Santuario della Madonna di Ibernia e Corrucolo - Cisternino
A Cisternino vige ancora oggi un'usanza legata al lunedì di Pasqua, secondo la quale i Cistranesi si recano presso il famoso santuario della Madonna d'Ibernia (Madonna de Bernis) per festeggiarne il culto. Questa tradizione risale alla presenza nel piccolo centro di una comunità di monaci basiliani, così importanti nella vita religiosa e nello sviluppo della stessa in quasi tutta la Puglia.
Il famoso santuario della Madonna d'Ibernia è situato a circa 3 chilometri dal centro abitato, in direzione Monti, e risale al XII secolo. Il primo accenno sul santuario lo troviamo in una bolla inviata da Papa Alessandro III nel 1180 a Stefano Vescovo di Monopoli, per confermargli la giurisdizione ecclesiastica su di esso. Secondo la tradizione sarebbe stata proprio la Vergine Maria con un'apparizione ad indicare il punto preciso dove voleva che sorgesse il santuario, lasciando un'orma del piede sulla roccia. Il Santuario venne costruito sui resti di un preesistente cenobio basiliano, non distante da un antico tempio pagano dedicato a Cibele, dea della fertilità.
IL CULTO DELLA MADONNA DI IBERNIA
La consuetudine prevede che la mattina del Lunedì dell'Angelo, all'alba, una lenta processione parta dalla Chiesa che conserva l’immagine sacra della Madonna, attualmente la Chiesa Nuova di Cisternino, per recarsi al Santuario. La Madonna d’Ibernia è considerata la Madonna delle Uova, cioè della procreazione e dell’abbondanza. Infatti, oltre alla processione del lunedì di Pasqua, molto sentito dalla popolazione è il pellegrinaggio al santuario per quindici sabati consecutivi di tutte le donne vicine alla maternità. Due sono gli elementi centrali del rito, la processione e il pasto rituale. La processione rappresenta il momento di ridefinizione del senso di appartenenza ad una comunità, in questo caso religiosa, in quanto fa nascere un forte senso di identità fra coloro che vi partecipano. Inoltre l’esposizione dell’elemento sacro al di fuori del proprio contesto, ovvero l’ostensione dell’immagine Sacra della Madonna di Bernis per le strade di Cisternino, non fa altro che amplificare questa appartenenza attorno ad un elemento fisico che veicola il valore emozionale del rito.
Si ritiene che esista una stretta relazione fra questo culto e quello dedicato a Cibele, dea pagana della fertilità, infatti molteplici sono le similitudini fra i due culti, in particolare il dolce portato in offerta al Santuario proprio il Lunedì dell’Angelo, ossia il corrucolo. Infatti questo dolce, che si configura come dono propiziatorio, sembrerebbe essere il medesimo che i fanciulli pagani offrivano a Cibele per propiziare la fecondità, durante le festività primaverili.
IL CORRUCOLO
Il corrucolo è un dolce semplice e genuino che ha come ingrediente principale l’uovo, non solo in quanto base dell’impasto ma soprattutto perché uno o due uova crude intere vengono “inserite” sulla superficie del dolce prima della cottura in forno, proprio per evidenziare il simbolismo propiziatorio di questo alimento. Tradizionalmente il corrucolo viene realizzato secondo due forme ben precise, a forma di borsetta (con due uova sode) e una a forma di bambola (con un uovo sodo nel grembo). Entrambi rappresentano la resurrezione e quindi un augurio per le giovani vite, pertanto si donano ai bambini, in particolare la “bambola” alle bambine e la “borsetta” ai bambini. E’ usanza anche lo scambio tra fidanzati. La preparazione del corrucolo avviene solitamente nel corso della Settimana Santa, ma, poiché il dolce si conserva bene, talvolta può essere cucinato anche nei giorni precedenti. Oggi il corrucolo può avere diverse forme, una corona intrecciata, un agnello o una colomba, può essere decorato con granella di zucchero o confettini colorati e in alcuni casi può essere anche ricoperto di glassa.
