Santuario di Santa Maria delle Grazie,Brescia, Италия путешествуем с Ларуссия
Santuario di Santa Maria delle Grazie,Brescia, Италия путешествуем с Ларуссия
CREMA - Santuario di Santa Maria della Croce - MONUMENTO NAZIONALE
Il Tempio è Monumento Nazionale.
L'esterno del Tempio è rotondo e risulta fasciato da quattro ordini sovrapposti. Le fasce dei primi due ordini collegano e saldavo plasticamente i quattro bracci della croce al corpo centrale.
L'interno è composto da una vasta sala ottagonale con quattro nicchie inserite come altari nella muratura e quattro bracci di croce a pianta quadrata aperti ad arco nella muratura. L'effetto di equilibrio e di armonia tra il vano centrale e gli spazi laterali fa di questo Tempio uno dei più importanti documenti architettonici del primo rinascimento lombardo, fiorito sulle ricerche del Filarete e del Bramante.
Le dimensioni del Tempio sono le seguenti: m. 35 di larghezza, m. 35 di altezza della cupola maggiore, m. 15 di altezza delle cupole minori. Lo Scurolo è stato ricavato, si dice, nel luogo esatto dell'Apparizione.
Della decorazione originale non si ha notizia; probabilmente venne distrutta quando, nel XVI secolo, il Santuario fu trasformato in fortezza, gli ingressi furono murati e le cappelle riempite di terra, sassi e legname. Quella attuale risale al 1702 e fu opera dei fratelli Giovanni Battista e Gerolamo Grandi in collaborazione con Giacomo Parravicino. È tipicamente barocca, ad effetto; rivela grandiosità e abilità, senza eccessivi appesantimenti. Arioso e ben congegnato è l'affresco della cupola maggiore rappresentate il Trionfo della Croce; l'affresco del grande cornicione presenta una sequenza di profeti con medaglioni che illustrano la vita di S. Teresa d'Avila, riformatrice dei Carmelitani; gli affreschi delle tre mezze lune del braccio verso nord rappresentano il Faraone sommerso, Mosè che fa scaturire l'acqua dalla rupe, il serpente di bronzo; l'affresco dello Scurolo rappresenta il trionfo di Caterina della Uberti con la Madonna. Sono dei fratelli Giuseppe e Giovanni Torricelli (1762) gli affreschi delle mezze lune del braccio orientale e rappresentano Davide e Golia, Davide con l'Arca, Assalonne trafitto da Ioab. Nella cupola verso nord il cremasco Eugenio Giuseppe Conti affrescò nel 1898 il riposo della S. Famiglia e nella cupola verso sud il cremasco Angelo Bacchetta affrescò nel 1870 la Madonna in gloria.
All'interno si possono ammirare :
Pala dell'Altar Maggiore: preziosissima e splendida tavola di Benedetto Rusconi detto Diana (1460-circa-1525). Rappresenta la Madonna Assunta. Misura m. 2,50 di altezza per m. 1,95 di larghezza.
Pale degli Altari laterali: la tela della Natività è di Antonio Campi (1575); la tela della Deposizione e la tela dell'Adorazione dei Magi sono di Bernardino Campi (1576); la tela della Veronica è di autore ignoto (sec. XVI?).
Mezze lune dello Scurolo : sono otto tele del Parravicino (sec. XVIII) e illustrano la storia del Delitto, dell'Apparizione, della morte di Caterina, dei Miracoli.
Nel Battistero: tela secentesca del cremasco Tommaso Pombioli.
In Sacrestia: elegante tela raffigurante la S. Famiglia. Di autore ignoto.
I quattro altari laterali in marmo risalgono al 1784 e sono opera del bergamasco Michele Ferata.
