Siti longobardi in Italia - Campello sul Clitunno
Eccezionale sacello sacro situato lungo il Fiume Clitunno, poco oltre le Fonti omonime, il Tempietto del Clitunno è inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO: “I Longobardi in Italia, i luoghi del potere”, come testimonianza della presenza della civiltà longobarda in Italia tra il 568 e il 774 d.C.
Questo è il documentario realizzato da ArcheoFrame IULM per conto dell'Associazione Italia Langobardorum con i contributi della Legge77 del MiBACT.
Siti longobardi in Italia - Campello sul Clitunno (PROMO)
Eccezionale sacello sacro situato lungo il Fiume Clitunno, poco oltre le Fonti omonime, il Tempietto del Clitunno è inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO: “I Longobardi in Italia, i luoghi del potere”, come testimonianza della presenza della civiltà longobarda in Italia tra il 568 e il 774 d.C.
Questo è il promo del documentario realizzato da ArcheoFrame IULM per conto dell'Associazione Italia Langobardorum con i contributi della Legge77 del MiBACT.
Campello sul Clitunno - La sponda del Tempio
Campello festeggia l'inserimento del Tempietto del Clitunno nelle liste mondiali del Patrimonio dell'Unesco
Due giorni di incontri e spettacoli per sottolineare l'importante traguardo e parlare di futuro. L'intervento del sindaco Pacifici
Le Fonti del Clitunno - il Paradiso è in Umbria
Le Fonti del Clitunno a Campello sul Clitunno in Umbria sono uno dei luoghi capaci di infondere pace e tranquillità a chi ha la fortuna di visitarle. Si tratta di un laghetto circondato da folta vegetazione, in particolare altissimi esemplari di pioppi cipressini che si specchiano nelle acque dalle cui vene sotterranee è facile scorgere fluire delle piccole bolle d'aria che salendo in superficie provocano dei cerchi concentrici.
Le Fonti del Clitunno si trovano al km. 138 della statale Flaminia: lo specchio d’acqua, dal colore verde intenso e cangiante, è ricco di varie specie vegetali che contribuiscono a dare un’aura di incanto al luogo. Le rive sono circondate da una fitta vegetazione, in particolare salici piangenti e pioppi e numerosi sono anche gli animali acquatici come cigni e oche e gli uccelli che cantano sugli alberi.
Fin dall’antichità pittori, poeti e scrittori, tra cui il Corot, Gorge Byron e Carducci trovarono ispirazione su queste rive. In particolare Carducci che ad esse dedicò una celebre ode.
Lungo le sponde del fiume, nell’antichità, sorgevano templi, ville e terme: qui veniva l’imperatore Caligola a consultare l’oracolo del Fiume e qui si svolgevano riti religiosi. Si credeva che nelle profondità delle acque risiedesse il dio fluviale Clitunno, in onore del quale sorsero tre templi, purtroppo andati perduti nel corso dei secoli.
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Il tempietto sul Clitunno spiegato da Antony Ricorda
In questo video spieghiamo le probabili origini del Tempietto che si affaccia sulle rive del Clitunno. Ad un' attenta osservazione, per via della presenza della croce cristiana sul frontone, propendiamo per la tesi del riutilizzo. Il tempio quindi sarebbe stato paleocristiano fin dalla sua costruzione, riutilizzando i resti di un antico tempio pagano. Anch'esso, parimenti alle font,i fu oggetto di visita da parte di Lord Byron e del Grand Tour.
#templi #grandtour #anticaroma
UMBRIA - FONTI DEL CLITUNNO parco naturale - Full HD
© CLAUDIO MORTINI ****
Le Fonti del Clitunno sono un vero gioiello naturalistico dell'Umbria, situate a Campello sul Clitunno, cittadina a metà strada tra Spoleto e Foligno.
Sono formate da sorgenti sotteranee che fuoriescono da fessurazioni della roccia attraverso le polle, individuabili, a tratti, nel fondo del laghetto; tali sorgenti dalle acque limpidissime alimentano il fiume Clitunno.
