Dorgali Archeologica
Un piccolo tour alla scoperta di 3 siti fantastici nella splendida e unica Dorgali. Il Dolmen Motorra, la Tomba di giganti S'Ena 'e Thomes e l'enorme villaggio Serra Orrios.
Villaggio Nuragico di Tiscali
Fra i comuni di Dorgali e Oliena sopra la valle di Lanaittu, sorge il sito nuragico di Tiscali: costruito all’interno di una dolina originatasi, in tempi remoti, in seguito al crollo della volta dell’ampia sala di una grande grotta, non è visibile fino a quando non si raggiunge l’interno della cavità, attraverso un’ampia apertura nella parete rocciosa ………..
Le eccezionali immagini del Santuario S'Arcu 'es Forros col drone
Nell'Ogliastra montuosa del Gennargentu le genti nuragiche insediarono un vasto villaggio santuario che ospita due templi a megaron dedicati al culto delle acque: ritualità e architetture che rievocano influenze egee e suggestioni mediterranee.
Sono andato col drone nonostante la neve in questo meraviglioso tesoro della Sardegna a pochi km da Villagande. Andate numerosi e non ve ne pentirete
Complesso nuragico di Palmavera - Sardegna
Nome: COMPLESSO NURAGICO DI PALMAVERA
Località: ALGHERO, SASSARI, SARDEGNA, ITALIA.
Formato: HD, 1920X1080, 59,94p, 60p.
Durata: 00' 38''
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Complesso Nuragico Romanzesu Bitti.wmv
Romanzesu costituisce uno dei più importanti complessi abitativi e cultuali della Sardegna nuragica, con un centinaio di capanne, cinque edifici di culto un tempio a pozzo e quattro a megaron - e un grande recinto cerimoniale. È costruito col granito locale.
L'area si sviluppa attorno al tempio a pozzo, costruito nella roccia dalle cui fenditure sgorga l'acqua sorgiva. Esso ha scala d'accesso e camera circolare (diametro m 3,40; altezza m 3,60) costruita con filari regolari di blocchi accuratamente lavorati. Il pavimento è lastricato e un bancone-sedile corre lungo il perimetro della parete. Al pozzo erano associati tre betilini scoperti a N e S della struttura. Una sorta di corridoio a gradoni, segnato da alcuni menhir, collega il pozzo con una grande vasca circolare gradonata (diametro m 14), con pavimento lastricato, forse destinata alle abluzioni rituali, dove si raccoglieva l'acqua di piena della sorgente. L'area del pozzo ha restituito materiali del Bronzo recente e finale (XIII-IX sec. a.C.).
I quattro templi a megaron e il recinto sono situati nell'area del villaggio, sul leggero pendio prossimo al pozzo. Fonte sardegnacultura.it
Complesso cultuale nuragico di Su Monte
L'altare-vasca nel complesso cultuale nuragico di Su Monte a Sorradile in provincia di Oristano.
Tempio di Antas e villaggio nuragico - Fluminimaggiore Sardegna
Il tempio di Antas è un tempio punico-romano dedicato all'adorazione del dio eponimo dei sardi Sardus Pater Babai (Sid Addir per i cartaginesi). È situato ad una decina di chilometri circa a sud del paese di Fluminimaggiore, in una zona in cui stanziarono cartaginesi e romani, attirati dagli abbondanti giacimenti di piombo e ferro presenti nel territorio.
IL TEMPIO PUNICO :
Tempio di Antas. Antistanti le gradinate del tempio romano vi sono i resti del precedente tempio punico, dedicato al dio punico Sid Addir.
Sotto la gradinata di accesso al tempio romano sono presenti i resti del precedente tempio cartaginese (completato alla fine del V secolo a.C.) dedicato al dio Sid Addir, continuazione del precedente culto nuragico tributato al dio delle acque e della vegetazione. Il primo sacello venne edificato nel 500 a.C. su un affioramento di roccia calcarea ritenuta sacra e nel 300 a.C. il tempio venne ristrutturato. Intorno all'altare sono stati ritrovati molti reperti punici.