Il pasto rituale che si svolge al termine del rito religioso assume un valore altamente simbolico, in quanto il corrucolo è cibo che ha un significato strettamente legato al contesto territoriale e rituale, ha un significato comunicativo ben preciso esclusivamente perché si consuma nel periodo di Pasqua e all’interno del rituale legato alla Vergine d’Ibernia che è la Madonna dell’abbondanza.
Infatti l'uovo, oltre ad essere chiaramente un simbolo pasquale trova il suo significato più profondo nelle radici pagane: il dono dell'uovo è un simbolo bene augurale, indica la rinascita, il rinnovarsi della vita. È simbolo innegabile di fertilità e quindi propiziatorio nei confronti della stagione primaverile iniziata, così come della vita.
Itria Fireworks - Madonna D'Ibernia Cisternino(Br)
Spettacolo pirotecnico della Itria Fireworks in occasione della Madonna D'Ibernia a Cisternino(Br) il 06/04/2015
Cisternino - Madonna D'Ibernia 2014
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Cisternino Puglia
Cisternino è un piccolo comune della Puglia che vi invitiamo a visitare. Ad oggi vanta più di 11.000 abitanti e fa parte della provincia di Brindisi.
Il paese vanta dei paesaggi meravigliosi che si affacciano sulla Valle d’Itria dalla parte che viene definita anche Murgia dei Trulli data l’ampia presenza degli stessi nel territorio.
A pochi chilometri da Cisternino troviamo Ostuni, Martina Franca (che appartiene alla provincia di Taranto), Locorotondo, Fasano (di cui è molto famosa la Selva di Fasano) e Ceglie Messapica, tutti paesi dalla bellezza straordinaria.
Da vedere a Cisternino c’è la Torre di Porta Grande, chiamata anche con il nome di Torre Normanno-Sveva. Si tratta di una torre medievale alta ben 17 metri. All’epoca della sua costruzione si doveva passare da questa torre per poter accedere all’ingresso del paese. Nella sua parte più alta è presente una piccola statua di San Nicola di Bari. Nel corso degli anni ha subito diverse modifiche, alcune anche recenti come quella del 1995.
Nelle campagne di Cisternino ci sono tante masserie. Alcune di queste possono anche essere visitate. Tra le più belle ricordiamo la Masseria Montanaro, la Masseria Costa, la Masseria Devitofranceschi, la Masseria Montereale e Villa Cenci.
A pochi km dal centro abitato sorge il Santuario della Madonna d’Ibernia, conosciuto anche come il Santuario della Madonna de Bernis. Dietro la sua costruzione vi è una leggenda dove la Vergine avrebbe indicato in una sua apparizione il luogo dove sarebbe dovuto sorgere il santuario.
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Trullo Sovrano B&B- Cisternino Puglia
Un B&B di charme ricavato da una tipica masseria pugliese con un trullo sovrano abitabile; immerso nella campagna, tra ulivi millenari, a due passi dal mare, nel cuore della Valle d'Itria
Puglia - Cisternino - Uliveti
Micro Puglia -Ristorante Vegan a Cisternino
Micro Puglia -Ristorante Vegan a Cisternino -Puglia
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Veganes Restaurant in Cisternino /Apulien /Italien
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La fiera della Bomminella - Cisternino (br) - 8 settembre
La fiera della Bominella si tiene tutti gli anni a Cisternino (br). Fin dal 1700 si festeggia la madonna con una fiera, musica e balli e piatti della tradizione locale.
caranna cisternino
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la grotta panoramica 1581 Caranna Cisternino
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''ITRIA FIREWORKS S.R.L.S'' - C.DA CARANNA CISTERNINO(BR)
SPETTACOLO PIROTECNICO DELLA ITRIA FIREWORKS S.R.L.S IN C.DA CARANNA IN ONORE DI MARIA SS. ADDOLORATA E SAGRA DELLE ORECCHIETTE.