Lo specchio d'acqua dai colori intensi e cangianti, è ricco di rare specie vegetali che contribuiscono a dare un'aurea d'incanto. Le rive sono circondate da una fitta vegetazione, in particolare salici piangenti e pioppi. Per il loro aspetto straordinariamente suggestivo, furono fonte d'ispirazione, fin dall'antichità, per pittori, poeti e scrittori, tra cui il Corot, George Byron e Carducci, che ad esse dedicò una celebre ode.
Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte
nume Clitumno! Sento in cuor l'antica
patria e aleggiarmi su l'accesa fronte
gl'itali iddii. (G. Carducci, 1876)
Un cippo marmoreo, scolpito a bassorilievo e con un'epigrafe di Ugo Ojetti, ne ricorda la visita, avvenuta nel 1910.
Per le valenzea ambientali, oltre che culturali e storiche, le Fonti del Clitunno posso essere considerate un parco naturale e letterario. Lungo le sponde del fiume nell'antichità, sorgevano sacelli, ville e terme.
Qui veniva l'Imperatore Caligola a consultare l'oracolo e qui si svolgevano riti religiosi. Si credeva che nelle profondità delle acque risiedesse il dio Clitunno, in onore del quale sorsero tre templi, purtroppo andati perduti. Attualmente nei pressi delle fonti è rimasto un Tempio: Il Tempietto sul Clitunno costruito probabilmente con i materiali degli altri tempi distrutti e contenete alcuni affreschi fra i più antichi in Umbria. Sappiamo da Virgilio e da Properzio che era costume immergere i buoi, prima del sacrificio, in queste acque , in quanto ritenute soprannaturali e capaci di renderli candidi.
Le acque del Clitunno per molti secoli scesero disordinate nella pianura, finché, con il prosciugamento del lago Clitorio, esse furono regolate e perfino fatte passare al di sotto della Marroggia. Le sorgenti erano così copiose da formare subito un grande fiume navigabile fino a Roma, proseguendo con il Tevere.
Nel 440 d.C. un tremendo terremoto, che durò sei mesi, disperse gran parte delle vene: tuttavia ancora oggi il Clitunno è tra le più copiose sorgenti dell'Umbria, con 1500 litri al secondo.
La sistemazione che vediamo oggi è dovuta all'opera del Conte Paolo Campello della Spina che tra il 1860 e 1865 il creò lo spazio per il laghetto e provvide a far crescere la vegetazione che ancora adesso caratterizza il luogo. La fauna oltre a quella ittica, è composta prevalentemente dai caratteristici cigni, oltre ad alcune specie di volatili acquatici.
Fonti del Clitunno - fiume Clitunno Umbria (UNESCO) (1/2) - videomix
Il Clitunno è un fiume che scorre in Umbria, affluente del Topino. Nel 2011 L'UNESCO ha incluso il tempietto che sorge sulle sue rive tra i patrimoni dell'umanità.
Nasce presso il percorso della via Flaminia, a Campello sul Clitunno tra Spoleto e Foligno, e scorre per 60 km passando per Pissignano, Cannaiola, Trevi e Bevagna, per gettarsi infine presso Cannara nel fiume Topino, affluente a sua volta del Chiascio e quindi subaffluente del Tevere.
Conosciuto già nell'antichità (Clitumnus), aveva come nume tutelare il dio Giove Clitunno, venerato nel tempietto adiacente. Lì il mese di maggio si tenevano in suo onore i sacra clitumnalia. Il tempietto andò distrutto in epoca imperiale, ma in epoca longobarda fu ricostruito, in parte con i materiali originali. Virgilio nel secondo libro delle Georgiche si sofferma sulla particolare bianchezza dei tori e delle greggi, che «saepe tuo perfusi flumine sacro,/ Romanos ad templa deum duxere triumphos» (bagnati nella tua sacra corrente hanno guidato al tempio degli dei i trionfi dei Romani) (vv.146-148).
La bianchezza dei tori e la limpidezza delle acque erano celebri al punto che la ricordarono Properzio, Silio Italico, Stazio, Giovenale e Claudiano.
Virgilio fa riferimento al trionfo dei Romani: infatti durante la seconda guerra punica essi, alleatisi con gli Umbri, costrinsero Annibale alla fuga in seguito a una battaglia nei pressi di Spoleto (217 a.C.).