Nello Scurolo c'è un bellissimo altare in marmo bianco scolpito da V. Vela. Curioso è l'errore di rappresentare Caterina con amputata la mano sinistra invece di quella destra: questo errore c'era anche nella statua della grande Nicchia, nel timbro parrocchiale e in un grande medaglione di ottone. Tra queste opere va ricordato l'ornamento ad arabeschi di legno dorato della grande Nicchia, il restauro ad opera del cremasco Giovanni Signorini del quadro miracoloso in terracotta, la costruzione in marmo del davanzale della Nicchia con la seguente epigrafe: “Solum Virginis Mariae Pedibus Attactum III Non. Apr. An. MCCCCXC Misericordiae Fungendae Caussa Sacrum Esto » (cioè: Suolo toccato dai piedi della Vergine Maria il 3 aprile 1490 sacro per effondere misericordia). Sempre nello Scurolo si trova la bellissima vetrata fatta dal ipilanese G. Bertini (1849) e che rappresenta l'Apparizione;
L'Altar Maggiore. È prezioso per marmi, bronzi e dorature; è elegantissimo per forma. La bellissima urna si trovava nella Cattedrale di Crema e venne rimossa durante i restauri della Cattedrale stessa. Al centro spicca un ovale di lapislazzoli. Il tabernacolo, della fine del 700, è in bronzo dorato e di stile neoclassico corinzio, con colonnine binate, statuette degli Evangelisti, un bassorilievo sulla porticina e un Cristo Risorto al vertice della graziosissima cupoletta.
Gli Amboni. Inseriti opportunamente a lato delle rampe dell'Altar Maggiore, sono di un bel marmo rosso a segmenti verticali; sono sorretti da due robusti capitelli cinquecenteschi di stile corinzio e, al centro, mostrano due bassorilievi in sbalzo su rame ad opera del bergamasco Luigi Guerinoni.
Il Battistero. È di marmo a forma poligonale, sormontato da un coperchio in rame con simboli a sbalzo, realizzati dallo stesso L. Guerinoni.
Basilica e convento di Santa Maria delle Grazie - Una presentazione
Presentazione di Santa Maria delle Grazie (Milano) a cura di p. Gianni Festa OP.
E' stata utilizzata la seguente foto all'interno del filmato: Monte Stella | 3 Febbraio 2013 ( di Obliot ( con licenza CC BY-NC 2.0
Best Attractions and Places to See in Crema, Italy
Crema Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Crema We have sorted Tourist Attractions in Crema for You. Discover Crema as per the Traveler Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Crema.
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List of Best Things to do in Crema, Italy.
Basilica Santa Maria della Croce
Duomo di Crema
Piazza del Duomo
Centro Storico di Crema
Chiesa della Santissima Trinita'
Museo Civico di Crema e del Cremasco
Palazzo Bodenti Terni de Gregory
Santuario di Santa Maria delle Grazie
Palazzo del Comune
Monumento ai Caduti di Crema nella Grande Guerra
Crema (CR) - Santa Maria della Croce (XV sec.)
Il progetto del Santuario è di Giovanni Battagio, allievo del Bramante.
Il corpo centrale della costruzione è alto 35 metri.
La cupola è stata decorata da Giacomo Parravicini. Vi sono pure opere di
Antonio e Bernardino Campi
Nell'altare maggiore è presente una grande tela di Benedetto Rusconi detto il Diana rappresentante l' Assunzione.
Simbolismo in S. Maria della Croce a Crema (II parte)
Il video è il seguito del primo ( dedicato alla magnifica Basilica di Santa Maria della Croce, una Gerusalemme Celeste a Crema (CR). In questo filmato vedremo la cripta e gli interni, con alcuni dettagli simbolico-ermetici.
L'articolo sull'edificio, nel nostro portale, si trova al link:
SANTA MARIA DELLE GRAZIE BRESCIA- PELLEGRINAGGIO DIOCESANO DI MANTOVA
Come ogni anno il gruppo della Pastorale per gli anziani ha organizzato un pellegrinaggio mariano e quest'anno ci siamo ritrovati nel bel santuario di Maria delle Grazie a Brescia.
