MEDA 25-03-2018 S.MARIA-NASCENTE DOMENICA DELLE PALME
foto amotorie
Le campane di Brescello (RE) - Distesa manuale 2
Brescello (RE), Chiesa Arcipretale di Santa Maria Nascente
Concerto di 5 campane a corda in Mi3 (Regolo Capanni 1950)
Distesa a 5 campane come secondo segno per la Processione con il Crocefisso di don Camillo e la Benedizione del fiume Po
Brescello venne fondata dai Galli Cenomani nel VII secolo a.C.; cinque secoli più tardi il centro venne conquistato dai Romani e ribattezzato Brixellum. Divenuta uno dei più importanti centri della pianura Padana, data la posizione strategica lungo il corso del Po, essa fu teatro del suicidio dell'imperatore Marco Salvio Otone nel 69 d.C. Il riemergere nella storia di Brescello è legato a sant'Ambrogio di Milano, che privò il vescovo ariano Ubaldo della sede di Parma, trasferendola a Brescello nel 372. La diocesi resistette fino alla distruzione della città, avvenuta per mano del re dei Longobardi Agilulfo nel 603 e completata da un diluvio di bibliche dimensioni, che sommerse Brixellum sotto due metri d'acqua e fango. La cattedrale venne rasa al suolo e si dovettero attendere ben due secoli prima dell'edificazione della nuova parrocchiale, nella quale venne riposto il corpo di san Genesio. Il tempio venne demolito nel X secolo, in coincidenza con l'edificazione del monastero dei benedettini, all'interno del quale vennero trasferite le spoglie del santo vescovo. La basilica del monastero venne elevata alla dignità di pieve battesimale, come si legge nella bolla papale di Gregorio IX datata 13 novembre 1233. Il monastero di Brescello venne dato in commenda nel 1409, mentre la parrocchia venne elevata alla dignità arcipresbiterale e trasferita in una nuova sede nel corso del XVI secolo. La nuova chiesa venne edificata in centro al paese che pian piano andava formandosi, in una posizione perpendicolare rispetto all'odierno tempio. All'interno della chiesa vennero trasferite le spoglie di san Genesio la sera del 28 novembre 1798, dopo che la Repubblica Cisalpina aveva soppresso l'abbazia benedettina l'anno precedente. Dell'antica chiesa venne conservato l'abside, dove tutt'ora si trova il corpo di san Genesio, che venne trasformato in una cappella laterale, dalle dimensioni maggiori rispetto alle altre, poiché la pianta della chiesa venne ruotata di novanta gradi. L'antica chiesa medievale venne ricostruita tra il 1829 e il 1837, anno della sua consacrazione. La facciata della chiesa fu ultimata solamente verso la fine del secolo, subendo alcune modifiche in corso d'opera: il campanile venne elevato nel 1896 all'altezza attuale e arricchito da una lanterna, mentre nel 1899 vennero aggiunte le statue di san Genesio e della Madonna del Rosario. Il campanile ospitava un concerto di tre campane, montate secondo il tipico slancio reggiano. Con l'avvento della guerra venne requisita la campana maggiore, ripristinata al termine del conflitto (1946). In occasione della fusione di un nuovo concerto più omogeneo, le campane vennero calate dalla torre e rimontate nel sistema di suono ambrosiano, tipico dell'altra sponda del fiume Po. Il regista comm. Rizzoli fece edificare un elegante protiro nel 1955, come ringraziamento per l'ospitalità ricevuta durante le riprese del film Don Camillo e l'Onorevole Peppone. La chiesa è ricchissima di opere d'arte, tra le quali spiccano per bellezza quelle di Carlo Zatti di Brescello (XIX secolo) e alcune tavole del XVI secolo di scuola lombarda. Di notevole bellezza è una scultura di san Genesio, conservata ora in casa parrocchiale e databile intorno al XIII secolo. Di pregevole fattura è l'organo della ditta Benedetti di Desenzano, costruito nel 1767 per l'antica parrocchiale e ancora oggi funzionante. Tra le numerose opere d'arte qui conservate si ricorda il celebre Cristo dell'altar maggiore, un bel Crocifisso scolpito dal veronese Bruno Avesani per le riprese di Don Camillo, donato successivamente dal regista alla parrocchia. Il Crocifisso si può ammirare in tutta la sua bellezza nella prima cappella di sinistra, sede dell'antico fonte battesimale, ed è divenuto celebre la processione al fiume Po del primo film. Solamente da pochi anni questo viene realmente portato solennemente in processione verso il fiume, al fine di benedire le acque contro le frequenti alluvioni. La parrocchia è intitolata a Santa Maria Nascente e a San Genesio, mentre l'arcipretura è intitolata a Santa Maria Maggiore, per distinguerla dalla chiesa di Santa Maria Minore, l'antica chiesa della Concezione.