IL TEMPIO ROMANO
Il tempio romano venne costruito per il volere dell'imperatore Augusto (27 a.C.-14 d.C.) e restaurato durante Caracalla (213-217 d.C.) sull'area del tempio punico. Il tempio venne scoperto nel 1836 dal generale Alberto La Marmora e assunse la forma attuale dopo la ricostruzione avvenuta nel 1967. La parte anteriore del tempio è composta da sei colonne, quattro frontali e due poste ai lati, alte otto metri circa e aventi capitelli di ordine ionico. Originariamente era anche presente un frontone triangolare. La cella centrale era accessibile tramite due aperture laterali. Nel pavimento della cella è visibile una parte di un mosaico. Infine la parte sacra del tempio è dotata di due recipienti quadrati, profondi circa un metro, i quali contenevano l'acqua utilizzata nei riti di purificazione. La gradinata frontale, attraverso la quale si giungeva al podio, era composta da vari ripiani compreso quello dedicato all'altare che, secondo i canoni dell'epoca, si trovava all'esterno dei tempio. Probabilmente era presente una statua del Sardus Pater Babai che, a giudicare dalle dimensioni di un dito rinvenuto in loco, poteva avere un'altezza di circa 3 metri. Nell'area del tempio sono stati repertati soprattutto doni votivi come statue e monete.
Nell'area archeologica, oltre al tempio, sono inoltre presenti:
una piccola necropoli, nella zona antistante il tempio (scoperta nel 1984, oggi le tre tombe ritrovate non sono visibili);
i resti di un antico villaggio nuragico (1200 a.C.-900 a.C.) usato anche in età tardo-romana;
le cave romane, da cui si estraevano i massi calcarei utilizzati per costruire il tempio;
un antico sentiero che collega l'area archeologica ad una grotta di interesse speleologico nella quale, grazie ad alcuni ritrovamenti di oggetti nuragici, si ritiene che venisse praticato il culto dell'acqua.
Non meno importanti gli antichissimi affioramenti rocciosi che contribuiscono a rendere interessante il contesto naturalistico.
Sos Nurattòlos: Oltre la Neve dei Secoli
L'affascinante viaggio del poeta e filosofo Bruno Lombardi attraverso le antiche testimonianze della Cultura Sarda.
Viaggio sui monti di Alà dei Sardi nel santuario nuragico di Sos Nurattòlos.
fonte
Il sito comprende una fonte sacra, un piccolo tempio a megaron - entrambi con recinto - e alcune capanne, una delle quali annessa al tempietto.
Risalendo il pendio che porta in cima all'altura si incontra la fonte, composta da un corpo di pianta circolare (diam. m 6,25) costruito con grossi massi disposti in opera poligonale nel paramento esterno e con blocchi squadrati nelle strutture interne.
La costruzione racchiude un vestibolo di pianta rettangolare (lungh. m 5; largh. m 2,60; alt. cm 90) al quale si accede mediante un ingresso orientato a S (largh. cm 70).
Al centro della parete di fondo del vestibolo si apre l'ingresso, architravato con vano di scarico, della cella quadrangolare a sezione ogivale, che protegge la vena sorgiva.
Il piccolo vano presenta copertura scalare discendente verso il fondo arcuato. La muratura è realizzata con massi di granito di medie dimensioni, disposti a filari regolari con l'uso di zeppe di rincalzo.
L'edificio è circondato dal consueto recinto sacro circolare (m 11,30 a NE-SO, m 10,00 a SE-NO) realizzato in opera poligonale (spessore m 0,70/1,20) e accessibile attraverso un ingresso laterale (largh. m 1,10) rivolto a S e dotato di gradini.
Non molto lontano dal pozzo è edificata una capanna circolare di grandi dimensioni (diam. interno m 8,40; spess. m 1,40) con ingresso architravato rivolto a SE (largh. m 0,80). La struttura è realizzata con pietre in genere di piccole dimensioni prive di lavorazione e sovrapposte senza particolare cura.
Sulla cima dell'altura si trova il piccolo tempio rettangolare a megaron, le cui strutture murarie si conservano ancora per un'altezza considerevole.
L'edificio è realizzato all'interno di un recinto ellittico (diam. m 16 x 13) con ingresso orientato a E (largh. m 0,90).
La costruzione - edificata con massi di granito disposti su filari regolari - presenta pianta rettangolare (m 6,15 x 4; alt. m 2) con ingresso architravato orientato a NO (largh. m 0,90; alt. m 1,20). Il tempietto si caratterizza per la presenza sul retro del tipico prolungamento dei muri laterali.
All'interno le pareti non mostrano un aggetto notevole: si è ipotizzato che le strutture murarie laterali reggessero in origine una copertura lignea a doppio spiovente.
