Pronti Partenza...Via - BRESCIA la Leonessa d'Italia #documentario
In questa puntata di Pronti Partenza ...Via viene presentata BRESCIA, seconda città della Regione Lombardia, già in epoca romana importante centro del nord Italia.
I resti di Brixia e le importanti testimonianze del periodo longobardo e carolingio conservati nel Museo Santa Giulia hanno valso a Brescia l'iscrizione nella lista UNESCO del patrimonio dell'Umanità.
I primi insediamenti sorsero sul colle Cidneo dove in epoca medioevale venne edificato il castello, ampliato in epoca veneta.
Ogni periodo storico ha avuto in Brescia il suo centro in una piazza: piazza del Foro era il cuore della vita politica romana; la piazza del mercato divenuta Piazza Duomo ed ora Piazza Paolo VI era il cuore medioevale, dove oggi si affacciano il Broletto e le due Cattedrali, Duomo Vecchio e Duomo Nuovo.
L'epoca rinascimentale con i canoni di proporzioni porta alla costruzione della Piazza della Loggia, dove venne edificato in epoca veneta il palazzo simbolo della città: la Loggia appunto.
In età moderna una nuova piazza viene tracciata secondo lo stile monumentale dell'epoca fascista: è Piazza della Vittoria.
Ma Brescia è anche fervido centro culturale con eventi che trovano collocazione in diversi luoghi della città, ad iniziare dal Teatro Grande, tempio della cultura musicale e dell'opera.
Una realizzazione di Fabrizio Vaghi e Paolo Vaghi
Testi, grafica, montaggio e regia di Fabrizio Vaghi
Una produzione Vaghi per il mondo
Puntata condotta da Fabrizio Vaghi e Flavia Gilberti,
con la partecipazione di Laura Castelletti (Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Brescia) e Fausto Lechi (Presidente Fondazione Brescia Musei).
Si ringrazia per la collaborazione il Comune di Brescia (settore musei cultura e biblioteche), la Fondazione Brescia Musei (in particolare Maria Cristina Ferrari), Film Commission, Fondazione Teatro Grande, Museo della Mille Miglia.
Tutti i diritti riservati, Vaghi per il mondo, 2014 -
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Brixia romana - il foro
Tutto incominciò con una colonna corinzia sporgente dalla sommità di una collinetta, nell'area del Foro, divenuta nel Sette e Ottocento zona verde d'evasione, per improvvisati déjeuners sur l'herbe dei cittadini che iniziavano a scoprire la villeggiatura.
Baluardo più estremo e alla luce del sole di un patrimonio storico artistico che riposava sommerso molti metri sotto terra, la colonna catalizzò nel tempo l'attenzione pubblica, sull'onda crescente di una passione per l'antico che culminò nel 1823 con la decisione di dare avvio agli scavi archeologici. Per iniziativa dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, d'intesa con il Comune, venne lanciata una sottoscrizione pubblica, con incarico al pittore Luigi Basiletti di condurre gli scavi, al fine di compilare una storia di Brescia depurata con le regole della sana critica.
Ai lavori nel nucleo archeologico, distrutto nel corso dei secoli dalle invasioni barbariche e poi sepolto dalle frane del colle che lo delimita, parteciparono attivamente anche l'architetto Rodolfo Vantini e l'archeologo Giovanni Labus. Nel 1825 venne riportato alla luce il pronao del Tempio Capitolino, l'anno successivo fu segnato dalla clamorosa scoperta di un'intercapedine che proteggeva il tesoro di bronzi antichi, fra cui la Vittoria Alata e le teste degli imperatori, oggi esposte a Santa Giulia.
Progressivamente riemersero il teatro, la basilica, i resti del Foro che restituirono il centro storico cittadino quale doveva essere nella Brixia romana.
Le tre celle del Tempio, dedicate alla triade capitolina Giove, Giunone e Minerva, vennero ricostruite in stile neoclassico dal Vantini, per adibirvi, nel 1830, il Museo Patrio: l'idea lungimirante che animava le ricerche, infatti, era quella di accompagnare alla riscoperta delle rovine una sistemazione ragionata del patrimonio così rinvenuto, quasi un primo germoglio di quello che, oltre un secolo e mezzo più tardi, diventerà il Museo della Città.
Un impulso non secondario lo diedero anche gli umori del tempo, in cui l'entusiasmo risorgimentale e patriottico vedeva impegnati in prima persona i notabili più in vista della città, fra cui i membri dell'Ateneo.
