Attivazione Torre Cavallo - Villa San Giovanni - (Ref. DCI-RC075) Diploma Castelli Italiani IQ8VX/P
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A.R.I. Villa San Giovanni.
Attivazione Torre Cavallo - Cannitello / Villa San Giovanni - (Ref. RC-075) per il Diploma dei Castelli Italiani DCI.
IQ8VX/P (operatori: Massimo it9akc, Daniele iz8pnu, Demetrio iz8fxi, Antonio ik8tgh, Giuseppe ik8eno).
Condizioni di lavoro: antenna canna da pesca per 20/40 mt e kenwood ts-680.
A tenerci compagnia anche l'amico della sezione ARI Messina, Sergio IW9FSG.
Durante le operazioni abbiamo avuto la gradita visita del Presidente Regionale ARI Calabria, Rocco Patafio IK8ERL.
...e a sorpresa, con noi anche Giuseppe IZ8EOB.
Foto e articolo completo sul nostro sito: arivillasangiovanni.it
L'antico faro di Punta Pezzo nel comune di Villa San Giovanni. Stretto di Messina
#Faro #PuntaPezzo #VillaSanGiovanni
Il faro di Punta Pezzo a Villa San Giovanni è costituito da una torre conica a strisce bianche e rosse, costruita negli anni cinquanta ed alta 23 metri. Trovandomi di passaggio, ho intravisto l'arrivo di un cargo. Alzato il mio drone, ho cominciato a rincorrere la nave che filava in mezzo allo stretto di Messina. Panorama spettacolare in mezzo ai due piloni che indicano il punto più corto dello stretto.
Sin dai tempi più remoti, lo stretto di Messina è sempre stato un luogo ricco di suggestione e di fascino che ha contribuito significativamente a creare i tanti miti.
A volte, le correnti raggiungono una velocità di 9 Km. all'ora e scontrandosi danno luogo a enormi vortici che sicuramente terrorizzavano i naviganti. I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l'altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese.
Questi due vortici famosi derivano dall'urto delle acque contro Punta Peloro e Punta Torre Cavallo. Cariddi è accompagnato talvolta da un rimescolarsi delle acque così violente da mettere in pericolo le piccole imbarcazioni. Tra le leggende più belle appartenenti al patrimonio culturale dell'antica Messina, la più nota è, senza dubbio, la leggenda che ricorda l'esistenza del mostro Cariddi, mitica personificazione di un vortice formato dalle acque dello stretto di Messina.
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* Base musicale
Stay Stood Firm - Scorched Score Music - Saul Richards (PRS)
AdRev for Rights Holder
AdRev for a 3rd Party
Per conto di: Scorched Score Music
* Le riprese sono di Massimo Iannuzzi - 320.0652319
Dji Mavic Pro e Sony FDR-AX33 4K
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ARI VILLA SAN GIOVANNI discorso Presidente IK8TGH
TORRE 10 CAVALLI
TORRE DEI DIECI CAVALLI (Anche Torre della Porta)
Percorrendo la S.S. 125 in direzione di Cagliari all'altezza della Marina di San Giovanni, lungo uno dei canali del Flumendosa, si scorge la Torre dei Dieci Cavalli unica nel suo genere non solo in Sardegna ma in tutto il mondo, oggetto e teatro di tante battaglie degli uomini del Sarrabus. Non si conosce l'anno preciso della sua edificazione, ma si può collocare nel XVI secolo, in epoca spagnola. Fu costruita per la difesa dalle frequenti e temute invasioni dei barbari africani che non si limitavano a far razzia di cose e animali, ma si spingevano ben oltre attraverso rapimenti in massa di uomini, donne e bambini che venivano ridotti in schiavitù ma soprattutto utilizzati negli scambi commerciali del Mediterraneo.
