Settimo Vittone (Battistero di San Lorenzo) Trailer
A passo di nordic walking a Settimo Vittone
Giugno 2018 - Esperienza in Canavese #VisitCanavese
Su tratto della Via Francigena di Sigerico a passo di Nordic Walking. Una rigenerante merenda sinoira fusion al Ristorante L’Angelo, una pausa dedicata all’arte per ammirare uno dei più importanti complessi architettonici del Piemonte, il Battistero di San Giovanni Battista con la Pieve di San Lorenzo, e la scoperta di selezionati prodotti tipici locali alla Bottega del Viandante.
Nuova illuminazione nella Pieve di San Lorenzo. L'inaugurazione
BORGO SAN LORENZO - Venerdì 21 luglio è stata presentata davanti a tante persone ed autorità la nuova illuminazione dell'abside della Pieve di San Lorenzo, della tavola giottesca Madonna con Bambino e di altre opere trecentesche voluta dall'Unione dei comuni in accordo con la Parrocchia, nell'ambito delle celebrazioni per il 750° anniversario della nascita del pittore mugellano.
Articolo qui:
B&B L'Ospitalità del Castello Settimo Vittone
Piccola struttura ricettiva di 3 camere (Viole, Iris, Rose) realizzata all'interno delle mura del castello di Settimo Vittone che sovrasta il paese. A solo 1 km dalla strada statale 26, a 3 km dal casello autostradale A5 di Quincinetto, a soli 50 km sia da Aosta che da Torino, ospitalità famigliare.
Abbazia di S.Salvatore e S.Lorenzo a Settimo
Bollettino di Scandicci - Facebook
di Luciano Edili e Roberto Venturini
Casale in Pietra | Settimo vittone
La propietà sorge sulla Via Francigena a metà strada circa tra la Pieve e il battistero di S Lorenzo (bene segnalato dal FAI) e il parco avventura 'La Turna'. Il terreno che circonda la proprietà di circa 20000 mq, si estende su ampie balze verdeggianti contornate da muri a secco e dai tipici 'Tupiun' in pietra (volano termico per gli antichi vigneti). Da qui si può ammirare Il castello di Montestrutto e la Cappella di San Giacomo di Montestrutto risalente al XI secolo.
Il microclima favorisce la coltivazione di piante come l'olivo,infatti estirpate le vecchie vigne, ne sono stati piantati per la produzione familiare. A febbraio le mimose fioriscono abbondantemente e ne sono state piantate un pò ovunque. Ad aprile si può ammirare la fioritura delle azalee, cespusgli decennali che sono stati piantati su un versante rialzato lungo la mulattiera. Un vistoso glicine i cui grappoli raggiungono il metro di lunghezza segna il passaggio su un ponticello sopra un rio la cui acqua sorgiva proveniente da falde superiori scorre neil periodo più piovoso. Un grande ciliegio ad ombrello offre riparo nei mesi estivi. Più ne pressi dell'abitazione sono stati piantati alberi ornamentali come la camelia (centro giardino) l'acero e dei ricospernum che in estate si colorano di bianco profumando l'aria.Tutte le balze sono comunicanti tra loro mediante passaggi e stradine e consentono di essere raggiunte con piccoli mezzi per la manutenzione il taglio dell'erba (la proprietà dispone di un trattorino con sistema mulcing).