Mons. Roberto Busti, vescovo di Mantova ci ha accompagnato
Pianura da Scoprire - Luoghi della fede
Il legame tra uomo e fede sta alle origini di qualsiasi insediamento, un legame che ha segnato in modo particolarmente significativo i luoghi in cui viviamo. Dal profilo di ogni città e paese si innalzano talvolta maestosi, a volta discreti, ma pur sempre solenni campanili, punti di riferimento, oggi come un tempo, quando il suono delle loro campane richiamava i contadini dalle campagne all’imbrunire o quando scandisce ogni momento della vita civile e religiosa. I più attenti si accorgeranno delle differenze dei loro suoni fra un paese e l'altro: erano segnali associati a campane a cui veniva dato il nome di un santo, codificati dalla popolazione e che durano ancora oggi. Ma non solo il suono delle campane è differente; ogni campanile lo è, come in una sorta di competizione, alimentata dall’impulso del più originario e sano spirito di campanilismo. Troviamo campanili alti, altissimi, chi ornato, chi con il tetto a cupola, in cotto o in pietra, con statue e ornamenti. Essi furono costruiti partendo da una profonda e radicata fede, illuminata il più delle volte da parroci di campagna, capaci di creare coesione e guidare l’impegno e la volontà di questa gente. Una traccia di questa volontà non la troviamo solo nei campanili ma anche nelle chiese, nei santuari, negli oratori campestri, in una concentrazione che non ha eguali, sempre grazie a quella particolare capacità creativa, alla voglia di esprimere e comunicare la propria fede, la propria gioia, speranza, bellezza, dolore e tristezza. Dagli oratori della peste alle molteplici chiese dalle caratteristiche longobarde, romaniche, gotiche, rinascimentali e neoclassiche che svelano al loro interno un percorso d’arte inestimabile, raffigurazioni, pale d’altare, reliquie, frutto della fede e dell’ingegno raffinato di artisti di fama. Dietro ogni oggetto, ogni ornamento si cela una storia, una tradizione, una verità di fede. Non si hanno notizie certe relative alla diffusione del cristianesimo nel territorio; la tradizione vuole la pianura già evangelizzata sin dai primi secoli grazie all'opera dei Santi Martiri che attraversarono queste terre. Interessanti ritrovamenti sono stati fatti a Bariano nell'ex convento dei Neveri, probabilmente all'origine una chiesa battesimale, e a Fara Gera d'Adda, dove era presente la Longobarda Basilica Autarena.
La devozione popolare era rivolta ai Santi e ai Martiri, le cui radici sono da ricercare nella venerazione delle reliquie. Il culto più diffuso è quello della Vergine Maria Madre di Dio; al suo nome sono legate diverse chiese, proprio perché forte era l'esigenza dei ceti meno abbienti di riferimenti vicini alla quotidianità e all'umiltà delle loro condizioni. A Lei sono dedicate edicole votive, segni semplici come dipinti murali o formelle in basso rilievo spesso messe a ricordo o a indicazioni di luoghi dove sono avvenuti fatti prodigiosi; oppure messe a ringraziamento di uno scampato pericolo, una guarigione o una grazia. La profonda devozione portò anche, tra il XV e il XVII secolo, alla costruzione di grandi e importanti santuari e chiese parrocchiali, come il Santuario di Nostra Signora della Fontana a Caravaggio, il Santuario di Santa Maria della Croce a Crema, il Santuario della Beata Vergine del Rosario ad Antegnate, e tante altre ancora. Molteplici sono i luoghi che andrebbero menzionati.
Campane della Basilica Santuario della Beata Vergine delle Grazie in UDINE v.421
Battiore e Plenum (dura in totale circa 2 minuti) con partenza iniziale della mezzana seguita da III e I seguite dopo un breve assolo da IV e V nell'Angelus della Festa dell'Addolorata, domenica 15 settembre 2019
Concerto di 5 campane in Reb3 fuse da G.B. De Poli di Udine nel 1892 ed elettrificate con le tre maggiori a slancio friulano e le due piccole alla trevigiana dalla Vanin di Trebaseleghe (PD) e gestite da un programmatore simile al Quartz System 419.
