Marina Militare - Urania e Danaide: ultimo ammaina delle bandiere di combattimento
Il 10 marzo alle 11.00, alla banchina Tullio Marcon di Augusta, le due bandiere di combattimento di nave Urania e nave Danaide sono state ammainate per l’ultima volta, salutate da 21 salve di cannone.
Le insegne più alte e nobili della nostra Patria, vessilli che hanno consacrato al servizio delle istituzioni e della collettività le due corvette in tutta la loro vita operativa, sono sbarcate per essere consegnate dall’ultimo comandante delle due unità, tenente di vascello Fausto Marletta, nelle mani dell’ammiraglio Filippo Maria Foffi, Comandante in Capo della Squadra Navale, che le ha riposte nei rispettivi cofani per essere conservate nel museo Sacrario delle bandiere presso l’Altare della Patria, a Roma.
Commemorazione dei caduti italiani e britannici
03.11.2018 - In diretta da Piazza del Popolo: Commemorazione dei caduti italiani e britannici nella Battaglia di Vittorio Veneto.
I tanti Caporali Emilio che hanno fatto l'Italia | Tg Canale Italia
Il 154esimo anniversario dell'Esercito Italiano festeggiato alla caserma Piave di Padova, sede del Comando Forze di Difesa Interregionale Nord (COMFODI-NORD). Il generale di Corpo d'Armata Bruno Stano ha conferito al 97enne Emilio Zanetti due croci al merito di guerra. L'allora caporale Zanetti aveva partecipato all'ultima carica eseguita dall'Esercito nella seconda guerra mondiale, forse una delle ultime al mondo per la cavalleria, a Poloj, in Croazia. Un fatto d'arme compiuto dai Cavalleggeri di Alessandria il 17 ottobre 1942
Servizio e riprese di Angelo Cimarosti. Montaggio di Giuliano Tristo.
La Grande Guerra di Giovanni Bergoglio, nonno di Papa Francesco
Giovanni Carlo Bergoglio di Francesco e di Maria Brugnaro, classe 1884, nato il 13 agosto in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro, e nonno di Papa Francesco partecipò alla Prima guerra mondiale. Antonello Carivigiani e Vincenzo Grienti hanno ricostruito le sue vicende partendo dalle parole di Papa Francesco:
«Ho sentito tante storie dolorose dalle labbra del mio nonno che l’ha fatta sul Piave», ha detto il Pontefice a conclusione del discorso che il 6 giugno 2014 ha rivolto all’Arma dei Carabinieri in occasione del bicentenario della nascita della Benemerita. Sono state le parole che hanno fatto scattare un lavoro di recupero della memoria storica a partire dal certificato di nascita di Giovanni Carlo Bergoglio fino alla ricerca presso il Centro documentale della Regione Militare nord dell’Esercito Italiano e presso agli archivi di Stato di Torino, Alessandria e Asti.
Si arriva così al registro che attesta la visita di leva del nonno di Papa Francesco il 28 giugno 1904. Giovanni ha venti anni, alto 1 metro e 66, bruno, capelli ricci e occhi castani. In base alle leggi del tempo, però, viene rimandato per deficienza toracica evitando, ma solo per poco tempo, tre anni di servizio militare obbligatorio. Infatti, con l’entrata dell’Italia nel conflitto il 23 maggio 1915 a fianco di Francia, Inghilterra e Russia anche il nonno di Papa Francesco, a trent’anni, viene richiamato alle armi. Il numero di matricola del soldato Bergoglio è 15.543. Tra i dati e i contrassegni personali presenti sul suo foglio matricolare c’è il colore dei capelli castani, il mento tondo, il naso aquilino e la sua professione: caffettiere. Il nonno di Papa Francesco giunse in territorio “di guerra” il 10 luglio 1916 e assegnato al 78° Reggimento, nella Brigata “Toscana”, combatté sul fronte dell’Isonzo su per i crinali del Monte Sabotino, al confine con la Slovenia e a nord di Gorizia. La sua specialità fu quella di radiotelegrafista. La “Toscana” fu protagonista di aspre battaglie, compresa quella della notte del 5 agosto, alla vigilia della battaglia di Gorizia. Le