In viaggio nel Medioevo nelle province di Parma e Piacenza
Domenica 1 e lunedì 2 marzo 2015, un viaggio nel Medioevo tra le province di Parma e Piacenza. Nel video il Duomo e il Battistero di Parma, l'Abbazia cistercense di Fontevivo, la Rocca Sanvitale di Fontanellato, il castello di Castelguelfo, il castello di Bardi, il castello di Vigoleno, la pieve di San Giorgio a Vigoleno, il Duomo di Fidenza, la pieve di San Genesio a San Secondo Parmense e la Rocca dei Rossi di San Secondo Parmense.
Campane di Polesine Parmense(Pr) Angelus festivo
Polesine Zibello (Pr)
Frazione Polesine Parmense
Chiesa Parrocchiale dei Santi Vito e Modesto
Diocesi di Fidenza
Concerto di 8 campane in Mi3 fuse da :
- Mi3-Fa#3-Sol#3-La3-Si3-Do#4 Capanni nel 1982
- Mib4-Mi4 Capanni 2016
Sistema:
- Mi3-Fa#3-Sol#3-La3-Si3-Do#4 Ambrosiano
- Mib4 - Mi4 Fisse
Distesa delle 6 campane maggiori per l'Angelus Festivo
Maggio 2017
CHIESA PARROCCHIALE dei Santi Vito e Modesto Martiri
STORIA
Di Polesine ne esistevano una volta due: Polesine dei Manfredi, situata presso Stagno Parmense, Polesine di S. Vito, l'odierna; l'una con chiesa dedicata a S. Martino sottoposta alla pieve di S. Genesio (S. Secondo) in diocesi di Parma; l'altra con chiesa dedicata ai Ss. Vito e Modesto sottoposta alla pieve di Cucullo (Pieveottoville) in diocesi di Cremona. Polesine dei Manfredi scomparve per erosione del Po; il Dalla Torre, nel suo manoscritto del 1564 che elenca le chiese, i monasteri ed i benefici esistenti a quella data nella diocesi di Parma, cita la sua chiesa quale ecclesia Polesni curata, da molti anni occupata dai cremonesi: e aggiunge questa postilla: Quae noncupabatur Polesni Manfredorum et erat Parmensi, sed Ecclesia et tota villa fuit a flumine Padi consumata et exportata: ideo de ea nulla est habenda ratio. L'ultimo atto che faccia esplicito riferimento al paese è del 12 luglio 1299 e riguarda il pagamento di dazi al vescovo di Cremona, che nella zona esercitava anche il potere temporale. I riferimenti all'altra Polesine, quella di S. Vito, sono numerosi a decorrere dal 1186, ma in nessuna delle pergamene comunali pubblicate è citata la sua chiesa, che tradizionalmente è ritenuta di antica fondazione. E soltanto nella bolla di Eugenio IV del 9 luglio 1436 che essa figura per la prima volta accanto alle altre chiese della diocesi cremonese sottoposte alla collegiata di Busseto, eretta su istanza di Orlando Pallavicino, feudatario del luogo, e da questi largamente beneficiata. Da notare che, costituitosi nel 1457 il feudo di Polesine assegnato a Gian Manfredo nella divisione dello Stato Pallavicino tra i numerosi figli del predetto Orlando la chiesa del paese, diversamente da quanto si verificò negli altri feudi pallaviciniani per ragioni di prestigio, non si emancipò dalla matrice di Busseto. Rimase una semplice rettoria anche dopo l'erezione della diocesi di Borgo San Donnino; divenne arcipretura nel 1753. Nondimeno i Pallavicino fecero ricostruire la chiesa e donarono ad essa arredi, sacre suppellettili e la pala dell'altare maggiore. La parrocchia ebbe inizialmente una giurisdizione territoriale ragguardevole che si estendeva anche nell'Oltrepò cremonese; questa parte è ora ridotta ad una porzione dell'isola Gerla. Comprendeva pure la frazione di S. Franca, che per decreto vescovile del 7 dicembre 1938 ne fu stralciata e assegnata a Vidalenzo. Per decreto vescovile del 20 gennaio 1962 furono però aggregate alla giurisdizione ecclesiastica di Polesine le località Motta e Consolatici Inferiore, sottratte a S. Croce.
