Benvenuti a JESI nella MARCHE ♥
Jesi la famosa città delle Marche cara a Federico di Svevia, oggi è un importante centro a pochi chilometri sia dalla splendida Spiaggia di Velluto di Senigallia sia dall’ affascinante Riviera del Conero.
Jesi è una meta molto apprezzata durante il periodo estivo dai turisti, attratti sia dal suo valore storico che dagli eventi che questa fertile ed attiva cittadina della provincia di Ancona continua a proporre.
Jesi presenta una splendida cinta muraria edificata nel 1300. Le possenti e robuste mura testimoniamo l’importanza e la partecipazione ai vari conflitti interni che coinvolsero le Marche durante il Medioevo.
Jesi in antichità era chiamata Aesis, essa fu uno degli ultimi avamposti Umbri in terra Picena. Il fiume che le scorre accanto è l’Esino, così chiamato perchè secondo una leggenda fu fondato da un sovrano di nome Esio. Secondo antiche fonti questo Re portò con se un vessillo con il simbolo del Leone, che tutt’oggi rappresenta il simbolo di questa importante cittadina delle Marche.
La regalità e la nobiltà affidata da sempre a Jesi è dovuta soprattutto alla nascita, in questo luogo, del celebre Federico di Svevia, nella’anno 1194.
Jesi è legata anche ad una altro personaggio illustre, il musicista Giovanni Battista Pergolesi, al quale è dedicato l’omonimo teatro ancora attivo.
L’arte e l’architettura antica sono i punti di forza e di orgoglio della cittadina di Jesi, tra le tante testimonianze tutt’oggi visibili sono da ricordare il Palazzo Colocci, dove è possibile ammirare un originale museo di famiglia, che conserva un particolare presepe. Interessante e suggestivo il Santuario delle Grazie nel centro storico di Jesi, dove è possibile ammirare un famoso dipinto: La Madonna delle Grazie dove l’immagine del bambin Gesù è raffigurata all’interno del sole.
Ricordiamo poi che Jesi è famosa anche per la produzione del suo vino, conosciuto e bevuto in tutta Italia, e stimato dagli intenditori di tutto il mondo: il Verdicchio.
Passeggiare per le vie di questa storica e famosa cittadina delle Marche, e gustare un aperitivo nei bar o ristoranti del corso principale di Jesi, è un esperienza unica soprattutto se accompagnati dal pregiato nettare proveniente dalla Vallesina.
Santuario Madonna dell'Ambro di Montefortino
Definito anche la piccola Lourdes dei Monti Sibillini, il monumentale Santuario, in territorio di Montefortino, sorge isolato in uno scenario di rara bellezza incastonato tra i Monti Priora e Castel Manardo, e prende il nome dal vicino torrente Ambro, affluente del Tenna.
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
LUOGHI SACRI DELLE MARCHE - Santuario di Tornazzano (Filottrano-AN)
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Jesi : Museo Diocesano
Il Museo Diocesano di Jesi, ospitato nel Palazzo Ripanti Nuovo, è stato fondato nel 1966 con lo scopo di raccogliere le testimonianze dell'arte religiosa della Vallesina. Con il passare del tempo la raccolta diocesana si è arricchita notevolmente grazie all'acquisizione di nuove importanti opere, sottratte al rischio di dispersione e di trafugamenti, purtroppo estremamente probabili in chiese chiuse o prive di sorveglianza costante. Attualmente il Museo Diocesano conta circa 200 opere tra dipinti, sculture, apparati liturgici, reliquiari ed ex voto che coprono un arco di tempo che va dall'VIII al XIX secolo.
Proveniente dal Monastero delle Clarisse di Jesi, il Cristo ligneo processionale è opera del XIV sec. Nonostante i ripetuti interventi di restauro, la struttura originaria dell'opera è integra e capace di comunicare il profondo desiderio di realismo attraverso un'anatomia accurata ed un'espressione serena e consapevole del volto.