La Torre dei Dieci Cavalli era così chiamata perché era costantemente presidiata da dieci guardie a cavallo sempre pronte ad avvisare le popolazioni limitrofe dell'imminente pericolo armati di fucili da posta e dotati di uno spingardo che sistemato sul lastrico d'armi a circa 10 m dal suolo con il suo micidiale fuoco poteva coprire una vasta area. Chiamata anche Torre della Porta, si compone di una torre circolare eretta su un basamento voltato con archi provvisto di una porta attraverso la quale passava la Strada Reale e si accedeva al territorio di Muravera.
Risulta in funzione già nel 1581, ben prima che, Filippo II, figlio dell'imperatore Carlo V, varasse la Reale Amministrazione delle Torri. Al 1767 risale invece la richiesta per lavori di manutenzione straordinaria e per la dotazione di munizioni e di un cannocchiale. Dai documenti d'archivio risulta che i viveri e le munizioni erano a carico delle ville di Muravera, San Vito e San Priamo.
Cessa la sua attività nel 1774 quando il Conte Ferrero Della Marmora attraverso una lettera inviata ai ministri di giustizia e consiglieri della Villa di Muravera delibera l'abbandono della Torre della Porta e il licenziamento della guarnigione.
Spiaggia, torre e chiesetta di San Giovanni di Posada
tramite YouTube Capture
Salvatore Versace, Presidente Villa San Giovanni di F:Serranò
Le notizie sul basket calabrese.Giornale on line attivo dal 2001.Direttore Responsabile Mario Vetere,Direttore Editoriale Giovanni Mafrici
Calabria · reggioacanestro.com
Torre dei dieci cavalli | Dji mavic pro | Muravera | Cagliari | 4k
All'altezza della marina di San Giovanni lungo uno dei canali del Flumendosa si trova la Torre dei dieci cavalli (chiamata dagli spagnoli Torre de la Puerta), storico edificio difensivo che rappresentava anche la via di ingresso ai paesi del Sarrabus. Dalla Torre dei dieci Cavalli partivano altrettanti cavalieri che avvisavano i paesi e i nuclei abitati della zona dell'arrivo dei pirati saraceni.
Non si conosce l’anno preciso della sua edificazione, ma si può collocare nel XVI secolo, in epoca spagnola. Fu costruita per la difesa dalle frequenti e temute invasioni dei barbari africani che non si limitavano a far razzia di cose e animali, ma si spingevano ben oltre attraverso rapimenti in massa di uomini, donne e bambini che venivano ridotti in schiavitù ma soprattutto utilizzati negli scambi commerciali del Mediterraneo.La Torre dei Dieci Cavalli era così chiamata perché era costantemente presidiata da dieci guardie a cavallo sempre pronte ad avvisare le popolazioni limitrofe dell’imminente pericolo armati di fucili da posta e dotati di uno spingardo che sistemato sul lastrico d’armi a circa 10 m dal suolo con il suo micidiale fuoco poteva coprire una vasta area. Chiamata anche Torre della Porta, si compone di una torre circolare eretta su un basamento voltato con archi provvisto di una porta attraverso la quale passava la Strada Reale e si accedeva al territorio di Muravera.
Risulta in funzione già nel 1581, ben prima che, Filippo II, figlio dell’imperatore Carlo V, varasse la Reale Amministrazione delle Torri. Al 1767 risale invece la richiesta per lavori di manutenzione straordinaria e per la dotazione di munizioni e di un cannocchiale. Dai documenti d’archivio risulta che i viveri e le munizioni erano a carico delle ville di Muravera, San Vito e San Priamo.
Cessa la sua attività nel 1774 quando il Conte Ferrero Della Marmora attraverso una lettera inviata ai ministri di giustizia e consiglieri della Villa di Muravera delibera l’abbandono della Torre della Porta.
Parco al fiume di San Giovanni Lupatoto(VR)italia
Contest 10 e 6 mt del 15/16 Giugno 2013 - IQ8VX Sezione ARI Villa San Giovanni by IZ8PNU
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Contest 10 e 6 mt del 15/16 Giugno 2013 - IQ8VX Sezione ARI Villa San Giovanni.
