La Real Casina di caccia di Ficuzza (Pa)
Foto della Real Casina di caccia di Ficuzza (Pa)
Real Casina di Caccia a Ficuzza (PA)
The Bourbon King Ferdinand III of Sicily here built a hunting lodge in 1799, called Real hunting lodge, after buying the feuds Cappelliere, Lupo and Ficuzza, before belonging to the clergy. The king's passion for hunting led thus the birth of the first nucleus of the township. The palace was reopened to the public in April 2009
Il re Borbone Ferdinando III di Sicilia qui fece costruire una palazzina di caccia nel 1799, denominata Real Casina di Caccia, dopo aver acquistato i feudi Cappelliere, Lupo e Ficuzza, prima appartenenti al clero. La passione del sovrano per la caccia determinò dunque la nascita del primo nucleo della borgata. Il palazzo è stato riaperto al pubblico nell'aprile 2009
Real casina di caccia del bosco di Ficuzza (PA)
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Droniland Fpv Ficuzza (Pa)
La nascita si deve al re Borbone Ferdinando III di Sicilia che qui fece costruire una palazzina di caccia nel 1799, denominata Real Casina di Caccia, dopo aver acquistato i feudi Cappelliere, Lupo e Ficuzza, prima appartenenti al clero. La passione del sovrano per la caccia determinò dunque la nascita del primo nucleo della borgata.
Divenuta meta preferita per la villeggiatura da parte della nobiltà palermitana agli inizi del XX secolo (fu dichiarata stazione climatica montana nel 1901), fu sempre maggiore la richiesta per la concessione di terreni demaniali al fine di costruire nuove residenze. L'Amministrazione regionale delle Foreste e del Demanio della Regione Siciliana rifiutò le concessioni e lo sviluppo edilizio della borgata si arrestò.
FICUZZA BY VOLAVIDEO
BOSCO FICUZZA, REGGIA DI FICUZZA, GOLE DEL DRAGO, LAGO DI SCANSANO
25 Aprile 2018
Alla scoperta della Real Casina di Caccia dei Borbone presso Ficuzza e di Corleone.
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CASCINA REALE E BOSCO DI FICUZZA
#ficuzza#trekking#boscoficuzza
#nature
#cascinareale
In volo sulla Sicilia - drone dji spark - #13 Bosco della Ficuzza
enricocartia.it
In Flight to Sicily
Corleone - Godrano - Cefalà Diana
L'area boscosa dei feudi di Ficuzza, Lupo e Cappelliere fu risparmiata dal disboscamento fino ai primi anni dell'Ottocento perché territorio impervio e roccioso, di alta collina, meno adatto dei circostanti alla pratica dell'agricoltura. Il bosco fu sfruttato come riserva di legna da ardere. All'inizio dell'Ottocento viene donato dai latifondisti a Ferdinando I delle Due Sicilie per farne sua riserva di caccia. Ferdinando vi fece edificare la Casina Reale di caccia, attorno alla quale sorse il piccolo borgo di Ficuzza, frazione di Corleone. Nel 1860, con l'Unità d'Italia, l'area diviene proprietà del Demanio del Regno d'Italia che cedette ai privati gran parte delle aree già disboscate e dissodate. Nel 1871 quanto resta della ex-riserva reale viene affidato all'Amministrazione Forestale ed il comprensorio dichiarato inalienabile. Con la legge nº 535, 29 dicembre 1901 del Regno d'Italia, il Bosco nazionale inalienabile di Ficuzza viene destinato a stazione climatica. Con atto del 1912 la Foresta Ficuzza assieme alla Foresta di Godrano divengono di proprietà dell'Azienda di Stato per le foreste demaniali. Nel corso della prima e ancor più della seconda guerra mondiale la protezione dell'area cede il passo alle esigenze belliche di produzione di legname e pertanto l'area vive un periodo di grave degrado. Nel 1948 l'area diviene proprietà dell'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, che vi pratica attività di rimboschimento. Con Decreto dell'Assessorato Territorio e Ambiente del 26 luglio 2000, n. 365 viene istituita la riserva naturale “Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. Lo stesso decreto affida la gestione della riserva all'Azienda Foreste
Il Castello di Cefalà si erge su una rupe (657 metri s.l.m.) che domina la valle del corso iniziale del fiume Milicia. Il villaggio settecentesco di Cefalà Diana (dal nome dei fondatori) ha lasciato il castello fuori dal tessuto urbano per svilupparsi a sud-ovest della rupe, dove il terreno è meno ripido.
