II^LEGIO AUGUSTA Roca Nuova 2014 esercitazione
Roca Nuova (Melendugno, Italia): rievocazione storica del 21 agosto 2014, rappresentata dalla Associazione Culturale II^LEGIO AUGUSTA.
Passeggiata a Roca vecchia (Melendugno - Lecce)
Una passeggiata fra le bellezze archeologiche di Roca Vecchia ( Melendugno - Lecce )
Roca Vecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce.
Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso.
La bellezza naturale si somma al fascino della storia di questo luogo incantato.
Non ci si può lasciare ingannare da quello che appare oggi un piccolo centro turistico lontano dalla mondanità delle attività commerciali.
Roca va immaginata come la fiorente città messapica che è stata nel corso degli anni.
A Roca è presente la Torre costiera che ha avuto, nel tempo, un ruolo di avvistamento e di difesa collegandosi visivamente con le altre fortificazioni dell’entroterra e della costa.
Questa Torre viene denominata la Torre di Roca Vecchia e sorge un isolotto poco distante dalle rovine del vecchio castello di Roca. In passato era nota col nome di Torre di Maradico e ricadeva nel territorio del Comune di Roca Nuova.
Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo.
Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Poesia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione.
La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983, grazie all'archeologo Cosimo Pagliara, di iscrizioni messapiche sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor.
A nord dell'area archeologica sorge il centro attualmente abitato, noto anche come Roca li Posti, frequentato in estate da vacanzieri.
Anche Roca gode di acque cristalline e di mare sempre calmo, ideale per chi vuole trascorrere le proprie vacanze in totale relax in un mare dalle splendide acque limpide.
Roca Nuova - Borgo
[ph: © 2012 By Diemme'69® di Damiano Marullo]
Repertorio fotografico di luoghi e itinerari del salento
Torre Sant'Andrea (Melendugno - Lecce - Salento - Puglia - Italy)
Torre Sant'Andrea, un antico villaggio di pescatori, ricade nel territorio del comune di Melendugno in provincia di Lecce. Non molto distante da Otranto e Torre dell’Orso. I Faraglioni rappresentano sicuramente il tratto distintivo di Torre Sant’Andrea, il più suggestivo è quello a forma di arco: l’ “Arco degli Innamorati”, un posto che, nelle giornate di mare calmo, dà la possibilità unica di nuotarci attraverso un mare cristallino.
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Torre Sant'Andrea, an ancient fishing village, falls within the territory of the municipality of Melendugno in the province of Lecce. Not far from Otranto and Torre dell'Orso. The Faraglioni certainly represent the distinctive feature of Torre Sant'Andrea, the most striking is the arch-shaped one: the Arco degli Innamorati, a place that, on calm days, gives the unique possibility of swimming across a sea crystal clear.
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La Grotta della Poesia a Roca nel Salento
Siamo alla Grotta della Poesia a Roca, un luogo meraviglioso dove fare dei tuffi di fronte ad una costa con mare azzurro cristallino.
Scopri altre informazioni su Roca e la Grotta della Poesia
qui:
Considerata una delle piscine naturali più belle d’Italia, questa grotta è un’attrattiva carica di mistero.
La Grotta della Poesia si trova a Roca Vecchia, una stupenda località marina frazione di Melendugno, tra San Foca e Torre dell’Orso , una zona caratterizzata da scogliere e piccole insenature molte suggestive.
Roca fa parte della provincia di Lecce e dista appena 20 chilometri da Otranto.
Si tratta di un paese del Salento centro-orientale, dal grande valore paesaggistico e naturalistico.
A Roca è presente la Torre costiera che ha avuto, nel tempo, una funzione di avvistamento e protezione congiungendosi visivamente con le altre roccaforti dell’entroterra e della costa.
Questa Torre viene denominata la Torre di Roca Vecchia e sorge un un isolotto vicino alle rovine del vecchio castello di Roca;
in passato era nota col nome di Torre di Maradico e faceva parte del territorio del Comune di Roca Nuova.
Questo posto è particolarmente apprezzato dai giovani in quanto permette spettacolari tuffi da un’altezza di circa 5 metri.
Roca Vecchia-Torre e Insenatura
Roca Vecchia o Rocavecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso.
La Grotta della Poesia
Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Posia (tanto spesso quanto erroneamente note come Poesia)[senza fonte]. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 m l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 m e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Posia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 m ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983 di iscrizioni messapiche (ma anche latine e greche) sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor (o anche Tator, Teotor, o Tootor).