Gran bella giornata di radio abbinata ad un grande pranzo nella nostra sezione ARI di Villa San Giovanni (RC).
Web Site: arivillasangiovanni.it
Song:
- Oky - Bad Lies (feat. Brad Sucks)
- Zedd - Clarity
Osteria della Torre Castel San Giovanni di Castel Ritaldi Perugia
Scopri sul nostro canale i migliori ristoranti in Umbria e le ricette preparate dai nostri chef.
Diploma ARI 90 - IQ8VX on-air - Operatore IK8TGH Villa San Giovanni
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On-Air la sezione ARI di Villa San Giovanni attiva per il diploma dei 90 anni dell'ARI nazionale (K90ARI4).
Operatore Antonio IK8TGH.
RX da ICOM 7300 e dipolo rotativo autocostruito 40 mt.
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La mia strumentazione video:
- Videocamera Sony CX200e:
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FANFARA DEI CARABINIERI - OSPEDALE SAN GIOVANNI BATTISTA
La Fanfara a Cavallo è il più antico complesso bandistico dell' Arma dei Carabinieri.
Essa trae le sue origini da L' istituzione provvisoria elementare per Carabinieri del 1 ottobre 1820, che conteneva le disposizioni emanate dal Colonnello Alessandro Menusiglio di Saluzzo: queste, infatti, stabilirono - tra le altre - che ogni Ufficiale a cavallo (dal Comandante sino all'ultimo sottotenente comandante di plotone) avesse a disposizione un trombettiere (detto trombetto) per comunicare più rapidamente ed efficacemente gli ordini ai propri uomini senza rivelare le proprie scelte tattiche alle truppe nemiche durante le battaglie e che tali trombetti dovessero precedere, durante le sfilate in tempo di pace, il Reparto con Stendardo guidati da un Capo trombetta, Brigadiere cui essi dovevano far riferimento per l'istruzione militare e musicale.
Il regolamento trovò concreta applicazione nel 1829, quando venne ufficialmente istituito il primo nucleo di dodici trombettieri, guidati da un Brigadiere Capo trombetta, che componeva la Fanfara a cavallo della Legione Allievi Carabinieri di Torino: il suo organico venne poi accresciuto di undici unità con Regio Decreto del 18 giugno 1862 e tale rimase sino all'ultimo dopo guerra.
Il complesso annovera tra i suoi vanti il fatto di divenire ospite fisso del Concorso Ippico Internazionale di Roma che ancor oggi si svolge nell'ovale di Piazza di Siena a Villa Borghese, di sfilare in giugno lungo via dei Fori Imperiali in occasione della parata militare per la festa della Repubblica, di partecipare sempre a giugno ai festeggiamenti della Benemerita.
Altro appuntamento importante, per la Fanfara a Cavallo della Legione Allievi Carabinieri di Torino, sarà quello di accompagnare il Gruppo Squadroni Territoriale di Roma che non aveva una propria Fanfara, nell'esecuzione del carosello Storico.
Tra le prime figure di comandanti della Fanfara a cavallo che la storia ci ha tramandato, spicca quella del Maresciallo Maggiore Guido Massetti, autore di Rimembrando (Marcia d'Ordinanza del Reggimento Carabinieri a Cavallo).
Nel 1952, in seguito alla sua morte improvvisa, il posto di Capo Fanfara venne affidato al Maresciallo Maggiore Raffaele Za, già sottufficiale del Gruppo Squadroni Allievi Carabinieri, sotto la cui direzione la Fanfara a cavallo ebbe l' onere e l' onore di esibirsi, assieme ad uno squadrone di cavalli grigi del Gruppo territoriale di Roma, in occasione della Festa mondiale del cavallo, che si tenne a Parigi nel 1953. Si deve però al Maresciallo Maggiore Umberto Ferrari, cui subentrato nell'incarico di Capo Fanfara nel 1954, l' inizio della prima serie di concerti effettuati in tutta Italia (che si svolgono ormai ogni anno) cui si aggiunse un crescendo di impegni tale da rendere necessario il potenziamento dell'organico dei militari a disposizione della Fanfara a cavallo, che in quel periodo raggiunse il numero di trentadue Musicanti oltre al Capo Fanfara.