Le Soprintendenze ancora non esistevano (saranno create solo nel 1907) e l'attività di recupero e allestimento monumentale venne seguita da vicino dai promotori degli scavi, che per il nuovo museo raccomandarono una disposizione delle lapidi secondo il metodo praticato nel Museo Vaticano (Basiletti), cioè tutte incassate nel muro, e una distribuzione scientifica combinata con la disposizione simmetrica (Labus).
Allargando lo sguardo su più secoli, emerge come l'attenzione cittadina per il mondo antico, curiosamente, affonda le radici in epoche ben più remote, nel 1480, quando la Municipalità bresciana ordinò con decreto di conservare le pietre inscritte o lavorate via via ritrovate, stabilendo multe per la vendita e la loro manomissione. Una iniziativa che lo storico Theodor Mommsen qualifica come sine exemplo, quale importante origine, seppur embrionale, del primo museo lapidario pubblico in Italia: le iscrizioni vennero murate nelle facciate delle carceri e del Monte di Pietà in Piazza Loggia, dove sono tuttora visibili.
Gli scavi al Capitolium ripresero nel 1935, mentre nel 1939-1943 venne ricostruito il colonnato del Tempio, integrando con il cotto i frammenti originali bianchi.
Il Teatro Romano di Milano
Video Vittorio Innocente – Right in the heart of the bustling city of Milan (Italy), next to Palazzo Mezzanotte seat of the Italian Stock Exchange, to 16 meters deep under the foundations of Palazzo Turati in Via San Vittore at Theatre 14, the current seat of the Chamber of Commerce, is can see what remains of the Roman Theatre of Milan. The discovery of the ruins dating back to the 800, in the area when work began on the construction of new buildings. It was thanks to the intervention of Alda Levi, head of the Superintendency of Antiquities for the Lombardy region in the 20s and 30s, to save the find during excavations of Palazzo Mezzanotte built on the stage of the theater. The restoration work, entrusted to the Institute of Archaeology of the Catholic University of Milan began in 2004 ended in 2007, were made thanks to the economic contribution of the Chamber of Commerce and the financing of Autostrade Brescia-Verona-Vicenza-Padova. Since February 2008, the remains of the structure can be visited under the building of the Chamber of Commerce, accompanied by experts as Piero Sidoti, Jessica Zambelli and Andrea Preti (in the video). The Theatre, built in the time of Emperor Augustus, could accommodate up to 7 / 8,000 people and was probably the most impressive of the Empire. It was about 100 meters wide and at least 20 high with a curved outer facade, with two floors, with over thirty arches on a plane. The back wall had columns of white marble and limestone on two or three floors, including imposing statues were placed in special niches.
Video Vittorio Innocente – Proprio nel cuore della frenetica città di Milano, di fianco a Palazzo Mezzanotte sede della Borsa Italiana, a 16 metri di profondità sotto le fondamenta di Palazzo Turati in Via San Vittore al Teatro 14, attuale sede della Camera di Commercio, è possibile ammirare quel che resta del Teatro Romano di Milano. La scoperta delle rovine risale alla fine dell’800, quando in zona iniziarono i lavori per la costruzione di nuovi edifici. Fu grazie all’intervento di Alda Levi, responsabile della soprintendenza alle antichità per il territorio lombardo negli anni ’20 e ’30, a salvare il reperto durante gli scavi di Palazzo Mezzanotte costruito sul palcoscenico del teatro. I lavori di restauro, affidati all’Istituto di Archeologia dell’Università Cattolica di Milano iniziati nel 2004 conclusi nel 2007, furono effettuati grazie al contributo economico della Camera di Commercio ed al finanziamento della Società Autostrade Brescia-Verona-Vicenza-Padova. Dal febbraio 2008 i resti dell'antica struttura si possono visitare sotto il palazzo della Camera di Commercio accompagnati da persone esperte come Piero Sidoti, Jessica Zambelli ed Andrea Preti (nel video). Il Teatro, realizzato al tempo dell’Imperatore Augusto, poteva ospitare fino a 7/8.000 persone e probabilmente fu tra i più imponenti dell’Impero. Era largo circa 100 metri ed alto almeno 20 con una facciata esterna curva, a due piani, con oltre trenta arcate su un piano. La parete di fondo aveva colonne di marmo bianco e in calcare disposte su due o tre piani, tra le quali vi erano collocate imponenti statue in apposite nicchie.
Cosa vedere a Verona: 10 cose da visitare in un giorno a Verona
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1) PIAZZA BRA E ARENA DI VERONA
Piazza Bra è la più grande piazza cittadina, famosa per ospitare la celeberrima Arena di Verona. Oltre all'Arena, altre importanti testimonianze storiche dominano la piazza a partire dai Portoni della Bra ovvero una delle antiche porte nelle mura medievali che collegava la piazza alla campagna.
