Top10 Recommended Hotels in Florence, Italy
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Top10 Recommended Hotels in Florence, Italy 1. Hotel David ***
2. Hotel Spadai ****
3. Art Hotel Villa Agape ****
4. Four Seasons Hotel Firenze *****
5. Horto Convento ****
6. Hotel Milù ****
7. Hotel Davanzati ***
8. Room Mate Luca ****
9. Villa Cora *****
10. Hotel Rapallo ****
Addres:
1. Viale Michelangiolo, 1, 50125 Florence, Italy, Price range $134 - $276
Offering free happy hour and rooms with free minibar, Hotel David is just a 5-minute bus ride from Florence’s historic centre. Parking and Wi-Fi access are free of charge.
2. Via dei Martelli 10, Duomo, 50129 Florence, Italy , Price range $197 - $565
Set in the heart of Florence, 2 minutes' walk from Santa Maria del Fiore Cathedral, Hotel Spadai is housed in a historic building next to the Palazzo Medici Riccardi.
3. Via Torre Del Gallo 8-10, 50125 Florence, Italy, Price range $116 - $362
Hotel Villa Agape is near the Arcetri Observatory in Florence, and is surrounded by a 8-hectare park with olive and cypress trees.
4. Borgo Pinti 99, San Marco - Santissima Annunziata, 50121 Florence, Italy, Price range $702 - $1,872
Offering a 2-floor spa and Michelin-star restaurant, Four Seasons Hotel Firenze is next to the botanical gardens of Giardino della Gherardesca. It offers a wide range of luxury rooms and suites.
5. Viale Ludovico Ariosto 13, Santo Spirito, 50124 Florence, Italy, Price range $120 - $308
Located a 15-minute walk from Santa Maria Novella Train Station, Horto Convento offers rooms with free WiFi in Florence. Guests can enjoy a garden and an on-site bar.
6. Via Tornabuoni 8, Tornabuoni, 50123 Florence, Italy, Price range $170 - $358
Hotel Milù boasts an unbeatable location in the heart of Florence's historical centre and offers beautiful views of the city and the hills from the rooftop terrace.
7. Via Porta Rossa 5, Uffizi, 50123 Florence, Italy, Price range $94 - $350
Set in Florence, 700 metres from Santa Maria Novella, Hotel Davanzati provides accommodation with a bar and private parking.
8. Via XXVII Aprile 3, San Lorenzo, 50129 Florence, Italy, Price range $106 - $265
Set in the historic centre of Florence, Room Mate Luca is 400 metres from Michelangelo’s David in the Accademia Gallery.
9. Viale Machiavelli 18, 50125 Florence, Italy, Price range $438 - $1,549
Villa Cora is a 19th-century building surrounded by a park with outdoor swimming pool. Just 2 km from the centre of Florence and Santa Maria Novella Train Station, it offers free parking.
10. Via Santa Caterina d'Alessandria 7, 50129 Florence, Italy, Price range $140 - $280
Hotel Rapallo is in Florence, a 5-minute walk from the Fortezza da Basso Exhibition Centre and 900 metres from Santa Maria Novella Station. Florence Cathedral is 1 km away.
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Meringhe - Le video ricette di Lara
Con la video ricetta di oggi impariamo a preparare la ricetta base per un dolce golosissimo, le meringhe! Morbidi e croccanti allo stesso tempo, questi dolcetti sono davvero una delizia assoluta e, partendo dalla semplicissima ricetta base, si possono creare tantissime varianti, come ad esempio quelle ricoperte di cioccolato fondente o spolverizzate con un tocco di cannella, come ho fatto io nel video di oggi. Insomma, sta a voi decidere come meglio le preferite.
Ingredienti:
4 albumi d'uovo
200 gr. di zucchero
1 pizzico di sale
qualche goccia di limone (facoltativo)
Preparazione:
In una ciotola versate gli albumi ed un pizzico di sale. Con una frusta elettrica cominciate a montare i bianchi a neve e pian piano, a piccole dosi incorporate lo zucchero. A metà della quantità di zucchero, se volete, potete aggiungere un po' di gocce di limone per eliminare l'eventuale retrogusto di uova, altrimenti continuate ad inserire lo zucchero.
