Il Santuario di Minerva a Breno (BS)
Visita al Santuario di Minerva a Breno (BS) in Val Camonica
In bici da Breno a Cividate Camuno. Ciclabile Valle Camonica
In bici da da Breno a Cividate Camuno lungo il percorso dall'Oglio al Po. Tratto in Valle Camonica, alla scoperta delle pievi lungo le ciclabili verso Brescia. Area archologica del santuario romano di Minerva.
Santuário de Minerva em Breno, é aberto ao publico.
O Municipio de Breno é pequeno e tem duas grandes atraçoes, o Santuario de Minerva e o Castelo,a cidade fica no Vale Camonica,um lugar de incrivel beleza,
é mais uma dica do Rotas C e D, em breve nosso canal de videos,todas as informaçoes de Breno.
Making of MINERVA. Il segno di OZMO in Valle Camonica, la Valle dei Segni
“La rievocazione della Minerva si ricollega alla storia del paese. Ho deciso di dipingerla perché mi hanno affascinato il suo ritrovamento fortuito e le fattezze pregiate, la naturalezza della figura femminile potente, protettrice, classica ed eterna. Per questo ho voluto “restaurare” la dea Minerva e collocarla nel contesto che pensavo fosse a lei congeniale: accanto al castello che domina Breno, posta tra il torrione medievale e la piazza, centro della vita civica della comunità, ponte tra passato e futuro.”
OZMO, al secolo Gionata Gesi, uno dei padri fondatori della Street Art italiana, le cui opere pubbliche fanno bella mostra di sé in Italia, in Europa, negli Stati Uniti, in centro e Sud America e in importanti collezioni museali, ha realizzato il suo personale omaggio a Minerva, la dea romana che nella veste di erede delle caratteristiche e dei poteri propri delle divinità indigene territoriali, era la più popolare in Valle Camonica (BS) e della quale la Valle Camonica conserva uno dei più pregiati esemplari di scultura colta di età augustea dell’Italia settentrionale: la Minerva Risanatrice di Breno-Spinera.
La MINERVA di OZMO si trova a BRENO (BS) in Piazza Gen. Ronchi, meglio conosciuta come Piazza del Mercato, sovrastata da uno splendido castello medievale che protegge la Valle Camonica, la Valle dei Segni.
NOTA DEL REGISTA:
Questo video tenta di rappresentare il coronamento del mito di OZMO, cercando di far riflettere su di una corona millenaria - appartenente ad una divinità (Minerva) - che si specchia con una corona contemporanea (caschetto di OZMO con gopro, + vari supporti fotografici, utili ad emulare una sorta di “soggettiva palpabile” dell'intervento dell'artista).
Questo avviene grazie alla disponibilità ed attenzione di una terra che possiede un approccio ad alto contenuto ricettivo sull'argomento, connesso alla pittura che si preoccupa di comunicare concetti complessi attraverso l'intervento umano scalfendoli ed imprimendoli nel tempo attraverso l'utilizzo
di supporti solidi permanenti (le pietre nell'antichità, i muri “nell'oggi”).
Antico e innovativo si scindono dunque in un unico approccio rappresentativo, che tende a generare matrici di ragionamento primordiali rassomiglianti e distanti temporalmente tra loro. Ottenendo comunque il medesimo risultato attraversando differenti forme e tecniche di composizione.
Mito e realtà si fondono attraverso una tecnica compositiva che ammicca ai primi tentativi di approdo permanente del comunicare umano (sia nell'approccio del grande artista sulle tematiche
affrontate attraverso le molteplici tecniche di realizzazioni utilizzate - utili a comporre la sua grande opera; sia attraverso la tecnica compositiva utilizzata per realizzare il video, che ammicca alla metodologia pratica in voga durante la nascita della cinematografia – tempo espanso attraverso fotografie in sequenza).
