Bandiere Arancioni Marche: Sarnano (MC)
Comune di Sarnano (MC)
Sarnano è situata al centro di un'incantevole valle ai piedi dei monti Sibillini. Immerso nel verde delle montagne e dei boschi circostanti, il suo territorio è attraversato da innumerevoli sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Il centro storico, di origini medioevali, si conserva intatto nella sua strut-tura urbanistica di città murata, tra antiche vie, scalinate e scorci mozzafiato. La piazza Alta è il centro dell'insediamento antico; qui si incontrano la chiesa di S. Maria Assunta, con opere di P. Alemanno, i palazzi del Podestà, dei Priori e del Popolo, il Museo civico e la pinacoteca, che ospita un capolavoro di V. Crivelli, la Madonna col Bambino. Sarnano è nota anche per le sue terme, dalle cui fonti si estraggono acque oligominerali particolarmente pure. Da non perdere, tra gli eventi, la Mostra mercato di antiquariato e artigianato artistico (ultima settimana di maggio e prima di giugno) e il Palio del Serafino (agosto), che prende il nome dall'angelo con sei ali che campeggia sullo stemma comunale, effigiato, secondo la tradizione, da San Francesco. Da gustare è la crostata al torrone, preparata esclusivamente a mano con mandorle, nocciole e spezie e cotta nel forno a legna per farle acquisire la tipica e particolare croccantezza.
Perché Bandiera arancione
La località si distingue per la presenza di un servizio di informazioni al visitatore efficiente e completo, per la buona offerta di servizi turistici complementari (visite guidate, escursioni naturalistiche, passeggiate a cavallo), per il centro storico armonico e omogeneo che ha mantenuto l'assetto originario e per la speciale accoglienza e ospitalità della comunità locale nei confronti dei turisti.
info: -
Sarnano (MC) - Recupero tele Pinacoteca Comunale (10.11.16)
- Sarnano (MC) - Recupero tele Pinacoteca Comunale (10.11.16)
Francesco nell'arte: da Cimabue a Caravaggio - Vittore Crivelli
Vittore Crivelli (Venezia, 1435 ca. – Fermo, 1501 ca.)
Visitazione della Vergine a Sant’Elisabetta, tra San Giovanni Battista e San Francesco (1495 ca.)
Tempera su tavola, ordine inferiore: cm 116x192x22 – ordine superiore: cm 67x97x16,5.
Sant’Elpidio a Mare (FM), Pinacoteca Civica “Vittore Crivelli”.
- Sala della Vittoria, Pinacoteca Civica di Ascoli -
Tutte le info sulla mostra, su o
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Bandiere Arancioni Marche: Visso (MC)
Comune di Visso (MC)
Adagiato in una conca dell'alta valle di Nera, Visso è un piccolo borgo dalla storia ricca e antica, grazie anche alla sua posizione strategica sulla via di collegamento tra Camerino e Foligno (e quindi Roma).
Il centro storico, protetto da mura fortificate, conserva un aspetto medioevale, con case basse e strette. Nel cuore del paese, si apre la scenografica piazza Martiri Vissani, circondata da un omogeneo complesso di costruzioni quattro-cinquecentesche. Sulla piazza prospetta anche il fianco della collegiata di Santa Maria: di forme romanico-gotiche, costruita nel XII secolo e rimaneggiata ampliamente nel '200 e nel '300, presenta un interessante portale con un'Annunciazione affrescata da Paolo da Visso nella lunetta.
Sulla sinistra della collegiata sorge l'ex chiesa di Sant'Agostino (XIV secolo) che ospita il Museo-Pinacoteca civico e diocesano, con circa 200 opere provenienti da alcune chiese del territorio. L'edificio ospita anche il Museo dei manoscritti di Giacomo Leopardi, dove si conservano gli originali di sei idilli, tra i quali il celeberrimo Infinito.
Da non perdere, è il Santuario della Madonna di Macereto, che si erge in una suggestiva solitudine su di un altopiano del versante occidentale dei Monti Sibillini: secondo la tradizione popolare, la decisione di costruirlo risalirebbe al 12 agosto 1359, quando un mulo che trasportava una statua della Madonna, giunto sin qui, si rifiutò di proseguire. L'edificio attuale, dalle nobili linee bramantesche, fu eretto tra il 1528 e il 1538 ed ancora oggi stupisce per le perfette linee rinascimentali e lo stupendo contesto paesaggistico nel quale è immerso: un luogo ideale, per ritemprare lo spirito e la mente.