Le campane di Brescello (RE) - Processione con il Crocefisso di don Camillo
Brescello (RE), Chiesa Arcipretale di Santa Maria Nascente
Concerto di 5 campane a corda in Mi3 (Regolo Capanni 1950)
Suonate a festa e distesa a 5 campane come primo segno per la Processione con il Crocefisso di don Camillo e la Benedizione del fiume Po
Brescello venne fondata dai Galli Cenomani nel VII secolo a.C.; cinque secoli più tardi il centro venne conquistato dai Romani e ribattezzato Brixellum. Divenuta uno dei più importanti centri della pianura Padana, data la posizione strategica lungo il corso del Po, essa fu teatro del suicidio dell'imperatore Marco Salvio Otone nel 69 d.C. Il riemergere nella storia di Brescello è legato a sant'Ambrogio di Milano, che privò il vescovo ariano Ubaldo della sede di Parma, trasferendola a Brescello nel 372. La diocesi resistette fino alla distruzione della città, avvenuta per mano del re dei Longobardi Agilulfo nel 603 e completata da un diluvio di bibliche dimensioni, che sommerse Brixellum sotto due metri d'acqua e fango. La cattedrale venne rasa al suolo e si dovettero attendere ben due secoli prima dell'edificazione della nuova parrocchiale, nella quale venne riposto il corpo di san Genesio. Il tempio venne demolito nel X secolo, in coincidenza con l'edificazione del monastero dei benedettini, all'interno del quale vennero trasferite le spoglie del santo vescovo. La basilica del monastero venne elevata alla dignità di pieve battesimale, come si legge nella bolla papale di Gregorio IX datata 13 novembre 1233. Il monastero di Brescello venne dato in commenda nel 1409, mentre la parrocchia venne elevata alla dignità arcipresbiterale e trasferita in una nuova sede nel corso del XVI secolo. La nuova chiesa venne edificata in centro al paese che pian piano andava formandosi, in una posizione perpendicolare rispetto all'odierno tempio. All'interno della chiesa vennero trasferite le spoglie di san Genesio la sera del 28 novembre 1798, dopo che la Repubblica Cisalpina aveva soppresso l'abbazia benedettina l'anno precedente. Dell'antica chiesa venne conservato l'abside, dove tutt'ora si trova il corpo di san Genesio, che venne trasformato in una cappella laterale, dalle dimensioni maggiori rispetto alle altre, poiché la pianta della chiesa venne ruotata di novanta gradi. L'antica chiesa medievale venne ricostruita tra il 1829 e il 1837, anno della sua consacrazione. La facciata della chiesa fu ultimata solamente verso la fine del secolo, subendo alcune modifiche in corso d'opera: il campanile venne elevato nel 1896 all'altezza attuale e arricchito da una lanterna, mentre nel 1899 vennero aggiunte le statue di san Genesio e della Madonna del Rosario. Il campanile ospitava un concerto di tre campane, montate secondo il tipico slancio reggiano. Con l'avvento della guerra venne requisita la campana maggiore, ripristinata al termine del conflitto (1946). In occasione della fusione di un nuovo concerto più omogeneo, le campane vennero calate dalla torre e rimontate nel sistema di suono ambrosiano, tipico dell'altra sponda del fiume Po. Il regista comm. Rizzoli fece edificare un elegante protiro nel 1955, come ringraziamento per l'ospitalità ricevuta durante le riprese del film Don Camillo e l'Onorevole Peppone. La chiesa è ricchissima di opere d'arte, tra le quali spiccano per bellezza quelle di Carlo Zatti di Brescello (XIX secolo) e alcune tavole del XVI secolo di scuola lombarda. Di notevole bellezza è una scultura di san Genesio, conservata ora in casa parrocchiale e databile intorno al XIII secolo. Di pregevole fattura è l'organo della ditta Benedetti di Desenzano, costruito nel 1767 per l'antica parrocchiale e ancora oggi funzionante. Tra le numerose opere d'arte qui conservate si ricorda il celebre Cristo dell'altar maggiore, un bel Crocifisso scolpito dal veronese Bruno Avesani per le riprese di Don Camillo, donato successivamente dal regista alla parrocchia. Il Crocifisso si può ammirare in tutta la sua bellezza nella prima cappella di sinistra, sede dell'antico fonte battesimale, ed è divenuto celebre la processione al fiume Po del primo film. Solamente da pochi anni questo viene realmente portato solennemente in processione verso il fiume, al fine di benedire le acque contro le frequenti alluvioni. La parrocchia è intitolata a Santa Maria Nascente e a San Genesio, mentre l'arcipretura è intitolata a Santa Maria Maggiore, per distinguerla dalla chiesa di Santa Maria Minore, l'antica chiesa della Concezione.