Quando avrete terminato questa operazione ed il vostro composto sarà lucido e molto sodo sarete pronti per il forno.
Con l'aiuto di una sac à poche, su di una teglia ricoperta di carta da forno, realizzate le meringhe, disegnandole partendo dall'esterno verso l'interno fino a chiuderle con un ciuffetto. Infornate il tutto a forno statico tra 80 e 100° per 90/120 minuti circa.
Imparate tante altre ricette sul mio blog di cucina:
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Musica: Dan-O at
Le campane del Duomo di Crema (CR) - Concerto
Crema (CR), Cattedrale di Santa Maria Assunta nota anche come Duomo di Crema
Concerto di 6 campane in REb3 crescente a salto
Domenico Crespi 1753
Concerto solenne a 6 campane per il Pontificale nella solennità dell'Immacolata Concezione
Nel luogo in cui sorse la primitiva città di Crema, era presente fin da tempi paleocristiani una chiesetta dedicata a Santa Maria della Mosa, le cui fondamenta poggiavano su un tempio pagano di epoca romana. In alcuni documenti del XI secolo, si parla dell'edificazione di una grande chiesa a tre navate, citata come Ecclesia Sancte Mariae. Dopo lo storico assedio del 1159-1160, gran parte dell'antica chiesa romanica andò distrutta. Fu lo stesso distruttore Barbarossa a promuoverne e a inaugurarne la ricostruzione il 7 maggio 1185, affidando l'opera al patronato del vescovo di Piacenza, che nel 1212 cedette l'edificio alla diocesi di Cremona, la quale bloccò ogni forma di finanziamento. Con il ritorno alla diocesi di Piacenza (1284), l'opera di ricostruzione della basilica riprese. L'elevazione della nuova chiesa durò 57 anni, a causa delle guerre tra guelfi e ghibellini. Tra il XII e il XIII secolo fu innalzato il campanile, che ebbe successivamente la funzione di torre di vedetta sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Nel 1410 fu demolita l'antica chiesa di San Giovanni, sopravvissuta alla distruzione dell'antica chiesa romanica, avendo la funzione di battistero. Con una bolla di papa Pio II, la prepositura fu spostata da Palazzo Pignano a Crema nel 1459. A cavallo tra i secoli XV e XVI fu scavata la cripta, mentre nel 1520 fu allestito l'altare della Madonna della Misericordia. Nel 1580 papa Gregorio XIII elevò Crema a sede vescovile, consacrando il duomo quale chiesa cattedrale della neonata diocesi. Nel 1709 venne sfondata la cappella absidale di sinistra, al fine di aumentarne il volume, in modo da permettere la collocazione del Crocifisso miracoloso. L'imponente torre campanaria a base quadrata, fu dotata di un concerto di sei campane nel 1753, opera del maestro fonditore cremasco Domenico Crespi. Il pregevole complesso di sei campane è particolare per la sua disposizione musicale, basata su una scala diatonica a salto, detta cremasca. Tra il 1776 ed il 1780, gli interni vennero radicalmente trasformati, tralasciando gli aspetti gotici originali e spostandosi su forme più barocche, distruggendo di fatto gli affreschi del XIV secolo. Alle sei campane della torre, ne venne aggiunta una settima fuori concerto nel 1828, prevalentemente utilizzata come richiamo per segnalare le funzioni del capitolo. Grandi lavori furono compiuti tra il 1952 e il 1958, con l'intento di eliminare le aggiunte del 1700. L'inaugurazione avvenne il 26 aprile 1959, alla presenza del cardinale Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI. Tra il 1983 e il 1984 fu eseguito un restauro della torre campanaria, asportando tra le altre cose alcune campane fuori concerto di epoche precedenti il XVIII secolo. Nel 2010 fu avviato un complesso restauro conservativo, conclusosi nel 2014. L'interno del duomo, sebbene in gran parte rimaneggiato nel corso dei secoli, è ricco di numerosissime opere d'arte risalenti a periodi e stili differenti.