All'epoca il fiume sembra fosse navigabile e che avesse dunque una portata maggiore. In proposito ci è rimasta una famosa lettera di Plinio il Giovane. Oggi non è che un fiumicello. Un tempo sulle sue rive sorgevano fastose ville, mentre ora non ci sono che sporadiche e modeste case. Il cambiamento fu dovuto secondo alcuni studiosi alle conseguenze del grande terremoto di Costantinopoli del 446, secondo altri a quello de L'Aquila (1703).
L'età moderna non è stata meno sensibile di quella antica nel fare riferimento al Clitunno: Thomas Macaulay lo rievoca nel suo Orazio (Canti di Roma antica), Byron nel quarto libro dell'Aroldo, e il poeta polacco Ladislao Kulczycki ha consacrato al fiume celebri versi dedicati alla nobildonna perugina Alinda Brunamonti, anch'essa foriera di richiami al sacro fiume nei propri componimenti.
In Italia il rimando più evidente va a Giosuè Carducci, che prese spunto da un breve soggiorno spoletano del giugno 1876 per scrivere Alle Fonti del Clitumno, poesia composta tra il 2 giugno e il 21 ottobre dello stesso anno, pubblicata nelle Odi barbare l'anno seguente e intessuta di rimandi testuali alla classicità.
Presso le sorgenti è stato costruito un parco nel 1852 e creato un laghetto artificiale.
Franco Trezzi intervista al Tempietto sul Clitunno
Associazione Culturale Videoes.
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Tempietto del Clitunno - Il fascino dell'antico, gli spolia, la lingua
Video realizzato nell’ambito del progetto europeo A.L.L. Across the Lombards’ Lands – Itinerari e pacchetti turistici per tutti alla scoperta del patrimonio longobardo.
Il mistero del tempio alle fonti del Clitunno
Servizio di Gabriele D'Angelo
Il Grand Tour alle fonti del Clitunno
Il Grand tour si fermò anche in Umbria presso le antiche fonti del Clitunno. Byron non poté non soffermarsi in questa magnifica località piena di storia appartenente all’antichità classica come suggerisce la presenza di un tempietto paleocristiano sulle sue rive. Anche lui aveva letto Plinio e quella leggenda che voleva greggi e mandrie di tori bianchi diventare ancora più candidi se immersi nelle fonti. Poco dopo il viaggio di Byron anche il Carducci rimase molto affascinato da queste acque, tanto da dedicarvi dei versi che inserì nelle sue odi barbare. Parleremo di questi due poeti nel presente video.
#clitunno #grandtour #carducci
Tourisma 2019 - I Parte
Anche quest'anno L'Associazione Italia Langobardorum ha invaso Tourisma 2019 con una mattinata dedicata al nuovo progetto Longobardi in Vetrina - 15 Mostre per conoscere i Longobardi.
Saluto di Apertura Laura Castelletti
presidente dell'Associazione Italia Langobardorum
Modera
Angela Maria Ferroni funzionario archeologo Ufficio Unesco MiBAC Legge 77/06
«Il valore della rete» di Filippo Maria Gambari direttore Museo delle Civiltà di Roma – MiBAC
«Longobardi in vetrina: genesi e realizzazione di un progetto nazionale»
Francesca Morandini, Maria Stovali, Arianna Petricone responsabili progetti Associazione Italia Langobardorum
15 MOSTRE PER CONOSCERE I LONGOBARDI
• Animali totemici dell’immaginario longobardo
Cividale del Friuli (Ud) – Povegliano Veronese (Vr) – Spilamberto (Mo) Angela Borzacconi Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli – MiBAC
• Flavia Sebrio. Castelseprio longobarda, presidio militare e città regia - Castelseprio (Va)/Milano
Sara Masseroli direttore Parco Archeologico di Castelseprio – MiBAC
Anna Provenzali conservatore Civico Museo Archeologico di Milano
• Reimpiego e recupero dell’antico in area spoletina in età longobarda - Campello sul Clitunno (Pg) /Spoleto (Pg)
Paola Mercurelli Salari direttore Rocca Albornoz, Museo Nazionale del Ducato di Spoleto e Tempietto di Campello sul Clitunno – MiBAC
• L’intelligenza nelle mani: produzione artigianale e tecniche di lavorazione in età longobarda - Spoleto (Pg)/Roma
Paola Mercurelli Salari direttore Rocca Albornoz, Museo Nazionale del Ducato di Spoleto e Tempietto di Campello sul Clitunno – MiBAC
Francesca Manuela Anzelmo storica dell’arte Museo delle Civiltà di Roma – MiBAC
trevi ed le fonti del clitunno.wmv
Plinio il Vecchio la classifica come una città degli Umbri, e il nome latino Trebia potrebbe derivare dalla radice umbra treb-, componente delle parole che in quella antica lingua indicavano casa, costruzione, costruire. La sua esistenza, prima della dominazione romana, è testimoniata anche dalla stele di Bovara, con iscrizione arcaica, rinvenuta di recente, ma nel suo territorio stanziarono civiltà preistoriche, come attestano ritrovamenti del paleolitico.
