L'AQUILA: Castello Cinquecentesco
La situazione del Castello Cinquecentesco all'Aquila, sede del Museo Nazionale dell'Abruzzo, e delle sovrintendenze del Ministero Beni Culturali, molto gravemente danneggiato.
RINGRAZIAMENTI:
Servizi da TG8 del 9 aprile, TG1 del 12 aprile, Buon Giorno Regione del TGR-Abruzzo del 17 aprile, Porta a Porta del 6 maggio, TG2 del 7 maggio 2009.
L'Aquila - Polemica dei residenti a Porta Barete
rete8.it
Best Attractions & Things to do in L'Aquila, Province of L'Aquila
In this video our travel specialists have listed some of the best things to do in L'Aquila . We have tried to do some extensive research before giving the listing of Things To Do in L'Aquila.
If you want Things to do List in some other area, feel free to ask us in comment box, we will try to make the video of that region also.
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List of Best Things to do in L'Aquila
Basilica di Santa Maria di Collemaggio e Porta Santa
Basilica di San Bernardino
Fontana delle 99 cannelle
Forte Spagnolo
Santuario San Giovanni Paolo II
Piazza del Duomo
Anfiteatro Romano di Amiternum
Fontana Luminosa
Museo Nazionale d'Abruzzo - MUNDA
Parco del Castello
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L’Aquila - Ricostruzione Castello, via al secondo round
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Terremoto Abruzzo L'Aquila Il Dramma di una Mamma Italy Earthquake Live the Drama of Survivors
Porta a Porta del 09.04.2009
Bruno Vespa in una toccante intervista sul posto ad una donna che ha perso tutti i suoi affetti !
Ci si domanda: com'è possibile che una abitazione appena ristrutturata sia crollata come un castello di carte dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazione dagli enti preposti?
Roberto Giacobbo porta L’Aquila e Celestino V su Rete4
L'Aquila e Celestino V in Tv, con Roberto Giacobbo. Presto in onda nella trasmissione di Rete 4 Freedom - Oltre il confine.
Castello D'Ocre (AQ) Abruzzo Italy
Il castello di Ocre sorge a 933 m sul monte Circolo nel comune di Ocre, in provincia dell'Aquila, sul ciglio della dolina che si apre sopra l'abitato di Fossa. Il castello in realtà è più correttamente classificabile come borgo fortificato. All'interno delle mura sono ancora visibili le antiche abitazioni, le case-torri e le strade.
Ha una pianta a triangolo isoscele, con un perimetro di 470m, la base (che rappresenta anche il lato più corto) a nord-ovest ed il vertice del triangolo a sud-est. Nelle mura sono inserite sette torri, tre delle quali lungo il lato nord-ovest, con due ravvicinate sul vertice settentrionale, una al vertice meridionale, ed altre tre rompitratta in corrispondenza della mezzeria della cortina muraria: due sul lato nord-ovest ed una sul fianco nord-est, protetto naturalmente dallo strapiombo sulla dolina di Fossa.
L'unico ingresso al castello si trova presso la torre d'angolo sul fianco ovest e consiste in una porta ogivale risalibile al XIII secolo e protetta da un sistema di difesa a tiro incrociato.
Nella punta meridionale del borgo si trova la chiesa, dedicata a San Salvatore inter castrum Ocre. Costruita su tre navate con abside finale, risulta completamente diroccata, anche se si hanno sue notizie fino al 1581. Da questa chiesa provengono i resti di un affresco della metà dell'XII secolo, raffigurante una Madonna in trono col Bambino tra due figure, oggi al Museo nazionale d'Abruzzo.
Cocullo, L'Aquila, Abruzzo, Italy
Cocullo è un comune italiano di 246 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Peligna.
Centro agricolo dell'alta valle del Sagittario, situato su un colle, estrema propaggine meridionale del monte Catini (1.319 m).
Alla fitta rete di canali che irrigavano la pianura della Mesopotamia, attraversata dai fiumi Tigri ed Eufrate, soprintendeva un ispettore chiamato, in accadico, gugallu. Cocullo, su di un colle, sentinella al canale Flaturno che scende al fiume Sagittario, al pari di Cucullo, oppido marso a Colle Lanciano, sotto la fonte della Cuna, in alto al paese di San Pelino di Avezzano, vuol essere quindi: guardiano del canale.