D'impronta compiutamente rinascimentale sono alcune tavole di soggetto mariano riconducibili ad autori marchigiani. In particolare si segnalano la Madonna col Bambino di Giovanni Antonio Bellinzoni da Pesaro che costituiva la parte centrale di un trittico le cui tavole laterali sono oggi conservate a Palazzo Venezia a Roma, e un'altra Madonna con Bambino del 1504 commissionata dal Vescovo Tommaso Ghislieri, come riporta una scritta sulla parte bassa del dipinto. D'insolita impostazione è l'Immacolata Concezione di Antonino Sarti (1580-1647) proveniente della Collegiata di Montecarotto. Pur datata 1627, la pala riprende moduli quattrocenteschi nel tema iconografico della Vergine, nel fondo oro popolato di angeli, nella presenza di ghirlande e vasi fioriti. Di Claudio Ridolfi (1570-1640) è l'Assunzione della Vergine e Santi. Al XVI sec. va ascritta una bella scultura in legno dorato che ritrae la Madonna del Soccorso, proveniente dal Santuario del Soccorso di Poggio San Marcello.
Lo Stendardo Processionale, in legno intagliato e dorato, è opera probabile degli Scoccianti, una famiglia di intagliatori attivi tra il XVII e il XVIII secolo, il cui capostipite Andrea è noto con l'appellativo di Raffaello delle fogliarelle per l'abilità nel modellare decorazioni a motivi floreali. Il Museo Diocesano di Jesi si segnala per un consistente gruppo di dipinti di Ercole Ramazzani (1530-1598), pittore originario di Arcevia per alcuni anni allievo di Lorenzo Lotto; rappresentano l'Ascensione, opera firmata e datata 1582, di proprietà del Santuario di Poggio San Marcello, una Madonna con Bambino e Santi, firmata e datata 1593, della Parrocchia di Rosora, Vergine in Gloria e Santi del 1586, proveniente da Poggio San Marcello e la Circoncisione di Gesù, del 1588, proveniente dalla Badia di Castelplanio.
Di straordinario impatto visivo e valore artistico è sicuramente la grande Croce Processionale, proveniente dal Santuario dell'Adorazione, unico esempio conservato nelle Marche, in legno a fondo oro monocromato color seppia. E' istoriata con 11 pannelli dipinti a olio che illustrano, nelle due facce, episodi tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento. La Croce è di autore ignoto ma altamente qualificato e presenta caratteristici tratti rinascimentali già inflessi verso lo stile barocco; risale pertanto a un periodo che va dalla fine del XVI sec. all'inizio del secolo successivo.
Di notevole interesse sono 4 miniature su pergamena datate 1653, a riproduzione e memoria degli scomparsi affreschi di Andrea di Bartolo eseguiti nel 1470 per commemorare la fondazione del Santuario di S. Maria fuor di Monsano. Tabernacoli, calici e candelabri completano una raccolta che trae interesse anche dalle espressioni di devozione popolare.
Il Museo Diocesano di Jesi ospita una particolare e ricca collezione di opere d'arte contemporanea realizzate da alcuni dei maggiori artisti della regione. La sezione contemporanea nasce come esposizione dei lavori donati al Museo dai partecipanti alla Rassegna d'Arte Contemporanea Biblia pauperum, organizzata con cadenza triennale dalla Diocesi; essa si è arricchita negli anni di ulteriori donazioni fatte da privati. Tra le numerose opere presenti, si possono ammirare una serie di chine di Orfeo Tamburi, una Madonna con Bambino di Eugenio Azzocchi e alcune incisioni di Valeriano Trubbiani.
BORGHI MARCHE San Severino Cingoli Jesi
Gita con Petroniana di Bologna il 9 ed il 10 marzo 2019
Due giorni straordinari e indimenticabili grazie alla nostra Guida Stefano D'Amico
9 Marzo San Severino Marche è un piccolo gioiello da scoprire.Vanta testimonianze archeologiche, artistiche e monumentali di notevole importanza che vanno dal periodo piceno all’Ottocento. Incontriamo la guida e saliamo al Monte Nero, da dove si gode di una splendida panoramica della città con la sua formidabile cinta muraria poi discesa verso il centro medievale con soste per visitare il Museo Archeologico Moretti, per la bellissima collezione del periodo piceno e il Duomo Vecchio caratterizzato dalla bella facciata gotica e dalla torre campanaria. Si prosegue poi con la visita della parte rinascimentale facendo una puntata alla Pinacoteca Tacchi Venturini, dove sono esposti importanti opere di pittura marchigiana con opere di Crivelli, Paolo Veneziano e Pinturicchio, la Piazza del Popolo, circondata da eleganti edifici, il Palazzo Comunale e il Palazzo dei Governatori con il suo Orologio, oltre alle principali chiese: la chiesa di Santa Maria della Misericordia, con i dipinti del Pomarancio, il Duomo Nuovo dal bel portale gotico e altro ancora. Nel pomeriggio ripresa del viaggio verso Cingoli, cittadina definita il Balcone delle Marche, per la sua suggestiva e incredibile posizione panoramica. Sosta al punto panoramico e passeggiata lungo il corso principale sul quale si affacciano tanti palazzi nobiliari e puntata al Palazzo Comunale, per ammirare fra i tanti capolavori la Pala della Madonna del Rosario, opera del Lotto. Uscendo dalla cittadina si può visitare la chiesa romanica di San Esuperanzio, una delle più belle chiese romaniche della regione.
