Lupo in Friuli-Venezia Giulia
Questo video, frutto della collaborazione fra Canislupus Italia e Therion Research Group, è stato realizzato nelle Prealpi Carniche della provincia di Pordenone grazie a una fototrappola e mostra un lupo maschio intento ad abbeverarsi ad una pozza. Autori: Stefano Pecorella (CLI) e Marco Pavanello (TherionRG).
Maniago (Friuli Venezia Giulia) Piazza Italia - videomix
Maniago (Manià in friulano) è un comune italiano di 11 800 abitanti della provincia di Pordenone in Friuli-Venezia Giulia.
La cittadina è nota per l'arte fabbrile, che assegna a Maniago il nome di città del coltello: sono molte le coltellerie impiantate artigianalmente a partire dall'età medievale. Fin dal Quattrocento gli abili coltellinai maniaghesi forgiavano coltelli e lame, che andavano a fornire anche le truppe della Serenissima. Nel 1998 è stato aperto al pubblico il Museo dell'arte fabbrile e delle coltellerie.
La cittadina si trova nella parte occidentale della regione Friuli Venezia Giulia, all'imboccatura di due valli della pedemontana pordenonese, la Valcellina e la Val Colvera, a circa 78 km dal mare Adriatico. Il suo centro urbano sorge ad un'altitudine di 283 m s.l.m. nella zona di confluenza tra il fiume Cellina e il torrente Colvera, che attraversa l'abitato maniaghese, e il territorio comunale raggiunge un'altezza massima di 1.224 m s.l.m..
Maniago sorge in una piana ai piedi delle Prealpi Carniche, che si estendono alle spalle dell'abitato, tra cui vi sono il Monte Jôuf, il Monte Fara e il Monte San Lorenzo. Nel suo territorio sono presenti ambienti molto diversi tra loro, che comportano una grande varietà di flora e fauna. Nella porzione settentrionale del comune si estendono boschi di latifoglie, quali querce, castagni, faggi, acacie e aceri, con un rigoglioso sottobosco, mentre nella zona meridionale si trova l'area naturale protetta dei Magredi, situata dove le acque del Cellina e del Meduna sprofondano nella falda acquifera, originando un ambiente pianeggiante caratterizzato da forte permeabilità del suolo e dalla conseguente scarsa produttività dei terreni.
Andreis il paese (Alta Valcellina Dolomiti Friulane Friuli-Venezia Giulia) - slideshow
Andreis (Andreis in friulano standard, Andrees in friulano occidentale) è un comune italiano di 282 abitanti della provincia di Pordenone in Friuli-Venezia Giulia.
Il territorio comunale, completamente compreso nelle Prealpi Carniche, coincide con la valle del torrente Alba che si apre alla sinistra della val Cellina poco prima del lago di Barcis. Essa si sviluppa in direzione est-ovest ed è dominata a nord dalla catena Chiarescons-Cornaget-Resettum (e in particolare dal monte Raut che con i suoi 2 025 m rappresenta il punto di massima altitudine) e a sud dal più modesto monte Fara (1 342 m). Termina con la forcella di Pala Barzana (840 m) che permette i collegamenti con Frisanco.
Pordenone
La provincia di Pordenone (provincie di Pordenon in friulano, provincia de Pordenon in veneto) è stata una provincia italiana della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia di 311 761 abitanti con capoluogo Pordenone, la seconda per estensione e popolazione della regione. Fu costituita nel 1968 per distacco dalla provincia di Udine.
Era una delle tre provincie del Friuli, posta tra la media provincia di Udine ad est e il Veneto (provincia di Belluno, Treviso e Venezia) a ovest. Confinava a nord e nord-est con la Carnia, ad est, a mezzo del fiume Tagliamento, con la restante provincia di Udine, a ovest e a sud con il Veneto (provincia di Belluno, Treviso e città metropolitana di Venezia) e la pianura veneta, non presentando dunque sbocchi sul mare Adriatico a differenza delle altre ex provincie del Friuli-Venezia Giulia. Il territorio comprendeva parte delle Prealpi Carniche con a nord le Dolomiti Friulane, una parte collinare ed una parte della pianura friulana (alta e bassa friulana).
