VASTOGIRARDI (ISERNIA) 6 8 2017 FRANCO VALENTE RACCONTA IL TEMPIO SANNITICO
l santuario sannitico, in località S. Angelo, si trova a circa un chilometro da Vastogirardi, nel cuore del Sannio pentro. È posto alle pendici del Monte Capraro e ai margini di un’ampia area pianeggiante bagnata da una sorgente e frequentata già a partire dalla fine del IV secolo a.C.
Il tempio viene costruito tra il 130-120 a.C. e utilizzato ancora in età imperiale. È un edificio prostilo, tetrastilo, con una cella unica molto ampia e dotata di ante. Viene realizzato su un podio, in cui è incassata la scala di accesso, e circondato da un ambulacro, delimitato da un muro di contenimento in opera poligonale.
Tra i numerosi materiali rinvenuti si segnalano una statuetta di bue, una placchetta fittile raffigurante un naso e due occhi e numerosi unguentari in vetro e terracotta che hanno portato ad ipotizzare l’esistenza di riti di guarigione connessi all’acqua della vicina sorgente, chiamata ancora oggi “l’acqua degli angeli”.
Una testimonianza epigrafica interessante è il frammento di una lastrina in bronzo che era inserita in un oggetto offerto in dono nel santuario. L’iscrizione riporta l’appartenenza dei dedicanti alla famiglia degli Staii e la motivazione della dedica nella formula “per grazia ricevuta”. Nella seconda linea dell’iscrizione si conserva l’epiteto della divinità ([---]ínnianúí) che si conserverà fino al Medioevo nel titolo della chiesa che fu costruita sulle rovine del tempio: S. Angelo “Indiano”. Manca il nome della divinità, che si può però ricondurre ad Ercole, il dio delle sorgenti e dell’allevamento transumante. La dedica della chiesa a S. Angelo conferma tale ipotesi: il culto di S. Michele Arcangelo si sovrappone infatti frequentemente a quello di Ercole, probabilmente per l’analogia dei caratteri icononografici.
Circa 50 m più a sud del tempio è stato individuato un altro edificio di cui restano solo le fondazioni. Ha pianta rettangolare (16,5x8,25 m, corrispondenti a 60x30 piedi oschi), con orientamento est-ovest ed è diviso in due parti da un muro centrale. La struttura risale al II secolo a.C. ed appartiene alla stessa fase edilizia del tempio: era probabilmente finalizzata all’accoglienza dei pellegrini.
Nuovo tempio sannitico a Pietrabbondante - 08/09/2019
Servizi TG | Nuovo tempio sannitico a Pietrabbondante | 8/9/2019
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Tra Cielo e Terra
Vastogirardi between Sky and Earth! - August 10, 2016
It's always difficult to condense into a few minutes of a movie all the emotions
that our eyes look as there are many monuments and points of interest such as:
- The medieval castle splendid example of an castle enclosure.
- The Temple Sannitico (or Temple Italico) whose structures
date back to 130-120 B.C.
- Church of Santa Marisa delle Grazie dated to the XVIII century.
The Nature surrounding that welcomes you with his bright green and the sky
that seems a roof you can almost touch it, but it is true the saying:
Between Sky and Earth.
A rare beauty enhanced by the castle that dominates the
hill on which lies the village surrounded by a wonderful view.
In short, an enchanted place that has everything
right to be known not only to the Italian tourism but also in the foreign market
as well as the entire area of Molise.
Slow tourism and cycle tourism but in general the idea of sustainable tourism,
in other words Molise Landscape.
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Vastogirardi tra Cielo e Terra! - 10 Agosto 2016
E' sempre difficile condensare in pochi minuti di un filmato tutte le emozioni
che i nostri occhi osservano poichè sono tanti i monumenti ed i punti d'interesse come ad esempio:
- Il castello Medievale splendido esempio di castello-recinto dell’area
abruzzese-molisana.
- Il Tempio Sannitico (o Tempio Italico): le cui strutture
risalgono al 130-120 a.C,
- LA CHIESA DI MARIA S.S. DELLE GRAZIE datata al XVIII
secolo, la sua esistenza si fa tuttavia risalire già prima del 1649.
La Natura circostante che ti accoglie con il suo verde acceso e questo cielo
che sembra quasi un tetto. sembra quasi di toccarlo, ma si è proprio vero il detto:
Tra Cielo e Terra.
Una bellezza rara, impreziosita dal castello che domina la
collina su cui si estende il paese circondato da una vista meravigliosa.
Insomma un posto incantato che ha tutto il
diritto di farsi conoscere non solo al turismo italiano ma anche a quello estero cosi come l'intera area molisana.
Il turismo lento, il cicloturismo , l'idea in generale di un turismo sostenibile in altre parole Molise Landscape.
Le mura megalitiche del santuario italico di Vastogirardi (Isernia) - seconda parte
Pietrabbondante, al teatro sannitico i Floyd Opera
Franco Valente racconta il Molise: Visita al Tempietto Italico di San Giovanni in Galdo (CB)
Nuova scoperta nell'area archeologica di Altilia-Sepino in provincia di Campobasso.
