Montedinove festa di san Tommaso Becket da Canterbury 7 Giugno 2015 mpeg
Festa di San Tommaso Becket da Canterbury a Montedinove con cenni del passato e le bellezze del paese prima domenica di Giugno di ogni anno
Montedinove San Tommaso becket e La Salata come na vota 29 12 16
Montedinove e la sua festa della ricorrenza della morte del Santo San Tommaso Backet da Canterbury.
Montedinove, Santuario san Tommaso di Canterbury (manortiz)
SANTUARIO DI S. TOMMASO BECKET DI CANTERBURY
Montedinove, SANTUARIO DI S. TOMMASO BECKET DI CANTERBURY
Santo Invocato Contro I Mali Delle Ossa
Alcuni confratelli inglesi, in fuga dalla violenza anticattolica di Enrico VIII, erano i custodi delle reliquie del santo donate ai monaci farfensi di S.Maria de Cellis.
Edificarono nella prima metà del XVII secolo una piccola cappella. L’edificazione del nuovo edificio religioso ebbe inizio nel 1620 e terminò nel 1643 e fu dedicata ai Santi Tommaso e Francesco.La chiesa è ad aula unica con due altari ai lati: su quello di sinistra, dedicato al santo, vi è una statua lignea di S.Tommaso benedicente invocato dai fedeli soprattutto per le malattie delle ossa.Le reliquie del santo sono custodite dietro l’altare maggiore in una piccola nicchia.La prima domenica di giugno il santuario è visitato da numerosi pellegrini che si incontrano in occasione della festa solenne del santo, commemorata nella liturgia del 29 dicembre.
Il 1° dicembre 1617, il consiglio comunale di Montedinove dava l'assenso, come volevano le leggi ecclesiastiche, per l'erezione di un convento di Frati Minori «strictioris observantiae» o Riformati, su un poggiolo sottostante il paese, dov'erano una cappella dedicata al santo martire Tommaso Becket arcivescovo di Canterbury e primate d'Inghilterra (+ 1170) e un'abitazione, proprietà dell'ex monastero di S.Maria in Cellis, dipendenza già dell'abbazia di Farfa. L'offerta fu discussa e approvata nel maggio 1618 a San Severino, dove i Riformati, allora sottoposti alla provincia Osservante, tenevano un loro capitolo custodiale. Padre Carlo da Montedinove OFM Rif., al servizio allora del cardinal Alessandro Peretti (1585-1623) pronipote di Sisto V che aveva in commenda il monastero, convinse l'abate alla cessione dello ius sulla chiesa e sul suo ristretto fondo. Paolo V (1605-21) confermò con bolla del 1° nov. 1619, inviando la prima pietra da lui benedetta, come ricorda ancora la lapide, sulla facciata. Deputati del Comune - che i frati riformati non potevano acquistare per via della Regola Francescana - avevano intanto comprato dal 13-3-1618 due quarte di terra dagli eredi di Domenico Vagnozzi, che pativano di un canone annuo di 10 quattrini con S.Maria in Cellis. E si potè iniziare la fabbrica, ponendo la prima pietra, il 26-5-1620. I frati vi presero stabile dimora nel 1629, anche se il convento potè dirsi terminato solo nel 1643, mentre sul luogo dell'antica chiesina distrutta sorgeva la nuova, abbastanza capace, dedicata all'Immacolata, S.Tommaso e a S.Francesco. Fu consacrata il 3-6-1646, come canta una lapide, ora collocata in sacrestia.
San Tommaso e la Salata a Montedinove
Servizio di Alessandro Giacopetti
Papi conventuali al san Tommaso di Canterbury di Montedinove manortiz
Papi conventuali al Santuario di san Tommaso di Canterbury di Montedinove
La memoria di San Tommaso Becket
Ricordare la figura di San Tommaso Becket, oggi infatti ricorre la sua memoria liturgica. Vescovo inglese, fu accoltellato per la sua fedelta' al vangelo mentre recitava le preghiere. Servizio di Nicola Ferrante
Chiesa Madre di Marsala San Tommaso di Canterbury
Il video documentario sulla Chiesa Madre di Marsala. La storia della Chiesa Madre di Marsala inizia in epoca normanna. La cattedrale fu dedicata al santo inglese Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, canonizzato appena qualche anno prima. Questi godette di una grande fama durante tutto il Medioevo e la sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi.
Preghiera a San Tommaso Becket
Preghiera a San Tommaso Becket
O glorioso San Tommaso Becket tu che hai amato Cristo più della Tua stessa vita, aiutaci a credere, giorno dopo giorno, che Dio è per noi un Padre; che Gesù è morto per noi ed è per noi risorto; che lo Spirito Santo ha il potere di guidarci sulla via della Santità vera.
