Porta San Tomaso,Treviso, Italy
23-04-2012-porta san tomaso
TG TREVISO (27/04/2019) - DENUNCIATO IL WRITER CHE HA IMBRATTATO PORTA SAN TOMASO: HA 14 ANNI
TG TREVISO (sabato 27 aprile 2019) - Aveva detto così, meno di due mesi fa, il sindaco Conte, di fronte all'imbrattamento di una delle colonne interne della cinquecentesca porta San Tomaso. Il nucleo di Polizia giudiziaria dei vigili, ha identificato e denunciato per danneggiamenti alla Procura dei Minori il responsabile, un ragazzino di appena 14 anni, che con la stessa bomboletta e lo stesso disegno aveva imbrattato anche muri, panchine e pensiline dell'autobus in Viale Cairoli, Piazza San Leonardo, Via Santa Caterina, Viale Bixio e Viale Terza Armata. Un vero e proprio raid che aveva fatto andare su tutte le furie il sindaco.
Non è stato semplice, ha spiegato il comandante della Locale Andrea Gallo, risalire al ragazzino, che aveva scelto zone non coperte dalle videocamere di sorveglianza. Ai vigili non è rimasto altro da fare che studiare il disegno del writer: dopo aver confrontato centinaia di profili sui social network, sono riusciti a identificare lettere e numeri dei graffiti, identici in alcuni profili Instagram e riconducibili senza ombra di dubbio all'autore delle scritte oggetto dell'indagine. In casa del 14enne sono stati trovati ulteriori elementi. La famiglia del ragazzino, all'oscuro di tutto, si è dimostrata collaborativa: Confidiamo - conclude il comandante - nell’opera di educazione dei genitori che nulla sapevano dell’accaduto». (
TG TREVISO (18/06/2019) - LA FESTA PER L'IMPRESA DEL BASKET, IN CITTA' ESPLODE L'URLO: SERIE A
TG TREVISO (martedì 18 giugno 2019) - Sono le 22:49 quando davanti a porta san tomaso esplode l'urlo di gioia dei tifosi. Dopo sette anni il basket trevigiano ritorna in serie A.
In migliaia, tifosi e appassionati, si sono radunati sotto il maxischermo di porta san tomaso. Un colpo d'occhio unico, un mare di persone che ha inseguito con trepidazione l'avverarsi del sogno, sottolineando con un boato ogni singolo punto. Sullo schermo la partita, dominata da treviso, anche se all'ultimo quarto capo d'Orlando recuperava terreno. Ma gli ultimi decisivi punti sotto canestro ridanno fiducia, e la marea celeste sotto lo schermo comincia a cantare serie A già prima del fischio finale, quando l'impresa diventa realtà. Treviso è di nuovo nel posto che le spetta, ai vertici del basket nazionale. La festa è incontenibile.
Da porta san tomaso partono i caroselli di auto, sventolano le bandiere e suonano i clacson per le strade.
Poi un fiume di tifosi si riversa nelle vie del centro. Una passeggiata nel cuore di Treviso, con il cuore in festa e con la serie A in tasca. Una passeggiata trionfale attesa e sognata da tanto tempo.
Sant'agostino, loggia dei cavalieri, piazza dei signori. Il colpo d'occhio delle festa trevigiana è unico. Nei cori urlati a squarciagola si sprecano i riferimenti alla storica rivale fortitudo, e a quel derbi con venezia che i tifosi già assaporano. Così come il prossimo, inevitabile traguardo. (
TG TREVISO (12/07/2018) - «PAPA' CARLO, UNA BELLA PERSONA ATTENTA AGLI ALTRI»
TG TREVISO (giovedì 12 luglio 2018) - E' in fondo il testamento morale di Carlo Benetton raccontato dal suo primogenito Massimo. Con i fratelli Andrea, Cristian e Leone e tutti gli altri componenti della famiglia Benetton si sta preparando all'ultimo saluto di venerdi' mattina in duomo a Treviso. Un dolore composto, lo stesso che si percepisce guardando villa rosa, l'abitazione che papa' Carlo ha scelto come ultima dimora. Vicino a porta s.Tommaso, vicino alla sua Treviso, la citta' che amava e dove ritornava dopo mesi e talvolta anni all'estero.
Una passione che si e' concretizzata in aziende agricole in patagonia come in ungheria e ultimamente nel lazio e in campania dove ha rilanciato importanti imprese come la maccarese o la cirio. Tutto nella discrezione che lo identificava tra i quattro fratelli della dinastia di Ponzano.