Le valli montane principali dell'ex territorio della provincia di Pordenone sono la Valcellina, la Valle del Vajont, la Val d'Arzino, la Val Tramontina, la Val Colvera, la Val Cosa e la Val Zemola. I fiumi principali oltre al medio corso del Tagliamento sono il Livenza, il Cellina, il Meduna e il Noncello, mentre i laghi principali sono il Lago di Barcis, il Lago di Ravedis, il Lago dei Tramonti, il Lago di Cà Zul e il Lago di Cà Selva. All'interno del territorio dell'ex provincia ricadono anche parte della foresta del Cansiglio e la stazione climatica di Piancavallo.
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MTB Friuli | Travesio - Casera Valinis
Dalle montagne carsiche delle Prealpi Carniche al fondovalle della Val Tramontina, presso la pianura di Pordenone. Discesa veloce e non difficile: descrizione completa su
Salita alla Casera Pramaggiore dalla Val Settimana
08-04-2018: La val Settimana è un lungo e profondo solco vallivo che si incunea nelle Prealpi Carniche tra i gruppi del Pramaggiore e delle Caserine Cornaget. Per imboccare la rotabile della valle si risale lungamente la val Cellina da Montereale a Barcis ed oltre fino al ponte sul torrente Cimoliana poco prima di Cimolais. Qui si devia a destra in direzione di Claut ma senza raggiungere l'abitato si imbocca, sulla sinistra, la strada che si inoltra nella Val Settimana seguendo le indicazioni per il rifugio Pussa. La si percorre fin quasi al termine lasciando l'auto al parcheggio presso lo sbocco del Ciol de Pes (m 907, cartelli). La strada risulta spesso interessata da piccole frane o alluvioni che possono rendere difficoltoso il transito.
Arzino
Il torrente Arzino da il nome alla valle che si trova nelle Prealpi Carniche in provincia di Pordenone, le immagini ed i filmati sono stati presi nel comune di Forgaria (UD)
Il Ponte inquadrato nel video detto dell'Armistizio, è stato costruito nel 1916, ma distrutto dagli Austriaci negli ultimi giorni di guerra, questo però a fatto sì che quella guarnigione fosse catturata dalla truppe italiane, mentre la guerra finiva.
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Mare, montagna, cultura, tradizioni, sport, enogastronomia, eventi e tanto altro: questo è il Friuli Venezia Giulia! Un luogo da visitare che ti riempirà di emozioni e sensazioni indimenticabili.
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In Friuli Venezia Giulia troverai natura intatta, sentieri, boschi mai affollati, parchi naturali, canyon spettacolari, laghi che paiono perle, piatti tipici dal gusto genuino e dai profumi intensi.
Lasciati abbracciare dalla natura, proprio come vuoi tu: con infinite distese di vette, da raggiungere grazie a passeggiate ed escursioni naturalistiche, anche con guida, o con il respiro di foreste e boschi dove l'aria tersa si accende dei profumi di una ricca vegetazione. Carnia, Piancavallo, Tarvisio, adagiati su Dolomiti friulane, Alpi e Prealpi Carniche e Giulie, garantiscono tante opportunità per praticare attività all'aria aperta: passeggiate a cavallo, quad, mountain bike, tarzaning nei Parchi Avventura, arrampicata, dog trekking, canyoning, eco climbing, nordic walking, hydrospeed, trekking, via alpina, parapendio, sci d'erba, deltaplano, golf; e se questo non bastasse, nei laghi ci si può cimentare con windsurf e vela, canoa, kayak e ski roll.