Le due unità abitative indipendenti di circa 75 m2, ma in origine l'abitazione era unica. Ogni unità ha una propria caldaia (poste all'esterno sul retro dell'abitazione) con riscaldamento GPL e rispettivi contatori. Sono presenti anche una stufa a pellet e due caminetti a legna (uno in ogni abitazione) di cui uno con monoblocco interno e bocche di areazione per il riscaldamento dell'intera abitazione. L'ultima ristrutturazione risale al 1993 che ha visto la trasformazione del vecchio fienile in un locale soppalcato e il mantenimento di parte delle pareti in pietra originale. Una porzione di tetto a vista è stata completamente rifatta con isotec, travi in legno di duglas, 2 vasistas (sostituiti circa 5 anni fa) e rivestimento in perline verniciate. Sul pavimento sono state posate piastrelle in cotto e nello stesso locale è stato ricavato il bagno. Attaverso un arco in pietre originali si accede alla sala con pavimento i legno di rovere alburnato a lisca di pesce e poi in cucina dove sono state mantenute le vecchie piastrelle di graniglia di marmo. I serramenti sono con vetri sono stati posati nel 1993. L'altra unità abitativa si sviluppa su due livelli mantenendo la struttura e i materiali originari. Porte e finestre sono state sostituite circa 5 anni fa.
La Gran Masun e La Chiesa dei Disciplini di Carema | Unione Montana Mombarone
Carema oltre che essere un paese pregiato per il suo vino d.o.c. ha anche un altro aspetto interessante che non riguarda l'enogastronomia bensì la sua storia architettonica.
Uno degli edifici più vecchi è la Chiesa dei Disciplini, nota a tutti i caremesi come Cappella Suplin.
Risalente al 1649, è l’antica chiesa appartenuta alla Confraternita del SS. Sacramento, che presiedeva e accompagnava i riti funebri. Sulla facciata romanica si ritrovano, scolpiti negli stipiti in pietra del portale e dell’architrave delle finestre, le decorazioni a goccia rovesciata tipiche del Medioevo valdostano.
Un’altra costruzione risalente al passato è la GRAN MASUN, una massiccia cassaforte di epoca altomedievale. E’ una costruzione in pietra che rispecchia un’architettura di tipo comacino-ticinese. Secondo la tradizione vi aveva sede il presidio militare e vi si amministrava la giustizia: sulla casa infatti domina una torretta, probabilmente di vedetta e il sotterraneo fu forse l’antica prigione. Vi è inoltre un’ampia cantina che veniva utilizzata per la conservazione del vino e che oggi ospita eventi di degustazione.
L’unione Mombarone nasce nel dicembre del 2014 e comprende i Comuni di Andrate, Carema, Nomaglio, e Settimo Vittone; tutti piccoli comuni che si caratterizzano per le tipicità enogastronomiche. Ad esempio, Andate si distingue per il burro e i formaggi, Carema per il vino, Settimo per gli ulivi e Nomaglio per la castanicoltura.
Comune di Andrate:
Comune di Carema:
Comune di Nomaglio:
Comune di Settimo Vittone:
In collaborazione con l'Istituto C.Olivetti di Ivrea
Regia e Fotografia: Matteo Melai
Fonico: Christian Volpe
Fotografo di Scena: Mattia Bordet
Runner: Andrea Lancieri
Montaggio:
Andrea Lancieri
Christian Volpe
Matteo Melai
Mattia Bordet
• Licence:
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Song: MBB - Fresh (Vlog No Copyright Music)
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Het legendarische leven van Sinterklaas en de Kerstman in de kunst - Deel 4: De drie Dode Jongens
Naast de beschermheilige van kinderen is Sint Nicolaas ook de schutspatroon van scholieren en studenten. Drie jongens (in sommige varianten gaat het om schoolkinderen en in andere om studenten) waren op weg naar een school in Athene. Onderweg besloten ze te overnachten in een herberg.................