Dove dormire vicino all'Arena di Verona
2) VIA MAZZINI E CASA DI GIULIETTA CAPULETI
Via Mazzini collega Piazza Bra a Piazza delle Erbe ed è considerata la principale vià dello shopping veronese. Al fondo di Via Mazzini, sulla destra, a pochi passi da Piazza delle Erbe è situata al numero 23 di Via Cappello la celebre Casa di Giulietta.
Dove dormire vicino alla Casa di Giulietta
3) PIAZZA DELLE ERBE E TORRE DEI LAMBERTI
Piazza delle Erbe sorge sull'area del foro romano che all'epoca rappresentava il cuore della vita politica ed economica cittadina, mentre oggi è la piazza più antica della città ed una delle più amate d'Italia. La piazza è ricca di testimonianze storiche come la Torre dei Lamberti, suggestiva torre medievale in stile romanico-gotico alta 84 metri.
Dove dormire vicino a Piazza delle Erbe
4) PIAZZA DEI SIGNORI
Nota anche come Piazza Dante, è un'importante piazza di origine medievale adiacente alla celebre Piazza delle Erbe. Sulla piazza si affacciano importanti edifici storici in mezzo alla piazza una statua dedicata a Dante.
Dove dormire vicino a Piazza dei Signori
5) ARCHE SCALIGERE E CASA DI ROMEO MONTECCHI
Le Arche Scaligere sono un monumento funebre in stile gotico, per lo storico francese Georges Duby, uno dei più significativi dell'arte gotica. Il monumento è situato in Via Santa Maria Antica 1, accanto all'omonima chiesa e a Piazza delle Erbe. Accanto alle Arche Sacaligere, in Via Arche Scaligere 2, troviamo la Casa dei Montecchi, meglio nota come Casa di Romeo distante soli poche centinaia di metri dal balcone dell'amata Giulietta.
Dove dormire vicino alla Casa di Romeo
6) CHIESA DI SANT'ANASTASIA
E' la più grande struttura religiosa e il più importante monumento gotico della città, benchè non ultimata a distanza di secoli da inizio lavori nel 1290 sui resti di 2 vecchie chiese di Sant'Anastasia e San Remiglio e poi consacrata nel 1471.
Dove dormire vicino alla Chiesa di Sant'Anastasia
7) PONTE PIETRA, TEATRO ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO
Il Ponte Pietra sul fiume Adige è l'unico ponte cittadino esistente di origine romana. Attraversato il ponte, sulla destra si scorge immediatamente il Teatro Romano ovvero un teatro all'aperto realizzato nel I secolo a.C. presso Colle San Pietro e facente parte del Museo Archeologico cittadino.
Dove dormire vicino al Teatro Romano
8) DUOMO DI VERONA (CATTEDRALE DI SANTA MARIA MATRICOLARE)
E' la chiesa più importante della città nonostante sorga nella piccola Piazza Duomo all'interno dell'ansa del fiume Adige. La chiesa edificata nel 1117 sui resti di una preesistente basilica paleocristiana venne completata e consacrata da Papa Urbino III nel 1187.
Dove dormire vicino al Duomo di Verona
9) PORTA BORSARI E ARCO DEI GAVI
Porta Borsari è un'imponente porta risalente al I secolo d.C. delle antiche mura romane situata in Corso Porta Borsari, 57a. In Corso Cavour 2, a pochi passi dalla Porta Borsari possiamo ammirare l'imponente monumento romano, noto come Arco dei Gavi, fatto erigere poco fuori dall'antica città romana nella metà del primo secolo.
Dove dormire vicino l'Arco dei Gavi
10) CASTELVECCHIO, MUSEO CIVICO E PONTE SCALIGERO
Castelvecchio, un tempo Castello di San Martino in Aquaro, è un imponente castello medievale e la più importante opera militare della famiglia della Scala, attualmente sede del Museo Civico, uno dei più importanti musei veronesi. Davanti al castello infine si può ammirare il celebre Ponte di Castelvecchio o Ponte Scaligero, ritenuto a ragione l'opera medievale più audace dell'intera città.
Dove dormire vicino al Ponte di Castelvecchio
Più in generale ecco dove dormire nella città scaligera
Verona - Piazza Delle Erbe - Palazzo della Ragione - Palazzo Capitanio - Arche Scaligere
Piazza delle Erbe (o più semplicemente piazza Erbe) è la piazza più antica di Verona, e sorge sopra l'area del foro romano. Nell'età romana era il centro della vita politica ed economica; con il tempo gli edifici romani hanno lasciato il posto a quelli medievali. Nel 2012 viene considerata la piazza italiana più amata al mondo secondo una ricerca realizzata dalla Fondazione Marilena Ferrari, che ha monitorato per un anno 100 tra le principali testate estere.