Un'altra ipotesi sulla etimologia di Cocullo è quella di farlo risalire all'abitato di età romana “Koukolon” citato anche da Strabone.
ra le principali opere del centro storico di Cocullo vi è la torre medievale in muratura, costruita con blocchi di pietra di base quadrata. Questa torre è stata adattata poi come campanile della chiesa di San Nicola.
La chiesa risulta citata nel XIV secolo e danneggiata nel terremoto della Marsica del 1915 ma poi mai restaurata.
La facciata mostra vari interventi di modifica, ora, sconsacrata, ne rimangono pochi avanzi di interesse architettonico.
Sopra il rosone della Chiesa di San Nicola rimane uno stemma.
La chiesa della Madonna delle Grazie risale al XIII secolo. In seguito è stata più volte modificata.
La facciata comprende un rosone, un architrave riproducente l'Agnus Dei, 2 statue del XVI secolo poste in 2 edicole.
Il portale è sormontato da una lunetta ogivale. Un 2° portale è del 1552.
L'interno è ad un'unica navata è modificato nel XVIII secolo ma ancora contenente gli affreschi originari del Cinquecento identificanti la Deposizione, la Crocifissione ed un trittico di Sant'Antonio, della Maddalena e di Sant'Amico di San Pietro Avellana.
Di particolare rilievo vi è la cinta muraria racchiude tutto il rione di San Nicola e il resto del centro storico caratterizzati da viuzze tortuose, bifore e botteghe medievali, portali e case signorili dei secoli scorsi tra cui Casa Marano e Casa Squarcia.
Porta Ruggeri è ad arco a sesto acuto, prende il nome dal ramo della famiglia di Celano. È sita vicino alla torre medievale.
Porta Renovata è sita presso la valle a sud.
Porta di Manno. È stata costruita direttamente sulla nuda roccia dello sperone del piccolo cocuzzolo su cui sorge Cocullo.
Pacentro, la Porta della Majella (documentario di Rino Di Cioccio, 2005)
I monti stringono Pacentro tanto da ridurre il suo orizzonte, ma in compenso la riparano dalla furia dei venti. I boschi ossigenano l’aria e le acque sgorgano fresche dalle numerose sorgenti della Maiella.
A ponente il cielo su Pacentro si allarga e la vista spazia per la Valle Peligna. Al sommo della collina si erge il castello dei Caldora, che nella sua struttura originaria risale al X secolo. Faceva parte – insieme ai castelli di Pettorano, Introdacqua, Anversa, Bugnara, Popoli e Roccacasale – del sistema difensivo della Valle Peligna. Inizialmente aveva una pianta triangolare con una sola torre a nord per difendersi dagli attacchi nemici. L’innalzamento della torre di nord-est, la più antica e alta 24 m, si deve ai feudatari Gualtieri e Pietrone di Collepietro nel XIII sec. Quando poi, nel XV sec., passò ai Caldora, il castello fu ingrandito con l’aggiunta delle altre due torri e dell’ala residenziale. Dopo i Caldora lo tennero gli Orsini, che fecero costruire le torri cilindriche a protezione di quelle quadrangolari. Le due torri più alte hanno un’elegante merlatura con coronamento di beccatelli scolpiti con figure antropomorfe, mentre i torrioni circolari presentano feritoie per archibugi e bombarde. Una camminata per il borgo permette di scoprire altri luoghi interessanti. I Canaje è l’antico lavatoio pubblico, costruito con lastroni di pietra. Le donne vi convenivano da ogni punto del paese, trasportando sulla testa le caratteristiche uaccile (i catini di rame). La Preta tonna, o pietra dello scandalo, è una grossa pietra incavata utilizzata come antica unità di misura del grano, sulla quale i debitori insolventi erano obbligati a sedere nudi davanti ai passanti, come forma di pubblica umiliazione.
Tra le chiese, merita una visita la cinquecentesca chiesa Madre. La sua imponente facciata, ornata da un cornicione lavorato, è arricchita da una graziosa meridiana. La porta d’ingresso originaria è custodita all’interno ed è opera pregevole di un artista locale, interamente intagliata nel legno. La volta della chiesa è tutta coperta di stucchi. All’esterno, il bel campanile è secondo per altezza, nella valle, solo a quello dell’Annunziata di Sulmona. Di fronte alla chiesa si trova una monumentale fontana.