Prima di raggiungere Jesi, visita all’Abbazia di Sant’Urbano, che risale al X secolo ed è una delle più suggestive del romanico marchigiano. Bellissimi e particolari sono la suddivisione degli spazi interni e alcuni capitelli con scene zoomorfe. Un luogo che ha affascinato molti di noi.
10 Marzo, domenica: JESI
Jesi, città marchigiana, scrigno di storia, arte e cultura, che sorge tra dolci colline. Le sue origini sono antiche: dal 247 a.C. divenne colonia romana, nel 1194 vide nascere Federico II di Svevia e nel 1710 vi nacque il compositore Giovanni Pergolesi.
Circondata da una cinta muraria fra le meglio conservate della regione ha titolo di “Città esemplare” Unesco per la capacità di preservare un patrimonio secolare architettonico, artistico e culturale altamente suggestivo. Incontro con la guida e inizio delle visite con Piazza Federico II, già piazza del mercato, dove nel 1194 nacque da Costanza d’Altavilla l’imperatore Federico II di Svevia, “Stupor Mundi”, il Palazzo della Signoria, tra le più belle architetture del Rinascimento delle Marche, che conserva al suo interno una straordinaria biblioteca storica, il settecentesco Teatro Pergolesi, dedicato al celebre compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi e splendido esempio di architettura mondana del XVIII, Palazzo Pianetti, uno dei principali esempi di rococò marchigiano e italiano, con la sua galleria degli stucchi lunga 76 metri. All’interno del palazzo sono stati allestiti due musei, quello archeologico che mostra le vestigia dell’epoca romana di Jesi e la Pinacoteca con alcuni massimi capolavori di Lorenzo Lotto nelle Marche, come la Pala di Santa Lucia e altre ancora. Nel pomeriggio una sosta per visitare la Rocca Roveresca di Senigallia. Costruita intorno a una prima fortificazione romana, la rocca divenne il perno del sistema difensivo nel XIV quando la città torno alla chiesa per opera del cardinale Albornoz. L’attuale edificio si deve a Giovanni della Rovere che trasformò la struttura in una delle più eleganti fortificazioni marchigiane.
La presenza di persone con abiti d'epoca ha reso questa visita ancor più straordinaria.
Adattamento testo dal programma di viaggio Petroniana Bologna.
Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona: presentate le iniziative di Jesi
La diocesi di Jesi è pronta a vivere le celebrazioni e gli eventi del Congresso Eucaristico Nazionale. Dal 5 al 9 settembre sarà possibile pregare in Cattedrale, aperta con orario continuato dalle 8 alle 17,30. Saranno presenti a Jesi alcuni vescovi ed il legato pontificio card. Re per celebrare una santa Messa al mattino e proporre una riflessione collegata al tema del giorno del Congresso. Giovedì 8 settembre sarà la giornata che vedrà Jesi protagonista nell'accoglienza delle Confraternite. Tema della giornata è Eucaristia: Pane del cammino e si rivolge all'ambito della tradizione. Alle 8 in Cattedrale la celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Armando Brambilla, vescovo ausiliare di Roma. Alle 9,30 al Palazzetto dello Sport la preghiera delle lodi mattutine con mons. Brambilla e la lectio di mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Acerenza. Alle 10 l'approfondimento e il dibattito sul tema: Confraternite: luogo vivo della tradizione del Mistero Eucaristico. Moderatore Francesco Antonetti e relazione di don Giuseppe Ruta. Alle 15 percorsi turistici, culturali e religiosi in città. La mattina del 7 settembre, dalle 10,45, arriverà a Jesi la fiaccola che arriverà da Fabriano al parcheggio del centro commerciale La Fornace e, di corsa, sarà portata dai tedofori jesini, al santuario delle Grazie per arrivare alla chiesa di San Pietro Martire.