Nasce presso il percorso della via Flaminia, tra Trevi e Spoleto, e scorre per 60 km passando per Pissignano, Cannaiola, Trevi e Bevagna, per gettarsi infine presso Cannara nel fiume Topino, affluente a sua volta del Tevere.
Conosciuto già nell'antichità (Clitumnus), aveva come nume tutelare il dio Giove Clitunno. Viene citato da Virgilio nelle Georgiche, che attribuisce alle sue acque poteri miracolosi (i buoi destinati al sacrificio diventavano candidi se si bagnavano nelle sue acque), mentre il paesaggio circostante viene descritto in una lettera di Plinio il Giovane.
Campello sul Clitunno è un comune di 2.479 abitanti della provincia di Perugia, dove si trovano le sorgenti del fiume Clitunno poco distante dalle quali sorge il Tempietto del Clitunno, probabilmente il più interessante monumento tardo antico dell'Umbria. Di rilievo, dal punto di vista architettonico, storico ed artistico i castelli di Campello Alto e Pissignano Alto, poco lontani dal nuovo tracciato della strada Flaminia, e quelli di Agliano ed Acera spostati tra i boschi, verso la valnerina.
Fonti del Clitunno (PG - Umbria) (foto e video 4k)
Le Fonti del Clitunno si estendono su una superficie di quasi 10.000 mq lungo la via Flaminia fra Spoleto e Foligno, nel comune di Campello sul Clitunno.
Il loro aspetto suggestivo, con il laghetto popolato di nasturzi acquatici, nontiscordardimé della palude, cigni e anatre, e con la miriade di colori dei salici e dei pioppi cipressini che si riflettono nel limpido specchio d'acqua, ispirò fin dall'antichità pittori, poeti e scrittori, come Plinio il Giovane, Virgilio, Corot, Byron e Giosuè Carducci, il quale le consacrò nella sua celebre ode. A ricordo della visita del poeta avvenuta nel 1910, vi è una stele marmorea scolpita a bassorilievo da Leonardo Bistolfi, accompagnata da un'epigrafe di Ugo Ojetti.
Le Fonti del Clitunno sono alimentate da sorgenti sotterranee che sgorgano da fenditure nella roccia che con la loro copiosità anticamente formavano un fiume navigabile fino a Roma, lungo le cui sponde sorgevano sacelli, ville e terme.
Considerate sacre dai Romani che qui venivano a consultare l'oracolo del dio Clitunno e a svolgere riti religiosi, come testimonia la presenza più a valle del Tempietto di Clitunno (poi trasformato in una chiesetta paleocristiana dedicata a S. Salvatore che conserva antichi affreschi), molte vene delle acque del fiume furono disperse in seguito al grande terremoto del 440 d.C. Regolate poi facendole passare al di sotto del Marraggia, le Fonti assunsero il loro aspetto attuale nella seconda metà dell'Ottocento per opera del conte Paolo Campello della Spina.
La visita di questo luogo incantato è breve, ma costituisce una tappa piacevole e rilassante in quello che può essere anche considerato un parco storico e letterario; nelle vicinanze è inoltre presente un ristorante dove è possibile degustare prodotti tipici della cucina umbra.
Il riuso dell'Antico
Dalla penna di Mariangela Galatea Vaglio e la regia di Marco Melluso e Diego Schiavo, il Video Racconto della Mostra Il recupero del tardoantico nel Tempietto di Cappello sul Clitunno e nella basilica di San Salvatore a Spoleto.