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BreinWekker: brein wekkende informatie over allerhande onderwerpen
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Bronnen:
Afbeeldingen:
Hele oude muurschildering, Onbekende schilder, Saint Nicholas and the miracle of the brine, fresco, XIV century, Pieve di San Lorenzo; Settimo Vittone, Turin, Italy: By Laurom (Own work) [CC BY-SA 3.0 ( or GFDL ( via Wikimedia Commons
Steen met Sinterclaes bij huis aan de Dam te Amsterdam: By Rudolphous (Own work) [CC BY-SA 3.0 nl ( via Wikimedia Commons
Saint Nicolaas wekt één van de scholieren weer tot leven, Ausschnitt aus dem Altarbild der Kirche St. Mariae in Mühlhausen/Thüringen.: door Friedrichsen,
Raamdecoratie in een kerk in Maxéville : Door G.Garitan (Eigen werk) [Public domain, GFDL ( undefined CC BY-SA 3.0 ( via Wikimedia Commons
Houten beeld Sint Nicolaas en de drie jongens in het pekelvat, ca. 1500: door Postdlf,
Fresco Agnolo Gaddi: Door Sailko (Eigen werk) [CC BY 3.0 ( via Wikimedia Commons
Muziek:
We Wish You a Merry Christmas- Classical Guitar - Played,Arr.-DONGHWAN_ NOH:
A Happy Christmas Fiddle Tune:
Nebbie sul Castello Borello
onirica atmosfera sul castello...
TRANSUMANZA 2014 ITALY
Transumanza da Montefalco a Pettino
Chiese di PISA: S. NICOLA - S. FREDIANO - CARMINE - S. CATERINA - S. CECILIA - S. GIUSEPPE
Badia a settimo
Visita alla badia nel comune di scandicci.
Castiglione Olona (Varese) palazzo Branda - Castiglioni e chiesa di Villa - slideshow
Un tempo storica dimora del Cardinale Branda Castiglioni ed oggi sosta indispensabile per comprendere appieno lo spessore culturale di una figura così importante.
Proprio in questo edificio ci sono le testimonianze più rappresentative del suo pensiero umanista interpretato dalle abilità pittoriche e scultoree di Masolino e del Vecchietta, i quali poterono sperimentare le rese prospettiche apprese a Firenze attraverso gli insegnamenti di Leon Battista Alberti. I discendenti del Cardinale contribuirono ad arricchire questo patrimonio, commissionando ritratti di famiglia e collezionando preziosi oggetti di arredo che oggi si uniscono alle testimonianze più antiche.
Si affaccia sulla piazzetta del borgo antico, è costituito da due corpi di fabbrica del XIV e del XV sec.
Come raccordo tra i due elementi architettonici ne fu eretto un terzo che racchiude al piano inferiore la Cappella di San Martino ed al piano nobile una stupenda e quanto rara loggia rinascimentale con il ciclo degli Uomini Illustri di un artista di scuola senese.
Le facciate, in finto bugnato, sono ingentilite da stupende finestre in arenaria e in formelle di cotto, mentre lo stemma di Francesco Sforza ci richiama alla memoria l'antico dominio del Ducato di Milano.
Masolino affrescò nel 1435 nella stanza indicata come lo studiolo del Cardinale uno stupendo ed irreale paesaggio che la tradizione locale vuole sia quello di “Veszprèm”, la località dell’Ungheria dove il Prelato fu conte e Legato Pontificio a partire dal 1410 e dove si consolidò la proficua amicizia tra il Maestro fiorentino ed il Porporato.
Un artista ignoto, di scuola lombarda, dipinse invece nel 1423 la così detta camera del Cardinale con alberi da frutta, puttini festanti, decorazioni tardo-gotiche e motti tratti da autori classici latini, che raccontano un raffinato testamento spirituale del Cardinale Castiglioni.
Al piano inferiore la Cappella Cardinalizia celebra la Gerusalemme Celeste narrata nell’Apocalisse di San Giovanni ed il Mistero Eucaristico enunciato dall’Evangelista Giovanni. L’opera pittorica è stata attribuita a Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, che l’affrescò nel 1437 e l’adornò di piccoli peducci in arenaria raffiguranti angeli in contemplazione.
