Alghero: Educazione ambientale in spiaggia con 40 bambini alla spiaggia Tramariglio
Non portate a casa la sabbia perché si rendono più povere le nostre spiagge. Non abbandonate in mare bottigliette, sacchetti e cannucce in plastica, se potete non usatele, che poi nel tempo si ritrovano nel pesce che portiamo a tavola. Si è fatta tanta educazione ambientale, ma in modo giocoso ed accattivante alla spiaggia di Tramariglio di Alghero. Destinatari i 40 bambini – del centro estivo Soleridens gestito dall'associazione Ingioco A.S.D. - coinvolti dal CEAS (centro di educazione ambientale) del Parco di Porto Conte e capofila del progetto regionale Effetto Farfalla.
videoclip tramariglio
Alghero - Riviera del Corallo (Porto Conte - Tramariglio)
Alghero (Tramariglio) Il fascino della Riviera del Corallo.
Le Curiosità Prima Passano da Noi
visita il museo di Tramariglio G. Tomasiello
Il museo della casa di lavoro all'aperto di Tramariglio G. Tomasiello nasce nel 2013 grazie ad un corposo lavoro di recupero e dematerializzazione degli archivi storici della colonia penale omonima. Il percorso museale si è arricchito nel 2016 di una nuova sezione multimediale ed interattiva vita da detenuto. Il museo riscostruisce fedelmente la storia umana di oltre 5 mila detenuti che transitarono a Tramariglio nei vent'anni di funzionamento (1941-1962)
Alghero Le Bombarde e Tramariglio
Alghero, Le Bombarde e Tramariglio.
Andiamo a Tramariglio. Alghero
Alghero
La Bella di Alghero
Per chi dovesse pagaiare in 'Pineta Mugoni' e ritrovarsi in direzione della prima torre aragonese verso la 'Baia di Tramariglio' e in direzione della Torre della Baia di Porto Conte, sollevando lo sguardo verso il cielo in direzione
dell'Asinara sarebbe affascinato dalla visione di alcune montagne
che sembra vogliano proteggere il mare
di 'Pineta Mugoni' e dei suoi antichi insediamenti di Rovine Romane, Santi'Imbenia e Igori e Punta Giglio con le sue suggestive fortificazioni. Spuntano tra essi due severe montagne una è 'Lu Capparoni' e l'altra è definita 'Mon Forte' e 'Rocca della Bagassa'.
Tralasciamo l'ultimo toponimo che non ci porta molto lontano e che ci dimostra quale fosse in rispetto in quei tempi nei confronti della donna, tema
rappresentato rozzamente in molte parti dell'isola, che troviamo anche nella stessa zona di Stintino e focalizziamo la
nostra attenzione sui significati guerreschi degli altri due,
in particolare del secondo, che allude ad un forte o ad una struttura fortificata, ebbene le fonti che abbiamo si dividono in due ipotesi:
la prima che sulla sommità della
montagna nel 1351 gli aragonesi avessero edificato un castello che quattro anni più tardi fosse passato nelle mani di Matteo Doria, che possedeva buona parte dei
territori della Nurra e del Nord Sardegna,
che consegnò all'arcivescovo di
Oristano dopo che era avvenuta una contesa
con lo stesso Mariano d'Arborea. La stessa
presenza dei Doria è attestata con un altro monte che protegge le spiagge del 'Lazzaretto' e delle
'Bombarde' che proteggeva dalla violenza del maestrale il villaggio nuragico di' Palmaera'.
Altra ipotesi collega 'Monte Forte' a una struttura
chiamata 'La Corte' che pare fosse un
Convento di Benedettini. Il Costa, citando l'Angius asserisce
che tali resti fossero dell'antico Monastero di' Nurchis'
costruito da Gonnario e donato ai Monaci di Monte Cassino.
Per quanto riguarda lo sfruttamento delle immense risorse naturali che riguardano
l'area tra Monte Forte, (464m) 'Rocca della Bagassa',Punta LuCapparoni, 'Punta de Lu Cornu' (429)
'Sa Carazza', Cala di Fora' 'Porto Ferro' 'Bantine e Sale'
'Porticciolo''Cala del Turco'
'Cala del Vino', 'Cala Viola' , Punta del Gallo, 'Punta Ghisciera Mala' ed infine P. del Castello. Sarebbe ipotizzabile tutta una serie di percorsi, di eventuali
ponticelli in legno di sentieri guidati, di aree di ristoro
semplici e discrete, di punti di collegamento che
uniscano delle zone che sembrano decadere nel sole cocente della storia. Sarebbe bello se anche noi Sardi avessimo il nostro 'National Trust' con
tanto di tessera che consenta ai sardi il massimo rispetto dell'ambiente e allo stesso tempo di sviluppare il nostro senso imprenditoriale.