S.Messa Domenica delle Palme - 25/3/2018
Campane di Traversella (TO) - Angelus solenne
Campanile di Santa Croce in Traversella (TO)
3 campane in mi3 fuse da Achille Mazzola nel 1924
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Angelus solenne nella festa della Madonna di Cali (Beata Vergine della Neve), 6 agosto 2017: carillon 18 (già programmato come angelus festivo), tribauda tradizionale (in elettrico manuale by digema85) e carillon 11.
Un caloroso ringraziamento al parroco don Matteo, al sindaco Renza Colombatto e al sig. Francesco Franza per la cortese disponibilità dimostrata!
FB:
WEB:
Le campane dell'Abbazia di Viboldone (MI) [Registrazione audio del plenum ascendente]
San Giuliano Milanese (MI), fraz. Viboldone
Abbazia dei Santi Pietro e Paolo
3 campane (RE5 Nicola Bonavilla 1727; FA#4 Francesco Faletti 1566; SIb3 Antonio Busca 1456)
Plenum delle 3 campane
L'abbazia di Viboldone venne fondata nel 1176, anno del decesso dell'arcivescovo milanese san Galdino, e completata nell'anno 1348 dagli Umiliati, un ordine religioso formato da monaci, monache e laici che avevano in custodia la chiesa. Nel corso del XIV secolo, la comunità di Viboldone cominciò ad allargarsi in modo consistente, potendo così trovare fondi per il completamento della chiesa, che fino ad allora era costituita dal solo abside e dalla prima campata. La torre campanaria risale alla seconda metà del secolo, edificata in modo da risultare in corrispondenza perfetta con il tiburio della chiesa, secondo la tradizione monastica cistercense. Le forme della torre campanaria richiamano l'impianto decorativo della facciata, completata nel 1348 sotto la spinta del preposto Guglielmo Villa. La sobrietà degli elementi architettonici esterni dell'abbazia di San Pietro degli Umiliati, farebbero intendere la chiesa come spoglia al suo interno. L'abbazia ospita numerosissimi e celebri affreschi di scuola giottesca: nella parete frontale del tiburio è raffigurata, la Madonna Regina tra i santi, opera datata 1349. Sulla parete di fronte è dipinto il Giudizio Universale di Giusto de' Menabuoi, opera che verrebbe fatta risalire intorno al 1360. Al centro dell'affresco, avvolto in una mandorla iridescente, si staglia la figura di Cristo, intento a giudicare le anime benedette o dannate, mentre sullo sfondo due angeli sono intenti ad arrotolare il tempo della storia, facendo intravedere alle spalle la Gerusalemme celeste. Il 10 marzo 1456 venne posta sulla torre una campana, fusa da Antonio Busca per volere di Stefano di Arsago, generale dell'ordine degli Umiliati. A questa campana ne venne aggiunta una seconda di minori dimensioni, fusa un secolo più tardi da un maestro fonditore del cremonese, Francesco Faletti. Dopo la soppressione degli Umiliati, per volere di san Carlo Borromeo la custodia dell'abbazia passò ai Benedettini Olivetani, a loro volta soppressi dal governo austriaco e costretti ad abbandonare l'abbazia nel 1773. Durante il periodo benedettino, al campanile venne aggiunta una terza e più piccola campana, fusa dalla fonderia Bonavilla di Milano, probabilmente in sostituzione di un antico bronzo del XV secolo. Nel corso dei secoli successivi, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo venne di fatto abbandonata e cadde in rovina. L'edificio venne salvato nel corso del 1896 grazie a un restauro provvidenziale, che si limitò al solo edificio sacro, unica porzione rimasta pressoché integra dell'antica abbazia. Nell'anno 1940 il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster offrì l'abbazia a una comunità di religiose, in origine appartenente alle Benedettine di Priscilla. Viboldone venne eretto a monastero delle benedettine l'1 maggio 1941. All'interno del monastero è custodita una quarta campana, donata da un privato e posta nel giardino retrostante la chiesa. Il bronzo è stato fuso dalla fonderia Capanni nel 1972.