Passaggio degli sponsor del Giro d'Italia a San Giusto Canavese 19/05/2012
14° tappa: Alta montagna
Lunghezza del percorso: 206 KM
I comuni toccati:
Borgofranco d'Ivrea Carema Carmagnola Foglizzo Ivrea Mercenasco Moncalieri Montalenghe Montalto Dora Pavone Canavese Romano Canavese San Benigno Canavese San Giusto Canavese Santena Scarmagno Settimo Torinese Settimo Vittone Torino Villastellone Volpiano Bra Sanfré Sommariva del Bosco Antey-Saint-André Arnad Bard Brusson Challand-Saint-Anselme Challand-Saint-Victor Chatillon Donnas Pont-Saint-Martin Saint-Vincent Valtournenche Verrés Fagnano Olona Lonate Ceppino Tradate Albavilla Albese con Cassano Appiano Gentile Como Erba Eupilio Lipomo Lurate Caccivio Montano Lucino Oltrona di San Mamette Pusiano Tavernerio Villa Guardia Berbenno Brembilla Costa Valle Imagna Gerosa Sant'Omobono Terme Taleggio Valsecca Vedeseta Ballabio Barzio Calolziocorte Cassina Valsassina Cesana Brianza Civate Cremeno Galbiate Lecco Malgrate Moggio Pasturo Suello Cremeno Torre de' Busi Valmadrera Vercurago Limone sul Garda Barbiano Bolzano Bressanone Bronzolo Chienes Chiusa Cornedo all'Isarco Egna Falzes Fiè allo Sciliar Laives Montagna Naz-Sciaves Ora Renon Rio di Pusteria Salorno Vandoies Villandro Velturno Arco Calavino Dro Faedo Giovo Lavis Padergnone Riva del Garda San Michele all'Adige Trento Vezzano Ledro Badia Marebbe San Lorenzo di Sebato San Martino in Badia Terento La Valle Agordo Alleghe Cencenighe Agordino Colle Santa Lucia Cortina d'Ampezzo Forno di Zoldo La Valle Agordina Livinallongo del Col di Lana Rocca Pietore San Tomaso Agordino Selva di Cadore Taibon Agordino Zoldo Alto Alano di Piave Belluno Borca di Cadore Calalzo di Cadore Castellavazzo Cesiomaggiore Lentiai Longarone Ospitale di Cadore Perarolo di Cadore Pieve di Cadore Ponte nelle Alpi Santa Giustina San Vito di Cadore Sedico Valle di Cadore Vas Vodo Cadore Altivole Caerano di San Marco Castelfranco Veneto Cornuda Crocetta del Montello Pederobba Vedelago Nova Ponente Bieno Borgo Valsugana Carano Carzano Castello-Molina di Fiemme Castello Tesino Castelnuovo Cavalese Daiano Pieve Tesino Scurelle Strigno Telve Tesero Varena Feltre Fonzaso Lamon Quero Seren del Grappa Sovramonte Montebelluna Paese Trevignano Treviso Aprica Bianzone Bormio Chiuro Grosio Grosotto Lovero Mazzo di Valtellina Piateda Poggiridenti Ponte in Valtellina Sernio Sondalo Teglio Tirano Tovo di Sant'Agata Tresivio Valdidentro Valdisotto Villa di Tirano Corteno Golgi Edolo Incudine Monno Ponte di Legno Temù Vezza d'Oglio Vione Caldes Commezzadura Croviana Dimaro Malè Mezzana Monclassico Ossana Pellizzano Terzolas Vermiglio Milano
Belluno (Veneto) la città INTERA in 8 minuti - di giorno & di notte - slideshow
Belluno, porta delle Dolomiti e al tempo stesso finestra aperta verso la pianura veneta, è un piccolo ma prezioso gioiello incastonato in una splendida corona di rilievi montuosi che la abbracciano tutta intorno, a sud con i dolci profili delle Prealpi del Nevegal, a nord con l’imponente monte Serva e le pareti rocciose del gruppo della Schiara: le splendide Dolomiti Bellunesi sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Il suo centro storico raccolto e accogliente, lambito dal fiume Piave e dal torrente Ardo, è il biglietto da visita con cui si presenta questa città a misura d’uomo, che sa offrire ai suoi ospiti tesori di bellezze artistiche e naturalistiche in una realtà urbana di pregio, circondata da un territorio rurale denso di centri minori di notevole interesse paesaggistico. Non a caso, infatti, è l’unico capoluogo di provincia a comprendere all’interno del territorio comunale i confini di un parco nazionale: il Parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi. A confermare la vocazione naturalistica di Belluno, vanno ricordati i ripetuti riconoscimenti di Legambiente, che dal 2007 la colloca, per la qualità ambientale, sempre al vertice tra i capoluoghi italiani.