Nel 1958, in occasione di una trasferta per un Carosello a Bruxelles, il colonnello Eugenio Unali e il Maggiore Enrico Riziero Galvaligi, all'epoca Comandante del Gruppo Squadroni Territoriale di Roma, ottennero infatti di aumentare il numero dei componenti della Fanfara a Cavallo e di allargare la famiglia degli strumenti a loro disposizione: alle gloriose trombe in Fa modello 1848 da cavalleria vennero dunque affiancate le percussioni (una coppia di imperiali, un rullante e due coppie di timpani), i sousaphoni e i flicorni tenori a ciambella, appositamente costruiti per la Fanfara a cavallo.
In quel medesimo anno, le coreografie rappresentate a Firenze in occasione del Carosello Storico dell' Arma dei Carabinieri vennero pertanto accompagnate per la prima volta nella storia dalle musiche eseguite dalla Fanfara a Cavallo, alternata a quella a piedi.
Dopo tale evento si susseguirono numerosi capi Fanfara: al Maresciallo Maggiore Umberto Ferrari subentrarono nel 1959 il Vicebrigadiere Beniamino Saltalamacchia, il Maresciallo Capo Arduino Cima, che rimase al comando fino al 1967, e il Vicebrigadiere Andrea Puccini, presto sostituito per motivi di salute dal Maresciallo Capo Domenico Di Martino, già trombettiere nella Fanfara a Cavallo del IV Reggimento dei Carabinieri a Cavallo e Brigadiere comandante della piccola fanfara a cavallo del II Reggimento Carabinieri di Milano.
Nel frattempo, in seguito alla costituzione del 4 Reggimento Carabinieri a Cavallo (1 aprile 1963) anche la Fanfara venne stabilmente trasferita da Torino a Roma: qui il 30 aprile 1963 - nel piazzale della Scuola Allievi Carabinieri - le note della Fanfara a Cavallo solennizzarono la consegna dello Stendardo al 4 Reggimento dei Carabinieri a Cavallo, che ancora gelosamente e orgogliosamente lo conserva presso la caserma di viale di Tor di Quinto.
S.GIOVANNI DI POSADA
LITORALE SARDEGNA ORIENTALE
Attivazione Batteria Serra La Croce Messina (Ref. ME-132) Diploma Castelli Italiani IT9/IQ8VX/P
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A.R.I. Villa San Giovanni
Attivazione Batteria Serra La Croce Messina (Ref. ME-132) per il Diploma dei Castelli Italiani DCI.
IT9/IQ8VX/P (operatori: Massimo it9akc, Daniele iz8pnu, Gino iz8mwg, Demetrio iz8fxi, Fortunato iw8qfa) + Sergio IW9FSG di Ari Messina.
Foto e articolo completo sul nostro sito: arivillasangiovanni.it
A61BK on 15 mt Band
via YouTube Capture
Il Frantoio Ostuni
Exklusive Villa bei Ostuni in Apulien
Diploma Castelli Italiani Castello di Burgos DCI SS-021 - 22 Giugno 2008
Il castello del Goceano fu certamente uno dei fortilizi edificati in epoca Medioevale che, per la sua importanza strategica, politica ed economica venne a trovarsi sempre al centro di importanti e drammatiche vicende, le quali, in alcuni casi, segnarono per sempre la vita dei suoi protagonisti.