Dalla sua posizione favorevole, il castello sorvegliava una porzione della magna via Panormi, che, transitando nella zona della Cefalà normanna (monte Chiarastella), viene ricordata nel 1121 come viam castelli cognomento Cephalas. Ben visibile dalla fotografia aerea, un'altra via secondaria scende in linea retta dal castello al celebre impianto termale conosciuto come bagni di Cefalà, cui, a partire almeno dal XIV secolo, era annesso un fondaco con la funzione di albergo rurale. Queste notissime terme (sottoposte nel 2000 a scavi archeologici con progetto di allestimento museale), il castello trecentesco (già oggetto di interventi di restauro) nonchè il sito normanno di monte Chiarastella (ancora da scavare) danno al territorio dell'antica baronia di Cefalà un interesse eccezionale sotto il profilo storico, archeologico, monumentale e paesaggistico.
Il castello, edificato direttamente sulla roccia, è costituito da una cinta interna che riproduce la configurazione del terreno, delimitando quindi un cortile di pianta triangolare. L'ingresso al castello avveniva originariamente attraverso una torre, situata a sud, con due vani porta, solo uno dei quali (chiuso da battenti di legno sprangabili mediante una sbarra che scorreva in apposito alloggiamento nello spessore del muro) è giunto fino a oggi.
Nel punto più alto del sito sorge la torre mastra di pianta rettangolare (lughezza 12,60 metri, larghezza 8,40 metri ed altezza 20 metri), costruita da tre livelli con una terrazza coronata da merli ghibellini. Originariamente la porta d'ingresso alla torre si apriva nel muro nord del primo piano, a 5 metri di altezza. Vi si accedeva tramite una scala esterna in pietra, ancora in parte visibile. I due locali del pianoterra, in origine senza comunicazione diretta con l'esterno, sono coperti da volte a botte. Una costerna oblunga, scavata nella roccia, occupa la metà ovest dell'ambiente nord del piano terreno ed era alimentata dall'acqua piovana che scendeva dalla terrazza attraverso un tubo in terracotta ancora visibile nell'angolo nord-ovest. La comunicazione tra questo pianoterra ed il primo piano avveniva attraverso la volta dell'ambiente nord, grazie ad una botola oggi murata.
Real Casina Borbonica
La testata giornalistica Aletheia diretta da Marina Pellitteri presenta : Duecento anni di Infinito con l'artista Gabriella Pellitteri.
Ficuzza in spring
La riserva naturale di Bosco della Ficuzza
Antica Stazione di Ficuzza - Lu Matrimoniu Sicilianu 4k © 2016
L’Antica Stazione di Ficuzza si trova all’interno della Riserva Naturale Orientata del Bosco di Ficuzza a pochi chilometri da Corleone. È un ex stazione ferroviaria completamente ristrutturata. La nostra cucina è strettamente legata alle tradizioni siciliane. Le nostre aree esterne si prestano per la realizzazione di matrimoni, riti ed eventi.