A nord dell'area archeologica sorge il centro attualmente abitato (22 residenti nel 2001), noto anche come Roca li Posti, frequentato in estate soprattutto da vacanzieri residenti nei paesi vicini, Calimera su tutti.
Lungo la strada che collega Torre dell'Orso a Melendugno sorge il vecchio villaggio disabitato, con una masseria fortificata attualmente in restauro, di Roca Nuova. Tale borgo sorse intorno al 1480, quando la popolazione di Roca Vecchia fu messa in fuga dalle incursioni turche.
Fonte Wikipedia
Location Roca Nuova 3D
ph: © 2012 By Diemme'69® di Damiano Marullo
Repertorio fotografico di luoghi e itinerari del Salento, rilievo in 3D.
Photographic record of places and routes of Salento.
Fotografische Aufzeichnung von Orten und Routen des Salento.
Фотографическая запись мест и маршрутов Саленто.
Registro fotográfico de lugares y rutas de Salento.
Enregistrement photographique des lieux et itinéraires de Salento.
Roca Vecchia | Spiagge di Roca Vecchia nel Salento in Puglia
Roca Vecchia | Spiagge di Roca Vecchia nel Salento in Puglia
Roca Vecchia è una delle meravigliose marine di Melendugno (LE), uno dei posti migliori per trascorrere le vacanze in Puglia alla ricerca del mare pulito e del contatto con la natura. Questa frazione si affaccia sul mare Adriatico ed è compresa tra S.Foca ( ) e Torre dell’Orso ( ).
La località è particolarmente apprezzata dai turisti per la presenza di reperti archeologici e di due grotte marine carsiche, particolarmente suggestive. Queste ultime sono dette Grotte Poesia, una grande ed una piccola, distanti circa 60 metri l’una dall’altra. Le insenature che abbracciano piscine naturali, sono il risultato di grotte carsiche cui anticamente sono crollati i tetti. L’acqua di mare, particolarmente cristallina in questi luoghi, entra tramite dei canali percorribili a nuovo o con piccole imbarcazioni.
La bellezza “paradisiaca” di questi luoghi doveva essere apprezzata fin dai tempi antichi, non a casa qui sono state rinvenute iscrizioni risalenti a messapi, latini e greci, alcune delle quali inneggianti al dio Taotor.
Il centro abitato sorge a nord dei reperti archeologici e consiste davvero in un piccolissimo polo abitativo, animato in estate dalla presenza dei turisti.
A poca distanza si trova Roca Nuova, un centro oramai disabitato risalente al 1480, costruito dai cittadini messi in fuga dalle incursioni turche.
Le origini di Roca Vecchia sono in ogni caso decisamente molto più antiche, le prime tracce di vita in questo luogo risalgono all’età del bronzo (circa XV-XI secolo a.C.). Dai reperti rinvenuti, è chiaro che gli insediamenti furono più volte incendiati e ricostruiti. Probabilmente si trattava di un luogo di culto la cui distruzione simboleggiava un affronto per la popolazione dominante.
Di particolare interesse è il Santuario di Maria Santissima delle Grazie, detto anche Cripta di Roca Vecchia ( ).
La struttura ha origine su di un antico ipogeo rupestre o un’antica grotta bizantina. Si tratta di un plesso seminterrato con tre navate, ognuna con tre colonne dai capitelli composito-corinzi.
L’altare in pietra leccese è dedicato all’effige della Madonna che la leggenda narra sia stata trovata da un pastorello del luogo mentre cercava una pecora smarrita.
Anche qui, si erge una torre di guardia cinquecentesca, detta Torre di Roca vecchia o di Moradico.
Madonna di Roca, pellegrinaggio a Roca
In memoria dell'esodo che colpì Roca a causa dell'invasione dei Turchi nella vicina Otranto, il terzo sabato di maggio i borgagnesi vanno in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Roca.
Santuario della Madonna di Roca Vecchia - Melendugno (LE)
Ritornando in Puglia, precisamente a Melendugno (LE), percorriamo la strada sul mare Adriatico, che collega la marina di Torre dell'Orso a quella di San Foca, e incontriamo la marina di Roca Vecchia. Essa è una località costiera del Salento e un centro turistico di rilievo durante la stagione estiva. Nota per i suoi importanti scavi archeologici, si caratterizza per la torre di avvistamento cinquecentesca, le mura e le iscrizioni messapiche, le rovine del castello a picco sul mare, la colonna di Santa Maria di Roca, il santuario della Madonna di Roca del XVII secolo e le due grotte Posia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note erroneamente come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 metri e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Poesia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 metri ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria.