Il mare del Friuli Venezia Giulia ha un fascino tutto suo, ti regala atmosfere che non trovi altrove. Le lunghe distese di sabbia dorata della frizzante Lignano e della pittoresca Grado e si intrecciano alla costa rocciosa delle bianche falesie, che da Duino si spinge fino a Trieste. Relax e divertimento convivono armoniosamente in queste località ideali per la vacanza in famiglia, incorniciate dalla laguna di Grado e dalla laguna di Marano, popolate da miriadi di uccelli e dove il tempo sembra essersi fermato. Appena più a est, ecco la costa delle bianche falesie, che da Duino si spinge fino a Trieste: un regno di piccole baie incorniciate dagli scogli, da raggiungere in barca o attraverso sentieri che scendono verso il mare e si addentrano nella profumata vegetazione mediterranea offrendo scorci mozzafiato sul blu, come nel mitico sentiero Rilke. Senza dimenticare la riviera di Barcola e i bagni storici di Trieste (cioè gli stabilimenti balneari) dove ci si tuffa a due passi dalla splendida città mitteleuropea. La tradizione della pesca, viva da secoli, anima Grado, Trieste e Marano (vicina a Lignano), fornendole di pesce freschissimo, che i ristoranti cucinano con arte impareggiabile. Potrai gustare lo speciale Boreto alla Graisana e gli asparagi di Grado, oppure potrai lasciarti stupire dalla bontà del pesce crudo appena pescato di Marano Lagunare.
Terra di romani, longobardi, veneziani, Asburgo, il Friuli Venezia Giulia è uno scrigno di tesori. Questa regione è un intreccio fittissimo di arte, che racconta storie particolarissime, da assaporare lentamente e da svelare poco a poco per coglierne i riflessi più magici. In Friuli Venezia Giulia si sono avvicendati culture e popoli: questi incroci hanno dato vita a perle d'arte e tradizioni tutte da scoprire.
Val D'arzino
La Val d'Arzino (Val Arzin in friulano) si trova nelle Prealpi Carniche, in provincia di Pordenone. È attraversata dal torrente Arzino (da cui prende il nome) e comprende i comuni di Vito d'Asio, Forgaria nel Friuli e Pinzano al Tagliamento, comune nel quale, nei pressi della frazione Pontaiba, il torrente sfocia nel fiume Tagliamento. Si estende longitudinalmente dal paese di San Francesco al comune di Pinzano al Tagliamento e latitudinalmente dal paese di Vito d'Asio al paese di Forgaria nel Friuli.
I principali rilievi della Val d'Arzino sono il Monte Corno, il Monte di Vito d'Asio e il Monte Prat (Forgaria nel Friuli). Le cascate dell'Arzino si trovano a pochi metri dalla sorgente, in prossimità di un brusco cambio di pendenza della valle. I salti d'acqua, circondati da rigogliose faggete, si alternano ad ampie vasche di erosione e a profonde e verdissime pozze. Le cascate sono raggiungibili senza alcuna difficoltà percorrendo una breve e comoda stradina forestale, che prende il via all'inizio della Valle di Preone.
Le principali risorse turistiche della valle consistono nel patrimonio naturalistico, di particolare bellezza in tutti e tre i comuni e dal patrimonio storico. Nel comune di Vito d'Asio, nella frazione di Anduins, sono da notare le sorgenti solforose sul rio Barquet e gli annessi impianti termali in fase di sviluppo. Per gli escursionisti vi sono percorsi a Vito d'Asio e nella frazione S. Francesco, ma anche nel comune di Pinzano al Tagliamento. Mentre per i ciclisti, vi sono numerosi percorsi nel comune di Pinzano al Tagliamento presso il torrente Gercia e lungo la ferrovia Casarsa-Pinzano-Gemona del Friuli attualmente dismessa. Dal punto di vista storico sono da notare il castello del conte Ceconi a Vito d'Asio e il castello di Pinzano, nonché i numerosi siti storici sparsi in tutta la vallata. Ad Anduins, San Francesco, Pielungo, Forgaria e a Valeriano ( Pinzano al Tagliamento ) sono presenti luoghi d'alloggio per turisti o strutture ricettive
Il Castello Ceconi, situato nella foresta Ceconi (1883), ultima costruzione realizzata da Giacomo Ceconi, famoso per essere stato uno dei più importanti costruttori di ferrovie e strade nell'Impero Austro-Ungarico. Giacomo Ceconi (1883-1910), di umili origini diventato grande costruttore di ferrovie e creato nobile dall'Imperatore Francesco Giuseppe I e conte da re Umberto I, ampliò enormemente la casa natale negli 1890-1908 facendole assumere le linee di un castello ghibellino, con statue e affreschi sulla facciata. Il conferimento del titolo di conte della Corona d'Italia richiedeva, secondo una tradizione ormai secolare, che Giacomo Ceconi erigesse una residenza dalle caratteristiche e dalle proporzioni di un castello. Si trattò di una villa che negli intenti del ceconi avrebbe dovuto tenere legati i suoi discendenti alla natale Pielungo. Per i lavori dell'edificio (in Val Nespolaria) Giacomo Ceconi si trattenne sempre più frequentemente e sempre più a lungo nel suo borgo natio (1890-1908) per attendere alla progettazione e alla costruzione di tale sua residenza nobiliare, non mancando pure di adoperarsi nel contempo anche per il suo paese.