Un ringraziamento all'arciprete don Evandro e al sagrestano Luigi.
Le campane di Brescello (RE) - Distesa manuale
Brescello (RE), Chiesa Arcipretale di Santa Maria Nascente
Concerto di 5 campane a corda in Mi3 (Regolo Capanni 1950)
Distesa a 5 campane
Brescello venne fondata dai Galli Cenomani nel VII secolo a.C.; cinque secoli più tardi il centro venne conquistato dai Romani e ribattezzato Brixellum. Divenuta uno dei più importanti centri della pianura Padana, data la posizione strategica lungo il corso del Po, essa fu teatro del suicidio dell'imperatore Marco Salvio Otone nel 69 d.C. Il riemergere nella storia di Brescello è legato a sant'Ambrogio di Milano, che privò il vescovo ariano Ubaldo della sede di Parma, trasferendola a Brescello nel 372. La diocesi resistette fino alla distruzione della città, avvenuta per mano del re dei Longobardi Agilulfo nel 603 e completata da un diluvio di bibliche dimensioni, che sommerse Brixellum sotto due metri d'acqua e fango. La cattedrale venne rasa al suolo e si dovettero attendere ben due secoli prima dell'edificazione della nuova parrocchiale, nella quale venne riposto il corpo di san Genesio. Il tempio venne demolito nel X secolo, in coincidenza con l'edificazione del monastero dei benedettini, all'interno del quale vennero trasferite le spoglie del santo vescovo. La basilica del monastero venne elevata alla dignità di pieve battesimale, come si legge nella bolla papale di Gregorio IX datata 13 novembre 1233. Il monastero di Brescello venne dato in commenda nel 1409, mentre la parrocchia venne elevata alla dignità arcipresbiterale e trasferita in una nuova sede nel corso del XVI secolo. La nuova chiesa venne edificata in centro al paese che pian piano andava formandosi, in una posizione perpendicolare rispetto all'odierno tempio. All'interno della chiesa vennero trasferite le spoglie di san Genesio la sera del 28 novembre 1798, dopo che la Repubblica Cisalpina aveva soppresso l'abbazia benedettina l'anno precedente. Dell'antica chiesa venne conservato l'abside, dove tutt'ora si trova il corpo di san Genesio, che venne trasformato in una cappella laterale, dalle dimensioni maggiori rispetto alle altre, poiché la pianta della chiesa venne ruotata di novanta gradi. L'antica chiesa medievale venne ricostruita tra il 1829 e il 1837, anno della sua consacrazione. La facciata della chiesa fu ultimata solamente verso la fine del secolo, subendo alcune modifiche in corso d'opera: il campanile venne elevato nel 1896 all'altezza attuale e arricchito da una lanterna, mentre nel 1899 vennero aggiunte le statue di san Genesio e della Madonna del Rosario. Il campanile ospitava un concerto di tre campane, montate secondo il tipico slancio reggiano. Con l'avvento della guerra venne requisita la campana maggiore, ripristinata al termine del conflitto (1946). In occasione della fusione di un nuovo concerto più omogeneo, le campane vennero calate dalla torre e rimontate nel sistema di suono ambrosiano, tipico dell'altra sponda del fiume Po. Il regista comm. Rizzoli fece edificare un elegante protiro nel 1955, come ringraziamento per l'ospitalità ricevuta durante le riprese del film Don Camillo e l'Onorevole Peppone. La chiesa è ricchissima di opere d'arte, tra le quali spiccano per bellezza quelle di Carlo Zatti di Brescello (XIX secolo) e alcune tavole del XVI secolo di scuola lombarda. Di notevole bellezza è una scultura di san Genesio, conservata ora in casa parrocchiale e databile intorno al XIII secolo. Di pregevole fattura è l'organo della ditta Benedetti di Desenzano, costruito nel 1767 per l'antica