Il Santuario della Madonna di Roca Vecchia è dedicato a Maria Santissima delle Grazie ed ha origini sconosciute. Si presume che venne costruita sul sito di un antico ipogeo rupestre o un'antica grotta bizantina. La struttura semiinterrata al quale si accede scendendo 2 gradinate gemelle, si presenta a 3 navate, ciascuna con tre colonne, i cui capitelli sono di ordine composito-corinzio; tutte le colonne sono monolitiche prese da un edificio romano. Sotto di essa vi è una grotta di origine carsica; gran parte di essa è ingombrata da macerie provenienti dal crollo dell'abside dove vi doveva essere, oltre all'icona, una grande statua della Madonna in oro zecchino. Il santuario presenta un unico altare interamente di pietra leccese, in cui è incastonata l'effigie della Madonna che la leggenda vuole essere stata ritrovata da un giovane pastorello rocano che era alla ricerca di un agnellino disperso. Ai lati dell'altare sono presenti due busti dedicati uno a Sant'Agata e uno a Sant'Apollonia. In passato esisteva un altro altare dedicato ai Santi Brizio (Patrono di Calimera) e Antonio (Patrono di Borgagne), scomparso dopo la prima guerra mondiale. Quest'altare esisteva ancora in data 27 luglio 1911 quando fu visitato dal vescovo Gennaro Trama. Nella relazione è detto che la cappella fu eretta nel 1690, in accordo con la trasformazione da cripta, quale era ancora definita nel 1656, a cappella costruita da poco. L'altare che nel 1830 era dedicato ai Santi Brizio e Antonio, nel 1911 era senza quadro, ma vi erano ancora 4 candelieri di legno e una croce con crocifisso in cattivo stato; tutto ciò però non giustifica la demolizione avvenuta in tempi sconosciuti. Una lapide dentro il Santuario riporta la seguente iscrizione: QUESTO TEMPIO ANGUSTO PER SPAZIO PER STORIA DA SECOLI SACRO ALLA MADONNA DELLE GRAZIE ALLA PIETA' DEI FEDELI CARO DA GENERAZIONI DEFRAUDATO DALL' INCORONATA VETUSTA IMMAGINE IL 24 AGOSTO 1968 CON MANO IGNOBILE DECORATO DI NUOVA TELA E PREZIOSI DIADEMI CON NOBILE GARA D' AMORE E DI RIPARAZIONE MONS. FRANCESCO MINERVA VESCOVO DI LECCE SANTUARIO MARIANO DIOCESANO COSTITUIVA E PROCLAMAVA RESTAURANDONE LE STRUTTURE PAVIMENTANDOLO IN MARMO IL 7 SETTEMBRE 1969.
Il Santuario possiede una campanella inceppata a slancio con ceppo in legno di cui non ho notizie. Essa probabilmente viene suonata mediante il battaglio dato che non ha corda sull' asta ma non ne ho certezza date le condizioni precarie con cui si presenta.
Buona visione!
Si consiglia l'utilizzo delle cuffie per un ascolto più accurato.
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IL TUNNEL NASCOSTO DI ROCA VECCHIA
salentoacolory.it
una lunghissima opera di scavo, che termina davanti alla torre di Roca vecchia... esplorazione arrestata davanti ad una colonia di pipistrelli! Ma questo luogo è interessantissimo!