possibilità di organizzare i seguenti riti: evangelico e Valdese in struttura – rito civile e cattolico presso la Real Casina di Caccia dei Borbone di Ficuzza. 500 metri
Tavola Rotonda su Gli Albanesi e i Borbone del 11-06-2016
Tavola rotonda Gli Albanesi e i Borbone
Ficuzza, Real Casina di Caccia, 11 giugno 2016
Il giorno 11 giugno 2016 presso la Reale Casina di Caccia di Ficuzza, nel quadro dell’annuale incontro culturale sulla cultura albanese promossa dal Centro Internazionale di Studi sul Mito, quest’anno in collaborazione con l’Accademia Siciliana dei Mitici e con il Scaro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, si è tenuta una tavola rotonda sul tema Gli Albanesi e i Borbone. Hanno rivolto un indirizzo di saluto il SIndaco di Corleone Leoluchina Savona e il Delegato del Sindaco per Ficuzza Giulio Pillitteri. In apertura il moderatore Prefetto Gianfranco Romagnoli, Delegato per la Sicilia del Centro Internazionale di Studi sul Mito e Presidente-Rettore degli Studi dell’Accademia Siciliana dei Mitici, nel ringraziare quanti, tra cui la Dirigente U.S.L. di Palermo Ing. Dorotea di Trapani, hanno reso possibile l’incontro in quella sede, ha sottolineato, in relazione all’argomento della tavola rotonda, l’importanza del suo svolgimento in un sito borbonico e della partecipazione del Cavaliere di Gran Croce Nob. Dott. Antonio di Janni in qualità di rappresentante in Sicilia della Real Casa Borbonica a livello del dinastico Ordine Costantiniano di San Giorgio. Ha quindi consegnato allo stesso Dott. di Janni il diploma di nomina ad Accademico Effettivo dell’Accademia Siciliana dei Mitici, nella quale gli è stato affidato il ruolo di Coordinatore della Classe Accademica Umanità. Gli interventi dei relatori hanno avuto inizio con la relazione introduttiva del Dott. Antonio di Janni, il quale ha tracciato il quadro storico entro il quale il Re Ferdinando I delle Due Sicilie ha voluto la costruzione della Reale Casina di Caccia di Ficuzza con la relativa viabilità, soffermandosi sugli architetti che ne sono stati i realizzatori e sulle vicende dei recenti restauri dello storico edificio. E’ seguita la relazione del coordinatore della tavola rotonda Prefetto Romagnoli, il quale ha trattato le vicende relative alla costituzione, voluta già dal 1735 da Carlo III di Borbone Re di Napoli e di Sicilia, del Reggimento Real Macedone, ricordando i vari comandanti succedutisi alla sua guida e gli avvenimenti bellici cui lo stesso Reggimento partecipò gloriosamente ed evidenziando le diverse trasformazioni subite da questa compagine militare in successive riforme fino al 1820, data del suo scioglimento. Il successivo intervento del Ch.mo Prof. Fabio Russo ha riguardato la personalità di Padre Giorgio Guzzetta, arbéresh di Piana degli Albanesi divenuto sacerdote cattolico nella Congregazione di San Filippo Neri, la sua opera in campo caritativo e di promozione della cultura arbéresh anche attraverso fondazione del Seminario Greco-Albanese di Palermo e, la promozione di un ramo di rito bizantino degli Ordini degli Oratoriani e dei Gesuiti, ricordando i suoi rapporti positivi con il Re, ma non sempre facili con la sua corte. Ha quindi preso la parola il Prof. Zef Chiaramonte, il quale ha ricordato come la scelta definitiva di Ficuzza come base per la caccia da parte di Re Ferdinando durante il suo “esilio” in Sicilia, sia stata preceduta da altre scelte relative alle località di Turdjep e di Pianetto in Comune di Santa Cristina Gela, dove realizzò un piccolo appartamento in un edificio rurale oggi non più esistente, e come il palazzetto di Ficuzza divenne residenza Reale quando Ferdinando vi si stabilì per rimarcare la sua contrarietà alla Costituzione del 1812, allora in fase di elaborazione e dove un messo portava quotidianamente da Palermo gli atti da sottoporre al Placet reale. In chiusura, l’intervento del Prof. Zef Schirò di Maggio, dopo un puntuale riferimento alle fonti, arbéreshé e non, relative alle vicende della rivoluzione che, con lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, portarono alla caduta dei Borbone e alla proclamazione del Regno d’Italia, si è soffermato sul dramma da lui stesso scritto Mushti/Mosto 1860 nel quale viene evidenziato, tra l’altro, il contrasto tra gli intellettuali favorevoli al cambiamento e i contadini che, mirando a migliorare la loro condizione mediante l’assegnazione in proprietà delle terre che coltivavano, non sentivano come propria la rivoluzione che veniva loro proposta senza poter dare questa garanzia. Al termine della Manifestazione il Dott. Antonio di Janni, a nome della Principessa Beatrice di Borbone Gran Cancellere dell’Ordine Costantiniano, ha donato al Sindaco di Corleone, al Delegato di Ficuzza e ai relatori una medaglia raffigurante il simbolo della Fenice e lo stemma della Real Casa Borbonica.