Dimora Costanza - Centro Storico di Jesi
Jesi - Vive del respiro vivace del centro storico di Jesi questo appartamento sito al piano primo di un palazzo nobiliare del 1709, di fianco al duomo della città. Ristrutturato con gusto ed eleganza, la soluzione gode di ottime rifiniture ed è stata riplasmata con materiali ricercati e particolari di pregio. Si compone di luminoso soggiorno, cucina, servizi, camera matrimoniale, funzionale cabina armadio, camera da letto con servizi. Il calore del parquet in soggiorno e nelle camere.
Corale Madonna delle Grazie Conegliano
NATALE 96 Conegliano
Santissimo Crocifisso Treia interno
Meravigliosa visita interna del Santuario Santissimo Crocifisso di Treia mediante l'utilizzo di un drone.Un grande grazie ai Frati Minori di Treia, custodi del Santurario, che ci hanno fornito questo video che ci permette di ammirare l'interno di questa splendida chiesa e vedere da vicino il Crocifisso che è un qualcosa di sorprendente, che desta commozione, tenerezza, compunzione
Chiesa di SANTA MARIA MAGGIORE (Trieste)
+ di 100 visualizzazioni: Grazie!
La chiesa, in stile barocco, è stata costruita a Trieste nel XVII° secolo dai Gesuiti.
Le mie foto sono accompagnate dalla canzone Ave Maria di Franz Schubert, cantata da Maria Callas.
Madonna delle Grazie
Provided to YouTube by Believe SAS
Madonna delle Grazie · La Contrada
È la notti di Natali (Raccolta di canti popolari)
℗ Vandisk
Released on: 2013-10-18
Author: Traditional
Composer: Traditional
Music Publisher: D.R
Auto-generated by YouTube.
Sfilata di moda GRANDI FOLLIE Chiesa San Nicolò, Jesi, Ancona (02)
Sfilata di moda GRANDI FOLLIE 002. Presso chiesa di San Nicolò, corso Matteotti, Jesi, Ancona. Video girato da Claudio Cecconi. 0911DZUT
Processione Solenne della Notte della Venuta a Loreto (AN), 9 Dicembre 2018 (10) v.638
Ed anche lo scorso 9 Dicembre 2018 sono tornato pellegrino alla bellissima basilica lauretana per prendere parte, nuovamente, alla tradizionale Notte della Venuta, sicuramente l’evento più importante della piccola quanto famosa cittadina, nonostante non sia ritenuta la festa patronale poiché la stessa è stata fissata l’8 Settembre (di cui trovate il video con la processione della Vigilia [ ). Tuttavia, è proprio da quella notte che nacque il mito lauretano, anche se per contrastare il credo angelico se ne sono dette talmente tante al punto da insinuare che la Santa Casa non sia quella originale.
Non ho intenzione di dilungarmi su questo discorso anche perché di studi se ne sono svolti veramente assai (molti di questi sono stati poi emanati in forma documentativa da migliaia di emittenti televisive mondiali); piuttosto voglio soffermarmi particolarmente su quella notte, che più delle altre volte è stata contrassegnata da due eventi: un incidente mortale del collega di un mio amico, verificatosi sulla SS76 vicino all’uscita Jesi Centro la mattina di Venerdì 7 (appena 2 giorni prima); e soprattutto la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo (AN), avvenuta nella notte del giorno dopo. Quest’ultima tragedia ha segnato profondamente il piccolo paese che ha dato i natali a S.Maria Goretti, i cui effetti non si sono mai attenuati neanche diversi mesi dopo, suscitando un clamore mediatico senza precedenti al punto da richiamare persino gli organi di stato! Considerando che la discoteca, pur inscritta nel comune, è ubicata a qualche km fuori dalla cinta muraria, direi che tutto questo si poteva anche evitare… Ho maturato quest’opinione anche in virtù del fatto che ho visitato tante volte questi luoghi, e come Macerata, altro comune interessato dalla cronaca nera per il recente omicidio della povera Pamela Mastropietro, anche Corinaldo è un paese molto tranquillo nonché davvero piccolo e accogliente.