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Sentieri Sostenibili - Il Parco delle Prealpi Giulie: presentazione a Moggio Udinese
Il secondo volume della collana Sentieri Sostenibili dedicato al Parco delle Prealpi Giulie, in Friuli Venezia Giulia, propone l'esperienza percorsa da Snam Rete Gas per la realizzazione di un'importante struttura energetica, il metanodotto Malborghetto-Bordano attraverso il quale il gas proveniente dalla Russia arriva in Italia.
Lo scorso 5 settembre il libro è stato presentato al Comune di Moggio Udinese (Udine) alla presenza di autorità locali, regionali e del Parco delle Prealpi.
21° Italian Baja 2014 World Cup moto
I passaggi dei primi otto classificati alla FIM Bajas World Cup all'Italian Baja 2014
Vieila canyon Friuli
Dopo la nostra prima esplorazione della settimana scorsa siamo tornati per domare la parte 4 del Vieila che è piu' lunga impegnativa e acquatica delle altre 3 messe assieme, con guanti capuccio e doppia muta abbiamo risolto il problema dell'acqua freddissima con qualche chiodo e passamano di corda abbiamo messo in sicurezza i passaggi piu' critici, abbiamo provato qualche salto e qualche scivolo che l'altra volta ci era sfuggito a distanza di una settimana questo canyon mi è diventato piu godibile .
Giro d'Italia in 80 librerie 2015: la partenza da Tarvisio
Il 29 marzo l'edizione 2015 del Giro d'Italia in 80 librerie ha preso il via dalla galleria Priesnig di Tarvisio. Anche quest'anno Snam sostiene e partecipa attivamente alla manifestazione ciclistico-letteraria che attraverserà l'Italia approdando a Bari a fine luglio.
Maggiori informazioni:
Leandro Dreon - Femmina di gatto selvatico con cuccioli
Concorso Nazionale di Fototrappolaggio 2015 - 1° classificato Sezione Video: Leandro Dreon, Femmina di gatto selvatico con cuccioli, punti 680. Descrizione: L’area di ripresa si trova in una zona remota del massiccio formato dal M.te Valinis e dal M.te Ciaurlec, un complesso carbonatico situato nelle Prealpi Carniche in Provincia di Pordenone (Friuli-Venezia Giulia). In questa zona l’acqua superficiale è estremamente localizzata e preziosa; le rare raccolte d’acqua di origine naturale rappresentano gli unici luoghi dove la fauna può trovare questo elemento in quantità. La fototrappola, una Boskon Guard BG520, è stata posta proprio in corrispondenza di una di queste raccolte, alimentata da una piccola sorgente. Nelle immagini è ritratta una giovane femmina di gatto selvatico che visita la pozza accompagnata da due cuccioli. L’area del massiccio è caratterizzata da una buona distribuzione di questa specie, che lascia frequenti immagini di sé nelle fototrappole collocate in zona nell’ambito del progetto di ricerca coordinato dall’Associazione Therion Research Group, al quale partecipano anche Canislupus Italia ONLUS e Alka Wildlife o.p.s..