azioni a cui parteciparono sul Piave i soldati del 77° e del 78° furono numerose. Di particolare rilievo nel 1918 mentre è in corso la battaglia di Vittorio Veneto dove la “Toscana” oltrepassa il Piave alle grave di Papadopoli a rincalzo di altre unità ed avanzando poi oltre il Monticano, punta verso la Livenza ove giunge nella notte del 31 ottobre. Alla fine delle ostilità le bandiere dei due reggimenti furono decorate con la medaglia d’oro al valor militare. Ma a quale prezzo? Quante famiglie devastate, quanto dolore? Basta pensare che alla fine della guerra i militari di truppa del 78° contarono 882 morti, 1.573 dispersi e 3.846 feriti. Una tragedia nel dramma più grande di uno scontro globale voluto dai governi a scapito delle persone e della loro dignità. Il nonno di Papa Francesco si salvò e, dopo essere stato aggregato al 9° Bersaglieri di Asti, lasciò il territorio di guerra. Fu inviato in licenza illimitata nel dicembre dello stesso anno e, dopo essere stato iscritto nella milizia territoriale nel distretto di Casale il 15 agosto 1919 fu congedato con una dichiarazione di buona condotta e premiato con la somma di 200 lire. La ricchezza più grande, però, fu quella di ritornare a Portacomaro.
BANDIERA ITALIANA .... in volo ????????
ULTIMO AMMAINA BANDIERA CORVETTE URANIA E DANAIDE
Il 10 marzo alle 11.00, presso la banchina Tullio Marcon di Augusta, le due bandiere di combattimento di nave Urania e nave Danaide sono state ammainate per l’ultima volta, salutate da 21 salve di cannone.
Le insegne più alte e nobili della nostra Patria, vessilli che hanno consacrato al servizio delle istituzioni e della collettività le due corvette in tutta la loro vita operativa, sono sbarcate per essere consegnate dall’ultimo comandante delle due unità, tenente di vascello Fausto Marletta, nelle mani dell’ammiraglio Filippo Maria Foffi, Comandante in Capo della Squadra Navale, che le ha riposte nei rispettivi cofani per essere conservate nel museo Sacrario delle bandiere presso l’Altare della Patria, a Roma.
Nel suo intervento, il comandante Marletta ha ricordato che le corvette Urania e Danaide hanno navigato, nel corso della loro vita operativa, percorrendo una distanza equivalente a circa 36 volte la circumnavigazione del globo terrestre, operando per lo più in missioni di pattugliamento, sorveglianza e difesa costiera, in supporto alla Scuola di Comando Navale e in attività di cooperazione internazionale con le marine del Mediterraneo. Ha quindi ringraziato tutti gli uomini e le donne degli equipaggi di ieri e di oggi “per quanto fatto e per come lo hanno fatto, interpretando le più alte tradizioni della Marina Militare”, nonché “tutti i comandanti che mi hanno preceduto, che ringrazio per essere oggi qui presenti a condividere con me i sentimenti forti che ci legano a queste splendide navi, che porteremo sempre nel cuore”.
L’ammiraglio Foffi ha quindi preso la parola “con questa solenne cerimonia rendiamo il nostro riconoscente omaggio alle corvette Danaide e Urania che, nel loro diuturno, operoso e silenzioso lavoro, hanno servito la nazione e sono state, in questi anni, protagoniste attive nella storia della nostra marina e, più in generale, dell’Italia nel Mediterraneo. Per questo motivo la loro uscita dalla Squadra Navale non sarà irrilevante. La Marina e l’Italia, da oggi, perderanno altre due preziose sentinelle nel bacino del Mediterraneo”, continuando “con l'uscita di linea di queste due unità navali, che si aggiungono alle già radiate corvette Minerva e Sibilla, e alle altre fregate della classe Maestrale, continua purtroppo, in modo inesorabile, il progressivo processo di sensibile ridimensionamento dei mezzi della Marina Militare, che vedrà nei prossimi anni la radiazione della maggior parte delle unità navali attualmente in servizio”.