Il castello venne realizzato dal nuovo sovrano Gonnario II, tra il 1130 e il 1131, anche grazie all'aiuto del suocero, Ugo di Pagano Ebriaci, e dei cognati che l'avevano scortato al suo rientro nell'Isola. Gonnario II, infatti, aveva deciso di lasciare la sua residenza fortificata di Ardara, capoluogo del Regno, per trasferirsi nella solida fortezza che egli aveva progettato e fatto realizzare perché non si sentiva più al sicuro dai propri nemici, soprattutto dalla potente famiglia degli Athen che lo riteneva un usurpatore e che era già in forte contrasto con il sovrano defunto.
L'imponente struttura fortificata si erge sulla sommità di un colle roccioso particolarmente aspro situato alla base del versante sud-occidentale del monte Rasu.
L'importanza strategica di questo territorio era dovuta al fatto che, essendo la curadoria posta al centro dell'isola, diveniva, quasi naturalmente, un punto di passaggio inevitabile per coloro che dovevano recarsi nel Regno; un vero e proprio castello di frontiera a difesa del Regno di Torres dagli attacchi provenienti dai Regni di Arborèa, di Càlari e di Gallura..
Nell'Alta valle del Tirso, come in molti altri luoghi dell'isola, si era sviluppata una discreta attività agricola e pastorale, notevole doveva essere anche l'afflusso di mercanti che si recavano nel Regno; queste le motivazioni che porteranno da qui in avanti ad una serie di lunghi e duri scontri tra i vari potentati che si contendevano questo importante fortezza.
Importanti e spesso drammatiche furono le vicende che si susseguirono tra i diversi potentati presenti nell'isola per il possesso di questa importante fortezza, tra il 1131 ed il 1144, Gonnario si vide costretto a respingere con le armi l'assalto di Comita III d'Arborea; nel 1195 un'altra vicenda molto drammatica, che quasi rasenta la leggenda, fu l'attacco di un imprecisato numero di armati pisani che, sotto il comando del Marchese Guglielmo I di Massa, invasero il territorio, attaccarono e occuparono il castello di Goceano e rapirono Prunisinda, moglie del re Costantino II; la poverina inizialmente fu tenuta prigioniera nel castello, dove avrebbe subito violenza dallo stesso marchese, poi, fu condotta a S.Igia dove morì poco prima di essere liberata.
Per trovare altre vicende di una certa importanza, che videro protagonista l'importante baluardo difensivo dobbiamo arrivare al 1259, anno in cui, Adelasia de Lacon-Gunale, ultima regina reggente del Regno di Torres, ritiratasi nel castello in volontario esilio, dopo esser stata abbandonata dal secondo marito Enzo Hohenstaufen di Svevia, figlio legittimato dell'imperatore Federico II, sentendo avvicinarsi la morte, e non avendo eredi diretti, decise di donare il suo Regno alla Chiesa; la carica di giudice non fu ricoperta più da nessuno.
Nel 1339 Mariano IV venne nominato conte del Goceano, egli, inoltre ripopolò, le appendici del castello fondando la villa di Burgos con 25 famiglie provenienti da Villanova Monteleone.
Il piccolo villaggio si sviluppò in poco tempo e poté confrontarsi, sia dal punto di vista demografico, sia dal punto di vista economico, con le ville preesistenti nel territorio circostante.
Gli abitanti di Burgos, dopo breve tempo, si resero conto che le razzie e i soprusi in quel territorio, contrariamente a quanto avevano sperato, non cessarono con il suo inurbamento.
Gli scontri che si svilupparono tra l'arborea e i Catalano-Aragonesi non mancarono di coinvolgere oltre
Colli Asolani
In questa puntata, andiamo a percorrere il Sentiero delle Due Rocche sui Colli Asolani, una magnifica passeggiata nei luoghi della Grande Guerra a cavallo delle piccole montagne estese tra Asolo e Cornuda. Tratto dal libro “Riscoprire le Prealpi Trevigiane” di Giovanni Carraro, itinerario n°1.