Carlo aveva trovato nella terra il collegamento con l'attivita' che, con gli altri fratelli Luciano, Gilberto e Giuliana l'ha reso famoso nel mondo. E non a caso non c'e' continente dove la notizia della sua scomparsa non sia arrivata. Venerdi giorno dei funerali le aziende benetton si fermeranno per ricordarlo, in particolare l'olimpias dove aveva sviluppato con puntigliosa attenzione il processo produttivo del gruppo. (
«PAPA' CARLO, UNA BELLA PERSONA ATTENTA AGLI ALTRI»
TREVISO - Ed ora la scomparsa di Carlo Benetton avvenuta nelle prime ore di ieri mattina a villa rosa a pochi metri da porta S.Tommaso a Treviso. Venerdi' alle 10.00 in duomo sono state fissate le esequie mentre per quella giornata si fermeranno gli stabilimenti di castrette e dell'olimpias di ponzano oltre alle attivita' di villa Minelli. Un papa' davvero speciale lo descrive a nome di tutti i figli il primogenito Massimo che abbiamo avvicinato oggi pomeriggio.
- Intervistati: MASSIMO BENETTON (Primogenito di Carlo Benetton) - Servizio Lucio Zanato, immagini Lucio Zanato, montaggio Fabrizio Bazzoni - Segui Antennatre anche sul digitale terrestre! Visita il sito antennatre.it per ulteriori informazioni.
Treviso sala capitolare ex convento S Nicolò 0001
Treviso sala capitolare ex convento di s. Nicolò ora Seminario.
Commento musicale: J.S.Bach, suite I, Allemande eseguito al contrabbasso da Paolo Oggian.
L'affresco del Ciclo dei Domenicani rappresenta 40 personaggi illustri dell'Ordine Domenicano e è stato dipinto da Tomaso da Modena nel 1352.
A night in Treviso, Italy #vlog #italy
Treviso is a small city in northern Italy. We started our Italy trip there and it didnt disappoint us.
Frankfurt vlog link:
I consigli per SIRVIO
La consegna dei libri e cd offerti a chi si è recato a votare i referendum del 12 e 13 giugno. bwp.it - Un iniziativa che ha aderito al gruppoSan Tommaso is back: da Palermo a Padova, da Milano a Napoli, fino a New York, artisti e privati cittadini si stanno mobilitando per promuovere il referendum del 12 e 13 giugno, offrendo la propria performance gratuitamente a chi si presenterà munito di tessera elettorale timbrata, prova dell'avvenuta votazione al referendum.
E' questa l'iniziativa ideata e promossa da Pilar, cantautrice romana, con l'aiuto di Giovanna Mirabella (Producer) e Francesco Lamorgese (Web marketing). Pilar il 13 giugno, nello studio del fotografo Paolo Soriani, si esibirà gratuitamente in concerto, accompagnata da Federico Ferrandina. L'idea è nata dal desiderio dell'artista di poter fare qualcosa di concreto per sostenere la causa referendaria: e ovviamente, ha deciso di offrire in dono, per una sera, la sua voce a chi come lei avesse deciso di votare il referendum, un referendum troppo importante per essere ignorato. Come San Tommaso la sera del 13 giugno sarà alla porta per verificare con i propri occhi che i suoi ospiti abbiano compiuto il loro diritto, e dovere, di votare il referendum su acqua, energia nucleare, legittimo impedimento.
Da qui l'ironico nome della serata evento, che in pochi giorni ha visto aderire numerosi artisti e performers (ma anche privati cittadini e società civile): accomunati dal desiderio di promuovere la causa referendaria, ma in alcuni casi impossibilitati dalle distanze, tanti colleghi ed amici di Pilar hanno deciso di organizzare un San Tommaso is back dove potevano, replicando lo stesso format. Il risultato è una catena di eventi, che Pilar, Giovanna e Francesco stanno coordinando come un flash mob : hanno già aderito Enna, Napoli, Milano, Treviso, Palermo con i Second Grace, Genova con gli Gnu Quartet, perfino New York, dove l'attore Jacopo Cullin effettuerà una performance. E tanti altri si stanno mobilitando, con un virale effetto domino. Le adesioni sono ancora apertissime; chiunque voglia e possa promuovere un evento, un aperitivo, una festa privata, chiedendo però ai propri ospiti di portare come biglietto la tessera elettorale timbrata, farà parte di un macro evento per boicottare il boicottaggio di questo referendum.