Avremmo anche noi la nostra 'Tintagel' che potrebbe essere 'Carbia', oppure lo stesso Castello inesistente di Monte Fotte, oppure potrebbe essere il villaggio misterioso di 'Barace' sottratto all'interno dello stagno. Si potrebbe parlare in senso fiabesco della perfida Ghisciera Mala o del Porto Nuragico di Cala Viola.
Si potrebbe creare inoltre tutta una serie di percorsi che collegano sia a piedi che via Mare l'Argentiera e Alghero e quindi la Torre di Porto Ferro, la torre de Bantine e Sale, la Torre Bianca, la torre di Porticciolo, Punta Cristallo, Punta Giglio sarebbero viste in un contesto che ci porta a Rovine Romane e al Nuraghe di 'Sant'Imbenia', alla torre di 'Tramariglio', la Torre del 'Bollo' e quella del 'Quadro' che guarda verso Punta Giglio e la Torre dei Doganieri di Porto Conte. Si potrebbe parlare dei frati che conquistarono la marina di Porto Conte o l'arrivo degli aragonesi e le grandi battaglie che si tennero tra 'Capo Caccia' e 'Punta Giglio'.La zona che va dall'Argentiera sino a Porto Ferro e Punta Cristallo rimarrebbe cosi incontaminate e tutta la Nurra diverrebbe una sorta di piccola Cornovaglia, marcata dalle miniere che ancora oggi meritano il loro restauro e dalle piccole baie spazzate dal maestrale e dai tanti venti che incoraggiano i pescatori a tentare di conquistare nuove prede quando il mare è in scaduta.
Alghero - Riviera del Corallo (Capo Caccia - Tramariglio)
Alghero - Riviera del Corallo)
Cala lampianu
Sardegna 2010, cala lampianu
Parco naturale di Porto Conte. Turismo esperienziale ad Alghero
A 20 chilometri di macchina dal centro di Alghero, ci si addentra in 5mila ettari di verde e blu, un mondo a sé, che passa dai sistemi costieri alti e dalle piccole isole alla macchia mediterranea, spingendosi fino alle zone boscose e agli ambienti umidi. Si tratta del Parco naturale regionale di Porto Conte.
«Il Parco di Porto Conte - ha spiegato Mariano Mariani, direttore del Parco - è un'area protetta, che va dalla terra, dal parco giù fino al mare», attraversando gli habitat naturali di numerosissime specie animali e vegetali. In questo senso «l'attività principale che svolgiamo è un'attività di tutela e salvaguardia di un inestimabile patrimonio ambientale». Si passa dal rosmarino al pungitopo, dall'asparago bianco alla finestra sarda; si passa dal grifone al picchio rosso, dalla donnola al daino fino alla volpe.
Il Parco naturale di Porto Conte si estende per 5 ettari, passando dagli ambienti marini a quelli della macchia mediterranea (Parco naturale di Porto Conte Turismo esperienziale ad Alghero)
Il Parco naturale di Porto Conte si estende per 5 ettari, passando dagli ambienti marini a quelli della macchia mediterranea
Tuttavia «non ci limitiamo a salvaguardare e tutelare; l'ente del Parco si occupa anche, con grande attenzione, dei temi legati allo sviluppo del territorio, che passano per due macro-ambiti di attività: il primo riguarda il turismo esperienziale». Si tratta di dare al visitatore la possibilità di vivere intensamente il territorio attraverso «esperienze in natura molto qualificanti, grazie alla grande varietà di specie e di habitat che il nostro Parco offre, a volte uniche considerando tutto il Mediterraneo».
Il Parco di Porto Conte, grazie anche al suo Centro di educazione ambientale marino e terrestre, propone itinerari naturali e visite guidate, per conoscere e vivere da vicino un territorio di straordinaria bellezza. E per coloro che, amanti della natura, volessero approfondire anche la storia di questo posto, c'è Casa Gioiosa, la casa del Parco, ospitata all'interno della suggestiva ex colonia penale di Tramariglio.
Una colonia penale in un parco naturale? Bisogna fare qualche passo indietro, fino al 1897, quando prese il via un insieme organico di provvedimenti legislativi che aveva l'obiettivo di rilanciare l'economia dell'isola attraverso la creazione di iniziative imprenditoriali e la colonizzazione di aree geografiche disabitate. Per quanto riguarda le decisioni prese e rivolte al territorio naturale di Porto Conte, si ricorda l'utilizzo della manodopera dei detenuti per i lavori di bonifica in alcuni territori della Sardegna.