“Questa tendenza negativa - ha proseguito l’Ammiraglio - sarà parzialmente mitigata dalla prima parte del programma di ammodernamento e rinnovamento della flotta, che è già in piena fase attuativa. I lavori di realizzazione dei dieci innovativi e modernissimi pattugliatori polivalenti d’altura, di una nave anfibia e della nuova nave rifornitrice di squadra, avviati grazie a recenti interventi di finanziamento straordinario operati dal parlamento e dal governo, stanno già producendo positivi effetti anche per la tutela, la valorizzazione e il rilancio della cantieristica nazionale.
L’ammiraglio Foffi ha quindi concluso “con l’auspicio di vedere in futuro altre splendide navi tornare a solcare i mari come stoicamente hanno fatto le corvette della classe Minerva, ringrazio nuovamente gli equipaggi e tutti i comandanti di queste due gloriose unità navali”.
Nave Urania e nave Danaide saranno radiate dal Quadro del Naviglio Militare dello Stato il 31 marzo 2016 e, contestualmente, cedute alla Fincantieri per ricondizionamento e vendita alla Guardia Costiera bengalese”.
Luanda - Mattarella - visita della Fortezza e del suo Museo delle Forze Armate
Descrizione
Trieste, Mattarella ricorda la Grande Guerra: Giovani e donne gli eroi di quegli anni
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda a Trieste un giovane, Vittorio Calderoni, che a 17 anni si è imbarcato dall'Argentina per combattere nella Grande Guerra sotto la bandiera dell'Italia. Vittorio - ha aggiunto Mattarella - è morto a fine guerra per le ferite riportate. .Il capo dello Stato ha poi ricordato anche le donne che hanno vissuto quegli anni: Una borghese, una donna del popolo, la regina. Desidero ricordarle come rappresentative di tutte le donne italiane che lottarono al fronte o nelle fabbriche, crebbero da sole i propri figli, si prodigarono per cucire abiti, procurare cibo o assistere feriti e moribondi. .H24 montaggio di Valerio Argenio
IL CAPO DI STATO MAGGIORE GRAZIANO VISITA IL SALONE DEL LIBRO
Allo stand della difesa, nei padiglioni del 31° Salone Internazionale del Libro di Torino, era presente il Capo di stato maggiore della difesa, generale Claudio Graziano che ha parlato della missione dei militari italiani in Libano, un territorio che confina con alcuni dei paesi tormentati dai conflitti. L'occasione è stata la presentazione del libro 'Grande Guerra: un racconto in cento immagini'.
FORZE ARMATE, CERIMONIE IN TUTTE LE CITTÀ CALABRESI
La Calabria ha celebrato con decine di manifestazioni in tutte le città la festa delle Forze Armate, ricorrenza ancora più sentita nell'anno in cui l'Italia celebra il 150° anniversario dell'unità nazionale. Le cerimonie più significative a Reggio Calabria dove le celebrazioni andranno avanti per tre giorni.A Crotone, la cerimonia è partita da Piazza della Resistenza con un corteo che poi ha proseguito lungo via Vittorio Veneto fino a Piazza Duomo.Grande partecipazione e decine di bandiere tricolore anche a Cosenza. Il sindaco, Mario Occhiuto.
RADUNO DEL CENTENARIO Ammaina Bandiera
Clip Video Liberamente tratto dal Servizio Televisivo dell'Emittente TV TENDA di Vittorio Veneto
Quest Clip Video non ha scopi di lucro, ma solamente l'intento di far rivivere ciò che pochi hanno fatto per molti, Il Raduno Nazionale Paracadutisti di Vittorio Veneto
Una fantastica Storia
4 Novembre festa dell'Unità Nazionale.
La settimana Incom 00513 del 09/11/1950
Cerimonie a Redipuglia e a Roma.