Nei dintorni fanno bella mostra di sé diversi palazzi signorili dagli splendidi portali, come il seicentesco palazzo Tonno (notare anche i particolari delle finestre) e, più avanti, palazzo La Rocca (che ospita il municipio), palazzo Avolio e palazzo Massa in piazza Umberto I, palazzo Granata (anch’esso con portale monumentale), palazzo Simone ed altri ancora da scoprire passeggiando. Tornando alle chiese, quella di San Marcello, fondata nel 1047, è la più antica del borgo. Contiene interessanti affreschi e presenta un portale di legno intagliato da artigiani locali su cui ancora si legge la data 1697. Appartiene alle chiese extra-moenia quella della Madonna delle Grazie, eretta verso la fine del Cinquecento. È una tipica chiesa rurale con navata unica e pianta rettangolare. Fuori delle mura è anche quella della Santissima Concezione, in stile barocco, che si estende per l’intera lunghezza su un lato del convento dei Minori Osservanti, fondato nel 1589. Sopra l’altare maggiore della chiesa campeggia un maestoso dipinto dedicato all’Immacolata, opera del pittore fiammingo Spranger. Da notare i particolari: nella parte inferiore c’è un francescano con un libro in mano, è il filosofo francescano Duns Scoto; nella parte superiore c’è l’autoritratto dell’autore che guarda l’immagine femminile che si trova nel lato opposto e che forse raffigura la sua amata.
Ritornando a girovagare nel centro storico, è tutto un susseguirsi di sorprese e scorci affascinanti, come quelli di via del Castello, di via di Sotto, di Porta della Rapa. Di notte, il borgo assume una dimensione magica, le fiammelle fatue delle luci illuminano contorni di esistenze passate, svanite, e l’urlo degli spettri è represso nella gola – intorno c’è solo silenzio, mistero. Non si può, infine, lasciare Pacentro senza aver visto le pitture rupestri. Nella grotta di Colle Nusca, poco distante dal paese, mani cavernicole hanno tracciato con ocra rossa dei graffiti raffiguranti otto uomini armati di frecce e archi. Scene di caccia di parecchie migliaia d’anni fa.
TORRE DELL'AQUILA O TORRE SEGATA - FILETTOLE - PISA - TUSCANY - ITALY - BY CASTELLI & ROVINE
TORRE DELL'AQUILA - PISA - TUSCANY - ITALY
La Torre dell'aquila o Torre segata fa parte di un più ampio gruppo di fortificazioni situate nella zona attraversata dal confine tra Pisa e Lucca. Alcuni pilastri in pietra che ne segnavano la posizione sono tutt'ora presenti lungo la via che porta alla torre. La struttura, alta più di 20 m con inusuale pianta esagonale, è sopravvissuta solo dal lato lucchese; la leggenda vuole che i pisani abbiano demolito la parte di torre dalla loro parte del confine, pur di non condividerne il possesso con i vicini. Fu costruita nel 1264 entrando a far parte delle torri di avvistamento realizzate dai pisani dopo aver conquistato le fortezze lucchesi di Castiglione e Cotone proprio sui monti di Filettole. La torre fu poi riconquistata dai lucchesi, forse aiutati dal conte Ugolino, nel 1275 quando “scendendo dal colle di Filectoro fecero terra bruciata fino alla Madonna di Castello” di Vecchiano.
BY CASTELLI & ROVINE
Celano (AQ)- Castello Piccolomini - Italy.
L'imponente castello di Celano possiede appieno le caratteristiche di una corte signorile tra fine Trecento e Quattrocento. Esso venne eretto in due distinte fasi: la prima,tardo- gotica(pianterreno) c. 1392, da Pietro Berardi; la seconda,rinascimentale,1451,da Lionello Acclozamora.L'arrivo dei Piccolomini , 1463, porta solo modifiche.
Ulisse il piacere dell'ignoranza: Alberto Angela e Rocca Calascio in Abruzzo
In una puntata del 2017 sul tema del Nome della Rosa, tanto osannata dagli abruzzesi, per cui la Rai li avrebbe riscoperti dal letargo e dal silenzio della tv internazionale, viene presentato il castello di Rocca Calascio, in provincia dell'Aquila.