Osteria La Valle di Cisternino Auguri Natalizi 2016
Lo staff dell'Osteria La Valle di Cisternino con gli Auguri Natalizi
Cisternino alla fiera della bomminella
Cucinare con le erbe spontanee secondo Giardini 36 - Cisternino
Nell’agro di Cisternino esiste un luogo fuori dal tempo, il Parco Rurale Satia, un esteso giardino ricco di delizie ed elementi antropici tipici del territorio. Nel parco sono infatti presenti tutte le specie arboree proprie della Murgia, alberi da frutto, ulivi secolari, l’intera varietà della macchia mediterranea, chilometri di muretti a secco, trulli e specchie. All’interno, grazie all’attenzione posta dai proprietari, Katia Grilletti e Davide Argentieri, è possibile sperimentare percorsi esperienziali e conoscitivi, riscoprire un vasto patrimonio di erbe, piante spontanee e fiori commestibili, arricchendo la propria cultura gastronomica e valorizzando comportamenti salutari. Infatti la fitoalimurgia, ossia la raccolta di piante spontanee per scopi alimentari riveste oggi ruoli ben diversi rispetto a quelli del passato: non risponde più a necessità alimentari, ma a necessità salutistiche, grazie alle forti capacità depurative di molte piante spontanee e per il loro elevatissimo contenuto di sali minerali, proteine, un alto tasso di vitamine A e C e notevoli percentuali di fibre, in quantità maggiori rispetto agli ortaggi coltivati, anche in modo biologico. Inoltre è un nuovo modo per approcciarsi alla conoscenza della natura, scoprendo che là fuori tra prati e campi c’è tutta una varietà di specie ricche e molto più adattate alla nostra alimentazione.
Katia Grilletti e Davide Argentieri hanno trasformato questa loro passione in lavoro e nella loro taperia pugliese, “Giardini 36”, propongono piatti realizzati con i prodotti raccolti direttamente nel loro Parco Rurale, coniugando tradizione, cultura e valorizzazione del territorio, con la stagionalità rimanendo sempre contemporanei perché, come dice Katia, “Oggi non si mangia soltanto con il gusto ma anche con gli occhi”. “Giardini 36” è uno spazio culinario e culturale dove davvero i concetti di stagionalità e Km 0 sono realmente applicati alla cucina, definita “istantanea e fresca”.
Cisternino
Cisternino è un comune della provincia di Brindisi in Puglia. Fino al 1927 era parte della Terra di Bari.
Si affaccia sulla valle d'Itria, nella cosiddetta Murgia dei trulli.
Per info sul nostro servizio potete scriverci qui: g.autista75@gmail.com
CISTERNINO....ROSTICCERIA ANTICO BORGO...PIERO MENGA E GIOVANNA :)
PUGLIA 2015 BUONA VISIONE
Matrimonio cistranese7
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Cisternino: uno dei borghi più belli d'Italia
Continua il giro tra le bellezze del sud Italia.
La Dea ed i suoi Leoni di Alessandro Primo Ottone - TERREROSSE Sorrento
Interpretazione personale del mito della Dea Madre, Cibele per gli antichi romani.
Personal Interpretation of the Myth of the Mother Goddess, Cibele for the ancient Romans.
Video autoprodotto con paesaggi della Penisola Sorrentina e alcune opere di Alessandro.
Le opere di Alessandro & Enrica sono presenti unicamente nel laboratorio d'Arte Terrerosse,in Via Fuoro 73, nel Centro Storico di Sorrento.
Video self produced with landscapes of the Sorrento Peninsula and some works of Alessandro.
The works of Alessandro & Enrica are present only in Art Workshop TERREROSSE, in Via Fuoro 73, in the Historical Center of Sorrento.
Questua cerimoniale delle uova o Canto all'uovo - Martina Franca
Il canto all’uovo (Cande all’ove) è una tradizione che si perpetua ancora oggi, nella notte che precede la Pasqua, e la cui origine si perde nella memoria dei nostri antenati. Rappresenta, come tutte le feste di matrice rurale, un momento di allegria e condivisione, di rottura con il quotidiano, di passaggio stagionale, ma soprattutto testimonia e conferma l’appartenenza ad una comunità specifica. In Valle d’Itria è un’usanza praticata e ancora sentita, in particolar modo nell’agro di Cisternino, Locorotondo e Martina Franca, dove gruppi spontanei o associazioni ripetono la tradizione ogni anno.