Pradis ..... le grotte come le ho viste io .
Ho girato questo video in condizioni non del tutto ottimali per via della particolarità del luogo. Immagini prese al volo in un terreno a volte impervio, contando solo sulla mano ferma e in un continuo alternarsi di luci e ombre che hanno messo a dura prova l'obbiettivo della mia handy cam.
Spero comunque di essere riuscito a rendere l'idea di questo incredibile angolo di natura.
Nel cuore delle Prealpi carniche a oltre 500 metri s.l.m. queste cavità di origine carsica sono uno spettacolo.
Nel paleolitico l'uomo di Neandertal e Sapiens conoscevano questi luoghi e ne sfruttavano le loro ricchezze.
Utilizzavano le grotte scavate nei millenni dal torrente Cosa e Rio Secco per ripararsi dalle intemperie e come territorio di caccia.
#gabry_mir #Pradis #grotte #esplorazioni
Friuli Venezia Giulia | Live Natura | Turismo FVG
In Friuli Venezia Giulia la natura è di casa e si lascia avvicinare facilmente. Grandi foreste e sconfinati parchi, dove osservare animali in libertà; avvolgenti silenzi per accompagnare il birdwatching in laguna. Un territorio unico e a tratti ancora selvaggio, da vivere con tutti i sensi.
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Unisci pace, purezza, magia: la natura del Friuli Venezia Giulia parla direttamente al cuore, tra mare, colline e Alpi, tutto nel raggio di poco più di 100 chilometri, per stupirti con una natura che si mostra sempre nella sua intatta bellezza. Verrà naturale immergersi in questi scenari da fiaba del Friuli Venezia Giulia, mai affollati, grazie al trekking e a rilassanti passeggiate, anche in bicicletta e a cavallo, lungo percorsi tabellati e strade sterrate che si snodano tra boschi e prati e che portano a caratteristici borghi. E per gli amanti del golf, ci sono sette campi a 18 buche. Chi ama le emozioni più forti può scegliere tra arrampicata e trekking sui sentieri che collegano i rifugi d'alta quota, deltaplano e parapendio, canoa e kayak su limpidi torrenti e laghi che paiono perle. Numerosi parchi e riserve naturali, abitati da camosci, stambecchi e rapaci, ti guideranno alla scoperta dell'ambiente più autentico. E potrai persino addentrarti nel suo cuore di roccia, tra grotte e canyon. In Friuli Venezia Giulia potrai scoprire le meraviglie della montagna visitando i parchi e le riserve presenti sul territorio. Tra i parchi più vasti (37.000 ettari) c'è il Parco delle Dolomiti Friulane, situato sulle catene montuose racchiuse tra i corsi dei fiumi Tagliamento e Piave, sovrastanti la pianura friulana occidentale. Offre servizi di foresteria e varie attività tra le quali diverse visite guidate e itinerari naturalistico-etnografici per scolaresche. Anche il Parco delle Prealpi Giulie, che si estende su poco meno di 10.000 ettari, offre servizi di foresteria, escursioni guidate, mostre, itinerari e visite guidate. La Riserva della Forra del Cellina, invece, si trova tra la valle prealpina di Barcis e l'alta pianura di Montereale ed assomiglia a un grande canyon. Visite guidate e due foresterie ti faranno scoprire questa meraviglia naturalistica. Altri parchi e riserve ti aspettano tra le montagne del Friuli Venezia Giulia: la Riserva del Lago Cornino, le Riserve dei Monti Lanaro e Orsario, le Riserve di Rio Bianco e Cucco, la Riserva Val Alba.Vivrai emozioni diverse, ma sempre intense: sulle Alpi friulane, dove pare di toccare con gli occhi il volo delle aquile e ci si perde dentro tramonti infuocati; tra dolci colline tappezzate di vigne, come il Collio, o disegnate da fiumi maestosi, come il Tagliamento, dove tanti sterrati e stradine si addentrano in scenari mozzafiato diversi a ogni svolta; nelle atmosfere sospese della laguna di Grado e della laguna di Marano, da scoprire pure con le escursioni in motonave; sul mare che lambisce le morbide e lunghe spiagge di Grado e Lignano o le piccole baie vicino a Trieste, da raggiungere anche in barca.