Lei, Pilar (al secolo Ilaria Patassini), vincitrice già di Musicultura, finalista al Premio Tenco e Migliore interprete 2010 al Festival Europeo della canzone Mediterranea, è per il sì, ma invita tutti, «signore e signori, gente di destra/sinistra/su e giù, opossum, cattolici, metodisti e/o sconsiderati seguaci di Hello Kitty» ad andare alle urne. «Perché la Bellezza dell'Italia finisca di essere bestemmiata, offesa, violentata».
Treviso duomo e museo diocesano
Conferenza Settembre 2014 - I Templari a Treviso e la chiesa di San Tomaso
Conferenza tenutasi il 12 settembre 2014 presso la Biblioteca Civica di Vittorio Veneto.
Relatore: Nicola Pezzella
Bruno Rossi, partigiano della 32. compagnia Mazzini di Treviso, nel ricordo del figlio Domenico
Conversazione registrata il 21 giugno 2016.
SINTESI -
00:46 Raccolta di informazioni per la missione americana -
01:51 Armi e munizioni nascoste fra le macerie della città bombardata, in particolare in un’ala del vicino distretto militare.
02:34 Brigata partigiana “Treviso”: fino a gennaio 1945 si chiamava “Battaglione Treviso”. Ad esso aderì, già nel dicembre 1943 il diciottenne mazziniano Bruno Rossi. All’interno della brigata operava l’8a compagnia mazziniana, che poi diventerà la 32a compagnia “Mazzini”, così denominata dal suo comandante effettivo prof. Teodolfo “Toto” Tessari, perché nell’Italia del Nord c’erano altre 31 compagnie repubblicane “Mazzini”. Il nome di battaglia di Bruno Rossi era “Pippo”, come Giuseppe Mazzini ai tempi della Giovane Italia.
03:42 Tecnica di disarmo del nemico.
04:34 Disarmo di una pattuglia tedesca nei pressi di porta San Tomaso e ritrovo dei partigiani, dopo l’azione, in casa di Bruno Rossi.
05:28 Sabotaggio in territorio di S. Angelo (nei pressi della stazione ferroviaria di Treviso) dell’impianto di rifornimento di acqua per le locomotive.
07:05 Sabotaggio, solo parzialmente riuscito, del ponte ferroviario “della Gobba” (17 febbraio 1945) da parte di partigiani di varie formazioni.
07:55 19 aprile 1945. Cattura da parte delle BB.NN. di un gruppo di partigiani della brigata Treviso, fra cui Bruno Rossi, ten. Galliano Boccaletto, Gianni Zambelli, Pietro Galante, ten. Antonio (Nino) Zorzi, Danilo Segato.
09:22 Incontro nel dopoguerra di Domenico Rossi con un compagno di suo padre, probabilmente Gianni Zambelli, che rievoca la durezza della prigionia nel collegio Pio X di Treviso.
10:34 La madre di Bruno Rossi all’indomani della cattura si reca dal Vescovo per chiedere il suo intervento a favore del figlio. La futura moglie di Bruno si reca direttamente al collegio Pio X, ma le brigate nere non le permettono di incontrarlo.
11:34 Botte quotidiane ai prigionieri: pugni, calci, bastonate oppure scudisciate che lasciarono dei segni permanenti sulla schiena di B. R.
13:12 Dopo la liberazione della città, B.R. si reca a sua volta, nella sua funzione di caposquadra partigiano, all’interno del Pio X dove erano rinchiusi (e impauriti) un gruppo di giovani prigionieri tedeschi. Lo fece per una volta sola, poi non vuole più averne a che fare: era rimasto colpito della loro giovane età. «Lo diceva lui, che era un ragazzo di vent’anni, “che erano dei ragazzini” - commenta Domenico».
15:16 Dopo la guerra, in famiglia non parlava mai di sé e delle sue azioni durante la resistenza, neppure di essere stato proposto per una decorazione al valore. Non se n’è mai vantato.
16:50 Smobilitazione: B.R. consegna le armi e segnala il luogo, sotto le macerie del distretto militare dove erano state nascoste delle munizioni. Il premio di smobilitazione lo devolve - assieme ad altri partigiani repubblicani - al giornale “La Riscossa”, che così può riprendere le pubblicazione dopo la distruzione della sede ad opera dei fascisti nel luglio del 1921.
17:22 Il premio di smobilitazione gli era stato aumentato «perché quando le brigate nere sono venute ad arrestarlo hanno razziato anche il piccolo gruzzolo di mia nonna: quattromila lire! ».
