Sesto Al Reghena (Pordenone Friuli V.G.) chiesa S. Maria in Sylvis, isola e fiume Reghena
Sesto al Reghena (Siest in friulano) è un comune italiano della provincia di Pordenone in Friuli-Venezia Giulia. È uno dei Borghi più belli d'Italia.
Cinta muraria e torre d'ingresso
Anche se nei primi secoli l'abbazia forse non possedeva un sistema di difesa, una prima cinta muraria fu sicuramente realizzata a partire dal X secolo, dopo le devastazioni operate dagliungari. Nel 1431 vi erano ben sette torri di difesa, come rappresentato nel sigillo di Tommaso de' Savioli, ultimo abate residenziale. Ora ne rimane una sola, che funge anche da ingresso al complesso; in origine era dotata di un ponte levatoio. La torre fu restaurata dagli abati commendatari Giovanni Michiel e Domenico Grimani, che la trasformarono come oggi la vediamo; nel Settecento venne realizzato il ponte in pietra in sostituzione di quello levatoio.
La facciata è dominata da un affresco rappresentante un leone di San Marco, risalente alla fine del Quattrocento; appena sotto è posto un bassorilievo con lo stemma del cardinale Grimani con la data del 1521; a sinistra vi è l'affresco dove è ripetuto lo stemma Grimani, mentre a destra si trova l'affresco di uno stemma con croce, di cui si ignora il proprietario. Più sotto si può vedere dipinta un'allegoria del buon governo veneziano e della famiglia Grimani, che controllava con i suoi membri sia l'abbazia di Sesto che il Patriarcato di Aquileia. Anche se mancano le prove documentarie, l'autore di queste opere è ritenuto Giovanni Battista Grassi, uno dei maggiori rappresentanti del manierismo maturo in Friuli.
Campanile
Oltrepassata la torre di ingresso si accede all'ampio cortile, recentemente pavimentato, sul quale si affacciano tutti gli edifici principali del complesso abbaziale.
Proprio di fronte all'ingresso è posto il campanile, alto 33,60 m con base quadrata di 7,70 m e costruito totalmente in mattoni. Fu realizzato probabilmente tra l'XI ed il XII secolo ed è simile ad altre torri contemporanee presenti in area lagunare, con lesene verticali e rare aperture lungo i fianchi. Il paramento è abbellito da alte arcate a doppia ghiera, tre per lato, di uguale altezza su tutti i lati, tranne che sul lato sud, dove l'arcata centrale è stata ribassata in un secondo tempo per posizionare l'orologio che compare per la prima volta in una stampa di finesettecento. L'attuale orologio è stato sistemato dopo i lavori di restauro del 1914.
Portale rinascimentale
A fianco della torre campanaria si trova un portale di origine rinascimentale con arco a tutto sesto sostenuto da pilastri. Il tutto è reso più aggraziato da lesene, che reggono una trabeazione con mensole aggettanti che ricopia la cornice a dentelli del palazzo abbaziale.
L'opera fu probabilmente realizzata in concomitanza con i lavori eseguiti sulla torre d'ingresso promossi dagli abati Giovanni Michiel e Domenico Grimani, cioè verso la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. Il portale permette l'accesso ad un parco, dove forse un tempo si trovava il convento.
Palazzo della Cancelleria
L'edificio è posto ad ovest, in prossimità del campanile; è fatto in mattoni ed ha una pianta rettangolare di circa 25,5 x 10 m con un'altezza di circa 9 m. Si ritiene che la struttura risalga al periodo tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, anche se è stato pesantemente ristrutturato e modificato nei secoli. La sua utilizzazione primitiva è ignota, anche se l'opinione prevalente è che fosse la sede della autorità civile, posta di fronte all'antica residenza abbaziale, sede dell'autorità religiosa.
Antica residenza abbaziale
Sulla facciata sono presenti quattro stemmi di alcuni abati commendatari del XVII e XVIII secolo. A partire dalla sinistra in alto abbiamo quelli di Giovanni Alberto Badoer, di Carlo Pio di Savoia-Carpi, di Girolamo Colonna di Sciarra e di Giovanni Cornaro.
Il palazzo è ora utilizzato come sede comunale.
Attuale residenza abbaziale
L'attuale residenza abbaziale è posta verso il margine sud-orientale della abbazia, dove si trovava una delle torri di difesa, in parte conglobata nell'edificio. L'edificio che si vede ora è il risultato dei lavori di ristrutturazione avvenuti nella prima metà del Settecento.