Anche la parte audio si accosta e plasma a tale principio gestionale (o gestazionale) e, partendo da un caos primordiale, tribale, disconnesso e primitivo inizia ad assumere una forma logica e razionale di pari passo all'evoluzione del dipinto di OZMO, fino ad assestarsi a sonorità contemporanee, che partono dal suono analogico (trombe, bassi tuba, piatti) e si accostano
all'approccio algoritmico/matematico tipico dell'elettronica digitale (batterie, sintetizzatori, sincopatia e dissonanze).
Nella prima parte del filmato lo spettatore sarà letteralmente catapultato nel caos primordiale sopracitato, attraversando “ribaltamenti antigravitazionali” e punti di vista che non possiedono un riferimento di equilibrio fisso e stabile.
Proprio come Michelangelo realizzò la sua Cappella Sistina, anche OZMO si ritroverà sdraiato di fronte al suo muro, portando avanti la sua opera ad ogni costo.
Tale “big bang” iniziale troverà assestamento logico e razionale con lo scorrere delle immagini in sequenza, in simbiosi all'evolversi della musica e della forma percepibile dell'opera disegnata, e più le componenti del dipinto (dettagli come le serpi, la lancia, la corona, il volto, la civetta e la veste di Minerva) diverranno comprensibili, visibili e palpabili tanto più il tutto sarà in armonia con lo spazio circostante e la natura dell'ambiente dove questa monumentale opera è stata realizzata, e dove verrà accolta come se fosse stata sempre parte integrante del suo spazio.
Augurando una buona visione ci tengo a precisare che il termine “armonia” è assai soggettivo e il significato che assume è del tutto assestato al gusto personale che ognuno di noi ha sulla realtà.
JackDaverio - UnDogma#2015
Prezentare Breno, Brescia , Italia
Breno, Brescia , Italia
Pisogne (BS) - Breno: ciclabile della Valcamonica
Ciclabile della Valcamonica:
video del tratto dopo Costa Volpino
Cividate Camuno civitas camunorum
In posizione particolarmente felice dal punto di vista paesaggistico, protetta dalle montagne alle spalle e affacciata al fiume, con ottime possibilità di collegamenti naturali, Cividate ha avuto, probabilmente, fin dai tempi preistorici, grande importanza. Entra tuttavia nella storia come la Civitas Camunnorum dei Romani, punto di riferimento e aggregazione di tutte le genti della Valle e modello avanzato della romanità. Infatti Cividate Camuno fu la capitale amministrativa romana della Valcamonica, vera piccola città imperiale
costruita su un impianto urbanistico caratterizzato da una griglia di elementi ortogonali che presentava edifici pubblici, il teatro, l'anfiteatro, le terme, il foro, il tempio e ville private le cui vestigia sono oggi in parte fruibili al pubblico.
Cosa vedere:
Il 31 marzo 2003, alla presenza del Ministro Giuliano Urbani e del Card. Giovan Battista Re, è stato inaugurato il Parco Archeologico di epoca romana.
All'interno del parco del Teatro e dell'anfiteatro di Cividate Camuno sono visitabili le strutture di una parte del teatro e i resti dell'anfiteatro romani e delle sue strutture di servizio. Gli edifici sono databili l'uno alla fine del I secolo d.C., l'altro entro i primi anni del Il secolo d.C. La superficie del nuovo Parco Archeologico di Cividate Camuno si estende per 12.000 mq e sviluppa al proprio interno un percorso didattico articolato in 15 tappe con pannelli illustrativi che permettono al turista una piacevole visita autoguidata.
L'area archeologica, concepita come un museo all'aperto, dotata di illuminazione notturna e priva di barrire architettoniche, è tra le poche in Italia ad essere attrezzata in modo da permetterne la fruizione a persone disabili.
A Cividate Camuno ha sede il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica.