(Nota): In altra parte della registrazione Domenico ricorda come Bruno Rossi, partigiano, moschetto in spalla, sia andato a trovare all’ospedale di Treviso suo padre Remo, elettricista specializzato che era emigrato in Germania nel 1938 ma che dopo il 1943 era stato internato dai tedeschi senza poter mai fornire ai familiari notizie di sé. Al suo ritorno a Treviso, nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione, Remo pesava 37 kg. Non riuscirà più a riprendersi e morirà nell’estate dello stesso 1945.
TREVISO TG - 12/11/2015 - L’ADDIO A LUCA SABATO NELLA CHIESA DI SPERCENIGO
TREVISO TG (giovedì 12 novembre 2015) - Si terranno sabato alle 10.45 nella chiesa di Spercenigo i funerali di Luca Sponchiado, lo studente di appena 17 anni travolto e ucciso da un treno alla stazioncina di Olmi..
Tomaso da Modena - Storie di Sant'Orsola - Treviso
Il ciclo delle Sorie di Sant'Orsola di Tomaso da Modena,uno dei maggiori capolavori dell'arte italiana del Trecento.
Le scene seguono il testo della popolare Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. Narrano la vicenda di Orsola, figlia cristiana del re di Bretagna, che porta a conversione il suo futuro marito, il figlio pagano del re d'Inghilterra; il pellegrinaggio intrapreso verso Roma da Orsola, seguita da 11.000 vergini (pellegrinaggio cui si unisce anche il Papa), la conduce a Colonia, dove è compito della santa convertire gli Unni. A Colonia, narra la leggenda, Orsola fu martirizzata assieme alle compagne e al Papa, poiché si era negata al principe unno.
Video by Sebastos100
Musica,Credo - Missa de Angelis
TREVISO TG - 09/03/2016 - LADRO SERIALE DI OFFERTE INCASTRATO DAL PRETE
TREVISO TG (mercoledì 9 marzo 2016) - ...ecco il ladro in azione in chiesa a Resana e ripreso dalle telecamere mentre con torcia e nastro biadesivo svuota le cassette per la raccolta delle offerte...
L' IRA DI GENTILINI CONTRO CHIUSURA CENTRO STORICO DI TREVISO
Città di Treviso bloccata ieri pomeriggio (domenica 27 giugno 2010 n.d.r.) per la prova a cronometro della settimana tricolore di ciclismo. Il traffico cittadino è andato in tilt causando molti disagi tra i cittadini le cui lamentele provocano l'ira del vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che promette mai più manifestazioni di questo genere in centro città.
Stefano Zanet portogruaro.veneto.it
SUPERIORI: BOOM DI ISCRIZIONI, AULE SOVRAFFOLATE
TREVISO - Aumentano gli studenti ma non le aule. Boom di iscrizioni nelle scuole superiori di Treviso. Ma il nuovo anno scolastico presenta anche l'annoso problema degli insegnati precari. - Intervistati: IACOPO GIOLI (Insegnante precario) - Servizio di Marta Marangon, riprese di Marta Marangon, montaggio di Alessandro Granziera
090603 A 9 anni dalla nascita sopralluogo sulla circonvallazione esterna di Treviso
Treviso - Il Put di Treviso compie 9 anni e in un giorno normale, senza particolare traffico ci vogliono tra i 10 e 15 minuti per percorrerlo tutto (nonostante i 17 semafori) (Mirco Cavallin)
Treviso, giovani antifascisti durante il fascismo
Intervista registrata il 27 settembre 1989. La testimonianza, in dialetto di Treviso, è una continuazione di quanto raccontato da Borin sul bombardamento del 7 aprile 1944 [ ]
TRASCRIZIONE
«Mi hanno interrogato, volevano sapere se conoscevo chi era antifascista, le prime formazioni dei partigiani. Era proprio l'inizio... In effetti a casa mia era venuto un paio di volte Piero Dal Pozzo a reclutare, a cercare di creare questi gruppi di antifascisti...
È successo che mi hanno pestato abbastanza e alla mattina successiva hanno preso anche l'architetto Rossi, Vittorio Rossi, che era andato in cerca di me... l'hanno agguantato e l'hanno portato dentro anche lui. Solo che poi l'hanno lasciato. Io sono rimasto dentro quella notte là, e la seconda notte lo stesso sottufficiale che mi ha portato in caserma mi ha fatto scappare. Non ho mai saputo chi è stato. Sono scappato e ho fatto una fuga terribile.