IL CANTO
Secondo l’usanza, la notte del Sabato Santo (U Sabt Sant), quando le campane dopo la mezzanotte hanno annunciato la Resurrezione di Cristo, numerose compagnie, chiamate “squadre” si avviano nell’agro per il Cande all’ove. Tradizionalmente queste squadre di suonatori erano composte da un cantore e uno o più musicisti, tutti maschi, che si spostavano a piedi o su carri trainati da buoi. Gli strumenti musicali potevano variare in numero e tipologia ma il nucleo minimo che accompagnava il canto era composto da organetto, chitarra e tamburelli, ai quali si potevano aggiungere fisarmoniche, chitarra battente, cupa cupa (tamburo a frizione), triccheballacche (martelli ritmici lignei intelaiati con sonagli) e nacchere.
Queste squadre di cantori si muovono nel territorio rurale, di casa in casa, rimanendo sul limitare delle aie e intonando il celebre canto dialettale “U Sabt Sant” davanti alle abitazioni, in attesa che i padroni di casa si sveglino e donino loro le uova e altre provviste. Si canta fino a quando i padroni di casa non si affacciano, specialmente se è notte fonda o l’alba. Per questo il più delle volte grandi e piccini, stupiti e assonnati aprono le porte in pigiama, per offrire ospitalità e generi alimentari, per lo più appunto le uova, nelle ceste capienti portate dai cantori. Al termine della canzone i questuanti vengono accolti in casa e viene offerto loro da mangiare e da bere. Tradizionalmente la padrona di casa allestiva una tavola imbandita con formaggi, salumi, frittate e altre primizie di stagione; talvolta veniva inscenata anche la pizzica scherma , tra uomini. Terminato l'assaggio e dopo ulteriori auguri, nonché serenate su richiesta da parte dei padroni di casa, la squadra di sonatori riprendeva il cammino verso altre abitazioni.
Il canto eseguito in questa occasione è U Sabt Sant, presenta temi riferiti alla Passione di Cristo e al pianto della Madonna; a questi fulcri centrali seguono strofe augurali e di commiato in cui i cantatori porgono ai padroni di casa auguri e ringraziamenti chiedendo l'offerta di doni, soprattutto uova, in segno di gradimento dell'omaggio sonoro.
U Sabt Sant
1 – Iè arrevèt u sabt sant, Madra Marï s’ha mis lu mant;
nan avev p c scï,sòla sòl se ne partï.
2 –E trovò San Pietro davanti: Madre Maria perché tu piangi?
Vado piangendo per dolore perché ho perduto mio figliolo.
3 – Tü l’ha pèrs i jï l’i ‘cchièt, riet’alli port de Pelet;
riet’alli port d Pelet stev tütt flagellet.
4 – Tupp tupp riet’a stì port:e a c njè e a c na jè
E a c njè ea c na jè,Madre Maria p li Giudiè.
Mamma Mamma na pozz’aprï
ca li Giudéie m’on attacchet coron d’ior m’one luet;
coron d’ior m’on luet, coron de spin m’on ‘nghiudet.
5 - Jiss jiss pi mutant, dam
l’uov du sabt sant;
jiss jiss pi mutantom, damm l’uov di paparun;
i ce l’uov namm’i vuì dé, u jaddener t’egghia spascé.
6-Joole jole jole iapr a port e dam l’uov,
c l’uov so cuvatizz damm na cord d sazizz.
La tradizione prevedeva inoltre che se i padroni di casa si facevano attendere troppo alla porta, i questuanti iniziavano a canzonarli, d'altro canto c'è chi racconta che, se i cantori non erano considerati bravi, i padroni di casa usavano sparare con il fucile per cacciarli.