E in qualche modo, essa si è riflettuta in tutto l’anconetano e quindi anche sul santuario lauretano. La Notte della Venuta, infatti, è stata presieduta da Mons. Rino Fisichella, Presidente Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione e concelebrata dall’Arcivescovo di Loreto Mons. Fabio Dal Cin in memoria di quelle vittime, e come probabile segno di lutto, Loreta non è stata suonata né prima della veglia, iniziata alle ore 21:00, né durante o dopo il rientro della processione nel perimetro di Piazza della Madonna. Trattandosi comunque della festa delle feste, le 8 campane del concerto hanno suonato sia poco prima del Rosario (circa 8-9 minuti, non ricordo bene, si tratta praticamente della medesima distesa immortalata in occasione della processione della Natività) che al rientro della Statua (all’uscita sono rimaste ferme) per circa 12 minuti (che io ricordi, una tale durata non si è mai riscontrata in tempi recenti senza Loreta!).
L’emozione è stata tanta anche in quest’occasione, non c’è che dire, ma la vera novità rispetto alla processione immortalata nel 2015 [ è l’angolo di ripresa: se in quell’occasione sono stato costretto ad immergermi nella folla della piazza (che, come tradizione, saluta la statua della Vergine con i fazzoletti bianchi) a causa della chiusura del loggiato, ritenuto pericoloso in seguito all’attentato terroristico del 13 Novembre 2015 a Parigi che ha fatto inevitabilmente alzare il livello di allerta in tutta la nazione, questa volta non ho avuto particolari patemi; in questo modo è ben osservabile il percorso della statua.
Prima della processione ho fatto un’introduzione sulla Loreto notturna con le decorazioni natalizie, con un’annessa breve camminata dal parcheggio del Bramante fino alla Basilica passando per Corso Boccalini (ho purtroppo perso l’accensione del cero poiché sono stato impegnato a trovare il parcheggio data la notevole folla di pellegrini). Verso la fine della stessa il battiore delle 19:30 su torre civica e orologio astronomico, quindi l'ennesima melodia mariana che dovrebbe rifarsi a un Tantum Ergo.
Non è detto che i video su questo paese siano finiti, in quanto esso offre sempre nuovi eventi di notevole fattura: da quest’anno a seguire, però, non sarà possibile osservare il santuario in tutta la sua imponenza a causa dei restauri riguardanti la facciata (termineranno a breve) e soprattutto della cupola.
P.S. il monumento inquadrato a 5:46 si riferisce in realtà all'associazione dei donatori del sangue, l'aviazione non c'entrava nulla in quel caso. Scusate ma quella sera non stavo bene ed era quasi un miracolo che mi reggevo in piedi..!!
Santuario delle Grazie Curtatone - Ave Maria
Arrivo Madonna Pellegrina al Santuario di San Michele
Arrivo Madonna Pellegrina al Santuario di San Michele Arcangelo per l'ultima tappa della Peregrinatio nella città di Monte Sant'Angelo
A Jesi l'immagine della Madonna Pellegrina di Fatima
Preghiera ed emozione nel cuore degli unitalsiani e dei tanti fedeli per l'arrivo dell'Immagine della Madonna di Fatima nella parrocchia del Divino Amore a Jesi. Sabato 2 e domenica 3 luglio un variegato programma di celebrazioni, preghiere e catechesi è stato predisposto dalla presidenza dell'Unitalsi e dal parroco don Paolo Ravasi che ha guidato quasi tutti i momenti.
Cattedrale di Sant'Antonio Abate a Castelsardo ~ 26 Giugno 2016 | Viaggiare in Sardegna
La pittoresca cattedrale e l'imponente campanile di Sant'Antonio Abate sono situati nel lato nord-ovest delle mura del castello del Doria di Castelsardo e dominano sul paesaggio circostante.
Storia
La struttura preesistente è stata restaurata tra il 1597 e il 1606 per volere del vescovo Giovanni Sanna divenendo sede vescovile di Ampurias nel 1503 e acquisendo il titolo di Cattedrale opera del vescovo Passamar.
Il completamente dell'edificio avvenne 1727 con la costruzione del matroneo ( il balcone vicino all'ingresso della Porta Santa ) e dell'altare finemente lavorato dedicato al patrono della città Sant’Antonio Abate.
Il campanile venne ricavato direttamente una torre con funzione di faro preesistente nelle mura antiche, la cui sommità è stata successivamente decorata con piastrelle maiolicate con motivi verdi, gialli e marroni.
L'edificio stilisticamente fonde elementi del gotici, catalani e rinascimentali e offre una splendida vista panoramica a picco sul mare.