- Dov'è andato?
A Ormelle. Avevo i parenti in zona.
Eravamo un gruppo di ragazzi antifascisti quando c'erano i fascisti, quando c'era il Rione Benettazzo... Avevamo 14, 15 anni. Era una bella squadra. C'ero io, c'era Vittorio Rossi...
- L'architetto è ancora vivo?
Eh ostia! È anche uno...
- Famoso. Cos'è, parente di quello del vino?
Sì. Di Marietto è fratellastro. Suo papà era Mario. Commerciava in vino, aveva tutte quelle osterie a porta SS 40, a porta S. Tomaso.
C'era lui; c'era Zanella ... amici intimi, eh! È tanto che non ci vediamo.
C'era De Zan, e dov'è Bruno De Zan? Adesso dovrebbe essere capo alla Cassa Mutua dei commercianti. Ho le fotografie a casa.
- Come vi eravate trovati? Per quale motivo ce l'avevate con i fascisti?
Forse anche perché avevamo i genitori che la pensavano in quella maniera, le famiglie. E poi anelavamo alla libertà, avevamo già il senso della libertà, volevamo essere liberi.
Non sentivamo il dovere di partecipare al sabato fascista. Ti toccava andare; o come Balilla, o come Avanguardista ogni sabato. Noi invece cercavamo sempre ''de fetonar (di sgattaiolare). Era una ribellione che sentivamo dentro di noi, forse neanche giustificata nel senso ... esprimevamo questi sentimenti che poi sono anche, a un certo punto, [stati] scoperti dai fascisti. Infatti il federale, un giorno - adesso non ricordo in che occasione, quando è venuto Mussolini - il federale [Luigi] Gatti, si chiamava, che è stato ucciso assieme a Mussolini, era federale qua a Treviso... mi ha convocato. Con paternalismo mi ha interrogato.
- Ancora nei primi anni della guerra.
Sì, sarà stato nel '42, nel '43. Mi ha convocato, mi ha fatto una paternale, mi ha messo anche una sera in guardina. Perché [era] venuto giù Mussolini, mi pare, a Treviso.
Ah, no. Quello è stato nel '40, prima della dichiarazione della guerra, mi pare. Dopo, lui è passato di qua quando si è incontrato con il Fuhrer; in quell'occasione là.
- E il giornalino che facevate?
La Ganga. Ci facevamo questo giornalino, questo foglio, da clandestini.
- Stampato da chi era?
Non mi ricordo. In tipografia.
- Chi era il tipografo?
Bisognerebbe che domandassi ai ragazzi. Si chiamava La Ganga.
C'erano queste battaglie, con loro. Se ti beccavano fuori alla sera, magari eri da solo, prendevi le botte. Allora andavamo anche noi armati di manganello. Mi ricordo che abbiamo disfatto una sedia sdraio al conte Coletti. Era una bella sedia sdraio e aveva come dei manganelli sullo schienale, [dei bastoni] grossi così. Abbiamo disfatto la sedia e andavamo via anche noi con il manganello. Pensa! E dopo altre di questo genere. Ma siccome eravamo anche tanto giovani, forse eravamo anche tollerati dai fascisti.
Però erano botte se ti beccavano fuori. Noi avevamo il problema, alla sera: o di non andar fuori, o di andar fuori in compagnia. Ma succedeva che, se eri in sette otto, accompagnavamo a casa uno, l'altro e st'altro, ma poi restavano sempre gli ultimi due. E gli ultimi due dovevano escogitare qualcosa per poter andare a casa.
È successo, l'Otto Settembre quando abbiamo detto basta fare la guerra... noi li prendevamo per il culo a Treviso. Ma è durata pochi giorni, perché dopo sono tornati di nuovo loro; al che ci è toccato scappare, a noi. Perché erano pacche, allora sì che erano pacche sul serio.
Noi però non abbiamo mai abusato del nostro potere, quando lo avevamo in mano, nei loro confronti. Li prendevamo per il culo, sì, ma basta.
- Ma, finita la guerra...
Finita la guerra, cosa è successo? Io ho fatto il partigiano. St'altro il partigiano non l'ha fatto e si è nascosto. St'altro, dov'è andato non si sa. Ci siamo trovati dopo, finita la guerra. Il bombardamento ci ha diviso, perché le case sono andate giù. Sono andati sfollati.
- E lei, partigiano dove, è andato?
A Oderzo, Faè, giù di là.»
Tomaso da Modena
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