San Tommaso Becket, vescovo e martire, fa' che la tua testimonianza di una fede autentica c'infiammi il cuore per poter essere nel mondo segno di una generazioni di credenti che non teme di confessare con la vita che Gesù è il figlio di Dio, vivo e vero!
Amen.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Amen.
Montedinove Inaugurazione museo archeologico tombe picene
Montedinove AP giornata storica per il piccolo borgo piceno, sono state inaugurate 4 strutture molto importanti per il territorio, inaugurazione archeologica del museo tombe picene, inaugurazione , del centro accoglienza turistica, inaugurazione ostello con 23 posti letto, inaugurazione delcentro ricreativo all'ingresso del paese.
Largo Montedinove, sfrattato minaccia di darsi fuoco
Montedinove, Cino Del Duca: un Editore tra Italia e Francia di Isabelle Antonutti (manortiz)
Isabelle Antonutti
Cino Del Duca
De Tarzan à Nous Deux, itinéraire d’un patron de presse
Créateur de Nous Deux, Télé Poche, producteur de Touchez pas au grisbi et de L’Avventura, éditeur des Rois maudits, Cino del Duca (1899-1967) a construit un empire médiatique populaire. Au moment de son décès, il pilotait le quatrième groupe de presse français. Mais comment ce vendeur de comics est-il devenu un magnat de la presse ?
Avec une préface de Jean-Yves Mollier.
Format : 15,5 x 24 cm
Nombre de pages : 222 p.
Illustrations : Couleurs et N & B
ISBN : 978-2-7535-2124-7
curatori
Isabelle Antonutti
Contributi
Jean-Yves Mollier
Collana
Studi e ricerche di storia dell'editoria
Argomenti
Storia del giornalismo e delle comunicazioni di massa - Storia della cultura e del costume
Livello
Studi, ricerche
Dati
pp. 176, 1a edizione 2015 Franco Angeli Editore
Denigrato, insultato, accusato di corrompere non solo la gioventù e il pubblico femminile, ma persino gli operai, fedelissimi lettori dei suoi giornali, Cino Del Duca incarnò al meglio il sorgere della cultura di massa in Europa nel XX secolo.
Sebbene allora tale cultura venisse condannata sia dal Partito comunista sia dalla Chiesa, perché ritenuta opprimente, addirittura fascistoide, essa è oggi riconosciuta come parte integrante della nostra stessa modernità ed elevata a oggetto di studio da parte di storici e sociologi.
Isabelle Antonutti, bibliotecaria di formazione, ha condotto una lunga ricerca d'archivio, sia in Italia che in Francia, prima di decidersi a ridisegnare la traiettoria e il percorso di questo editore senza pari. Basata sullo spoglio di archivi finora inesplorati, la ricerca costituisce un importante contributo alla storia della stampa così come a quella dei mutamenti introdotti dallo sviluppo della cultura di massa.
Nato in un Paese dove l'alfabetizzazione delle masse non era affatto compiuta, Del Duca trovò nel fumetto e nel fotoromanzo due mezzi per avvicinare la fasce più umili della società alla cultura, affermandosi in questo modo nel settore in ascesa della comunicazione di massa. Ci possiamo interrogare allora insieme all'autrice sulla correlazione tra le idee utopistiche di Del Duca nella sua giovane età e la sua tenacia nel creare nuovi media destinati a un ampio pubblico, essendo le utopie e i media di massa meno distanti di quanto si pensasse finora.
(Dalla Prefazione di Jean-Yves Mollier.)
Isabelle Antonutti, dottore in storia, è bibliotecaria e docente al polo Mestieri del libro dell'Università Paris Ouest La Défense Nanterre e membro del laboratorio del Centro di storia culturale delle società contemporanee dell'Università di Versailles Saint Quentin en Yvelines.