Dopo il bel video precedente girato in quel del bellissimo borgo di origine medievale di Santa Margherita del Gruagno, ci troviamo ora a Udine, capoluogo di provincia Friulano che vanta di un bellissimo Centro Storico che conserva molti luoghi interessanti come Piazza della Libertà, il Duomo o il Castello.
Partiti da Santa Margherita, abbiamo raggiunto con poco il centro di Udine e, dopo aver messo la macchina in Piazza I° Maggio, ci siamo recati all'attaccato Santuario della B.V. delle Grazie nel quale era in corso la Messa e di cui avevo deciso di riprendere l'Angelus festivo (che consisterebbe nella distesa della mezzana).
Quella domenica, però, coincideva con la Festa della Madonna Addolorata, festeggiata Solennemente in questa chiesa e per la quale l'Angelus di queste campane avrebbe subito delle variazioni.
Dopo aver fatto tutte le riprese panoramiche esterne, ho atteso il termine della celebrazione per fare le panoramiche interne e poi recarmi in sacrestia.
Qui ho parlato prima col Frate che ha celebrato Messa, il quale mi ha indirizzato verso un frate anziano che si trovava davanti al programmatore delle campane, il quale mi ha riferito che a mezzogiorno avrebbe suonato tutte le campane data la Festa dell'Addolorata.
Mi chiese, inoltre, se volevo farle partire io.
Come potevo rifiutare un'occasione del genere, ho subito accolto la proposta del gentilissimo frate.
Sono corso fuori in chiostro a posizionare videocamera sul cavalletto e microfono, i tempi erano strettissimi dato che mancavano 5 minuti a mezzogiorno.
Dopodiché sono rientrato velocemente in sacrestia e ho atteso insieme al frate lo scoccare delle 12.
Dopo il battiore, è partita la mezzana e ho subito tirato su il generale e attaccato I e III.
Poi, seguendo le indicazioni del frate, ho aspettato andassero in quota per far partire anche le altre due in un bellissimo Plenum Solenne.
Prima di spegnere le campane, ho fatto un breve video di 5 secondi col telefono per far vedere le campane in azione dal quadro e che potete vedere in doppia inquadratura dal minuto [04:38].
Dopo questa bellissima suonata e questa stupenda esperienza, ho ringraziato il frate della disponibilità e sono tornato in chiostro mentre le campane facevano gli ultimi colpi.
Finita la stupenda suonata mi sono diretto al Castello dato che era in corso quel giorno la festa FriuliDOC, festa che anima il centro storico dal giovedì alla domenica della seconda settimana di settembre.
Qui, in Piazza Castello, ho pranzato e, dopo un giro in Centro Storico, sono rincasato felice della bellissima giornata passata, ricca di esperienze indimenticabili.
I: Reb3, fusa da G.B. De Poli di Udine nel 1892;
II: Mib3, fusa da G.B. De Poli di Udine nel 1892;
III: Fa3, fusa da G.B. De Poli di Udine nel 1892;
IV: Solb3, fusa da G.B. De Poli di Udine nel 1892;
V: Lab3, fusa da G.B. De Poli di Udine nel 1892.
Si ringrazia di cuore la disponibilità dimostrata dai Frati nei miei confronti.
Video dedicato a Sebastian (Sebi Stel).
Video 419
Busto Arsizio SANTUARIO DI S. MARIA DI PIAZZA (Beata Vergine dell'Aiuto)
Il santuario di Santa Maria di Piazza (detto anche santuario della Beata Vergine dell'Aiuto) è situato nel centro storico di Busto Arsizio, dove sorgeva una precedente chiesa dedicata alla Madonna, che a sua volta aveva sostituito una cappella risalente all'epoca della cristianizzazione. Questo splendido santuario mariano fu costruito rapidamente tra il 1515 e il 1522.