BORGAGNE, 19/05/2012 - Popoli e Tradizioni: PELLEGRINAGGIO MADONNA DI ROCA
In memoria dell'esodo che colpì Roca a causa dell'invasione dei Turchi nella vicina Otranto, il terzo sabato di maggio i borgagnesi vanno in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Roca. La leggenda narra infatti che nel '500 gli abitanti di Roca si riversarono nell'entroterra fondando Roca Nuova. Il paesello fu successivamente abbandonato a causa della malaria. La popolazione si riversò, pertanto, nelle vicine Borgagne, Melendugno, Vernole e Calimera, dove gli abitanti, ancora oggi, vanno in pellegrinaggio a piedi in quella che ancora sentono come la loro città. Maggiori dettagli riguardo alle diverse leggende di Roca vengono trasmessi da un personaggio che con passione e perseveranza si interessa da sempre del recupero delle tradizioni e della cultura borgagnese; il dottor Innocenzio, medico generico di Borgagne che non si limita a raccontare dell'esodo. I suoi ricordi tornano infatti a una leggenda che viene tramandata di generazione in generazione, legata alla statua di Sant'Antonio. Si narra che anche gli abitanti di Carpignano Salentino andassero in pellegrinaggio a Roca ma che un giorno, colti da un diluvio, abbandonarono la statua di Sant'Antonio per cercare rifugio. Tornati a recuperarla, essa si rifiutò di sollevarsi da terra. Furono poi gli abitanti di Borgagne a riuscire a muoverla e a portarla nel loro paese. Dal quel momento Sant'Antonio divenne il santo protettore del paese, ed è per questo che tutti gli anni, in memoria dell'accaduto, la statua viene trasportata in spalla sino a Roca.
Fin qui la leggenda. La storia raccontata dal dottor Innocenzio, invece, ci dice che nei primi anni del 1970 la popolazione si era allontanata dalla tradizione per fare largo alla modernità. Il pellegrinaggio non si faceva più a piedi; la statua veniva piazzata su un camion addobbato, i fedeli raggiungevano il luogo di culto con le automobili. Non c'era più insomma nulla del pellegrinaggio tradizionale, e regnava il disordine. Era l'inizio della fine della tradizione. Così, 20 anni fa, Innocenzio decise di farsi promotore, insieme a un caro amico da poco scomparso, Bruno Maniglio, del recupero del rito originario. Fu il provvidenziale aiuto di Lucio Cetra, il cowboy della terra d'Otranto, il punto di svolta; si riuscì a convincere Don Luciano Forcignanò a ripristinare il pellegrinaggio a piedi, durante una cena che si teneva a casa di Lucio in occasione della partecipazione con i cavalli al presepe vivente. E così la statua di San'Antonio, oggi, viene trasportata in spalla di nuovo da tredici squadre di portatori. Il percorso è stato diviso in due tratti da tredici tappe, e l'anno scorso ogni tappa è stata segnata da una pietra miliare dedicata al santo. Per quest'anno è prevista una migliore organizzazione delle squadre di portatori vicino alla statua, per preservare il valore religioso e la devozione.
Il dottor Innocenzio è quindi assai soddisfatto dei risultati ottenuti: da quando la tradizione è stata riportata alle origini, la partecipazione dei fedeli è infatti andata sempre più aumentando. Molti borgagnesi che vivono lontano e i turisti partecipano all'evento religioso per venerare quella statua che dona la sensazione di camminare tra una distesa di ulivi incontaminati. Alla fine del viaggio si chiede una grazia alla Madonna di Roca.
Serena Cappello
Fonte:
Location Roca Vecchia Poesia
Foto di: Damiano Marullo
Anno: Settembre 2012
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Comune di Melendugno Un Mare di Emozioni
Video promozionale del Comune di Melendugno UN MARE DI EMOZIONI, Turismo e Cultura estate 2018.
GROTTA DELLA POESIA TUFFI A ROCA VECCHIA - SALENTO - Coste del Sud.it
La Grotta della Poesia in località Roca Vecchia Marina di Melendugno Lecce. Nominata come una tra le più belle piscine naturali al mondo, secondo tripadvisor.