Le campane del Duomo di Crema (CR) - Suonate a cordette
Crema (CR), Cattedrale di Santa Maria Assunta nota anche come Duomo di Crema
Concerto di 6 campane in REb3 crescente a salto
Domenico Crespi 1753
+ 1 campana di richiamo in FA4 (Andrea Crespi 1828)
Suonate a festa con le cordette nella solennità dell'Immacolata Concezione
Nel luogo in cui sorse la primitiva città di Crema, era presente fin da tempi paleocristiani una chiesetta dedicata a Santa Maria della Mosa, le cui fondamenta poggiavano su un tempio pagano di epoca romana. In alcuni documenti del XI secolo, si parla dell'edificazione di una grande chiesa a tre navate, citata come Ecclesia Sancte Mariae. Dopo lo storico assedio del 1159-1160, gran parte dell'antica chiesa romanica andò distrutta. Fu lo stesso distruttore Barbarossa a promuoverne e a inaugurarne la ricostruzione il 7 maggio 1185, affidando l'opera al patronato del vescovo di Piacenza, che nel 1212 cedette l'edificio alla diocesi di Cremona, la quale bloccò ogni forma di finanziamento. Con il ritorno alla diocesi di Piacenza (1284), l'opera di ricostruzione della basilica riprese. L'elevazione della nuova chiesa durò 57 anni, a causa delle guerre tra guelfi e ghibellini. Tra il XII e il XIII secolo fu innalzato il campanile, che ebbe successivamente la funzione di torre di vedetta sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Nel 1410 fu demolita l'antica chiesa di San Giovanni, sopravvissuta alla distruzione dell'antica chiesa romanica, avendo la funzione di battistero. Con una bolla di papa Pio II, la prepositura fu spostata da Palazzo Pignano a Crema nel 1459. A cavallo tra i secoli XV e XVI fu scavata la cripta, mentre nel 1520 fu allestito l'altare della Madonna della Misericordia. Nel 1580 papa Gregorio XIII elevò Crema a sede vescovile, consacrando il duomo quale chiesa cattedrale della neonata diocesi. Nel 1709 venne sfondata la cappella absidale di sinistra, al fine di aumentarne il volume, in modo da permettere la collocazione del Crocifisso miracoloso. L'imponente torre campanaria a base quadrata, fu dotata di un concerto di sei campane nel 1753, opera del maestro fonditore cremasco Domenico Crespi. Il pregevole complesso di sei campane è particolare per la sua disposizione musicale, basata su una scala diatonica a salto, detta cremasca. Tra il 1776 ed il 1780, gli interni vennero radicalmente trasformati, tralasciando gli aspetti gotici originali e spostandosi su forme più barocche, distruggendo di fatto gli affreschi del XIV secolo. Alle sei campane della torre, ne venne aggiunta una settima fuori concerto nel 1828, prevalentemente utilizzata come richiamo per segnalare le funzioni del capitolo. Grandi lavori furono compiuti tra il 1952 e il 1958, con l'intento di eliminare le aggiunte del 1700. L'inaugurazione avvenne il 26 aprile 1959, alla presenza del cardinale Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI. Tra il 1983 e il 1984 fu eseguito un restauro della torre campanaria, asportando tra le altre cose alcune campane fuori concerto di epoche precedenti il XVIII secolo. Nel 2010 fu avviato un complesso restauro conservativo, conclusosi nel 2014. L'interno del duomo, sebbene in gran parte rimaneggiato nel corso dei secoli, è ricco di numerosissime opere d'arte risalenti a periodi e stili differenti.
Un sentito ringraziamento a Marcello e alla curia vescovile per l'invito.
MONTE SAN SAVINO Antico borgo Toscano - HD
© CLAUDIO MORTINI™◊
Sul versante di ponente della Valdichiana, contrapposto a Cortona ed adagiato su di un monte prospiciente la valle del torrente Esse, si erge Monte San Savino, antichissimo borgo nel quale sono stati rinvenuti molti segni di civiltà etrusca nel corso degli scavi condotti a fine '800. La storia della cittadina va progressivamente assestandosi lungo gli eventi che vedevano coivolte le fazioni di guelfi e ghibellini. Questi ultimi ebbero il sopravvento così il borgo andò sotto il potere degli Ubertini signori di Arezzo ma poi nel1306 passò sotto la giurisdizione fiorentina e guelfa nel 1306. Nel 1337 Monte San Savino passò dapprima sotto il dominio di Perugia, poi sotto quello di Siena e quindi (1384) di nuovo sotto quello di Firenze che vi mandò potestà e vicari per l' amministrazione della giustizia.