Un servizio ottimo...per una delle carrellate di INTERVALLI stile anni '70 e '80, no? A parte che non si descrive nemmeno per un fico la storia del castello, che appartenne anche ai Medici e ai Picolomini, che secondo alcune teorie, sarebbe stato tra i progetti di Leonardo da Vinci, confrontando la sua planimetria con altri castelli fiorentini e lombardi...il sig. Angela si limita soltanto ad accennare che fu probabilmente un presidio romano..ma grazie! In una posizione così elevata per controllare i traffici sul Tratturo Magno degli armenti, la valle dell'Aterno era disseminata di torri romane poi riadattate nel Medioevo! Ma lì ci si sofferma, il brevissimo excursus storico che accenna a Roma, perché un po' di Roma ce la mettiamo sempre in Ulisse, e basta, e si arriva alfinale di puntata per rivedere la Rocca; bastava aggiungerci altri 3 minuti in cui si consultava il critico cinematografico abruzzese Piercesare Stagni, che magari avrebbe fornito qualche aneddoto in più su come si scelse di girare il film di Annaud nel 1986 in quest'area d'Abruzzo così svenografica, che fu set anche di Ladyhawke, ma niente.
Mi dispiace per gli abruzzesi che si illudono di essere considerati aspettando il grande miracolo, la manna piovuta dal cielo, ma questo NON è fare servizio d'informazione sulla regione, né tantomeno quell'altro servizio, sempre stile INTERVALLI RAI sul castello di Roccascalegna, a questo punto l'Abruzzo è meglio ignorarlo, come ha fatto la produzione Rai riguardo la mail inviata dal sindaco di Avezzano per girare un'intera puntata di Ulisse incentrata sulla storia della Marsica, visto che questa terra abruzzese ha magari tracce un po' più tangibili sulla presenza romana, molto più di Rocca Calascio: Alba Fucens vi dice qualcosa? Il lucus Angitiae, la cittadella santuario per eccellenza dei Marsi, oppure la tomba di Perseo di Macedonia? Se volete la vera informazione sull'Abruzzo lasciate perdere Ulisse il piacere della scoperta e altri programmai, ma documentatevi meglio. Purtroppo, una grande delusione.
Il Castello del Brich di Zumaglia tra storia e leggenda
Il castello del Brich di Zumaglia, sconosciuto a molti questo è un luogo capace di stupire i visitatori, sia grazie alla dirompente natura che avvolge sensazionali panorami, sia per le molte leggende che si narrano a riguardo del maniero.
TORRE DELL'AQUILA - FILETTOLE - PISA - ITALY - IN VOLO - THE FLIGHT - BY CASTELLI & ROVINE
TORRE DELL'AQUILA - TORRE SEGATA - TUSCANY - ITALY
La Torre dell'aquila o Torre segata fa parte di un più ampio gruppo di fortificazioni situate nella zona attraversata dal confine tra Pisa e Lucca. Alcuni pilastri in pietra che ne segnavano la posizione sono tutt'ora presenti lungo la via che porta alla torre. La struttura, alta più di 20 m con inusuale pianta esagonale, è sopravvissuta solo dal lato lucchese; la leggenda vuole che i pisani abbiano demolito la parte di torre dalla loro parte del confine, pur di non condividerne il possesso con i vicini. Fu costruita nel 1264 entrando a far parte delle torri di avvistamento realizzate dai pisani dopo aver conquistato le fortezze lucchesi di Castiglione e Cotone proprio sui monti di Filettole. La torre fu poi riconquistata dai lucchesi, forse aiutati dal conte Ugolino, nel 1275 quando “scendendo dal colle di Filectoro fecero terra bruciata fino alla Madonna di Castello” di Vecchiano.
BY CASTELLI & ROVINE
L'AQUILA, Città di Federico II (Quarti S. Pietro e S. Marciano) Documentario parte 4 di 4
Un viaggio in quattro puntate da me realizzate sul Capoluogo d'Abruzzo, rimontando fotografie e spezzoni storici, e filmati dell'Istituto Nazionale Luce per ripercorrere la storia della città dei 99 castelli, delle 99 chiese e delle 99 cannelle celebrata da Buccio di Ranallo, la città di Celestino V e San Bernardino e Margherita d'Austria.
La voce fuoricampo è tratta da una registrazione del Prof. Raffaele Colapietra, la prima puntata riguarda la storia della città, la seconda riguarderà i monumenti del centro storico con i Quattro Quarti, mentre la terza riguarderà i monumenti nelle campagne e nelle frazioni cittadine.