Due nomi compaiono nei documenti che trattano la costruzione del tempio: quello di Antonio da Lonate (autore del modello per il duomo di Vigevano) e quello di magistro Tomaxio ingeniero, probabilmente Tommaso Rodari, il noto scultore e architetto attivo nel duomo di Como, allievo di Giovanni Antonio Amadeo. Il primo avrebbe impostato la pianta centrale, per la quale si è ipotizzata l'esistenza di un disegno bramantesco, Bramanti secutus exemplar; il secondo avrebbe eseguito i due portali a ovest e a sud, e forse l'elegante loggiato nel tamburo sotto la cupola simile al tiburio del santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno, attribuito all'Amadeo.
Internamente, la parte bassa, quadrata, che è tagliata negli angoli da archi diagonali formanti nicchie e cuffie, rimanda ai numerosi studi di chiese a pianta centrale compiuti da Leonardo mentre il tamburo ottagonale con una ghiera di nicchie (la corona dei 12 santi) e le otto unghie della volta di copertura riecheggiano gli esempi di Santa Maria Incoronata di Canepanova a Pavia e dell'Incoronata a Lodi e di Santa Maria della Croce a Crema).
All'esterno, il rigoroso volume cubico scandito da lesene è sormontato da un tiburio con gugliotti e lanterna che interpreta in forme più leggere ed eleganti la tipologia della tradizione lombarda (come già nel non lontano santuario di Saronno).
All'interno si possono ammirare opere di scultura e dipinti di Gaudenzio Ferrari (come l'Ultima cena, nell'altare di destra), Bernardino Luini ed una copia della perduta Madonna delle Vittorie di Giovan Paolo Lomazzo. La cupola fu affrescata nel 1531 da Giovan Pietro Crespi, nonno di Giovan Battista Crespi detto Il Cerano.
Del santuario di Santa Maria esiste una copia esatta, ma più piccola, a Crespi d'Adda, paese annoverato tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO. Della statua della Madonna esiste una copia esatta in Uruguay a Montevideo, nella chiesa del quartiere popolare del Cerro.
Il campanile in mattoni risale al 1584. Tra il 1886 e il 1889 fu innalzato dall'architetto Carlo Maciachini, che fece lo fece rivestire di pietra chiara.
Dipinto tra il 1539 e il 1540 da Gaudenzio Ferrari, il grande POLITTICO DELL'ASSUNTA fu offerto nel 1541 al santuario da Donato Prandoni, consigliere della comunità bustese. Originariamente esso fu collocato sulla parete di fondo del presbiterio, dove copriva un oculo, per poi essere trasferito nella posizione odierna (sulla parete settentrionale) in occasione dei lavori di restauro compiuti tra il 1939 e il 1943.
Il polittico è dominato dal Padre Eterno, raffigurato con le braccia aperte per accogliere Maria, portata in cielo da angeli che accompagnano il nimbo su cui siede e la incoronano regina.
Negli scomparti laterali vi sono i santi maggiormente venerati in quel tempo a Busto Arsizio. A sinistra si trovano le immagini di san Giovanni Battista con l'Agnus Dei e di san Gerolamo, titolare del convento femminile che sorgeva presso la chiesa di San Giovanni Battista; a destra vi sono invece san Michele Arcangelo che alza la spada contro il demonio e san Francesco d'Assisi. La ricca cornice dorata appoggia le quattro colonne, fasciate di rami e di foglie, su una predella con dipinti ed è divisa in tre parti da due piedritti: a sinistra è raffigurata la natività di Maria, al centro la presentazione al tempio e lo sposalizio, a destra si vede invece la Sacra Famiglia.