Monte San Savino conobbe il suo massimo splendore nella seconda metà del '400 e nel '500 quando fiorì in questa Terra il nobile ramo della famiglia Ciocchi-Di Monte, originaria di Firenze e ricca di illustri personaggi come il cardinale Antonio, uno dei più influenti porporati del Rinascimento, carissimo a Giulio II e intimo dei papi di casa Medici.
Nella visita dell'antico borgo consigliamo di ammirare: la Porta Fiorentina, il Cassero, la Chiesa di Santa Chiara,il Porticciolo,
il Palazzo Di Monte, le Logge dei Mercanti, la Chiesa della Pieve, il Ghetto e la Sinagoga
Cantù [4K] La città del legno e del carnevale
Cantù (Cantuu in dialetto brianzolo[2], AFI: [kãˈtyː]) è un comune italiano di 39.936 abitanti della provincia di Como in Lombardia. È il venticinquesimo comune più popoloso della Lombardia.
L'origine del nome di Cantù risalirebbe a Canturium che può derivare dai Canturigi, popolazione che abitò la regione Insubria nel VI secolo a.C., o da Cantores, indicante una Cantoria presso qualche edificio religioso. La sua storia iniziò nel V secolo a.C. con la fondazione di Galliano, primo nucleo abitato, da parte dei Galli Insubri. Nel 196 a.C. il villaggio venne conquistato dalle legioni romane che lo inglobarono nel municipio Novum Comum (Como). Cantù fu un borgo di importanza strategica commerciale perché vi passava l'antica strada Milano-Como.
Nel V secolo d.C. la città, grazie ad un discreto sviluppo culturale e religioso, divenne una pieve e si staccò da Como col nome di Canturio. Nel 483 d.C., con un decreto di papa Gelasio I all'arcivescovo di Milano Teodoro dei Medici, venne dichiarata Corte Reale con altre terre. Nel 605 d.C. circa, il territorio canturino si separò da quello comasco, dato che quest'ultimo divenne diocesi suffraganea del Patriarcato di Aquileia.
Verso la fine del X secolo, a Intimiano si costituì una curtis, che comprese anche Galliano. Da Gariardo, nobile e signore della curtis, nacque Ariberto, futuro arcivescovo di Milano. Nel 1004-1005 d.C. Ariberto da Intimiano ristrutturò, o forse riedificò, la basilica di Galliano (esistente dal V secolo d.C.) e, il 2 luglio del 1007, la consacrò a San Vincenzo. Canturio fece parte del Contado della Martesana, controllato da Milano, e dal 1118 partecipò alla decennale lotta contro Como, subendo una grave sconfitta nel 1124. In seguito, unito alla Lega Lombarda, affrontò l'Imperatore Federico I Barbarossa e, con l'aiuto di Como, riuscì a respingerlo nel 1160. Dopo la caduta di Milano, ospitò l'arcivescovo Enrico Sertala e i nobili milanesi scacciati dal popolo e, a fianco dei Visconti, partecipò alle guerre contro i Torriani nel XIII secolo.
Cantù fu anche teatro delle contese tra Guelfi e Ghibellini e nel XIV secolo si dichiarò Repubblica indipendente da Milano rimanendo tale per 10 anni. Nel 1324 diventò signoria di Gaspare Grassi che la fortificò con numerose torri. Tornata sotto l'influenza viscontea, venne travagliata dalle lotte tra i vari pretendenti. Nel 1449 Francesco Sforza inviò il capitano di ventura Antonio Centelles a Cantù. Alla fine dell'anno e nel gennaio del 1450 venne sconfitto in due scontri con i Veneziani condotti da Jacopo Piccinino. In seguito al sospetto che volesse cambiare bandiera venne fatto imprigionare da Francesco Sforza prima a Lodi e poi nel castello di Pavia. La città canturina venne donata da Francesco Sforza a Polidoro Sforza Visconti e nel 1475 affidata in feudo ai conti Pietrasanta che vi fecero erigere un castello in cima al colle centrale, poi distrutto nel 1527 da Gian Giacomo Medici. Del castello rimane solo l'antica torre, trasformata poi in campanile della chiesa di San Paolo.