Descrizione sequenze:soldati sfilano al mausoleo di Redipuglia ; soldati sfilano con i gonfaloni ; vengono deposte corone di lauro sul monumento ; messa in omaggio ai caduti ; lapide di bronzo con i nomi dei soldati morti ; Bersaglieri marciano tra la folla e proseguono verso il Vittoriano ; fumo fuoriesce dal braciere dell'Altare della Patria ; un elicottero sorvola la piazza ; l'elicottero atterra nei pressi del monumento; un uomo a bordo consegna a un altro un mazzo di fiori poi l'elicottero riprende il volo ; ai curiosi è permesso di avvicinarsi alle armi e ai carri armati ; i bambini osservano i mezzi cingolati ;
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Istituto Luce - Il Milite Ignoto - PARTE 1
Istituto Luce - Il Milite Ignoto
Documentario del 2006 sulla storia del Milite Ignoto e del monumento che ne ospita il sacello.
Navi americane all'Italia.
La settimana Incom 00689 del 15/12/1951
Porto di Brindisi: gli Stati Uniti consegnano alla Marina Militare italiana sei navi cannoniere; all'arrivo nel porto delle imbarcazioni sono presenti Pacciardi e Dunn e autorità militari.
Descrizione sequenze:le navi cannoniere sul mare nei pressi di Brindisi ; vista del porto di Brindisi ; marinai sul ponte delle cannoniere ; i marinai giocano con il cane mascotte ; navi attraccano al molo ; soldati con tamburi ricevono i marinai sbarcati ; sullatribuna l'ammiragli Girosi, il ministro Pacciardi e l'ambasciatore Dunn ; Dunn tiene discorso dalla tribuna ; Pacciardi tiene discorso dalla tribuna ; aeroplani militari solcano il cielo sorvolando le navi cannoniere ;
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Napoli: Mattarella alla cerimonia in occasione della Festa delle Forze Armate
Nella ricorrenza del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Napoli dove, sul lungomare Caracciolo, si è svolta la cerimonia celebrativa del 4 novembre e lo sfilamento di alcuni Reparti dell’Esercito italiano, Marina Militare, Aeronautica Militare, Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, ha passato in rassegna le truppe schierate.
Nel corso della cerimonia della Festa delle Forze Armate, hanno preso la parola il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli e il Ministro Guerini.
Al termine, il Presidente Mattarella ha consegnato le Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia a sei Bandiere di Guerra.
Chiesa Gran Madre di Dio Torino
Chiesa Gran Madre di Dio (Torino)
( fonte Wikipedia )
colonna sonora - Rossini Petite messe solennelle
Architetto
Ferdinando Bonsignore
Stile architettonico
neoclassico
Inizio costruzione
1818
Completamento
1831
La chiesa della Gran Madre di Dio è uno dei più importanti luoghi di culto cattolici di Torino. Sita nella piazza omonima, all'estremità orientale del Ponte Vittorio Emanuele I, prospiciente a piazza Vittorio Veneto è la chiesa principale di Borgo Po. Particolare importanza riveste per la città intera, sia per la sua storia, sia per la sua posizione, che ne fa uno degli scorci più suggestivi, vicino al fiume Po.
L'architettura della chiesa riprende quella del Pantheon romano.
Storia
Il tempio, di proprietà comunale, fu eretto per volontà dei Decurioni (Amministratori) della città, per festeggiare il ritorno del re Vittorio Emanuele I di Savoia il 20 maggio 1814 dopo la sconfitta di Napoleone. Non a caso, sul timpano della chiesa è presente l'epigrafe ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS («La nobiltà e il popolo di Torino per il ritorno del re»), scritta dal latinista Michele Provana del Sabbione.
Autore dell'edificio è l'architetto torinese Ferdinando Bonsignore, il cui progetto venne prescelto in seguito ad un concorso, ed avviato alla realizzazione nel 1818, dopo la solenne posa della prima pietra. Interrottisi i lavori per circa un decennio, il cantiere riprese sotto il regno di Carlo Felice di Savoia, dal 1827, e l'edificio fu inaugurato nel 1831 sotto il regno del successore Carlo Alberto di Savoia. Oltre a Bonsignore, diedero il loro contributo di competenza professionale l'architetto Giuseppe Formento e l'ingegnere monregalese Virginio Bordino, che ideò il sistema per erigere sullo stilobate le grandi colonne della fronte di tempio. L'architetto casalese Luigi Canina, residente a Roma, fu spesso consultato per questioni architettoniche relative all'edificio, ed ebbe anche l'incarico di tenere i contatti con i grandi scultori Bertel Thorvaldsen e Carlo Finelli, in occasione della realizzazione delle statue e dei bassorilievi, opere eseguite da giovani allievi delle Accademie italiane ed in particolare dell'Accademia di Belle Arti di Torino, da poco riformata.