LA PEDEMONTANA PORDENONESE PER INDIGENI E FORESTI
Ah, i dolci paesaggi della Toscana... E invece no! Non siamo nel Chianti o in Val di Chiana, ma a Villa di Villa, località nel comune di Cordignano, tra casali, vigneti e stradine che salgono e scendono seguendo l'andamento sinuoso di dolci colline. E' l'ultimo paese del Veneto, ma da qui, di fatto, inizia il nostro itinerario in quella che viene definita la “pedemontana pordenonese”. Itinerario che ci porterà fino alla sponda destra del Tagliamento attraverso un teorema ininterrotto di castelli abbandonati, chiesette nascoste, terrazzi panoramici, vecchi borghi con le mura delle case fatte di ciottoli ed i portoni in legno. Un “instant trip” da percorre in auto, in una mezza giornata, ma anche in bicicletta, se le gambe sono un po' allenate, dedicandogli una giornata intera.
Il forestiero ne resterà affascinato, ma sono sicuro che anche tanti pordenonesi non sono del tutto consapevoli di quanta ricchezza ci sia ai piedi delle nostre prealpi.
Polcenigo non è certo una scoperta per noi indigeni. Eppure è sempre piacevole passeggiare lungo la viuzza che sale al castello. Dalla prima curva si può ammirare dall'alto in tutta la sua bellezza questo piccolo borgo antico irrorato dalle acque carsiche del Gorgazzo, che in primavera sono in pieno tumulto. Il castello avrebbe meritato miglior fortuna, ma i suoi ruderi emanano ancora un certo fascino.
Dopo essere passati per Santa Lucia di Budoia, Dardago e Marsure con le loro caratteristiche case di sasso e, dopo essersi fermati per ammirare quell'esempio di archeologia industriale che è la centrale idroelettrica di Malnisio, un'altra tappa d'obbligo è Maniago. Alle spalle della piazza, su un colle alle pendici del monte Jof, c'è l'antico castello patriarcale, abbandonato già agli inizi del Cinquecento e provato dai terremoti, soprattutto quello spaventoso del 1511. E' circondato da una macchia di alberi, alcuni secolari, che insieme ai lacerti delle sue mura poderose ne fanno un luogo romantico di una certa suggestione.
Il mini tour dei castelli continua con Solimbergo, sulla sponda sinistra del Meduna, una torre di avvistamento che si alza da una collina di querce e carpini come una sentinella solitaria, proprio dirimpetto al suo “gemello”, il castello di Toppo, dalle possenti mura merlate, anch'esso appoggiato su un terrazzo collinare dal quale si domina la pianura sottostante.
Riprendendo la strada che da Sequals conduce verso il Tagliamento, si imbocca ad un certo punto una viuzza che si infila nel bosco, per arrivare ad un piccolo gioiello, la chiesetta di San Zenone. Posta davanti ad una piccola radura, con una quercia secolare a farle ombra, porta sulla facciata lo scudo bianconero della famiglia Savorgnan. Qui si tenevano nel Cinquecento le mostre delle cernide, richieste proprio dai Conti Savorgnan. In tale occasione, nel mese di maggio, i capi famiglia, facenti parte delle cernide (milizie costituite durante il dominio del nostro territorio da parte della Repubblica di Venezia, che annualmente avevano l'obbligo di addestramenti militari territoriali) dovevano presentarsi muniti di schioppo alla parata agli ordini del capitano del Castello di Castelnovo.
Altra tappa d'obbligo è Spilimbergo per una visita al duomo e al castello con la sua celebre facciata affrescata. Qui non più così raro trovare turisti che parlano inglese affascinati dall'idea di conoscere l'Italia dei piccoli borghi, lontano dalle tratte abituali e ormai scontate del turismo di massa.