La statua in legno policromo della MADONNA DELL'AIUTO è collocata sopra l'altare al centro dello spazio dell'abside. Il simulacro, risalente al 1602, è opera di Fabrizio De Magistris. La statua, che venne incoronata nel 1895 dal beato cardinale Andrea Ferrari, è protetta da una teca affiancata da due angeli marmorei cinquecenteschi. La simmetria e centralità della figura di Maria (sottolineata dai torciglioni della cattedra) evidenziano il dinamismo asimmetrico del Bimbo, che è messo di lato, come scivolante sul ginocchio della Madre. È dunque evidente lo stacco tra la ieraticità dell'immagine della Madonna e quella del Bambino che sembra venire incontro all'astante. In questa particolarità, l'opera del De Magistris costituisce una innovazione rispetto all'iconicità tradizionale.
Le campane di Pavia - Parrocchia di Santa Maria delle Grazie
Pavia, Parrocchia di S.Maria delle Grazie
Diocesi di Pavia
Concerto di 5 campane in Fa3 calante
Fuse da Barigozzi nel 1937
Sistema: Ambrosiano
Distesa a 5 campane per la Santa Messa Festiva delle ore 10 nella Festa della Sacra Famiglia (ore 9.30)
Ed ecco che, dopo vari tentativi, sono riuscito ad andare a Pavia per riprendere i concerti che non ero riuscito a riprendere il 14 dicembre, con questo video inauguro un post-presentazione dove ci sono e ci saranno immagini della chiesa (ed in questo periodo anche del Presepe) A presto da Campanaro29!
(2/2) Saronno Santuario della Beata Vergine dei Miracoli INTERNI (Varese Lombardia)
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
Il Tempio dell'Incoronata HD
Il Tempio Civico della Beata Vergine Incoronata, noto anche con il nome di santuario dell'Incoronata, è un luogo di culto cattolico situato a Lodi. La chiesa, impreziosita da notevoli opere d'arte, è riconosciuta come uno dei massimi capolavori del Rinascimento lombardo e rappresenta il monumento più prestigioso della città.
Certosa di Pavia, tra le guglie con il mavic 2
Santa Maria delle Grazie, monastero, santuario , Certosa di Pavia
Santuario Bocca di Rio & un po' di pieghe
***** VARALLO SESIA (3/5) S. Maria delle Grazie PARETE GAUDENZIANA di G. Ferrari MONUMENTO NAZIONALE
Monumento nazionale, questa chiesa è situata ai piedi della salita che da piazza G. Ferrari conduce al Sacro Monte e ha ai suo fianco il convento occupato un tempo dai frati Minori Osservanti e ora ospitante la Casa Generalizia dell’Ordine delle Suore Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote.
L’edificio presenta le caratteristiche architettoniche delle chiese conventuali francescane, con una vasta parete divisoria che aveva la funzione di separare lo spazio riservato ai frati da quello aperto ai fedeli. La chiesa, sorta quasi contemporaneamente al vasto complesso architettonico del Sacro Monte per iniziativa del frate Bernardino Caimi, venne edificata a partire dal 1486, come emerge da una didascalia presente sulla mappa plano-scenografica della chiesa del 1784, conservata nell’annesso convento.
Nel 1493 era ormai completata poiché è citata nell’atto con il quale la Vicinanza di Varallo faceva dono al Calmi del convento con la chiesa e di quanto era già stato edificato sul Monte.
Gli storici sono propensi a ritenere che all’arrivo dei frati esistesse già una primitiva cappella, conglobata in seguito nella nuova costruzione: si tratterebbe di quella a destra, sotto la parete affrescata, dedicata alla Madonna delle Grazie. L’interno della chiesa è raccolto e suggestivo e lo sguardo del visitatore è subito attratto dalla grande parete, che rappresenta uno dei più rilevanti capolavori valsesiani.