Dal 1500, Cantù perse il suo aspetto strategico e diventò una cittadina operosa nel centro di un vasto comprensorio. Infatti si hanno notizie della produzione artigianale dei chiodi e del pizzo a tombolo e nella prima metà dell'Ottocento, infine, iniziò la produzione artistica del mobile. Nel 1797, Cantù entrò a far parte del Distretto del Lario con la nascita della Repubblica Cisalpina. La fioritura dell'artigianato canturino, in un periodo di intenso sviluppo industriale, è data dall'istituzione di una Scuola d'Arte per l'arredamento nel 1882, la prima del genere sorta in Italia.
Manifestazioni
La Giubiana (ultimo giovedì di gennaio): secondo tradizione viene bruciato nella piazza principale un fantoccio raffigurante una donna, dopo averlo fatto sfilare per le vie del paese. L'evento ricorda la condanna a morte di una donna che si narra abbia tradito i compaesani consegnando le chiavi della città ai Comaschi, durante la guerra Milano - Como, in cui Cantù era schierata con la prima. (Manifestazione a cura della Pro Cantù)
Carnevale (sabato antecedente la prima domenica di quaresima secondo il rito ambrosiano) tradizionale sfliata di carri allegorici e gruppi mascherati, negli ultimi anni si è affermato come il più grande Carnavale Ambrosiano
Santa Apollonia e fiera - mercato (9 febbraio)
Fiera d'agosto (15 e 16 agosto)
Fiera del Crocifisso (3º mercoledì di ottobre)
Festival organistico internazionale Città di Cantù
Premio Letterario Nazionale Il Tombolo Città di Cantù (Organizzato dalla Pro Cantù)
Il Mese del Libro Convegno sul libro oggi - il libro e il mobile - il libro in strada (Organizzato dalla Pro Cantù)
Concorso Internazionale per Pianoforte e Orchestra Città di Cantù
Video girato e montato da: Gregory Gerosa
PostoNuovo, il nuovo ristorante in via Mare a Porto d'Ascoli
Tempio e Collegio San Francesco di Lodi
Il Tempio di San Francesco è una delle chiese più antiche di Lodi, costruito dai francescani nel luogo del palazzo della famiglia Pocalodi. All'interno la più vasta e completa rassegna lodigiana di pittura trecentesca di pregevole valore artistico, tra cui la splendida cappella di San Bernardino di influenza giottesca.
Dal'ottocento la chiesa è officiata dai Padri Barnabiti che hanno istituito il Collegio, prestigio della città di Lodi ancora oggi. Al suo interno un'offerta formativa completa dal nido alla scuola secondaria bilingue. Vi si può inoltre trovare un ricchissimo museo di scienze naturali, la collezione di strumenti scientifici e la biblioteca.
Il tempio e il collegio sono da sempre simboli di Lodi, la chiesa in particolare, grazie alla sua particolare facciata incompleta fa da sfondo a molte raffigurazioni sulla città.
Scoprendo Lodi è un programma realizzato da Vaghi per il mondo ( scritto e diretto da Fabrizio Vaghi, condotto con Laura D'Angiolella, prodotto da Domenico Bardelli (
Canale ufficiale: Sono disponibili i sottotitoli in lingua straniera; la versione del video doppiata in inglese è disponibile a questo indirizzo:
Tutti i diritti riservati.
Casa Max
Time Lapse della costruzione in cantiere
Edificio in legno con sistema a telaio BLM
Fasi di lavoro dal 15 maggio al 15 giugno
Corso di Dolci Sardi Hotel Villa Belfiori 2-3 Agosto 2014
Con lo sfondo della fantastica Costa Verde in un panorama naturale di estrema bellezza si incontrano Cultura e Tradizione per un corso unico nel suo genere per appassionati e amanti della cucina tipica
Riccione Volley - Agenzia Venere Volley Ostellato 3 - 1
Riccione Volley - Agenzia Venere Volley Ostellato 3 - 1
Serie D 2018 2019
Riccione 17 11 2018
Inaugurazione del nuovo negozio Brandimarte a Firenze
Brandimarte, noto brand fiorentino, che disegna e realizza gioielli apprezzati per la loro eleganza, raffinatezza, lavorazione e semplicità, lo scorso 29 novembre 2018, alla presenza degli Assessori comunali Cecilia Del Re e Federico Gianassi e del Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, ha inaugurato il suo nuovo negozio in via del Moro 92/Rosso.