Riportata alla luce un nuovo importante monumento pubblico: si tratta di un tempio su podio, databile alla seconda metà del 1/o secolo A.C., localizzato in un'area della città antica mai indagata in precedenza, tra il Foro e le mura di fortificazione meridionali. I tecnici della Soprintendenza archeologica, diretta da Teresa Cinquantaquattro, con le esplorazioni attuali si prefiggono di riportare alla luce la parte dell'antica Saepinum che ancora giace, interrata, all'interno della cinta muraria. Lo scavo, che si è concluso in questi giorni, ha liberato una parte del tempio dai crolli che colmavano l'interno del podio, recuperando interessanti elementi della decorazione del tetto e degli alzati, che serviranno a ricostruirne l'aspetto originario. Futuri finanziamenti - spiegano dalla Soprintendenza - dovranno garantire la prosecuzione dello scavo e il restauro del monumento.
Scoprire il Molise: ISERNIA - La città e i monumenti spiegati da Franco Valente
Documentario in cui io ho montato due video del professore Franco Valente, che spiega la Cattedrale di San Pietro e la Fontana Fraterna, simbolo della città molisana.
Isernia è una delle città più antiche del Molise, anzi, verrebbe da dire una delle più antiche d'Italia e del mondo. Non distante dalla città, in località La Pineta, infatti, dimorava l'Homo Aeserniensis, nostro antico progenitore della specie Homo Erectus, vissuto più di 700.000 anni fa.
In epoca storica, il territorio è stato segnato dalla civiltà dei Sanniti pentri.
Nel IX secolo, però, quando al dominio dei Longobardi si era sostituito quello dei Franchi, per tre volte la città subì il saccheggio dei saraceni (860, 882 e 883): in una di queste incursioni un tremendo massacro costò la vita a circa mille monaci benedettini. Alla distruzione sopravvisse la cappella cripta dell'abate Epifanio, che rimase concreta, elegante e raffinata testimonianza della lunga presenza dei Benedettini in terra molisana (703-1450).
Durante il successivo dominio normanno, Isernia fece parte della contea di Molise, e poi nel periodo svevo fu territorio regio, unica città nel Molise ad avere questo riconoscimento giuridico.
Dal secolo XIII la storia di questa terra si fonde con quella del Regno di Napoli. In questo periodo Isernia diede i natali a personalità che avrebbero assunto ruoli di primo piano nella vita della propria epoca: Pietro Angeleri da Morrone e Andrea d'Isernia. Il primo nacque a Isernia nel 1215 da umile famiglia, fu eremita, fondò l’ordine monastico dei Celestini, e edificò molti monasteri. Nel 1294 fu eletto Sommo Pontefice, assumendo il nome di Celestino V. Dopo pochi mesi trascorsi a Napoli, alla corte di Carlo II d'Angiò, Pietro rinunziò alla tiara e fece ritorno alla quiete delle sue montagne: per questo, Dante lo tacciò come “colui che fece per viltade il gran rifiuto”. Morì il 19 maggio 1296 in circostanze oscure nel castello di Fumone, dove era stato rinchiuso dal suo successore Bonifacio VIII. Andrea d’Isernia (1230-1316) fu il maggior esponente della famosa scuola giuridica della città. Fu ordinatore del diritto feudale e autore di numerose opere tra cui i Commentaria in usus feudorume i Riti della Magna Curia, in cui si statuì il diritto finanziario del Regno di Napoli.
Nel Trecento, Isernia iniziò una lunga e complessa trafila di passaggi dinastici. All'inizio del secolo era feudo di Raimondo Berengario d'Angiò. Successivamente, il re Carlo II la assegnò al proprio figlio minore, Pietro. Nel 1316 la città fu tra i feudi dati in garanzia per la dote di Caterina d'Austria; dopo la morte di Caterina (1323), Isernia passò in feudo al vedovo, il duca di Calabria. Nel 1371 ne divenne possessore Carlo di Durazzo, che dieci anni dopo la assegnò alla consorte Margherita, che infine la cedette a Giacomo di Marzano. Fu solo nel Quattrocento che Alfonso I d'Aragona proclamò Isernia città regia in perpetuo, ma il figlio Ferrante I ne diede la proprietà alla moglie Giovanna. Nel 1518 Isernia fu feudo del marchese Guglielmo De Croy. Nel 1639 ne divenne feudatario il duca Carlo Greco. Passò poi a Diego D'Avalos il quale, nel 1698, vendette la città alla famiglia Costanzo. Nel 1710 Cesare Michelangelo D'Avalos riscattò il feudo. Dal 1743 fino all'epoca dell’eversione della feudalità, Isernia fu ancora città regia.
Alla fine del secolo dei Lumi, Isernia era la città più popolosa del Contado di Molise, con più di 5.000 abitanti. Nel 1799, gli Isernini si opposero alle armate francesi che si apprestavano a conquistare il regno di Napoli: i moti antigiacobini lasciarono un pesante strascico che segnerà anche la successiva reazione della città, nel 1860, contro i garibaldini e i piemontesi.
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Nel III secolo avanti Cristo una Colonia Latina si insedia nel Sannio dove nascerà la città di Isernia.
Il tempio di Giove Capitolino costituirà la base della cattedrale cristiana il cui impianto è stato scoperto da una serie di scavi archeologici che hanno rivelato tutte le trasformazioni avvenute dal V secolo fino al XIX secol
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Il nome del paese non potrebbe essere più indicato! Si appoggia infatti a enormi spuntoni rocciosi. Nelle vicinanze, il teatro - tempio sannita. Ancora un ricordo fotografico del viaggio in Abruzzo e Molise di vent'anni orsono.
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Più volte distrutta e sempre ricostruita la Fontana Fraterna è il simbiolo della città di Isernia. Nessuna notizia ci aiuta a sapere con precisione quale sia la sua origine e la sua forma originaria. Uno stemma e i caratteri architettonici ci aiutano a capire la sua storia.
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