Essa misura m 10.40 in larghezza e 8 in altezza ed è divisa in venti scomparti che circondano la scena centrale della Crocifissione. Il popolo di Varallo all’inizio del Cinquecento affidò a Gaudenzio Ferrari l'incarico di dipingervi la Vita di Gesù. L’artista raffigurò l’Annunciazione, la Natività di Gesù, Adorazione dei Magi. la Fuga in Egitto, il Battesimo di Gesù, la Resurrezione di Lazzaro, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, L’Ultima Cena, Gesù che lava i piedi agli Apostoli, la Preghiera nell’orto degli ulivi, la Cattura di Gesù. Gesù davanti a Erode. Gesù innanzi a Pilato, la Flagellazione, Gesù ricondotto da Pilato, la Salita al Calvario, la Preparazione della croce, la Deposizione, la Disceso al Limbo e la Resurrezione. Al centro di queste scene spicca con intensa drammaticità la rappresentazione di Gesù Crocifisso. Nella parte superiore della parete. in posizione centrale, è riprodotta l’immagine del Profeta Isaia, mentre in quella inferiore. tra i due pilastri di mezzo, spiccano i due tondi con San Bernardino da Siena e San Francesco d’Assisi, chiusi in basso dall’Ecce omo e da Santa Veronica. Sotto la parete gaudenziana si aprono tre arcate. Quella centrale immette nel presbiterio, dove si può ammirare l’altare impiallacciato, accurato lavoro d’intaglio ed ebanisteria, costruito nel 1772 da de Vìncenzi, detto il Francese. su disegno di Antonio Orgiazzi. Le due laterali racchiudono le cappelle della Madonna delle Grazie.
S Maria in Bressanoro, Castelleone CR
La chiesa di Santa Maria in Bressanoro, voluta nel XV secolo da Bianca Maria Visconti per la miracolosa guarigione della figlia, fu edificata dai castelleonesi sopra la preesistente pieve sotto la guida del francescano Amedeo da Silva, che vi fondò gli amadeiti. Nel suo interno si trovano affreschi del tardo Quattrocento che illustrano la vita di Gesù e culminano in una grande crocifissione. Resta aperto il problema di chi abbia potuto ideare un impianto tanto innovativo che richiama la croce greca ‘estroflessa‘ della chiesa di San Sebastiano di Mantova
Source/Fonte: Wikipediapieve
Soundtrack: 'ISRC: USUAN1100127 - Oh Holy Night' composed by A. Adam and played by Kevin MacLeod ( Creative Commons License
Le campane di Voghera (PV) Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Voghera, Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Diocesi di Tortona
Concerto di 3 campane in Lab3
Fuse da: ??
Sistema: Ambrosiano
Distesa a 3 campane per la Santa Messa delle ore 9.30 nella XXIX Domenica di Tempo Ordinario (Ore 9)
Ed ecco la seconda parte dei video domenicali, quelli Festivi! Domenica mi sono alzato presto, ho preso il treno e mi sono recato a Voghera, città dove recentemente mi sono tolto una bella soddisfazione, ovvero poter riprendere le 5 bellissime campane del Duomo a concerto solenne, ora dato che mancavano altre chiese dalla cittadine ho pensato di riprenderle, la prima è questa che ha 3 campane e che si trova appena fuori le mura del centro storico. A presto!
BRESCIA Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Dopo la peste che aveva afflitto la città tra il 1480 e il 1484, si diffuse a Brescia la notizia che un affresco votivo raffigurante una Madonna col Bambino dipinto in facciata a una casa lungo il corso del quartiere di San Nazaro aveva poteri miracolosi. Sull'onda del fervore religioso popolare, il Comune avviò nel 1486 le trattative per l'acquisto della casa. Nel 1488 fu finalmente inaugurato il cantiere del primitivo santuario, costituito da una parte degli interni della chiesa e, soprattutto, dalla maestosa facciata in marmo cesellato, la cui esecuzione è probabilmente da attribuire alla bottega dei Sanmicheli, da poco insediatisi in città, forse proprio in concomitanza con l'ottenimento di questa eccezionale commessa, e all'epoca unica bottega di scultori attiva a Brescia in grado di operare su un manufatto di livello tecnico e culturale così elevato[1].