La piazza, la fonte, la chiesa sono questi i luoghi simbolo degli abitanti dei castelli di un vasto territorio circostante che andarono a popolare la nuova città. Città che fu subito vittima di guerre e contese, distrutta nel 1259, come racconta Buccio, “stette sconcia” per sei anni, ma fu rifondata ancora più bella con le piazze, le fonti, le chiese che ancora la caratterizzano. Ogni castello fondatore ebbe il suo locale, locali vicini si unirono a formare i quarti, ogni quarto esprimeva una parte del contado con le sue ville e i suoi castelli.
Dalle splendide chiese capo quarto, cioè le chiese collegiate dei locali più importanti, penetreremo nel cuore della città antica attraverso vicoli e stradine che seguivano, come accadeva nel medioevo, la naturale conformazione del terreno.
La suddivisione delle città in quartieri, terzieri e sestrieri ebbe origine durante l'età comunale, con lo scopo di razionalizzare al meglio la gestione amministrativa della popolazione urbana. La creazione dei quartieri a L'Aquila, viene fatta risalire a Lucchesino da Firenze, più volte Regio Capitano del popolo aquilano, che nel 1276, la dispose secondo quanto in uso nella sua Toscana. Ma la suddivisione in quartieri fu qualcosa di diverso ed originale, come diversa ed originale fu la nascita della città, appena 22 anni prima: non fu la città ad essere divisa, ma l'intero contado. Lucchesino non operò, come era abitudine allora, dividendo la superficie cittadina con una croce sulla carta, bens' fece in modo che fossero i castelli, le terre e le ville del contado a distribuirsi in quattro gruppi secondo la posizione da essi occupata nel contado , delimitandoli in base alla loro appartenenza alla comunità forconese-valvense (Santa Maria e San Giorgio, successivamente Santa Giusta) o amiternina (San Pietro e San Giovanni, successivamente San Marciano). Ogni comunità costruì all'interno del quartiere una propria piazza, una fontana e una Chiesa, consacrandola allo stesso Santo del Castello di provenienza, .
L'appartenenza ad un quartiere non era data dal domicilio, bensì dalle origini per nascita o discendenza ad un determinato castello.
Con una norma contenuta tra gli antichi Statuti Cittadini del '400 si stabiliva che ogni quartiere avesse la propria BANDIERA:
con l'immagine della Vergine il quartiere di Santa Maria;
con l'immagine di San Giorgio dal quale traeva originariamente il nome, il quartiere di Santa Giusta;
con l'immagine di San Pietro con le chiavi, quello di San Pietro;
con la figura di San Giovanni con un cartello in mano quello di San Giovanni poi San Marciano.
Si stabiliva inoltre che in tutte e quattro le bandiere fossero dipinti gli stemmi e i gigli del Re e della Regina Giovanna, nonchè l'arma della Città, consistente in un aquila bianca
Testimonianza del loro utilizzo si trova nella cronaca della guerra fatta nel 1320 contro Rieti, Buccio da Ranallo scrive: le bannera delli quarti sedevano su la porta, collo confalone dello re...
FONTE:
Video Oria Porta del Salento
Spot video realizzato in agosto 2012, per conto dell'Amministrazione Comunale di Oria, in occasione dell'Estate Oritana 2012. Lo spot video pubblicizza in 30 secondi le bellezze di Oria, Cattedrale, Castello, Cripte, Centro Storico, Santuari, Palazzi ecc..Il video con una voce fuori campo nazionale fa intuire in 30 secondi le potenzialità di questa Città. Ripresa video e montaggio realizzate in Full HD.