Si passa quindi, volgendosi in direzione del Tagliamento, per Valeriano, dove lungo la strada non si può non notare la chiesetta di Santa Maria dei Battuti, sulla cui facciata campeggia l'enorme figura di un classico San Cristoforo con bastone da viaggio e bimbo Gesù sulle spalle. Si tratta di un rifacimento moderno, l'originale, realizzato con tecnica a fresco da Giovanni Antonio de Sacchis, si trova all'interno.
Dulcis in fundo si arriva al teorico capolinea (perché, volendo proseguire, il divertimento continua...), l'ultima tappa di questo itinerario: Pinzano con doverosa salita ai ruderi del castello, che sono uno splendido belvedere, dal quale godere di un panorama eccezionale soprattutto verso Est. Siamo propria sopra alla “stretta” dove il Tagliamento sbocca in pianura. Guardando verso levante si può vedere a sinistra il suo alto corso che si perde tra le montagne, il castello di Ragogna, che sta proprio di fronte, e a destra il letto ghiaioso del “re dei fiumi alpini” che si allarga e si espande verso valle. Se avete affrontato il “tour” nei mesi estivi il consiglio è passare il ponte di Pinzano scendere verso il greto in località Villuzza di Ragogna e godervi una delle più belle spiagge fluviali che si possano trovare. Acque limpide e sufficientemente profonde per balneare ed un ambiente ideale per rilassarsi al termine del viaggio.
Climbed to the Caulana peak
16-12-2007: ( Riprese con Videocamera Hitachi VM-E 565 LE ). Dal mio archivio video del 2007: Il Monte Caulana (2068 mt) è, senza dubbio, una delle cime più belle e meno frequentate del massiccio del Monte Cavallo. La sua posizione defilata rispetto al centro turistico di Piancavallo unita all’ elegante forma piramidale ne fanno una meta per un’escursione di sicura soddisfazione. Il tratto di sentiero che da Forcella di Valgrande, per ripida ma non difficile cresta, porta all’isolata vetta è molto spettacolare e offre in più punti scorci panoramici di prim’ordine su pianura, lago di Barcis, Dolomiti e catena di Alpi Carniche e Giulie. Questa escursione, di media lunghezza, richiede solo un passo sicuro lungo l’affilata cresta finale e un po’ di attenzione in corrispondenza di un breve passaggio un po’ esposto (corda fissa) allo sbocco della Valgrande
16-12-2007: From my file video of the 2007: The Caulana (2068 mt) Mountain is, without doubt, one of the most beautiful tops and less you frequent of the thick one some Horse Mountain. Her position in comparison to the tourist center of Piancavallo united to the elegant pyramidal form they do a destination of it for an excursion of sure satisfaction. The line of path that from Fork of Valgrande, for steep but not difficult crest, brings to the isolated peak it is very spectacular and offers in more points panoramic foreshortenings of prim'ordine on lowland, lake of Barcis, Dolomites and chain of Alps Carniche and Julia. This excursion, of average length, asks only for a sure footstep along the sharp final crest and some attention in correspondence of a brief passage (fixed rope) to the exit of the valgrande
Montagna e Pedemontana del Friuli Occidentale: natura fino in fondo - parte 3
44° GIRO DEL FRIULI - GARA A TAPPE INTERNAZIONALE PER AMATORI
E sono 44! Tante sono le edizioni che il Giro Ciclistico Internazionale del Friuli Venezia Giulia può vantare nel panorama delle gare amatoriali. Poche, pochissime gare possono decantare una tale storia ed è merito di un organizzazione che negli anni ha saputo programmare per inseguire nuovi obiettivi adattandosi alle tante necessità che vi si propongono. Cè un uomo solo al comando una frase famosa che può essere affiancata a questo miracolo organizzativo; Nevio Cipriani patron del giro è da oltre 20 anni, dopo aver raccolto il testimone da Dino Doni, l'anima di questa organizzazione che sa