La facciata dei Sanmicheli, corrispondente al livello più basso e raffinato della facciata attuale, viene compiuta entro l'anno 1500. Nel frattempo, l'edificio religioso subisce un rapido sviluppo, anche grazie al crescere del numero di fedeli e delle elemosine e, probabilmente a cantieri ancora aperti, viene deciso per il suo ampliamento, portando il santuario alla dimensione definitiva. Le partiture architettoniche interne, connotate da caratteri decorativi elaborati e raffinati, vengono forse realizzati da Gasparo Cairano e bottega. Lo stesso scultore realizza inoltre il ciclo di Apostoli per la prima cupola, interposto al ciclo di Angeli del Tamagnino, entrambi consegnati e pagati nel 1489[1].
Nel corso dei secoli, il santuario si arricchisce di opere, soprattutto pittoriche, tra cui una tela del Moretto e il ciclo di teleri con le Storie di Gesù per il presbiterio, dipinto da una serie di autori bresciani tra cui Tommaso Bona e Pier Maria Bagnadore. Anche le pareti e le volte della chiesa vengono affrescate e stuccate da vari autori. Gran parte dell'apparato pittorico parietale viene distrutto durante la seconda guerra mondiale, quando l'edificio viene gravemente danneggiato dai bombardamenti che, miracolosamente, non intaccano la facciata e le pregiate sculture della prima cupola. Negli anni successivi il santuario viene profondamente ricostruito, salvando tuttavia gran parte del patrimonio originale, perlomeno scultoreo.
Il santuario di S. Maria dei Miracoli si presenta oggi come un edificio dalla configurazione assai originale, di complessa lettura a causa di una lunga vicenda di stratificazioni e aggiunte successive, costantemente limitate dai vincoli del preesistente, fitto tessuto urbano e sostanzialmente prive di un progetto unitario di base. In borgo S. Nazaro, sul muro esterno della casa di un certo Federico Pelaboschi, esisteva nel Quattrocento un'immagine della Vergine ritenuta miracolosa; intorno a essa era sorta un'edicola votiva, probabilmente a contenere un altare e a ricovero delle offerte sollecitate dalla devozione popolare. Il luogo doveva tuttavia rivelarsi assai interessante sotto il rispetto economico, oltre che sotto il profilo devozionale, se nel 1486 il Consiglio comunale di Brescia deliberava di acquistare casa Pelaboschi e tre anni più tardi acquisiva altre case adiacenti. Nacque così l'idea di creare una prima cappella, concepita probabilmente come semplice stabilizzazione degli apparati provvisori e verosimilmente strutturata come un protiro a due ordini formato dalla sovrapposizione di due arcosolii voltati a lacunari, il superiore a protezione dell'immagine miracolosa, l'inferiore con accesso a un locale retrostante adibito a sagrestia, ricavato dalla stessa casa Pelaboschi.
Ben presto si manifestò l'esigenza di progettare un organismo più ampio; anche il vescovo della città e il doge veneziano si interessarono alla questione e il ruolo di procuratori della fabbrica spettò a due figure di spicco nella vita culturale bresciana del tempo come il nobile Giovan Pietro Averoldi, padre del mecenate Altobello e legato al governo della Serenissima, e l'umanista 'antiquario' Giovanni Maria Tiberino.
(I lavori per la costruzione della chiesa furono ultimati solo nel 1581, quando l'immagine sacra venne condotta all'interno,sull'altare maggiore).
Caltagirone, basilica S Giorgio 7 luglio festa della Madonna delle Grazie
A Caltagirone si è rinnovato, come tradizione vuole, nella basilica di San Giorgio del centro storico il culto in onore alla Madonna delle Grazie. Una settimana di impegni e attività varie che spaziano, dai riti religiosi, alle piccole manifestazioni di intrattenimento per i ragazzi e i bambini del rione. Una festa di quartiere, insomma, che sotto il profilo religioso catalizza l’interesse di devoti e fedeli che giungono da ogni quartiere della città, così come testimoniato dal giovane parroco, Giacomo Girella.