Un luogo, per usare le parole dello scrittore bellunese, Dino Buzzati, che possiede una personalità speciale che gli dà un incanto straordinario ma di cui pochi per la verità si accorgono, dove si fondono il mondo di Venezia (con la sua serenità, la classica armonia delle linee, la raffinatezza antica, il marchio delle sue architetture inconfondibili) e il mondo del Nord (con le montagne misteriose, i lunghi inverni, le favole, gli spiriti delle spelonghe e delle selve, quel senso intraducibile di lontananza, solitudine e leggenda).
Mondovì Chiesa dei SS. Pietro e Paolo in Piazza del Moro
Piazza S. Pietro, o Piazza del Moro, punto d’incontro delle storiche Contrà Longa e Grand, è il cuore di Breo.
L’accogliente “salotto cittadino” è un concentrato di elementi tipici e simboli: l’automa del Moro, maschera monregalese del Carnevale, che batte le ore in cima alla chiesa; la conversione al barocco dell’edificio firmata da Gallo e Vittone ; il delfino della fontana, antica icona ritrovata; i portici; le meridiane sugli eleganti palazzi; la lieve pendenza di una città su un colle; e dietro l’angolo la Funicolare.
La Chiesa dei SS. Pietro e Paolo
Fu costruita intorno al 1489 per la crescente popolazione di Breo. In origine molto più piccola, a tre navate, con una facciata di mattoni e un forno pubblico, crebbe con il borgo: si arricchì del campanile nel ‘500, subì interventi nel ‘600, e nel ‘700 Francesco Gallo progettò gli ampliamenti che portarono alla struttura a croce greca con le due grandi cappelle rialzate.
A copertura, la cupola del Vittone; e sulla facciata: una scenografica scalinata, un grande affresco e lassù l’automa che dà il soprannome alla piazzetta.
La facciata
La facciata della Chiesa è caratterizzata da una scalinata monumentale in marmo verzino, iniziata nel 1780 dal lombardo Giuseppe Quadrone e completata nel 1900 dal monregalese Pietro Manzo.
La parte inferiore della facciata è di ordine dorico, quella superiore è corinzia, con l’affresco di Luigi Morgari La caduta di Simon Mago (1900). Nel 1798, in cima, viene aggiunto il Moro, l’automa che scandisce le ore in un baldacchino, oggi simbolo della città e maschera ufficiale.
L’interno e la cupola
L’interno offre una ricca testimonianza dell’arte piemontese. Tra gli affreschi: le due cappelle firmate da Luigi Morgari e Giovanni Borgna, La Strage degli Innocenti del Moncalvo e la pala absidale di Giovanni Comendu.
Per la scultura piemontese: La Pietà di Antonio Roasio e i busti bianchi dei pilastri (di Marcantonio Bruno e Giovanni Gazzano), le statue tardobarocche di San Filippo Neri e San Francesco di Sales, il Cristo Risorto e il Crocifisso sull’altare maggiore – eccellenti prove lignee policrome.
L’annosa vicenda dell’illuminazione interna venne risolta dalla complessa cupola barocca, a base ottagonale, disegnata dal torinese Bernardo Antonio Vittone, che ne tracciò il progetto senza nemmeno recarsi sul posto (di fatto conosceva bene la città): lo inviò nel giugno 1755 e ad agosto i lavori erano già terminati.