parrocchiale e ancora oggi funzionante. Tra le numerose opere d'arte qui conservate si ricorda il celebre Cristo dell'altar maggiore, un bel Crocifisso scolpito dal veronese Bruno Avesani per le riprese di Don Camillo, donato successivamente dal regista alla parrocchia. Il Crocifisso si può ammirare in tutta la sua bellezza nella prima cappella di sinistra, sede dell'antico fonte battesimale, ed è divenuto celebre la processione al fiume Po del primo film. Solamente da pochi anni questo viene realmente portato solennemente in processione verso il fiume, al fine di benedire le acque contro le frequenti alluvioni. La parrocchia è intitolata a Santa Maria Nascente e a San Genesio, mentre l'arcipretura è intitolata a Santa Maria Maggiore, per distinguerla dalla chiesa di Santa Maria Minore, l'antica chiesa della Concezione.
Un ringraziamento all'arciprete don Evandro e al sagrestano Luigi.
Le campane di Brescello (RE) - Distesa manuale 2
Brescello (RE), Chiesa Arcipretale di Santa Maria Nascente
Concerto di 5 campane a corda in Mi3 (Regolo Capanni 1950)
Distesa a 5 campane come secondo segno per la Processione con il Crocefisso di don Camillo e la Benedizione del fiume Po
Brescello venne fondata dai Galli Cenomani nel VII secolo a.C.; cinque secoli più tardi il centro venne conquistato dai Romani e ribattezzato Brixellum. Divenuta uno dei più importanti centri della pianura Padana, data la posizione strategica lungo il corso del Po, essa fu teatro del suicidio dell'imperatore Marco Salvio Otone nel 69 d.C. Il riemergere nella storia di Brescello è legato a sant'Ambrogio di Milano, che privò il vescovo ariano Ubaldo della sede di Parma, trasferendola a Brescello nel 372. La diocesi resistette fino alla distruzione della città, avvenuta per mano del re dei Longobardi Agilulfo nel 603 e completata da un diluvio di bibliche dimensioni, che sommerse Brixellum sotto due metri d'acqua e fango. La cattedrale venne rasa al suolo e si dovettero attendere ben due secoli prima dell'edificazione della nuova parrocchiale, nella quale venne riposto il corpo di san Genesio. Il tempio venne demolito nel X secolo, in coincidenza con l'edificazione del monastero dei benedettini, all'interno del quale vennero trasferite le spoglie del santo vescovo. La basilica del monastero venne elevata alla dignità di pieve battesimale, come si legge nella bolla papale di Gregorio IX datata 13 novembre 1233. Il monastero di Brescello venne dato in commenda nel 1409, mentre la parrocchia venne elevata alla dignità arcipresbiterale e trasferita in una nuova sede nel corso del XVI secolo. La nuova chiesa venne edificata in centro al paese che pian piano andava formandosi, in una posizione perpendicolare rispetto all'odierno tempio. All'interno della chiesa vennero trasferite le spoglie di san Genesio la sera del 28 novembre 1798, dopo che la Repubblica Cisalpina aveva soppresso l'abbazia benedettina l'anno precedente. Dell'antica chiesa venne conservato l'abside, dove tutt'ora si trova il corpo di san Genesio, che venne trasformato in una cappella laterale, dalle dimensioni maggiori rispetto alle altre, poiché la pianta della chiesa venne ruotata di novanta gradi. L'antica chiesa medievale venne ricostruita tra il 1829 e il 1837, anno della sua consacrazione. La facciata della chiesa fu ultimata solamente verso la fine del secolo, subendo alcune modifiche in corso d'opera: il campanile venne elevato nel 1896 all'altezza attuale e arricchito da una lanterna, mentre nel 1899 vennero aggiunte le statue di san Genesio e della Madonna del Rosario. Il campanile ospitava un concerto di