 1871. Sulle pareri della Cripta di San Pietro si possono osservare delle lapidi funerarie ricuperate dal pavimento dai restauri del 1872. La cappella di San Teobaldo conserva un'arca sacra risalente al 1515, un altare marmoreo del 1746 e alcune lapidi commemorative. Sulle pareti si trovano alcuni dipinti a pale con la figura di San Teobaldo e altri santi protettori di Alba. Da ricordare infine gli altari dedicati a San Luca e a San Bovo.
Saluzzo, la Capitale del Marchesato
La città di Saluzzo, in provincia di Cuneo, con la sua Castiglia, scoperta dall’alto con l’innovativa tecnica dei droni.
Video di Gianpiero Gagliasso
Realizzazione fotovideodrone.eu
Durata 7’00”
Pre-concerto
Nel buio, dietro le quinte della chiesa S.Andrea. Il pre-concorto
ALBA (CN, Piemonte) piazza Risorgimento Duomo e Municipio - videomix
Il Duomo si trova in Piazza Risorgimento, fulcro storico della città, ed è costruito su preesistenti edifici romani. All'interno, sulle pareti dello scalone principale possiamo trovare alcuni affreschi provenienti dalla Chiesa di San Domenico, tra i quali spicca una Pietà risalente a fine Trecento e una Adorazione dei Magi. Nel salone del consiglio possiamo trovare dipinti importanti: una tavola raffigurante la Vergine con il Bambino di Macrino d'Alba risalente al 1501; una pala con Madonna e Bambino tra San Giuseppe e Sant'Anna e il Concerto attribuito a Mattia Preti.La cattedrale di Alba è situata in Piazza Risorgimento, dove domina con la sua mole imponente lo spazio pubblico. Si tratta di un rimaneggiamento ottocentesco di una preesistente architettura tardo-gotica. A partire dal XII e XIII secolo la cattedrale viene spesso citata grazie alle sempre più numerose manifestazioni pubbliche. L'alta torre campanaria contiene al suo interno l'antico campanile originario, curiosa costruzione che ha conservato internamente testimonianza dell'architettura protoromanica del XII secolo. La torre campanaria impreziosita con decorazioni ad archetti ciechi è dotata di finestre monofore e bifore. Un'altra torre, la torre Negri, si trovava di fronte alla facciata. Fu demolita nel 1867 e la sua antica posizione è segnata sulla piazza da alcuni cippi in pietra. La cattedrale albese ha subito continue ristrutturazioni nel corso dei decenni allo scopo di evitare il deterioramento e adeguarla al contesto storico dell'epoca. Al suo interno si possono osservare tre portali romanici con capitelli fogliacei e figurati risalenti, così come l'intera cattedrale al XII secolo. Sulla facciata si nota la figura di San Lorenzo, dipinta dal milanese Luigi Cocchio nel 1878 e i quattro simboli degli Evangelisti creati dal Vercellese Carlo Dusio. Nel duomo, addossata a una colonna, quasi al centro si può osservare una pregevole acquasantiera, risalente al 1503 regalata da Urbano Serralunga. Sulla destra compare il primo degli otto altari laterali della cattedrale, quello del S.S.Crocefisso dono del Vescovo Eugenio Galletti. A partire dall'acquasantiera compaiono l'altare della Madonna, del Sacro Cuore, della Sacra Famiglia per terminare con la cappella del Santissimo Sacramento.
L'icona centrale della cappella rappresenta Sant' Elia e Sant'Eliseo in adorazione della Vergine, probabilmente dipinta o dal Cuniberti o dal Molineri di Savigliano. Il dipinto posto di fronte al piccolo coro dei vescovi rappresenta il Martirio di San Donato, risalente alla metà del XVIII, e, sulla volta il profeta Elia che, rapito su di un carro di fuoco, fa cadere il mantello in dono al profeta Eliseo. Interessanti sono i sotterranei della cappella, fatta edificare da monsignor Paolo Brizio nella metà del secolo XVII, che accolgono i resti dei vescovi albesi. Nella sagrestia si può contemplare il bassorilievo della Madonna con il Bambino, San Giovanni Battista e San Giovanni Apostolo, eseguito nel 1507 dello scultore Giovanni Lorenzo Sormani, ammirare il pregevole lavabo risalente al Cinquecento dei canonici nel retrosacrestia, osservare la mensa in legno di noce del XVI secolo e le cassapanche del 1650 fatte costruire dal vescovo Brizio. Nell'aula capitolare costruita nel Settecento campeggia il bel dipinto del cremonese Giulio Campi rappresentante l'immagine di San Lorenzo diacono dinnanzi all'imperatore romano. Nella navata centrale si trovano l'altare maggiore in stile barocco e il ''coro'' ligneo, formato da ben 35 scranni intarsiati con vari elementi: ambienti urbani e città con torri. L'icona che lo sovrasta è una pala del Beaumont raffigurante San Lorenzo tra gli angeli. Sulle pareti laterali, opera del pittore Luigi Hartmann di Chiavenna, si possono ammirare quattro ampi chiaroscuri che riproducono quattro scene del Martirio di San Lorenzo e risalenti al 1871. Sulle pareri della Cripta di San Pietro si possono osservare delle lapidi funerarie ricuperate dal pavimento dai restauri del 1872. La cappella di San Teobaldo conserva un'arca sacra risalente al 1515, un altare marmoreo del 1746 e alcune lapidi commemorative. Sulle pareti si trovano alcuni dipinti a pale con la figura di San Teobaldo e altri santi protettori di Alba. Da ricordare infine gli altari dedicati a San Luca e a San Bovo. La Cattedrale è stata riaperta, dopo circa un anno di lavori, all'inizio di dicembre, per restauri della pavimentazione, dell'altare e il rifacimento dell'impianto riscaldamento. Dagli scavi sono emersi alcuni ritrovamenti archeologici, messi in risalto con grate ben visibili dall'interno ed è stata restaurata la Cappella di S. Teobaldo.