Il lato nord è occupato dall'antico palazzo del Comune, dalla Torre dei Lamberti, dalla Casa dei Giudici e dalle case dei Mazzanti.
Il Iato ovest, quello più piccolo, è chiuso dal barocco Palazzo Maffei, adornato da diverse statue di dei greci: Giove, Ercole, Minerva, Venere, Mercurio e Apollo.
Il lato nord-ovest della piazza fonda sul Campidoglio romano, che guardava verso il Foro. Molte abitazioni conservano resti di pitture a fresco. Sorge nel lato sud la Casa dei Mercanti (o Domus Mercatorum), dove oggi ha sede la Banca Popolare di Verona. Le altre case, più anonime, ricordano per il rapporto altezza-larghezza le case-torri di origine comunale.
Il monumento più antico della piazza è la fontana sormontata dalla statua denominata Madonna Verona d'epoca romana datata 380 con integrazioni medievali. La fontana è opera di spoglio voluta da Cansignorio assemblando pezzi di epoca romana come da tradizione medievale nel periodo gotico in particolare, con grande vasca termale e statua proveniente dal Capitolium si dice un tempo fosse dorata, in occasione dell'opera idraulica di Cansignorio di portare l'acqua del torrente Lorì di Avesa fino a Piazza Erbe.[2] La statua è ornata di cartiglio tra le mani e reca impresso il vecchio motto del Comune che così recita “a questa città portatrice di giustizia e amante di lode”.
Altro monumento storico è il capitello, detto Tribuna. Viene datato intorno al XIII secolo, periodo in cui venne utilizzato per varie cerimonie: in particolare sotto di esso sedevano i podestà per la cerimonia dell'insediamento e là prestavano giuramento i pretori.
Verso via Cappello sorge un'antica colonna sormontata da un'edicola di origine trecentesca, nelle cui nicchie sono scolpite a rilievo le figure della Vergine e dei santi Zeno, Pietro Martire e Cristoforo.
Davanti a palazzo Maffei sorge una superba colonna in marmo bianco, sulla cui sommità è presente il leone di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia.
Basilica di San Bassiano e Area archeologica di Lodi Vecchio
Lodi Vecchio dista 10 chilometri da Lodi, nel luogo in cui sorgeva la città romana di Laus Pompeia, distrutta dai milanesi in due occasioni nel 1111 e nel 1158, anno in cui i lodigiani decisero di fondare una nuova città sulle sponde dell'Adda.
Nell'area archeologica di Lodi Vecchio sono visibili alcuni resti dell'antica cattedrale, così come sono raccolti alcuni reperti nel Museo di recente allestito. Fu questo il luogo in cui il primo vescovo della neonata diocesi di Lodi decise di costruire la sua prima chiesa.
San Bassiano edificò lungo un'importante strada di pellegrinaggio una basilica che venne ricostruita nel X e nel XIV secolo, prima con forme romaniche e poi gotiche, con elementi caratteristici quali la facciata a vento e le bifore a tutto cielo.
La basilica inizialmente consacrata ai XII Apostoli, fu dedicata a San Bassiano dopo la sua morte. All'interno numerosi dipinti che ritraggono soprattutto la vita agricola e il bellissimo affresco del catino absidale raffigurante il Cristo Pantocratore.
Scoprendo Lodi è un programma realizzato da Vaghi per il mondo ( scritto e diretto da Fabrizio Vaghi, condotto con Laura D'Angiolella, prodotto da Domenico Bardelli (
Canale ufficiale: Sono disponibili i sottotitoli in lingua straniera; la versione del video doppiata in inglese è disponibile a questo indirizzo:
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Grotta dell’Orso - loc. Gabrovizza, Sgonico (TS) - Italia
La grotta si apre con un imponente ingresso sul fondo di una dolina alberata e consiste in un'ampia galleria poco inclinata dalla forma regolare, lunga circa 175 metri, interessata da due brusche svolte. Nella parte terminale un cumulo di formazioni calcitiche chiude ogni passaggio. Intenso è lo stillicidio che rende alcuni tratti del pavimento argilloso piuttosto fangosi. Nel tratto iniziale sono stati effettuati, in varie epoche, numerosi scavi archeologici che hanno rinvenuto resti murari e vasellame preistorico e romano. Il nome deriva dai resti di Ursus spelaeus rinvenuti nei depositi di fondo. Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.
LA BADIAZZA (Messina)
Un gioiello dell'architettura medievale siciliana: La Badiazza.
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Acquedotto Anio Vetus
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