L'ex colonia penale, rivista nel 2008, è stata studiata appositamente per rispondere alle varie esigenze (ed età) dei visitatori; le tante proposte vogliono stimolare curiosità e comportamenti positivi nei confronti dell'ambiente, sviluppare una consapevolezza circa l'importanza e la fragilità del patrimonio ambientale, storico e culturale del Parco - riportando i visitatori a rivivere anche l'esperienza dei carcerati-lavoratori di questo territorio nel passato.
Tuttavia, se da un lato «il parco organizza direttamente delle attività di fruizione naturalistica, dall'altro promuove il territorio anche attraverso i prodotti, le tipicità di questo territorio». Il Parco naturale di Porto Conte è vocato per attività viticole, olivicole e non solo. «Recentemente abbiamo fatto uno sforzo, investendo sulle attività cerealicole. Il Parco oggi, si può dire a buon ragione, è grande promotore di una filiera cerealicola corta, che si traduce in prodotti tipici abbandonati nel tempo per ragioni di convenienza economica. Mi riferisco in particolare al pane tipico di Alghero, il Pà Pougnat, così chiamato perché veniva preparato con la forza dei pugni». La notizia risale a fine 2017 e rientra nel programma Mondorurale: un insieme di imprese hanno siglato un protocollo di intesa per la produzione, lavorazione e trasformazione di grano duro e conseguente creazione di un circuito della panificazione tradizionale di Alghero. Un'iniziativa messa a punto dal comune di Alghero insieme, proprio, al Parco di Porto Conte. Poi, ancora, il noto pane Carasau, la pasta tipica fatta proprio con la farina della filiera cerealicola...
Il Parco si dimostra un luogo attento tanto alla natura quanto alle esigenze del turista, un ente che promuove il territorio a 360 gradi. Per dirla con le parole del direttore Mariani: «Il Parco non è solo tutela e salvaguardia, non è solo turismo esperienziale, è anche possibilità di conoscere, capire i valori artistici, culturali e storici di questo territorio attraverso l'enogastronomia».
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Spiaggia del Lazzaretto | Alghero | Sardegna
Cala Dragunara beach, Sardinia, Italy, April 2015
From here you can take the boat to Neptune's Cave (Grotta di Nettuno), small beach with a bar
Gran Fondo Porto Conte 2018
Tappa a Alghero del Gran Fondo Italia, circuito italiano di nuoto in acque libere. Alghero, tracciato di 17 chilometri in linea, con partenza da Spiaggia del Lazzaretto e arrivo a Tramariglio.
Nibiru System - Tramariglio Bay - Sardinia May 7 - PLANETS VISIBLE
SkylineWebcams Feed
flying over the sea (immagini aeree Alghero Sassari - Sardegna)
Alghero - spiaggia Lazzaretto,Capo Caccia e Tramariglio Sassari - Sardegna
Copyright 2011 © Team Video System - Bruno Haver - Sassari.
Spiaggia del Lazzaretto, Alghero - Sardegna
La spiaggia del Lazzaretto è situata all’interno dell’area del parco naturale regionale di Porto Conte, nel territorio del comune di Alghero, lungo la Riviera del Corallo.
La spiaggia deve il suo nome all’edificio costruito nel XVIII secolo nei pressi della spiaggia. La struttura, le cui rovine sono ancora visibili alle spalle della spiaggia (lato sud-ovest), aveva lo scopo di assistere le imbarcazioni costrette alla quarantena in seguito alla peste diffusasi in Provenza.
La località del Lazzaretto, oltre ad una spiaggia principale estesa per circa 360 metri, offre altre piccole 10 piccole calette, dislocate sia ad est che a ovest della spiaggia centrale. Le bellissime calette sono raggiungibili percorrendo un sentiero e sono l’ideale per coloro che amano la riservatezza e la tranquillità.
La spiaggia del Lazzaretto si presenta con sabbia dorata e bianca, quasi impalpabile per la sua finezza. Il fondale della spiaggia è sabbioso e mediamente digradante, con qualche roccia di arenaria alle due estremità che affiora dalle sue acque trasparenti, pulite e particolarmente fresche. Il mare ha delle bellissime policromie, con tante tonalità di azzurro e verde smeraldo.
Dalla spiaggia principale è visibile una torre che domina la baia. La Torre del Lazzaretto fu costruita nella seconda metà del XVI secolo, su volere di Cosimo I de’ Medici. La funzione della torre era quello di proteggere la costa occidentale della Sardegna dalle incursioni dei pirati.
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