documentario Storia delle chiese di L'Aquila: da Santa Maria di Collemaggio a Cristo re
Documentario completo di cultura e arte abruzzese di Orlando Antonini
Non si sa con certezza quante chiese avessero i villaggi (i famosi 99 castelli) che sorgevano attorno il colle dell'attuale L'Aquila, prima della fondazione nel 1254. In un documento del vescovo di Forcona nel 1195, si citava l'esistenza presso Acculi (il Borgo Rivera), l'esistenza della chiesa di Santa Maria d'Acquili o della Rivera, occupata nel XIII secolo dalle Clarisse, e riedificata ampiamente dopo i danni del 1703, oggi noto come monastero di Santa Chiara in via XX Settembre. L'esistenza di altre chiese è documentata dalle stesse lastre murate sulle facciate di alcuni edifici del centro storico, nonché nei portali che presentano chiari motivi preromanici, cui si aggiunsero i tipici tralci vegetali e figurine dell'epoca tardo romanica del XIII-XIV secolo, presenti nelle chiese di Sant'Antonio Abate a Porta Romana (contrada Pile), San Vito della Rivera presso le 99 cannelle, la chiesetta di Santa Maria del Ponte di Roio, all'imbocco di via Tancredi di Pentima, sulla facciata a sinistra della chiesa di San Marco di Pianola. Si presume che i castellani della Torre, piccolo villaggio situato nel cuore dell'attuale Quarto di Santa Giusta, avessero una loro chiesa dedicata a San Giorgio, da cui il nome originario del quartiere, e che successivamente dopo il sisma del 1349 fosse ricostruita come parrocchia di Santa Giusta di Bazzano entro le mura; mentre altri sostengono che la chiesa fosse quella dove sorge la parrocchia di San Flaviano, vista la base diversa in blocchi di pietra gigante della torre campanaria, successivamente tagliata dopo i danni del 1703. Nei dintorni del colle dell'Aquila dovevano sorgere, prima dell'edificazione del centro, altre chiese pressi i relativi castelli confocolieri. Data la costruzione ci chiese duplicato dentro le mura delle città, dai relativi parrocchiani dei castelli di rappresentanza quali Roio, Paganica, Bazzano, Bagno, Arischia, San Vittorino, Assergi, Coppito, Pile e via dicendo, dovevano sorge di sicuro prima del 1254 determinate parrocchie quali: Campanile chiesa di Santa Maria Assunta di Assergi Chiesa di San Marciano (Roio Piano) Chiesa di Santa Maria di Bagno Chiesa di Santa Maria Assunta (Paganica) Chiesa di San Giustino - omonima contrada presso Paganica Chiesa di Santa Maria Assunta o San Franco (Assergi) Chiesetta di Santa Maria del Guasto - località Vasto Chiesa di San Michele (San Vittorino) Abbazia di San Giovanni Battista (Lucoli Alta) Chiesa di San Vito Martire (Colle San Vito) Chiesa di San Quinziano (Pile) Chiesa di Santa Giusta fuori le mura (Bazzano) Chiesa di Santa Giusta martire (Sassa) Chiesa di Santa Maria di Cascina (omonima località presso Fontepianura di Scoppito) Chiesa di San Pietro di Preturo Chiesa di San Pietro Apostolo (Coppito) Chiesa di Sant'Antonio abate (Pile) Chiesa di San Silvestro (Collebrincioni) Chiesa di San Marco (Preturo) Chiesa di San Benedetto abate (Arischia) Chiesa di Santa Maria del Rosario (Tempèra) Chiesa di San Pietro (Onna) Chiesa di Santa Maria Assunta (Pianola di Roio)
Storia d'Abruzzo: Amiternum la città dei Sabini (L'Aquila)
ell'alta valle del fiume Aterno sorgeva Amiternum, conquistata dai Romani nel III secolo a. C. e diventata un ricco municipio.
L'antico abitato si trovava sul colle di San Vittorino, ma durante l'età imperiale l'insediamento si spostò a valle, dove restano le evidenze archeologiche più importanti: un anfiteatro, un teatro, resti di un complesso termale e di un acquedotto.
Il teatro, di cui rimangono la parte inferiore della cavea, orchestra e scena, fu costruito in età augustea ed ospitava circa 2000 spettatori.
L'anfiteatro, di cui restano le 48 arcate su due piani che ne delimitano il perimetro, fu realizzato verso la metà del I secolo d.C. e poteva contenere fino a 6000 spettatori.
Molti elementi architettonici recuperati dal sito di Amiternum furono utilizzati nei vicini abitati paleocristiani e altomedievali; tra questi si ricordano le catacombe di San Vittorino, dove fu sepolto l'omonimo martire.
Città di Castello (PG) - Borghi d'Italia (Tv2000)
L'itinerario di Borghi d'Italia questa settimana ci porta a Città di Castello, il luogo più rinascimentale dell'Umbria medievale.
CASTELLO D' OCRE (AQ )
CASTELLO D' OCRE
OCRE-S.PANFILO D'OCRE-S.FELICE D'OCRE (L'AQUILA)