Tutti i loro prodotti sono finemente realizzati in argento 925 su esclusiva commissione dai migliori artigiani del territorio toscano.
Bianca Guscelli, terza generazione, figlia di Stefano e nipote di Brandimarte Guscelli, si pone come obiettivo quello di riportare all’uso quotidiano l’argento ed educare il mercato a apprezzarne bellezza e caratteristiche peculiari.
Brandimarte, fondata nel 1955, è una tipica storia fiorentina, creata da Brandimarte Guscelli, nata in un fondo di via Ponte alla Vittoria.
Brandimarte ha dato lavoro a operai, creato formazione e, per primo, dato lavoro ai carcerati, e, seguendo l’illuminato acume artigianale del suo fondatore, ha adottato due rivoluzioni importanti e innovative nel campo dell’argenteria; la prima di carattere tecnico che consisteva nel «martellare» il metallo, come aveva visto fare agli zingari col rame, la seconda quella di proporre gli oggetti d’argento nella quotidianità della casa, usandoli comunemente, rompendo la consuetudine dell’articolo d’argento come pezzo di lusso da esibire.
Gli argenti Brandimarte sono forgiati a mano da oltre 100 dipendenti e alla morte improvvisa del fondatore, nel 1994, l’azienda è stata seguita dai figli Stefano e Giada Guscelli, da sempre presenti nell’azienda, continuando nella tecnica dell’artigianato e del Made in Italy.
Creano nuove linee, una di queste è la “Collezione Vino”: decanter e bicchieri da degustazione in argento 925, seguendo il trend di successo del settore vinicolo, in quanto l’argento ha proprietà organolettiche e antibatteriche, allargando così il retail verso mercati esteri.
Da via Bartolini l’azienda si trasferisce nel Viale Ariosto, Lungarno Acciaiuoli, Via Foscolo.
Oggi, Brandimarte ha aperto un nuovo punto vendita al dettaglio nel centro storico di Firenze, in via dei de' Mori, 92.
All'interno del nostro shop potrete acquistare non solo argento, ma anche cristalli di Locchi e profumazioni d'ambiente dell'Antica farmacia di Ss annunziata, che renderanno il vostro ambiente ancora più accogliente.
Riprese di Franco Mariani.
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Bergamo
Bergamo è un comune italiano di 120 741 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia e quarto centro più popoloso della regione dopo Milano, Brescia e Monza. L'abitato di Bergamo è suddiviso in due parti distinte, la «Città Bassa» e la «Città Alta»; quest'ultima è posta in altitudine più elevata e ospita la maggioranza dei monumenti più significativi, mentre la Città Bassa – benché sia anch'essa di antica origine e conservi i suoi nuclei storici – è stata resa in parte più moderna da alcuni interventi di urbanizzazione. Le due porzioni dell'abitato sono separate dalle mura venete, annoverate dal 2017 fra i patrimoni dell'umanità tutelati dall'UNESCO. Bergamo è soprannominata «la città dei Mille» per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi – circa 180 – che presero parte alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, episodio cruciale del Risorgimento. Bergamo si trova in territorio pedemontano, laddove l'alta pianura lascia spazio agli ultimi colli delle prealpi Bergamasche, a metà strada tra i fiumi Brembo e Serio. Il nucleo antico della città è stato fondato proprio sui colli. Il principale corso d'acqua della città è il torrente Morla che scorre con andamento sinusoidale e per lunghi tratti interrato al di sotto di strade e parcheggi, in seguito all'imponente opera di cementificazione alla quale è stata sottoposta la città nella seconda metà del XX secolo. Tra i suoi tributari vi è il Tremana, anch'esso quasi totalmente canalizzato, che nasce dalla Maresana e si gonfia di acqua solo occasionalmente dopo abbondanti piogge. Inoltre la città è attraversata longitudinalmente da un sistema di rogge che vi porta le acque del fiume Serio a fini di irrigazione e, un tempo, per azionare mulini e filatoi. Tra le principali vi sono la Roggia Serio