Alba (Cuneo, Piemonte) CHIESA DELLA MADDALENA (1/2) videomix
La chiesa della Maddalena è una piacevole sorpresa per i visitatori di Alba, abituati a pensare la cittadina come ad un ricco comune medievale. Questo edificio religioso, invece, risalente alla metà del XVIII secolo, dimostra come Alba sia stata florida anche in altri periodi storici.
Voluta da Carlo Giacinto della Rovere, la costruzione della chiesa della Maddalena viene affidata all’architetto braidese Bernardo Antonio Vittone, uno dei maggiori esponenti del Barocco Piemontese insieme a Filippo Juvarra e Guarino Guarini. E proprio allo stile barocco piemonte si rifà la facciata dell’edificio le cui morbide linee ad onde richiamano altri edifici piemontesi delle stesso periodo: difficile non pensare ad esempio a Palazzo Carignano a Torino. Interessante notare che la facciata non è completata: il rivestimento finale non è stato posizionato per evitare di occupare lo spazio pubblico della via principale di Alba.
Già precedentemente il luogo su cui sorge la chiesa della Maddalena era stato destinato ad ospitare un edificio religioso voluto nel 1442 dalla Beata Margherita di Savoia che, abbracciata la vita monastica dopo la morte del marito, fonda un convento seguendo la regola domenicana. Il rifacimento barocco non dimentica tuttavia le sue origini e il richiamo alla Beata è ben presente sul portale di ingresso dove sono state intagliate tre frecce, simbolo proprio della religiosa. E di nuovo la presenza della Beata è ineludibile entrando all’interno della Chiesa della Maddalena: diventa impossibile infatti non notare la ricca ara che conteneva le sue reliquie, oggetto di culto per molti pellegrini in epoca passata. Tuttavia, l’apparato decorativo risulta essere tutto di pregio facendo della chiesa della Maddalena uno dei più bei esempi dell’arte barocca piemontese. La visita si conclude nel retrostante coro ligneo, ancora oggi utilizzato per concerti e mostre.
Chiesa parrocchiale Santa Margherita a Tavagnasco
La Chiesa di Santa Margherita di Tavagnasco (Torino) è stata consacrata nel 1785 e costruita al posto di una chiesa demolita nel 1762.
La sua costruzione avvenne a spese della popolazione residente.
Da notare il campanile quattrocentesco conservato dalla precedente costruzione.
La Tradizione della Castagna a Nomaglio | Unione Montana Mombarone
Il paese di Nomaglio sorge sulle pendici del Mombarone, in questo piccolo paesello di montagna si trova un Ecomuseo riferito alla coltivazione e alla macinatura della castagna a secco, da cui si produce la farina di castagne. Il piatto tipico del paese sono le castagne e burro, un piatto povero della tradizione. Il percorso al museo è segnalato, parte dal paese e mostra tutto il processo per intero, dalla raccolta dei frutti freschi da alberi centenari, all’essiccazione e infine alla macinatura.
L’unione Mombarone nasce nel dicembre del 2014 e comprende i Comuni di Andrate, Carema, Nomaglio, e Settimo Vittone; tutti piccoli comuni che si caratterizzano per le tipicità enogastronomiche. Ad esempio, Andate si distingue per il burro e i formaggi, Carema per il vino, Settimo per gli ulivi e Nomaglio per la castanicoltura.
Comune di Andrate:
Comune di Carema:
Comune di Nomaglio:
Comune di Settimo Vittone:
In collaborazione con l'Istituto C.Olivetti di Ivrea
Regia e Fotografia: Matteo Melai
Fonico: Christian Volpe
Fotografo di Scena: Mattia Bordet
Runner: Andrea Lancieri
Montaggio:
Andrea Lancieri
Christian Volpe
Matteo Melai
Mattia Bordet
Dawn by Sappheiros
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