Le vie del centro storico: l'attuale centro storico si innesta sulla griglia abitativa dell'antica Civitas Camunorum, fulcro politico amministrativo e religioso, in epoca romana, dell'intera Valle Camonica. Percorrendo a piedi le vie del centro si scoprono cortili, antichi portali, pittoresche prospettive che ci restituiscono visibilmente l'atmosfera della sua storia. Si segnala, tra le altre cose, il portale in pietra simona databile alla prima metà del '500 situato all'incrocio di Via Rimaldo e Via Cere nonché il portale d'accesso del nucleo abitativo di quest'ultima contrada, ossia il c.d. Purtù de Hére di cui è conservato solo la spalla mentre l'arco in pietra a tutto sesto è stato rimosso, probabilmente in epoca recente.
Torre Federici: il centro storico del paese è dominato dal più importante edificio medioevale di Cividate: la Torre Federici (XIII secolo) organizzata secondo uno schema simile al complesso fortificato di Casa Lanfranchini: torre, recinto difensivo e palazzo.
La prima fase costruttiva è ben testimoniata dal lato verso S. Stefano, che si è conservato quasi completamente escluse le aggiunte di una finestra e delle merlature. Ben conservate sono due porte, una al piano terra e una al primo piano, che come tipologia costruttiva rimandano alla fine del XII e l'inizio del XIII. La torre originaria doveva presentarsi molto diversa da come la vediamo oggi: era probabilmente un edificio più chiuso, le aperture dovevano avere una luce inferiore e ai livelli superiori al primo vi erano solo feritoie. Nel corso del XIV secolo la torre è interessata da un crollo, che la dimezza in senso verticale. La ricostruzione avviene ad opera dei Federici (da cui il nome) attorno al 1390, data che compare incisa in numeri romani nel portale a sud ovest posto alla base dell'edificio. Anche la tipologia degli elementi architettonici e l'utilizzo della pietra simona o pietra di Gorzone (non vi è traccia del suo utilizzo nella prima fase mentre in seguito diverrà piuttosto diffusa) forniscono la medesima indicazione cronologica.
Da scoprire e da ammirare è la chiesetta di S. Stefano a cui piedi è ancora visibile la pianta di un edificio privato romano a due vani, sotto i quali la Sovrintendenza Archeologica della Lombardia ha studiato un sito abitativo che senza dubbio rappresenta l'insediamento primitivo più antico mai rinvenuto in Valle Camonica.
Dal punto di vista naturalistico, il Parco del Barberino, vero e proprio polmone verde della Valle Camitica, offre, fra l'altro, la possibilità di rilassanti passeggiate immerse nel verde con aree attrezzate per il pic-nik, e dei percorsi didattici suddivisi in tappe con segnaletica chiara e comprensibile ed il percorso vita.
Un'altra possibilità è offerta dalla suggestiva pista ciclabile che costeggia il fiume Oglio che permette di raggiungere da una parte il Monticolo di Montecchio e dall'altra è in corso il progetto di realizzazione del tracciato che collegherà il Parco Archeologico del Teatro e dell'Anfiteatro con il Santuario della Minerva in località Spinera di Breno.
Bonazzi snc -- Breno Vallecamonica (BS)
I nostri primi 50 anni
Valle Camonica Romana
Un video emozionante per presentare l'App Valle Camonica Romana.
Scopritela qui:
La Valle Camonica occupa il settore nord occidentale della provincia di Brescia estendendosi per circa 80 km a nord del lago d'Iseo. La Valle vanta uno straordinario patrimonio archeologico che trova espressione nella sua forma più nota e studiata nell' Arte Rupestre, Sito Unesco n. 94. Nel panorama archeologico alpino il territorio si distingue anche per la consistenza e l'importanza delle testimonianze relative alla fase romana. Nel cuore della Valle, a Cividate Camuno, c'era una vera e propria città romana, con edifici e spazi pubblici monumentali di cui sono visibili il quartiere degli edifici da spettacolo, con teatro e anfiteatro, e un settore dello spazio del foro. Non lontano, a Breno, si trova il santuario extraurbano di Minerva, uno dei luoghi di culto meglio conservati di tutta l'Italia Settentrionale.