L'edificazione della chiesa della Gran Madre diede un notevole sviluppo per la riqualificazione del circostante Borgo Po, per il quale con l'occasione si stilò un primo piano regolatore.[1] Sorse allora una piazza semicircolare (Piazza Gran Madre di Dio) per far da corona alla chiesa, quasi naturale prosecuzione della piazza Vittorio, in costruzione in quegli anni.
Descrizione
Il pronao
Il tempio si trova rialzato rispetto alla piazza dove sorge e Per raggiungere la chiesa si deve salire una scalinata, al termine della quale ci si trova su un ampio sagrato.
Ai lati della scalinata, su un basamento, sono presenti due statue rappresentanti la Fede e la Religione, realizzate dallo scultore carrarese Carlo Chelli. La statua della Fede ha in mano un calice.
Prima dell'ingresso della chiesa è presente un pronao apparentemente esastilo (ma in realtà decastilo, perché le colonne sono disposte su due ranghi), realizzato tra il 1827 e il 1831.
A piedi della scalinata sorge una statua dedicata a Vittorio Emanuele I di Savoia dello scultore genovese ottocentesco Giuseppe Gaggini, docente all'Accademia Albertina di Torino.
Interno della cupola
Molto importante è l'apparato plastico e scultoreo di esterno ed interno, al quale parteciparono gli scultori Angelo Bruneri (San Maurizio), Giuseppe Bogliani (San Carlo Borromeo e San Giovanni Battista), Carlo Caniggia (Amedeo IX di Savoia), Giuseppe Chialli (San Marco), Antonio Moccia (Margherita di Savoia), Andrea Galassi (statua della Gran Madre di Dio).
Di particolare bellezza sono i quattro bassorilievi dell'interno, raffiguranti la Vita della Vergine (Natività, Presentazione al Tempio, Sposalizio, Incoronazione), realizzati su disegno e modello di Carlo Finelli dagli scultori milanesi Gaetano Motelli, Abbondio Sangiorgio, Francesco Somaini (a cui è attribuito anche l'altorilievo sul frontone esterno), e Francesco Stanga.
Sono del Novecento il grande Crocifisso dello scultore Edoardo Rubino, ed un bassorilievo di Umberto Baglioni.
Nei vani collocati all'interno del basamento della chiesa, in una cripta disegnata da Giovanni Ricci, si trova il sacrario dei Caduti della prima guerra mondiale, contenente le ossa di oltre 5.000 torinesi morti in battaglia.[2]
La chiesa della Gran Madre avrebbe, secondo gli esoterici della Torino magica, un significato particolare: tra le due statue che rappresentano la Fede e la Religione, sarebbe sepolto il Sacro Graal.
foto filmato by Ieluzzi Pasquale
Banda del nembo Vittorio Veneto 27-05-2018, foto ricordo
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GLI ARTIGLIERI SI PREPARANO AL XXX RADUNO NAZIONALE
MONTEBELLUNA - XXX Raduno nazionale degli artiglieri a Montebelluna. Tutto pronto per la sfilata che si svolgerà domenica a Montebelluna. E intanto questa settimana, cerimonie per onorare i caduti nei cimiteri e nei sacrari della provincia. - Intervistati: Gen. ROCCO VIGLIETTA (Presidente nazionale associaizione Artiglieri), PHILIP SHEPHEARD-WALWYN (Luogotenente Artiglieria Inglese) - Servizio Daniela Sitzia, immagini Renato Capoia, montaggio Fabrizio Bazzoni - Segui Antennatre anche sul digitale terrestre! Visita il sito antennatre.it per ulteriori informazioni.
67° Raduno Nazionale Bersaglieri - Matera 2019
Matera, 19 Maggio 2019 – Si è concluso nella città di Matera, Patrimonio Mondiale Unesco e Capitale Europea della Cultura, il grande appuntamento nazionale dei Bersaglieri che nel prossimo mese di giugno, festeggeremo il 183° anniversario della costituzione del Corpo.