Prossima al tempietto è una costruzione piuttosto singolare: si tratta di un edificio circolare (diam. m 5,20; alt. m 1) che racchiude all'interno un secondo ambiente della stessa forma (diam. m 2,30) tangente sul lato SE e con muri in forte aggetto. Le due costruzioni non sembrano presentare ingressi.
A breve distanza, ad una quota più elevata, i lavori di scavo hanno consentito di mettere in luce una nuova, grande capanna a carattere comunitario, le cui pareti sono provviste di sedile alla base, analogamente a quanto documentato nelle cosiddette capanne delle riunioni rinvenute in numerosi villaggi nuragici.
Complesso nuragico di Genna Maria
Sardegna archeologica - I monumenti visti da vicino - Comoplesso nuragico di Genna Maria - Villanovaforru (Sardegna centro - meridionale)
Nuraghe Mont'e Cresia
Nuraghe in località Mont'e Cresia in comune di Sinnai, Cagliari- Sardegna.
Riprese con drone DJI Phantom 4 Pro plus
Pozzo Sacro di Santa Cristina Sardegna by Dajethy
Il santuario nuragico di Santa Cristina è un sito archeologico situato nel comune di Paulilatino, in Sardegna. Il pozzo sacro, la cui costruzione può essere posta attorno all’XI secolo a.C. è racchiuso da un tèmenos, recinto di forma ellittica che separa l’area sacra da quella profana, che ne circonda un altro a forma di serratura, all'interno del quale è situato il pozzo stesso. La struttura è simile a quella degli altri pozzi sacri che si trovano in Sardegna, ma si differenzia da essi per l'ottimo stato di conservazione delle parti interne e anche per le dimensioni, molto grandi e ben proporzionate.
Il pozzo è preceduto da un vestibolo dove probabilmente si svolgevano cerimonie di culto, dopo il vestibolo segue la scala che si apre in un vano trapezoidale, la gradinata è formata da una rampa unica di 25 gradini, che si restringe verso il basso (da circa 3,50 m alla sommità a 1,40 m alla base) man mano che si avvicina alla camera che contiene il pozzo vero e proprio; la scala è raccordata specularmente agli architravi di copertura, formati da blocchi tutti uguali tra loro che creano uno straordinario effetto a scala rovesciata di larghezza costante.
Il pozzo sacro vero e proprio è formato da una cella di pianta circolare (diametro circa 2,5 m) coperta da una tholos (pseudocupola) a volta ogivale alta quasi 7 m, realizzata con blocchi di basalto lavorati e disposti in filari, il cui diametro a partire dall'architrave della porta d'ingresso, posizionata alla fine della gradinata, diminuisce fino a creare un foro di 35 cm circa a livello del suolo. Tale luce è tuttora origine di disputa se fosse in origine chiusa da una pietra circolare o meno.
L'intera struttura del pozzo sacro è realizzata con tecniche accuratissime, tutti i blocchi di basalto di media grandezza (circa 60 cm di lunghezza per 30 cm di spessore) vennero lavorati e rifiniti quindi disposti in file orizzontali avendo cura che il blocco inferiore sporgesse di circa un centimetro rispetto al blocco superiore al fine di creare un profilo dentellato ed un effetto architettonico molto elaborato ed efficace. L'ottimo stato di conservazione della struttura conferisce al pozzo una grande importanza archeologica e storica.
BRUNK' E' S'OMU - VILLAGGIO NURAGICO IMMERSO IN UNA LECCETA A 2 KM DAL COMUNE DI VILLAVERDE
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Bronzetti Nuragici | Museo Archeologico di Cagliari | Sardegna
Il bronzetto nuragico, chiamato in lingua sarda brunzìttu nuragicu o nuraghesu o nuraxesu, è una scultura bronzea tipica della Sardegna della fase finale dell'età del bronzo e la prima età del Ferro.
Durante gli scavi archeologici sono stati ritrovati nel tempo più di 500 bronzetti, principalmente nei luoghi di culto come tombe dei giganti, pozzi sacri, nei megara nuragici, nei villaggi e negli stessi nuraghi.
La funzione di queste miniature bronzee era infatti quella di “ex voto” paragonabile alla candela che il cristiano accende in chiesa con la speranza che le sue “richieste a Dio” vengano esaudite.
Numerose statuette sarde sono state ritrovate anche in scavi effettuati nell'Italia centrale e precisamente nelle tombe etrusche risalenti al 900~700 a.C.