Farisoglio Sindaco. Breno. Bs
Valdir e Breno Dancando na Italia
Olha o que nos dois malucos aprontamos nas ruas de Florencia - Italia
Castello di Breno - Luglio 2015
Il castello di Breno non è soltanto un luogo suggestivo, ma un monumento ricco di storia. Ciò che si vede non è in realtà un castello, ma un complicato tessuto di costruzioni edificate in secoli diversi per scopi diversi. E’ nato come un insieme di palazzi e torri al tempo di Federico I Barbarossa (1100-1200) ed è stato poi trasformato in roccaforte militare all’epoca della Repubblica di Venezia (1400-1500). Il castello come lo vediamo oggi, però, ricopre in parte i resti di testimonianze preistoriche, che mostrano come la collina, sede degli edifici, fosse una località privilegiata di insediamento già a partire da 8/9000 anni prima di Cristo. Le costruzioni sono ormai parte integrante della collina, ne dominano e ne chiudono la cima, accentuandone le forme naturali.
La visita al castello inizia dalla zona della torre-porta vicina all’ingresso, che consente l’accesso al cortile, sulla cui sinistra si apre l’area della chiesetta medievale. Questa chiesa è, oggi, il più antico monumento portato in luce a Breno. Ci sono numerose zone libere e accessibili in cui si possono osservare le tracce delle diverse epoche, tradotte nei rifacimenti dei muri e una grande torre con una bella veduta panoramica. Tre sono le soste particolarmente raccomandate: la chiesa medievale già citata, attribuita a S. Michele, la casa-torre signorile a due piani, ed un palazzo del ‘200, con torre di 20 metri accessibile alle visite. Interessanti sono poi i numerosi resti di insediamenti di comunità preistoriche del Paleolitico (focolari, schegge di selce), del Neolitico (un abitato con tombe) e dell’età del Rame (terrazzamenti e capanne). La maggior parte di ciò che oggi si vede del castello corrisponde comunque alla sua successiva funzione di fortezza militare (sec. XIV-XVI).
fonte: invallecamonica.it/
L'Egida di Minerva - Mitologia Greca - Sandra Marcelloni
L'Egida di Minerva
Opera di mitologia greca dell'artista Sandra Marcelloni.
Quando il presente incontra il passato, l'arte contemporanea sposa la mitologia greca. Per informazioni in merito all'opera:
Valcamonica 1957 - Un cortometraggio di Emmanuel Anati
Valcamonica 1957 è un breve documentario realizzato utilizzando le riprese che Emmanuel Anati girò nel 1957, quando ancora in Italia erano pochissimi quelli che avevano sentito parlare di incisioni rupestri in Valcamonica. La voce narrante, inconfondibilmente di Anati stesso, aiuta a collocare nel tempo e nello spazio le immagini delle diverse figure realizzate nella roccia dai nostri antenati molte centinaia di anni fa. L'eminente studioso di preistoria ci aiuta anche a dare un senso antropologico generale alle scene che ci provengono da quel lontano passato.
Video realizzato da Mozart | Imaging your ideas. Copyright delle immagini: Emmanuel Anati.
Camunerie al castello di Breno
il volo dei rapaci, simbolo e voglia di libertà
La compagnia del sipario medievale
I falconieri di sua Maestà
L'ensemble Aquila Altera
Breno (BS), Vicolo S. Antonio. 09 Agosto 2014.
Nuovo distacco di materiale nel sottopasso di Vicolo S. Antonio a Breno. Nonostante l'ordinanza comunale n. 8 del 04/07/13 che disponeva che ...l'Ufficio Tecnico provveda alla messa in sicurezza dell'area, disponendo dei mezzi e del personale comunale..., questa è la situazione ad oggi (09 Agosto 2014).
video breno.avi
breno tango agosto
I culti delle Acque nell' Italia antica
Presentazione del libro dell'archeologo Michele dall'Aglio I culti delle acque nell'Italia antica, nella splendida cornice del museo civico di Argenta.