esprimere cinque giorni di grande ciclismo sulle strade di questo laborioso lembo d'Italia il Friuli Venezia Giulia. L'edizione 44, quella del 2017, propone cinque tappe con partenza della prima da Tavagnacco mercoledì 5 agosto e arrivo a Forni di Sopra domenica 9. Nei primi chilometri della prima tappa si toccherà Cividale del Friuli, di origini longobarde e città dell'Unesco, per poi puntare a sud verso Medea e l'isontino con un primo passaggio a Capriva; pochi chilometri ancora e la carovana espatrierà in Slovenia dove si consumerà anche il primo Gpm del giro. Una velocissima discesa riporterà la corsa entro i confini nazionali. Spettacolari gli ultimi chilometri con la corsa che transiterà davanti al principesco castello di Spessa con i suoi curatissimi prati che danno risalto al sontuoso maniero. La seconda tappa, da Capriva a Mereto di Tomba, è riservata ai velocisti con un'altimetria piatta e un circuito finale particolarmente adatto alle loro attitudini. Venerdì terza tappa e primo arrivo in quota. Si arriverà ai 600 metri di Moteprat dopo una salita di una decina di chilometri che però non propone grandi difficoltà. Saranno molti i ciclisti che riusciranno a contenere i danni ma qui si evidenzieranno le forze in strada; sicuramente non si potrà nascondersi. Su questo percorso una fuga da lontano potrebbe ottenere ottimi risultati: attenti alle imboscate! La quarta tappa prenderà il via da Forgaria che il terremoto del '76 colpì pesantemente e ricostruita grazie alla grande solidarietà che tutto il Friuli non dimentica. Dopo pochi chilometri il passaggio davanti al cippo che ricorda Ottavio Bottecchia il plurivincitore del Tour che qui fu soccorso, dopo un misterioso incidente, e trasportato da alcuni contadini di Peonis su un carretto all'ospedale di Gemona. Quest'anno, nei primi giorni di giugno, ricorre il 90° anniversario di quel tragico evento. Si contornerà poi il lago di Cavazzo con le prime brevi salitelle che anticiperanno quella più lunga che da Mediis porta ad Ampezzo e agli 867 metri di Cima Corso da dove mancheranno ancora 9 chilometri per l'epilogo di tappa sull'arrivo di Forni di Sopra. Domenica 9 agosto atto finale del giro con la tappa carnica; partenza da Forni di Sopra per ridiscendere la vallata fino a Villa Santina dove si inizierà a salire verso i 700 metri di Avaglio. La salita pedalabile potrebbe essere teatro di scatti e trampolino di lancio per quanti vorranno tentare il Gpm di Avaglio o puntare a obiettivi più impegnativi. A Ovaro il giro di boa per ridiscendere la valle in sponda destra del fiume Degano che da il nome alla valle. Non è però tutto oro ciò che luccica e dopo gli abitati di Luincis e Agrons, da dove si gode la vista del maestoso Kaiser Zoncolan, la discesa cambia direzione e i ciclisti si troveranno nuovamente in salita verso Muina. Nuovamente discesa verso Raveo ed Esemon dove la corsa si reinserirà sulla statale 52 Carnica che riporterà i ciclisti a Forni di Sopra per concludere su quell'arrivo il 44° giro ciclistico internazionale del friuli Venezia Giulia. Sono oltre 400 i chilometri di gara che attraverseranno le provincie di Udine, Gorizia e Pordenone passando lungo le colline dei famosi vini friulani, la pianura e le prealpi Giulie per concludere nel meraviglioso teatro carnico tra le Dolomiti friulane. Il breve sconfinamento in terra slovena sarà una finestra sul Friuli con un punto di osservazione privilegiato da dove il territorio si propone straordinario all'occhio dell'osservatore. Abbiamo curato, come sempre, nei particolari l'organizzazione di questo giro per dare la possibilità ai partecipanti e loro accompagnatori di passare in Friuli giorni piacevoli e indimenticabili. parola di patron Nevio Cipriani.
Articolo di Fabio MOLINARI
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