Indice
Jean-Yves Mollier, Prefazione
Gli anni dell'apprendistato
(L'impegno politico, 1920-1922; Del Duca rappresentante; La nascita del fumetto; La prima casa editrice dei fratelli Del Duca)
Il successo
(La Maison éditoriale universelle, Les Editions mondiales e la Casa editrice Moderna; Compagni, spie e ideologi; L'età dell'oro dei periodici illustrati; Le letture proibite; Les Editions mondiales; 1939, fine di un'epoca; 1940, la drôle de guerre e l'armistizio; La riorganizzazione della stampa; Le riviste Sensations e Sentiments; Del Duca e la Resistenza)
Re della stampa rosa
(1945, pubblicare a tutti costi; I periodici; Le pubblicazioni in Italia; Lo slancio prodigioso della stampa rosa; Uno sguardo al pubblico; Il funzionamento dell'azienda; La phobie des lectures du peuple; In quarantena)
Crescita e diversificazione del gruppo
(Produttore di film; Le edizioni Cino Del Duca in Francia e in Italia; Les Editions mondiales; Le librerie; La diversificazione delle testate. Il maschile, il periodico di prestigio e la stampa giovanile; L'evoluzione della stampa femminile; La stampa cinematografica e televisiva; Le riviste in Italia; Le finanze del gruppo; Miliardario e mecenate)
L'avventura nella stampa quotidiana
(Il Giorno, 21 aprile 1956; Da Franc-Tireur a Paris-Journal a Paris-Jour; Paris-Jour, 24 settembre 1959; Il nuovo menabò di Paris-Jour, 18 novembre 1959; La lenta progressione della diffusione; La morte dell'editore; Uno sciopero suicida? Gennaio 1972: chiusura di Paris-Jour; La crisi della stampa quotidiana popolare)
Epilogo
(La successione, 1967-2012; La vendita delle Editions mondiales, 1979-1980; Il gruppo Les Editions mondiales dopo il 1980. La chiusura delle tipografie; Da Revillon a Mondadori, 1980-2006; In memoria di Cino Del Duca; La Fondation Simone et Cino Del Duca)
Indice dei nomi.
montedinove in provincia di ascoli piceno
passeggiate per comuni borghi e castelli delle marche italia
Montedinove, il parroco
Montedinove
Montedinove - Jewel Moment 2010 - Video 4
Montedinove - Jewel Moment 2010 - Video 4
Montedinove - Riqualificato l'intero centro storico
Dopo due anni di lavori, l'area più antica splende di nuova vita
Montedinove Sibillini in Rosa 2014 - Terra Nostra 266
Sibillini in Rosa Montedinove 2014
MONTEDINOVE - Tra i Borghi autentici d'Italia, Montedinove è un centro che s'innalza a 560 metri al di sopra del livello del mare tra le valli dell'Aso e del Tesino.
Lì dove i fratelli del Duca partirono alla conquista dell'Italia e della Francia, tra le terre di San Thomas Becket, un prodotto autoctono prevale tra le autunnali campagne marroneggianti.
Si tratta della mela rosa dei Monti Sibillini, presente tra i 450 e i 900 metri di altitudine. L'area di questo prodotto comprende tre province marchigiane (Ascoli, Fermo e Macerata) e cinque comuni della nostra Chiesa truentina (Montelparo, Force, Comunanza, Montemonaco e la stessa Montedinove).
La mela rosa è un presidio slow food e ogni anno, in coincidenza con la raccolta, Montedinove si ferma, facendo conoscere al mondo il suo landmark gastronomico.
Passeggiando per Sibillini in rosa, si possono scorgere artisti, poeti, food blogger e numerosi stands gastronomici tra castagne, vino e tartufi, ma non vi è soltanto questo. Sotto la Chiesa del Crocefisso i modellisti piceni hanno allestito il loro plastico ferroviario, con tanto di treno merci con vagoni che trasportano eccezionalmente la mela rosa.
La due giorni dell'evento, quest'anno per il 1 e il 2 novembre, è stata anche occasione per una tavola rotonda denominata Mela Rosa dei sibillini 1994-2014: vent'anni di terra madre, alla presenza del Sindaco Antonio Del Duca, del Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Paolo D'Erasmo, dell'Onorevole Luciano Agostini, dell'Assessore regionale all'agricoltura Maura Malaspina, del responsabile del presidio slow food per la mela rosa Nelson Gentili, di Leonardo Seghetti dell'Istituto Tecnico Agrario di Ascoli e del tecnico agronomo dell'ASSAM Giovanni Borraccini.
Nel corso di tale assise è stata data importanza al ruolo di prim'ordine che riveste l'agricoltura nel contesto piceno, nonché l'importanza e la passione che i giovani hanno per questo settore.
Il giorno successivo è stato caratterizzato dai Laboratori del Gusto, a cura di Luca Giacomozzi (docente di Scienze degli Alimenti) e Leonardo Seghetti, nonché dalla bellissima esibizione degli sbandieratori della Piazzarola, uno dei sestieri dell'ascolana Giostra della Quintana.
Per concludere, Sibillini in Rosa rappresenta un tassello di Piceno Senso Creativo, progetto cofinanziato nell'ambito del Piano di Sviluppo Locale Piceno e realizzato da Piceni Art For Job.