Centro Lipu di Ficuzza, un patrimonio da difendere
Dopo 18 anni di attività il Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza rischia di chiudere.
I recenti tagli ai fondi regionali stanno mettendo in ginocchio questa storica realtà siciliana.
La produzione palermitana Riccio Blu Ideazioni ha deciso di sostenere la causa del Centro realizzando questo contributo.
C.R.R.F.S. Ficuzza
Riccio Blu Ideazioni
Real cascina - asd fonte 1 parte
Prima parte di uno spezzone di partita
CFQ 2015 - Le bellezze di Ficuzza
Il CFQ (corso formazione quadri ), scuola a cui anno partecipato molti ragazzi della nostra associazione, quest anno è stato svolto in Sicilia ed in questo video possiamo ammirare la bellezza di Ficuzza
Real Casino dei Borbone - SPOT PERSANO GFP 2016
Il 19 e il 20 MARZO si terranno LE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA 2016 in provincia di Salerno ci sarà l'apertura straordinaria del REAL CASINO DI CACCIA dei BORBONE in PERSANO (Comune di Serre).
Vedi il programma completo su fondoambiente.it
Video prodotto dalla Raiworld Production sas di Eleonora Raimondo - Eboli SA
Rocca Busambra Ficuzza Sicilia Drone Flight
Powered by Mavic 2 Zoom (and Freewell ND 16 Filter) through Virtual Litchi Mission on August 2019
Sentieri MTB 15° GRANFONDO 2^ MARATHON Marineo 2019. R. N. O. Bosco Ficuzza, Rocca Busambra, (PA)
Sentiero all'interno della Riserva naturale orientata Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, (PA)facente parte del percorso del 15° Granfondo e della 2^ Marathon Marineo 2019.
L'area boscosa dei feudi di Ficuzza, Lupo e Cappelliere fu risparmiata dal disboscamento fino ai primi anni dell'Ottocento perché territorio impervio e roccioso, di alta collina, meno adatto dei circostanti alla pratica dell'agricoltura. Il bosco fu sfruttato come riserva di legna da ardere. All'inizio dell'Ottocento viene donato dai latifondisti a Ferdinando I delle Due Sicilie per farne sua riserva di caccia. Ferdinando vi fece edificare la Casina Reale di caccia, attorno alla quale sorse il piccolo borgo di Ficuzza, frazione di Corleone. Nel 1860, con l'Unità d'Italia, l'area diviene proprietà del Demanio del Regno d'Italia che cedette ai privati gran parte delle aree già disboscate e dissodate. Nel 1871 quanto resta della ex-riserva reale viene affidato all'Amministrazione Forestale ed il comprensorio dichiarato inalienabile. Con la legge nº 535, 29 dicembre 1901 del Regno d'Italia, il Bosco nazionale inalienabile di Ficuzza viene destinato a stazione climatica. Con atto del 1912 la Foresta Ficuzza assieme alla Foresta di Godrano divengono di proprietà dell'Azienda di Stato per le foreste demaniali. Nel corso della prima e ancor più della seconda guerra mondiale la protezione dell'area cede il passo alle esigenze belliche di produzione di legname e pertanto l'area vive un periodo di grave degrado. Nel 1948 l'area diviene proprietà dell'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, che vi pratica attività di rimboschimento. Con Decreto dell'Assessorato Territorio e Ambiente del 26 luglio 2000, n. 365 viene istituita la riserva naturale “Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”. Lo stesso decreto affida la gestione della riserva all'Azienda Foreste.
Casina Reale di caccia
Rocca Busambra
Territorio