Grande e la Morlana, ma degne di nota sono anche la Guidana e le derivate dalle due principali quali la roggia Nuova, la Curna, la Ponte Perduto, la Vescovadella e la Colleonesca. Il Canto Alto è il primo monte delle Prealpi Bergamasche che si innalza a ridosso della città; esso si trova nel territorio di Sorisole, ed è stato un rifugio sicuro per la popolazione durante le guerre mondiali. La città vecchia poggia inoltre su un sistema di colli, estrema propaggine delle stesse prealpi Orobie prima della pianura. la stampa è stata probabilmente realizzata basandosi unicamente su fonti vaghe, in quanto le mura della città alta hanno dei merli guelfi, quando invece le mura di Bergamo ne sono completamente sprovviste, fatta eccezione di alcune torri, come quelle del castello di San Vigilio, la torre del Galgario e altri torri quattrocentesche La prima occupazione è quella dei Liguri, più precisamente gli Orobi, seguita da quella dei Cenomani e Senoni. In latino è conosciuta come Bergomum. La Gallia Transpadana viene quindi annessa alla Repubblica romana in espansione, e dal 49 a.C. anche Bergomum diviene un Municipio romano. I romani riedificano il centro secondo gli assi cardo-decumano. A seguito della caduta dell'Impero, Bergomum è ripetutamente saccheggiata, fino all'arrivo dei Longobardi nel 569, che vi insediano un Ducato. In questo periodo a Bergamo vi fiorirono le seguenti potenti famiglie longobarde: Suardi, Colleoni, Crotti, Rivola, Mozzi, Martinengo. Spodestati nel 774 dai Franchi, la città viene retta da una serie di vescovi-conti. Nel 904 re Arnolfo, conferì al vescovo Adalberto piena giurisdizione politica e civile sulla città, e furono anni di migliorie e rifacimenti, ma nel 1098 la giurisdizione vescovile, dopo una lotta sulle investiture, venne deposta. Dal 1098 Bergamo è Libero comune, e dopo un paio di guerre contro Brescia si unisce alla Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa. A partire dal XIII secolo, nell'ambito delle lotte tra guelfi e ghibellini, Bergamo cade sotto l'influenza dei Visconti di Milano, che fortificano la Cittadella. Dal 1428 Bergamo entra a far parte dei domini della Repubblica di Venezia. I veneziani ricostruiscono la città vecchia, erigendo possenti mura difensive. Il dominio veneto continua fino all'epoca napoleonica quando, dopo la breve esperienza della Repubblica Bergamasca, della Repubblica Cisalpina e del Regno d'Italia, con la Restaurazione Bergamo cade nella sfera austriaca del Regno Lombardo-Veneto. Gli austriaci sono i fautori della prima industrializzazione del territorio bergamasco, con l'impianto di manifatture tessili. Bergamo prende parte al Risorgimento fornendo buona parte dei Mille. Giuseppe Garibaldi stesso entra in città, con i suoi Cacciatori delle Alpi, l'8 giugno 1859. Dal 1860 Bergamo è parte del Regno, e poi della Repubblica Italiana.
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Un viaggio nella Valdinievole nei luoghi dove Genio e spensieratezza si incontrano. Nella prima puntata vi faremo conoscere l'autenticità della Svizzera Pesciatina, l'incantevole borgo di Montecarlo e le delizie enogastronomiche di Montecatini Alto
La battaglia di Montaperti:1260-2010
Rievocazione storica della celebre battaglia di Montaperti, che fu combattuta a pochi chilometri a sud-est di Siena, il 4 settembre 1260, tra le truppe guelfe capeggiate da Firenze e quelle ghibelline capeggiate da Siena. Ogni anno viene ricordato l'importante evento storico. (video esclusivo del Cittadinoonline.it)
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Enologica 2018 a Palazzo Re Renzo di Bologna - Ambrogio Manzi
08.10.2018 Enologica 2018 a Palazzo Re Renzo di Bologna - Tiziano Argazzi intervista Ambrogio Manzi Direttore di Enologica e dell'Enoteca Regionale Emilia Romagna. Parte tecnica, Giovanni Tavassi.
Aida
Teatro Alla Scala - Aida
stage rehearsal Marco Gandini
Head of music staff Paolo Spadaro Munitto