Località: Roca Vecchia - Marina di Melendugno - Lecce
Video Coste del Sud.it Case Vacanze nel Salento:
• Telecamera utilizzata: Gopro Hero 3 -
• Edit: Adobe Premiere Pro CS6 -
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Location Roca Vecchia La Poesia
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Repertorio fotografico di luoghi e itinerari del salento
Grotta della Poesia
Roca Vecchia o Rocavecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso. Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Posia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 metri e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Posia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 metri ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983, grazie all'archeologo Cosimo Pagliara, di iscrizioni messapiche (ma anche latine e greche) sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor (o anche Tator, Teotor, o Tootor). A nord dell'area archeologica sorge il centro attualmente abitato (22 residenti nel 2001), noto anche come Roca li Posti, frequentato in estate da vacanzieri. Lungo la strada che collega Torre dell'Orso a Melendugno sorge il vecchio villaggio disabitato, con una masseria fortificata attualmente in restauro, di Roca Nuova. Tale borgo sorse intorno al 1480, quando la popolazione di Roca Vecchia fu messa in fuga dalle incursioni turche. Gli scavi effettuati a Roca hanno evidenziato un imponente sistema di fortificazioni risalente all'età del bronzo (XV-XI secolo a.C.), oltre a numerosi reperti che per affinità ricordano modelli minoici ed egei. Si ritiene che, in un periodo databile intorno al XV secolo a.C., il sito sia stato assediato e incendiato. Anche le successive mura, ricostruite nell'XI secolo a.C., presentano tracce di incendio. Di questo luogo misterioso, che come la mitica Troia fu più volte distrutto e più volte ricostruito si ignora chi fossero i popoli fondatori e perfino se queste fortificazioni servissero a difendere una città oppure - come appare più probabile - un importante luogo di culto. Il sito fu comunque frequentato per tutta l'età del ferro, mentre decisamente più cospicue sono le tracce relative all'età messapica (IV-III secolo a.C.): una cinta muraria (che tuttavia non fu completata), un monumento funerario, diverse tombe e delle fornaci. Il nome della città messapica (o per meglio dire la sua latinizzazione) si pensa fosse Thuria Sallentina. Il sito fu successivamente abbandonato (non sono state rinvenute tracce del periodo romano), mentre fu frequentato nell'alto medioevo da anacoreti, provenienti perlopiù dall'Impero Romano d'Oriente, che col tempo costituirono una comunità, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare. Agli inizi del XIV secolo, Gualtieri di Brienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata, ma nel 1480 la sua popolazione venne messa in fuga dalle incursioni turche. In quell'anno infatti il sultano Maometto II, dopo aver conquistato Costantinopoli (1453) e sottomesso tutta la Penisola Balcanica, inviò una spedizione che sbarcò sulla costa orientale del Salento. Roca Vecchia fu saccheggiata e usata dai Turchi come base operativa per sferrare attacchi alla città di Otranto e ad altri centri salentini. È in questo contesto che si colloca la figura, ricorrente nei racconti dei casali di discendenza Rocana, Calimera, Melendugno, Borgagne e Vernole, della mitica Donna Isabella sventurata[senza fonte], identificata forse come Maria d'Enghien[? era morta più di 30 anni prima!], castellana di Roca che perse il feudo, insieme al marito ed al figlio morti in battaglia. La città, liberata nel 1481, divenne successivamente covo di pirati, tanto che nel 1544 Ferrante Loffredo, governatore della provincia di Terra d'Otranto, dette l'ordine di raderla al suolo.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera Musica:
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License. ( CC BY - SA )
Video esplorazione della parte sommersa della Grotta della Zinzulusa.
Un momento di documentazione della Campagna di Esplorazioni e Studi SpeleoSub ZINZ 2013. La Campagna di Esplorazioni e Studi SpeleoSub ZINZ 2013 è Progettata e Condotta da:
Raffaele Onorato (Responsabile del Progetto e delle Operazioni Speleosub), Nini Ciccarese (Responsabile del Progetto e delle Operazioni Ambiente e Logistica) , Prof G. Belmonte ( Responsabile Scientifico-Univ. Salento), Alberto Cavedon (Operatore speleosub), Andrea Costantini (Operatore speleosub e Video), Marco Poto (Operatore Speleosub).
Ballata Salentina: Il mito, Nc'era na fiata, Luna otrantina - Roca Nuova (LE), 30 giugno 2013
Il mito,
Nc'era na fiata,
Luna Otrantina
(Rina Durante/ Daniele Durante).*
Brani conclusivi dalla pièce di teatro musicale Ballata Salentina (Rina Durante -1980):
Daniele Durante (chitarra, voce, autore);
Francesca Della Monaca (tamburi a cornice, voce);
Nico Berardi (fiati);
Luigi Bubbico (tastiera);
Marco Romano e Liliana Putino (attori);
Antonio De Carlo (regia, allestimento scenico, riduzione, adattamento);
Fabio Chiriatti (riduzione, adattamento);
Associazione Culturale ScenaStudio (produzione).
Ballata Salentina - Villaggio di Roca Nuova, Melendugno, 30 giugno
* nell'album Ballata salentina di Rina Durante (Daniele Durante - SalentoAltraMusica 2014)
/ riprese e montaggio di Giada Giovanile
TR NEWS 24.10.11 SVZ FUNERALI VITTORIO POTI'.flv