Gli archeologi non sono riusciti ancora a datare le figure con precisione: si presume siano state realizzate tra il 900 a.C. e il 500 a.C.; tuttavia dei recenti ritrovamenti presso Orroli e
Ballao di frammenti di bronzetti risalenti al 1300 a.C. hanno rimesso in discussione la loro effettiva datazione.
I bronzetti nuragici venivano creati con la tecnica “della cera persa”, una lavorazione complessa che richiedeva una manualità e una precisione fuori dal comune, utilizzata anche dai Fenici.
Il metodo consisteva nel creare l’oggetto con la cera, per essere poi ricoperto d’argilla e cotto nel fuoco. La cera sciogliendosi fuoriusciva, lasciando all’interno della terracotta la forma uguale al modellino.
A questo punto veniva colato all'intero della forma il bronzo liquido che assumeva la stessa forma del modellino di cera; una volta raffreddato bastava rompere la terracotta per ottenere il bronzetto.
Le statuette rappresentavano scene di vita quotidiana delle popolazioni nuragiche, sopratutto quelle delle classi elevate.
Abbiamo guerrieri con spade, pugnali e archi, capi tribù, divinità, animali come bovini, ovini, cervi, cinghiali, cani, ma anche oggetti di vita quotidiana come armi in miniatura, vasi, carri.
Una figura di particolare importanza è la cosiddetta Madonna con bambino, rappresentazione bronzea della Dea Madre nuragica.
Appare seduta in un trono del neolitico, col bimbo seduto nelle sue gambe e rappresenta la madre dei guerrieri nuragici, figura più vicine all'umano, alla Dea incarnata.
Altre statuette molto significative sono le cosiddette navicelle votive. Il loro scopo era accompagnare l'anima del defunto nel viaggio eterno, ma rappresentavano anche un’offerta votiva tramite il fuoco, in quanto all'interno della navicella venivano inserite delle brace accese trasformandola in una lucerna.
Al di la del loro significato religioso, le navicelle nuragiche sono tra i migliori esemplari di bronzetti per raffinatezza artistica e rappresentano veri e propri modelli in scala di imbarcazioni sia preistoriche che storiche, a dimostrazione della grande conoscenza del mare e dell'arte della marineria delle popolazioni nuragiche.
Gli stili dei bronzetti finora ritrovati possono essere raggruppati in tre correnti: quella di Monte Arcosu, quella di Abini-Teti e quella Barbaricina.
La corrente di Monte Arcosu ( Uta ) è caratterizzata dalla forma geometrica con teste cilindriche, grandi occhi e corpo stilizzato e rigorosamente geometrico; questo tipo di manufatto sembra
rappresentare l’aristocrazia e la nobiltà.
Lo stile di Abini-Teti è simile al precedente anche se le figure sono meno geometriche e sembrano più orientali, indossano copricapi con lunghe corna o spuntoni, a volte hanno la testa schiacciata e una ha 4 occhi, forse un demone-guerrieri.
Lo stile barbaricino è completamente diverso dai precedenti: appare più popolare e più reale, con figure di persone e animali che richiamano la vita di tutti i giorni.
Le più belle collezioni si possono ammirare nel Museo archeologico di Cagliari, in quello G. A. Sanna di Sassari e nei musei di Nuoro e Oristano oltre che nei musei locali dove si trovano i principali siti archeologici dell'Isola.
FONTI e APPROFONDIMENTI:
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Music Info: Cinematic Documentary by AShamaluevMusic.
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Sardegna archeologia - Nuraghe Noddule - Nuoro
Arzachena - Le Tombe dei Giganti e i Nuraghi - 360°
Uno straordinario viaggio in 360° in Sardegna, nel territorio di Arzachena, alla scoperta delle Tombe dei Giganti di Li Longhi e Coddu Vecchju, dei nuraghi di La Prisgionia e Malchittu, per finire con il panorama sul borgo dalla caratteristica Roccia del Fungo.
Paulilatino, Parco Archeologico Santa Cristina
Paulilatino, Parco Archeologico Santa Cristina
Nuraghe Miuddu - Birori SardegnaMiuddu
Nuraghe complesso, costituito da una torre centrale racchiusa da un bastione trilobato., Intorno resti di capanne circolari.
Alghero, villaggio nuragico Palmavera.
Performance del TEATRO d'Inverno (Elementos)
Cooperativa S.I.L.T.
NURAGHE SERBISSI ( OSINI )
Nuraghe San Pietro
Un viaggio nella preistoria...
Nuraghe San Pietro filmato con il drone DJI Phantom 4k nella localitá di Torpé
Sardegna The Best.