tre campane, montate secondo il tipico slancio reggiano. Con l'avvento della guerra venne requisita la campana maggiore, ripristinata al termine del conflitto (1946). In occasione della fusione di un nuovo concerto più omogeneo, le campane vennero calate dalla torre e rimontate nel sistema di suono ambrosiano, tipico dell'altra sponda del fiume Po. Il regista comm. Rizzoli fece edificare un elegante protiro nel 1955, come ringraziamento per l'ospitalità ricevuta durante le riprese del film Don Camillo e l'Onorevole Peppone. La chiesa è ricchissima di opere d'arte, tra le quali spiccano per bellezza quelle di Carlo Zatti di Brescello (XIX secolo) e alcune tavole del XVI secolo di scuola lombarda. Di notevole bellezza è una scultura di san Genesio, conservata ora in casa parrocchiale e databile intorno al XIII secolo. Di pregevole fattura è l'organo della ditta Benedetti di Desenzano, costruito nel 1767 per l'antica parrocchiale e ancora oggi funzionante. Tra le numerose opere d'arte qui conservate si ricorda il celebre Cristo dell'altar maggiore, un bel Crocifisso scolpito dal veronese Bruno Avesani per le riprese di Don Camillo, donato successivamente dal regista alla parrocchia. Il Crocifisso si può ammirare in tutta la sua bellezza nella prima cappella di sinistra, sede dell'antico fonte battesimale, ed è divenuto celebre la processione al fiume Po del primo film. Solamente da pochi anni questo viene realmente portato solennemente in processione verso il fiume, al fine di benedire le acque contro le frequenti alluvioni. La parrocchia è intitolata a Santa Maria Nascente e a San Genesio, mentre l'arcipretura è intitolata a Santa Maria Maggiore, per distinguerla dalla chiesa di Santa Maria Minore, l'antica chiesa della Concezione.
Carmela Rozza: Rozzano
Sesta tappa del viaggio del PD nei quartieri popolari. Questa volta siamo a Rozzano
PAM INAUGURAZIONE DUCATO 1994
l'inaugurazione del ducato m00 nel 1994 corona un periodo storico indimenticabile per la PAM. L'ambulanza assunze il nome della madrina, Alessandra Zai. Nelle immagini si vedono alcuni dei soci anziani che ci hanno lasciato: Arrighi Ermenegildo detto Gildo, Salvadori Genesio, Luigi Zai, Alessio Rottigni e Titti, al secolo Aldo Bastia, uno dei tanti fedelissimi meccanici che ha curato per decenni il parco macchine della pam, gau croce bianca e Burlando. questo filmato e' dedicato particolarmente a loro.
BERCETO - LA NOTTE DELLE PIEVI.mpeg
IL DUOMO DI BERCETO SOTTO I RIFLETTORI
Shopping al interspar di bolzano siiiiiiiiiii
Spesa vi consiglio il supermercato e molto grande e ci sono offerte molto figo yessssss yes yessssssssssssss
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Fornovo di Taro è un comune di 6.080 abitanti della provincia di Parma. Confina con i seguenti comuni: Collecchio, Medesano, Sala Baganza, Solignano, Terenzo, Varano de' Melegari. Fornovo è una località posta alla confluenza dei fiumi Taro e Ceno, punto di collegamento tra la pianura e il mare, attraverso una rete viaria, autostradale e ferroviaria. La sua peculiarità di luogo di transito e di scambio, che l'ha reso protagonista di molteplici vicende nel corso della storia, può essere esemplificata dalle due anime del paese: il centro storico con il suo monumento più importante, la Pieve di S. Maria Assunta, sosta obbligata per i pellegrini che nel Medioevo iniziavano la salita verso Monte Bardone e la Società Petrolifera Italiana che qui ha trovato la più pregiata merce del XX secolo: l'oro nero.
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CASERTA VOLLEY - MONDRAGONE VOLLEY
saluto iniziale