south express blues band live alla terrazza cafè di torre san giovanni
performance live della south express blues band alla terrazza cafè di torre san giovanni il 18 agosto 2011, il secondo pezzo si intitola mama talk your yout daughter
la south express blues band è composta da:
DARIO DEMARCO (ARMONICA E VOCE)
GIULIO CAZZATO (CHITARRA E VOCE)
MASSIMILIANO TASCO (BASSO)
PIERLUIGI ORLANDO (BATTERIA)
mysapce.com/southexpressbluesband
radiodelcapo.it
REGGIO CALABRIA. Operazione Km. 24, 22 gli arresti. I particolari
REGGIO CALABRIA: OPERAZIONE ANTIDROGA DELLA POLIZIA DI STATO.
22 ARRESTI IN CALABRIA ED ALTRE REGIONI
PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE FINALIZZATA AL NARCOTRAFFICO.
Alle prime ore della mattinata odierna, la Polizia di Stato ha eseguito in Calabria, Lombardia ed Emilia Romagna una vasta operazione antidroga coordinata dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Con l’ausilio dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di Villa San Giovanni, Gioia Tauro e Siderno, dei Reparti Prevenzione Crimine “Calabria Meridionale” e “Sicilia”, nonché delle Squadre Mobili delle Questure di Milano e Piacenza, e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e della Direzione Centrale Servizi Antidroga, la Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria ed il Commissariato di P.S. di Condofuri (RC), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio calabria, nei confronti di 23 soggetti, dei quali 17 in carcere di seguito indicati:
1. ALAMPI Pina, nata a Frascati (RM) il 15.07.1970,
2. ALBERTI Vincenzo Luciano, nato a Santa Teresa di Riva (ME) il 14.12.1967,
3. ALTOMONTE Francesco Mario, nato a Reggio di Calabria il 12.09.1958,
4. BARBUTO Liliana, nata a Reggio Calabria il 07.07.1977.
5. BEIER Vittoria Sharon, Nata a Reggio Calabria il 27.03.1978,
6. CANAJ Amarildo, nato a Lushnje (Albania) il 30.07.1981,
7. FALLETI Domenico, nato a Villa San Giovanni (RC) il 11.08.1958,
8. FERRARO Alessandro, nato a Reggio Calabria il 10.07.1974,
9. GIUFFRE’ Domenico, nato a Reggio Calabria il 27.10.1977, detenuto
10. IARIA Giuseppe Giorgio, nato a Reggio Calabria, il 16.02.1974,
11. IERARDO Caterina, nata a Melito di Porto Salvo il 02.06.1979,
12.MANDALARI Rocco, nato il 22.10.1973, detenuto,
13.MARINO Leonardo, nato a Condofuri il 08.12.1967, detenuto,
14.MISSINEO Demetrio, nato a Reggio Calabria il 04.03.1979,
15. PITARELLI Luigi, nato a Reggio Calabria il 29/09/1972,
16.SPINELLI Francesco, nato a Reggio Calabria, il 06.04.1968
17. STILO Francesco, nato a Reggio Calabria il 02.09.1968,
e 5 agli arresti domiciliari:
1. BARRESI Pasquale, nato in Australia il 28.08.1965,
2. CALABRO’ Paolo, nato a Reggio Calabria il 30.12.1968,
3. CAFFARATA Daniela, nata a Chiavari (GE) il 24.03.1965,
4. ROGOLINO Carmelo Santo, nato a Reggio Calabria il 01.11.1975,
5. TAVANI Domenico, nato a Reggio Calabria il 11.09.1958.
L’operazione trae origine dalle attività investigative condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile e dal Commissariato di Condofuri nel 2009 - con il supporto di numerosi presìdi tecnologici, sofisticate intercettazioni ambientali e telefoniche, attività operative di vigilanza ed appostamento - protrattesi fino al 2011, sotto la direzione della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che, concordando pienamente con le risultanze investigative evidenziate dagli Uffici della Polizia di Stato, ha richiesto al G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria l’applicazione di misure cautelari nei confronti dei soggetti