Perché Bandiera arancione
La località, immersa nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, si distingue per il valore e la valorizzazione delle risorse sia ambientali che storico-culturali. Da segnalare è la qualità urbanistica e architettonica del centro storico, ricco inoltre di botteghe dove è possibile acquistare prodotti agroalimentari tipici del territorio.
info: -
Camerino (MC) - Terremoto, opere provvisionali al Museo Diocesano (20.03.17)
- Camerino (Macerata) - Terremoto, opere provvisionali al Museo Diocesano (20.03.17)
Nicola di Ulisse da Siena, Pala s Andrea, Battaglia tra Ginesini e Fermani (manortiz)
Nicola di Ulisse
also known as Nicola da Siena or Nicola di Ulisse da Siena (active 1442 - 1470)
was an Italian painter of the Umbro-Sienese school.
St Andrew protecting san Ginesio during a battle against the Fermani,
Nicola di Ulisse,sant'Andrea, Battaglia tra Ginesini e Fermani (Battaglia della Fornarina)
tempera su tavola , cm 252x 162
dalla Chiesa di sant'Agostino di san Ginesio
ora nel Museo Civico della Città
UNO SCONTRO ARMATO IN UNA TAVOLA DEVOZIONALE GINESINA
di Luigi Maria Armellini
Il Quadro di S. Andrea, più noto come Battaglia tra ginesini e fermani, denominazione popolare attribuita al dipinto quattrocentesco da tempo immemorabile sulla base di un particolare della scena ivi rappresentata, che ricorda una proditoria aggressione nella notte della vigilia di S. Andrea sventata da una fornarina, fu commissionato nella seconda metà del Quattrocento per ornare la cappella centrale sinistra del tempio agostiniano di San Ginesio, di giuspatronato comunale. Là avvenivano le celebrazioni annuali per le feste in onore del santo, ben a ragione compreso dai ginesini fra i comprotettori della loro patria per essersi mostrato, nell'immaginario collettivo della popolazione di quel tempo, particolarmente benevolo in due occasioni di grave pericolo delle libertà municipali. Una duplice apparizione, definita bina dal Salvi, col suo aspetto imponente, aggrondato, ieratico, sopra la torre della chiesa di S. Agostino, in quegli anni molto più alta di quanto non sia oggi, a causa dei danni del terremoto avvenuto nel 1799.
Per manifestare venerazione e gratitudine della comunità, fidente nella tutela spirituale del suo santo comprotettore, non v'era nulla di meglio, in mancanza di una chiesa ove praticarne esclusivamente il culto, che edificare una cappella il cui principale ornamento fosse costituito da una pala d'altare avente il duplice scopo di esprimere e la devozione a S. Andrea e, nel contempo, ricordare ai suoi fedeli uno dei due episodi dello scampato pericolo. L'espressione di sentimenti religiosi, non disgiunta dalle memorie storiche, fu quindi la fondamentale esigenza che indusse le autorità comunali a commissionare un dipinto rappresentante lo straordinario, prodigioso intervento dell'amica divinità, un fatto rimasto vivissimo per lungo tempo nella fantasia e nei conversari della popolazione ginesina.
(...) Più volte mi sono chiesto quali fossero le ragioni di natura socio - politico che spinsero le autorità municipali ginesine a commissionare, intorno alla metà del secolo XV, un dipinto per una cappella di giuspatronato comunale, cui fu affidato anche il compito di rievocare un evento bellico verificatosi quasi cento anni prima. Ebbene una risposta plausibile ho trovato nel desiderio di tener vivo, nei membri della popolazione il sentimento d'amor patrio, celebrato per il tramite di una specie di ecole du coeur, che con l'efficacia delle immagini potesse educare tutti, anche gli indotti.
L'autore del Quadro di S. Andrea, che oggi si trova nella civica pinacoteca di San Ginesio, intitolata a Scipione Gentili, fu maestro se non eccelso, certo di estremo fascino ed interesse, anche per i valori cromatici ed atmosferici manifestati in questa tavola che, sebbene ispirata ad un avvenimento reale, trasmette immediatamente quel valore di piacevole irrealtà caratteristico dello stile gotico nella sua più tarda sopravvivenza. Ed anche se gli intenti del pittore furono finalizzati alla provocazione di forti, drammatiche sensazioni, il risultato conseguito non è privo di un certo candore che conferisce alla composizione il carattere fiabesco, proprio di tante opere pittoriche quattrocentesche della nostra regione.