La Mostra è parte del progetto Longobardi in Vetrina, realizzato con i contributi della L77/06 del MiBAC, propone la diffusione della conoscenza della cultura longobarda attraverso la valorizzazione delle realtà museali presenti nei singoli complessi monumentali, parte integrante del sito UNESCO I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.).
La collaborazione e la sinergia tra i musei, espressione dei territori di forte valenza longobarda, hanno permesso di individuare 7 grandi temi declinati in 15 mostre temporanee.
Tutte le esposizioni sono raccolte in un catalogo ed in una mostra virtuale online longobardinvetrina.it
La Mostra è aperta dal 14 dicembre 2018 al 6 ottobre 2019 presso il Tempietto sul Clitunno di Campello sul Clitunno e il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto
Buona Visione
Fonti del Clitunno - fiume Clitunno Umbria (UNESCO) (2/2) - slideshow
Il Clitunno è un fiume che scorre in Umbria, affluente del Topino. Nel 2011 L'UNESCO ha incluso il tempietto che sorge sulle sue rive tra i patrimoni dell'umanità.
Nasce presso il percorso della via Flaminia, a Campello sul Clitunno tra Spoleto e Foligno, e scorre per 60 km passando per Pissignano, Cannaiola, Trevi e Bevagna, per gettarsi infine presso Cannara nel fiume Topino, affluente a sua volta del Chiascio e quindi subaffluente del Tevere.
Conosciuto già nell'antichità (Clitumnus), aveva come nume tutelare il dio Giove Clitunno, venerato nel tempietto adiacente. Lì il mese di maggio si tenevano in suo onore i sacra clitumnalia. Il tempietto andò distrutto in epoca imperiale, ma in epoca longobarda fu ricostruito, in parte con i materiali originali. Virgilio nel secondo libro delle Georgiche si sofferma sulla particolare bianchezza dei tori e delle greggi, che «saepe tuo perfusi flumine sacro,/ Romanos ad templa deum duxere triumphos» (bagnati nella tua sacra corrente hanno guidato al tempio degli dei i trionfi dei Romani) (vv.146-148).
La bianchezza dei tori e la limpidezza delle acque erano celebri al punto che la ricordarono Properzio, Silio Italico, Stazio, Giovenale e Claudiano.
Virgilio fa riferimento al trionfo dei Romani: infatti durante la seconda guerra punica essi, alleatisi con gli Umbri, costrinsero Annibale alla fuga in seguito a una battaglia nei pressi di Spoleto (217 a.C.).
All'epoca il fiume sembra fosse navigabile e che avesse dunque una portata maggiore. In proposito ci è rimasta una famosa lettera di Plinio il Giovane. Oggi non è che un fiumicello. Un tempo sulle sue rive sorgevano fastose ville, mentre ora non ci sono che sporadiche e modeste case. Il cambiamento fu dovuto secondo alcuni studiosi alle conseguenze del grande terremoto di Costantinopoli del 446, secondo altri a quello de L'Aquila (1703).
L'età moderna non è stata meno sensibile di quella antica nel fare riferimento al Clitunno: Thomas Macaulay lo rievoca nel suo Orazio (Canti di Roma antica), Byron nel quarto libro dell'Aroldo, e il poeta polacco Ladislao Kulczycki ha consacrato al fiume celebri versi dedicati alla nobildonna perugina Alinda Brunamonti, anch'essa foriera di richiami al sacro fiume nei propri componimenti.
In Italia il rimando più evidente va a Giosuè Carducci, che prese spunto da un breve soggiorno spoletano del giugno 1876 per scrivere Alle Fonti del Clitumno, poesia composta tra il 2 giugno e il 21 ottobre dello stesso anno, pubblicata nelle Odi barbare l'anno seguente e intessuta di rimandi testuali alla classicità.
Presso le sorgenti è stato costruito un parco nel 1852 e creato un laghetto artificiale.
ACQUE TRA UMBRIA E LAZIO (Cascate Marmore - Rafting - Foligno - Terme - Viterbo) Tutorial di Viaggio
ITINERARIO
TRA UMBRIA E LAZIO (Cascate Marmore - Rafting - Foligno - Terme - Viterbo - Bomarzo) Tutorial di Viaggio.