Esternamente domina sopratutto grazie all'alta torre campanaria coperta da un cupolino maiolicato.
L'interno presenta una classica pianta a croce latina ed è costituito da una navata unica voltata a botte ribassate, cappelle laterali sui contrafforti e transetto.
Molti degli affreschi presenti nelle cappelle laterali sono stati dipinti da Andrea Lusso, il più noto pittore manierista in Sardegna, mentre molte altre sono opere del pittore anonimo denominato Maestro di Castelsardo tra le quali spicca la Madonna in trono col Bambino collocata sull'altare maggiore.
Originariamente faceva parte di un grande retablo, le altre parti ( e molte altre opere d'arte sacra tra cui il San Michele arcangelo del Maestro) sono conservate nelle cripte della Cattedrale, adibito a museo diocesano.
L’abside è quadrangolare con volta a crociera generata da quattro pilastri a fascio con capitelli scolpiti, sormontato da due coppe di angeli, di cui i due piccoli centrali sorreggono la croce.
L'altare maggiore in marmo é del 1810, mentre sono più antichi ( dei 600-700 ) gli altri arredi lignei, gli altari laterali e le statue.
Sopra il matroneo troneggia il bellissimo organo a canne settecentesco con ante decorate, considerato il più bello della Sardegna.
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Angelic Forest by Doug Maxwell
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LA CATTEDRALE DEI SANTI GERVASIO E PROTASIO IN CITTA' DELLA PIEVE
La Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio sorge sull'antica Pieve
del VII secolo d.c., a sua volta edificata su un tempio pagano.
Trasformata diverse volte nel corso dei secoli, assume l'attuale configurazione solo nel XVIII secolo.
Ad essa sono addossati una Torre Civica (XII secolo) ed un Campanile (1738).
Campane della Basilica di Santa Chiara d'Assisi in NAPOLI, v.397
Distesa festiva ascendente delle 3 campane minori (dura 2 minuti) per la messa solenne delle ore 19:00 in occasione della Santa Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo:
I° suonata alle 18:30;
II° suonata alle 19:00.
Concerto di 5 campane a battaglio cadente lento, elettrificate dalla SAIE di Striano (NA):
I: Do3
II: Re3
III: Mib3
IV: Fa3 calante
V: Lab3
Non so assolutamente niente né delle fusioni (anche se a vedersi la IV è molto antica) né tantomeno dell’elettrificazione perché sinceramente non l’ho mai vista, ma potrebbe essere SAIE, visto che ha molti impianti nella zona. Vide fatto in compagnia di Luca Saccone, un mio amico del Vomero.
Finalmente nella mia Napoli! Da quando ho aperto il canale Youtube non ho mai pubblicato niente delle campane napoletane perché fino ad oggi non ci tornavo addirittura dal 2009, l’anno di morte di mia nonna materna, il cui anniversario, manco a farci apposta, cade proprio alla fine di Marzo. Per il triduo pasquale desideravo rimanere nelle mie zone umbre per tentare la sorte in qualche concerto di cui avevo ripreso il festivo ma mai il solenne. Però i miei avevano deciso di tornare a Napoli per riabbracciare mio nonno materno, i miei zii, cugini e tutti i parenti (mamma mia quanti ne erano!!!). Così, partiti di Giovedì mattina, siamo arrivati a Napoli verso le 16:00, nella zona di San Carlo all’Arena, quindi pieno centro storico (ambiente decisamente ostile per me, abituato al silenzio, alla natura e alla campagna). E così per Pasqua sapevo di non poter tornare a casa con un bottino particolare, visto che sappiamo bene la condizione campanaria del Sud-Italia, ma quantomeno volevo riprendere le campane della orrida chiesa moderna di S.Rita, dove si sono battezzati, comunicati e cresimati i miei (anche se mio padre la cresima l’ha fatta alla cattedrale); e quelle dei SS.Giovanni e Paolo a Piazza Ottocalli. Mi ricordavo che quest’ultime le avevo viste suonare diverso tempo fa, ma questa volta la bella sorpresa è stata di vedere il fungo Belltron in cima al campanile… Con l’annesso programmatore. Pensavo che suonassero campane vere ed elettroniche contemporaneamente, come ho visto fare da qualche parte, e invece ho saputo che le campane vere non suonano da diverso tempo per cause ignote, anche