Il 67esimo Raduno Nazionale è stato dedicato alla memoria dei soldati d’ogni tempo caduti nell’adempimento del dovere per difendere gli ideali di libertà e di Patria. Tra un tripudio di suoni e colori di una città in festa, circa centomila fanti piumati hanno attraversato, ”al passo di corsa”, il centro di Matera accompagnati dalla frenesia delle piume al vento e dalle vibranti note di oltre 70 fanfare provenienti dall’Italia e dall’estero.Molte le autorità politiche e militari intervenute: il sottosegretario di Stato alla Difesa, Angelo Tofalo, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata, Salvatore Farina, il comandante del Comando delle Forze Operative Sud, generale di corpo d’armata Rosario Castellano, unitamente alle più importanti autorità politiche e militari regionali.Emozione e coinvolgimento hanno caratterizzato l’imponente afflusso e schieramento dei reparti in Piazza Vittorio Veneto. Lo sforzo della macchina organizzativa del raduno è stato alimentato anche grazie alla sinergia tra Regione, Azienda di Promozione e Turismo Basilicata, Associazione Nazionale Bersaglieri, Anb Basilicata, Comando Militare Esercito Basilicata e Comune di Matera.
Un’adunata imponente che ha visto lo sfilamento da via Nazionale verso Piazza Vittorio Veneto delle rappresentanze dei bersaglieri in servizio e in congedo, precedute dalle travolgenti note della Fanfara del VII Reggimento Bersaglieri, seguita dalla Bandiera di Guerra dello stesso Reggimento, dai Gonfaloni dei Comuni della Basilicata, dal Medagliere Regionale costituito da ben 63 Medaglie al valor militare. Il Sottosegretario di Stato alla Difesa, nel suo discorso, ha affermato che: “I nostri bersaglieri e come loro tutte le donne e gli uomini in uniforme hanno giurato di servire le Istituzione e difendere la bandiera anche fino all’estremo sacrificio. Questo vi rende speciali ed è molto importante che tutti lo sappiano e ne comprendano il significato. Io sento forte il dovere di rappresentarvi pro tempore e farmi portavoce del vostro impegno quotidiano all’estero e sul territorio nazionale. Siete l’orgoglio del Paese e il cuore pulsante del Sistema Difesa italiano”.
Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, nel porgere il suo saluto ai bersaglieri giunti a Matera, ha evidenziato: “I bersaglieri hanno saputo scrivere pagine memorabili, lungo i momenti più significativi ed importanti della storia d’Italia. Nel corso del Risorgimento, come nei confitti mondiali e fino ai giorni nostri – ovunque impiegati – i fanti piumati hanno lasciato sempre un’impronta indelebile, facendo emergere le migliori qualità dell’italianità e del nostro popolo il quale, oggi come allora, riconosce nel baldo Bersagliere il riflesso di se stesso”.
“Un evento di portata nazionale giunto per la prima volta in terra lucana”, ha dichiarato il Presidente Nazionale dell’Associazione Bersaglieri, generale di Brigata (della Riserva), Ottavio Renzi, per poter conservare e tramandare la memoria alle giovani generazioni”.
Una settimana ricca di eventi quella appena trascorsa che ha coinvolto l’intero territorio Lucano all’insegna della cultura, con presentazione di libri, mostre tematiche, incontri con le scuole, concenti, esibizioni delle Fanfare in 31 Comuni della Regione, annulli filatelici, sport e solidarietà con le Fondazioni Telethon, Aism e Banco Alimentare che da sempre i bersaglieri sostengono nelle campagne di raccolta fondi. L’evento si è concluso con il classico “Passaggio della stecca” tra il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, e l’onorevole Enrico Stefàno, vice presidente vicario della giunta capitolina, in rappresentanza di Virginia Raggi, sindaca di Roma, città che nel 2020, ospiterà il 68° Raduno Nazionale dei Bersaglieri.
Ringraziamento del Generale Graziano al Presidente Mattarella