3 notti: Capodacqua di Foligno
Casa Zia Cianetta*****
(Fantastico e strategico)
B&B dal simpatico Rinaldo
Luoghi visitati: Spello, Fonti del Clitunno e Tempietto, altopiano di Colfiorito, Rasiglia, Castello di Postignano, Rafting Umbria raftingumbria.it.
Luoghi da visitare a due passi con più giorni: Bevagna, Montefalco e cantine del Sagrantino, Foligno, Spoleto e Assisi.
1 notte o 2: Scheggino
Locanda Valcasana (Semplice e Pratico, ha anche ristorante)
Val Nerina, Ferentillo ( museo mummie cattedrale e san pietro in valle), Cascate delle Marmore voti ai sentieri: 1****, 2***, 3****, 4*****
1 notte o 2: Viterbo
BB Ellera (Bello e comodo)
Terme dei Papi e terme Bagniaccio, città e Palazzo dei Papi. Parco dei mostri di Bomarzo, Orvieto e pozzo di Sn Patrizio sulla via del ritorno.
#viaggisantinelli
sancostanzoshow.com
Longobardi a Tourisma 2018/1.2_Cividale del Friuli
Riprese video della giornata di Sabato 17 febbraio,
Convegno dal titolo I Longobardi in Italia. Eredità e Messaggi di un Popolo in viaggio, curato dall'Associazione Italia Langobardorum, presso l'Auditorium-Firenze Fiera, nell'ambito di TourismA 2018 - Salone di Archeologia e turismo culturale, organizzato annualmente dalla Rivista ARCHEOLOGIA VIVA- Giunti editore.
ITINERARIO NEL SITO UNESCO DEI LONGOBARDI
Cividale del Friuli, IL PRIMO DUCATO
Luca Villa archeologo, direttore scavi archeologici nel Monastero di Santa Maria in Valle, coordina Cinzia dal Maso.
L’Italia dei Longobardi
Le riprese del documentario ripercorrono, attraverso il racconto della Historia Langobardorum di Paolo Diacono e attraverso interviste a eminenti storici, archeologi, storici dell’arte e testimonial d’eccezione (Toni Capuozzo, Vincenzo Cerami, Philippe Daverio, Giuseppe D’Avino, Maurizio Mastrini, Omar Pedrini, Peppino Principe), i sette luoghi italiani inseriti nella World Heritage List UNESCO come sito seriale: “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”. Il racconto è un viaggio nei sette siti che mostrano ancora oggi i segni tangibili della profonda trasformazione che avviene in Italia nei due secoli della dominazione longobarda: Cividale del Friuli con il suo tempietto longobardo, il castrum di Castelseprio-Torba, il complesso di San Salvatore a Brescia, Benevento con la chiesa di Santa Sofia, Monte Sant’Angelo con il suo antichissimo santuario micaelico, Spoleto con la chiesa di San Salvatore ed il magnifico tempietto sul Clitunno a Campello.
Il documentario ha vinto il premio “Città di Rovereto-Archeologia Viva alla XXIV Edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto e il premio della giuria durante l’XI Edizione del Festival del Cinema Archeologico di Agrigento.
Patrimoni dell'UNESCO - I LUOGHI DEL POTERE LONGOBARDI IN ITALIA
Esteso lungo l’intera penisola italiana, il sito dei luoghi del potere longobardi in Italia rappresenta l’emblema del Longobardorum Imperium, una dominazione lunga più di 200 anni e sviluppatasi tra il 568 e il 774 d.C. Centrale in questo sito seriale è l’architettura longobarda, frutto della commistione tra elementi romani e germanici, influenze bizantine e spiritualità cristiana. I luoghi del potere longobardi si estendono dal Friuli Venezia Giulia alla Lombardia, dall’Umbria alla Campania fino ad arrivare in Puglia. Nel 2011 la Commissione Unesco ha deciso di includere questi luoghi nella propria lista dei Patrimoni dell’Umanità in quanto espressione di forme artistiche e monumentali nuove e straordinarie, che testimoniano la specificità della cultura Longobarda nell’ambito dell’Europa altomedievale.