Santi e Beati - 29 Dicembre - San Tommaso Becket
Santi e Beati
29 Dicembre - San Tommaso Becket
Conduce: Don Donato Vicini
Guida turistica di Montedinove...Grande Eraldo
SAN GIOVENALE. ZONA ARCHEOLOGICA (BLERA, VITERBO, ITALY)
ZONA ARCHEOLOGICA ETRUSCA E MEDIOEVALE DI SAN GIOVENALE CON IL CASTELLO DEI DI VICO.
SAN GIOVENALE ETRUSCAN ARCHAEOLOGICAL ZONE.
Quest'area archeologica insieme a quella vicina di Luni sul Mignone ed a quelle di Acquarossa (Viterbo) e di Veio (sulla via Cassia) costituisce una delle poche testimonianze di abitato etrusco nell'Etruria Meridionale, a fronte del grandissimo numero di necropoli anche monumentali esistenti in tutto il territorio. Oltre all'appartenenza allo stesso comune (Blera) questo sito è accomunato a quello di Luni anche per l'epoca di fondazione e di abbandono, per la particolare situazione paesaggistica e perché ambedue oggetto delle appassionate campagne di scavo di Re Gustavo di Svezia. Alcune importanti necropoli completano l'interesse di questo sito, che si trova nelle vicinanze del grazioso antico borghetto di Civitella Cesi. Gli scavi di S.Giovenale si trovano su un altopiano tufaceo a forma di mezzaluna a strapiombo sul torrente Vesca e due suoi affluenti. Non si conosce il nome di questo antico sito: l’insediamento è oggi noto con il nome della chiesetta medioevale (i cui resti si trovano su questo colle) dedicata appunto a S.Giovenale, vescovo di Narni.
Gli scavi hanno posto in luce un abitato di origine villanoviana, che a sua volta era sorto su un abitato dell'Età del Bronzo. Da una relazione riguardante vecchi scavi al castello dei Di Vico (che troneggia sull’area di S.Giovenale) si apprende che furono individuati oltre dieci strati archeologici relativi ad insediamenti preistorici, o protostorici. Il centro etrusco di cui oggi si osservano le tracce (che vanno dal VIII secolo a.C. in avanti) fu all'inizio sotto il controllo di Caere (Cerveteri) e quindi (dalla metà del V secolo) sotto l'egemonia di Tarquinia. Sono state avanzate diverse ipotesi in merito alla identificazione del nome antico di questo sito: secondo quella prevalente potrebbe essere identificato come il centro fortificato di Contenebra, o Cortuosa, utilizzato durante gli scontri tra etruschi e romani fino all'epoca della definitiva conquista romana (338 a. C.). Ai primi degli anni ‘60 l’area di S.Giovenale come la vicina Luni sul Mignone fu oggetto di scavi da parte di Re Gustavo Adolfo VI di Svezia. Dopo queste campagne fu possibile avere un’idea abbastanza esauriente dell’organizzazione di un abitato etrusco e della struttura delle sue case compresi focolari e pozzi. Alcuni resti specie quelli più deteriorabili sono stati opportunamente riseppelliti, mentre alcuni reperti lasciati visibili (basi di capanne) sono al riparo di tettoie. In particolare sulla collinetta sorge la parte più rilevante delle abitazioni, mentre di grande interesse sono i resti dell’acropoli costruita con grandi blocchi di tufo, il tutto sovrastato da quanto rimane del castello medioevale dei Di Vico.
Nelle vicinanze dell’altura che ospita l’abitato si trovano numerose piccole necropoli (Grotta Tufarina, Porzarago, Castellina, Montevangone, Pontesilli e Vignale). La necropoli del Vignale essendo la più vicina all’acropoli è la più facilmente visitabile ed è costituita da una grande varietà di tombe sia ipogee che a tumulo. Particolarmente pittoresca è la Tagliata delle Poggette, strada etrusca incassata nel tufo e fiancheggiata da tombe rupestri, che portava dalle necropoli all’abitato sulla collina del borgo. Tra gli altri siti archeologici non lontani da S.Giovenale si segnalano oltre all'abitato di Luni sul Mignone e alla necropoli di Pian del Vescovo (nello stesso comune di Blera), la necropoli di Norchia (Viterbo) e quella di S.Giuliano (Barbarano Romano). Non lontana è Tarquinia con la necropoli di Monterozzi (quella delle tombe dipinte) e l’Ara della Regina alla Civita.
Riprese video effettuate domenica 21 giugno 2015.