La Ferrovia Museo di Colonna
Alla scoperta della Ferrovia Museo della Stazione di Colonna
Il museumgrandtour è la rete di musei e aree archeologiche dei Castelli Romani e Prenestini museumgrandtour.org
2° Memorial Diego Tortone
2° Memorial Diego Tortone
Bocciofila Vita Nova - Savigliano (CN) - 23 agosto 2016
Vittoria della Centallese con Roberto Maccagno e Bruno Minetti che in finale ha avuto la meglio contro l'Auxilium Saluzzo composta da Alberto Barale e Domenico Garzino
Video registrato in occasione della diretta streaming realizzata da Bocce in Volo
Pisa - Madonna del Latte e Pulpito del Battistero
La Madonna del Latte, conservata al Museo Nazionale di San Matteo di Pisa, ma originariamente posta dentro una nicchia all'interno della chiesa di Santa Maria della Spina, è opera di Andrea Pisano; viene considerata un capolavoro del Trecento italiano, per la sua incredibile espressività e soprattutto per il suo stile del tutto innovativo. Il progetto e l'esecuzione di tale opera sono da attribuirsi al maestro Andrea Pisano, anche se è possibile riscontrare la mano del figlio Nino, soprattutto nelle rifiniture e nel trattamento della superficie marmorea.
L'opera è il risultato dell'intensa riflessione che Andrea compì sul suo più grande maestro, Giovanni Pisano, che proprio nel piccolo oratorio della Spina lasciò la sua impronta nelle statue della Madonna con Bambino, nella piccola edicola in facciata e nelle statue della parete meridionale esterna. Lorenzo Ghiberti descrive Andrea come ... bonissimo scultore ..., il quale ... fece in Pisa moltissime cosa a Santa Maria a Ponte, ma non ci lascia alcuna descrizione delle opere da lui compiute. Fu Giorgio Vasari nelle Vite a parlare per la prima volta dell'opera, attribuendola erroneamente al figlio Nino: ... andato poi a Pisa, fece nella Spina una Nostra Donna di marmo dal mezzo in su, che allatta Gesù Cristo fanciulletto involto in certi panni sottili. La critica sembra ora concorde nell'attribuire questo capolavoro al mastro Andrea da Pontedera, aiutato dai suoi più dotati allievi, quali Nino e Tommaso, suoi figli.
Una delle descrizioni più significative della Madonna del Latte ci viene fornita da Igino Benvenuto Supino nel 1904, ma come possiamo leggere ancora errata nell'attribuzione: ... Niun altro lavoro di Nino raggiunge infatti la perfezione di questa mezza figura, derivata evidentemente dal vero: le estremità sono condotte con accurato studio e il volto oblungo e un po' depresso della Vergine contribuisce a dare un'espressione più intensa alla fisionomia; la bocca semiaperta, con gli angoli sollevati, dà l'illusione del respiro un po' affannoso, e par che nasconda, nella contrazione forzatamente sorridente del volto, il dolore che prova la madre nell'allattare.
Andrea con quest'opera si allontana bruscamente dalla chiarezza classica delle opere fiorentine per giungere ad un modello in cui rinuncia ad un immediato risalto plastico in funzione di un espressionismo tipico di Giovanni Pisano. Le linee curve delle vesti della Vergine si risolvono senza interruzione in quelle del bambino, creando un movimento vorticoso, che dal viso della donna parte per percorrere sinuosamente le spalle, il braccio, le gambe del Bambino fino al viso dello stesso; e in mezzo a questo gioco ondulato, l'unica linea retta, posta quasi ad interrompere bruscamente il movimento dei due corpi, è quella che collega lo sguardo di Maria allo sguardo di Gesù.
Il pulpito del battistero di Pisa è un capolavoro di Nicola Pisano, firmato e datato 1260, tra i capisaldi della scultura italiana.
Verosimilmente iniziato verso il 1257 è un'opera di piena maturità dell'artista, con la quale vengono introdotte contemporaneamente una serie cospicua di novità di assoluto rilievo.
Innanzitutto la struttura a base esagonale non ha precedenti: si pensi al pulpito di Guglielmo già nel duomo di Pisa (oggi in quello di Cagliari) o a quelli diffusi nel XII secolo in Italia meridionale, tutti a base quadrata o rettangolare.
Sostenuto da sei colonne laterali (tre delle quali poggianti su leoni stilofori) ed una centrale con basamento scolpito con tre telamoni, ha il parapetto ornato da cinque pannelli a bassorilievo con scene della vita di Cristo:
Natività
Adorazione dei Magi
Presentazione al tempio
Crocifissione
Giudizio Universale
Sul sesto lato si trova l'apertura per accedere al vano rialzato.
Inoltre tra le colonne sono ricavati archetti trilobati con rilievi nei pennacchi (con Profeti e evangelisti) e sopra i capitelli si trovano altrettante statue con Quattro virtù cardinali, San Giovanni Battista e l'Arcangelo Michele
Da Verzuolo a Piasco
Una delle prime tappe della Carovana Balacaval 2011. Percorso ad Alta Vivibilità (e ad alta frequenza cardiaca!!!) per i Balacaval alle prime armi... (riprese e montaggio di Andrea Fantino, 2011)
Matteo Dho - Il Cerchio
Matteo Dho di Beinette,CN Italy si gioca col cerchio a quest'eta!!! LOOOOL
TORNEO DI POIRINO 07/09/19
Territorio - provincia di Cuneo
VISITA ALL'ABBAZIA DI STAFFARDA