se il campanile, a vedersi, è preso piuttosto male… Pazienza. Ho pregato che a S.Rita andasse tutto bene, ma… La mia solita sfortuna… Al Gloria del Giovedì Santo e della Veglia pasquale hanno suonato soltanto 2 campane, senza neanche il campanone. E per le messe solenni? Un misero scampanio su quelle 2 campane per 10 secondi… Eppure io mi ricordavo che suonavano a plenum tutte le domeniche! Mi sa tanto che c’è qualche restauro di cui io non ne sono a conoscenza, ma se fosse così sarebbe una gran cosa, visto che tutto il casermone è ammuffito. Cosa fare? Parlando con Luca, mi ha fatto venire in mente una bella chiesa, dove si sono sposati i miei nonni materni: Capodimonte, la famosa “piccola San Pietro”! 8 campane in Do3 che già avevo sentito nel video di Bellsalerno… Avrei fatto letteralmente il botto! Luca mi ha detto che tempo fa le aveva viste suonare a plenum, e in un certo senso… Quando il sacrestano mi aveva rassicurato che le avrebbero lanciate tutte e 8… Per un attimo ci ho creduto. Ma a mezzogiorno… Ancora lo scampanio domenicale… Non potete immaginare quanto ci sia rimasto male… Come rimediare? Qualche cosa da Napoli volevo cmq portare a casa… E quindi ho scelto S.Chiara, di cui vi è già un video in rete dove fu ripreso il momento del suono a distesa dopo oltre 30 anni di silenzio (anche se c’è chi dice che le ha viste sempre muoversi…). E anche qui la sfortuna non è mancata… Alle 18:30, dal lato III dove si riesce a vedere anche il campanone che è all’interno… Partono in ascendente le 3 campane minori, quindi niente plenum solenne, che secondo un frate aveva suonato a mezzogiorno (sinceramente ci credo poco). E la sfiga ancora più grossa è che volevo riprendere la seconda distesa da un altro lato, solo che… Non mi sono reso conto che la campana che avevo davanti non era una delle 3 piccole, ma la mezzana! Quindi ho dovuto mettere un fermo immagine… Certo che a Napoli non me n’è andata dritta una eh? Pazienza… Ma alla fine il video l’ho fatto ed è andato in rete. Dopo le varie riprese alla facciate, campanile e campane, mi sono soffermato per qualche attimo su Piazza del Gesù Nuovo con l’annessa chiesa, perché proprio lì avevano montato un palco, dove vedo… Delle campane vere! E proprio un tecnico addetto al suono mi ha riferito che le avevano reperite da Marinelli. Beh… La forma era quella, avevo capito subito la provenienza. Mi auguro solo che fossero intonate... XD
E così questo è l’unico video girato a Napoli… Veramente poco, ma meglio che niente.
Mattarella a Fabriano per il network delle città UNESCO
Il dialogo e lo scambio culturale costituisce un arricchimento per TUTTI”.
Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha segnato l’inaugurazione della 13/a edizione del Forum delle città creative dell'Unesco a Fabriano.
La presenza del Capo dello Stato nelle Marche ha impreziosito un evento già ricco di prestigio, vista la presenza sul territorio marchigiano di oltre 200 delegati, in rappresentanza di altrettante città, provenienti da tutto il Mondo.
int. Luca Ceriscioli, PRESIDENTE REGIONE MARCHE
Il tema di questa conferenza, una settimana di meeting, convegni e workshop, è “La città ideale” e come tema prevalente “Lo sviluppo sostenibile”.
int. Luca Ceriscioli, PRESIDENTE REGIONE MARCHE
Fabriano si è preparata da tempo per accogliere al meglio i delegati internazionali. Insieme a lei anche le altre città dell’Orsa hanno contribuito dando in senso pratico il vero motivo che ci caratterizza in Italia e nel Mondo come marchigiani e come italiani: la coesione e la solidarietà pur nelle piccole o grandi differenze che segnano i nostri percorsi di crescita.
In un periodo storico che qualche analista “illuminato” e qualche politico nostrano vuole dipingere come un momento di ascesa di sovranismi e nazionalismi, se non addirittura di chiusura e di muri fra i popoli, il richiamo che viene dal presidente Mattarella è chiaro: il futuro del nostro Paese e di questa comunità è nel dialogo, nello scambio di saperi e di esperienze, nella crescita culturale.
La tolleranza dopotutto, diceva Umberto Eco, si fonda sulla mancanza di educazione.